Un sito di oltre 450 pagine che descrive tutta l’Isola e che pur non vendendo niente riceve da 600 a oltre 1400 visitatori ogni giorno

La mia SardegnaLa bandiera della Sardegna

Home page Guest book SOSTIENICI Mappa del sito


Pagina precedenteIndice precedenteVisita del sito istituzionale del comunePagina successiva

Posada che visiteremo con il Castello della Fava e con le sue spiagge, e qui concludiamo il nostro viaggio


In questa tappa, riprenderemo il nostro viaggio da Siniscola e proseguiremo verso nord in direzione di Posada, oppure ci recheremo a Posada da Torpè. Visiteremo il paese chiamato Posada con il Castello della Fava e con le sue spiagge. Con questa tappa concludiamo in nostro viaggio attraverso tutta la Sardegna.

La regione storica delle Baronie

La regione storica delle BaronieLe regioni storiche denominale Baronie (nome in lingua sarda Sa Baronìa) hanno costituito, durante il Medioevo, la parte meridionale del Giudicato di Gallura. L’origine delle Baronie risale a quando gli Aragonesi introducono in Sardegna il sistema feudale, che dura fino al 1846, anno di abolizione del feudalesimo. Alfonso V d’Aragona, dopo aver sconfitto la resistenza dei Giudicati, il 25 giugno 1431 investe Nicolò Carroz, discendente della casa d’Arborea già signore di Mandas e Terranova, del titolo di barone di Posada e Castellano e Signore di Torpè, Lodè e Siniscola, e viene costituita la cosiddetta Baronia Settentrionale o Baronia di Posada. I comuni che fanno parte della Baronia settentrionale sono, quindi, Budoni, Siniscola, Torpè, Lodè. Successivamente, nel 1448, il barone don Salvatore Guiso acquista per 6.700 ducati il feudo che comprende i villaggi di Galtellì, Orosei, Loculi, Onifai, Irgoli, Lula e Dorgali, dando origine a quella che viene chiamata la Baronia Meridionale o Baronia di Galtellì e Orosei. I comuni che fanno parte della Baronia meridionale sono, quindi, Galtellì, Irgoli, Loculi, Onifai, Orosei, Posada. Da allora queste zone della Sardegna, disposte tra la Barbagia e la Gallura, vengono chiamate Baronie, con le eccezioni di Lula e Dorgali, che hanno esercitato una forte opposizione, anche con il banditismo, pur di conservare le loro caratteristiche barbaricine. Oggi alcuni considerano apartenere a questa regione storica anche Lula, che però noi preferiamo attribuire alla Barbagia di Nuoro, e San Teodoro, che però preferiamo attribuire alla Gallura.

In viaggio verso Posada

Posada: veduta del paese dalla strada di accessoNell’ultima tappa eravamo arrivati a Torpè ed al lago del Posada, da dove possiamo recarci a Posada prendendo verso est la SP24, che ci arriva in poco più di tre cheilometri. Dal Municipio di Torpè a quello di Posada si percorrono esattamente 5 chilometri. Avremmo potuto arrivare a Posada anche direttamente da Siniscola, evitando la deviazione per Torpè, dal centro del Siniscola prendendo verso nord la SS125 Orientale Sarda, che in circa sette chilometri ci porta a Posada. Dal Municipio del Siniscola a quello di Posada si percorrono esattamente 9 chilometri. Posada è raggiungibile da Siniscola anche attraverso la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese. Da Siniscola prendiamo verso nord la SS125 Orientale Sarda e, dopo circa un chilometro, prendiamo lo svincolo a sinistra verso Olbia, ed entriamo nella SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese. Percorsi cinque chilometri, prendiamo l’uscita verso Posada ed entriamo, verso est, sulla SP24, che, in meno di due chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Torpè. Dal Municipio del Siniscola a quello di Posada si percorrono, seguendo questa strada,10 chilometri.

Il comune chiamato Posada

Posada: veduta dell’abitatoPosada-Stemma del comuneIl comune chiamato Posada (nome in lingua Pasada, altezza metri 22 sul livello del mare, abitanti 2.974 al 31 dicembre 2021) è situata nella parte nord orientale della Provincia di Nuoro, sulla costa, attraversata dall’omonimo fiume. Si tratta di un tranquillo comune che sorgesu un isolato sperone calcareo di 94 metri di altezza, e domina la piana alluvionale del fiume Posada. Si tratta di una piana assai fertile, che prosegue fino a raggiungere la costiera del Siniscola. La maggior parte degli abitanti vive nel capoluogo Comunale, mentre il resto della popolazione si divide tra le località di San Giovanni, contigua a la Caletta del comune del Siniscola, e di Sas Murtas, il nucleo urbano minore di Monte Longu, ed anche in un discreto numero di case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche che raggiungono i 387 metri di quota. Il borgo di Posada, sorto alla base del Castello, si è esteso negli ultimi anni verso il mare per la sua vocazione turistica sempre in ascesa grazie anche ai riconoscimenti a livello nazionale.

