N
ei membranofoni, come lascia intendere il termine, a ge-
nerare l’effetto sonoro sono delle membrane elastiche
opportunamente tese su un supporto. Anche qui, come negli
idiofoni, le distinzioni interne a questa classe fanno riferi-
mento sia alla struttura dello strumento, sia alla tecnica con
cui viene utilizzato.
Nell’Isola sono attestati anzitutto i tamburi cilindrici bipelle,
strumenti (come i
tumbarinos
di Gavoi, di Aidomaggiore, il
tamburo di Sassari e quello che si suonava insieme al
sulittu
)
costituiti essenzialmente da un cilindro di legno, sughero o me-
tallo ai cui bordi sono tese le pelli. Una di queste pelli viene
percossa con uno o due mazzuoli; l’altra, spesso attraversata da
una cordicella (bordoniera o cordiera), vibra per simpatia, sol-
lecitata cioè dall’onda sonora prodotta dalla prima pelle.
Il
tamburellu
e il
tumbarineddu
sono invece tamburi monopel-
le. Nel primo la pelle è tesa su una cornice che alloggia anche
cimbalini e campanelle metalliche (che evidentemente sono da
considerare come accessori idiofoni); il secondo è un vero e
proprio tamburo cilindrico in miniatura.
In questi due strumenti il suono è prodotto con le dita e il
palmo della mano, mentre in altri tamburi come i
trímpanus
e
il
mumusu
l’effetto è provocato dallo sfregamento di una cor-
dicella collegata alla membrana. Sono infatti tamburi a frizio-
ne che a differenza dei tamburi descritti in precedenza non
hanno un vero e proprio uso musicale ma si usavano e tuttora
si usano per produrre effetti sonori.
L’ultima e curiosa sottoclasse di membranofoni è quella dei
mirliton
, noti in epoca moderna come
kazoo
. La membrana
non viene né percossa né sfregata bensì vibra per simpatia con
la voce immessa nello strumento a fior di labbra. Non produce
quindi suoni propri ma modifica il timbro della voce umana.
I MEMBRANOFONI
Bipelle
Monopelle
A frizione
MIRLITO N
TAMBURI
Tumbarinos di Gavoi
Tamburellu
Trímpanu
Mumusu
Tamburu di Sassari
Tumbarinu di Aidomaggiore
Tumbarineddu
Flautu ’e canna
68.
Sortilla ’e tumbarinos
,
Gavoi, carnevale 1992
(foto Enzo Vacca)
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