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La preistoria con diversi reperti del Paleolitico compresi quelli che erano stati un tempo attribuiti all'uomo di NurIn questa pagina inizieremo a descrivere la preistoria in Sardegna, partendo dal Paleolitico, con i diversi reperti che sono stati rinvenuti, relativi alla presenza ed all'evoluzione dell'uomo sull'isola. La preistoria in SardegnaViene indicata con il nome di Preistoria, quella fase della storia dell'uomo, nella quale non è ancora stata inventata la scrittura. I reperti archeologici rinvenuti sono, quindi, l'unica fonte di informazioni, che ci consente di fare luce sulle abitudini di vita dell'uomo in questo periodo. Gli studiosi articolano questa lunga epoca della storia dell'uomo in diverse Fasi cronologiche. Si tratta del Paleolitico, il Mesolitico, il Neolitico, l'Eneolitico, l'Età del Bronzo. Ciascuna di queste fasi viene, poi, divisa in Sottofasi cronologiche. Si tratta, ad esempio, del Paleolitico Inferiore, il Paleolitico Medio, il Paleolitico Superiore, ecc. Nelle varie sottofasi cronologiche si sviluppano le diverse Facies culturali, termine utilizzato per descrivere oggetti facenti parte di un orizzonte omogeneo, che sostituisce un uso troppo generico del concetto di cultura. Il termine Facies è stato introdotto dal geologo svizzero Amanz Gressly nel 1838, e descrive l'associazione di alcune caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche che permettono di differenziare, e quindi distinguere, un corpo roccioso da un altro; ed è stato poi mutuato dall'ambito della stratigrafia, fino ad assumere rilievo anche in archeologia. Il termine Cultura viene, comunque, utilizzato ancora oggi, nell'ambito degli studi relativi alla preistoria, per identificare un insieme di manufatti, costituiti da oggetti ed anche da edifici, che presentino caratteristiche tali, da poterle interpretare come espressione della vita sociale, materiale e spirituale, di una certa popolazione o di un certo gruppo etnico, ossia come quel bagaglio di conoscenze e di pratiche acquisite, ritenute fondamentali, e che vengono trasmesse di generazione in generazione.
Nella prima parte del Neozoico o Era Quaternaria, dal 450 al 10mila avanti Cristo, si sviluppa il Paleolitico o età della pietra antica
Nel Pleistocene si sviluppa il PaleoliticoIl termine Paleolitico nasce dall'unione delle parole greche Paleos, ossia antico, e Lithos, ossia pietra, e designa l'Età della pietra antica. È il periodo in cui sulla terra è comparso l'uomo, ed in cui si è avuta l'evoluzione umana. Il Paleolitico, che si sviluppa tra circa il 450mila e il 10mila avanti Cristo, viene comunemente distinto in:
L'industria litica nel PaleoliticoCon l'espressione Industria litica, si intende l'insieme delle tecniche e delle attività attraverso le quali un gruppo umano trasforma le pietre, per ottenere degli oggetti utili per la sua attività quotidiana. Il Paleolitico è l'epoca è in cui compaiono le prime attestazioni certe di manufatti litici prodotti dall'uomo. La religiosità nel PaleoliticoL'arte religiosa del Paleolitico, come quella del successivo Mesolitico, è caratterizzata prevalentemente dalla realizzazione di sculture, quasi sempre di piccole dimensione, tra le quali le più diffuse erano le statuette femminili, conosciute con il nome di Vèneri Preistoriche, trovate in moltissime zone dell'Europa e persino in Siberia, nei pressi del lago Baikal. Di particolare interesse artistico sono alcune delle principali Veneri trovate in Europa: in Germania, nel Baden-Württemberg, la Venere di Hohle Fels, in avorio di mammut; in Austria, la Venere di Galgenberg, in serpentino; nella repubblica Ceca, in Moravia, la Venere di Dolní Věstonice, in ceramica; in Francia, nei Pirenei Francesi, la Venere di Lespugue, in avorio; nella Bassa Austria, la Venere di Willendorf, in calcare, essendo scolpita su pietra tenera raffigura le braccia sottilissime ripiegate sul petto; in Russia, ad Oblast' di Irkutsk, la Venere di Mal'ta, in avorio; in Slovacchia, a Záhorie, la Venere di Moravany, in avorio; in Francia, in Aquitania, la Venere di Brassempouy, in avorio; in Francia, in Dordogna, la Venere di Laussel, un bassorilievo su calcare; in Svizzera, a Monruz nel Cantone Neuchâtel, la Venere di Monruz o Venere di Neuchâtel, pendente in giaietto, una varietà di lignite.
