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Sennori che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con la tomba di giganti di Oridda

In questa tappa del nostro viaggio, da Sorso ci recheremo a Sennori, l’altro comune che appartiene alla regione storica della Romangia, dove visiteremo il paese con i suoi dintorni.

La regione della Romangia

La regione storica della RomangiaLa regione storica della Romangia si sviluppa dalla Marina di Sorso, quindi dal golfo dell’Asinara, fino ad arrivare ai 350 metri sul mare, su cui è posta Sennori. Si tratta, quindi, del breve territorio a ridosso dei due centri principali, ed in più una piccola parte si sviluppa nel comune di Sassari. della Romangia fanno parte solo i comuni di Sorso e di Sennori, ed alcune frazioni del comune di Sassari. Il nome di questa regione storica, ossia Romangia, è di origine romana, era infatti consuetudine dei Romani definire i territori conquistati Romanìa, da cui deriva appunto il termine Romangia, mentre quelli nei quali non riuscivano ad entrare venivano definiti Barbarìa, da cui deriva il termine Barbagia. La Romangia era un’antica curatoria del Giudicato di Torres, il cui territorio era composto, oltre che dai paesi che attualmente ne fanno parte, anche da altri villaggi oggi non più esistenti.

Il viaggio verso Sennori

Il comune chiamato Sennori si trova a sud est della città di Sorso, a brevissima distanza da essa. Per raggiungerla, usciamo da Sorso sulla SS200 verso sud est e, dopo meno di un paio di chilometri, arriviamo all’abitato di Sennori. Continuando oltre Sennori, la SS200 ci porterebbe in meno di dieci chilometri a Sassari. Dal Municipio di Sorso al Municipio di Sennori abbiamo percorso appena 2 chilometri.

Potevamo arrivarci anche prendendo, a Sorso, la via Sant’Andrea, che prosegue sulla via Sardegna, e che ci porta anch’essa a Sennori. In questo caso, dal Municipio di Sorso al Municipio di Sennori si percorrono 2.3 chilometri.

Il comune chiamato Sennori

Sennori-veduta panoramicaSennori-Stemma del comuneIl comune di Sennori (pronuncia S’nnori, nome in lingua sarda Sennaru, altezza metri 277 sul livello del mare, abitanti 6.910 al 31 dicembre 2021) è un centro collinare, di origine preistorica, che ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche e su una discreta produzione industriale. Si trova quasi attaccato a Sorso, ed è un altro importante centro agricolo della regione storica della Romangia, situata nella parte centro occidentale della Provincia di Sassari, nell’entroterra del Golfo dell’Asinara, a ovest dell’altopiano di Anglona. È servita dalla SS200 dell’Anglona, il cui tracciato ne attraversa il territorio, e, la Stazione ferroviaria di riferimento, capolinea della linea che collega Sassari con Sorso, si trova a soli due chilometri di distanza. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 20 a un massimo di 429 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome presenta un’etimologia ancora del tutto oscura, ma, secondo alcuni studiosi, sarebbe da rintracciare nello strato linguistico preromano. Secondo il linguista Massimo Pittau nome potrebbe essere da confrontare col nome di pianta toscano s’nnero, s’naro, o s’nero, che indica il sedano, soprattutto quello selvatico; o potrebbe anche col pregreco s linon, che indica anch’esso il sedano. pertanto molto probabile che Sennori sia un toponimo sardiano o protosardo, che risale a un più antico vocabolo che significhi sedano, o sedano selvatico, con riferimento alla pianta che in origine caratterizzava in maniera particolare il sito in cui sorto il villaggio.

La sua economia

La sua economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche esu una discreta produzione industriale. Il settore primario, che conserva tuttora un ruolo di una certa importanza, presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, fa registrare un cospicuo numero di alcune realt produttive che operano nei comparti lattiero caseario, alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, metallurgico, elettronico, della gioielleria e oreficeria ed edile. Sennori-Artigianato: donne che preparano cestini da foglie di palma nanaIl terziario si compone di una piccola rete commerciale. Sennori è famoso anche per la tradizione artigiana che si esprime nell’arte dell’intreccio, con produzione di cestini da foglie di palma nana. L’abitato è circondato da campagne fertili, ricche di oliveti, frutteti e vigne, che costituiscono la fonte primaria della sua economia, e dalle quali si ottengono ottime produzioni di vino e di olio d’oliva. Sennori fa parte della Associazione nazionale Città del Vino dal 1987, anno in cui è stata fondata la stessa, ed è stato il primo comune della Sardegna a ricevere questo riconoscimento, e fa anche parte della Associazione nazionale città dell’Olio. Sebbene non rappresenti la meta di rilevante afflusso turistico, offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di effettuare delle piacevoli escursioni nell’ambiente naturale circostante, e numerosi visitatori accorrono anche per acquistare i prodotti dell’artigianato locale, che trova la sua massima espressione nella produzione di canestri e cestini di rafia intrecciata. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale Città del Vino

Questo paese fa parte dell’Associazione delle Città del VinoQuesto paese fa parte della Associazione nazionale Città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le Città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Ardauli, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bono, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Galtellì, Jerzu, Loceri, Lotzorai, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Oliena, Riola Sardo, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania, Terralba, Tissi, Uri, Urzulei, Usini.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale Città dell’Olio

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città dell’OlioQuesto paese fa parte della Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Sennori, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia.

Brevi cenni storici

Il territorio di Sennori è stato frequentato fino dal periodo preistorico, come attestano, alcuni nuraghi e una tomba di giganti. Mancano attestazioni della fase punica, mentre di sicuro interesse è il dato del periodo della dominazione romana, della quale restano tracce sia nelle zone frequentate dal periodo preistorico, che in zone autonome. Ai confini col territorio di Sorso, interessanti sono le recenti significative ricerche archeologiche legate al centro scomparso di Geridu, situato in territorio di Sorso, ai confini tra i due comuni, che abbiamo già descritto quando abbiamo descritto Sorso. Nel periodo medievale appartiene al Giudicato del Logudoro, nella Curatoria di Romangia e montes, entro la quale sono documentati Sennori, assieme a Sorso, Osilo e Sassari. A metà del tredicesimo secolo, con la decadenza della curatoria, viene coinvolta nelle guerre tra i Doria, i giudici d’Arborea e gli Aragonesi, tutti desiderosi di entrare in possesso dei suoi territori. Successivamente, con il dominio degli Spagnoli, entra a fare parte della Baronia denominata Encontrada de Romangia, sotto la giurisdizione della famiglia De Senay Pilo Y Castelvì. Romangia-Stemma della famiglia Gambella nella casa di Rosa Gambella a SorsoNel 1417 il visconte di Varbona la cede agli Aragonesi e, circa vent’anni più tardi, nel 1436, Sorso e la Romangia vengono dati in feudo al sassarese Gonario Gambella, e da quel momento le sorti di Sorso e Sennori vengono a coincidere. Nel 1646 il feudo passa agli Amat, illustre famiglia catalana diramatasi in Sardegna nel sedicesimo secolo, grazie al matrimonio fra Giovanni Battista Amat e Maddalena Gambella Deliperi, baronessa di Sorso, avendone come figlio Pietro, primo barone di Sorso. La famiglia Amat la terrà fino alla fine del feudalesimo in Sardegna e, sotto la sua dominazione, va ricordata la rivolta del 1795, anno in cui i vassalli di Sorso e di Sennori, esasperati dalla politica fiscale del feudatario, dopo essersi rifiutati di versare i diritti feudali ed aver saccheggiato il palazzo baronale, cacciano il barone Vincenzo Amat. Immediata e spietata è la reazione del Governatore di Sassari, che guida di persona duemila cavalieri e una compagnia di dragoni. Sorso si arrende subito, nel timore di essere messa a ferro e a fuoco, mentre Sennori tenta di resistere, ma deve alla fine arrendersi e subire l’occupazione e il saccheggio. Da segnalare ancora l’adesione di Sennori al tentativo antifeudale di Giovanni Maria Angioy. Allorquando però, irrimediabilmente sconfitto, si dirigeva in fuga verso Sassari, scriveva da Santu Lussurgiu al sorsense Quirico Marongiu, capo dei rivoltosi locali, invitandolo a radunare tutta quella gente che potrà unitamente ai sennoresi ed altri, per un ultimo tentativo di riscossa. Al suo arrivo a Sassari, Sennoresi e Sorsensi erano ad attenderlo con le armi in pugno e ad acclamarlo. La sconfitta dell’Angioy e della sua causa decreta, però, la restaurazione della prepotenza feudale. L’anno 1839, con l’abolizione del feudalesimo, è testimone del suo riscatto e della concessione agli Amat. Nel 1859 Sennori viene inserita nella ricostituita Provincia di Sassari. Nel ventesimo secolo, sull’esempio trascinatore di quanto seppe fare Antonio Catta, un sennorese trapiantato a Sorso, anche Sennori viene scosso da fremiti socialisti, a tendenza repubblicana.

