I VASI DI TERRACOTTA Fra i vasi, trovati nelle tombe puniche, bisogna distin- guere quelli punici dai greci. Una classificazione, sia pure sommaria, dei vasi punici è impossibile farla, per man- canza di spazio. 59 È inutile ch’io dica che si tratta di anfore, giare, broc- che, orci, ciotole, tazze, crateri, balsamari, piatti e piattelli, perché tali nomi sono applicabili anche ai prodotti cerami- ci degli altri popoli. Sono la forma e la decorazione che variano da popolo a popolo per ogni tipo di recipiente. Per dare un’idea di questi vasi mi limito a menzionare le grandi anfore a siluro e con puntale, alte quanto un uo- mo di media statura. Il puntale o peduncolo s’inseriva in apposito buco nel pavimento, sia della nave sia della casa, e così il vaso si reggeva in piedi. In alcuni pavimenti delle casette puniche di Nora sono presenti, nel battuto d’argilla, dei fori destinati, per l’appunto, a contenere i peduncoli delle anfore. Vanno anche menzionati due vasi di minore formato, trovati in una tomba della necropoli cagliaritana di Predio Ibba, perché sono i migliori di questa classe di manufatti (fig. 120). Sono due anfore a corpo all’incirca ci- lindroide allungato e terminante con una calotta ovolare e peducolata, con due piccole anse ad orecchia, collocate in alto, collo basso e bocca stretta, colore della cottura marro- ne-avana, con decorazione rosso-vino, dipinta a fascioni orizzontali e righe verticali rettilinee, alternate a linee ser- peggianti nella zona superiore, e sulla pancia un’iscrizione punica dipinta, che dice: «R M con sua moglie a PVT loro Signore» (cioè loro dio). 60 I due vasi funzionavano da cine- rari e sono databili a circa il IV secolo a.C. 276 59. Essa costituisce, limitatamente a Cartagine, il contenuto del grosso volume di P. Cintas, Céramique punique cit. 60. A. Taramelli, “La necropoli punica di Predio Ibba”, in Monumenti an- tichi dei Lincei, XXI, 1912, col. 127 ss.