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«Studi e ricerche»,
IX (2016)
Gli studi successivi percorrono sostanzialmente i due filoni critici evidenziati
sinora: da una parte i legami con la pittura umbro-romana, dall’altra quelli meglio
documentabili con la pittura pisana.
Tra i lavori più recenti sono da segnalare le ricerche condotte da Sandra Sedda
29
,
specialmente sul fronte della lettura iconografica dei dipinti. Un contributo di Re-
nata Serra
30
che analizza il monumento e il suo apparato decorativo è contenuto nel
volume dedicato all’architettura preromanica e romanica in Sardegna realizzato in-
sieme a Roberto Coroneo.
La monografia di Alberto Virdis
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, dedicata agli affreschi di San Pietro di Galtellì
(Nuoro), analizza approfonditamente anche uno degli altri cicli parietali medievali
presenti in Sardegna. Chi scrive ha dedicato ai dipinti e al monumento due lavori,
nel 2009 e nel 2013
32
.
I dipinti
Il complesso decorativo si articola lungo tutta la superficie dell’abside centrale (fig.
3), dalla base al catino. Nella parte alta si trova il
Cristo in Maestà
inserito in una
mandorla di colore blu, rosso e verde. Il Redentore benedice con la mano destra e
con la sinistra tiene aperto il libro delle Scritture, su cui è riportata la frase
Ego sum
alfa et
Ù
primis et novissimus initium et finis
. Cristo è attorniato da due serafini a sei ali
e da due coppie di arcangeli, di cui tre abbigliati sontuosamente e uno con tunica,
pallio e
baculus
. Tutto il catino, così come le bande decorative e le scene sottostanti,
è contornato da una sottile cornice bianca e rossa, a gradini. A separare questa scena
dalla parte inferiore della decorazione è una fascia realizzata con motivo fitomorfo
su fondo scuro e recante al suo interno una serie di ruote intarsiate dipinte.
Nel registro sottostante, ai lati della monofora absidale, figura la Madonna af-
fiancata alla sua destra da san Pietro e sei apostoli. Dalla parte opposta dell’unica
apertura che dà luce al presbiterio si individuano san Paolo e gli altri sei apostoli che
portano un libro o un rotolo. La Vergine è vestita di una tunica chiara e del
mapho-
rion
più scuro che le copre spalle e capo; le mani della Madonna sono leggermente
sollevate e rivolte con i palmi verso lo spettatore. Una seconda banda, decorata con
fiori quadripetali su fondo scuro, separa due registri pittorici: quello appena de-
scritto e, più in basso, quello che ospita cinque scene della vita di Gesù. In asse con
la monofora è la
Crocifissione
. La composizione reca l’iconografia del
Christus patiens
.
Il Crocifisso viene raffigurato tra la Madonna e san Giovanni. Due angeli dalle mani
29
S. Sedda,
Per una rilettura degli affreschi della SS. Trinità di Saccargia: analisi delle fonti e nuovi confronti
iconografici
, «Biblioteca Francescana Sarda», 10 (2002), pp. 189-211.
30
R. Coroneo-R. Serra,
Sardegna Preromanica e Romanica
cit., pp. 181-195.
31
A. Virdis,
Gli affreschi di Galtellì. Iconografia, stile e committenza di un ciclo pittorico romanico in Sardegna
,
Condaghes,
Galtellì 2006, pp. 81-91.
32
N. Usai,
Gli affreschi romanici della Santissima Trinità di Saccargia (Codrongianus). Stato degli Studi,
«Annali
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari», LXIV (2009), pp. 5-28; N. Usai,
Santissima Trinità di Saccargia a Codrongianos
cit., pp. 34-42.