Principali personaggi nati a Sennori

A Sennori è nato a metà ottocento il socialista Antonio Catta, molto importante nella storia di Sorso e di Sennori, e nel secolo successivo il pittore Salvatore Fara.

Sennori-Ritratto del socialista Antonio CattaA Sennori l’8 febbraio 1857 nasce 'importante socialista Antonio Catta, che studia a Sassari dove si laurea in farmacia e poi in giurisprudenza. Da studente aderisce al partito repubblicano, e nel 1889 a Sorso, popoloso centro agricolo poco distante da Sassari, fonda nel solco della tradizione mazziniana la Societ Operaia denominata Popolo Sovrano, vera erede del pensiero angioyano. Gli scopi dell’associazione sono, oltre che sindacali e mutualistici, anche spiccatamente politici, tanto che in pochi anni i suoi dirigenti conquistano la maggioranza nel Consiglio comunale di Sorso. Gi due anni dopo la fondazione, su una popolazione di circa settemila abitanti, ben cinquecento vi hanno aderito. Ed allora, sotto la guida di Antonio Catta, l’azione del movimento operaio sorsense assume i caratteri della lotta di classe, di lotta fra piccoli proprietari terrieri e braccianti iscritti alla societ da un lato e la grande borghesia agraria dall’altro. Nel 1892 Antonio Catta costituisce un’organizzazione anche a Sennori, estendendo cos il tessuto organizzativo del nascente movimento contadino del Sassarese.

Sennori-Autoritratto del pittore Salvatore FaraA Sennori nel 1922 nasce Salvatore Fara che acquisisce le prime nozioni tecniche presso lo studio di Mario Paglietti, esponente della pittura tardo ottocentesca e realista. Iscrittosi all’Istituto d’Arte di Sassari, trova nel suo dirigente, Filippo Figari, un maestro che lo aggiorna portandolo nella pittura intesa nel senso moderno, con la visione classica e formale forte che era richiesta all’epoca. Nel 1942 ottiene il sesto posto al concorso Premio di Pittura Città di Firenze, e qui si trasferisce per affinare la propria preparazione, grazie ad una borsa di studio. Iscritto a un corso di nudo libero presso l’Accademia di Belle Arti, conosce vari esponenti dell’ambiente artistico, quali Pietro Annigoni e Primo Conti. Rientrato in Sardegna, dal 1944 insegna presso l’Istituto d’Arte di Alghero, finché nel 1959 termina il suo insegnamento ad Alghero. Dal 1961 al 1987 dirige l’Istituto d’Arte di Sassari, sua scuola di formazione e intitolata al suo maestro Filippo Figari, e qui muore nel 2016. Esprime una pittura attenta al reale, ispirata alla Sardegna ma senza la patina dell’etnografismo, con una visione moderna e una forte adesione ai precetti della pittura classica.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Sennori

A Sennori sono attivi, tra gli altri, il gruppo folkloristico Città di Sennori, nato nel 1997 grazie alla volont di alcuni giovani, amanti delle tradizioni popolari e della cultura locale; il Gruppo Folk Janas di Sennori, nato nel 2010 con una significativa esperienza nel campo delle tradizioni sennoresi; l’Associazione Folkloristica San Basilio, che ha interessi per il ballo tradizionale sardo, e per le sfilate per processioni. Nel corso delle loro esibizioni si può ammirare il costume tradizionale degli abitanti di Sennori, che è uno dei costumi più importanti e belli dell intera Sardegna, dato che vanta quattro varianti dell’abito femminile, ed anche l’abito maschile è molto ricco. Sennori è attivo anche il Coro Polifonico Città di Sennori, un coro misto costituito da trenta componenti, con un repertorio prevalente polifonico, fondato nel 2007.

Sennori-Esibizione del gruppo folkloristico 'Città di Sennori' Sennori-Sfilata del 'Gruppo Folk Janas' Sennori-Sfilata della 'Associazione Folkloristica San Basilio' Sennori-Il 'Coro Polifonico Città di Sennori'

Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Sennori vanno citati il Carnevale Sennoriese, che si conclude con una grande frittellata, piatto simbolo del Carnevale sardo, preparata secondo ricette antiche per vivere un momento di condivisione e convivialità che richiama la promozione della gastronomia locale; segue la Festa patronale di San Basilio Magno che si svolge con una novena che si conclude la terza domenica di giugno; il 24 giugno la Festa di San Giovanni Battista, presso l’omonima chiesa campestre; a inizio luglio si tiene, nell’Anfiteatro La cava, la manifestazione Cavart, festival delle arti e della cultura ambientale, un viaggio tra musica e degustazioni con risonanze e vibrazioni eco-creativa; nella seconda decade di luglio la Festa di San Biagio, organizzata dagli abitanti del quartiere di Montigeddu; a luglio si svolgono i Giochi estivi, chiamati anche Sennoriestate; il 10 agosto si tiene la manifestazione denominata Calici di Stelle, una manifestazione di degustazione di vini e prodotti tipici locali, che si svolge in diversi punti del paese; l’ultima domenica di agosto si celebra la Festa di Santa Lucia; il 28 agosto viene ricordato il Ricordo del martirio di San Giovanni Battista, con una fiaccolata serale dal paese alla chiesa a lui dedicata.

Sennori-Il Carnevale Sennoriese Sennori-La Festa patronale di San Basilio Magno Sennori-La Festa di San Giovanni Battista Sennori-La manifestazione Cavart Sennori-La Festa di San Biagio Sennori-La manifestazione denominata 'Calici di Stelle' Sennori-La Festa di Santa Lucia

I giochi estivi chiamati Sennori Estate

Sennori-La manifestazione chiamata 'Sennori Estate'Da giugno fino a settembre, a Sennori si svolgono i diversi eventi della manifestazione chiamata Sennori Estate, che comprendono i festeggiamenti e le celebrazioni religiose che abbiamo già descritte. Durante questa manifestazione a metà del mese di luglio si tengono anche i giochi senza quartiere, al culmine dei quali partecipano sedici squadre composte da un massimo di ventisei partecipanti, le quali per una interna settimana si danno lotta con gavettoni, tiri alla fune e altri giochi. Ed infine, l’ultimo giorno, si svolge la finalissima, che culmina con una sfilata di moda in cui ogni squadra presenta in passerella una coppia di giovani. Alla fine vengono decretati Miss e Mister Sennori Estate ed anche Miss e Mister Sorriso. La manifestazione si conclude con la proclamazione della squadra vincitrice e l’avvio di una serata di musica.

Visita del centro di Sennori

L’abitato, disposto ad anfiteatro, si estende su una collina di tufo calcareo, ed il suo andamento è di tipo collinare. Entriamo in Sennori provenendo da Sorso con la via Sennori che, uscendo dall’abitato di Sorso, prende il nome di SS200 dell’Anglona, e che, entrando all’interno dell’abitato di Sennori dopo poche centinaia di metri, prende il nome di via Roma ed è la via principale di Sennori.

