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Santadi famosa per la cerimonia del Matrimonio Mauritano e con le grotte di Is ZuddasIn questa tappa del nostro viaggio, da Villaperuccio ci recheremo a Santadi famosa per la cerimonia del Matrimonio Mauritano, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trovano le grotte di Is Zuddas. Il Sulcis nella regione storica del Sulcis-IglesienteL'area della regione storica del Sulcis-Iglesiente si estende a nord della valle del Cixerri. Confina a nord est con il Campidano ed ha una forma vagamente triangolare. Il Sulcis (nome in lingua sarda Sa Meurreddìa) si estende nella porzione sudoccidentale dell'isola, parte integrante della regione storica del Sulcis-Iglesiente, ed appartiene alla provincia del Sud Sardegna ed a quella di Cagliari. I suoi comuni nella provincia del Sud Sardegna sono Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domus de Maria, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Sant'Anna Arresi, Sant'Antioco, Santadi, Siliqua, Teulada, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio. Quelli nella città Metropolitana di Cagliari sono Pula, Sarroch e Villa San Pietro, che si trovano però tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, per cui possono essere considerate appartenenti all'una o all'altra di queste regioni. È un territorio in cui la natura è incontaminata, nel tratto costiero caratterizzato da ampie spiagge, tra cui spicca Piscinas, con le sue metafisiche dune di sabbia, o la splendida insenatura di Masua, che guarda il faraglione calcareo di Pan di Zucchero. In viaggio verso SantadiDa Villaperuccio, prima di scendere verso la costa, effettuiamo una deviazione proseguendo con la via Cagliari che si dirige verso sud est e, dopo aver passato la frazione di Villaperuccio denominata Is Pireddas, in poco più di quattro chilometri ci porta a Santadi. Dal Municipio di Villaperuccio a quello di Santadi si percorrono 4.7 chilometri. Il paese chiamato Santadi
Questo paese fa parte dell'Associazione Nazionale delle Città dell'Olio
Origine del nomeIl nome viene citato nel Codex Diplomaticus Sardiniae e in una delle Carte Volgari campidanesi, dell'anno 1075 circa, come Sancta Agatha de Zulkes, la quale era una Vergine Martire di Catania vissuta nel terzo secolo dopo Cristo, ed in questa forma compare negli elenchi delle parrocchie della diocesi di Sulcis che nella metà del quattordicesimo secolo versavano le decime alla curia romana. Viene citato, in seguito, in documenti del Codex Diplomaticus Ecclesiensis come Santa Ada, Santa Adi e Santadi. La sua economiaSi tratta di un centro collinare che, accanto alle tradizionali attività agropastorali dove spiccano le produzioni dei vini e dei formaggi, ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato il turismo. Brevi cenni storiciIl territorio di Santadi viene abitato dalla preistoria, dato che numerose vestigia documentano la presenza della civiltà nuragica e poi di quella fenicio punica. Ai Romani si devono le terme in località Is Figueras. Durante il periodo medioevale Santadi era nota come Sant'Agata o Santa Ada de Sulcis, facente parte del giudicato di Cagliari, nella curatoria del Sulcis. Nel 1258, alla caduta del giudicato, passa sotto il dominio dei Della Gherardesca pisani, poi al comune di Pisa, ed in seguito, nel 1324, degli Aragonesi. Dal quattordicesimo secolo insieme a Tratalias forma una baronia che viene concessa al Vescovo di Sulci, dal quale passa poi al vescovo di Iglesias, fino al 1759 quando passa all’arcivescovo di Cagliari. A quest'ultimo viene riscattato nel 1839, con la soppressione del sistema feudale. Nel diciottesimo secolo il territorio di Santadi, rimasto spopolato per secoli, rifiorisce con la ripresa delle attività legate all'agricoltura, ed inoltre, tra l'Ottocento e i primi decenni del Novecento, si ha un forte impulso del settore minerario con lo sfruttamento di vari giacimenti. Del comune di Santadi nel 2005, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova di Carbonia e Iglesias, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a Santadi
