monete di tipo punico, con immagini di divinità, simboli e leggende puniche, che ebbero corso concomitante con le monete romane. Infine è da notarsi che molte monete, fo- rate presso l’orlo, facevan da pendagli di collane, eran cioè degli amuleti, perché la faccia della dea, in esse inci- sa, respingeva le influenze malefiche. Quest’uso si ritrova, più tardi, in aurei e denari imperiali romani e poi ancora nelle medaglie cristiane di devozione. 71 Monete 319 71. Quest’argomento è stato studiato da E. Birocchi, “La monetazione punico-sarda”, in Studi Sardi, II, 1953. Vedi anche [Lorenzo] Forteleoni, “La monetazione punica in Sardegna”, in Ichnusa, I, 1959. 146-147. Moneta aurea di Cartagine Moneta d’oro cartaginese del IV secolo a.C. Il conio finissimo è da considerarsi opera di artefici greci di Sicilia. Nel dritto è il profilo di una testa di dea, intuita come una Demetra o una Persefone. Il rove- scio presenta un cavallo, animale sacro al dio Hadad e tipico della monetazione punica. La storia delle monete puniche non ha un pe- riodo arcaico, perché Cartagine non batté moneta prima della fine del V secolo a.C. quando, intrapresa la campagna del 409 in Sicilia, dovette pagare i mercenari, secondo l’usanza greca, in moneta invece che in natura. Le prime monete furono coniate in Palermo. Non aven- do una propria tradizione artistica Cartagine dovette servirsi d’incisori greci. Perciò lo stile delle monete puniche è puramente greco.