Gennaro Pesce volle riprendere il filo delle indagini da capo, puntando per la prima volta allo scavo delle aree urbane, onde definire in primis gli aspetti urbanistici, fino a quel momento sostanzialmente sconosciuti, delle città. La prima indagine progettata da Gennaro Pesce fu quella di Tharros, come ebbe egli stesso a raccontare nella sua Guida agli scavi della città. 82 Nel 1949 due giovani poeti, giornalisti, letterati, uno milanese, Enrico Emanuelli, l’altro sardo, Marcello Serra, furono rapiti, nel deserto di Tharros, dalla visione delle ossa candide racchiuse in un’urna dorata d’arenaria, che la sabbia “cedevole” aveva rivelato. Con queste parole Marcello Serra, sulla terza pagina dell’Unione Sarda, rivelava la scoperta di due nuove tom- be ai piedi della collina di Torre di San Giovanni. 83 Per la magistratura si trattò, tuttavia, non tanto di una visione estetizzante dell’antico, quanto di uno scavo clan- destino in piena regola. Fu questo «il banale episodio di manomissione» che fe- ce nascere in Gennaro Pesce «l’idea che, per fare finire una buona volta e per sempre il vandalismo a Tharros, era necessario realizzare un grande scavo». 84 Dovettero passare però sette anni prima che, il 18 giu- gno 1956, si desse «il primo colpo di piccone» (oggi si di- rebbe di piccozzina o di trawl, la cazzuola degli archeolo- gi inglesi) a Tharros. 85 Lo scavo rivelò quantitativi straordinari di materiali nu- ragici, fenici, punici, greci, romani, bizantini che la fertile 34 82. G. Pesce, Tharros. Guida agli scavi, Cagliari, 1966, p. 77 ss. 83. M. Serra, “Tra mare e sabbia le rovine di Tharros”, in L’Unione Sar- da, 11 giugno 1949, p. 3. L’articolo ebbe una pronta replica con la nota di G. Lilliu, “Fra le rovine di Tharros l’ombra di Lord Vernon”, in Il Quotidiano Sardo, 15 giugno 1949, p. 3. 84. G. Pesce, Tharros cit., p. 77. 85. G. Pesce, “Il primo scavo a Tharros (anno 1956)”, in Studi Sardi, XIV-XV, parte 1, 1957-58, pp. 307-372.