Visita del centro del paeseL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è situato quasi nel cuore di un'ampia vallata, verso la quale degrada un gruppo montuoso che nel territorio raggiunge la massima altitudine con i 1.104 metri del monte Tiriccu. Arriviamo a Santadi provenendo da Villaperuccio con la via Cagliari che all'interno dell'abitato assumerà il nome di via Roma. La chiesa parrocchiale di San Nicolò di Bari
Presso questa chiesa si svolge, la prima domenica di settembre, la Festa di San Nicolò e Sant'Isidoro, che sono i Santi Patroni di Santadi, ed il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo. Sempre presso questa chiesa si compie anche, la prima domenica di agosto, il rito di Sa Coia Maureddina, ossia del Matrimonio Mauritano, che descriveremo più avanti. La cerimonia di Sa Coia Maureddina ossia del Matrimonio MauritanoDal 1986, la prima domenica di agosto si svolge a Santadi con grande successo di pubblico una affascinante cerimonia chiamata Sa Coia Maureddina, ossia il Matrimonio Mauritano, il cui nome secondo alcuni deriva da Mauritani, abitanti della Mauritania. Si tratta di un rito antico nel corso del quale due giovani vengono uniti in matrimonio religioso nella piazza del paese secondo la più antica tradizione pastorale e contadina. La tradizione del Matrimonio Mauritano, in lingua sarda Sa Coia Maureddina, si fa risalire a quando, nella prima metà del primo millennio dopo Cristo, la popolazione del luogo entrò in contatto con i Mori d'Africa, che vi approdarono nel corso delle loro incursioni. La processione per le vie del paese inizia con la sfilata dei gruppi folk provenienti da tutta l'isola. Seguono, su carri trainati da buoi detti Is Traccas, gli sposi che hanno indossato nelle rispettive case di primo mattino il costume tradizionale di Is Maurreddus, come vengono indicati gli abitanti di Santadi e dell'intero Basso Sulcis. Poi sfilano i cavalieri ed i gruppo folkloristici. La processione arriva nella grande piazza del paese dove, di fronte alla chiesa troppo piccola per accogliere tutto il pubblico convenuto, è allestito il palco sul quale si svolge la cerimonia del matrimonio. Alla fine, la madre della sposa e il padre dello sposo offrono agli sposi un bicchiere di acqua e spargono come augurio di felicità, su loro e sugli invitati, Sa gratzia, costituita da petali di rose, chicchi di grano, granellini di sale, monetine. Le madri poi rompono il piatto che la conteneva. Nella casa della sposa si tiene il banchetto nuziale, mentre i festeggiamenti proseguono fino a notte con musica e balli tradizionali offerti dai gruppi folk. Il Municipio di Santadi
Il museo Civico archeologico
Supporti multimediali, applicativi smartphone e audioguide diversificano le modalità di fruizione, facilitando la contestualizzazione dei reperti e dei siti del territorio che attestano l'evolversi dei modelli di insediamento nel tempo. Il museo Etnografico denominato Sa domu Antiga
All'interno si trovano l'anticamera, la camera da letto dove dormiva tutta la famiglia, e la sala da pranzo, tutte arredate con mobili antichi. All'esterno si trovano esposti gli utensili per la preparazione e il consumo dei cibi e nelle vicinanze Is lollas, ossia le lolle sotto le quali vengono riposti gli attrezzi utilizzati per il lavoro agricolo. Il museo del Libro presso le scuole medie nell'Istituto Comprensivo
Il cimitero di Santadi
