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Nuraminis e la frazione Villagreca con l'area funeraria di Santa Maria e la capanna megalitica Sa CoronaIn questa tappa del nostro viaggio, da Monastir ci recheremo a Nuraminis dove visiteremo il suo centro e la frazione Villagreca e con i dintorni nei quali si trovano l'area funeraria di Santa Maria e la capanna megalitica Sa Corona. Il Campidano di Cagliari
In viaggio verso NuraminisUsciamo da Monastir verso nord con la SS131 di Carlo Felice e, dopo aver percorso poco più di cinque chilometri sulla strada statale, prendiamo l'uscita che ci porta all'interno dell'abitato di Nuraminis. Dal Municipio di Monastir a quello di Nuraminis si percorrono 8.3 chilometri. Il paese chiamato Nuraminis
Il paese fa parte dell'Associazione Nazionale delle Città della Terra Cruda
Origine del nomeAttestato nell’anno 1341 con de Noramine calaritane diocesis, il nome risulterebbe composto con l’elemento sardo di origine preromana mura o murra, oppure nura o nurra, inteso come mucchio, mucchio di pietre; e del suffisso neolatino, anche di valore lievemente dispregiativo, mini. Il suo significato pertanto dovrebbe essere stato quello di pietrame, lasciando intendere che in un certo periodo della sua storia il villaggio sarà entrato in crisi per spopolamento, divenendo in larga misura una pietraia. La sua economia
Brevi cenni storiciLa presenza umana nel territorio di Nuraminis risale al periodo nuragico, numerosi sono infatti i siti archeologici che testimoniano una significativa presenza nella zona, tra i quali il più importante è costituito dall'area funeraria nuragica di Santa Maria. Il suo territorio viene abitato in seguito dal popolo punico, e sfruttato dai dominatori romani, che usano il terreno fertile del Campidano per sviluppare e accrescere l'attività agricola, soprattutto per quanto riguarda la produzione di cereali, grano, frumento. La presenza romana è dimostrata anche dal ritrovamento di resti di colonne e di monete dell'epoca. Nuraminis nasce in epoca medievale, ed un documento del 1141 cita per la prima volta il villaggio, in occasione della consacrazione della chiesa di San Saturnino. Nel medioevo appartiene al giudicato di Cagliari, nella curatoria di Nuraminis, della quale è il capoluogo. Nel 1258, alla caduta del giudicato, dopo una breve parentesi nella quale passa ai conti della Gherardesca e in seguito al comune di Pisa, per finire in seguito sotto il dominio aragonese. Quando nel 1519 Ludovico Bellit viene creato barone di Monastir, Nuraminis è annesso alla sua baronia. Successivamente, nel 1355, viene concessa in feudo dal re di Aragona Pietro IV il Cerimonioso a Francesco di Valguarnera, finché, nel 1436, dopo l'estinzione dell'ultimo discendente, passa attraverso il dominio di varie famiglie di feudatari, i de Besora, i Bertran, i Capdevilla, i Gualbes, i Brondo ed i Bon Crespi, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale. Nel 1868 quello che era stato lo storico piccolo comune di Villagreca viene aggregato al comune di Nuraminis. Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, grazie anche alla sua salubre posizione, inizia un periodo di prosperità, e vi si trasferiscono alcuni nuclei familiari, come la nobile famiglia Vaquer di Villasor, di origine aragonese, che inizia a risiedervi a seguito del matrimonio del nobile cavaliere don Francesco Vaquer con donna Maria Efisia sorella dell'arcivescovo Serci, ed i nobili Vaquer integrano all'interno di Nuraminis la loro già cospicua proprietà terriera in territorio di Villasor, con l'acquisto di un importante fondo a frutteto chiamato Sa Tanca Vaquer, dopo aver dato al Campidano e alla Sardegna personaggi illustri, distintisi durante il Risorgimento e contribuendo all'Unità d'Italia. Nuraminis, divenuto un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale, resta nella provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova provincia del Sud Sardegna. Principali personaggi nati a NuraminisA Nuraminis è nato Paolo Giuseppe Maria Serci, arcivescovo prima di Oristano e poi di Cagliari. Principali feste e sagre che si svolgono a Nuraminis
La manifestazione Cumbidus
Visita del centro del paeseL'abitato di Nuramnis è interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia. Arrivando da sud con la SS131 di Carlo Felice, seguendo le indicazioni per Nuraminis prendiamo l'uscita che ci porta all'interno dell'abitato con la strada che assume il nome di via Nazionale, e percorre tutto il paese da sud a nord. La chiesa di Nostra Signora del Carmine