Uno dei borghi più belli d’Italia

I Borghi più belli d’ItaliaPosada è uno dei sei comuni sardi che sono stati inseriti nella lista dei Borghi più belli d’Italia, dato che il piccolo comune nelle Baronie ha ottenuto il riconoscimento dall’Associazione, che è nata su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione nazionale dei comuni Italiani per valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. I sei comuni sardi inseriti in questo elenco sono Atzara, Bosa, Carloforte, Castelsardo, Posada e Sadali.

Origine del nome

Il suo nome è attestato fino dal 1341 nelle forme Bossada, Possata e Posata, e deriva dal catalano spagnolo Posada, che indica un luogo di sosta, di fermata e di riposo, dato che sorgeva in corrispondenza di un importante incrocio tra le strade provenienti dal mare e dall’entroterra, con quella che collegava Terranova, ossia Olbia, a Cagliari. Il nome è entrato dal catalano spagnolo nella lingua logudorese e campidanese.

La sua economia

Nella sua economia, il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumeti, viti e altri alberi da frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, della lavorazione del legno, metallurgico ed edile, mentre il terziario è costituito da una buona rete distributiva. L’apparato ricettivo, che comprende un agriturismo, offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. La sua splendida posizione geografica, che la vede circondata dal mare, d’vaste distese di spiaggia, dall’omonimo lago e dal Monte Albo che si vede sullo sfondo, costituisce la principale attrazione per i numerosi turisti che ogni anno decidono di visitarla.

Brevi cenni storici

Posada è uno dei centri abitati sardi più antichi in assoluto. La storia di Posada inizia da quando la città viene fondata come centro italico etrusco, probabilmente falisco, collegato probabilmente al primo tentativo di colonizzazione della Sardegna attuato dai Romani già in epoca punica. Lo storico Diodoro Siculo riferisce, infatti, dell’invio sull’isola di 500 coloni Romani tra il 378 e il 377 avanti Cristo, ossia ben un secolo prima della loro conquista della Sardegna. Posada-L’Ercole Nemeo o Africano trovato nei dintorni di PosadaLa città viene chiamata Feronia, dal nome della divinità protettrice degli Etruschi, come dimostra la statuetta di bronzo chiamata Ercole Nemeo o Africano, alta 32 centimetri della fine del quarto secolo avanti Cristo, che rappresenta un guerriero con una pelle di Leone, scoperta negli anni venti del novecento nelle campagne di ludu alla periferia ovest del paese, ed ora conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Il periodo posteriore alla conquista romana della Sardegna è segnato, in questa zona, dalla creazione del Portus liquidonis, ubicato in località San Giovanni, nella Cala a fianco alla torre aragonese. Feronia comincia ad essere considerata un punto di riferimento importante, sia per la presenza del porto, sia per la sua posizione che domina tutta la vallata. In epoca medievale entra a fare parte del Giudicato di Gallura, nella curatoria di Montalbo, dove svolge la funzione di diocesi e il suo nome comparve in una bolla papale dell’undicesimo secolo in riferimento al rinnovo di una concessione a favore dei Benedettini. Nel 1100, nella diocesi di Posada, i giudici di Gallura edificano il Castello della Fava, e procedono alla fortificazione dell’abitato con più cinte murarie, delle quali oggi sopravvive solamente quella più elevata. Nel 1298 Posada passa sotto il controllo del comune di Pisa e nel 1323 viene conquistata dagli Aragonesi e ceduta in feudo al vicere Nicolò Carroz. Intorno al 1345 la malaria, favorita dalle superfici a stagno, causa lo spopolamento del paese ed il calo della produzione, ma non delle tasse pretese dalla Corona d’Aragona in guerra con l’Arborea, e quindi, più per l’oppressione fiscale che per timori sanitari, la zona viene quasi completamente abbandonata. Poco dopo Posada passa ai giudici di Arborea fino al 1409. Dopo esser stata Teatro, nel 1477, del primo sequestro di persona a scopo di estorsione della storia di Sardegna, la Baronia, territorio periferico di un distante regno non isolano, diviene oggetto di intense attività predonesche da parte dei pirati saraceni, ed in seguito di quelli lanzichenecchi e barbari. I Baroni che si succedono non hanno molta cura del feudo, tanto che nel 1623, a seguito di una delle innumerevoli sanguinose predazioni, in particolar modo a quelli dei pirati tunisini che la devastano, il Consiglio del real Patrimonio d’Aragona sequestra il feudo al legittimo titolare e lo costringe alla perdita fallimentare della proprietà e del titolo. Comunque il banditismo condiziona le attività produttive ed impoverisce le comunità, al punto da registrarsi una triste carestia nel 1681, e di conseguenza, il seicento è il secolo della peste, che, sovrapponendosi alla malaria, decima la popolazione e rinfoltisce il banditismo, che prosegue con il passaggio dell’isola ai Savoia. La successiva cessione di territori ai nascenti comuni di San Teodoro e di Budoni priva Posada di terreni che si riveleranno strategici sotto un profilo economico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’area di Posada viene parzialmente bonificata nel quadro del piano Marshall, e successivamente si riavvia qualche timido processo produttivo agricolturale. Del comune di Posada nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Negli ultimi decenni si sviluppano numerose iniziative di recupero del pregiato centro storico di Posada, tuttora ben rappresentativo dell’originario borgo medievale.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Posada

