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Da Uras a San Nicolò d'Arcidano ed a Terralba, da Marrubiu ad Arborea, poi a Santa Giusta ed a Palmas ArboreaIn questa tappa del nostro viaggio, torniamo di nuovo nel Campidano di Oristano, del quale completiamo la visita. Vedremo i comuni di Uras, di San Nicolò d'Arcidano e di Terralba, con il villaggio di pescatori di Marceddì. Quindi ci recheremo a visitare Marrubiu, Arborea, poi a Santa Giusta, dove vedremo il suo grande stagno, ed infine a Palmas Arborea, da dove torneremo ad Oristano. La regione storica del Campidano di Oristano
Uras con nei dintorni il nuraghe Sa domu BecciaDa Morgongiori ci rechiamo ad Uras che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il nuraghe Sa domu Beccia. In viaggio verso il paese chiamato Uras
Brevi cenni storiciIl paese viene storicamente ricordato per la battaglia fra i sardi e gli Aragonesi quando Leonardo Alagon, forte della discendenza dai giudici d'Arborea, si mise alla testa di un esercito di Oristanesi, riaccendendo lo spirito nazionalista mai completamente sopito ed il sogno di un'isola sotto l'egida arborense. Lo scontro avvenne nel 1470 ad Uras e vide l'esercito di Alagon costretto a rifugiarsi a Cagliari. Visita del centro del paeseIl centro storico di Uras è ricco di tipiche case campidanesi con la loro caratteristica architettura rurale. Vediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La stazione ferroviaria di Uras e Mogoro
La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria MaddalenaLa chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena ha la facciata che doveva imitare la cattedrale di Cagliari. La sua costruzione è iniziata nel 1664 e terminata intorno al 1682. La facciata è stata poi modificata nel '700, quando è stato edificato il campanile a canna quadra. L'interno ha una volta a botte piuttosto alta. Importante il 22 luglio la festa di Santa Maria Maddalena, quando il paese organizza diverse manifestazioni civili e religiose che durano alcuni giorni. La chiesa di Sant'Antonio da PadovaAll'estremità occidentale del paese si trova la chiesa di Sant'Antonio da Padova, edificata intorno al quindicesimo secoloI. La facciata della chiesa è sormontata da un campanile a vela con due arcate a sesto acuto. Fino al 1648 gli adulti venivano seppelliti nel cimitero adiacente alla chiesa di Santa Maria Maddalena e i bambini in quello contiguo alla chiesa di San Teodoro. Da quella data il cimitero è stato trasferito presso la chiesa di Sant'Antonio, e vi è rimasto fino al 1931. In questa chiesa si svolge una delle feste più sentite del paese. Visita dei dintorni di UrasNei dintorni di Uras è presente una chiesa campestre. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti della tomba di giganti Sa domu Beccia; del nuraghe semplice San Giovanni; dei nuraghi complessi Brentu Crobis, Maringianu, Sa domu Beccia; dei nuraghi Arbu, Arrubiu, Mannu, Mannu II, Mitza Manna, Serdis, su Corraxu di tipologia indefinita. La chiesa campestre di San SalvatoreLa chiesa campestre di San Salvatore è situata nel luogo dove Leonardo Alagon riportò la vittoria contro gli Aragonesi del vicerè Carroz il 14 aprile 1470. Resti del nuraghe complesso Sa domu BecciaUscendo da Uras in direzione sud, dopo il cimitero, a circa ottocento metri dal paese sulla SS131 di Carlo Felice troviamo il nuraghe Sa domu Beccia. È un nuraghe di