Ogni anno, a metà luglio, si tiene la festa della Madonna del Carmine, per la quale i riti dedicati a Nostra Signora del Carmine hanno come teatro la parrocchia di San Pietro, dove il sacerdote celebra la funzione solenne, seguita da una fiaccolata che termina nella chiesa del Carmine. gli impianti sportivi di NuraminisEvitando la deviazione nella via Giuseppe Garibaldi, proseguiamo verso nord con la via Nazionale e, percorsi poco più di centocinquanta metri, svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Sebastiano Satta, che segiamo per un centinaio di metri, per prendere la prima deviazione a sinistra. Lungo questa deviazione, dopo una trentina di metri, vediamo alla destra della strada il cancello che porta alla Palestra comunale di Nuraminis. Si tratta di una Palestra polivalente, non dotata di tribune, nella quale esercitare come discipline diverse attività ginnico motorie. Evitando la deviazione e proseguendo verso sud lungo la via Sebastiano Satta, troviamo altri cancelli diningresso e, dopo centoventi metri, prendiamo una nuova deviazione a sinistra, che porta al cancello di ingresso del campo da calcio con Pista di atletica. Il campo da calcio è costituito dal campo comunale in erba J. F. Kennedy, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare 500 spettatori. In questo campo gioca le sue partite casalinghe la squadra della Società Sportiva Calcio Nuraminis, partecipante al campionato di calcio di Amatori UISP Cagliari Girone B in Sardegna. Intorno al campo comunale in erba si sviluppa la Pista anulare di atletica, nella quale praticare atletica leggera, Corse su pista, Salto in alto, Salti in estensione. Vicino alla Palestra comunale ed al campo da calcio, si trovano anche un campo da calcetto, ossia da calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, con tribune per un centinaio di spettatori; ed un campo da tennis, che non è dotato di tribune per gli spettatori. Il Municipio di Nuraminis e nella piazza il monumento in onore dei Caduti
La chiesa di Sant'Antonio abate
Ogni anno, il 17 gennaio si celebra la festa di Sant'Antonio abate, con la messa nella sua chiesa, seguita il sabato successivo da una nuova messa, la recita del rosario e la benedizione del pane, la benedizione della catasta di legna e l'accensione del falò, dopo la quale si ha la degustazione di vini e dolci locali. La domenica si tiene un'altra messa nella sua chiesa, seguita dalla processione con la statua del Santo per le vie del paese, fino alla chiesa parrocchiale, dove si tiene una nuova messa solenne, e poi il rientro del Santo in processione nella sua chiesa. La chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo
All'interno la chiesa ha un'ampia navata a pianta rettangolare, coperta da una volta a botte, frutto di un rifacimento del diciassettesimo secolo, mentre la copertura precedente doveva essere in legno. Gli affreschi della volta sono stati realizzati tra il 1922 e il 1924 dalla bottega dell'artista Battista Scanu di Cagliari, e presentano per ciascun settore un grande medaglione centrale. Partendo dall’entrata, i medaglioni raffigurano una croce greca dorata su fondo azzurro, la scena evangelica di Gesù che parla con i bambini, la liberazione di San Pietro dal carcere ad opera di un angelo, una colomba dorata su fondo azzurro.L’area presbiteriale di forma quadrata risulta sopraelevato rispetto al piano di calpestio del resto dell’edificio, e separato dallo stesso per mezzo di una balaustra marmorea risalente alla prima metà del diciannovesimo secolo. In corrispondenza della volta superiore del presbiterio si trova l’altare maggiore, in marmi policromi, sovrastato da un meraviglioso dipinto a olio raffigurante San Pietro. La volta è divisa in quattro settori da diaframmi, che poggiano su semicolonne laterali con capitello decorato, e, tra le semicolonne delle pareti laterali, si aprono le otto cappelle, quattro su ciascun lato, con archi a tutto sesto. Sulle fasce laterali alla base della volta, sopra la seconda e la terza cappella di entrambi i lati, sono presenti quattro medaglioni che ritraggono gli evangelisti, San Marco e San Giovanni a sinistra, San Matteo e San Luca a destra. Nelle parete sinistra, tra prima e seconda cappella, è presente una lastra marmorea funeraria dell'arcivescovo Paolo