Posada-Sfilata del 'Gruppo Folk Feronia' di PosadaA Posada è attivo il Gruppo Folk Feronia di Posada, oltre al gruppo di canto Tenore de Pasada ed al Tenore Sas Murtas dell’omonima frazione Posada, nellecui esibizioni nel comune ed il altre località dell’isola si possono ammirare i costumi tradizionali del paese. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Posada citiamo la Festa del Patrono, Sant’Antonio Abate, che si svolge il 17 gennaio; la Festa della Madonna o della Beata Vergine del Soccorso, che si svolge la prima domenica dopo Pasqua; il 24 giugno la Festa di San Giovanni; l’ultima domenica di settembre si svolge la Sagra campestre di San Michele, nells chiesa campestre omonima. Negli ultimi decenni si sono moltiplicate a Posada le iniziative culturali, principalmente volte al recupero di valori di valenza regionale, come il Posada Jazz Project ed il Premiu ’e Poesia Sarda Posada.

Il Posada Jazz Project

Nella musica, il Posada Jazz Project è stato un riuscito esperimento di promozione di questo genere, consistente nella selezione di giovani talenti jazzistici da premiare con la copertura delle spese di produzione dei rispettivi primi dischi. Dopo diverse edizioni, tutte di successo, e per motivi non noti, la manifestazione è stata soppressa intorno al 1995.

Il Premiu ’e Poesia Sarda Posada

Nella letteratura sarda, Posada è sede dell’omonimo famosissimo premio di Poesia, denominato Premiu ’e Poesia Sarda Posada, che si svolge ad agosto, accompagnato da vari spettacoli, quali i concerti di musica jazz e classica. La selezione riguarda opere in lingua sarda, Sa limba, rimate o meno, raggruppate in diverse sezioni.

Visita del centro di Posada

L’abitato di Posada, caratterizato da espansione edilizia, è disposto a scaglioni sulle pendici della roccia, nella vasta piana litoranea formata dalle alluvioni del fiume, e conserva un bel centro storico.

Il Municipio di Posada

Entriamo in Posada provenendo da sud est da Siniscola con la SS125 Orientale Sarda, che all’interno dell’abitato assume il nome di via Vittorio Veneto; oppure provenendo da est da Torpè con la SP24, che all’interno dell’abitato assume il nome di via Giuseppe Mazzini che, dopo l’incrocio con la via Vittorio Veneto, diventa via Antonio Gramsci.

Posada-Entrata principale nel centro storico Posada-La piazzetta dei Poeti Posada: abitazione del centro storico Posada: abitazione del centro storico

Posada-Municipio di PosadaDall’incrocio della via Vittorio Veneto con la via Giuseppe Mazzini, proseguiamo lungo la via Vittorio Veneto verso nord per poco più di duecentocinquanta metri, poi all’incrocio, dove arriva da sinistra la via Grazia Deledda, prendiamo a destra la via Nazionale. La seguiamo per circa duecento metri, poi da essa si separa sulla destra la via Giuseppe Garibaldi, che iniziamo a seguire. E quasi subito, alla destra della via Giuseppe Garibaldi, al civico numero 4, troviamo l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Muncipio di Posada.

La chiesa di Santa Lucia

Posada: chiesa di Santa LuciaDal Municipio, proseguiamo lungo la via Giuseppe Garibaldi, che diventa il Vico I Garibaldi. Dopo poco più di quattrocento metri, la strada termina sulla via della Circonvallazione est, e, prima dell’incrocio tra le due strade, sulla destra del vico I Garibaldi si costeggia il lato sinistro della chiesa di Santa Lucia il cui ingresso si trova appena poco più avanti, proprio sulla via della Circonvallazione est. Si tratta di una piccola chiesa caratterizzata da una sola navata, dotata di copertura a capanna, e di una facciata bianca con il portale di ingresso sovrastato da un grande campanile a vela. Lungo le fiancate laterali è presente un contrafforte su ciascun lato.

Il Cimitero di Posada

Posada: il Cimitero di PosadaPassata la chiesa, proseguiamo verso sinistra, ossia in direzione nord est, lungo la via della Circonvallazione est, e quasi subito iniziamo a costeggiare, sul lato sinistro della strada, il muro di cinta del Cimitero di Posada. Il suo ingresso si trova alla sinistra della strada, appena circa centocinquanta metri più avanti rispetto alla chiesa di Santa Lucia.

