- 159 - Wandah e suo figlio limitarono... Sudì qualche grido, ma innanzi che gli Harmelk potessero ancora sparare, furono presi da braccia vigo- rose che li legarono, li bendarono, e gli gettarono in fondo alla carrozza, che riprese la sua corsa. Dopo qualche momento, probabilmente allo sbocco della galleria, si fermarono. Un fischio attraversò ancora laria, e gli zingari sali- rono a cavallo. Da quel momento gli Harmelk non udirono altro ru- more che il roteare della carrozza sulla sabbia della steppa, e il galoppo dei cavalli degli zingari. Amico aveva detto: Non temiamo. Sono gli zingari che cimporranno qualche taglia e poi ci lasceranno andare! . Daltra parte Giorgio non era scontento, perché tutto ciò for- mava unavventura di viaggio che egli avrebbe raccon- tata di poi, colorandola, agli amici di Perm... Ad Amico sembrò a un certo punto di udire come lo scroscio di un fiume, poi lo stormire delle foglie, e che salissero attraverso un sentiero dirupato di montagna. Quanto tempo camminarono? Molte ore, perché, quando la vettura si fermò, e ad essi fu levata la benda, albeggiava. Amico non si era ingannato. Erano in una montagna, dai grandi massi coperti di mu- schio e di felci, dirupata, ove crescevano grandi alberi. Era un luogo assai selvaggio, ma poetico, pieno dombre, di sterpi verdeggianti e di folte erbe che cre- scevano nelle spaccature dei massi.