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Da Sanluri a Serrenti, da Samassi a SerramannaIn questa tappa del nostro viaggio, da San Gavino Monreale raggiungeremo Sanluri, nel Monreale. Da qui la SS131 di Carlo Felice ci porterà a Serrenti. Effettueremo poi una deviazione a Samassi, per proseguire quindi per Serramanna. I comuni di Serrenti, Samassi e Serramanna si trovano al confine tra la regione storica del Monreale e quella del Campidano di Cagliari, ed, anche se noi li attribuiamo al Monreale, possono essere attribuiti indifferentemente all'una o all'altra regione. Nel Monreale o Campidano di Sanluri
Sanluri famosa per la battaglia combattuta nel 1409 e per il suo castelloDa San Gavino Monreale ci recheremo a Sanluri famosa per la sua battaglia che visiteremo con il suo centro dove si trova il suo castello ed i dintorni nei quali sono stati rinvenuti i resti della Cultura del Vaso Campaniforme. In viaggio verso SanluriNella precedente tappa eravamo arrivati a San Gavino Monreale. Uscendo da questo centro, sulla SS197, e percorrendo circa undici chilometri verso est, raggiungiamo il paese chiamato Sanluri. Il paese chiamato Sanluri
Origine del nomeIl nome è attestato fino dall’anno 1341 come De Selluri, mentre nella dizione locale compare come Seddori, che rappresenta il culto di un Santo, ossia di San Luri, forma accorciata di Lorenzo. Invece, secondo qualche altro studioso, si tratterebbe del composto Sede de lori, ossia Sede dei cereali, ipotesi che non è però confermata. La sua economiaIn passato la sua economia si basava sull'agricoltura per la vicinanza dell'imponente stagno di Sanluri, di 2.200 chilometri quadrati e tre metri di profondità, per un totale di sei milioni di metri cubi d'acqua, che, ora prosciugato, garantiva al paese un clima mite utile per le colture. Oggi sono in sviluppo la piccola industria e i servizi. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, dell’abbigliamento, della stampa, chimico, della fabbricazione di materie plastiche, del vetro, dei materiali da costruzione, dei laterizi, elettrico, della fabbricazione di apparecchi medicali, dei mobili, della centrale elettrica ed edile. Il terziario si compone di una buona rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ed anche di soggiorno. Brevi cenni storici con la famosa battaglia di SanluriIl suo territorio viene abitato fino dai tempi più antichi, ossia sin dall'epoca dei nuraghi. La sua vera e propria storia comincia nel Medioevo, quando originariamente il paese sorge, cinto da mura difensive, intorno al castello di Sanluri, costruito nel 1355, durante il regno di Pietro IV d'Aragona in epoca giudicale, dai giudici di Cagliari per difendere il borgo dagli assalti del giudicato d'Arborea. Grazie alla sua posizione strategica, dato che si trova su una collina al confine tra il giudicato di Cagliari e quello di Arborea, e grazie alla fertilità delle sue terre, si sviluppa molto velocemente. In quegli anni diviene capoluogo della curatoria di Nuraminis, nel giudicato di Cagliari, cui appartiene. Proprio per la sua posizione, viene molto conteso durante le guerre tra gli Aragonesi e i sardi del giudicato di Arborea. Un ruolo di primo piano in queste vicende assunse la presenza del castello, che diviene lo scenario di accadimenti politici e militari. Dato che le ostilità tra gli Aragonesi e gli Arboresi non si spengono mai del tutto, il castello viene reso sempre più sicuro, ed il borgo medievale viene sempre più fortificato. All'inizio del 1400 gli Arboresi erigono un muro di cinta attorno al borgo ed al castello, e scavano un largo fossato. Nel 1408, il francese Guglielmo III, visconte di Narbona, salito sul trono d'Arborea sbarca in Sardegna e riprende il conflitto contro gli Aragonesi, che era stato condotto da Mariano IV ed Eleonora d'Arborea. I due eserciti si scontrano il 30 giugno 1409 vicino a una collina a oriente di Sanluri, ancora oggi chiamata Su Bruncu de Sa Battalla, nella cosiddetta Battaglia di Sanluri. gli Aragonesi dividono in due tronconi l'esercito sardo, uno dei quali viene annientato in un luogo ancora oggi chiamato s'Occidroxiu, ossia il macello. L'altro si divide in due parti. La più numerosa, con a capo Guglielmo III, raggiunge il castello di Monreale e si mette in salvo, mentre gli altri si rifugiano nel borgo fortificato di Sanluri, che però viene espugnato e raso al suolo. Alla morte di re Martino il Giovane, il borgo venne ricostruito, ed il castello viene riparato dai danni subiti. Del comune di Sanluri nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella del Medio Campidano, della quale costituiva uno dei capoluoghi, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SanluriA Sanluri sono attivi il Gruppo Folkloristico Musicale Marmilla 76 di Sanluri, ed il Gruppo Polifonico Folkloristico Sanluri. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Sanluri vanno citate, l’11 maggio, la festa di Sant’Ignazio da Laconi; a giugno, la Rievocazione storica della Battaglia di Sanluri, con convegni, mostre e manifestazioni; il 10 agosto, si celebra la festa patronale, dedicata a San Lorenzo, con l’evento del palio; a fine settembre, la Sagra del Borgo, con degustazione dei piatti tipici sanluresi; a ottobre, la festa di San Francesco, celebrata nel convento dei Cappuccini; a novembre, la festa di San Martino. Visita del centro storicoL'abitato di Sanliru, interessato da una forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Visitiamo il centro storico di Sanluri. La chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle GrazieNel centro del paese troviamo la chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle Grazie, ricostruita tra il 1781 e il 1786 su una preesistente chiesa della quale resta il campanile gotico, modificato per adattarlo allo stile barocco del nuovo edificio. Vi è custodito il Retablo di Sant'Anna, doppio trittico a olio su tavola attribuito alla bottega di Antioco Mainas e datato 1576. Apparteneva a questa chiesa anche il prezioso Retablo di Sant'Eligio, opera del Maestro di Sanluri ora conservato nella Pinacoteca di Cagliari. L'antica chiesa di San RoccoIn via San Rocco si trova l'antica chiesa di San Rocco, edificata nel '500 in stile tardo gotico, con un portale a sesto acuto sormontato da un bel rosone ed un campanile a vela a doppia campana. Proseguendo la strada in salita, si arriva al convento dei Padri Cappuccini, che accoglie il museo Storico Etnografico e la Nuova chiesa di San Rocco. La chiesa di San PietroÈ interessante anche la chiesa di San Pietro, edificata fuori dal centro storico, che una iscrizione in sardo sulla facciata si dice voluta dal popolo nel 1337, costruita da maestranze locali in stile composito e sormontata da un campanile a vela con campane del 1577. La chiesa di San SebastianoIn via San Sebastiano si trova la chiesa di San Sebastiano, recentemente restaurata con il contributo del Rotary Club di Sanluri e del Medio Campidano. Il castello di SanluriIl castello di Sanluri, che ancora oggi conserva la struttura originale, venne costruito nel 1355, durante il regno di Pietro IV d'Aragona in epoca giudicale, dai giudici di Cagliari per difendere il borgo dagli assalti del giudicato d'Arborea, quindi non è storicamente certo che sia appartenuto a Eleonora. Di piccole dimensioni, alto circa 10 metri a pianta quadrangolare, è l'unico degli 88 castelli medievali sardi ancora oggi ben conservato. Il castello fu ampliato dagli Aragonesi nel 1436, quando ne entrarono in possesso, con l'aggiunta di quattro torri angolari merlate riunite da un camminamento di ronda. Oggi ospita al suo interno il museo duca d'Aosta. La stazione ferroviaria di Sanluri Complementari
Visita dei dintorni di SanluriNei dintorni di Sanluri sono stati portati alla luce i resti dell'ipogeo di Padru Jossu, della necropoli di Bidd'e Cresia, e dei villaggi di Corti Beccia e Corti de Crà; i resti dei nuraghi semplici Bruncu 'e Cresia, Bruncu de Melas, Bruncu Masoni Baccas, Candela, Cuccuru de su Casu Moiau, Fenu, Gattus, Perda Bogada, Predi Ara, Puxeddu, Sant'Antioco; quelli dei nuraghi complessi Corti Sa Perda e Geni; i resti del. La ex stazione ferroviaria di Sanluri Scalo