La chiesa di Nostra Signora o della Madonna del Soccorso

Proseguendo per trecentocinquanta metri sulla via della Circonvallazione est, prendiamo a sinistra, dopo poco più di cinquanta metri prendiamo a sinistra la via Santa Caterina, che dopo duecento metri si immette sulla via Nazionale proveniente da ovest, la prendiamo verso destra e, dopo cento metri, prendiamo un tornante verso sinistra che, in una cinquantina di metri, ci porta all’inizio di via Eleonora d’Arborea. Se avessimo preso la via Nazionale dall’incrocio con la via Vittorio Veneto, avremmo percorso novecento metri per arrivare al punto in cui si immette da sinistra la via Santa Caterina, proseguiamo per cento metri, prendiamo un tornante verso sinistra che, in una cinquantina di metri, ci porta all’inizio di via Eleonora d’Arborea. Siamo nell’antico centro storico di Posada.

Posada: chiesa di Nostra Signora o della Madonna del SoccorsoDove la via Eleonora d’Arborea si collega con la via Salvatore Satta, proveniente da sud ovest dal centro di Posada, troviamo alla sinistra della strada, su un rialzo del terreno protetto da una massicciata, la chiesa di Nostra Signora del Soccorso chiamata anche la Madonna del Soccorso o la Beata Vergine del Soccorso, una chiesa costruita fuori dalle mura, nella parte più antica del centro storico. Si tratta di una chiesa più grande rispetto a quella di Santa Lucia, anch’essa con una sola navata, la copertura a capanna, e la facciata bianca con il portale di ingresso sul quale si trova un oculo a forma di mezzaluna, che è sovrastato da un campanile a vela. Lungo le fiancate laterali sono presenti due contrafforti su ciascun lato.

Posada-La Festa della Madonna del SoccorsoLa prima domenica dopo Pasqua a Posada si svolge la Festa della Madonna del Soccorso. I festeggiamenti iniziano il martedì precedente con la novena che si svolge ogni pomeriggio, ed in seguito il comitato di volontari che organizza la festa dà il via, il venerdì, ai festeggiamenti civili, seguiti in chiesa dal rosario e dalla novena, e da balli in piazza Belvedere seguiti da un concerto etnico. Sabato, dopo la novena, altri balli in piazza e serata musicale. Domenica si svolge la processione in costume tradizionale, seguita dalla messa celebrata in piazza Belvedere, con i festeggiamenti che si concludono con esibizioni di Tenores e gruppi Folk.

La casa delle Dame

Posada-La casa delle DameProseguendo lungo la via Eleonora d’Arborea, si può vedere, alla destra della strada, la Casa delle Dame nella quale è ospitato il Centro di educazione Ambientale e alla Sostenibilità di casa delle Dame. Si tratta di un Centro che viene gestito da legambiente, nel quale si trova il punto informativo turistico di Posada, punto informativo che offre indicazioni e informazioni sull’ospitalità locale, sugli eventi e sui servizi per la fruizione del territorio e organizza attività escursionistiche a piedi e in canoa nell’area fluviale e nelle zone montane del parco regionale di Tepilora, appuntamenti per il birdwatching, attività ludico didattiche per bambini e ragazzi.

Il Castello della Fava

Posada è uno dei più scenografici paesi delle Baronie, ed il suo bel centro storico è sovrastato dai ruderi del Castello della Fava al quale si arriva, seguendo le indicazioni, proseguendo lungo la via Eleonora d’Arborea e prendendo la via Castello, che si trova sulla sinistra della strada. Il Castello della Fava, edificato verso il 1200 dai giudici di Gallura, di cui fu Posada capitale per un certo periodo, dal 1298 è stato sotto il dominio pisano, poi nel 1323 è stato ceduto agli Aragonesi, ed in seguito è passato ai giudici d’Arborea, ai quali resta sino al 1409. Quando gli Aragonesi invadono la Sardegna, rappresenta un importante baluardo di difesa, praticamente inespugnabile. Il Castello ha una bella torre, a pianta quadrata, in pietra calcarea alta venti metri. Sono visibili anche le le rovine del mastio.

Posada-resti del Castello della Fava Posada-resti del Castello della Fava

Narra la leggenda legata a questo Castello, dalla quale deriva il nome che gli è stato dato, che, quando i Saraceni sbarcano a Posada, trovano tutta la popolazione nascosta dentro le mura e nella torre. Si accampano, allora, sulla spiaggia, per riuscire a prendere gli assediati per fame e sete. Quando la fame si fà sentire, il giudice dà l’ultima fava che era loro rimasta ad una colomba, per rinforzarla e far sì che essa possa portare un messaggio alle legioni vicine. Catturata la colomba e trovata la fava nel suo stomaco, i Saraceni ritengono che gli assediati abbiano tanto cibo da poterlo dare anche ad una colomba, e che siano quindi in grado di resistere, mentre loro, decimati dalla malaria, lasciano il paese, che si salva proprio grazie all’ultima fava che era rimasta.

La chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate

Proseguendo lungo la via Eleonora d’Arborea, al civico numero 12, alla sinistra della strada, si trova la chiesa di Sant’Antonio Abate che è la chiesa parrocchiale di Posada, ed è posta ai piedi del Castello della Fava. La chiesa, caratterizzata da un’unica navata trapezoidale, viene edificata in età giudicale, probabilmente nel dodicesimo secolo, quando viene anche costruito il Castello, e subisce numerose modifiche nel corso dei secoli. È un chiesa che per quasi mille anni segna la vita del borgo fortificato, ed anche quella della stessa Sardegna, dato che il 15 gennaio del 1388, all’interno dell’edifico sacro, viene firmata la pace tra la giudicessa Eleonora d’Arborea e il re Giovanni d’Aragona. Sempre in questa chiesa, viene siglata anche la pacificazione tra le famiglie di Orgosolo, atto che pone fine alla violenta mattanza che ha insanguinato peranni il paese barbaricino. Chiusa dal 1989, sia per le funzioni religiose che per le visite turistiche, in quanto seriamente lesionata nella struttura muraria e nel tetto, la chiesa ha riChiesto lunghi anni di lavori che hanno permesso di ristrutturare, oltre all’edificio, anche l’antico coro in legno, l’altare in marmo policromo, la sacrestia, e le effigi dei Santi, alcune risalenti al Medioevo e di grande valore storico artistico. Nel 2013, dopo ventiquattro anni di lavori, la chiesa è stata riaperta al culto. Durante i lavori, sono stati anche ritrovati, sulla volta e nella prima navata laterale destra, degli affreschi risalenti al Medioevo, che sono stati resi in parte visibili a tutti.

Posada: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate Posada: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate: facciata Posada: chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate: l’altare

A Posada il 17 gennaio si celebra la Festa di Sant’Antonio Abate, che è il Santo Patrono del paese, con una Festa in piazza dove si da fuoco ad un unico immenso cumulo di cisto, chiamato in lingua Mudregu raccolto nei giorni immediatamente precedenti. Il caratteristico rituale prevede che si compiano tre giri intorno al fuoco acceso, ed in seguito si svolge una processione. In seguito si distribuiscono dei dolci tipici, quali Sos Cogoneddos e S’Aranzada, benedetti durante la cerimonia ecclesiastica e rigorosamente fatti a mano dalle donne di Posada. Oltre a questo, un piccolo comitato è incaricato di organizzare un rinfresco a base di panini con salsiccia arrosto e vino.

Visita dei dintorni di Posada

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Posada, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Paule ’e Pedru, e Pilusinu; dei Protonuraghi monte Idda, e Posada; del nuraghe semplice Mannu; del nuraghe complesso Pizzinnu; ed anche del nuraghe Pilusinu, di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del nuraghe monte Furca, che probabilmente si trovava in cima al monte, ma ora è stato distrutto. Nei dintorni di Posada, inoltre, si trovano diverse strutture agrituristiche, e poi visitare la costiera di Posada con le sue spiagge.

Cinque VeleNel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 5 Vele al comprensorio della Baronia di Posada nel quale si trova la costiera di Posada. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali.