gli impianti sportivi lungo la via Is CollusDal cartello segnaletico che indica l'ingresso nell'abitato, percorsi cinquecento metri eravamo arrivati all'incrocio con la via Is Collus a destra e via Bosa a sinistra. Presa a destra la via Is Collus, subito alla sinistra della strada si trova il Palazzetto dello Sport di Santadi, che ospita una palestra, ossia un impianto polivalente al chiuso dotato di tribune in grado di ospitare 220 spettatori, nel quale praticare le discipline calcio, calcetto ossia calcio a cinque, Handball ossia pallamano, pallacanestro, pallavolo. Proseguendo lungo la via Is Collus, la seguiamo per seicento metri, ed arriviamo di fronte allo campo da calcio comunale Is Collus, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Intorno al campo da calcio si trova una pista Anulare d'atletica leggera nella quale praticare le discipline atletica leggera, corse su pista, salto in alto, salti in estensione, salto con l'asta, lancio del disco, lancio del peso, lancio del martello, lancio del giavellotto. Visita dei dintorni di SantadiNei dintorni di Santadi si trovano due belle grotte, la più bella delle quali sono le grotte di Is Zuddas; tra Santadi e Giba si trova l'importante insediamento fenicio punico di Pani Loriga. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti della tomba di giganti Barranca Mannu; del protonuraghe Diana; del nuraghe complesso Is Collus; ed inoltre dei nuraghi Arcu de Mesu, Brenticotta, Case Chirigus, Cirixi, de su Schisorgiu, Mannu de Barrua, monte Fenugu, monte Moddizzi, monte Murecci, Monticello, Nuraxi Mannu, Pimpini, punta Crisioni, Sa Mariga, Sa Tutta de Fai Grau, San Nicola, Sanna, Sedda Candiazzus, Senzu, Serra Andria Santus, Terra Arrubia, Terresoli, tutti di tipologia indefinita. Dalla località Santadi Basso all'insediamento fenicio punico di Pani LorigaDalla piazza Guglielmo Marconi che è il centro di Santadi, prendiamo verso sud la via Vittorio Veneto, dopo un centinaio di metri svoltiamo a desta in via Giuseppe Mazzini, passata un'ottantina di metri a sinistra la via fontale, che uscirà dall'abitato come via Rio Manno. In ottocento metri arriviamo alla frazione Santadi Basso (altezza indefinita, distanza in linea d'aria circa 0.95 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).
Come testimoniato dalla presenza di alcune domus de Janas nonché i resti dell'imponente Protonuraghe Diana, edificato a 157 metri di altezza, il sito era già frequentato in epoca prenuragica e nuragica. Le frazioni a sud dell'abitatoDalla frazione Santadi Basso, continuamo sulla prosecuzione della strada che ci ha portato fino ad essa, e che diventa la SP70. Percorsi un chilometro e duecento metri, arriviamo nella località Barrua, che è distinta in due agglomerati di abitazioni denominati Barrua Susu e Barrua de Basciu. Per prima raggiungiamo la frazione Barrua Susu (altezza 132 metri, distanza in linea d'aria circa 2.37 chilometri, abitanti 43), e, proseguendo per altri ottocento metri lungo la SP70, raggiungiamo la frazione Barrua de Basciu (altezza indefinita, distanza in linea d'aria circa 3.15 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Dalla frazione Barrua Susu, prendiamo la strada verso sinistra, che si dirige verso est, e, in un chilometro e mezzo, raggiungiamo la frazione Crabì (altezza 129 metri, distanza in linea d'aria circa 2.69 chilometri, abitanti 26).
Dalla frazione Barrua de Basciu, percorsi lungo la SP70 quasi due chilmetri e mezzo verno sud, raggiungiamo la frazione su Benatzu (altezza 105 metri, distanza in linea d'aria circa 4.93 chilometri, abitanti 19), nel cui territorio si trovano la grotta di Pirosu e le Grotte di Is Zuddas, che verranno descritti più avanti.
