Capitolo XII
CAMBILARGIU, SPANO, FRESU
Darò alcuni ragguagli su tre banditi, ch’ebbi per qualche tem-
po a compagni, e di cui mi occuperò nel corso della narrazione.
La prima volta che io vidi Pietro Cambilargiu fu a
Monte
Fenosu
, verso
Scala di Ciogga
, nell’ovile di Pietro Migheli,
suo cugino.
Pietro Cambilargiu fu ritenuto come il bandito più celebre
del Logudoro. Le sue gesta sanguinarie sono tuttora argomen-
to dei racconti del popolo. Tesserò brevemente la sua storia,
quale l’ho udita tante volte da lui stesso, durante i sei mesi
che gli fui compagno. Riferirò quanto egli narrò a me e ad al-
tri banditi, senza rendermi garante delle vicende riguardanti
la sua vita in continente ed in Corsica.
Non devo tacere che Cambilargiu aveva la debolezza di
menar vanto delle sue scelleratezze; nessun altro bandito co-
nobbi mai più millantatore più di lui, né più crudele nel ven-
dicarsi. Più che la morte, egli voleva lo strazio della vittima.
Pietro Cambilargiu non era un uomo d’armi, né di campa-
gna, come noi lo eravamo. Modesto e povero calzolaio, aveva
trascorso la giovinezza nel suo paesello d’Osilo, dando conti-
nue prove della sua irascibilità e della sua impertinenza.
Contava appena 18 anni, quando Nicolò Cherchi, il suo
mastro calzolaio, gli diede uno schiaffo. Indispettito della pu-
nizione ricevuta, esplose una pistola contro il suo principale,
ferendolo leggermente. Venne arrestato, e condannato a tre
anni di lavori forzati. Mentre scontava la pena nell’ergastolo
di Cagliari, riuscì ad evadere, e batté le campagne d’Osilo, co-
me bandito. Uccise poco dopo certo Pietro Marongiu, perché
dicevasi volesse fargli la spia. Vedutolo un giorno a cavallo,
gli mosse incontro, e gli diede una fucilata, dopo avergli det-
to: – Ti do quello che ti spetta!
Egli si era unito a due altri banditi: a Pietro Dore e a Gio-
maria Ledda, suoi compaesani. Il Ledda per ottenere la libertà
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