La Funtana Gazzente

Sennori-La Funtana GazzentePrendiamo la via Roma, e, a settecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Sennori, di fronte al civico numero 93 alla destra della strada, vediamo che alla sinistra parte il vicolo D, che con le sue gradinate unisce la via Roma con la via Italia. Lungo questo vicolo si trovano i resti della Funtana Gazzente, il cui nome molto probabilmente le deriva dalla temperatura dell’acqua che era calda ossia Calente. Questa fontana é molto antica e tra l’altro é una delle più importanti del paese. Anticamente le persone si recavano alla fonte con dei recipienti in legno e portavano un cercine, ossia un panno ravvolto in forma di cerchio chiamato su cofridile, che serviva per tenere il recipiente in equilibrio. Alle ragazze che trovano alla fonte spesso i ragazzi chiedevano dell’acqua e questo assumeva il significato di corteggiamento. Se le ragazze offrivano da bere voleva dire che accettavano la corte. Purtroppo ora quest'ultima, malgrado fosse la più importante, é l’unica ad essere più funzionante.

La Funtana Noa

Proseguiamo lungo la via Roma per un’ottantina di metri e vediamo, alla destra della strada, la Funtana Noa, la Fontana Nuova. La fontana, che è stata costruita con mattoni di tufo e roccia, era antichissima ed un tempo si trovava nella piazza Vittorio Emanuele, che era la piazza principale del paese. Era formata da una grande parete di marmo bianco con quattro teste di leone vicino alla base, dalle cui bocche fuoriusciva l’acqua che gli abitanti andavano ad attingere. In seguito, agli inizi del Novecento, la fontana stata spostata nel punto dove si trova tuttora.

Sennori-La Funtana Fritta Sennori-Funtana Noa: cartello che ne ricorda la storia

Questa fonte veniva utilizzata per abbeverare gli animali che attraversavano il paese per arrivare a Sassari, ma ora, nei giorni nostri, é stata rimodernata con vasi di fiori e panchine. Oggi da questa fontana l’acqua sgorga abbastanza raramente, e per questo la fontana ha perduto parte della sua bellezza e della sua utilità.

La Funtana Fritta

Proseguiamo lungo la via Roma, e, a una cinquantina di metri dalla Funtana Noa, arriviamo nella piazza Europa, nella quale incrociamo una strada che, provenendo da sinistra, è via Vittorio Emanuele, ed a destra assume il nome di via Giuseppe Mazzini. La prendiamo in quest’ultima direzione, verso destra, ed è una via molto stretta, poi dopo un’ottantina di metri svoltiamo a destra nella via Fonte Fritta. Qui si trova quasi subito, sulla sinistra, una scalinata che porta all’accesso alla Funtana Fritta, una fontana molto antica il cui nome significa Fonte Fredda, perché l’acqua che da essa sgorga è fresca anche d’estate.

Sennori-La Funtana Fritta Sennori-Funtana Fritta: interno

Questa fonte veniva utilizzata sia per l’approvvigionamento dell’acqua potabile sia come lavatoio, perché dietro ad essa sono collocate varie vasche molto lunghe e rigate ai lati, dove le donne si recavano a lavavare i panni, e qualcuna continua ad andarci anche tuttora. La struttura architettonica della fonte richiama alla mente le fontane di Sorso. come la fontana della Billellera, e di Sassari. come la fontana del Rosello, che risalgono tutte al periodo spagnolo. L’acqua esce da tre sculture in pietra, ossia da tre mascheroni, e va a finire attraverso una grata in ferro all’interno di una vasca.

La chiesa della Beata Vergine del Rosario

Arrivati con la via Roma nella piazza Europa, prendiamo questa volta a sinistra la via Vittorio Emanuele, la seguiamo per duecentocinquanta metri, fino ad arrivare in piazza del Rosario, una piccola piazza con panchine ed aiuole dove, al civico numero 81 della via Vittorio Emanuele, si affaccia la Chiesa della Beata Vergine del Rosario, interamente ricostruita dopo che l’antica chiesa del Rosario era stata demolita, verso la metà degli anni sessanta del Novecento, perché pericolante. In base all’analisi delle caratteristiche della facciata e del portale, unici sopravvissuti dell’antica chiesa, è possibile ipotizzare che l’edificio fosse di chiaro influsso romanico e quindi edificato verso il dodicesimo secolo, riveduto poi nel seicento. La facciata della chiesa, un tempo tutta bianca, è ora giallina, e sulla facciata si trovano i due portoni marroni. Davanti alla facciata ci sono dei grandi vasi pieni di terra con piccoli alberelli, e per arrivare ai portoni della chiesa si deve salire una scalinata.

Sennori-La chiesa del Rosario Sennori-Chiesa del Rosario: facciata

all’interno della chiesa è conservata una statua della Madonna del Rosario, che costituisce un elemento centrale della devozione religiosa nella comunità di Sennori, e sono presenti anche dei piccoli quadri che rappresentano la via Crucis. Presso questa chiesa ogni sabato si celebra la messa.

Il Cimitero Comunale di Sennori

Dalla piazza del Rosario, proseguiamo per una settantina di metri lungo la via Vittorio Emanuele, che termina sboccando sulla via San Martino. La prendiamo verso sinistra, e, dopo una trentina di metri, la via San Martino svolta tutto a destra nella via Principe Umberto, che chiude verso nord l’abitato di Sennori. Presa la via Principe Umberto, dopo duecentocinquanta metri, la strada diventa via San Giovanni, ed, alla sua sinistra, parte una deviazione che costeggia la fiancata sinistra del Cimitero Comunale di Sennori.

Sennori-Cimitero di Sennori-ingresso secondario Sennori-Cimitero di Sennori-ingresso principale Sennori-Cimitero di Sennori-interno

al termine di questa deviazione si incontra l’ingresso secondario del Cimitero Comunale, mentre proseguendo con la via San Giovanni, dopo poco più di una decina di metri, alla sinistra della strada, si trova l’ingresso principale del Cimitero.

In località Barisone si trova il Campo Sportivo Comunale intestato a Basilio Canu

Lasciato il Cimitero, proseguiamo sulla via San Giovanni, che ci porterà fuori dal paese in direzione nord est in direzione della chiesa campestre di San Giovanni Battista, che descriveremo più avanti. Percorsi quattrocento metri lungo la via San Giovanni, arriviamo ai limiti dell’abitato in località Barisone, dove troviamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Campo Sportivo Comunale che è intestato a Basilio Canu, scomparso nel giugno 2004. Basilio Canu è stato presidente del Sennori Calcio, per molti anni si era impegnato nel settore calcistico locale e regionale partecipando intensamente alle attività della Figc come consigliere del settore dilettanti nel comitato regionale Sardegna. Con lui il Sennori arrivò quasi in serie C2 negli anni 80. 

Sennori-Campo Sportivo Comunale Basilio Canu: ingresso Sennori-Campo Sportivo Comunale Basilio Canu: il campo da calcio Sennori-Campo Sportivo Comunale Basilio Canu: il campo da calcetto ossia da calcio a cinque

all’interno del Campo Sportivo Comunale è presente un Campo da calcio, con fodo in erba articiale, dotato di due tribune ai lati in grado di ospitare 1.700 spettatori, e con una pista pedonale attorno alla struttura, con i colori bianco azzurri della squadra locale. Il campo ospita le partite interne della Unione Sportiva Sennori, la squadra di calcio gioca nella Seconda Categoria sarda, nel girone G. Ed accanto al Campo da Calcio, è presente un Campo da calcetto, ossia di calcio a cinque, anch’esso con fondo in erba artificiale, ed anch’esso dotato di tribune per gli spettatori.

In via San Basilio si trova la casa di Rosa Gambella

Dalla via Roma eravamo arrivati nella piazza Europa, dove parte a destra la via Giuseppe Mazzini ed a sinistra la via Vittorio Emanuele. Qui, invece di proseguire dritto lungo la prosecuzione della via Roma, prendiamo la quasi parallela verso sinistra, che è la via San Basilio. La seguiamo e, dopo una cinquantina di metri, alla sinistra della strada ad angolo con la via Vittorio Veneto, si affaccia la Casa di Rosa Gambella, chiamata anche Palatzu Etzu, che apparteneva alla nobildonna Rosa Gambella, l’ereditiera della contrada di Romangia e delle ville di Sorso e Sennori, giovane donna ricchissima, fiera e ambiziosa. Era l’erede del sassarese Gonario Gambella che, divenuto nel 1436 feudatario della contrada Romangia, aveva nominato il figlio Antonio suo erede universale, con la clausola che qualora fosse mancato un discendente maschio, il feudo e gli altri beni sarebbero dovuti andare ai figli maschi delle proprie figlie, Rosa, Maddalena e Marchesa. Con testamento del 10 marzo 1468, don Antonio Gambella, disponeva che alla figlia maggiore Rosa fosse attribuita in eredit la contrada della Romangia.

