teso qualche insidia, egli sperò nell'aiuto dei Doria, i quali si sarebbero
adoperati per far prevalere in Sassari il partito genovese.
Pare che Michele contasse molto sul genero Branca Doria; il quale forse
aveva stretto lega coi propri compatriotti, desideroso di sottrar Sassari al
dominio della cognata Elena, all'ingerenza pisana, ed anche all'ingordigia
del suocero che ambiva di farsene signore.
La certezza di aver un aiuto dai genovesi era stata quella che aveva spinto
Michele Zanche a concedere a Branca Doria la mano della sua figliuola
Agnete, natagli dalla tresca di Adelasia, e poi legittimata col matrimonio.
Ma con qual mira Branca Doria aveva impalmato la figlia di Michele
Zanche? Lo abbiamo detto: egli perpetrava un tradimento a danno del
suocero, valendosi di quelle nozze per facilitare alla Repubblica di Genova
il possesso di Sassari, allora in potere dei pisani. Branca Doria contava
sull'ingerenza del
Vicario
di Enzio, il quale aveva a Sassari molti amici e
parenti. E potrebbe anche darsi che il genero di Zanche volesse allo stesso
tempo carpire al suocero le pingui ricchezze, da costui accumulate colle
baratterie, coi furti, e con gli altri loschi mezzi di cui era capace quell'anima
dannata.
VII. I due cognati e le due sorelle
Le figliuole di Adelasia, le due sfortunate sorelle, erano andate spose a
due personaggi di famiglia cospicua, destinati a rappresentare una parte
importante nella storia medioevale delle più antiche repubbliche d'Italia.
Guelfo della Gherardesca e Branca Doria dovettero cordialmente odiarsi,
poiché l'uno era fra i capi del partito pisano, l'altro militava tra le fila del
partito genovese. Trista condizione che impediva alle due sorelle di
avvicinarsi con frequenza, per confondere insieme le lagrime ed i propri
dolori.
Ma a noi non è dato poter seguire le due sventurate nel loro avventuroso
pellegrinaggio, poiché le tenebre si addensano sulla loro storia.
Uscite entrambe dalla solitudine del castello di Goceano, si erano avviate
sulla strada lor tracciata dal destino, quasi a scontare la maledizione che il
papa Gregorio IX aveva fulminato sul capo della loro madre infelice.
Sopravvennero i tempi torbidi e disastrosi.