gli insediamenti dell'Eneolitico recenteNell'Eneolitico recente, tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo, a Sanluri è documentata la fase della Cultura di Monte Claro. Resti di questa cultura sono stati rinvenuti nelle località di Corti Beccia e Corti de Crà, dove sono stati trovati i resti di due villaggi, nel primo dei quali si contano ben 40 capanne, alcuni silos ed una stalla. Sono state individuate, inoltre, due aree funerarie che non devono essere lontane dai rispettivi agglomerati urbani. Nei dintorni di Sanluri rinvenuti i resti della Cultura del Vaso CampaniformeA Padru Jossu esiste una tomba ipogeica scavata durante la fase culturale denominata Monte Claro, tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo. La tomba è stata successivamente riutilizzata dalla Cultura del Vaso Campaniforme, che ha lasciato numerose tracce tra quelle scientificamente più rilevanti. All'Eneolitico Finale, periodo del Campaniforme A, sono attribuiti resti di vasi decorati, mentre all'Età del Bronzo Antico, durante il quale si sviluppa la fase Campaniforme B, si riferiscono il brassard, salvapolso per arciere, e le collane in vaghi e pendenti di conchiglie. Nel sito di Bidd'e Cresia, qualche decina di metri a nord di dove si trova la necropoli punica e romana, sono stati rinvenuti i resti di una sepoltura collettiva della Cultura del Vaso Campaniforme, che consistevano in ossa appartenenti a diversi individui. É stata rinvenuta pure una placchetta frammentaria in basalto, di forma rettangolare a lati lunghi concavi, provvista di due fori vicini al lato corto. La placchetta si ritiene costituisse un Brassard, ed è riferibile anch'esso al Campaniforme B.
Serrenti e nei dintorni il protonuraghe monte MannuDa Sanluri ci rechiam a Serrenti che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova il protonuraghe monte Mannu. In viaggio verso SerrentiPer Sanluri passa la SS197, che verso ovest porta a San Gavino Monreale e Guspini, mentre verso est ci porterà nella regione storica della Marmilla, ma descriveremo questo itinerario più avanti. Ora proseguiamo lungo la SS131 di Carlo Felice fino a Serrenti, Samassi e Serramanna. Da Sanluri prendiamo la SS131 di Carlo Felice verso sud e dopo dieci chilometri troviamo l'uscita di Serrenti. Il paese chiamato Serrenti
Origine del nomeIl nome, attestato nell’anno 1346 come De Sorrent, riflette un antroponimo latino Serrentius; qualche studioso, invece, rimanda a un nome, Surrentius. La sua economiaSerrenti, accanto alle tradizionali attività agro pastorali, ha sviluppato il tessuto industriale. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta. Si pratica anche l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, del mangimificio, della lavorazione del legno, della fabbricazione di gomma, dei laterizi, metallurgico, dei mobili, della consulenza informatica e dell'edilizia. Importante in passato l'attività estrattiva, in particolare del caolino e della trachite grigia, detta anche Pedra de Serrenti, materiale col quale sono state costruite molte abitazioni ed importanti opere come il palazzo di Giustizia di Cagliari. L'attività è stata recentemente rilanciata al punto che oggi Serrenti esporta trachite in tutta Italia. Il terziario si compone di una limitata rete distributiva e dell'insieme dei servizi primari. Adagiata su alcune colline formate da rocce laviche, possiede notevoli attrattive in grado di alimentare un moderato afflusso turistico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio di Serrenti è stato abitato fin dal periodo preistorico. Il villaggio di Serrenti risulta ininterrottamente abitato sin dal 1300 e il suo vecchio nucleo originario oggi prende il nome di quartiere San Giacomo, presso l'omonima piccola chiesa. Gli abitanti di Serrenti si dice provenissero da due villaggi abbandonati a circa due chilometri dall'attuale centro abitato, il villaggio di Monti Mannu e quello di Santus Angius. Si può dedurre che Serrenti, come altri comuni delle curatoria di Nuraminis, condivide le sue sorti con quelle del giudicato di Càlari, che nel 1257 cade sotto il controllo dei Pisani. Dopo la conquista aragonese della Sardegna, anche Serrenti, insieme con Samassi e Baralla, viene nel 1300 dato in feudo al cavaliere Bernardo di Covilles. Del comune di Serrenti nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Successivamente nel 2016, con l'abolizione di quest'ultima provincia, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SerrentiA Serrenti è attivo il Gruppo Folk Santa Vitalia di Serrenti. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Serrenti, vanno citate ad aprile, la Sagra dell'Asparago; a maggio, la Sagra di Su pistoccheddu de Cappa, dolce tipicamente sardo, adatto al periodo pasquale ma anche ad altre cerimonie; il 25 e 26 luglio, la festa di San Giacomo e di Sant'Anna; il primo lunedì di ottobre, si celebra la festa patronale, dedicata a Santa Vitalia. Visita del centro del paeseL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Attraversiamo, ora, il centro del paese, della quale vediamo diversi belli scorci. La chiesa parrocchiale dedicata alla Santissima Beata vergine Immacolata
