669. Sfilata “Grotta Marcello”, Cagliari, 1951, foto d’epoca.
Al centro, fra le modelle, l’esordiente sarto d’alta moda Roberto
Capucci mentre raccoglie gli applausi del pubblico al termine
della sfilata. Capucci aveva disegnato e realizzato per l’occasione
circa 70 modelli.
670. Umba (Umberto Giacopazzi), 1956 ca., modello ESVAM, in
Artigianato sardo
, Cagliari 1957.
671. Umba (Umberto Giacopazzi), 1956, modello ESVAM, in
Novità
,
n. 68, Milano, giugno 1956.
672. Umba (Umberto Giacopazzi), 1954 ca., modello ESVAM,
in P. Marica,
Orgosolo
, Roma 1954.
673-674. Giovanni Antonio Sulas, gonna, 1959 ca., modello OECE,
carta con decori a inchiostro, Nuoro, Archivio per le Arti Applicate.
675-676. Giovanni Antonio Sulas, decoro per calzatura femminile,
1959 ca., modello OECE, tempera e pastello su carta, Nuoro, Archivio
per le Arti Applicate.
Queste tomaie, progettate in seta elasticizzata colore nero o oro,
presentano motivi sardeschi da Sulas riletti in piena adesione
al gusto anni ’50. Alla realizzazione erano chiamate le ricamatrici
di Oliena, esperte nell’uso dei fili policromi. I preziosi manufatti
finali erano destinati al mercato nordamericano.
proposti in una sfilata cagliaritana allestita presso la Grot-
ta Marcello in piazza Jenne, occasione il cui intento ha
più un senso dimostrativo che la consacrazione di un fi-
lone di ricerca “sardo”, ancora da mettere a fuoco.
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All’esperimento, subentrando a Capucci, partecipa più
tardi il disegnatore Umberto Giacopazzi (Umba era il
suo pseudonimo) le cui creazioni, fotografate nel 1954
da Scrimali (alcune
locations
saranno ambientate presso
le Saline di Cagliari), vengono indossate, come già per
Capucci, dalla celebre modella di Dior, Ivy Nicholson.
Lo spirito dell’operazione, centrata sull’abito moderno a
partire dal reimpiego di tessuti artigianali, è ribadito nelle
parole di Pasquale Marica che, nel suo libro
Orgosolo
,
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riportando l’immagine di un modello disegnato da Um-
ba, descrive il progetto portato avanti da Maria Foschini
(della quale pubblica uno scritto) come «uno dei mezzi
pratici coi quali si può saldare l’anello rotto che non
consente alla Sardegna di ancorarsi del tutto all’Italia».
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L’operato dell’ESVAM sarà ereditato dal nuovo Ente re-
gionale ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Ar-
tigiano, ufficialmente varato nel 1957) che ne acquisisce
i modelli, proponendoli nel corso di una sfilata l’anno
successivo a quello inaugurale del Padiglione sassarese,
vetrina istituzionale aperta dal novembre 1956. Evento
che tuttavia posticipa quello di Napoli nel quale gli ele-
ganti abiti d’ispirazione sarda erano stati presentati il 18
febbraio 1956 al Palazzo dei Congressi nell’ambito della
Mostra d’Oltremare, accanto alle collezioni di sarti d’alta
moda italiana già affermati: erano presenti con i loro
abiti Schubert, Mingolini-Guggenheim, Ferdinandi, Gio-
vanelli-Sciarra da Roma, Bellenghi e Pucci da Firenze,
Germana Marucelli da Milano, e come giovani promesse
furono premiati per i loro abiti Fausto Sarli e Umba.
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Sarà il fondatore e ideologo dell’ISOLA, Eugenio Tavolara
(Sassari, 1901-1963),
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a sostenere in Sardegna l’attenzione
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