La grotta santuario di Pirosu o di Su BenatzuIn Località su Benatzu, nel giugno 1968 alcuni speleologi dell'ASI, l'Associazione Speleologica Iglesiente, hanno scoperto un tempio ipogeico all'interno di una vasta grotta carsica chiamata grotta santuario di Pirosu o Di su Benatzu. Al suo interno, a circa centocinquanta metri dall'ingresso, si trova, preceduto da una camera ricca di pozze d'acqua e formazioni stalattitiche, il tempio, ossia quella che era stata chiamata la Sala del Tesoro, con centinaia di ciotole di varia forma e dimensione, accatastate in tre grandi cumuli. Ma l'elemento più importante era una colonna stalagmitica spezzata alta un metro e ottanta, che fungeva da altare, vicino al quale sono stati trovati accatastati numerosi reperti, oltre 2000. Tra gli oggetti in metallo ritrovati vi erano pugnali, spade, armi in genere; oggetti ornamentali come bracciali, anelli e collane; utensili domestici come falce e specchio ed infine oggetti votivi e talismanici tra cui l'importantissima navicella votiva in bronzo ed un tripode, anch'essa in bronzo, di scuola cipriota micenea; e sempre in bronzo alcuni pugnali, bracciali e anelli. Ai piedi dell'altare vi era un pozzetto d'acqua e accanto ad esso si trovava un grande cumulo di cenere, che costituiva il focolare, dove sono state trovate ossa di animali, segni di sacrifici rituali. L'analisi al Carbonio 14 ha consentito di datare i reperti tra l'820 e il 730 avanti Cristo. Il Tesoro è oggi esposto nelle sale del museo archeologico Nazionale di Cagliari, nel museo archeologico villa Sulcis di Carbonia e nel museo Civico archeologico di Santadi. Le grotte di Is ZuddasL'intero territorio comunale di Santadi è ricco di grotte e cavità, che per la diversità delle condizioni geologiche hanno determinato grandiosi fenomeni carsici, e le più conosciute sono le Grotte di Is Zuddas, in Località su Benatzu presso il monte Meana. Il loro nome deriva dal cognome della famiglia Zuddas, proprietaria del Furriadroxu ossia del cascinale ad esse vicino. Si raggiungono uscendo da Santadi verso sud con la SP70 in direzione di Teulada, dopo sei chilometri si trova l'indicazione per le grotte, che si raggiungono seguendo le indicazioni, alla sinistra della strada provinciale, dopo cinquecento metri. Proprio all'ingresso delle grotte è presente un fossile, il Prolagus sardus, vissuto nella zona tra i 25 ed i 10 milioni di anni fa, simile alla lepre ma senza la coda. Le grotte sono scavate nella roccia calcarea del monte Meana, a 236 metri sul livello del mare, e costituiscono uno splendido scenario sotterraneo creato dall'azione dell'acqua, iniziato nel periodo Cambrico Inferiore, circa 600 milioni di anni fa, e non ancora esaurito dato che le grotte vengono considerate ancora in attività. All'interno la temperatura è pari a 16° costanti con un'umidità vicina al 100%, per un percorso turistico di circa 500 metri. Sono presenti stalattiti e stalagmiti, aragoniti, colate, concentrate quasi interamente all'interno di una grande sala. Nel periodo natalizio all'interno di questa sala viene allestito un presepio estremamente suggestivo. Da alcuni anni poi, le sculture in trachite alte 30/40 centimetri di Giovanni Salidu, di Sant'Antioco, rendono il presepe ancora più suggestivo. Le grotte, aperte al pubblico dal 1985, hanno avuto nei primi anni novanta, il più alto numero di presenze, ossia circa 60.000, che è andato calando col passare degli anni fino ad arrivare alle attuali 30.000 presenze. A nord ovest dell'abitato la ex stazione ferroviaria e le Cantine
Al termine della via Roma, prendiamo la via Cagliari e la seguiamo per due chilometri e trecento metri, fino ad arrivare a una rotonda dove la strada incrocia la SS293 di Giba, prima di arrivare alla frazione di Villaperuccio denominata Is Pireddas. Prima dell'incrocio, alla destra della strada si sviluppa un'area industriale, dove sono presenti la Cantina Sociale di Santadi, la cantina denominata Agricola Punica, e la Latteria Sociale di Santadi.