I resti del nuraghe complesso Pizzinnu

Posada-resti del nuraghe PizzinnuDal centro di Posada, prendiamo verso ovest la via Giuseppe Garibaldi e poi la via Nazionale, poi, dopo duecento metri, a sinistra, verso sud, la via Vittorio Veneto, ed usciamo sulla SS125 Orientale Sarda in direzione di la Caletta. In località Su Mattone si trova il Nuraghe Pizzinnu di Posada, il cui nome, di probabile origine preromana, sta ad indicare un gorgo, un vortice d’acqua, una pozzanghera. Si tratta di un nuraghe comlesso, costruito in granito a 44 metri di altezza, che non è monotorre, ma è trilobato perché presenta una torre centrale e due torri aggiunte, delle quali affiorano solo alcune pietre della base. Per la costruzione del nuraghe oltre al calcare bianco, molto diffuso in questa zona, è stato utilizzato dello scisto, una pietra molto difficile da lavorare. Del nuraghe si conservano solo alcuni filari di blocchi di calcare di medie dimensioni appena sbozzati. Posada: il nuraghe Pizzinnu: bue dal profilo stilizzatoNei primi anni ’60 del novecento il nuraghe, mensionato da Giovanni Lilliu, è stato interessato da diverse campagne di scavo, ed Ercole Contu, che condusse gli scavi, rinvenne nella camera principale diversi materiali, dove spiccavano per abbondanza centinaia di frammenti ceramici, ma anche i segni di numerosi roghi e un grande focolare centrale, una parte del quale è esposta presso il Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari. Durante lo scavo, in uno dei livelli sottostanti il grande focolare, lo studioso rinvenne un tesoretto votivo composto da ben trenta bronzetti: tre arcieri, un bue dal profilo stilizzato, quattro pugnali di cui uno ottenuto da una lama di spada votiva, due spilloni, tredici braccialetti, cinque anelli, un pendaglio ad ancora. Le analisi del C14 condotte dall’archeologo francese Rojer Grosjean, su dei campioni di carboni prelevati dallo strato mediano, confermarono che questo strato posto subito al di sotto del livello dove furono rinvenuti i bronzi doveva essere datato al 1399 avanti Cristo più o meno 50 anni. La datazione così sconcertante di questi strati, stiamo parlando di quindicesimo o quattordicesimo secolo avanti Cristo, confermerebbe i nostri scenari sulle datazioni dei bronzetti, che facciamo risalire dopo l’arrivo degli Shardana in Sardegna. Purtroppo, però, i documenti sugli scavi del nuraghe Pizzinnu sono secretati presso la Sopraintendenza, ed inarrivabili per chi volesse approfondire qualsiasi studio...

Il Campo da Calcio di Posada

Dal centro di Posada, prendiamo verso ovest la via Giuseppe Garibaldi e poi la via Nazionale, poi, dopo duecento metri, a sinistra, verso sud, la via Vittorio Veneto. Da questa prendiamo, dopo poco più di duecentocinquanta metri, sulla sinistra la via Antonio Gramsci, che diventa la SP24, alla quale arriviamo seguendo le indicazioni per la Caletta. Seguiamo la SP24 per 1.6 chilometri, ed, arrivati in località Matta e Burdone, troviamo alla sinistra della strada il Campo da Calcio di Posada.

Posada: Campo da Calcio: ingresso Posada: Campo da Calcio: campo

Il Campo da Calcio, di proprietà del comune di Posada che ne cura anche la gestione, è fornito di fondo in terra battuta, ed è dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori.

La frazione monte Longu

Proseguiamo lungo la SP24 verso sud est per ancora circa trecento metri, e troviamo alla destra della strada le abitazioni della frazione monte Longu (altezza metri 10, distanza 2.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 140), alla quale arriviamo prendendo una deviazione sulla destra che ce la fa raggiungere in circa duecento metri.

La frazione San Giovanni con la spiaggia e la torre omonime

Percorso ancora poco più di un chilometro sulla SP24, troviamo alla sinistra della strada la frazione San Giovanni (altezza metri 3, distanza 3.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 205), alla quale arriviamo prendendo sulla sinistra il viale San Giovanni, che ci porta alla frazione San Giovanni di Posada. Il paese si affaccia sul mare con la spiaggia di San Giovanni. Al centro della spiaggia c'è lo sbocco sul mare dello stagno Longu, che descriveremo più avanti, con la bocca artificiale che prende il nome di Sos Palones.

La spiaggia di San Giovanni di Posada è molto lunga, caratterizzata da sabbia chiara e fine, ed è delimitata da una pineta che la protegge dall’azione erosiva del vento.

La chiesa di Santu Jubanne ossia di San Giovanni

Posada-San Giovanni: chiesa di San GiovanniAll’estremo sud della spiaggia di San Giovanni, vicino al mare, si trova la chiesa di Santu Jubanne o di San Giovanni. Ha l’interno ad una sola navata, la copertura a capanna, e la facciata bianca con il portale di ingresso sul quale si trova un oculo a forma di mezzaluna, che è sovrastato da un grande campanile a vela. Dispone, inoltre, di un ingresso laterale sulla fiancata destra. Nella frazione San Giovanni, presso questa chiesa, il 24 giugno si svolge la Festa di Santu Jubanne, o di San Giovanni, per la quale i riti religiosi sono seguiti da una cena sarda, a base di prodotti tipici del territorio, che si svolge nella piazza di fronte alla chiesa.

La Torre di San Giovanni

Posada-San Giovanni: la Torre di San GiovanniPassata la chiesa di San Giovanni, si incontra un altro piccolo tratto di spiaggia, chiuso a sud da un promontorio, sul quale è stata edificata la Torre di San Giovanni di Posada. Questa torre è situata a due metri sul livello del mare, e si trova nella località omonima, un poco più a sud della piccola chiesa che ha lo stesso nome. Edificata in epoca spagnola, si ritiene che sia stata realizzata prima del 1591, dato che compare per la prima volta in una carta nautica di quell’anno. Costituita da pietrame in arenaria scistosa con elementi calcarei e granitici, possiede una volta a cupola con un foro centrale, ed ha una cisterna sotto la pavimentazione.