Sennori-Casa di Rosa Gambella: ingresso sulla via Vittorio Veneto Sennori-Casa di Rosa Gambella: ingresso sulla via San Basilio Sennori-Casa di Rosa Gambella: balcone interno

La casa di Rosa Gambella è stata la prima costruzione in muratura di una certa grandezza edificata a Sennori. Però la famiglia Gambella non ha abitato quasi mai in questo palazzo, preferendogli le abitazioni a Sorso o a Sassari che era la capitale dell’Encontrada.

Romangia-Ritratto di Rosa Gambella signora della contrada di RomangiaImportante nella storia di Sennori è Rosa Gambella, la giovane signora di Romangia che, nonostante il legame sentimentale con il cugino Lorenzo, di censo meno abbiente, sposa il valoroso capitano Angelo de Marongiu, uno degli uomini più in vista di Sassari, signore della contrada di Oppia, delle ville di Ardara e Mores e del Costavalle, grazie al quale  nel maggio 1478 verrà sconfitto Leonardo d’alagon, ultimo marchese di Oristano. Dal loro matrimonio nasce un figlio, Salvatorico. Il vero dramma inizia con l’arrivo a Sassari verso il 1479 del nuovo viceré spagnolo, don Ximene Perez Escrivà de Romani, personaggio all’apparenza raffinato e sensibile ma in realtà dissimulatore, avido e spietato. Fingendo una congiura ordita da nemici politici, Perez fa pugnalare a morte Angelo de Marongiu all’interno del Duomo di San Nicola a Sassari, per poi sedurne la vedova e sposarla con il fine di carpirne tutti i beni, arrivando addirittura a fare avvelenare il figlio Salvatorico. La nobildonna, che aveva preferito farsi sedurre dal potere rispetto all’amore, finisce per soccombere anche lei per mano di un sicario agli ordini del crudele viceré. Il popolo accusa del delitto lo stesso consorte, unico erede di tutti i beni della defunta. Seguono numerose denunce alla Corte di Madrid contro il vicer spagnolo da parte dei parenti dell’uccisa, ed egli viene richiamato in patria per le accuse rivoltegli.

La chiesa parrocchiale di San Basilio Magno

Sennori-La chiesa parrocchiale di San Basilio Magno dietro il bastione granitico di dubbio gustoPercorsa un’altra ottantina di metri, la via San Basilio ci porta nel largo Giorgio Asproni, in una parte alta del paese. Qui sulla destra si affaccia la Chiesa di San Basilio Magno, che è la parrocchiale di Sennori. Edificata nel Cinquecento o nel primo decennio del Seicento, sino al 1553 aveva una struttura in stile romanico, composta da un altare maggiore, quattro cappelle, con un patio laterale, ed aveva davanti un’ampia gradinata. La chiesa è stata completamente restaurata e ampliata tra il 1945 ed il 1958 su progetto dell’architetto Vico Mossa in stile gotico aragonese, ed è stata allungata di due campate. Oggi, con la sua facciata ed il suo campanile, si può vedere da ogni angolo del paese, ma è circondata da un bastione trachitico di dubbio gusto. Nella facciata si apre una bifora, sopra il portale gotico che è sormontato da un mosaico rappresentante San Basilio. A sinistra della facciata, è ubicato il campanile.

Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: veduta della facciata Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: particolare della facciata Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: particolare della facciata Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: portale di ingresso Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: il campanile

all’interno, la chiesa è a una sola navata, formata da quattro campate rettangolari, a crociera in stile goticheggiante, mentre le volte poggiano sui muri d’ambito e su costoloni semicircolari. All’interno ci sono dei bassorilievi che raffigurano alcune immagini di Santi, mentre nelle pareti si trovano dei quadri che rappresentano la Via Crucis. La chiesa conserva al proprio interno un interessante retablo cinquecentesco di scuola cagliaritana, che rappresenta L’incoronazione della Vergine.

Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: interno verso il presbiterio Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: l’altare maggiore Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: la statua di San Basilio sopra l’altare maggiore Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: il retablo cinquecentesco di scuola cagliaritana rappresentante l’incoronazione della Vergine Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: San Basilio in cartapesta che viene portato in processione Sennori-Chiesa parrocchiale di San Basilio Magno: interno verso il portale di ingresso

San BasilioSan Basilio figlio di un ricco retore e avvocato, nasce a Cesarea, di Cappadocia, nel 329 in una famiglia cristiana, e suo nonno muore martire nella persecuzione di Diocleziano. Sua nonna Macrina, la madre Emmelia, i fratelli Gregorio Vescovo di Nissa, e Pietro Vescovo di Sebaste, e la sorella primogenita, Macrina, sono pure venerati dalla chiesa cattolica come Santi. Basilio studia la Teologia con numerosi studiosi del suo tempo, e per questo Viaggia moltissimo, facendo visita a molti anacoreti dell’Egitto, della Siria, della Palestina e della Mesopotamia per comprendere meglio il loro stile di vita. Discepolo di Gregorio Taumaturgo del Ponto, diviene molto amico di Gregorio Nazianzeno, venerato come Santo e commemorato nello stesso giorno, il 2 gennaio. porta anche i titoli di Confessore e Dottore della chiesa. Muore nella sua città natale l’1 gennaio del 378. San Basilio è il primo Santo che dedica una preghiera agli animali, composta nel 370, nella quale si evidenziano tutte le tematiche relative ai diritti degli animali. Il maggior contributo San Basilio lo ha dato con due sue opere, ossia con La Grande regola e La Piccola regola, due trattati per l’orientamento della vita dei Monaci, che ancora oggi ispira la vita dei Monaci Basiliani. È, inoltre, autore di molte opere di carattere dogmatico, ascetico, discorsi ed omelie, scrive un trattato per i giovani sull’uso e il comportamento da tenersi nello studio dei classici pagani, e moltissime lettere sui più svariati argomenti.

La Festa di San Basilio Magno, che è la festa patronale di Sennori, si svolge con una novena che si conclude la terza domenica di giugno, e prevede che alle cerimonie religiose seguano molte manifestazioni civili, con gare e serate musicali.

Nel 2015 vicino alla chiesa, dove erano in corso i lavori di consolidamento della struttura, sono stati ritrovati resti di ossa umane, dato che probabilmente in quel luogo si trovava il vecchio Cimitero. Gli scavi sono stati concentrati nell area centrale del piazzale della chiesa, a pochi passi dal campanile. Nei quattro punti di scavo sono stati ritrovati i resti umani di tre persone costellati di frammenti di vasellame ceramico databile, presumibilmente, intorno al Cinquecento. Due dei tre scheletri rinvenuti, con tutta probabilit sono riferibili il primo a una persona adulta da stabilire se donna o uomo, e l’altro, pi piccolo, forse a un bambino.

Vicino alla chiesa è presente l’Orto del Beneficio parrocchiale

Sennori-L’Orto Beneficio parrocchialeSul lato destro della chiesa parrocchiale, passato qualche edificio, in quella che era l’area dell’orto parrocchiale sottostante la chiesa di San Basilio e l’adiacente casa del parroco, si trova l’Orto del Beneficio parrocchiale, il quale si sviluppa fino alla successiva via Brigata Sassari, che si può prendere alla sinistra della via Roma quasi un centinaio di metri più avanti rispetto a dove avevamo preso la via San Basilio. L’Orto del Beneficio parrocchiale è un ampio giardino situato proprio al centro del paese, all’interno del quale sono conservate numerose sepolture prenuragiche. Sebbene l’ipogeo non abbia restituito materiali archeologici, la morfologia planimetrica e la presenza di motivi scolpiti sulle pareti, confrontabili con altri presenti in contesti maggiormente noti, consentono di ascrivere la sua realizzazione nell ambito della Cultura di San Michele di Ozieri, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 ed il 2800 avanti Cristo. Il terreno è chiuso a chiave, sicché per accedervi occorre chiedere in Comune o ai residenti lì vicino.

