Venezia in Italia e all’estero – prende parte a
una collettiva a Roma, alla Galleria di Roma.
Il carattere eclettico e disorganico della mo-
stra – che comprende tre pittori (Giuseppe
Canali, Angilotto Modotto, Pietro Angelini),
due scultori (Enrico Martini e Renato Rosa-
telli) e quattro incisori (oltre a Dessy, Leo-
nardo Castellani, Marcello Boglione, Arturo
Cavicchini) senza evidenti affinità tra loro – è
rilevato da Pavolini sul
Lavoro Fascista
.
58
Le
stampe dell’artista vengono segnalate positi-
vamente da Giuseppe Pensabene, il critico
del
Tevere
, tra gli esponenti più reazionari
della cultura del regime.
59
È ancora presente
come xilografo alla III Quadriennale roma-
na. Alla X Sindacale di Cagliari, – rassegna
svoltasi alquanto in sordina – espone 5 ac-
querelli di paesaggio e 5 disegni di animali.
In giugno scrive al Provveditore alle Opere
Pubbliche di Sassari, per chiedere che gli
venga affidato qualche incarico decorativo
nell’ambito del nuovo Palazzo di Giustizia,
per il quale Tavolara e Tilocca stanno realiz-
zando un ciclo di rilievi, mentre Biasi lavora
al mosaico dello scalone. La mancata com-
missione, danneggiando il suo prestigio nel-
l’ambiente locale, chiede di eseguire sia pure
un semplice ritratto: «
Io non faccio questione
di denaro, signor Provveditore, ma di digni-
».
60
Collabora alla preparazione della Mo-
stra della Scuola d’Arte, inaugurata a Sassari
in luglio. I lavori esposti vengono più tardi
inviati alla Mostra degli Istituti d’Arte del Re-
gno, aperta al Palazzo delle Esposizioni di
Roma in ottobre.
1940
Dietro sollecitazione di Figari, il Genio
Civile di Sassari assegna a quest’ultimo, a
Dessy, Pietro Antonio Manca e Cesare Ca-
bras alcuni lavori decorativi per il Palazzo di
Giustizia. Il compenso è per ciascuno di
12.000 lire; gli incarichi sono condizionati al-
l’approvazione dei bozzetti e di un cartone,
e appare subito chiaro che la committenza
intende esercitare le proprie prerogative di
controllo sul lavoro. Dessy, cui viene desti-
nata l’aula del Tribunale Civile, prepara una
grande tela con la Giustizia in trono fian-
cheggiata da quattro figure di legislatori, ma
dovrà rivedere ripetutamente il bozzetto per
apportarvi le modifiche richieste in merito al
soggetto e allo stile dall’Ingegnere Capo, Fe-
derico Visioli. Dopo la caduta del fascismo,
ulteriori cambiamenti si renderanno necessa-
ri per eliminare i riferimenti al regime: non
potendo ottenere un adeguamento del com-
penso ai nuovi prezzi del dopoguerra, Des-
sy, esasperato, deciderà di non consegnare
l’opera. Esito analogo avranno le commissio-
ni affidate ai colleghi, con i quali – Figari a
parte – l’Ingegnere Capo si era dimostrato di
mano anche più pesante. L’artista è presente
alla Biennale di Venezia con una personale
di xilografie. Esposte in una sala insieme a
opere di Celestino Celestini, figurano:
Pier
Luigi
,
Lauretta
,
L’uomo dalla verruca
,
Ve-
nerdì Santo
,
Mattanza
,
Vecchia Sassari
,
Vec-
chi pastori
,
La strada
,
Il travaglio
,
Minatori
di Carbonia
,
Festa paesana
,
L’agnellino
stanco
,
A sera
. Fa parte della giuria del Con-
corso della Caricatura organizzato a Sassari
dal Gruppo Rionale Fascista “A. Solinas”.
1941
Dino Villani gli chiede da Milano due
o tre incisioni da pubblicare in un articolo
sulla xilografia italiana per la rivista tedesca
Druck und Werke Kunst
.
61
Alla III Mostra
Nazionale del Sindacato Belle Arti di Milano
invia le due xilografie
Minatori di Carbonia
e
Il travaglio
.
214
è sfuggito, impegnato in altri acquisti molto
discutibili
».
50
Disegna per la chiesa sassarese
di S. Apollinare una cantoria in stile neogoti-
co, ed esegue le quattro tele con figure di
santi che la ornano (Davide, Cecilia, Luca e
Gregorio Magno). Il parroco gli si dichiara
pubblicamente grato «
per il prezzo esiguo ri-
chiesto alla Chiesa
» (1500 lire).
51
Poiché la
posizione di Dessy nella scuola sassarese è
precaria, l’artista tiene presente la possibilità
di trasferirsi a Urbino, e concorre per l’abili-
tazione all’insegnamento. Nell’attesa, Delita-
la, gli raccomanda di esercitarsi nella litogra-
fia e nell’esecuzione di fregi tipografici.