Il porto de la Caletta

Siniscola: la Caletta: il porticcioloLa frazione San Giovanni confina a sud con la Caletta del Siniscola, e tra le due frazioni, in un territorio che appartiene al comune del Siniscola, si trova il Porto de la Caletta che viene gestito congiuntamente dai comuni del Siniscola e di Posada, titolari dell’apposita concessione demaniale marittima. Nel porto, una volta solo per pescatori, è stato realizzato un attracco turistico per 100 imbarcazioni, con la pompa carburante dotata di solo gasolio e con un circolo nautico. Il porto, tra l’altro collegato con un servizio di catamarani al porto di Civitavecchia, si avvia a diventare il principale collegamento della Provincia di Nuoro con la penisola, operato dai traghetti veloci, allo scopo di alleggerire l’eccessivo traffico gravante sul porto di Olbia.

Lo stagno Longu detto anche Pauli Bamba

A nord dell’insediamento di San Giovanni di Posada e, più all’interno, di quello di Monte Longu, leggermente più ad est del Campo da Calcio di Posada, si sviluppa lo stagno Longu di Posada, detto anche Pauli Bamba, un’area umida della superfice di 35 ettari, di grande interesse naturalistico e paesaggistico. Lo stagno è inserito in una piana, costituita da depositi alluvionali e di pendio terrazzati, ed è collegato agli impaludamenti di Posada mediante una serie di canaletti dalla forma contorta. Verso sud lo stagno è circondato da una pineta artificiale, che al suo interno racchiude piccoli specchi di acqua stagnante. L’alimentazione dello stagno è prevalentemente legata alla porzione di bacino del rio Posada, posta a valle della Diga di Maccheronis, che si sviluppa su una superficie di quasi 88 chilometri quadrati. Lo stagno è in comunicazione col mare attraverso la bocca artificiale di Sos Palones, che si trova in corrispondenza dell’estremità meridionale dello stagno. Il ricambio delle acque salate è spesso rallentato dalle dimensioni ridotte e dalla irregolarità dei canali che fungono da raccordo tra il mare e lo stagno, ed influenza, quindi, solo in modo molto limitato la concentrazione salina delle acque.

Insieme alla vicina Peschiera di su Graneri, alla foce del rio Siniscola, ed alla Palude della Caletta di Santa Lucia, lo stagno longo di Posada è stato compreso, nel 1971, dal Gruppo Conservazione della Natura, tra i Biotopi di rilevante interesse vegetazionale, meritevoli di conservazione in Italia. Lo stagno viene considerato un’area significativa per la sosta e per la riproduzione di avifauna di interesse comunitario, ed è stato dichiarato Riserva Naturale della Sardegna. Lo stagno permette la pesca di muggini, anguille e spigole, ed è di proprietà di una cooperativa, che intende avviarvi attività di allevamento e produttive.

La spiaggia su Tiriartzu che a settentrione viene chiamata spiaggia di Sos Iscraios

A nord della spiaggia di Posada, troviamo la spiaggia di su Tiriartzu, la più importante spiaggia si Posada. Per raggiungerla prendiamo la via della Circonvallazione est di Posada in direzione nord est, superiamo il Cimitero e proseguiamo fino a trovare il cartello che indica le spiagge. Dopo un chilometro e mezzo, lasciamo la macchina in uno spiazzo ed attraversiamo il ponte in legno sopra lo stagno di Posada, che troviamo subito a ridosso del litorale.

La spiaggia di su Tiriartzu è una spiaggia di grandi dimensioni, che si estende per circa cinque chilometri, tra la bocca artificiale di Sos Palones e la spiaggia di Orvili, inserita in una natura solitaria e selvaggia. Ha un arenile caratterizzato da sabbia chiara fine, di color terra grigio chiaro, affacciato su un mare verde azzurro dai colori incredibili almeno quanto la scarsa presenza umana, con i fondali bassi.

Posada: verso la spiaggia di su Tiriartzu Posada-La spiaggia di su Tiriartzu

Nelle vicinanze della spiaggia di su Tiriartzu, affollata in alta stagione solamente nel suo tratto più meridionale, sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. Nel suo tratto più settentrionale, la spiaggia prende anche il nome di spiaggia di Sos Iscraios.

La spiaggia di Orvili

Usciti da Posada verso nord, subito accanto all’estuario del fiume Posada, incontriamo la spiaggia di Orvili, che si presenta come prosecuzione verso nord della spiaggia di su Tiriartz, .

La spiaggia di Orvili che si trova a pochi metri, la foce del fiume Posada, è immersa nella pineta omonima, lunga molti chilometri. L’arenile, di grandi dimensioni, è caratterizzato da una sabbia a grana media di colore grigio, e si affaccia su un mare verde azzurro, relativamente poco profondo, ma con un fondale sabbioso abbastanza impegnativo.

