l Ricordi di Santu Lussurgiu l'anarchia feudale", com'era quello di Santulussurgiu»56. Uomo d'ordine il Porcu fu di sicuro, ma soprattutto un fedele esecutore della politica riformistica promossa in Sardegna dal regime sabaudo, specie in campo agricolo, alle cui direttive, come risulta da più luoghi della sua opera, egli si allineò in maniera pressoché pedissequa ed apparentemente convinta 57 Egli, d'altra parte, apparteneva a una generazione che vide verificarsi, in rapida successione, i più profondi rivolgimenti politici e sociali: la monarchia assoluta e la rivoluzione francese; la cacciata da Cagliari dei Piemontesi e l' e- silio in Sardegna dei Savoia; le rivolte antifeudali e la congiura di Palabanda, naufragata nel sangue; l'epopea napoleonica e la Restaurazione; i moti libe- rali del 1821 e la loro spietata repressione; le fallite insurrezioni del biennio 1833-1834 e la concessione, nel marzo del 1848, di quello Statuto che sareb- be poi diventato la Costituzione del nuovo Regno d'Italia. AI di di ogni altro giudizio di merito, dunque, sembra più che normale tanta proterva cautela (per usare un aggettivo caro al Porcu) nel manifestare pubblicamente il pro- prio pensiero, specie per un alto funzionario statale costretto a districarsi in un contesto storico e ambientale, come quello appena descritto, quanto mai instabile e costellato di insidie. I principali ideali politici del Porcu sembrerebbero tuttavia ridursi allegit- timismo monarchico e in ultima analisi al legalismo, come ad esempio tra- spare dal suo sprezzante giudizio chiaramente espresso, in Osservazioni cri- tiche, proprio in merito alla sollevazione sarda del 1794, che certo non sareb- be piaciuto al Cherchi Paba: «Se fosse lecita l'opposizione de' particolari ad ogni tratto mal inteso d'un governo legittimo, i popoli sarebbero i despoti assoluti nell'anarchia, ed ogni governo sarebbe nullo in mezzo a tantafrene- sia popolare. Tumultuoso dispotismo di pochi (per lui, i caporioni cagliarita- ni) ch(! aggiravano una banda di clientela armata fu quella scarcerazione (dell'avvocato cagliaritano Efisio Cabras), e lo fu non meno lo sfratto succes- sivo suddetto (la cacciata dei Piemontesi), benché effettuato colla massima moderazione, e riguardi dovuti»58. Nessuna simpatia democratica, dunque, ma neanche il semplice codinismo dovevano contraddistinguere il pensiero politico del Porcu, che infatti sem- brerebbe essersi orientato in senso liberale. Ne costituirebbero altrettante riprove, per quanto formate post eventum e quindi ideologicamente sospette, alcune sue opere inneggianti alla concessione dello Statuto albertino e all'in- troduzione della monarchia costituzionale, quali il già ricordato Sonetto ed iscrizioni italiane e latine in morte del Re Carlo Alberto I. Cagliari 6 ottobre 1849, stampato a Cagliari in quello stesso anno; la riflessione Sulle Camere e CHERCHI PABA, Don Michele Obino, cit., p. 14, nota 5. 57 Sull'argomento cfr. in generale DEL PIANO, La Sardegna nell'Ottocento. cit.. pp. 83-103, e la relativa bibliografia a pp. 408-411. 51 PORCV, Ossen'azioni critiche, cit., p. 245. 381