tipo complesso, costruito con grossi massi scuri di origine vulcanica, con un mastio centrale ed almeno sette torri laterali, di alcune delle quali restano però pochissime tracce. Attorno al corpo centrale vi è una cinta muraria poligonale che collegava le torri laterali. Il mastio comunicava con le torri laterali per mezzo di un gallerie a corridoio. Purtroppo si trova in cattivo stato di conservazione e l'intero sito è completamente abbandonato. Purtroppo questo nuraghe è stato distrutto negli anni 1822-25, durante la costruzione della SS131 di Carlo Felice. In un articolo comparso in un inserto illustrato della “Nuova Sardegna” del 1989, si afferma che Con i massi presi dal monumento di Uras furono realizzati oltre quindici chilometri di selciato della strada verso Oristano. Vana fu la protesta del conte Alberto della Marmora, che denunciò lo scempio, ed inutili furono poi le recriminazioni dell’archeologo canonico Giovanni Spano. Ormai il danno era irrimediabile e del complesso nuragico rimasero soltanto le tracce impressionanti e suggestive. A circa cento metri dal complesso nuragico si trovano i resti di Due tombe di giganti. Tutto intorno al nuraghe si estendeva un Grande villaggio nuragico Comprendente ben 152 capanne circolari, alcune delle quali discretamente conservate. All'ingresso del villaggio sino a poco tempo fa si trovavano due menhir, probabilmente dedicati alla dea madre. Si pensa che questo villaggio fosse un importante centro per la lavorazione dell'ossidiana di Monte Arci, come anche il villaggio di Puisteris, vicino a Mogoro. Gli scavi hanno portato alla luce importanti reperti, strumenti ed armi in ossidiana, numerosi coltellini e frecce, ed anche reperti ceramici della Cultura di Ozieri. Questo sito è stato abitato dal periodo della Cultura di Bonu Ighinu, nel Neolitico Medio, secondo la cronologia calibrata, tra il 4700 ed il 4200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 4000 ed il 3400 avanti Cristo, ed è stato abbandonato in seguito all'invasione punica, intorno al 650 avanti Cristo.
San Nicolò d'ArcidanoDa Uras ci recheremo a San Nicolò d'Arcidano che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. In viaggio verso il paese chiamato San Nicolò d'Arcidano
Nel 1863 viene cambiata la storica denominazione del comune di Arcidano che diventa San Nicolò d'Arcidano. Il comune di San Nicolò d'Arcidano nel 1928 viene aggregato al comune di Terralba, dal quale nel 1947 viene nuovamente separato. Del comune di San Nicolò d'Arcidano nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Visita del centro del paeseSi tratta di un paese di recente costruzione, non ha strade strette e non ci sono edifici che possano essere datati prima dell'inizio dell'Ottocento. Vediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La chiesa parrocchiale di San Nicolò VescovoNel centro troviamo la chiesa parrocchiale di San Nicolò Vescovo, costruita prima del 1763 sul punto più elevato dell'abitato, nel luogo nel quale sorgeva un tempo il nuragh 'e Luxia. La chiesa, a croce latina, ha una navata centrale su cui si aprono cappelle laterali. La facciata presenta linee in stile neoclassico, con la fronte a tempio greco data da alte colonne che sorreggono un timpano triangolare. Visita dei dintorni di San Nicolò d'ArcidanoNei dintorni di San Nicolò d'Arcidano non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi.
