personale»
37
.
In questo quadro va collocata l'introduzione degli statuti, l'espressione più tipica
della civiltà comunale,
capace di fornire nuovi strumenti di governo
idonei a
contemperare la
contrapposizione tra la vecchia aristocrazia terriera giudicale e la nuova oligarchia urbana, e di
mettere a
disposizione delle nuove autonomie cittadine un diritto uguale per tutti,
comprensibile a tutti e soprattutto in versione scritta.
Il solo fatto di essersi dati uno statuto scritto fu un atto politico molto importante:
non si trattava solo di emendare, aggiungere, togliere contraddizioni,
si trattava anche di creare
un codice giuridico
nuovo
(diverso da quello romano comune), simile ai coevi codici comunali
italiani. Negli
Statuti
scritti dovevano essere accolti anche gli istituti locali che provenivano da
una lunga e collaudata tradizione, come ad esempio le
Corone
, il
giuramento de iscolca
, il
diritto di famiglia, il matrimonio
sardesco
, l'istituto dell'
incarica,
cioè della responsabilità
collettiva nei confronti di certi atti delittuosi, tipico del diritto agrario (si veda il capitolo CXXI
del libro I degli
Statuti
). E non poteva essere che così, considerato che per la loro natura
eminentemente cittadina, gli statuti erano destinati ad una comunità economia urbana,
mercantile, artigianale. Le norme che riguardano l'assetto agrario, nelle quali si rinvia
comunemente a «
si comente est usatu
», dimostrano la conoscenza ed il rispetto per la realtà
sarda.
I contenuti dei vari capitoli destinati a dettare norme sul distretto di Sassari sono molto
simili a quelli che si possono leggere nella
Carta de Logu
d'Arborea e nel
Codice Rurale
emanato da Mariano, come a dire che le vicende della coltivazione, dell'allevamento del
bestiame, la difesa della proprietà terriera, la tutela degli orti coltivati, delle vigne, dei mulini,
del regime delle acque erano sostanzialmente uguali da sempre in tutta l'isola
38
.
La revisione statutaria apportata da Genova fu finalizzata a salvaguardare la
supremazia politica e i suoi privilegi fiscali e commerciali, essenziali per la particolare
37
A. Castellaccio,
La civiltà giudicale in Sardegna nei secoli XI-XIII. Fonti e documenti scritti
, a cura
dell'Associazione Condaghe di S. Pietro in Silki, “Atti del Convegno nazionale Sassari 16-17-18 marzo
2001”, Sassari 2002, pagine 127-128.
38
I. Birocchi,
La consuetudine nel diritto agrario sardo, riflessioni sugli spunti offerti dagli Statuti
sassaresi
in
Gli Statuti Sassaresi
cit.,
pp.
338-339.
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