l’altro mondo. Senza dubbio, l’avevano trasportato dal suo
nascondiglio per farlo visitare dal medico.
– Ha avuto un braccio fracassato nell’ultima grassazione
di Orgosolo – ci spiegano i nostri ospiti.
Il mio compagno si alza e si appressa al ferito. Mi appresso
anch’io, incuriosito. Ah! non lo scorderò mai quello spettacolo!
Il moribondo scioglie una sudicia pezzuola rossa, annodata sul
braccio nudo, e scuopre un’orrenda piaga nerastra, imputridita,
una fetida cancrena che rodeva mezzo l’avambraccio.
Torsi il capo con ribrezzo: il dottore rimase perplesso. Il
bandito levò verso di lui uno sguardo trepido di diffidenza; lo
sguardo del manigoldo che teme d’esser capitato nelle mani di
uno più manigoldo di lui. Gli è che difatti in questi paesi il dot-
tore, per spedire al camposanto il suo prossimo, dà quasi sem-
pre dei punti al più feroce latitante: il mio – miracolo! – era un
bravo chirurgo, intelligente e flemmatico nella sua faccia rossa
e tonda di formaggio d’Olanda, il quale s’era da poco tempo
stabilito ad Orgosolo con un famoso arsenale di ferri e subito si
era acquistato in tutto il circondario bella fama di operatore.
– Presto, le bisacce! Dell’acqua!
Getta via la giacca, apre il tremendo astuccio dei ferri che
dà un freddo luccichìo e un brivido nella nuca: pesca nel fon-
do delle bisacce fasce e boccette, sventra pacchetti di cotone,
si china, osserva ancora.
– Corpo! Ma qui è tutto bacato!
E, in così dire, estrae colle pinzette un verme lungo, ros-
siccio; poi un altro, un altro ancora. Indi colle forbici e col bi-
sturi taglia, taglia, taglia, insegue il germe del male fino alla
carne rossa, fino all’osso: pareva che scattivasse un prosciutto.
– A mali estremi estremi rimedi! – brontola, curvo sulla
piaga. Tuffa nell’acido fenico puro dei batuffoli di cotone, e si
mette a strofinarli forte sulla carne viva, a bruciare come un
tizzone il misero braccio.
Io osservavo quel viso di cadavere, cerchiato di paonazzo
attorno agli occhi dilatati, che ora, sotto lo spasimo, si colorava
di due chiazze rosse: una contrazione ogni tanto alla piega della
bocca, ma non un grido, non un gesto: gli occhi soli sacravano.
C
ACCIA GROSSA
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