della fabbrica. Il suo nome, Sardinia de Lacon, fa supporre che la badessa appartenesse all’aristocrazia locale, perché molti giudici sardi, e soprattutto nel XII secolo, ebbero spesso tale titolo “de Lacon”. Ecco l’iscrizione com’è stata pubblicata abbastanza di re- cente dal cavalier Martini 373 : Anno Domini / MCCXCI fabricata est haec Ecclesia et consec/rata in honorem Beati Petri Apostoli de Roma sub tempore ju/dicis Mariani Iudicis Arboree et fratre Iohannes Episcopus Sanctae Iuste. Eo/dem tempore erat Operaria Abbadissa Donna Sardigna de Lacon. Magister Anselmus de Cumis fabricavit. Siccome andando verso il nord dell’Isola non avrò più l’occasione di parlare dei paesi che si trovano di fronte a quelli di cui mi sono appena occupato, e cioè di quelli che s’incon- trano tra la riva sinistra del Tirso e i monti della Barbagia, sup- pongo che il viaggiatore, dopo aver visitato la chiesa di Zuri, voglia entrare nel Barigadu, popolata da diversi villaggi che si scorgono da Paulilatino e da Abbasanta, ma che sono situati dall’altra parte del fiume. Quando le sue acque non sono gua- dabili, bisogna, partendo da Abbasanta, cercare di raggiungere il ponte di Busachi per arrivare al villaggio omonimo. Fino a non molto tempo fa, Busachi era capoluogo del- l’omonima provincia, che in fondo era quella di Oristano. L’an- tica capitale di Eleonora era stata privata del titolo di capoluogo provinciale perché gli intendenti e i funzionari stranieri temeva- no il soggiorno a Oristano a causa del suo clima malsano. Oggi Busachi è ritornata alla precedente condizione di semplice ca- poluogo di mandamento. È un paese considerevole, che ai Capitolo VII 309 373. P. Martini, “Iscrizione di Zuri”, in Bullettino Archeologico Sardo, a. III, 1857, p. 172.