Giuseppe Maria Serci, mentre tra la terza e la quarta cappella si erge il ricco pulpito marmoreo di San Pietro del 1848. Le cappelle situate sul lato sinistro sono la cappella delle Anime, posta in corrispondenza del campanile, decorata da una statua lignea del diciassettesimo secolo raffigurante Cristo deposto, e una tomba sotterranea coperta da una lastra marmorea; la cappella di Sant’Antonio di Padova, con volta a cupola con un altare marmoreo del 1830, nonché tre statue inserite in altrettante nicchie di pietra che rappresentano i Santi Francesco d’Assisi, Antonio di Padova e Luigi Gonzaga; la cappella del Sacro Cuore, con volta a botte, decorata da un altare in marmi policromi; la cappella della Croce, con volta a cupola, impreziosita da un meraviglioso quadro ad olio della Madonna di Bonaccattu, da un crocifisso ligneo, e un altare in marmo. Lungo il lato destro della navata sono situate la cappella del Fonte Battesimale, con volta a botte, occupata da una splendida vasca lustrale a tarsie marmoree; la cappella della Madonna di Bonaria, con volta a botte, ospitante un altare a tarsie marmoree, e due nicchie anch’esse marmoree del diciottesimo secolo; la cappella della Madonna Assunta, coperta da una volta a sesto ribassato, con altare a tarsie marmoree realizzato nel 1846, e due statue raffiguranti i Santi Giuseppe e Ignazio, e una terza che rappresenta la Madonna Assunta; la cappella della Madonna del Rosario, con volta a vela, impreziosita da una pala d’altare del diciassettesimo secolo rappresentante i quindici misteri del Rosario, raffigurati dalla Madonna circondata da quattordici figure e dalla rappresentazione dell’incoronazione della Vergine. Nella parete d’ingresso, in corrispondenza del portale, è collocata una preziosa bussola lignea settecentesca, ed a destra della bussola è appesa la grande croce di legno con due scalette, utilizzate ogni anno di Venerdì Santo per la cerimonia de Su Scravamentu. Agli angoli della parete sono collocate le due acquesantiere di marmo bianco.
La chiesa della Confraternita del Rosario
gli antichi arredi, ancora oggi conservati, sono l’acquasantiera, costituita da un massiccio bacino in marmo bianco poggiato su una colonna con fusto rigato e capitello ionico con inciso sul bordo il nome della donatrice e la data 1661, che testimonia già da quell’epoca la presenza dell’antica chiesetta; la lampada ad olio in argento cesellato che si trova oggi nella cappella del Rosario della chiesa parrocchiale datata 1772; il Cristo dolorante in carta pesta di probabile fattura dello scultore Efisio Antonio Castangia, della fine del 1700; un pregevole quadro della Madonna del Rosario del diciassettesimo secolo del pittore Giuseppe Deris, che nel Seicento operava in stretto contatto con i Gesuiti di Cagliari, con al centro la Madonna del Rosario mentre nella parte bassa sono rappresentati quattro Santi inginocchiati in preghiera, con a sinistra San Domenico, e sulla destra due monache, Santa Caterina e Santa Rosa da Lima, con un abito bianco e un manto nero, mentre sullo sfondo del dipinto è rappresentato un paesaggio e in lontananza un'antica processione della confraternita del Rosario. gli edifici che ospitavano il vecchio Monte Frumentario ed il nuovo Monte GranaticoGuardando la chiesa parrocchiale di San Pietro, addossato al suo lato destro, si trova l'edificio che ospitava il vecchio Monte Frumentario o Granatico, chiamato dai nuraminesi su Monti, caratterizato da una struttura rettangolare a sezione allungata. Si tratta di un impianto sobrio e funzionale risalente al diciottesimo secolo, che ha ospitato il Monte Frumentario fino all'inizio del Novecento, quando è stato progettato il nuovo magazzino. La funzione dei Monte Frumentari o Granatici era quella di immagazzinare le sementi al fine di prestarne una parte agli agricoltori, con l'obbligo di restituzione dopo il raccolto. Si trattava quindi di vere e proprie banche del grano, la cui attività era diretta ad arginare la possibilità di carestie e ad evitare il proliferare dell'usura. Questo istituto si era già diffuso rapidamente anche a causa della grande carestia che ha colpito l'isola tra il 1679 e il 1681. Dalla piazza San Pietro, vicino alla chiesa parrocchiale, parte verso nord est la via della chiesa, alla sinistra della quale si trova il lato destro della chiesa della Confraternita del Rosario. All'inizio del Novecento, è stata realizzato vicino ad