L
a festa della Pasqua affonda le sue radici nei rituali
arcaici dei popoli dell’area mediterranea legati al
culto della morte e rinascita del dio della vegetazio-
ne, cui la religione ebraica e quella cristiana diedero un
nuovo significato. Il termine
Pasqua
, tramite il latino
Pa-
scha
, deriva dall’aramaico
Pasha
(in ebraico
Pesàh
), che
indicava una celebrazione primaverile delle tribù semite,
in cui confluirono due tradizioni. La prima è quella della
Pasha
(“passare oltre”, “saltare”), festa dei pastori nomadi
che, al primo plenilunio di primavera (mese di
Nissan
, tra
marzo e aprile) in partenza per i pascoli esti-
vi, immolavano i primogeniti del gregge co-
spargendo col sangue capanne e animali
per proteggere famiglie e armenti dalle
calamità. Fulcro della cerimonia era una
danza rituale che consisteva in una se-
rie di salti (da qui il senso di “saltare”).
La seconda tradizione è la
Hag hamatzot
,
festa degli Azzimi (dal greco “azùme”, senza lievito), cele-
brazione agraria il cui simbolo era il pane non lievitato fat-
to con il primo frumento. Le due celebrazioni si fusero nel-
la
Pasha-Hag hamatzot
quando le tribù divennero seden-
tarie. Avanti nel tempo, 1500 anni prima di Cristo, Mosè
rinnovò il rito: passare oltre, sacrificare l’agnello, astener-
si dal cibo lievitato, coincisero con il ricordo del
passaggio
del popolo ebreo dalla schiavitù in Egitto alla libertà. Alla
vigilia della
Pasha-Hag hamatzot
Mosè ordinò ad ogni fa-
miglia ebrea di prepararsi per la fuga immolando un
agnello sano di un anno e segnando con il sangue le porte
delle case. La notte un angelo di Javhè
passò
e uccise tutti
i primogeniti egiziani,
saltando
le case di coloro che aveva-
no segnato le porte con il sangue. Gli ebrei fuggirono senza
avere il tempo di far lievitare il pane. La
Pesàh-Hag hamat-
zot
in ricordo dell’evento inizia il 15 del mese di Nissan: i
giorni precedenti sono dedicati a una scrupolosa pulizia
della casa per eliminare ogni residuo di sostanze lievitate.
La tradizione semita e quella mosaica si incontrano nel ri-
to della
Cena Pasquale
: sulla tavola, fra gli altri cibi simbo-
lici che ricordano la schiavitù in Egitto, vi sono il pane azzi-
mo e un uovo sodo.
Proprio durante la celebrazione della Pa-
squa ebraica avvenne la
Passione
di Ge-
sù Cristo, crocifisso quando “Mancavano
due giorni alla Pasqua e agli Azzimi”
(Marco 14,1). Con il suo sacrificio e la sua
Resurrezione il nuovo Agnello segnava il passaggio
a una nuova vita spirituale per l’umanità. I riti pasquali cri-
stiani ereditarono molti elementi dalla Pasqua ebraica: il
nome, la data, la struttura liturgico-teologica con la sim-
bologia dell’agnello, del pane non lievitato (pane Eucari-
stico), dell’uovo. Ma rimandano a un’origine precristiana:
infatti l’archetipo del Cristo-dio salvatore risolve le oppo-
sizioni di spirito e materia, di vita e morte, allo stesso mo-
do delle divinità precristiane primaverili che muoiono e ri-
nascono per rigenerare la natura, come Osiride, Dioniso,
Attis. Persino la dea celtica della fertilità Eostre, da cui de-
i riti della settimana santa in sardegna _ 7
I RITI DELLA SETTIMANA SANTA