Terralba con il villaggio di pescatori di MarceddìDa San Nicolò d'Arcidano ci recheremo a Terralba che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il villaggio di pescatori di Marceddì. In viaggio verso il paese chiamato Terralba
Un evento che ha cambiato drasticamente il paesaggio dell'intera piana di Terralba, e che ha dato una svolta definitiva alla vita dei suoi abitanti, è stata la grande bonifica, nata alla fine del diciannovesimo secolo. La bonifica si è articolata in due periodi, il primo tra il 1895 e il 1918, nel quale si è effettuata la progettazione dell'opera, mentre il secondo, tra il 1919 ed il 192, ha coiciso con la sua realizzazione ad opera della Società Bonifiche Sarde. del comune di Terralba nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Visita del centro del paeseVediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La chiesa parrocchiale di San Pietro apostoloImportante a Terralba è la chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo, edificata a partire dal 1820 sul sito di una più antica chiesa romanica voluta dal giudice Mariano I d'Arborea, che aveva orientamento pressoche analogo all'attuale, con abside semicircolare, e che era stata aperta al culto nel maggio del 1144. Nella cattedrale sono custoditi capitelli provenienti da Neapolis e recuperati dalla demolizione dell'abside della precedente cattedrale, un fonte battesimale ed un pulpito ligneo del diciassettesimo secolo e una preziosissima croce argentea spagnola. Visita dei dintorni di TerralbaNei dintorni di Terralba si trova la Cantina del Bovale. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti del nuraghe semplice Nuracciolu; e delle dieci tombe romane in località Pauli Putzu. Vi è stato realizzato anche l'importante villaggio di pescatori di Marceddì. La Cantina del BovaleUscendo da Terralba verso nord con la S126 Sud Occidentale Sarda, prendiamo subito verso destra la SP61, la seguiamo per seicentocinquanta metri e prendiamo a destra la strada di Bonifica. Seguita per novecentocinquanta metri, arrivati in località s'Isca, vediamo alla sinistra della strada gli stabilimenti della Cantina del Bovale di Terralba. Le tombe romane in località Pauli PutzuNel 1960, in frazione Pauli Putzu, sono state rinvenute casualmente Dieci tombe di età romana, con corredi funerari di notevole importanza, che rispecchiavano le condizioni sociali ed economiche dei defunti ed avevano lo scopo di accompagnarli nel lungo viaggio verso l'oltretomba. Il villaggio di pescatori di Marceddì Uscendo da Terralba verso il mare, seguendo le indicazioni, dopo 13 chilometri raggiungiamo il villaggio di pescatori di Marceddì, un villaggio assai piccolo ma molto suggestivo. Ci si poteva arrivare anche da Arborea in 13 chilometri, prendendo la SP49, che esce dal paese con il nome di strada rettilineo sud, dopo un paio di chilometri, alla rptonda, prendiamo a dstra la strada 14 Ovest, al suo termina prendiamo a sinistra la strada Longitudinale 22 Ovest, a destra la strada 4 Ovest e proseguendo fino al termine, dove troviamo il borgo marinaro di Marceddì. La torre Vecchia di MarceddìPrendendo a destra la strada 6 Ovest, prima della 4 Ovest, e seguendola fino alla fine, arriviamo a un promontorio un poco più a nord di Marceddì, sul quale si trova la torre Vecchia di Marceddì, situata a un metro sul mare, Edificata in epoca spagnola, probabilmente nel 1577, è realizzata in pietra lavica e tufi basaltici. Ha una volta a cupola, una cisterna ed una breve scala interna, che è accessibile dall'alto attraverso una nicchia. La torre ha subito varie trasformazioni, essendo stata utilizzata come fortino durante l'ultima guerra. Lo stagno laguna di Marceddì ed il più piccolo stagno di San GiovanniDalla borgata marinara di Marceddi, attraversiamo su uno stretto ponte il grande Stagno laguna di Marceddì, che ha una sperficie di circa 800 ettari, uno dei più pescosìdell'isola. Lo stagno è in comunicazione con il contiguo più piccolo Stagno di San Giovanni, che ha una superficie di circa 290 ettari. Si tratta di un sistema lagunare e stagnale situato in un vasto bacino che raccoglie le acque piovane, che confina ad ovest con la penisola di Capo Frasca, a sud con le propaggini meridionali del Monte Arcuentu, mentre nel settore nord- occidentale si estende la vasta area di bonifica di Arborea della quale parleremo più avanti. Le aree stagnali e lagunari di Marceddì e di San Giovanni sono separate da un argine, mentre in corrispondenza delle foci dei corsi d'acqua è stata realizzato un piccolo bacino sfiorante. La Laguna di Marceddì ha una ampia comunicazione con il mare e un regime di acqua salmastra che riceve direttamente dal mare. In essa esiste un serio problema d'inquinamento legato alla grande quantità di concimi, diserbanti e fitofarmaci che raggiungono le acque della laguna, mentre, nella fascia alluvionale del Rio Sitzerri, è presente un forte inquinamento da metalli pesanti e fanghi derivante dalle discariche dei residui di lavorazione della miniera di Montevecchio. Lo Stagno di San Giovanni è alimentato dal Flumini Mannu e dal RioMogoro. Entrambe le zone sono inserite tra le Aree costiere di rilevante interesse botanico nella redazione dei Piani Paesistici della Sardegna, e nel Sistema di aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna.