essa, alla destra della via chiesa, il nuovo Monte Granatico. Il progetto dell'edificio riporta nel frontespizio la dicitura Progetto d'un nuovo magazzino, in sostituzione del primo Monte Frumentario del paese, che attualmente è di proprietà della ex Cassa comunale di Credito Agrario. Con non poche difficoltà, e attraverso diverse amministrazioni, queste strutture hanno svolto una funzione importantissima per oltre tre secoli, fino alla metà del ventesimo secolo, quando questi edifici sono stati dismessi, alcuni venduti, altri acquistati dal Banco di Sardegna, ristrutturati e adibiti a uffici filiali della banca. L'edificio che ospitava il nuovo Monte Granatico ha una struttura a capanna con superficie rettangolare, è realizzato in muratura di pietrame e malta, mentre stipiti e architravi sono in muratura di mattoni pieni, il tetto è a due falde, con capriate di legno e tiranti metallici, la copertura è in tegole sarde. Oggi l'edificio, che è stato ristrutturato dall'amministrazione comunale, ospita il Centro di aggregazione sociale Ex Montegranatico, e viene utilizzato per ospitare esposizioni e mostre. Il parco di Nuracesus con la Piscina comunaleDalla piazza Municipio eravamo arrivati alla piazza San Pietro, e da qui proseguiamo con la via Nazionale che ci porta alla periferia nord occidentale dell'abitato. Percorsi cinquecento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo a sinistra la via Nuracesus, che, in duecento metri, dopo essere passata sotto la SS131 di Carlo Felice, porta al cancello di ingresso del parco di Nuracesus, al quale si puo` accedere liberamente, e nel quale sono presenti un punto bar, un parco giochi, e relative aree verdi. All'interno del parco di Noracesus, si trova anche la Piscina comunale scoperta di Nuraminis, che non è dotata di tribune, e nella quale si pratica come disciplina il nuoto in tutti gli stili. Il lavatoio pubblico di NuraminisAll'interno del parco di Nuracesus è compreso l'ex lavatoio pubblico di Nuraminis, un esempio di archeologia industriale che ha resistito al tempo. Sino dalla meta` dell’Ottocento sono attestate spese per la manutenzione della fontana di Nuracesus, che forniva acqua potabile ma veniva utilizzata anche per l’abbeveraggio degli animali. La fonte di Is Muracesus viene bonificata negli anni Trenta del Novecento ad opera dell’Amministrazione comunale, al fine di convogliare le acque sporche dei lavandini del lavatoio e farle defluire nelle campagne. Inizialmente erano presenti pietre di granito per lavare i panni, poi, verso la fine degli anni Settanta dell’Ottocento, si hanno notizie dell’acquisto di otto vasche in pietra. Oggi l'edificio ha una copertura in metallo semplice ed elegante, caratterizzata da alcuni elementi in ghisa di notevole interesse, ed è ancora visibile l'indicazione della fonderia Doglio di Cagliari che realizzò l'opera nel 1933. Il lavatoio è formato da vasche disposte in due file parallele, all'estremità delle quali vi è un pozzo per l'acqua. Il lavatoio pubblico, che rappresentava il punto di ritrovo delle donne del paese, attualmente è meta di passeggiate rese ancor più piacevoli dalla presenza di alcuni alberi prossimi alla struttura. Poco fuori dall'abitato si trova il Cimitero comunale di Nuraminis
La frazione Villagreca
Arrivo nell'abitatoPartiamo dal centro di Nuraminis e, dalla piazza San Pietro, prendiamo verso nord ovest la via Nazionale, che va ad immettersi sulla SS131 di Carlo Felice, e va dirigersi verso Serrenti. Percorsi circa due chilometri e mezzo, dopo il cartello segnaletico che indica il chilometro 30, prendiamo seguendo le indicazioni l'uscita a destra, che ci fa arrivare all'interno dell'abitato della frazione Villagreca. Il pozzo pubblico di Villagreca
La chiesa parrocchiale di San Vito