I resti della necropoli dell’Orto del Beneficio parrocchiale

La Necropoli dell’Orto del Beneficio parrocchiale è un’area funeraria che comprende un ampio ipogeo composto da undici ambienti, formati dall unione di due domus de janas distinte. Il primo nucleo, indicato come la Tomba A, più antico, presenta lo schema a T, che doveva comprendere in origine anche un’anticella, ora non più leggibile, e comprende tre vani. Il secondo nucleo, indicato come la Tomba B, al quale si accedeva tramite un dromos ossia un corridoio, è di tipo complesso, con vari ambienti che si aprono sulla cella principale e alla quale si accedeva tramite un dromos ed un’anticella, ora distrutti. I due ipogei sono stati in seguito uniti tramite l escavazione di altri piccoli ambienti dalla forma irregolare.

Sennori-Veduta della necropoli dell’Orto Beneficio parrocchiale Sennori-Planimetria della necropoli dell’Orto Beneficio parrocchiale

La Tomba B ha una planimetria variamente articolata, a causa dei rimaneggiamenti che si sono succeduti nel tempo, e risulta danneggiata dall attività di cava. L’accesso attuale è permesso da quel che rimane di un ambiente dalla forma irregolare, che immette direttamente nella cella principale. Questa, dalla forma quadrangolare e soffitto piano, presenta un lieve rialzo centrale risparmiato nella roccia, che la divide in due spazi e consente l’accesso a tre celle secondarie. La prima cella secondaria è accessibile dal portello nella parete nord della cella principale. Presenta forma irregolare e risulta piuttosto allungata. Da questa è possibile accedere ai vani aggiunti che collegano i due ipogei. La cella secondaria a nord ovest, di forma rettangolare, presenta anch essa un setto divisorio, probabilmente dovuto a una scelta, a seguito di un ampliamento della cella, che si presenta asimmetrica. Dalla parete sud ovest due portelli permettono l’accesso ad altri due ambienti, di varia forma, tra i quali una cella pseudo rettangolare, a sua volta collegata all altro ambiente, che ha forma irregolare.

Sennori-Necropoli dell’Orto Beneficio parrocchiale: ingresso Sennori-Necropoli dell’Orto Beneficio parrocchiale: la cella principale Sennori-Necropoli dell’Orto Beneficio parrocchiale: le tre protomi in rilievo con ampie corna

Nella cella principale sono presenti tre protomi in rilievo con ampie corna, incluse nella decorazione dell intera parete, scompartita in due riquadri da lesene. Le protomi presentano corna semilunate, con un grande muso trapezoidale nelle prime due, affiancate, e un profilo arrotondato nella terza protome.

La chiesa della Santa Croce

Guardando la parrocchiale, prendiamo a sinistra la via Asproni, passata una cinquantina di metri, al suo termine, giriamo a destra in via Regina Margherita, che, in un’altra cinquantina di metri, arriva in via della Parrocchia, alla destra della quale si apre la piazza Santa Croce, in salita rispetto alla via sottostante. Qui si trova la piccola Chiesa della Santa Croce, che si trova nel centro storico del paese nelle immediate vicinanze della parrocchiale. Si tratta di una chiesa edificata probabilmente nel Quattrocento, più antica, quindi, di quella di San Basilio, che è stata costruita su una preesistente chiesa dedicata a San Nicola, ed infatti, alla sinistra della chiesa, si trova la via San Nicola. Ultimamente la chiesa è stata ristrutturata nel rispetto delle caratteristiche che la rendono particolare. All’esterno, la facciata ha un profilo a capanna, con una finestra al di sopra del portale, e culmina con un piccolo campanile a vela a luce singola, al centro degli spioventi. L’interno presenta un’aula mononavata con copertura a botte, e conserva un altare ligneo settecentesco, formato da un tavolo con delle colonne, nel campo centrale del quale è custodito un crocefisso seicentesco, anch’esso sottoposto ultimamente ad un accurato restauro. Presenta, inchiodato ad una Croce scura, un Cristo allungato e percorso, nella parte superiore, dai solchi della struttura ossea evidenziata dalla pelle tesa e trasparente. Ricade lungo i fianchi un ampio perizoma chiaro, mentre le braccia sottili sono articolate alle spalle da una struttura anatomica in singolare evidenza. Drammatico e singolare questo Cristo dal corpo in tensione in cui l’artista ha cercato, nella messa in luce dell’anatomia corporea, l’espressione della sofferenza. Lungo il lato sinistra della navata è presente il pulpito con una tribuna in legno, di forma poligonale, chiusa su tre lati da un parapetto ed aperta su una scala. La superficie esterna è scompartita in riquadri, delimitati da paraste scanalate, che incorniciano specchiature centrali in una delle quali compare una croce. Semplice nello schema strutturale, il pulpito è stato recentemente oggetto di restauro empirico, che ha praticamente cancellato l’antico partito decorativo e rende difficile la datazione.

Sennori-Chiesa della Santa Croce: facciata Sennori-Chiesa della Santa Croce: interno Sennori-Chiesa della Santa Croce: il crocifisso sopra l’altare

Nella piccola chiesa della Santa Croce, in passato veniva officiata ogni giorno la messa, mentre oggi si organizzano festeggiamenti soltanto in occasione della domenica delle Palme e della Madonna del Rosario, che, dopo le cerimonie religiose, sono ricche di intrattenimenti folkloristici.

La chiesa di Santa Lucia

alla destra della chiesa della Santa Croce, parte la via Santa Lucia che, in centoventi metri, ci porta nella piazza Santa Lucia, dove si trova la piccola Chiesa di Santa Lucia, che è situata nella parte alta e antica del paese nell’omonimo quartiere, in prossimit della parrocchiale e di Santa Croce. Alcuni la ritengono di origine settecentesca, edificata nel 1706, ma molti sono più propensi a ritenere che sia stata edificata nell’ultimo quarto del diciannovesimo secolo. La chiesa stata restaurata grazie alla devozione dei cittadini sennoresi. La chiesa è molto piccola, di aspetto semplice, vi si accede attraverso una doppia scalinata simmetrica. La facciata, arricchita da un piccolo rosone, ha profilo a capanna e culmina con un campaniletto a vela a luce singola. All’esterno, la facciata ha un profilo a capanna, con una finestra circolare sopra il portale, e con un piccolo campanile a vela al centro degli spioventi. L’interno presenta un’unica navata, con copertura lignea a doppio spiovente coperta da un soffitto di legno. Sul fondo il presbiterio, coperto con volta a botte, è delimitato da una balaustra in marmo. Sul fondo sono ancora presenti le decorazioni originali e centralmente si trova la nicchia che ospita l’antica statua della Santa, mentre un’altra statua è presente nella fiancata sinistra, di fronte al pulpito che si trova lungo la fiancata destra.

Sennori-La chiesa di Santa Lucia Sennori-La chiesa di Santa Lucia: interno Sennori-La chiesa di Santa Lucia: statua di Santa Lucia sopra l’altare Sennori-La chiesa di Santa Lucia: altra statua di Santa Lucia

La singolarità di questo edificio è che ha conservato tutti gli arredi e le decorazioni che la caratterizzavano, prima della riforma del rito liturgico portata dal Concilio Vaticano II. Santa Lucia è la patrona della vista, e di solito viene rappresentata con una palma in una mano, e nell’altra un piatto contenente un paio di occhi, e una luminosa aureola di stelle sulla testa. L’ultima domenica di agosto vi si celebra la Festa Santa Lucia, di rilevante interesse, che prevede, oltre ad intrattenimenti di vario genere, principalmente folkloristici, una forte partecipazione della popolazione all’aspetto religioso.

