Commissione di Prima Istanza di Ierzu e del Comitato Forestale, presidente della Congregazione di Carità. Nel 1887
diede una svolta economica alla sua vita: divenne esattore di Perdasdefogu per il quinquennio 1887-1892 mentre a
Tertenia la gestione dell’esattoria fu affidata a Nicolò Businco. Il triangolo fra Tertenia, Ierzu e Perdasdefogu si
chiudeva, con grande preoccupazione dei Nieddu e dei Mereu, che avevano seguito con apprensione l’ascesa politica
dei loro avversari.
Lo scontro fra Bernardo Nieddu e Giosuè Piroddi volgeva ormai a favore di quest’ultimo.
In consiglio comunale, Nieddu venne sconfitto ripetutamente dal suo giovane antagonista. Da sindaco, aveva
perso in tutti i gradi di giudizio una lite civile, intentata da Giosuè e da altri tecnici al comune per la somma di 1.000
lire, relativa all’esecuzione di lavori catastali. Inoltre, Nieddu aveva dovuto sopportare un ennesimo affronto quando
Giosuè si era rifiutato di testimoniare nel processo per l’omicidio di Domenico Quai, consumato nel 1878. Ormai era
guerra aperta e Giosuè rispondeva colpo su colpo: diffamato da Nieddu, non esitò a denunciarlo, lo trascinò in
tribunale e lo fece condannare.
Non so se risponda al vero quanto si è tramandato nella famiglia Piroddi a proposito di un attentato di cui sarebbe
stato oggetto Giosuè. Si diceva che un colpo di fucile avesse rischiato di ucciderlo mentre portava in braccio la
piccola Sabina; o, secondo un’altra versione, il sicario aveva desistito proprio per la presenza della bambina. Giosuè
non ha mai parlato di questo episodio tanto che, siccome un fatto analogo capitò a Businco, sono portato a credere
che si sia equivocato fra i due protagonisti di quelle lontane vicende
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È certo che un attentato a quei due capi-partito era abbastanza rischioso. Erano entrambi conosciutissimi e da
molti anni la loro firma compariva sull’
Avvenire di Sardegna
in calce agli articoli che denunciavano i malanni
secolari dell’Ogliastra. E quando Francesco Cocco Ortu, nel 1889, aveva fondato
L’Unione Sarda
, per onorare la
loro amicizia politica e umana iniziarono a collaborare con questo giornale fino a che restarono uomini liberi.
Si era ormai al fatidico 1889, primo centenario della rivoluzione francese. A Tertenia e a Ierzu si svolgevano le
elezioni comunali, che si annunciavano combattutissime, una resa dei conti vera e propria. Piroddi e Businco,
ognuno nel rispettivo paese, scesero in campo con tutto il loro prestigio di politici e di giornalisti impegnati nella
difesa della legalità e della trasparenza amministrativa. E vinsero una lotta che a Tertenia, come scrisse Giosuè
Piroddi, determinò «l’espulsione dal consiglio comunale di Nieddu e di pochi suoi accoliti».
È probabile che la regìa di quanto accadde nei mesi successivi sia da imputare alla durezza di carattere di Nicolò
Businco e che Giosuè Piroddi abbia solo seguito le indicazioni del suo alleato. Fatto sta che le vicende
amministrative dei due comuni furono speculari, a cominciare dalla purga che seguì la vittoria elettorale. Sia a
Tertenia che a Ierzu, fu avviata immediatamente una commissione di indagine sulle gestioni precedenti, che portò
sul banco degli accusati i vecchi amministratori. A cadere per prime furono le teste dei segretari comunali, Giorgio
Caredda a Tertenia e Priamo Mura a Ierzu; seguì quindi il licenziamento del flebotomo di Tertenia, Armerino Cao, e
del medico Salvatore Mereu, messo sotto accusa e licenziato perché, in contrasto col suo contratto di lavoro, invece
di curarsi solo della condotta di Ierzu, prestava la sua opera in altri paesi, anche lontani, come Ulassai, Foghesu e
Tertenia.
In questo clima di vendetta, Nieddu propose, in modo provocatorio, di assumere come segretario comunale quello
licenziato a Ierzu; Giosuè fece assumere invece Ruggero Tedde, che in tal modo lasciava Foghesu per Tertenia.
L’opera di igiene sociale non poteva risparmiare Bernardo Nieddu e alcuni suoi fiancheggiatori. Esaminati i ruoli
delle imposte, Giosuè accertò che avevano evaso le tasse sul bestiame e li costrinse a rifondere il comune delle
somme mai pagate: un’umiliazione, io credo, che da sola, potrebbe spiegare l’avversione di Nieddu verso Piroddi.
Spiega comunque perché, negli anni della tempesta giudiziaria, Nieddu offrisse a Businco la salvezza se avesse
accettato di accusare Giosuè.
I
LUOGHI
Tertenia, Ierzu, Perdasdefogu: questi i tre paesi che fecero da scenario alla vicenda di Giosuè Piroddi e degli altri
protagonisti della storia che stiamo narrando.
Tertenia e Perdasdefogu erano abitate prevalentemente da contadini, ma contavano anche una presenza non
marginale di pastori, ancora legati all’uso comune delle terre; a Ierzu, invece, si stava formando da alcuni decenni
una classe di piccoli commercianti strettamente legati all’esportazione del vino nel Sarrabus e nel Nuorese. Mancava
una classe di piccoli coltivatori capaci di dare una svolta alla vita economica della zona; e la stessa parziale
alienazione dei terreni demaniali aveva arricchito i pochi notabili esistenti senza risolvere i problemi delle classi
subalterne.
D’altronde, pochissimi potevano permettersi di comprare quei terreni. Nel
Progetto di Legge per la vendita dei
terreni posseduti dallo Stato nell’Isola di Sardegna
, presentato nel 1867, il valore di un ettaro di terreno era di 52