L'interno aveva in origine una sola navata, divisa in tre campate da due archi ogivali, alla quale sono state poi aggiunte le cappelle laterali. Un arco acuto poggiante su falsi capitelli tardo gotici introduce al presbiterio quadrato, coperto da una volta stellare gotica con cinque gemme pendule. Nel 1711 si è montato l'altare marmoreo, oggi sormontato dal retablo ligneo del 1759, nella cui nicchia si trova la statua di San Vito, patrono di Villagreca. L'altare è finemente decorato a intarsi policromi, e nel paliotto centrale è rappresentata la fuga in barca di San Vito. Il pulpito marmoreo addossato sul fianco sinistro della navata è del 1711. All'ingresso della chiesa, sulla destra, si trova il fonte battesimale, del 1705. Nella prima cappella a destra sottostante il campanile si trova un'acquasantiera proveniente dall'antica chiesa di San Costantino. All'interno la chiesa conserva diversi arredi liturgici, tra i quali il più significativo è il Cristo doloroso, ripresa di fine sedicesimo secolo del Cristo gotico doloroso detto di Nicodemo, della chiesa di San Francesco ad Oristano. Il Cristo, rappresentato dolente con gli occhi chiusi, il capo reclinato sulla spalla destra e il corpo accasciato, con l'esasperato patetismo della figura rappresentata sofferente sulla croce, richiama modelli di devozione tipicamente spagnoli e vicini alla spiritualità francescana. Le braccia della figura sono state sostituite verosimilmente nella prima metà del diciottesimo secolo, quando al loro posto sono stati montati degli arti mobili per il rito de s'Iscravamentu. L'opera si trova oggi nella cappella destra intitolata a Santa Margherita, deposta nella cosiddetta lettiga dell'Assunta, assemblata nel diciannovesimo secolo con parti di un antico retablo ligneo. Tra gli altri arredi di grande pregio, i candelieri seicenteschi di legno dorato, il simulacro settecentesco di San Raffaele con Tobiolo ossia il giovane Tobia, le statue lignee di Sant'Elena e Santa Barbara del diciassettesimo secolo. Tra gli arredi contemporanei ricordiamo le formelle della Via Crucis del ceramista Claudio Pulli, nato a Lecce ma vissuto a Sassari ed a Selargius.
gli impianti sportivi di VilllagrecaPer raggiungere la chiesa parrocchiale di San Vito, eravamo arrivati con la via Monsignor Serci, dal quale avevamo preso la via della chiesa. Invece, proseguendo verso sud con la via Monsignor Serci, la seguiamo ficnhé la strada compie un'ampia curva verso sinistra, e, dopo centottanta metri, vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso del campo Sportivo Comunale in località Villagreca. All'interno è presente un campo da calcio, con fondo in terra battuta, che non è dotato di tribune per gli spettatori. Poco fuori dall'abitato si trova il cimitero di VillagrecaDalla piazza davanti alla chiesa parrocchiale di San Vito, prendiamo la prosecuzione della via della chiesa, che diventa la via Samatzai, e, dopo un'ottantina di metri, svoltiamo a destra nella via San Costantino, che si dirige verso nord est. Percorsi lungo la via San Costantino per centoventi metri, questa strada esce dall'abitato e continua sulla Strada Comunale Villagreca-Nuraminis. Percorsa per trecentocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, uno spiazzo sul quale è affacciati il muro di cinta ed il cancello di ingresso del cimitero comunale di Villagreca, edificato negli anni sessanta del secolo scorso, sul luogo del vecchio sagrato dell'antica chiesa oggi scomparsa di San Costantino che era adibito a campoSanto, a cinquecento metri dall’abitato. Il cimitero ha pianta quadrangolare ed è delimitato da muretti intonacati. Sulla parete nord orientale si appoggia una piccola cappella in stile moderno, con tetto a due spioventi e pareti in vetro, adibita a sala del commiato. La sepoltura di epoca bizantina rinvenuta in località San CostantinoProseguendo per quasi trecento metri lungo la Strada Comunale Villagreca-Nuraminis, si vede, alla destra della strada, nella campagna, alla distanza di una sessantina di metri, un cespuglio sotto il quale si trova una sepoltura di epoca bizantina. La località dove si incontra la tomba si chiama San Costantino, già nota agli studiosi per il ricordo dell'antica chiesa oggi scomparsa ma tradizionalmente individuata presso il vicino cimitero di Villagreca. La tomba viene scoperta nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, quando il proprietario del campo sprofonda con il mezzo agricolo in un affossamento nel terreno, in prossimità di una struttura affiorante, che si rivela essere una sepoltura semipogea di epoca bizantina. La tomba è realizzata in blocchi di pietra di medie dimensioni e composta da un breve corridoio d'accesso raccordato a un ingresso e a una camera sepolcrale voltata a botte. La camera risultava chiusa da un portello, oggi perso. La datazione indicativa della tomba, ancora da confermare con approfonditi scavi archeologici, risulta compresa tra il settimo e il nono secolo. All'interno della sepoltura sono state ritrovate ossa appartenenti a diversi individui di differenti età, senza alcun manufatto di corredo, dettaglio che, insieme alla mancanza di alcune porzioni della copertura, ha fatto ipotizzare che la tomba sia stata soggetta a scavi clandestini. Visita dei dintorni di Nuraminis e della sua frazione VillagrecaNei dintorni dell'abitato di Nuraminis e della sua frazione Villagreca sono stati portati alla luce i resti del protonuraghe Sa Corona; dei nuraghi complessi Monte Leonaxi, Monte Matta Murronis detto anche Su Padru, Monte Nuraxi, Segavenu, Serra Cannigas; ed anche del nuraghe Cresieddas di tipologia indefinita. La chiesa campestre di San Lussorio martire