52
1937
Due sue xilografie sono incluse nelle
raccolte del British Museum, grazie ai buoni
uffici della moglie di Antonio Maraini, che
ne segnala il lavoro. Lo storico dell’arte un-
gherese Ervin Tóth gli chiede del materiale
per il suo libro
La moderna grafica italiana
,
in corso di pubblicazione in lingua unghere-
se, tedesca e inglese, nel quale intende inse-
rire la sua opera. Gli viene attribuito il pre-
mio per l’incisione nell’VIII Sindacale di
Sassari, in cui figura con disegni, monotipi e
xilografie; è presente inoltre nella sala riser-
vata ai partecipanti al Concorso nazionale
per un cartello turistico sulla Sardegna, con
dei bozzetti (poi premiati) eseguiti in colla-
borazione con Tavolara. Se la sua opera (in-
sieme a quelle dei colleghi Cesare Cabras e
Tavolara) trova ampio risalto nella mostra,
va però detto che nel suo complesso questa,
come già la rassegna cagliaritana dell’anno
prima, dimostra come l’ambiente artistico
sardo non sia in grado di reggere il passo
con un ritmo serrato di esposizioni. Le ven-
dite sono infatti scarse: non più di 13 opere
in tutto, soprattutto disegni e stampe; tra
queste, 5 lavori di Dessy: 4 monotipi (
Vec-
chio pastore
e
Donna di Oliena
, acquistati
dal Comune di Sassari,
Nello stagno
e
Le vele
da due privati) per 350 lire ciascuno, e un
disegno (
Topo
), comprato per 100 lire dal
pittore Biasi (che, essendo in fondi dopo il
successo delle sue recenti personali di Ca-
gliari, Milano e Gallarate, acquista anche una
stampa di Ardau Cannas).
53
Si profilano in-
tanto i primi dissidi con Figari, che tende a
minimizzare il ruolo di Dessy in seno alla
scuola sassarese. «
Del tuo corso d’incisione
ho sentito solo parlar bene
– scrive Petrucci,
col quale l’artista si è confidato
–; e tu sai co-
me lo feci valere nelle ultime Mostre. Al Mini-
stero lo vedono tutti con favore. Ma certo che
tutto in gran parte dipende dal Direttore il
quale può metterlo nella luce che vuole: in-
tendiamoci, non per il fatto artistico, ma per
quello opportunistico o amministrativo … Fi-
gari mi ha sempre fatto le tue lodi; solo la-
mentandosi di aver dovuto ridurti le ore per
ragioni inderogabili
».
54
A causa di questa
contrazione d’orario nella scuola d’arte, Des-
sy è costretto ad assumere contemporanea-
mente un incarico di insegnamento della
Storia dell’Arte presso il liceo cittadino, che
terrà fino a metà degli anni Quaranta. In lu-
glio il lavoro di Dessy riscuote calorosi con-
sensi al
Congrès International de la Gravure
di Parigi, nel quale è illustrato dal rappre-
sentante italiano Petrucci. All’artista vengono
affidati in settembre la decorazione e il re-
stauro del Salone Consiliare del Comune di
Sassari. L’incarico non comprende però in-
terventi pittorici. Il parroco della Chiesa sas-
sarese del Sacro Cuore gli commissiona inve-
ce due dipinti, un
Sacro Cuore di Gesù
e una
Madonna di Pompei
, curandosi di precisare
che «
ci vuole il quadro tradizionale che si
trova dappertutto
».
55
In ottobre, in occasione
delle Celebrazioni degli Italiani Illustri, que-
st’anno incentrate sulla Sardegna, la Sindaca-
le – opportunamente riveduta – viene riaper-
ta con il nuovo titolo di Mostra d’Arte delle
Celebrazioni Fasciste; Dessy collabora all’or-
ganizzazione. Il Comune di Sassari gli acqui-
sta in mostra l’olio
Sassari
(
Monte Rosello. Il
ponte
). Raimondo Carta Raspi gli chiede un
disegno di copertina per il suo
Le classi so-
ciali nella Sardegna giudicale
. Alla II Sinda-
cale Nazionale di Napoli invia un’acquaforte.
Il 10 novembre nasce la figlia Paola.
1938
Alla VI Esposizione Internazionale di
Litografia e Xilografia di Chicago invia
I pu-
ledri
,
Viaggio
e
La famiglia
. Il 19 marzo, De-
litala scrive a Dessy in merito a una litogra-
fia da questi inviatagli perché la facesse
stampare nella scuola di Urbino: «
è venuta
bene. Molto bene per il tratto e la tecnica
semplice e chiara – così vuole per la lito. Ho
anche visto la xilo, eseguita con la tua solita
maestria e chiarezza e nitidezza di segno:
però non mi convince molto. Mi è sembrata
fredda – e forse questo lo si doveva imputare
alla cattiva stampa a mano ed al lavoro in-
completo
». Espone alla Biennale le xilografie
La vecchia Sassari
e
Torre di San Pancrazio
.
Alla IX Sindacale nuorese, nella quale pre-
senta una serie di oli, riceve il premio del
PNF per la pittura. In giugno il giurista Lo-
renzo Mossa gli scrive il proprio apprezza-
mento per la copertina incisa per il suo vo-
lume
Giuristi di Sardegna
, raffigurante Gio
Maria Angioy a cavallo col mantello rosso
«
che fu
la bandiera della ribellione
»:
56
«
squisito ed espressivo il suo lavoro
mi
piace moltissimo e rende l’idea mia, tutte le
idee
Scelgo il “mantello rosso” che gioca
ottimamente, e più giocherà nel finale
».
57
1939
In gennaio, dietro sollecitazione di
Petrucci – che in questi anni lo ha inserito
in quasi tutte le rassegne di incisione orga-
nizzate dalla Calcografia e dalla Biennale di
286. ARCIERI (anni Trenta)
xilografia
Sassari, Archivio Stanis Dessy.
287. Vignetta pubblicitaria, 1932
xilografia, cm 24 x 14,5,
Sassari, Archivio Stanis Dessy.
286