Posada-La foce del fiume Posada Posada-La spiaggia di Orvili Posada-La spiaggia di Orvili Posada-La spiaggia di Orvili

L’area stagnale alla foce del rio Posada

Qui si sviluppa un’Area stagnale caratterizzata dalla presenza di depositi dunari, e dei canali residuali delle antiche foci del rio Posada e del rio Santa Caterina. Si tratta di un sistema stagnale legato alla divagazione dei due fiumi nella depressione di retrospiaggia, e dal cordone di spiaggia, rivolto ad est e leggermente arcuato, che si sviluppa tra i promontori della torre San Giovanni e del monte Orvili. In essa si trova una vegetazione di greto fluviale, stagnale. L’area stagnale alla foce del rio Posada viene considerata un’area significativa per la sosta e per la riproduzione di avifauna di interesse comunitario.

La chiesa campestre di Santu Miali ossia di San Michele Arcangelo

Dal centro di Posada, prendiamo verso ovest la via Giuseppe Garibaldi e poi la via Nazionale, poi, dopo duecento metri, a destra, verso nord, la via Vittorio Veneto, che diventa la SS125 Orientale Sarda, alla quale arriviamo seguendo le indicazioni per Olbia. La seguiamo per circa due chilometri e mezzo, poi prendimo una deviazione seuula destra che, in circa cento metri, ci porta al parco della chiesa di San Michele, all’interno del quale si trova la chiesa campestre di Santu Miali ossia di San Michele Arcangelo. È una piccola chiesa intitolata al Santo protettore dei pastori, presso la quale, sono presenti i magazzini e le cucine che vengono utilizzati il giorno della Festa del Santo.

Posada: chiesa campestre di Santu Miali ossia di San Michele Arcangelo Posada: chiesa campestre di Santu Miali ossia di San Michele Arcangelo: interno

La Festa di Santu Miali ossia di San Michele ArcangeloPresso questa chiesa e nel parco, in occasione della Festa di San Michele, che cade nell’ultima domenica di settembre, si svolge una grande Sagra campestre che raccoglie migliaia di fedeli nella chiesa campestre a lui dedicata. La organizza un comitato, che si occupa di preparare da mangiare cibi tipici del posto, quali pecora in cappotto e vitella in umido, che vengono offerti gratuitamente a tutti coloro che vogliono partecipare a partire dal sabato sera fino alla domenica sera.

La frazione Sas Murtas

Proseguiamo lungo la SS125 Orientale Sarda verso nord, dopo un chilometro prendiamo a sinistra la SP24bis seguendo le indicazioni per Brunella e Sas Murtas, che in quasi tre chilometri e mezzo ci porta alla frazione Sas Murtas (altezza metri 39, distanza 7.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 148). Si tratta della frazione Posada più distante dal capoluogo Comunale.

Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio

Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio attraverso la Sardegna. Passata Posada arriviamo a Budoni da dove, risalendo a San Teodoro ed alla costiera di Loiri: il porto San Paolo, terminiamo il Viaggio, con il ritorno a Olbia da dove eravamo partiti.

Riprendiamo la visita della Sardegna

Possiamo riprendere la visita dell’isola recandoci nella Provincia di Sassari e poi nella Provincia di Oristano. Dopo aver visitato la Parte occidentale della Provincia del Sud Sardegna, ci recheremo a visitare la città Metropolitana di Cagliari, e quindi la Parte orientale della Provincia del Sud Sardegna. Per finire visiteremo la Provincia di Nuoro, dove terminerà il nostro viaggio.

Prima della descrizione del nostro viaggio attraverso tutta la Sardegna, possiamo rivedere tutte le principali informazioni che permettono di Conoscere la Sardegna e il suo territorio, e di scoprire La sua storia dal periodo preistorico fino ai nostri giorni.


Pagina precedenteIndice precedenteSostieniciPagina successiva

Tutte le foto e riprese sono state effettuate a scopo amatoriale per uso personale senza fini di lucro. Alle nostre foto se ne aggiungono altre inviateci da amici ed alcune tratte da Internet. Alcune informazioni sulle descrizioni dei comuni sono tratte da italiapedia.it, informazioni sui siti archeologici da tharros.info e molte foto da donnanuragica.com, descrizoni e foto di Chiese da Chiesedisardegna.weebly.com, foto di impianti sportivi da sardegnasport.it, altre da siti differenti. È consentito scaricare testi, foto e riprese dell’autore per uso privato senza eliminare i riferimenti. Libri e filmati sono riprodotti per farli conoscere ma non è consentita la riproduzione delle foto di terzi, dei libri, dei filmati e di altro materiale non realizzato dall’autore. È vietato qualsiasi utilizzo commerciale del materiale in assenza di apposita autorizzazione.

  

© Claudio de Tisi 2002-2023 - Codice Fiscale DTSCLD44M23F132W