Alla rotonda prendiamo la SS293 di Giba che ci porta a visitare altre due frazioni di Santadi. Seguiamo la SS239 di Giba verso nord est per circa un chilometro e vediamo, alla destra della strada, la deviazione con le indicazioni che ci portano alla frazione Is Pisanus (altezza 102 metri, distanza in linea d'aria circa 3.02 chilometri, abitanti 13). Evitando la deviazione per la frazione Is Pisanus, proseguiamo lungo la SS293 di Giba per cinquecento metri, poi prendiamo a destra e, dopo quattrocentocinquanta metri, la strada diventa la via Is Sollais, che ci conduce all'interno della frazione Is Pinnas (altezza 117 metri, distanza in linea d'aria circa 2.91 chilometri, abitanti 60). Le frazioni a nord est dell'abitatoDa centro di Santadi, prendiamo la via campoSanto verso nord est, dalla quale parte sulla sinistra la via Murdeu, che ci porta in Località Murdeu. Qui è stata fondata la chiesa di Nostra Signora di Fatima, una delle nuove chiese parrocchiali di Santadi, la cui erezione è stata deliberata con Decreto del presidente della repubblica nel dicembre 1967 per soddisfare le esigenze della popolazione dela zona. Di questa chiesa non abbiamo trovato maggiori indicazioni, nè una foto che la rappresenti. Procedendo lungo la via Murdeu, passiamo l'incorcio con la via delle Mimose a destra e via degli Ulivi a sinistra, poi più avanti, a due chilometri da dove la avevamo imboccata, dalla via Murdeu svoltiamo a destra e, in duecentocinquanta metri, arriviamo nella Località Is Lois, dove troviamo prima la frazione Is Lois de Basciu (altezza 158 metri, distanza in linea d'aria circa 2.40 chilometri, abitanti 12), poi, percorsi altri cinquecento metri, troviamo la localtà Is Lois de Susu. Dove dalla via Murdeu avevamo svoltato a destra per raggiungere la località Is Lois, svoltiamo, invece, a sinistra, e, dopo settecentocinquanta metri, raggiungiamo la frazione Is Piroddis (altezza 144 metri, distanza in linea d'aria circa 2.50 chilometri, abitanti 51). Proseguendo per altri quattrocentocinquanta metri svoltiamo a sinistra e, dopo duecento metri, arriviamo alla frazione Is Sabas (altezza 143 metri, distanza in linea d'aria circa 2.91 chilometri, abitanti 43), il cui nome deriva dal cognome dei proprietari di un Furriadroxu, ossia di un cascinale, col plurale di famiglia. Evitando la deviazione per Is Sabas, continuiamo sulla strada proveniente da Is Piroddis e, dopo trecento metri, raggiungiamo la frazione Is Scanus. Ripresa la via Murdeu, passate le deviazioni verso destra per Is Lois e verso sinitra per Is Piroddis, proseguiamo dritti e, dopo circa tre chilometri, arriviamo alla frazione Is Pirosus (altezza 191 metri, distanza in linea d'aria circa 3.40 chilometri, abitanti 34). E, trecento metri più avanti, raggiungiamo la frazione Is Xianas (altezza indefinita, distanza in linea d'aria circa 3.67 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Le frazioni ad est dell'abitatoAd alcune frazioni ad est di Santadi si arriva provenendo dal centro di Santadi, mentre ad altre, posizionate un poco più a sud, è più semplice arrivare provenendo dalla frazione Santadi Basso che abbiamo già descritte. Da Santadi Basso, prendiamo verso est la via Is Sinzus e, percorsa per due chilometri, arriviamo alla frazione Is Vaccas (altezza indefinita, distanza in linea d'aria circa 2,26 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Cinquecento metri più avanti lungo la via Is Sinzus, raggiungiamo la frazione Is Sinzus (altezza 145 metri, distanza in linea d'aria circa 3.01 chilometri, abitanti 35). Proseguiamo lungo la via Is Sinzus verso est e, dopo poco meno di un chilometro, arriviamo in Località Morimenta. Subito dopo il cartello segnaletico che indica la località, svoltiamo a destra e, in trecento metri, raggiungiamo la frazione Morimenta de Sosu (altezza 165 metri, distanza in linea d'aria circa 3.19 chilometri, abitanti 17). Se evitiamo la deviazione a destra e proseguiamo dritti lungo la via Is Sinzus, entriamo dopo un centinaio di metri nella frazione Morimenta de Basciu (altezza 151 metri, distanza in linea d'aria circa 4.08 chilometri, abitanti 18). Dal centro di Santadi, dalla piazza Guglielmo Marconi prendiamo verso sud la via Vittorio Veneto, poi, dopo trecento metri, prendiamo verso sud est la via Grazia Deledda, che dopo quattrocento metri va ad immettersi sulla via fontana Noa, ed esce dall'abitato verso est come SP1, che qui assume il nome di via Case del Frate. Percorsi trecentocinquanta metri sulla SP1, arriviamo alla frazione Case del Frate (altezza 113 metri, distanza in linea d'aria circa 1.03 chilometri, abitanti 24). Dalla frazione Case del Frate, proseguiamo lungo la SP1 che assume il nome di via Terresoli per poco più di un chilometro, poi svoltiamo a sinistra in via Is Cosas, e, dopo ottocento metri, raggiungiamo la frazione Is Cosas (altezza 166 metri, distanza in linea d'aria circa 1.64 chilometri, abitanti 13).
Dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni Bosco, proseguiamo nell'abitato di Terresoli e poi, seguendo ancora la SP1, percorriamo un chilometro e trecento metri, quindi seguendo le indicazioni prendiamo la deviazione a sinistra che, in trecento metri, ci porta nella frazione Barrancu Mannu (altezza 160 metri, distanza in linea d'aria circa 5.09 chilometri, abitanti 117), famosa perché nel suo territorio si trova una famosa tomba di giganti. La tomba di giganti di Barrancu Mannu o Sa TuerreddaDall'abitato di Barrancu Mannu, proseguiamo vedendo dopo poco più di un centinaio di metri a sinistra la via Is Pisanus, la evitiamo e proseguiamo lungo la strada bianca seguendo le indicazioni, dopo duecentocinquanta metri vediamo a sinistra, ossia verso nord, il sentiero che, in quasi cinquecento metri, ci porta al parcheggio per la tomba di giganti di Barrancu Mannu che, oltre che con il nome della località in cui si trova, è conosciuta anche come Sa Tuerredda, e la raggiungiamo con un sentiero di altri cinquecento metri. La tomba si erge in uno scenario naturale incantevole, tra dirupi e picchi granitici, e le vecchie popolazioni attribuirono al sito lo strano nome di Barrancu Mannu, poiché sostanzialmente si tratta di una tomba collettiva, in cui al suo interno venivano sepolte le genti del vicino villaggio nuragico che era verosimilmente più a valle, protetto in molti tratti da muraglie difensive ciclopiche. Costruita con grossi blocchi di granito giallo rosa, la pianta si articola in un corpo principale absidato lungo venti metri che ospita la camera funeraria coperta ad ogiva tronca, e in un'esedra arcuata di larghezza massima di quasi quindici metri, i cui bracci si protendono dai lati della facciata. Nella facciata, conservata per quasi cinque metri, spicca la coppella al centro dell'architrave. La tomba è stata eretta in una zona strategica da cui era possibile controllare le valli sottostanti, con lo scopo di difendere l'attività pastorale della comunità del luogo e le proprie genti. Alcuni attribuiscono a questo sito dei poteri curativi, quasi magici, dovuti ai particolari campi magnetici ivi presenti. Le ultime frazioni ad est di SantadiDalla frazione Terresoli, proseguiamo con la SP1 verso est, saltiamo la deviazione a sinistra per Barrancu Mannu e continuiamo dritti, dopo un centinaio di metri prendiamo a destra la deviazione sulla via Is Sinzus che, in circa duecento metri, ci porta alla frazione Is Langius (altezza 169 metri, distanza in linea d'aria circa 4.82 chilometri, abitanti 20). Evitata la deviazione verso destra sulla via Is Sinzus per Is Langius, proseguiamo sulla SP1 e, dopo un chilometro e mezzo, prendiamo la deviazione a destra che, in trecentocinquanta metri, ci porta alla frazione Is Canis (altezza 200 metri, distanza in linea d'aria circa 6.68 chilometri, abitanti 26). Evitata anche la deviazione per Is Canis, proseguiamo lungo la SP1 e, dopo due chilometri e duecento metri, arriviamo alla frazione Pantaleo (altezza imprecisata, distanza in linea d'aria circa 7.06 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), sede del complesso Forestale di Pantaleo, che cura oltre ottomila ettari di superficie, e comprende quattro unità gestionali, tra cui tre foreste demaniali, ricadenti nei comuni di Narcao, Nuxis, Santadi, Siliqua, Villamassargia. La foresta di Pantaleo
A testimonianza di ciò, si trovavano nella foresta di Pantaleo, numerosi edifici alcuni ridotti a ruderi, altri invece in buono stato di conservazione. I ruderi della fabbrica sono stati, in seguito, restaurati, e Pantaleo è diventato il centro per le visite alla foresta demaniale di ottomila ettari. Il più imponente Albero di eucalipto della Sardegna, con oltre sei metri e mezzo di circonferenza e ventisette metri di altezza, piantato a fine del diciannovesimo secolo, si fa ammirare nel piazzale davanti agli edifici del complesso, tra i quali è presente anche la cappella di Pantaleo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Santadi scenderemo a Piscinas che visiteremo con il suo centro dove si trova la villa patrizia della famiglia Salazar. | |||||
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