IL NATALE DEL CONSIGLIERE
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verdastri.
Vedrete, lo leccherò che non ci sarà biso-
gno di lavarlo...
Nel tegame tengo la porzione di Battista. S
egli
tarda a rientrare, e se è andato al villaggio e quindi alla
bettola, tarda certo, noi mangeremo.
Allora i ragazzetti s
affacciarono alla porta, si spin-
sero fino alla muriccia per spiare se il casellante tor-
nava. La luna sorgeva dai monti di Nuoro, gialla come
una fiamma, saliva dall
una all
altra delle lunghe nu-
vole nere che macchiavano il cielo pallido della sera: i
binari scintillavano, lungo la strada, come fili d
acqua,
e le macchie e le roccie, nel chiarore incerto, sembra-
vano bestie addormentate.
I bimbi erano superstiziosi, ma anche coraggiosi;
aspettavano sempre di veder passar di corsa cavalli e
cani leggendari, o il demonio travestito da pastore, con
una kedda
(branco) di anime dannate convertite in cin-
ghiali, o di veder una dama bianca seduta su un
altura
a filar la luna. Antoneddu viveva in attesa del passaggio
della Madonna travestita da vecchierella mendicante,
Grassiedda, la biondina balbuziente, guardava se ve-
deva il cielo aprirsi
e, attraverso le luminose porte di-
schiuse, fiammeggiare il mondo della verità: e An-
tonietta pensava con terrore, ma anche con un certo pia-
cere, a Lusbé, il capo dei demoni, e Bellìa, il fanfarone
della compagnia, affermava di aver già veduto un gi-
gante, una cometa, lo stesso Anticristo seduto su un
asino nero.