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Passati Macchiareddu e Santa Gilla arriviamo alla città di Cagliari


In questa tappa del nostro viaggio, passiamo la zona industriale di Macchiareddu e l’area umida di Santa Gilla ed arriviamo alla città di Cagliari La principale città della Sardegna di cui è capoluogo di Provincia ed anche il capoluogo della regione.

Il Campidano di Cagliari

Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius.

In viaggio verso la città di Cagliari

Nella precedente tappa eravamo arrivati a visitare Capoterra. In questa tappa ritorniamo sulla costa, dove prendiamo la SS195 Sulcitana in direzione di Cagliari.

Il molo di attracco che porta il petrolio nella zona industriale di Macchiareddu

Cagliari-Molo di attracco delle petroliere nella zona MacchiaredduSeguendo la SS195 Sulcitana in direzione di Cagliari, percorsi due chilometri dal bivio di Capoterra, si vede, sulla destra della strada, il lungo molo di attracco delle petroliere chiamato Pontile della Rumianca dal quale parte l’oleodotto che porta il petrolio nei depositi della Zona industriale di Macchiareddu uno dei più importanti agglomerati industriali della Sardegna meridionale. La zona industriale si raggiunge con la Strada Consortile di Macchiareddu, che si prende a sinistra della statale, duecentocinquanta metri più avanti. L’aggromerato si estendesu una superficie di circa 82 chilometri quadrati, di cui circa 37 sono occupati da attività produttive che fanno capo ad oltre 130 imprese. Le vie di comunicazione presenti in esso sono costituite dalla rete stradale consortile, che comprende circa trentacinque chilometri di strade, delle quali la principale è la Strada Consortile di Macchiareddu, in buona parte a doppia carreggiata, che attraversa l’area industriale da sud a nord, collegando la SS195 Sulcitana, con la SP2 Pedemontana.

La salina di Macchiareddu chiamata anche salina Contivecchi

Cagliari: alla destra della strada la salina di Macchiareddu ed in primo piano il porto canaleProseguiamo con la SS195 Sulcitana lasciando sulla sinistra le porte d’ingresso alle grandi vasche di evaporazione della Salina di Macchiareddu chiamata anche Salina Contivecchi dal nome dell’ingegnere toscano Luigi Contivecchi, che nel 1919 un presenta il progetto per la bonifica dell’intero stagno laguna di Santa Gilla. La salina si sviluppa nella zona occidentale dello stagno, che descriveremo più avanti. Fondata nel 1929, nel 1931 ha avuto la Concessione governativa per una durata di 90 anni. La salina ha una superficie di circa 2.700 ettari, ed ha prodotto, negli ultimi anni,370.000 tonnellate di cloruro di sodio,40.000 tonnellate di cloruro di magnesio e 3.000 tonnellate di solfato di magnesio. Appartengono, oggi, a una società controllata dalla Syndial, del gruppo Eni.

Passato lo stagno di Santa Gilla troviamo la spiaggia di Giorgino

A tre chilometri e mezzo dal pontile, prima di raggiungere il porto canale, troviamo sulla destra lo svincolo ben segnalato con le indicazioni per Giorgino. Presa questa strada, troviamo sulla destra della strada la spiaggia di Giorgino.

Cagliari: la spiaggia di GiorginoLa spiaggia di Giorgino e una lunga striscia di sabbia molto stretta, con un arenile costituito da sabbia di un colore tra il bianco e l’ambrato, ricca di paglia marina. Il mare e caratterizzata da un fondale sabbioso e basso, spesso ricco di alghe portate dalle correnti, ed e per questo di un colore verde scuro, che schiarisce allontanandosi dalla riva. É presente un unico stabilimento che permette d’affittare ombrelloni, lettini, pedalò e moto d’acqua. Storicamente era molto frequentata dai cagliaritani, ora invece e frequentata solamente da appassionati e improvvisati pescatori a canna, e dagli abitanti del villaggio dei Pescatori di Giorgino.

Sulla spiaggia di Giorgino si trovano i resti della villa Aresu e dell’ex carcere minorile di Giorgino

Verso la fine della spiaggia di Giorgino si trovano, alla sinistra della strada, i resti della Villa Aresu un vecchio sanatorio privato costruito su iniziativa del medico Mario Aresu, lo stesso che negli anni trenta del novecento ha ideato l’imponente omonima clinica, costruita poi negli anni cinquanta, oggi sede della facoltà di lingue dell’Università di Cagliari. Ma quella di Giorgino sembra essere precedente, forse dei primi del novecento, anche se l’edificio potrebbe essere stato modificato più volte nel tempo. É in parte nascosto dalla vegetazione ed è molto più grande di quanto appaia dalla strada. Poco più avanti, alla fine della strada, alla destra si vedono i resti dell’ex Carcere minorile di Giorgino, vero e proprio gioiello culturale, oggi in rovina e usato come deposito di cartaccia.