La chiesa di San Giacomo apostolo
L'ultima settimana di luglio si svolge la festa di San Giacomo e Sant'Anna, che riveste ancora a Serrenti molta importanza. Prima dell'inizio di questa festa, i fedeli raccolgono delle canne, che verranno poi utilizzate per costruire una tettoia o un riparo, che verrà utilizzato per tutta la durata dei festeggiamenti, con cerimonie religiose e numerose manifestazioni civili. Il santuario romanico di Santa VitàliaDal lato sinistro della chiesa parrocchiale, prendiamo verso sinistra la via Santa Vitalia, dopo un centinaio di metri arriviamo a un bivio, dove proseguiamo sulla sinistra rimanendo sulla via Santa vitalia, e in duecento metri arriviamo al parco di Santa Vitalia, nel quale si trova il santuario di Santa Vitàlia, dedicata alla martire venerata in diversi centri del Campidano. La chiesa, in sitle romanico gotico, risale alla fine del tredicesimo secolo, ed il primo documento nel quale viene citata è relativo alla visita pastorale di monsignor Lasso nel 1597, mentre in un altro scritto del 1763, si legge che l'edificio, che era interdetto al culto, viene riaperto dall'arcivescovo che da il permesso alla popolazione di poterne celebrare la festività. L'impianto originario, composto da una piccola aula probabilmente absidata e con copertura in legno a capriate, viene ampliato e rivoluzionato tra la fine del diciannovesimo e gli inizi del XX secolo, probabilmente perché la fama della Santa martire aveva raggiunto alti livelli, tanto da richiamare numerosi devoti da tutto il Campidano. L'asse liturgico viene ruotato e quello che era l'ingresso principale, trasformato in accesso laterale. L'antica facciata che mostra interessanti decorazioni, viene inglobata nel fianco sinistro dell'attuale edificio, ed ancora visibile per i suoi blocchi in trachite squadrati. L'attuale prospetto è intonacato, ha tre ingressi, tre finestre rettangolari ed un campaniletto a vela. L'interno presenta un'unica aula quadrangolare, coperta a doppio spiovente da un tavolato sorretto da piccole travi in legno, che poggiano sugli archi in muratura. Nel 1905 la chiesa parrocchiale di Serrenti viene devastata da un incendio, ed il suo tabernacolo viene trasportato nel santuario di Santa Vitalia, che però non è in grado di contenere tutta la popolazione che intende partecipare alle celebrazioni. La chiesa, solitamente chiusa, viene aperta per la festa della Santa Patrona e in altre poche occasioni. La festa di Santa Vitalia, che vede la presenza di migliaia di pellegrini provenienti da tutta la Sardegna, si svolge il primo lunedì di ottobre, preceduta dalla novena che termina il sabato precedente, con il trasporto del simulacro dalla chiesa parrocchiale al santuario. Il giorno della festa si svolge la messa solenne, generalmente officiata dal vescovo della diocesi cagliaritana. Il martedì è dedicato agli ammalati e la domenica successiva, la statua fa ritorno in parrocchia. Visita dei dintorni di SerrentiNei dintorni di Serrenti sono stati portati alla luce i resti dei protonuraghi Genna su Carru, monte Mannu, Monti Acutzu, Monti Atziaddei, Monti de su Marchesu, Monti Ibera, Monti Porceddu; dei nuraghi semplici Bruncu Pubusa, Cuccuru Turri, Funtana Gureu, Genna Serrenti, Magalli, monte Craccuri, monte Mannu II, monte Ollastu, Oliri III, Perda Sinnus, Porcedda; dei nuraghi complessi Bruncu Maccioni, Bruncu Siliqua, Bruncu su Castiu, Cannedu, Is Piedadis, monte Crabu, monte Tellura, Monti Crastu, Oliri I, Oliri II, Sa Corona, Sa Lua Mancosa. Il protonuraghe monte Mannu ed i reperti della Cultura di BonnanaroDa Serrenti prendiamo la SS131 di Carlo Felice in direzione nord occidentale in direzione di villaSanta, arrivati alla frazione Case Genna prendiamo verso destra e, a circa due chilometri dall'abitato di Serrenti, arriviamo in località Monti Mannu. Qui si trova il Protonuraghe monte Mannu, purtroppo assai mal conservato, all'interno del quale sono state rinvenute ceramiche quelle carenate e decorate con motivi a zig-zag, anche in rilievo, datate all'inizio dell'Età del Bronzo Medio, tra il 1900 ed il 1600 avanti Cristo, ed attribuite alla fase finale della Cultura di Bonnanaro.
