dei delitti. Non essendo a quel tempo inventati gli
esattori
, si
ricorreva al mezzo di sfruttare i vanagloriosi ed i birbanti, che
pare fossero in numero ragguardevole.
Dal 1560 al 1567 si verificarono molte ribalderie nella città
di Sassari e dintorni. Vennero carcerati un buon numero di
cittadini facoltosi, accusati di aver formato una
società di mu-
tua assistenza
, con impegno di fornire i fondi in comune per
far fronte alle spese di giustizia, in favore e difesa dei ribaldi.
Il secolo seguente non fu meno famoso per scorrerie di
ribaldi, poiché l’invenzione del fucile aveva reso più attraente
e più geniale il banditismo.
Nel 1600 gli odî privati e le vendette giungono a tanto che i
consiglieri di Sassari rinunziano alla gita notturna del
Mezz’ago-
sto, per il numero infinito delle uccisioni fra i cittadini
. L’an-
no 1607 registrò più di trecento omicidi, consumati nel solo
Logudoro.
Nel 1612 il famigerato bandito Manuele Fiore si aggira
colla sua masnada nei dintorni di Sassari, e getta lo sgomento
fra i cittadini. Il Governo manda incontro a quei ribaldi alcu-
ne compagnie di militi, divise in centurie.
Don Diego Manca di Sassari, nel 1635, si era dato alla mac-
chia dopo aver ucciso pubblicamente, in una piazza della città,
il proprio cognato con un colpo di pistola ed una pugnalata.
Temendo che ne facesse delle più grosse, il Viceré promise
venti scudi
(?) a chi consegnava quel bandito alla giustizia.
L’esiguo prezzo concesso, dimostra che i cacciatori di malvi-
venti erano in buon numero!
Molti cavalieri e cittadini facoltosi del Logudoro vennero
designati come protettori dei banditi; e il Viceré, nel 1645, li
chiamò a Cagliari per dar loro una paternale.
Nel 1659 abbiamo il terribile bandito Salvatore Anchita e il
suo acerrimo nemico, pur bandito, Francesco Brundanu, en-
trambi di Sedini. La storia del primo è una vera leggenda di
prodezze, di ferocie e di generosità insieme. Inseguito il Brun-
danu dai soldati, sfugge ad essi cacciandosi in una spelonca,
dove fra gli altri banditi trova per caso il suo nemico Anchita.
Egli depone l’arma e grida: – Sono in tuo potere: puoi uccidermi!
Sui banditi del Logudoro
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