La Cantina Fara con due vini inseriti nella guida 5StarWines di Vinitaly

Guardando la facciata della chiesa di Santa Croce, prendiamo a sinistra la via Trieste, la seguiamo per duecentocinquanta metri, fino all’incrocio con la via Santa Vittoria. Qui prendiamo a destra la via Santa Vittoria e, dopo una sessantina di metri, arriviamo a un bivio dove prendiamo leggermente a sinistra la via le Conce. Percorsi circa duecento metri lungo la via le Conce, arriviamo nel punto dove parte a sinistra la via Salvatore Ruiu, e qui prendiamo la strada che si trova tra la via Salvatore Ruiu e la prosecuzione della via le Conce, la quale si dirige verso la via Raga. Prendiamo a sinistra la via Raga e, dopo una quarantina di metri, troviamo alla sinistra della strada la sede della Cantina Fara, oggi gestita da Giorgio Fara.

Il riconoscimento 5starwinesSennori-La Cantina FaraLa nascita della Azienda agricola Fara è da ricercarsi agli inizi del Novecento, quando Pietro Fara ha dato il via alla storia dell Azienda, egli che con passione ha dedicato tutta la sua vita al lavoro della terra e in modo particolare, alla produzione di uve per la vinificazione. La sua passione si è tramandata di padre in figlio e ancora oggi è più forte che mai, tant è che nel 2014 Giorgio Fara, della quarta generazione, ha iniziato una nuova avventura creando la Cantina Fara con l’imbottigliamento della prima annata di un Rosso e un Bianco Igt. Oggi Giorgio Fara e le sue sorelle portano avanti con dedizione e passione l’azienda di famiglia, e la dedizione alla terra ed ai suoi frutti scandisce la loro vita di tutti i giorni. La famiglia Fara fino ad oggi si è dedicata alla coltivazione di prodotti ortofrutticoli, ai suoi uliveti, ed ai suoi vigneti portando avanti così la tradizione enologica sennorese. Sennori-Vini della Cantina FaraL’azienda Fara conta circa venti ettari di terreno che si dislocano nei comuni di Sennori e Sorso. La superficie vitata è di circa sedici ettari. La Cantina si occupa soprattutto delll imbottigliamento di cinque vini, che sono lo Jolzi, un bianco Vermentino Doc; lo Ziu Pedru, un rosso Cannonau Doc; l’Oro Passito, un Moscato passito Doc di Sorso e Sennori; lo Zirone, un passito rosso ottenuto da uve autoctone rosse; ed il Bentosu, un blend di Vermentino con un tocco di Moscato. Il vino Moscato di Sorso Sennori Doc Passito Oro 2020, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Jolzi 2021, della Cantina Fara di Giorgio Fara di Sennori, sono stati inseriti nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly.

L’Anfiteatro la Cava nella ex cava di tufo di Sennori

Guardando la facciata della chiesa di Santa Croce, prendiamo a destra la via Prato che, dopo un centinaio di metri, sbocca sulla via Zara. Presa destra la via Zara, la seguiamo per un’altro centinaio di metri e vediamo, alla destra della strada, partire un percorso pedonale che, in poche decine di metri, ci porta all’ingresso principale che è l’ingresso settentrionale dell’Anfiteatro la Cava, realizzato nei resti di quella che era la cava di tufo di Sennori. I lavori per trasformare la cava dismessa, che sovrasta il municipio di Sennori, in un parco urbano sono iniziati nel 2015i, ntervento che ha previsto la realizzazione di opere studiate per mitigare il ruscellamento delle acque sul versante della cava dismessa, e allo stesso tempo la messa in sicurezza del sito con recinzione e reti paramassi, la pulizia e il rinverdimento dell’intera zona.

Sennori-L’Anfiteatro la Cava nella ex cava di tufo di Sennori Sennori-Anfiteatro la Cava nella ex cava di tufo di Sennori: un evento nell’anfiteatro

L’Anfiteatro nella cava di tufo è uno spazio fisico di ispirazione, di ricerca e di rappresentazione, che per la sua fisionomia si presta ad essere un palcoscenico naturale di grande potenza dove accogliere concerti, spettacoli, proiezioni, allestimenti e suggestive reinterpretazioni del luogo.

Il Municipio di Sennori

Sennori-Il Municipio di SennoriRitorniamo alla via Roma e, quasi un centinaio di metri più avanti rispetto a dove avevamo preso la via San Basilio, troviamo sulla sinistra la deviazione in via Brigata Sassari, alla cui sinistra si sviluppa l’Orto del Beneficio parrocchiale con la necropoli in esso presente, che abbiamo già descritto. Percorso un centinaio di metri lungo la via Brigata Sassari, si vede nella periferia sud dell’abitato, al civico numero 13 alla destra destra della strada, l’edificio che accoglie il Municipio di Sennori, con la sua sede ed i suoi uffici. Di notevole interesse sono, all’interno della Sala Consiliare, i quadri del maestro sennorese Salvatore Fara, che rappresentano momenti dell’economia locale ed anche una delle feste di maggior prestigio del paese, ossia la festa di San Giovanni. Sennori-Municipio di Sennori: la Sala Consiliare con un grande quadro di Salvatore FaraLa sua pittura è stata da sempre attenta al dato reale, certamente ispirata alla sua Isola ma priva di uno scontato approdo all’etnografia, spinto e attirato verso una visione moderna ma basata su solide basi classiche. La struttura organizzativa del Comune di Sennori è suddivisa in aree di competenze che gestiscono i servizi erogati alla comunità. Si tratta del Settore Vigilanza, del quale fa parte il Comando Polizia Locale; dell’Area Servizi Finanziari e Tributi, che comprende l’Ufficio Servizi Finanziari, e l’Ufficio Tributi; dell’Area Servizi Sociali, che comprende l’Ufficio Front Office Servizi Sociali, e l’Ufficio Servizi Sociali; dell’Area Segretario comunale; dell’Area Tecnica, che comprende Area Tecnica, l’Ufficio Ambiente e Igiene Urbana, l’Ufficio Edilizia Privata, l’Ufficio Lavori Pubblici, l’Ufficio Manutenzioni, e l’Ufficio SUAP; e dell’Area Affari Generali, Personale, CED, la quale comprende l’Ufficio Affari Generali e Segreteria, l’Ufficio CED, l’Ufficio protocollo, l’Ufficio Responsabile Trasparenza dei Dati, e l’Ufficio Servizi Demografici e Stato Civile.

Sennori-Municipio di Sennori: un quadro di Salvatore Fara Sennori-Municipio di Sennori: un quadro di Salvatore Fara Sennori-Municipio di Sennori: un quadro di Salvatore Fara Sennori-Municipio di Sennori: un quadro di Salvatore Fara Sennori-Municipio di Sennori: un quadro di Salvatore Fara

Di fronte al Municipio, alla sinistra della via Brigata Sassari, si trova un parcheggio multipiano coperto, dal quale parte un percorso pedonale che porta all’ingresso meridionale dell’Anfiteatro la Cava nella ex cava di tufo di Sennori.

La palestra della scuola primaria

Evitando la deviazone in via Brigata Sassari, proseguiamo lungo la via Roma oer un centinaio di metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Gabriele D'Annunzio, dopo un altro centinaio di metri svoltiamo a sinistra nella via Alghero lungo la quale, alla sinistra della strada, si trovano gli ingressi che portano alla Scuola Primaria di Sennori. Questo complesso scolastico ospita una Palestra coperta con all’interno un Campo sportivo polivalente, senza tribune per gli spettatori, all’interno della quale è possibile praticare come discipline Pallacanestro, Pallavolo, e Ginnastica.

Sennori-La scuola primaria di via Alghero Sennori-Scuola primaria di via Alghero: esterno della palestra Sennori-Scuola primaria di via Alghero: interno della palestra

A sud est dell’abitato nel nuovo quartiere residenziale Montigeddu

Evitando la deviazone in via Brigata Sassari, proseguiamo lungo la via Roma che ci porterà al di fuori del centro storico di Sennori, nel suo nuovo quartiere residenziale denominato Montigeddu, che si trova a sud ovest dell’abitato, del tutto separato da esso. Recentemente è iniziata la riqualificazione urbana di quest’ampia area situata alla periferia del paese, una zona di particolare interesse per il suo grande potenziale e per l’importanza strategica che riveste per tutta la cittadinanza, e si è trattato di un progetto di riqualificazione urbana finalizzata al recupero e alla trasformazione di un’area periferica in una nuova centralità, nella quale coesistono spazi per la collettività, e per poterla rendere un polo strutturato per lo sport e, allo stesso tempo, uno spazio pubblico fruibile dal paesenza, collocato in una posizione straordinaria dalla quale poter ammirare il Golfo dell’Asinara. Lungo la passeggiata tra il centro di Sennori ed il quartiere Montigeddu, in quest'opera di riqualificazione, sono state sistemate belle statue.