MarrubiuDa Terralbaci rechiamo a Marrubiu che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. In viaggio verso il paese chiamato Marrubiu
Secondo documenti in lingua sarda spagnola risalenti al '600, pare che gli abitanti del vicino paesino di Surraduli, o Zurradili o Zuarbara, vi si rifugiarono per scampare alle incursioni dei pirati saraceni. Anche Marrubiu è famosa per i suoi vini. Il comune di Marrubiu nel 1928 viene aggregato al comune di Terralba, dal quale nel 1948 viene nuovamente separato. Del comune di Marrubiu nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Gruppi folk di MarrubiuA Marrubiu è attiva l'Associazione Folkloristica Santa Mariedda di Marrubiu, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Visita del centro del paeseVediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Monserrato o delle GrazieA Marrubiu si può visitare la chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Monserrato, o Delle Grazie. Una pietra, nel lato sinistro della navata, reca la data dell'anno 1710, che può quindi essere ritenuto l'anno della sua costruzione. La facciata, contenuta tra i due robusti pilastri laterali in conci di tufo, si presenta divisa verticalmente in tre spazi, raccordati dallo spiovente del tetto a capanna. La stazione ferroviaria di Marrubiu, Terralba e Arborea
Visita dei dintorni di MarrubiuNei dintorni di Marrubiu si trova la sua frazione Sant'Anna, ed anche una chiesa campestre. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti del nuraghe Spignau, un nuraghe di tipologia indefinita. La frazione Sant'Anna con la sua ex stazione ferroviariaPercorsi meno di due chilometri lungo la SS126 Sud Occidentale Sarda, incrociamo la SS131 di Carlo Felice, che prendiamo verso sinistra, in direzione nord. Seguita per cinque chilometri e mezzo, troviamo sulla destra le indicazioni per la frazione Sant'Anna (altezza metri 20, distanza in linea d'aria circa 10 chilometri, abitanti circa 240), un insediamento agricolo sorto su iniziativa dell'Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria in Sardegna tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento, a nord di Marrubiu, a ridosso delle due maggiori infrastrutture di trasporto stradale e ferroviario della Sardegna, rispettivamente la Strada Statale 131 di Carlo Felice e la linea ferrovia Dorsale Sarda, che da Cagliari si dirige a nord, fatto che ha portato alla decisione di dotare l'abitato in via di costruzione di una stazione ferroviaria.
La chiesa campestre di Santa Maria ZuarbaraAlle pendici del vicino monte Arci sorge la piccola chiesa campestre di Santa Maria Zuarbara, dove tuttora si celebra la festa in onore della Santa, in occasione della quale il suo simulacro viene trasferito in processione dalla chiesa di Marrubiu al santuario campestre, su un carro trainato da buoi ornati con ghirlande di fiori.