Samassi con la chiesa romanica di San GemilianoDa Serrenti ci recheremo a Samassi che visiteremo con il suo centro nel quale si trova la chiesa romanica di San Gemiliano e con i suoi dintorni. Una deviazione a SamassiDa Serrenti Prendiamo la vIa Giovanni Francesco Fara, ed effettuiamo Una deviazione verso ovest sulla SP56, che ci porta, dopo sei chilometri, all'interno dell'abitato di Samassi. Il paese chiamato Samassi
Origine del nomeIl nome è attestato fino dall’anno 1341 come Ecclesie de Somaso, ma la sua origine non è stata chiarita. La sua economiaAccanto alle tradizionali attività agro pastorali, Samassi ha sviluppato il tessuto industriale ed anche il turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. Si pratica anche l'allevamento di bovini, suini, ovini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della lavorazione e conservazione della frutta, del legno, della gomma, della fabbricazione di apparecchi medicali, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, metallurgico ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciNell’undicesimo secolo, Samassi appartiene al giudicato di Cagliari. Nel 1258 passa ai conti della Gherardesca, e nel 1300 al comune di Pisa. Successivamente, appartiene a Bernardo Petrillas, ai de Puyalt, ai Montbuy, ai d’Eril, ai Cavallar, a Emanuele di Castelvi, a Serenti e, infine, ai Ricca di Castelvecchio. Del comune di Samassi nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Successivamente nel 2016, con l'abolizione di quest'ultima provincia, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SamassiA Samassi è attiva la Associazione Culturale Sant'Isidoro di Samassi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Samassi, vanno citati il 17 gennaio, Su Fogadoni, ossia i fuochi di Sant'Antonio, una manifestazione di antica tradizione, tutt'oggi molto sentita e partecipata, caratterizzata da cataste di legna e frasche addossate al palo centrale, alte anche fino a sette metri; i festeggiamenti del Carnevale, che durano da una settimana a dieci giorni, e che si concludono, per tradizione, il giorno di martedì grasso, che rappresenta l'ultimo giorno di festa prima della Quaresima; la domenica di Pasqua, il culmine dei riti religiosi della Settimana Santa è la cerimonia de s'Incontru, di chiara tradizione spagnola, che ricorda l'incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna, raffigurati da due simulacri lignei trasportati a spalla dai fedeli; A maggio, la festa di Sant'Isidoro, dedicata agli agricoltori; dal 21 al 24 giugno, la festa della Musica; a luglio, la festa di Santa Margherita, a ricordo della lunga presenza dei monaci della chiesa greca; il 16 settembre, si festeggia il Patrono, San Geminiano. Visita del centro del paeseL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Samassi ha aderito all'associazione città della terra cruda che si propone il recupero delle abitazioni costruite con Su Ladiri, ovvero con i mattoni impastati con fango e paglia ed essiccati al sole. Il centro storico conserva ancora diverse Lolle, come vengono chiamate le case rurali campidanesi. Questo tipo di abitazioni è caratterizzato da ampi portali in legno sormontati da archi a tutto sesto, in genere di trachite, piccole finestre che danno sulla strada e sui grandi cortili interni. Le case finora recuperate sono tre, la casa Porcedda, ora biblioteca comunale; la casa Piras, vecchia abitazione padronale al centro del paese; e la casa Ghisu, piccola abitazione situata nella zona Su Cunventu. La chiesa parrocchiale della Beata vergine di Monserrato
La chiesa di San Giuseppe Patriarca
La chiesa di Santa Margherita da Cortona
La chiesa romanica di San Gemiliano
In viale stazione si trova l'Albergo con il ristorante Il CampidanoCi rechiamo, ora, a ovest dell'abitato. Presa la via Roma verso ovest, passato il ponte sul Flumini Mannu, arriviamo nella porzione occidentale dell'abitato, dove la prosecuzione della via Roma è il viale della Stazione, lungo il quale, alla sinistra, si trova l'hotel e ristorante Il Campidano.
