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arricchimento, abbellimento, ingrandimento; in ciò probabil-
mente favorito da una complessiva maggior disponibilità eco-
nomica e da una propensione ormai diffusa in tutta la Barbagia
alla spettacolarizzazione degli elementi materiali e immateriali
della ritualità tradizionale.
Sull’origine e il significato del pane di San Giovanni sono state
fatte diverse ipotesi: qui di seguito si dà conto molto brevemen-
te di quanto è stato scritto da tre cultori di studi archeologici, et-
nografici e storici, nonché fonnesi di nascita o d’adozione.
Il primo, Antonio Mereu, ritiene che
su cohone ’e vrores
, come i
diversi rituali praticati in occasione della festa di San Giovanni
Battista, «debba riecheggiare gli antichi culti agrari di ringrazia-
mento alla divinità per l’annata trascorsa e di lieto auspicio per
la futura; anche sui giardini di Adone (“su nenneri”) come ripor-
ta il Lamarmora, era infatti buona usanza porre una figurina
umana di pasta a simbolo di buona ventura nel vincolo del
comparatico di S. Giovanni».
2
Il secondo, Michele Carta, mentre conferma che il significato e le
origini del pane sono avvolti nel mistero, riporta, un racconto po-
polare secondo il quale nel 1865 per liberare i campi invasi dalle
cavallette gli abitanti di Fonni, dopo aver invano richiesto l’inter-
cessione di San Giovanni Battista, si rivolsero a Predi Murru, un
prete
maiargiu
(mago). Predi Murru fece scomparire le cavallette,
ma purtroppo con esse anche gli uccelli dei campi. Si salvarono
dei cuculi e le uova rimaste nei nidi di varie specie di uccelli; i cu-
culi prepararono allora un grande nido nel quale, con l’aiuto dei
contadini, vennero trasportate le uova superstiti perché venisse-
ro covate. Per primo si schiuse un uovo di storno: il nuovo nato si
posò su un cuculo. «In seguito si schiusero le altre uova e la cam-
pagna si ripopolò di nuovo con uccellini di tante specie … e la
terra tornò a produrre le sue messi. L’anno successivo, nel 1866, i
contadini confezionarono
Su Cohone ’e vrores
in ricordo del nido
che ridiede la vita agli uccelli e fece rifiorire i campi».
3
Il terzo, Franco Diana, attraverso un ampio ed erudito
excursus
che percorre i domini dell’archeologia, dell’etnologia, della mi-
tologia, della storia delle religioni, avanza l’ipotesi di una rela-
zione di significato tra l’uccello sull’astina di canna, elemento
iconografico caratterizzante il pane di San Giovanni, e la rappre-
sentazione dell’uccello stante su un’asta, dipinta accanto alla fi-
gura dello sciamano nella grotta di Lascaux (Francia), risalente
al paleolitico superiore. Secondo le parole di Diana «tutto par-
rebbe condurci a considerare l’origine dell’attuale conformazio-
ne del “pane” nel quadro dei riti agrari dei piantatori del Neoliti-
co, derivanti a loro volta da antichi culti pre-neolitici costituitisi,
in ultima analisi, … nel mondo dei cacciatori vissuti nell’ultima
fase del Paleolitico europeo».
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Lo studio di Diana offre indubbiamente molti elementi di interes-
se e di originalità e invita a percorrere itinerari non molto praticati
nelle ricerche di storia delle tradizioni popolari della Sardegna.
Nello stesso tempo lo sguardo verso tempi e luoghi lontani può
impedire di posare gli occhi e l’attenzione su una serie di eviden-
ti relazioni e dati legati alla figura del Santo cui il pane è intitola-
to: per esempio la colomba, simbolo universalmente riconosciu-
to di San Giovanni Battista e la data di smembramento/morte
del
cohone
, con distribuzione delle parti ai componenti del
sociu
il 29 agosto, giorno nel quale si celebra la ricorrenza della morte
per decapitazione del Santo. Ma questi sono tutti temi che an-
drebbero oltre le funzioni di informazione generale e di mode-
sta relazione etnografica affidate a questo breve scritto.
Note
1. M. Carta, S. Ligios 1994.
2. A. Mereu,
Fonni resistenziale nella Barbagia di Ollolai e nella storia dell’iso-
la
, Nuoro 1978, p. 254.
3. M. Carta, S. Ligios, 1994, p. 63.
4. F. Diana 2001, p. 139.
470
471
470. Benedizione de
su cohone ’e vrores
durante la messa del giorno
di San Giovanni, Fonni, 24 giugno 2005 (foto Daniela Zedda).
471. Il cassiere del
sociu de Santu Giuanni
alla fine della processione,
distribuisce gli uccellini (
pugiones
) ai cavalieri che hanno accompagnato
il simulacro di San Giovanni, Fonni, 2005 (foto Daniela Zedda).