La chiesa campestre di San Lussorio, circondata da un ampio giardino, è, tra le più importanti nel territorio nuraminese, ma le attestazioni sulla sua fondazione sono scarse, si presume che un impianto fosse già presente nel diciassettesimo secolo, ma è attestato che viene modificata e riedificata intorno al Seicento, in seguito allo scioglimento di qualche voto relativo alla terribile peste del 1652, infatti, le steli scanalate presenti all’esterno ovest della chiesa, suggeriscono la presenza di un’ulteriore navata, andata successivamente distrutta. In seguito, nel 1780 vengono aggiunti la sagrestia e il loggiato antistante. L’ultima modifica risale al 1986, che porta all’ampliamento del parco adiacente di 18mila metri quadrati. Oggi la chiesa è anteceduta da un ampio loggiato a tre aperture ad arco a tutto sesto, e che presenta una copertura a spioventi. La facciata realizzata in pietre a vista, presenta un piatto terminale ed un culminante campanile a vela ad unica luce ogivale, nella quale si apre l'incorniciato portale d'ingresso e una piccola finestrella lobata. Internamente la chiesa presenta un notevole altare ligneo seicentesco, ed una secolare acquasantiera in pietra calcarea. Il tetto della chiesa è fabbricato con legno di zinnibiri, ossia di ginepro, e un intreccio di canne. Il ruolo di questa chiesa all’interno della comunità, è sottolineato dall’antica memoria degli eredi di San Lussorio, un diritto riconosciuto fino dal Medioevo e citato negli archivi parrocchiali, che consiste in una successione che tramanda, di padre in figlio, gli onori del giuspatronato per provvedere alla tenuta della chiesa. Negli anni della soppressione degli ordini religiosi, le terre di San Lussorio sfuggirono al sequestro dei funzionari, ed ancora oggi persiste questa secolare tradizione. Presso questa chiesa campestre, ogni anno il 21 ed il 22 agosto, date che raccontano la flagellazione e la morte del Santo martire avvenute nel 304 dopo Cristo, si svolge la festa di San Lussorio, che viene festeggiato insieme ai martiri Cesello e Camerino. Dopo un triduo di prepazione i giorni precedenti, a sera della vigilio il simulacro viene portato in processione alla sua chiesa campestre con l'accompagnamento del gruppo folk, ed il 21 si celebra la messa solenne, alla quale segue il rientro al tramonto, mentre il 22 si celebra la messa solenne nella chiesa parrocchiale con la processione per le vie del paese. Seguono anche le diverse manifestazioni civili, con la sera del giorno della festa lo spettacolo pirotecnico. L'area funeraria nuragica di Santa Maria sul colle Sa CoronaDegni di nota sono anche i siti nuragici presenti sul territorio comunale, tra cui occorre menzionare l'area funeraria nuragica di Santa Maria, sita a valle del rilievo calcareo chiamato Sa Corona, difesa dai quattro nuraghi che la attorniano. Per raggiungere questa importante area funeraria prendiamo la SS131 di Carlo Felice, al chilometro 27 troviamo la frazione Villagreca, svoltiamo verso l'abitato e prendiamo la stradina sterrata che porta sul rilievo calcareo Sa Corona, alto 258 metri. L'area consiste in un sito pluristratificato, dove la presenza dell'uomo è testimoniata a partire dal terzo millennio avanti Cristo fino all’alto medioevo, con un’area funeraria, un vasto abitato, e un probabile luogo di culto cristiano.
Il protonuraghe Sa Corona e gli altri tre nuraghi a difesa dell'insediamento
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Nuraminis ci recheremo a Samatzai considerata una delle patrie delle launeddas, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con il nuraghe complesso di Samatzai detto anche nuraghe su Nuraxi e la necropoli di sa Rocca Pertunta, e dove si sta edificando la chiesa campestre dedicata a San Bertorio. | ||||
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