Il fascismo e la seconda guerra mondiale tra storia e ricordi Gli anni del dopoguerra, segnati da una profonda crisi politica e sociale, videro l’affacciarsi, in Italia e in Sardegna, del movimento fascista. Dopo la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Mussolini ottenne l’incarico di formare il nuovo governo. In soli due anni, egli instaurò la dittatura e diede avvio ad una serie di modifiche istituzionali. Nel 1925 fu soppresso l’ordinamento amministrativo basato sui Consigli di Comunità. Il Parla- mento approvò il disegno di legge che prevedeva l’istituzione nei comuni fino a cinquemila abitanti delle consulte comunali e dei podestà. Questi, nominati con decreto reale, assunsero tutti i poteri prima esercitati dal consiglio comunale, dalla giunta e dal sindaco. A Siliqua, la soppressione del Consiglio di Comunità e sua sostituzione con la figura del Pode- stà si ebbe il 24 luglio 1926, con la nomina del dottor Ercole Massa, già sindaco nel 1925. In questo periodo, Siliqua, come del resto tutta la Sardegna, usufruì dei finanziamenti previsti dalla cosiddetta legge del miliardo del 6 novembre 1924. Compenso per le perdite subite dall’Isola nella prima guerra mondiale, ma soprattutto tentativo di portare dentro il fascismo i combattenti sardisti, questa legge prevedeva lo stanziamento di mille milioni di lire in un periodo di dieci anni per l’edificazione di opere pubbliche come strade, scuole, ferrovie, fognature e ospedali. Nel 1925, tra Siliqua e Villacidro fu intrapresa la bonifica idraulica di un territorio di 22.000 ettari. Ciò faceva parte della politica di bonifica integrale voluta dal governo, estesa a tutta la Sarde- gna, concentrata nelle aree considerate più importanti, come ad esempio la pianura del Campidano e la costa, le zone vicino alle riserve d’acqua e ai mercati. Essa aveva un duplice scopo: rendere fertili terreni paludosi o aridi e risanare le aree malariche.