Sennori-Le statue lungo la passeggiata tra il centro di Sennori ed il quartiere Montigeddu Sennori-Una delle statue lungo la passeggiata tra il centro di Sennori ed il quartiere Montigeddu

Nel quartiere Montigeddu si trova il Parco delle Rimembranze con il Monumento ai Caduti

Sennori-Il Parco delle RimembranzeAppena entrati nel nuovo quartiere, a quattrocentocinquanta metri dalla deviazione in via Brigata Sassari, alla destra della via Roma si sviluppa il Parco delle Rimembranze, che è delimitato da recinzione e si affaccia su un belvedere. Nel suo volume Parchi e viali della rimembranza del 1923 ne parla Dario Lupi, che riporta che a Sennori era stato costituito un Comitato per la realizzazione di un parco o viale della rimembranza. Il parco è diviso in due zone, la parte a nord ovest, sistemata probabilmente dopo il 1978, è organizzata in aiuole e vialetti regolari con cipressi piantumati in filari, mentre la parte a sud est ospita il Monumento ai Caduti di Sennori, posizionato all’interno di un’aiuola. Si tratta di un monumento commemorativo a stele. All’interno del Parco delle rimembranze, entro un’aiuola quadrata, è collocato un blocco in granito gallurese, che si trova in una terrazza che gode di una straordinaria vista sul mare. Appena sbozzato sui margini, che reca sulle due fronti principali i nominativi dei caduti della prima e della seconda guerra mondiale. Il monumento risale agli anni settanta. Il comune di Sennori non conserva lapidi d’epoca, né si è rintracciata alcuna menzione storica di opere celebrative della Grande Guerra precedenti al monumento attuale.

Sennori-Il Monumento ai Caduti nel Parco delle Rimembranze Sennori-Il Monumento ai Caduti nel Parco delle Rimembranze

Le nuove strutture sportive del quartiere Montigeddu

Passato il Parco delle Rimembranze, seguiamo la via Roma per altri duecento metri, e, prima che la via Roma esca dall’abitato con il nome di SS200 dell’Anglona, prendiamo sulla sinistra la via Salvatore Cottoni che ci porterò ai Nuovi impianti sportivi di Montigeddu. Seguita la via Salvatore Cottoni per duecentottanta metri, prendiamo a destra la via Catta che dopo un’ottantina di metri sbocca sulla via Giuseppe Massarenti. Qui, al termine della via Catta, alla destra della via Giuseppe Massarenti si trova il cancello di ingresso degli impianti sportivi. All’interno di questo complesso sportivo è presente un Campo da Tennis, senza tribune per gli spettatori, ed anche una Palestra coperta nella quale si trova un Campo sportivo polivalente, con tribune in gradi ospitare un centinio di spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline Calcetto ossia calcio a cinque, Tennis, Pallacanestro, e Pallavolo.

Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: ingresso Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: il campo da tennid Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: esterno della palestra Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: interno della palestra

Da dove dalla via Roma avevamo preso la via Salvatore Cottoni, seguita questa strada per trecentocinquanta metri prendiamo a destra la via Maria Antonietta Sisini, la seguiamo per quasi un centinaio di metri e vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso del Campo da Calcetto, ossia di calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori.

Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: ingresso del campo da calcetto ossia calcio a cinque Sennori-Impianti Sportivi Montigeddu: il campo da calcetto ossia calcio a cinque

Nel quartiere Montigeddu da qualche tempo si svolge la festa in onore di San Biagio

Sennori-I pochi ruderi della chiesa di San BiagioNella seconda decade di luglio, a Sennori si svolge la festa di più recente istituzione, che è quella In onore di San Biagio, organizzata dagli abitanti del quartiere di Montigeddu, che si trova nella periferia sud occidentale del paese. Gli abitanti si stanno adoperando, appunto, per far rinascere la Chiesa di San Biagio, ormai dimenticata e completamente distrutta dal tempo e dall’opera dei trattori nella loro lavorazione nei campi. Sennori-Processione durante la festa di San BiagioI ruderi della chiesa si trovano, proseguendo oltre la deviazione in via Salvatore Cottoni, lungo la SS200 verso sud per un chilometro, e poi prendendo a destra la strada che porta ad alcune abitazioni, ad occidente delle quali si trovano appunti i pochi resti della chiesa. In occasione di questa festa, il simulacro del Santo viene portato in processione dai credenti che sfilano col costume tradizionale, dai cavalieri di Romangia e dalla banda musicale, per le vie del paese. I festeggiamenti durano tre giorni, con spettacoli vari. La festa col tempo è divenuta una delle sagre più conosciute e attese del territorio della Romangia, e ad essa partecipa gran parte della la popolazione di Sennori, parte della quale indossa il costume tradizionale.

Visita dei dintorni di Sennori

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sennori, sono stati portati alla luce i resti delle tombe di giganti di Oridda, S'Adde Pedru Mannu, e Sutis; dei nuraghi complessi Chercos, e Su Nuraghe; dei nuraghi semplici Badde Margherita, San Biagio, San Pietro di Oltzari, e Su Nuraghe II; ed anche del nuraghe scomparso Salamagna del quale non rimane più alcuna traccia.

Il nuovo Stadio Comunale Pedru Marzeddu

Dal quartiere residenziale denominata Montigeddu, prendiamo la via Salvatore Cottoni, la seguiamo anche quando esce dall’abitato per quasi un chilometro, ed arrivimo a un incrocio, con la via Martir Luther King. All’incrocio tra le due strade, di può vedere il nuovo Stadio Comunale Pedru Marzeddu, noto anche come Stadio Comunale di Olbia, che si trova nella località Su Monte de Pedru Marzeddu. Lo stadio è stato inaugurato nel 2024, quando dopo ventitre anni di attesa sono stati conclusi i lavori effettuati allo stadio, che hanno ripreso le opere interrotte nel 2013 in seguito a del fallimento della ditta esecutrice.

Sennori-Veduta dall’esterno dello Stadio Comunale Pedru Marzeddu Sennori-Il nuovo Stadio Comunale Pedru Marzeddu

Nel nuovo stadio è presente un Campo da calcio, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di offrire quasi un migliaio di posti a sedere alle quali si affiancano i posti sulle gradinate; ed intorno al campo da gioco si trova la Pista di atletica. Questo nuovo stadio costituisce il fiore all’occhiello degli impianti sportivi della Romangia, polivalente e all’avanguardia, affacciato sul golfo dell’Asinara, un biglietto da visita per accogliere atleti di ogni parte dell’Isola.

La Funtana Sa Conza

Dal centro di Sennori arriviamo al Cimitero Comunale, e di fronte all’entrata del quale prendiamo verso sud est la via Santa Vittoria. La seguiamo per circa cinquecento metri ed arriviamo a un bivio dove la via Santa Vittoria prosegue verso destra, mentre prendiamo a sinistra la via le Conce. La via le Conce dopo trecento metri esce dall’abitato in direzione nord est, la seguiamo per altri trecento metri ed arriviamo a un bivio, dove prendendo a sinistra dopo una ventina di metri si vedono, alla destra della strada, i resti della Funtana Sa Conza, ossia la fontana delle Conce che è così chiamata perché anticamente, nelle sue vicinanze, conciavano le pelli.

Sennori-La Funtana Sa Conza Sennori-La Funtana Sa Conza Sennori-La Funtana Sa Conza

L’antica fonte si trova in un riparo sotto roccia alla periferia del paese, ed è dotata di due vasconi enormi. Al di sopra delle vasche si notano massi rocciosi da cui scendeva l’acqua, ma poiché questa andava a finire nella strada e dava fastidio, è stata in seguito incanalata. Le donne molto tempo fa andavano lì a prendere l’acqua che veniva usata per lavare, per bere, cucinare e per tutti gli usi domestici. Le donne la trasportavano dalla fonte a casa, a piedi, con i catini sulla testa. Gli uomini le aspettavano sulla strada e chiedevano loro un pò d’acqua, e se la donna accettava significava che l’uomo le interessava e gli dava l’acqua con un mestolo di sughero, se invece non era interessata a lui non li offriva niente. Ancora oggi molte persone vanno a prendere l’acqua da bere con i bidoni e alcune donne lavavano i panni nelle vasche.