In Sardegna, la più antica statuetta rinvenuta è la cosiddetta Venere di Macomer, riferibile forse al Paleolitico o al Mesolitico, anche se alcune interpetazioni la attribuiscono al Neolitico Antico. La descriveremo nella prossima pagina. Nel Paleolitico Inferiore, tra il 450 ed il 120mila avanti Cristo, la prima presenza dell'uomo in SardegnaNell'era Quaternaria, alle diverse glaciazioni corrispondono le regressioni marine, e l'abbassamento del livello del mare determina l'emersione di terre che vengono a costituire veri e propri ponti di collegamento tra le isole e con i continenti, ponti che permettono il passaggio di flora, di fauna, e delle popolazioni umane. L'uomo, infatti, è costretto a seguire la stessa strada, in quanto gli animali rappresentano la sua unica fonte di cibo. L'uomo raggiunge la Sardegna
Caratteristiche dell'uomo del Paleolitico InferioreL'uomo del Paleolitico Inferiore è nomade, cacciatore e raccoglitore, che abita in grotte ed in ripari sotto la roccia, e la sua vita è brevissima. L'uomo inizia a lavorare la pietra, forse anche l'osso e il legno, per produrre armi da caccia e strumenti per la lavorazione delle pelli, che costituiscono il suo unico abbigliamento per difendersi dal freddo. Già conosce il fuoco. La sua economia è basata soprattutto sulla caccia, ed è, quindi, un'economia di tipo essenzialmente predatorio. La tecnica della caccia si basa sul colpire l'animale con armi di pietra, o a catturarlo con trappole. L'economia è basata, anche, sulla pesca e sulla raccolta dei prodotti spontanei, soprattutto di vegetali e di molluschi. I reperti litici del Paleolitico InferioreSi viene a sviluppare l'iniziale tecnologia, con l'introduzione dei primi strumenti in pietra. Il materiale litico finora recuperato in Sardegna e relativo al Paleolitico Inferiore, è costituita da un'enorme quantità di manufatti di selce. Oltre Seicento oggetti, sono stati trovata nella parte settentrionale dell'Isola, nella regione dell'Anglona, in provincia di Sassari, e sono oggi conservati soprattutto nel museo archeologico e Paleobotanico di Perfugas. Per le loro caratteristiche tecnologiche, gli strumenti in selce recuperati in questa regione sono stati fatti risalire a due distinte Facies culturali del Paleolitico inferiore: la fase culturale del Clactoniano, riconducibili al 450-200mila avanti Cristo; e la fase culturale del Tayaziano, riconducibile al 200-120mila avanti Cristo. Successivamente, nella regione del Nuorese, sono stati individuati oltre tremila reperti litici provenienti da varie località nell'agro di Ottana, che sono stati esposti la prima volta al pubblico dal 16 ottobre 2012, presso il museo archeologico Nazionale di Nuoro, nella mostra Dai Vulcani ai manufatti: il Paleolitico di Ottana. Si tratta di manufatti in riolite, pietra vulcanica che ha avuto origine nell'Oligocene, e si tratta di schegge, grattatoi e altri utensili che utilizzavano per cacciare animali, lacerarne la pelle e la carne, scorticare frutti e radici, fabbricare qualcosa con cui ripararsi dalle intemperie e proteggere le grotte in cui vivevano. Quasi assoluta assenza di altri tipi di repertiRisultano, comunque, comprensibilli le difficoltà di reperire, oltre al materiale litico, altri tipi di oggetti, come gli strumenti realizzati in legno o in osso, che sono destinati a venire distrutti in un breve arco di tempo. La stessa cosa si può dire per i reperti umani, animali e vegetali. Quindi la quasi assoluta assenza di reperti di flora e fauna, ed anche di reperti ossei umani, rende particolarmente difficile la ricostruzione di questa fase della preistoria sarda. Sono state, comunque, rinvenute una falange umana e resti di una tibia di cervo, delle quali parleremo più avanti. Nel Paleolitico Inferiore Arcaico, tra il 450 ed il 200mila avanti Cristo, si sviluppa la fase del ClactonianoLa prima fase culturale si sviluppa nel Paleolitico Inferiore Arcaico, tra il 450 ed il 200mila avanti Cristo, ed è denominata