44 - DOMUS DE JANAS DI SA TOA Provincia - Nuoro Comune - Bolotana Località - Sa Toa Posizione - IGM Foglio 297 IV NO Bolotana 40°17’27” - 3°25’58” Quota - m 200 s.l.m. Scavata sulla sponda occidentale del Tirso, in prossimità del suo affluente Riu Giuncarzu, la domus si apre in un affioramento di tufo calcareo ricoperto da uno strato di sabbione alluvionale. Dell’ipogeo si può vedere soltanto una piccola breccia, mentre i portelli sono stati completamente obliterati e per questo non è possibile conoscerne la stesura di pianta. Da questa domus, a dire del Cherchi, provengono delle tazze fittili che andarono disperse, ad eccezione di una di esse, con ansa forata, che venne descritta dallo stesso Cherchi: diam. di base m 0,07; diam. orlo m 0,11; alt. m 0,08. Bibliografia CHERCHI 1952-53, scheda n. 90 505 45 - RESTI DI ANTICO EDIFICIO Provincia - Nuoro Comune - Bolotana Località - s’Ispinarba Posizione - Foglio 207 IV NO Bolotona Nel maggio del 1952 veniva segnalato alla competente Soprintendenza alle Antichità della Sardegna che “i fratelli Nieddu Bachisio Giovanni e Nieddu Salvatore nello smuovere dei blocchi affioranti a qualche metro dalla casetta colonica sita nella località di s’Ispinarba, hanno messo in luce fondazioni di antichi edifici”. Furono recuperati, in quella circostanza, una figurina di bronzo raffigurante un essere umano; numerosi frammenti di ceramica non decorata; tre ciotole di cui una ornata da un serpentello sul fianco; copiosi pesi di bronzo, localmente detti “pipias”. I resti di queste “antiche fondazioni” si trovano a circa 500 metri a NO delle domus eponime, a 200 metri a Est dal riu s’Ena ‘e sa Pira, dietro una casetta colonica. I proprietari del terreno, nell’intento di procurare pietra per recingere il loro podere e incuriositi dall’affiorare di qualche coccio nuragico, avevano prodotto uno scasso sul terreno, profondo circa 1 metro. Questa operazione aveva messo parzialmente a nudo la base di una costruzione megalitica, e più propriamente il paramento interno di essa, composto da brevi muri rettilinei, incontrantisi a formare angoli vivi, eccetto il lato Ovest ove il tracciato dei blocchi rientrava a linea curva. A Nord e a NO si aprivano due specie di nicchie. Dalla descrizione del Cherchi potrebbe trattarsi di un nuraghe a pianta particolare, purtroppo non è possibile confermare o meno questa ipotesi. A breve distanza da questa costruzione era presente un piccolo pozzo profondo 4/5 metri, dal diametro di m 0,60. La canna cilindrica, composta di medie pietre allo stato grezzo, era ricoperta alla sommità da 2/3 massi. I materiali parzialmente recuperati sono stati descritti dal Cherchi: a) lampada a cucchiaio, in due pezzi, con superficie spatolata nero-marron. E’ slabbrata alla punta e al manico. E’ lunga m 0,09, larga alla base m 0,033, all’orlo m 0,05; alt. m 0,02; b) ciotola di rozzo impasto color terra, in tre pezzi: diam. base m 0,08, all’orlo m 0,095, alt. m 0,033; c) ciotoletta d’impasto fine, ingubbiata, bicroma, con superficie marron-cuoio ed interno nero lucido. È slabbrata. Diam base m 0,022, all’orlo m 0,08, alt. m 0,035; d) frammento di colonnina fittile terminante a coffa e svuotata alla sommità a ventosa: alt. m 0,35, diam. coffa m 0,015, circonf. media m 0,032; e) piccola fusarola fittile a tronco di cono: diam. 0,025, spess. m 0,012, foro eccentrico diam. 0,009; f) bastoncino cilindrico di bronzo massiccio a 8 scanalature: lungh. m 0,11, diam. m 0,013; g) frammento di punteruolo in bronzo, cilindrico; h) figura in bronzo, ottenuta per fusione a stampo,