La stazione ferroviaria di Samassi e Serrenti
Visita dei dintorni di SamassiNei dintorni di Samassi sono stati portati alla luce i resti del protonuraghe Argiddas; e quelli del nuraghe complesso Cuccuru Sa Uga. La chiesa campestre di Sant'Isidoro Agricoltore
Ogni anno il 15 maggio si svolge a festa di Sant'Isidoro, il Santo spagnolo venerato in particolar modo dagli agricoltori, che sfilano per le vie del paese in processione verso la chiesa, un tempo con i carri tirati dai buoi e oggi coi moderni trattori, per attirare la benevolenza del Santo sugli imminenti raccolti. In seguito, nel piazzale antistante la nuova chiesa ed in tutta l'Oasi, si affiancano i rituali religiosi, la degustazione di piatti tipici, gli intrattenimenti con danze e musiche tradizionali.
Serramanna con il santuario di Santa Maria di MonserratoDa Samassi ci recheremo a Serramanna che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il santuario di Santa Maria di Monserrato. In viaggio verso SerramannaDa Samassi prendiamo la SS196d, che si dirige verso sud e che ci porta, dopo sette chilometri, all'interno dell'abitato di Serramanna, che è raggiungibile anche dall'uscita Nuraminis sulla SS131 di Carlo Felice. Il paese chiamato Serramanna
Origine del nomeIl nome, attestato nell’anno 1341 come Rectore de Serra Manna, è composto dal termine Serra, inteso come Costa, Monte o Crinale, e dall’aggettivo sardo Manna, che deriva dal latino Magna, e che significa Grande. La sua economiaSerramanna è un importante centro ad economia agricola e dell'allevamento, che, accanto alle attività tradizionali, ha sviluppato il tessuto industriale. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva e frutta. Si allevano anche bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero-caseario, della lavorazione e conservazione della frutta e degli ortaggi, della stampa, del vetro, dei laterizi, dei materiali da costruzione, metalmeccanico, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura, dei mobili ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciFrequentata dall’uomo sin dalla preistoria, l’abitato nasce in epoca romana. Nell’undicesimo secolo viene compresa nella curatoria di Gippi, nel giudicato di Cagliari. Nel 1258 passa ai conti della Gherardesca, e nel 1323 viene conquistata dagli Aragonesi. Successivamente appartiene a Giovanni Civiller, ai De Besora, ai Garp e infine ai Bon Crespi di Valdura. Del comune di Serramanna nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella nuova del Medio Campidano, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Successivamente nel 2016, con l'abolizione di quest'ultima provincia, passa alla nuova provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SerramannaA Serramanna è attiva la Associazione Culturale su Stentu di Serramanna. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a serramanna vanno citati, il 15 maggio, la festa di Sant'Isidoro; l'8 settembre, la festa di Santa Maria; il 6 novembre, si festeggia il Patrono, San Leonardo. Visita del centro del paeseL'abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l'andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Anche a Serramanna la parte più antica dell'abitato è caratterizzata dalle tradizionali case campidanesi. L'elemento più prestigioso della casa Serramannese è l'arco, il cui elemento principale è rappresentato dalla chiave di volta, in genere scolpita sulla pietra. Le decorazioni più comuni sono la data di costruzione, le iniziali del padrone di casa, gli strumenti inerenti le attività artigiane che avevano sede nell'abitazione, una foglia di acanto, un particolare di animale. Possiamo, ora, visitare il centro del paese. La chiesa parrocchiale di San Leonardo
La stazione ferroviaria di Serramanna e Nuraminis
Visita dei dintorni di SerramannaNei dintorni di Serramanna non sono stati portati alla luce retsi di siti archeologici particolarmente significativi. Il santuario di Santa Maria di Monserrato
Nel 1843, durante gli scavi per la costruzione della nuova sacrestia, sono state scoperte le fondamenta di una costruzione nuragica, ossia del nuraghe di Santa Maria sul quale è stata edificata la chiesa, ed anche diverse tombe del periodo punico ed oggetti del periodo romano, materiale attualmente custodito presso il museo Nazionale archeologico di Cagliari.
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Monreale recandoci a visitare Vallermosa, della quale vedremo il centro ed i dintorni, nei quali si trovano le tombe di Matzanni. | ||||
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