La chiesa di San Giovanni Battista

Dal centro di Sennori arriviamo al Cimitero Comunale, e da qui usciamo verso nord est e proseguiamo per la via San Giovanni, che è diventata la SP72 e si dirige verso Osilo. A circa ottocentocinquanta metri dal Campo Sportivo, troviamo sulla destra della strada la Chiesa campestre di San Giovanni Battista che si trova nella campagna vicino a Sennori. Si tratta di una chiesa citata per la prima volta in documenti della prima metà del Seicento, ed è l’unica chiesa campestre attualmente esistente, in quanto di tutte le altre, non rimangono che i ruderi. All’esterno la chiesa, di linee molto semplici, è caratterizzata da un singolare avancorpo ad arcate che funge da antiporta per l’ingresso principale. La chiesa è interamente dipinta in bianco, ma ha perso parte del suo aspetto rustico in seguito al suo recente restauro.

Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista

L’interno della chiesa si presenta con un’unica navata. San Giovanni Battista, pur non essendo il patrono del paese, è molto venerato dalla popolazione, tanto che all’intemo della piccola chiesa campestre si trovano numerosi quadri e foto di coloro che si sono affidati alla grazia del Santo. All’interno della chiesa sono custodite due statue del Santo, una delle quali è posizionata sopra l’altare, mentre l’altra presenta lungo la fiancata destra della navata è quella che viene portata in processione la prima domenica successiva al 24 giugno, in occasione dei festeggiamenti.

Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista: interno verso il presbiterio Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista: il prebiterio Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista: la statua di San Giovanni Battista sopra l’altare Sennori-La chiesa campestre di San Giovanni Battista: la statua di San Giovanni Battista che viene portata in processione

Sennori-La Festa di San Giovanni BattistaPresso questa chiesa campestre, nel corso della settimana a cavallo del 24 giugno, a ricordo della data della sua nascita, si svolge la più importante festa del paese che è la Festa di San Giovanni Battista, conosciuta in tutta la Sardegna per la sua grande cavalcata e per le sue caratteristiche processioni. L’ultima domenica di giugno e il giorno successivo, si svolgono le processioni con differenti gruppi in costume dei diversi paesi della Sardegna, alla quale fanno seguito numerose manifestazioni civili. Questa è la principale festa in suo onore, ma in seguito il Ricordo del martirio di San Giovanni Battista viene ricordato il 28 agosto, con una fiaccolata serale dal paese alla chiesa a lui dedicata, e con i riti religiosi il giorno successivo.

Le Tenute Dettori

Dalla chiesa campestre di San Giovanni Battista proseguiamo, sempre in direzione nord est lungo la SP72 per due chilometri e trecento metri, poi arriviamo a uno svincolo, dove prendiamo a sinistra in direzione di Nulvi. Percorsi quattrocentocinquanta metri sulla Strada Vicinale del monte Timani, arriva da sinistra la SP72, sulla quale ci immettiamo in direzione est sempre seguendo le indicazioni verso Nulvi. La seguiamo per quattro chilometri e trecento metri, ed, arrivati in località Badde Nigolosu, un Anfiteatro naturale sulle colline più alte nel comune di Sennori, troviamo alla sinistra della strada il complesso edilizio bianco e giallo delle Tenute Dettori, che produciono vini di qualità ed ospitano anche un Agriturismo.

Sennori-La Cantina DettoriL’Azienda Tenute Dettori è stata costituira nel 1996 da piccoli artigiani del vino che nella loro terra, Badde Nigolosu, nell’agro del comune di Sennori, coltivano la vite in 33 ettari di terra. Coltivano anche il grano, ortaggi, frutteti ed oliveti per l utilizzo personale. Tutte le lavorazioni, in vigna come in Cantina, sono svolte in famiglia, e soprattutto manualmente. La loro agricoltura può essere definita tradizionale, quella cioè che veniva fatta prima dell avvento della chimica artificiale, e prima della meccanizzazione. E tutte le lavorazioni si muovono attorno agli equilibri della natura. È possibile visitare le Tenute per degustare i suoi vini, e, per chi lo desidera, la degustazione può accompagnare il pranzo o la cena.

I resti della importante tomba di giganti di Oridda

Il territorio comunale di Sennori, posto all interno della regione della Romangia, custodisce interessanti risorse culturali e naturalistiche. Tra le emergenze archeologiche si distingue la importante Tomba di giganti di Oridda, per pregio, unicit e contesto ambientale. Una volta raggiunto l’ingresso delle Tenute Dettori, che è punto di riferimento e che è ben segnalato, basta continuare ancora pochissimo, ed, arrivati a circa otto chilometri dalla chiesa campestre di San Giovanni Battista, troviamo, alla sinistra della strada, una deviazione che ci porta alla tomba di giganti. Si tratta del monumento archeologico più importante del territorio di Sennori, che è stato scoperto alcuni decenni or sono, quando, nel corso dei lavori per l’impianto di una vigna, è venuta alla luce questa originale tomba di giganti, che prende il nome di Oridda, dalla regione nella quale si trova. All’interno sono state rinvenute anche ceramiche del periodo del Bronzo Medio ed esemplari di punteruoli con manico in osso.

Sennori-Tomba di giganti di Oridda: planimetria Sennori-Tomba di giganti di Oridda: come doveva essere la veduta frontale Sennori-Tomba di giganti di Oridda: ceramiche rinvenute

La tomba di giganti di Oridda costituisce un monumento unico nel suo genere, per tutta una serie di caratteristiche tipologiche, che hanno permesso di definirla come una tomba di tipo dolmenico ortostatico a camera ipogeica. Si ipotizza che la struttura sia stata realizzata in due fasi cronologiche, prima una domus de janas poi riutilizzata. La tomba , infatti, scavata nella roccia, ma presenta una facciata monumentalizzata con esedra a ortostati. La costruzione è unica, in quanto incarna anche degli elementi tipici dell’ambito ipogeico. La stele quadrangolare rifinita da una cornice in rilievo nella quale si apre il portello. La facciata è costituita da una stele quadrangolare, nella quale si apre il portello, ed è preceduta da un lungo corridoio o dromos di circa sei metri e mezzo, fiancheggiato da muri a secco rastremati verso l’alto. Davanti è presente una esedra ad ortostati, lo spazio in cui i parenti dei defunti sostavano per i riti e le preghiere. Il portello d’ingresso è più grande del solito, ma gli elementi più originali del monumento sono all’interno. La tomba non ha infatti una struttura a cielo aperto, ma è ricavata all’interno di un vano scavato nella roccia, poi foderato con muri a secco.

Sennori-La tomba di giganti di Oridda Sennori-La tomba di giganti di Oridda Sennori-La tomba di giganti di Oridda Sennori-La tomba di giganti di Oridda Sennori-La tomba di giganti di Oridda

Negli anni sessanta, quando venne scoperta, la tomba conteneva gli scheletri di ventisette individui, di cui venti tra uomini e donne, sei bambini e un feto. Nella tomba di Oridda, provvista di bancone leggermente rialzato al fondo, i resti scheletrici erano diffusi lungo tutto il corridoio mentre l’area del bancone, violata da clandestini, era di fatto priva di un significativo deposito archeologico. Fu accertato che quei resti ritrovati risalivano a un periodo tra il 1250 e il 1350 avanti Cristo. In seguito il monumento è stato indagato da Editta Castaldi nel 1986.

La prossima tappa del nostro viaggio

Con la visita a Sennori abbiamo concluso il nostro viaggio nella regione storica della Romangia. Nella prossima tappa del nostro viaggio, entreremo nella Nurra con la visita di Porto Torres che è stata la capitale del Giudicato di logudoro, con le sue spiagge ed i resti archeologici presenti in città e nei suoi dintorni.


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