moglie ma fuori dalle leggi della chiesa. Le malelingue ap-
partenevano a uomini e donne in apparenza fedeli alle
leggi di Iesus e sposati ma in realtà dediti a molte perver-
sioni e frequentatori abituali della festa di Bosa. Lo spasso
a Bosa durava tre giorni. Erano riapparsi gli antichi abiti
della festa di koi. Una moltitudine di uomini e donne cam-
minava per via coperta di veli bianchi. Il velo nascondeva
colui che lo portava ma non gli impediva di vedere, grazie
alle maglie larghe sugli occhi. Il velo aveva due buchi, da-
vanti e dietro, all’altezza degli organi genitali. L’innovazio-
ne del secondo buco permetteva di prendere le donne alla
maniera delle bestie e favoriva i maschi che amavano la
sodomia. I maschi che non amavano essere presi metteva-
no l’antico costume di Mu, senza buchi alle spalle.
Mariano e Eleonora, cresciuti in sapienza, dediti all’ar-
ricchimento del giudicato, non pensavano a cercare mo-
glie e marito. Viaggiavano assieme e vivevano assieme
giorno e notte e mai l’ombra di un pensiero carnale li tor-
mentava. Sognavano, forse, e questo bastava. Al risveglio
dimenticavano i sogni.
Morì il padre di Eleonora. Lei tornò a Seu per i funera-
li. Dopo tre giorni partì per Arbaré. Accanto alla fonte di
Frores tre uomini tentarono di ucciderla. Due furono uccisi
e il terzo, ferito alla gamba sinistra, si arrese. Eleonora lo
legò, lo bendò, lo nascose in una grotta e riprese il viag-
gio. In un pascolo di Simajis lasciò il cavallo, indossò il
cappotto di pecora e continuò a piedi, uguale a tutti i con-
tadini che a quell’ora tornavano in città dai campi. Arrivò a
Arbaré col buio. Entrò senza bussare a casa del giudice, lo
svegliò e raccontò. Ripartì nella notte, a Simajis riprese il ca-
vallo e galoppò fino alla grotta. A giorno Mariano incontrò
i tredici della corona e a ognuno disse: «Eleonora è stata
uccisa. Andrò a vedere il corpo». Uno dei tredici, il capo
dei cantarani, si allontanò a cavallo dalla città e raggiunse
Passavamo sulla terra leggeri
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