Arborea edificata nel 1928 con il nome di Mussolinia di SardegnaDa Marrubiu ci rechiamo ad Arborea edificata nel 1928 con il nome di Mussolinia di Sardegna, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. In viaggio verso il paese chiamato Arborea
Le sue terre estremamente fertili producono ottimi frutti ed ortaggi, favoriti da un'agricoltura tecnicamente avanzata. Del comune di Arborea nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Brevi cenni storiciArborea è un tipico borgo edificato nel 1928 con il nome di Mussolinia di Sardegna, in una zona fino ad allora semideserta e malarica, poi bonificata, assegnandole nel 1930 dei territori che precedentemente appartenevano in parte al comune di Oristano, ed in parte a quello di Terralba. Siamo nel comprensorio di bonifica del Campidano ed Arborea. Del comune di Mussolinia di Sardegna nel 1944, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, viene cambiata la denominazione in Arborea. La Bonifica d'Arborea e Terralba è iniziata nel 1919 ed ha coinvolto un territorio di 18.000 ettari. È proseguita per molti anni con imponenti lavori di drenaggio, colmata, canalizzazione e sollevamento di acque. Quindi è avvenuta la trasformazione agraria e colonizzazione con la realizzazione di terreni agricoli poi assegnati a famiglie sarde, venete e romagnole. L'acqua di irrigazione proviene dalla diga di Santa Vittoria sul Tirso, presso Olliastra, con un canale lungo circa 60 chilometri. La città è un riuscito esempio di Moderno insediamento agricolo in terreni di bonifica. Il nome è stato modificato nell'attuale nel 1944. È un nome che sta ad indicare l'acqua agreste, acqua salmastra, acqua di stagno, e ricorda l'antico giudicato d'Arborea. Visita del centro del paeseVediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La piazza Santa Maria AusiliatriceAl centro del paese troviamo la piazza Santa Maria Ausiliatrice, con palazzi in stile neogotico, tra la chiesa parrocchiale del Cristo Redentore, realizzata in uno strano stile neogotico-Tirolese, ed il palazzo Municipale. Il vecchio nome di Mussolinia, abbondantemente utilizzato per promuovere i prodotti locali, porta ad Arborea vecchi nostalgici di tempi passati. Visita dei dintorni di ArboreaNei dintorni di Arborea si trova lo stagno di s'Ena Arrubia, e la costiera con la sua spiaggia. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti del nuraghe Sassu, che è di una tipologia indefinita. Lo stagno di s'Ena ArrubiaScendendo da Santa Giusta verso Arborea lungo la SP49, vediamo sulla destra le indicazioni per lo Stagno di s'Ena Arrubia. Questo stagno è ciò che resta del grande complesso Stagnale e lagunare di Sassu, un complesso salato che copriva una superficie di 3.270 ettari, tra Oristano e Terralba. Frazionatotra gli anni '20 e '30 del Novecento in più di duecento piccoli specchi d'acqua, è stato successivamente bonificato tra il 1934 e il 1937. Lo Stagno di Sassu era in gran parte alimentato dalle acque del Rio Mogoro che, per consentire la bonifica della piana di Terralba, venne deviato ed incanalato fino a sfociare nello Stagno di San Giovanni. Lo stagno odierno rappresenta la parte non bonificata, è piccolo, di circa 300 ettari, vicino alla costa, ed in esso si trova un'ampia concentrazione di varietà di uccelli palustri. Non possiede immissari naturali ma risulta alimentato dalle acque derivanti dalla bonifica della piana di Arborea, e l'alimentazione idrica avviene soprattutto attraverso un sistema di canali che realizzano il drenaggio della piana. La zona del litorale sabbioso che separa l'attuale area stagnale dal mare, caratterizzata da una esteso cordone di spiaggia ed una fascia di retrospiaggia, viene periodicamente aperta per consentire lo smaltimento ed il ricambio delle acque. Vicino allo stagno sono presenti moderne versioni di una capanne di Falasco, meglio noto col nome sardo di Sessini o Cruccuri, simili alle capanne dei pescatori che abbiamo visto a San Giovanni di Sinis. Nello stagno si effettua la pesca, sia con lavorieri che con bertovelli e reti da posta, e si catturano mugelli, anguille, apigole, granchi. Di notevole interesse naturalistico, lo stagno rappresenta un'oasi di protezione faunistica tutelate dalla Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, più nota come Convenzione di Ramsar del 1977. L'area dello stagno è stata dichiarata anche Riserva Naturale della Sardegna. La spiaggia Marina di ArboreaA sud dello stagno di s'Ena Arrubia, lungo la fascia costiera, si trova l'attrezzato Campeggio di s'Ene Arrubia, e, dopo di questi, si sviluppa la splendida Pineta di Arborea, che si prolunga fino alla successiva Laguna di Corru s'Ittiri, nella quale si trova l'Horse Country resort, che era una volta noto come Ala Birdi, un centro turistico molto noto soprattutto agli appassionati di ippica di Arborea. Affacciata sul mare, si trova la spiaggia di Marina di Arborea, alla quale si può accedere dal Campeggio o dal centro turistico, o da una delle piccole strade che li costeggiano. Il lungo arenile è delimitato, infatti, verso nord, dallo Stagno s'Ena Arrubia, di interesse naturalistico per la grande concentrazione di uccelli palustri, e, nella zona centrale e meridionale, dalla vasta Pineta di Arborea.
