Un secolo di vicende agricole. L'Onocento a Santu Lussurgiu, tra conservazione e modernità. Le pressioni degli allevatori favorevoli all'uso del p.s.i. e l'evidenza del- l'errore in cui si perseverava, messo in evidenza dallo scarso numero di maschi e femmine selezionati, portarono all'abbandono della linea arabista, diremmo, integralista. Grazie ad una discreta quantità di stalloni e fattrici indigene dell' allevamenti "libero", quindi non selezionato, "si venne un po' alla volta, a fonnare quel gruppo di stalloni, qualificati sulla carta sardo-arabi, oggi esistenti nel Deposito di Ozieri e degni di considerazione"71. 3.3 Don Deodato, grande zootecnico ed appassionato allevatore "Insigne maestro dell'ippologia sarda"72 così il dotto Lucio Gratani, per lunghi anni Direttore dell'Istituto Incremento Ippico di Ozieri, definisce don Deodato Meloni. Fu senz'altro tra gli zootecnici sardi del suo tempo una delle figure più imponenti, stimatissimo a livello nazionale ed internazionale. Il taglio scientifico molto profondo derivatogli da un' ottima formazione universitaria e dall'influsso che su di lui esercitò il padre don Nicolò Meloni, fine studioso e accademico dell'università di Torino nonché sperimentatore in proprio, si sposa armoniosamente ad una profonda conoscenza diretta delle pratiche zootecniche e agricole in generale. Egli rappresenta ancora oggi una pietra miliare per generazioni di tecnici, esperti e stimatori. Emerge in tutta l'attualità e la modernità del pensiero e dell'indirizzo selettivo da lui propugnato. La storia e i fatti, come quasi sempre accade ai grandi, gli diedero ampiamente ragione negli anni a venire. Citiamo alcuni passi che, anche per la perfetta forma letteraria, sono estremamente didattici e piacevoli: "All'osservazione che il p.s.i. mal si adatta all'incrocio con le nostre cavalle abbiamo contrapposto il fatto incontestabile, che la parte migliore della produzione cavallina sarda del passato e del presente proviene da quell'incrocio, il che dimostra che il p.s.i. e i suoi derivati si sono allevati, e tanto più si possono allevare ora in Sardegna, nonostante la tanto ripetuta obbiezione della magrezza dei pascoli. La Sardegna ha pascoli magri dove vivo- no i ponyes* , le vaccherelle da un quintale e le capre, e ne ha degli ottimi, quali quelli delle vallate del Tirso, del Coghinas, del Flumendosa, del Rio Mannu, del Rio Turritano, e come quelli del Marghine, dell'Ozierese, dell' Anglona e della piana di Oristano ecc. dove vengono magnificamente allevate la razza bovina bruno sarda e modicana sarda, e dove si sono allevati i derivati inglesi e lo stesso puro sangue. E se allevandoli nel passa- to, cioè in un periodo di agricoltura molto più arretrata, i Sardi conseguirono i progressi constatati nella Mostra di Macomer del 1909, e per merito dei quali la produzione attuale ancora si regge, è da ritenere che ne ricaverebbero oggi risultati migliori [... ] Sono miglio- rati i pascoli, ed abbiamo enonnemente progredito nella produzione dei foraggi, inoltre le 71 D. MELONI, Indirizzo ecc. op. cito p. 34. 7l L. GRATANI, Cavalli di Sardegna, Edizioni Chiarella Sassari. ] 982 p. 2]. * Oggi diremmo Cavallini della Giara. 363