suo sogno che aveva svelato in un colloquio con Remo Branca,
nel 1942: «vista la mia capacità incisoria sarà bello, alla fine dei
miei anni o lustri, dedicare tutta l’attività di xilografo alla Via Cru-
cis e alla Divina Commedia».
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E più tardi, nel 1963, dichiarava a
Mario Ciusa Romagna: «vado ad Orani perché mi pare che in
quell’aria, sotto quel cielo, veda meglio. Sai, non incido più, l’in-
cisione stanca troppo gli occhi. E non adopero neppure i pennel-
li. Solo della spatola mi servo. È uno strumento che mi dà quasi
la sensazione tattile del colore. La giro e rigiro con facilità e gu-
sto».
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Abbiamo abbondato in queste citazioni perché vi è rac-
chiuso tutto lo stato d’animo di un artista che nella “sua” Sassari
ha trascorso quasi trent’anni, in uno stato di grave disagio fisico
che lo aveva colpito proprio in quanto aveva di più caro: la sua
attività d’artista.
Le opere di questo periodo, ovviamente non numerose se rap-
portate al lungo spazio di tempo, mettono talvolta a nudo le sue
difficoltà visive che divenivano difficoltà esecutive. Eseguiti dopo
il rientro dalla Sicilia ricorderemo alcuni oli di grande qualità,
quali
La pigiatura
del 1962 (fig. 295), nel quale Delitala, con una
ricchezza cromatica che va da stesure quasi smaltate a materiche
emergenze grumose, ripropone un tema a lui caro, già tradotto
più volte nelle opere grafiche;
Autoritratto
del 1966 nel quale, in
un’atmosfera quasi fuori del tempo, dove lo spazio è abolito in
favore di uno sfondo “cancellato” da tratti materici, emerge la sua
figura costruita con lo spessore di larghe strisce di colore, date a
spatola; due paesaggi del successivo 1967,
Punta Fumosa. Orto-
bene
e
Colli di Istolo
(figg. 296-297), nei quali l’artista si riappro-
pria del sentimento della natura e dei colori della sua terra. La
partecipazione alle mostre, a lui tanto care, si era diradata, ricor-
deremo solo le più importanti; partecipava ad alcune collettive a
Cagliari: nel 1962 alla Mostra Nazionale d’Arte e nel 1980 alla
Mostra di Incisione agli Amici del Libro; veniva celebrato in di-
verse mostre personali a Cagliari, nel 1962, 1971, 1978, 1984; a
Sassari nel 1965, 1969, 1972; a Nuoro nel 1964, 1979. Nel 1981 la
Provincia di Sassari gli tributava una grande mostra antologica
che faceva il punto su tutta la sua attività pittorica, partendo dal-
le prime opere, e raccogliendo nel catalogo, qui spesso citato,
curato da Salvatore Sechi de Gonare, scritti di note personalità
artistiche: Aligi Sassu, Costantino Nivola, Aldo Cesaraccio, Euge-
nio Tavolara, Mario Ciusa Romagna, Nicola Valle. Molti di questi
studiosi hanno dato il loro contributo anche per il numero mono-
grafico, uscito nel giugno 1965, della rivista
Il Convegno
, dedicato
a “Delitala xilografo”. Fra le mostre nella Penisola egli ricordava
con orgoglio l’invito ad inviare sue incisioni alla II Triennale In-
ternazionale della xilografia contemporanea tenutasi nel 1972 nel
Modenese, a Carpi, nel Museo della xilografia Ugo da Carpi; la
partecipazione alla Mostra milanese del 1981 “L’Eroica e la xilo-
grafia”, alla quale inviava un disegno a china
Sardegna
. Non si
possono, poi, non ricordare nel 1964 la II Rassegna di xilografia
degli artisti sardo-piemontesi a Torino, e, nel 1966, la Mostra iti-
nerante in Europa degli xilografi sardi, organizzata dall’Ente Pro-
vinciale del Turismo di Sassari. Un’ultima annotazione: nel 1966
realizzava a Orotelli un dipinto del Sacro Cuore per una cappella
nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Il 28
agosto del 1990 Delitala moriva, all’età di 103 anni. Quotidiani e
riviste ne celebrarono le doti di uomo e di artista che aveva dato
lustro alla Sardegna e, soprattutto, nel campo dell’incisione, le
aveva fatto conquistare un posto di primo piano nel panorama
internazionale.
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