La laguna di Corru s'Ittiri e lo stagno di Corru Mannu
Tra la laguna ed il mare, si trova la Peschiera di Corru s'Ittiri, nella quale è presente un impianto fisso di cattura, con una produzione data da pesce pregiato, come muggini, anguille, granchi, vongole veraci, arselle, triglie, sogliole ed altro. La laguna di Corru s'Ittiri e lo stagno di Corru MannuTra la laguna di Corru s'Ittiri ed il mare si trova lo Stagno di Corru Mannu, la zona umida della Sardegna situata lungo la sua costa occidentale, già dagli anni Settanta inserito nella rete Natura 2000, un sistema di aree dedicate alla conservazione della biodiversità, caratterizzate dalla presenza di habitat e specie faunistiche e floristiche di elevato interesse. Di notevole interesse naturalistico, queste due lagune rappresentano oasi di protezione faunistica tutelate dalla Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, più nota come Convenzione di Ramsar del 1977. La Cooperativa Pescatori di Arborea e le Cozze Nieddittas
La Cooperativa Assegnatari Associati ArboreaDa dove ci siamo arrivati con la SP49, prendiamo ora la terza uscita che ci porta sulla Strada 14 Est, la seguiamo per trecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Genova che, in meno di duecento metri, ci porta all'ingresso degli edifici che ospitano la grande Cooperativa Assegnatari Associati Arborea, chiamata più semplicemente 3 A Latte Arborea.
Santa Giusta con il suo stagnoDa Arborea ci recheremo a Santa Giusta che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova lo stagno di Santa Giusta. In viaggio verso il paese chiamato Santa Giusta
Il comune di Santa Giusta nel 1927 viene aggregato al comune di Oristano, dal quale nel 1947 viene nuovamente separato. Del comune di Santa Giusta nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Visita del centro del paeseVediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La bella cattedrale di Santa Giusta
Visita dei dintorni di Santa GiustaNei dintorni di Santa Giusta si trova lo stagno di Santa Giusta, e la costiera con il Porto industriale e con la sua spiaggia. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti dei nuraghi semplici Nuraciana, nuragheddu, Sant'Elia; e del nuraghe complesso di Santa Giusta. Lo stagno di Santa GiustaL'abitato di Santa Giusta sorge vicino al grande e pescoso Stagno di Santa Giusta, un lago costiero con una superficie di 690 ettari, con una forma arrotondata ed è poco profondo, in media dai 40 ai 120 centimetri, . L'origine dello stagno di Santa Giusta deriva dallo sbarramento, ad opera di dune litoranee, di avvallamenti naturali presenti nella pianura costiera, depressioni che sono state inizialmente colmate dalle acque dei corsi d'acqua che confluivano nel Golfo, più in particolare dal fiume Tirso. Lo Stagno di Santa Giusta ha le acque dolci, è pescoso, ed ha una notevole avifauna. Gli afflussi di acque dolci provengono dal Rio Pauli Figu, dal Rio Pauli Majori e dal Rio Merd'e Cani, oltre alle acque di drenaggio di diversi canali di bonifica, ma i residui agricoli, urbani e industriali hanno notevolmente compromesso l'equilibrio dello stagno. In origine, la comunicazione dello stagno di Santa Giusta con il mare, si realizzava mediante la foce del Tirso, e successivamente, nella seconda meta degli anni '50 del Novecento, è scavato il Canale di Pesaria, lungo circa tre chilometri, che permette la comunicazione diretta delle acque dello stagno con quelle del golfo di Oristano. Una seconda bocca, costituita