associazione è quella con gli “occhi di Santa Lucia” e
con le cipree, in forma di rametto o di sferette, di vero-
niche incastonate in argento, nonché di piccoli teschi
(fig. 723).
Conchiglie: “occhio di Santa Lucia” e ciprea
Altro amuleto diffusissimo nell’isola, e in particolare in
Barbagia, a protezione dal malocchio è
sa preda de
s’okru
costituito dall’opercolo della conchiglia
Turbo ru-
gosus
– comunemente chiamato fava marina o “occhio
di Santa Lucia” – incorniciato da una lamina d’argento
(figg. 725-726). Gli opercoli, comunissimi da trovare sulle
spiagge dell’isola, si usavano anche montati negli anelli e
associati a
spuligadentes
e ad altri oggetti protettivi.
«Alla classe degli amuleti appartengono pure le pietre,
portate appese al collo o cucite o nascoste nelle vesti.
C’è in primo luogo la
preda ’e ogu
già menzionata lad-
dove si è parlato della “medicina dell’occhio”. Questa
stessa pietra o veramente conchiglia, si porta in tutto il
Nuorese contro il malocchio; la conchiglia viene, a que-
sto scopo, rinchiusa in un cerchietto di metallo, ordina-
riamente d’argento, e portata come medaglione, di cui la
parte posteriore viene nascosta da un pezzettino di
broccato e da un vetro che lo protegge; invece del broc-
cato vi si mette alle volte anche qualche ritrattino, spe-
cialmente quello della Regina».
30
Nell’Italia centromeridionale era ampiamente utilizzato
contro il malocchio, a protezione della vista e della ferti-
lità femminile. In Spagna è chiamato
Haba de Santa Lu-
cia
e si usava contro le emicranie e per risolvere i pro-
blemi di vista. Inoltre «il disegno a spirale che presenta la
conchiglia ricorda l’embrione umano, per cui si suppone
sia utile contro la sterilità. Secondo Joan Amades si usava
raccogliere le fave di Santa Lucia nei pressi degli eremi
dedicati a Santa Lucia, santa protettrice della vista».
31
Questi amuleti sono tuttora prodotti in gran parte del-
la Sardegna.
Un’altra tipologia molto diffusa in tutta l’isola era forma-
ta da esemplari di cipree (figg. 727-732), conchiglie di
forma ovale, e liscia, prevalentemente del tipo leopar-
dato. La conchiglia veniva montata in argento e ornata
di sonagli; per la chiara allusione all’organo genitale
femminile era considerata in grado di propiziare fertilità
e ricchezza. L’oggetto veniva anche chiamato
sorighe
,
soriche de mare
,
porceddana de mari
,
porcheddu
. An-
che quest’amuleto risulta molto presente nei documenti
d’archivio dei secoli XVI-XVIII.
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Fossili: cuori in pietra stellaria, denti di squalo
Sono altresì presenti nelle maggiori raccolte dell’isola al-
cuni amuleti generalmente a forma di cuore, costituiti
da un corpo piatto in pietra fossile su cui viene applica-
ta una cornice in lamina d’argento col bordo dentellato
e quasi sempre abbellita con applicazioni in filigrana
(figg. 739-740). Le dimensioni medie di questi oggetti
sono di 4 cm di altezza e 3 cm di base, con una spesso-
re di 5 mm. Il materiale più frequentemente utilizzato è
347
698.
Coppia di manufica
pietra montata in argento con granulazione, lunghezza 3,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
699.
Manufica
osso montato in argento, lunghezza 4,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
700.
Manufica
giaietto montato in argento, lunghezza 4,6 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
701.
Manufica
corallo montato in argento, lunghezza 7 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
702.
Manufica
corallo montato in argento, lunghezza 7,4 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
703.
Manufica
corallo montato in argento, lunghezza 6,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
704.
Manufica
corallo montato in argento, lunghezza 3,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
705.
Manufica
corallo montato in lamina d’argento con ornamenti in filo
ritorto e castoni in pasta vitrea colorata, lunghezza 3,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
706.
Manufica
corallo montato in lamina d’argento, lunghezza 2,8 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
707.
Manufica
corallo montato in lamina d’argento, lunghezza 2,5 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
708.
Manufica
corallo montato in lamina d’oro, lunghezza 3,1 cm,
Cagliari, collezione Cocco.
709.
Manufica
corallo montato in lamina d’oro, lunghezza 2,7 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
710.
Manufica
corallo montato in lamina d’oro, lunghezza 3 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
711.
Manufica
corallo montato in lamina d’oro, lunghezza 3,3 cm,
Nuoro, Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde.
la pietra stellaria o stregonia, una madrepora fossile ben
nota nel repertorio degli amuleti italiani ed europei e
attestata anche in varie zone della Sardegna.
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«La pietra stregonia sotto forma di ciottolo levigato o di
tavoletta cordiforme, rappresenta un amuleto ricerca-
tissimo e comune in un’area notevole dell’Italia centra-
le, segnatamente nell’Abruzzo aquilano, ove sono fre-
quenti i giacimenti geologici, ricchi di madrepore e di
coralli fossili. Posseggo però nella mia collezione amu-
leti di tal sorta, provenienti anche dalle isole di Sarde-
gna e di Sicilia.
La virtù principale conferita a codesti amuleti è quella
di proteggere dalle insidie, dalle molestie delle stre-
ghe, singolarmente i bambini, sul petto dei quali, co-
me àncora di salvezza, si vede frequentemente appesa
la pietra stregonia, sotto forma di cuore».
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