Clactoniano, con un termine definito nel 1932 dal paleontologo francese Henri Breuil, detto abate Breuil, sulla base degli studi effettuati sui materiali rinvenuti nel sito di Clacton-on: sea, nella contea dell'Essex, in Gran Bretagna. Il sito è stato scavato a più riprese tra il 1910 e il 1970. La glaziazione del Mindel e la fase interglaciale Mindel-RissLa fase culturale più arcaica, quella del Clactoniano, è riferibile alla Glaciazione del Mindel, La seconda glaciazione in Europa avvenuta nel Pleistocene, che è iniziata verso il 450mila ed è durata fino al 240mila avanti Cristo. Le frequentazioni umane dell'Isola sono certamente iniziate durante questa glaciazione, dato che l'uomo dovrebbe avervi trovato condizioni ideali di vita, con una fauna priva di predatori, che forniva abbondante cacciagione. La fauna sarda era molto povera di specie. Dopo la graciazione si è avuto un periodo interglaciale chiamato del Mindel-Riss, durato circa 40mila anni, nel quale il clima si dovrebbe essere avvicinato a quello sub-Tropicale, con piogge abbondanti e grande umidità. I reperti attribuiti alla fase del Clactoniano, rinvenuti in Anglona
Nel Meilogu sono stati rinvenuti quelli che sono stati per molto tempo ritenuti i resti di Nur, il primo uomo sardo
Nel Paleolitico Inferiore Evoluto, tra il 200 ed il 120mila avanti Cristo, si sviluppa la fase del TayazianoLa seconda fase culturale si sviluppa nel Paleolitico Inferiore Evoluto, tra il Duecento ed il 120mila avanti Cristo, ed è denominata del Tayaziano, con un termine definito sempre nel 1932 dal paleontologo francese Henri Breuil, detto abate Breuil, sulla base degli studi effettuati nel sito di La Micoque, e prende il nome dalla città dove si trova questo sito, ossia Les Eyzies-de-Tayac, in Dordogna, in Francia. Il sito era conosciuto dal 1895 ed è stato scavato tra il 1926 ed il 1932. La glaciazione del Riss e la fase interglaciale Riss-WürmLa fase culturale più evoluta, quella del Tayaziano, è riferibile alla Glaciazione del Riss, la terza glaciazione in Europa avvenuta nel Pleistocene, che è iniziata verso il 200mila ed è durata fino al 130mila avanti Cristo. Le frequentazioni umane dell'Isola, già iniziate durante la glaciazione del Mindel, si sviluppano ulteriormente durante la glaciazione del Riss. Dopo la glaciazione si ha una lunga interglaciazione denominata del Riss-Würm, durata circa 10mila anni, nella quale il clima si dovrebbe essere avvicinato di nuovo a quello sub-Tropicale, con piogge abbondanti e grande umidità. I reperti attribuiti alla fase del Tayaziano e reinvenuti in AnglonaNon molto lontano da dove sono stati rinvenuti i reperti del Clactoniano, è stato rinvenuto altro materiale, nel sito di Sa Pedrosa-Pantallinu, a Codrovulos, sulla terrazza soprastante il Rio Altana, a pochi chilometri a sud di Perfugas. Qui è stato scoperto, soprattutto nello spartiacque tra i corsi dei torrenti Altana e Anzos, il più antico laboratorio di manufatti in selce dell'Isola. A questa fase si riferiscono anche i materiali litici trovati a Serra Preideru, presso Martis, sempre nella regione storica dell'Anglona. Alla stessa fase culturale si riferiscono, inoltre, i reperti rinvenuti nei siti di Interiscias e di Juanne o Giuanne Malteddu. La fase culturale del Tayaziano viene caratterizzata, come la precedente, dalla assenza di lavorazione bifacciale, ma con un taglio un poco più sviluppato rispetto al Clactoniano, ottenuto con l'uso di lame, raschiatoi corti e denticolati, grattatoi, bulini, becchi, raschiatoi lunghi, e rimangono anche moltissimi nuclei. Compaiono anche le prime rare forme di lavorazione bifacciale, però si tratta di lavorazioni del tutto atipiche. Nel Paleolitico Medio, tra il 120 ed il 35mila avanti Cristo, compare l'Homo Sapiens