dal canale del Porto Industriale, è stata aperta durante i lavori per la costruzione del porto di Oristano, mettendo in comunicazione la zona occidentale del bacino, con lo stesso Porto Industriale. Nel complesso il grado di salinità non raggiunge mai valori elevati. Ad esso sono collegati, mediante stretti canali, alcuni altri piccoli bacini, tra ci quali il Pauli Majori ed il Pauli Figu, situati sul suo lato orientale. In particolare, lo Stagno di Pauli Majori, che si trova in prossimità di Palmas Arborea, da dove può essere raggiunto a piedi, ha una superficie di 60 ettari, è alimentato da acque dolci e da acque salmastre che vengono dal vicino Stagno di Santa Giusta, ed è importante per i suoi canneti. Il Porto industriale di Santa Giusta che costituisce il porto di OristanoDall'abitato di Santa Giusta prendiamo la SP49, che gira tutto intorno allo Stagno di Santa Giusta, e ci dirigiamo verso il mare, per arrivare al Porto industriale di Santa Giusta, il porto del consorzio industriale di Oristano, che si trova in località Cirras, nel territorio del comune di Santa Giusta. La spiaggia di Santa GiustaDal Porto Industriale, percorriamo verso sud la SP49, che fa il giro del porto, poi deviamo sul percorso in un tratto sterrato, non segnalato, in direzione ovest, che porta verso la costa, in un incrocio a sinistra, segnalato con un cartello indicante un chiosco bar, fino a raggiungere la spiaggia di Abba Rossa, conosciuta anche come spiaggia di Cirras. Il lungo arenile è delimitato a nord dal Porto Industriale, e a sud dallo Stagno s'Ena Arrubia, che abbiamo già visto quando abbiamo visitato il paese chiamato Arborea.
Palmas ArboreaDa Santa Giusta ci recheremo a Palmas Arborea che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni. Una deviazione al paese Palmas Arborea
Il nome del paese del paese, secondo alcuni studi, avrebbe tratto origine dall'ampia presenza di palmeti in tutto il suo territorio. Il centro storico si caratterizza per abitazioni edificate con i mattoni di terra cruda. Il nome originario del comune era Palmas, del quale nel 1862 è stata cambiata la denominazione, parte in Palmas Arborea, e parte in Palmas Suergiu. Il comune di Palmas Arborea nel 1927 viene aggregato al comune di Oristano, dal quale nel 1957 viene nuovamente separato. Del comune di Palmas Arborea nel 1974, dopo la creazione della provincia di Oristano, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Gruppi folk di Palmas ArboreaA Palmas Arborea è attivo il Gruppo Folk Santa Rosa, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Visita del centro del paeseVediamo ora che cosa si trova di importante nel centro del paese. La parrocchiale di Sant'Antioco martireAl centro del paese si trova la piccola Parrocchiale di Sant'Antioco martire, che viene festeggiato più volte durante l'anno, ad aprile, a luglio e a novembre, mese della morte del martire. Visita dei dintorni di Palmas ArboreaNei dintorni di Palmas Arborea sono stati portati alla luce i resti dei nuraghi Paiulu e Pranu Forru, che sono di tipologia indefinita. Il ritorno ad OristanoDopo la deviazione a Palmas Arborea, torniamo a Santa Giusta. Qui prendiamo la SP53 che, in meno di quattro chilometri, ci fa rientrare ad Oristano.
La prossima tappa del nostro viaggioCon questa tappa abbiamo concluso la visita della provincia di Oristano. Dalla prossima tappa inizieremo a visitare la provincia del Sud Sardegna. | ||||||
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