normale od elementare
: «schivare soprattutto di dire
effa
,
ella
,
em-
ma
,
enna
,
essa
, per
f
,
l
,
m
,
n
,
s
» (cfr. S
PANU
N
IVOLA
1973, p. 140).
Non sempre risulta possibile riconoscere una struttura in questa serie di
versi (senari e endecasillabi più alcuni quadrisillabi). La divisione strofica
che qui presentiamo individua aggregati solo in parte coerenti: il primo ri-
conducibile al tipo codificato dell’
ottava lira serrada
, in cui si alternano set-
tenari ed endecasillabi (vedi il Mereu lirico: n. VIII). Sovrapponibili le due
“strofe” che seguono alla prima (con schema
a a a a B B
); parzialmente so-
vrapponibile a queste il quarto raggruppamento (
a a b b C C
), mentre l’ulti-
ma parte si compone di distici a rima baciata in cui s’inserisce il quadrisilla-
bo (30, 32, 34, 36).
In s’iscola
compare nello stesso anno (1978), ma con tito-
li differenti, in T e FP (da cui
γ
); abbiamo preferito il primo, in quanto por-
tatore di lezioni buone (es.: «è bibanda» per «e bibanda» 5), mentre FP ri-
sulta lacunoso (mancano i vv. 7-8 che non si ha motivo di ritenere abusivi,
soprattutto qualora si consideri che vanno a “chiudere” lo schema rimico
della prima strofa). E ancora in altri luoghi T si rivela più preciso: nel rispet-
tare la rima, di una certa arditezza, di «quindi si» con «così» (19-20;
γ
va a
capo dopo «quindi»), ed anche (se non ha qui agito la sardofonia del tra-
scrittore) per la minuzia della geminata in «fatte» (27) per
fate
.
edizz.
T FP
DT
C
PMu
tit. In s’iscola
] T PMu
Signora maestra
FP
DT
C
XLII.
Proposta amorosa - Risposta amorosa
Questi distici a rima baciata di settenari e endecasillabi liberamente col-
locati (formano due lasse disuguali: 30 versi la prima parte, 40 la seconda;
tutte le edizz. escogitano divisioni strofiche non convincenti) compaiono
per la prima volta, contemporaneamente, in FP (cui si accorda tutta la fa-
miglia
γ
) e T. Le divergenze fra le due stampe sono minime. Prendendo di
base il testo
γ
ci appoggiamo a T per «mamma» (
I
14) in luogo di «mama»
(
γ
), in ossequio alla rima ma anche ad una forma ampiamente attestata in
Mereu (cfr. ad es. III 66, IV
I
10, IV
III
16). Minima ma irrisolvibile, allo
stato attuale della documentazione, l’adiafora (
II
10) «sa»
γ
, «la» T, consi-
derato il frequente scambio fra sardo e italiano di questo testo; ci si attie-
ne comunque al sardo «sa». Il polimorfismo di
II
13 («prus», «pius») è da
considerarsi assolutamente normale e qui, inoltre, la variante poetica
«pius» prevede una scansione bisillabica che aiuta la metrica.
edizz.
T FP
DT
C
PMu
tit.
In s’iscola ] T
PMu
Signora maestra
γ