Caratteristiche dell'uomo del Paleolitico MedioL'Homo Sapiens è ancora un cacciatore nomade, cacciatore e raccoglitore, e continua ad abitare soprattutto in grotte ed in ripari sotto la roccia. La sua economia è basata soprattutto sulla caccia, ed è, quindi, ancora un'economia di tipo essenzialmente predatorio; ed è basata, anche, sulla pesca e sulla raccolta dei prodotti spontanei, soprattutto di vegetali e molluschi. Di questo periodo, allo stato attuale delle ricerche, sono stati rinvenuti solo pochi reperti, e non si hanno resti sicuri che forniscano maggiori informazioni sulla presenza umana in Sardegna. I reperti litici del Paleolitico Mediogli strumenti dell'industria litica del Paleolitico Medio sono rappresentati da utensili per il taglio, seghettati, denticolati e lamierine, compaiono raschietti per la lavorazione della pelle e per i vestiti, ed anche punte in pietra utilizzate insieme ad un manico di bastone come una sorta di lancia. Ma di questi reperti, in Sardegna non è stato rinvenuto, finora, nulla. Labili indizi della presenza umana in Sardegna, rinvenuti in grotte sulla costa di Dorgaligli unici indizi noti della presenza umana in Sardegna nel Paleolitico Medio provengono dai due ritrovamenti di alcuni frammenti di piccole dimensioni, ossia di Frustoli di carbone, rinvenuti insieme a residui di ossa di cervo bruciate, ma senza la presenza di alcuno strumento litico, ne di ossa umane. I ritrovamenti sono stati effettuati nella grotta di Ziu Santoru, a poca distanza dalla grotta del Bue Marino, e nella grotta di cala Ilune, chiamata solitamente cala Luna, sulla costa di Dorgali, vicino a Nuoro. Si tratta, in ogni caso, di indizi estremamente labili. L'espansione demografica in Sardegna durante il Paleolitico MedioIn uno studio di Giuseppe Vona, dell'Università di Cagliari, si afferma che l'archeologia e l'antropologia molecolare dispongono, comunque, già di indicazioni precise sulle origini dei sardi e sulla loro espansione demografica. Lo studio del DNA mitocondriale, ereditato per via materna, dai sardi e dai Corsi, porta a ritenere che l'Espansione demografica in Sardegna sia avvenuta tra 78mila e 27mila anni fa. Da qui poi la popolazione si sarebbe trasferita anche in Corsica, quando le due isole erano ancora unite, tra 42mila e 14mila anni fa. Nel Paleolitico Superiore, tra il 35 ed il 10mila avanti Cristo, si afferma l'Homo Sapiens Sapiens
Caratteristiche dell'uomo del Paleolitico SuperioreL'uomo del Paleolitico Superiore è ancora nomade, cacciatore e raccoglitore, che continua a vivere in grotte o ripari sotto la roccia. La sua economia è basata soprattutto sulla caccia, ed è, quindi, ancora un'economia di tipo essenzialmente predatorio; ed è basata, anche, sulla pesca e sulla raccolta dei prodotti spontanei, soprattutto di vegetali e di molluschi. In questo periodo, comunque, accanto all'evoluzione nella lavorazione della pietra, appare anche la lavorazione sistematica dell'osso, e compaiono i primi elementi ornamentali e le prime manifestazioni artistiche. reperti risalenti al Paleolitico Superiore, rinvenuti nella grotta Corbeddu presso Oliena
Alcuni reperti litici del Paleolitico Superiore, rinvenuti nel Medio CampidanoNel 2011 si è avuto il rinvenimento più recente di manufatti inquadrabili nel Paleolitico Superiore, in località Santa Maria Is Acquas, una località agricola del Medio Campidano, situata tra Sardara e Mogoro. Si tratta di due reperti in selce databili intorno al 13mila avanti Cristo. Le tecniche di lavorazione della pietra adoperate sui reperti sono tipiche degli uomini del Paleolitico Superiore. L'ipotesi più probabile è che gli uomini che hanno scolpito le selci facessero parte di un insediamento stabile, in una zona che probabilmente era ricca di selvaggina. La prossima paginaNella prossima pagina proseguiremo la descrizione della preistoria in Sardegna. Descriveremo la prima statuetta della Dea madre, la cosiddetta Venere di Macomer, con la sua incerta datazione. Vedremo, quindi, il Mesolitico, con i diversi reperti che sono stati rinvenuti, relativi alla presenza ed all'evoluzione dell'uomo sull'isola. | ||||
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