Questa ingente produzione è il risultato di un metodo di coltivazione assai semplice, che permette di attaccare con- temporaneamente tutte le colonne metallifere che si conosco- no, mediante un ben inteso lavoro preparatorio dei cantieri. Questo consiste nell’apertura di gallerie di livello inferiore l’una all’altra di circa 30 metri e dirette prima normalmente al- la direzione dei banchi per intersecarli, chiamate perciò galle- rie trasversali. A misura che queste incontrano uno strato me- tallifero, una nuova galleria, detta di allungamento, si apre lateralmente nella direzione del medesimo, e lo va seguitan- do per quella lunghezza, variabile in ciascun caso, sulla quale esso si presenta ricco e coltivabile. Ciò fatto, la coltivazione di questa porzione di strato, o colonna ricca, può essere in- trapresa e condotta innanzi a gradini rovesci, rimontando si- no al livello superiore senza difficoltà. Due fornelli lasciati aperti nel riempimento successivo del vuoto che l’escavazio- ne ha fatto, l’uno al sud, l’altro al lato nord della colonna, ser- vono il primo per dar passo ai minatori, il secondo per il get- to nella galleria di allungamento del minerale e dello sterile sovrabbondante sino al completo esaurimento della colonna. In tal modo, preparati gli allungamenti per un dato livello, tutte le colonne piombifere possono venire contemporanea- mente attaccate ed esaurite sino al livello superiore. Gli strati e filoni diversi attualmente in coltivazione sono in numero di 57, dei quali 47 sono compresi in una grossezza non maggio- re di 300 metri, otto trovansi alla estremità est e gli altri due alla estremità ovest della concessione. Questa grande suddivisione della grande giacitura metal- lifera di Monteponi, mentre permette una rapida coltivazione delle colonne piombifere, porta conseguentemente con sé un rapido approfondamento dei lavori; approfondamento che si ritiene dalla direzione di essa nella ragione media di metri quindici all’anno. La galleria più bassa che riuscì di aprire, partendo dalla valle che sta al piede della montagna, è quella di San Severino a 150 metri sotto la vetta e 142 metri sul livel- lo del mare, la quale misurava 400 metri nello sterile prima di raggiungere le vene metallifere. Sotto a tal livello non vi era SULLE CONDIZIONI DELLINDUSTRIA MINERARIA NELLISOLA DI SARDEGNA 164