Cagliari-Sulla spiaggia di Giorgino i resti della villa Aresu Cagliari-Sulla spiaggia di Giorgino i resti dell’ex carcere minorile

Il porto canale che è il Porto Industriale di Cagliari

Cagliari: l’imboccatura del porto canaleProseguendo, la spiaggia di Giorgino termina ad oriente contro la chiusura occidentale del Porto canale, che è il Porto Industriale della città di Cagliari. Si tratta di un’infrastruttura costruita negli anni ottanta del novecento, realizzata per lo smistamento e il trasporto delle merci in container. Il porto si estende nelle località Giorgino, ove sorgeva l’omonimo quartiere, in gran parte demolito, e Sa Illetta, l’isolotto da tempo unito alla terraferma, che si addentra nello stagno di Cagliari. Per la sua posizione strategica, quasi al centro del Mediterraneo e a circa cinquantasei miglia dalla rotta che collega Suez con Gibilterra, il Porto canale è stato concepito come terminal container per lo smistamento del traffico destinato ai principali porti del Mediterraneo occidentale, ossia ai porti di Marsiglia, di Genova, di Napoli, di Barcellona, ed altri porti. Nel 2019 il gruppo Contship Italia, azionista unico di Porto Industriale e concessionaria del terminal container, ha deciso di sospendere le proprie operazioni e di procedere alla liquidazione volontaria dell’impresa controllata. Non è stato trovato un nuovo concessionario nonostante tre proroghe, con conseguente licenziamento dei 190 lavoratori che facevano ancora parte dell’impresa nel settembre 2020.

Lo stagno laguna di Santa Gilla

Cagliari: lo stagno laguna di Santa GillaLa SS195 Sulcitana si sposta dalla costa all’interno, passando dietro il porto canale, e si allontana dalla costa, passando sul ponte che separa il porto canale dallo stagno laguna di Santa Gilla chiamato anche stagno laguna di Cagliari in lingua sarda Stangiu de Castèddu, che, per la sua estensione di 5.670 ettari, e per la rilevanza della biodiversità, costituisce una delle più importanti aree umide d’Europa. Si tratta di un sistema costituito da una vasta area lagunare e stagnale, la cui origine è da ricollegare con le successive variazioni del livello del mare, che hanno determinato, in successive fasi evolutive, la chiusura dell’ampio golfo ad opera di barre sabbiose emerse dal fondo del mare.

Alimentano il deflusso di acque dolci verso la laguna due importanti fiumi. Il Flumini Mannu, che rappresenta il tributario più importante della laguna, nasce nelle colline di Isili, in Sarcidano, percorre estese regioni del Campidano, dell’Iglesiente, della Marmilla e della Trexenta, per poi sfociare nel settore nord orientale della laguna, in quello che viene più propriamente detto stagno di Cagliari. Il rio Cixerri ha origine, invece, dai rilievi dell’Iglesiente, e prosegue verso oriente fino alla sua confluenza nella laguna. Lo scambio principale delle acque dolci apportate dagli immissari fluviali con quelle marine, avviene attraverso l’ampia apertura de La Scafa, ad est dell’isolotto di San Simone o di Sa Illietta, e, in misura minore, attraverso quello che resta delle antiche bocche a mare della laguna, oggi in gran parte occluse da depositi sabbiosi.

Lo stagno laguna di Santa Gilla è una zona di sosta e riproduzione di una ricca avifauna di interesse comunitario. Lo stagno, infatti, è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela. È classificato Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva n. 409 del 1979 dell’Unione Europea, ed anche Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Lo stagno è stato anche dichiarato Riserva Naturale.

Nello stagno laguna viene praticata la pesca sia da parte di pescatori professionisti, con reti da posta e nasse, che da pescatori sportivi, ma, pur essendo da sempre sfruttata per la pesca, ha visto calare, nel corso di questo secolo, la sua produzione ittica. Negli anni settanta del novecento, per effetto del grave inquinamento chimico industriale, è stato decretato il divieto di pesca e di raccolta di molluschi. Ma nel 1994, in seguito ad interventi di recupero ambientale, si è ripristinata l’attività, con l’utilizzo di nasse, bertovelli, fiocina con lampada e reti da posta, ma è caratteristica anche la cattura dei molluschi, a piedi, nelle acque della laguna, muniti di rastrelli.

L’isolotto di San Simone o di Sa Illetta con il Campus Tiscali

Il porto canale viene chiuso ad oriente dall’Isolotto di San Simone o di Sa Illetta che era in origine un’isola, situata all’interno dello stagno, del quale costituiva la maggiore isola per estensione. L’isolotto di San Simone è un luogo in cui i ritrovamenti archeologici testimoniano il passaggio dei Cartaginesi e dei Romani. Le prime notizie certe che lo riguardano risalgono al Trecento, quando l’isolotto apparteneva all’arcivescovo di Cagliari, donato forse insieme ad altre pertinenze dal giudice Torchitorio I di Cagliari di Càralis alla fine dell’undicesimo secolo. In questi luoghi, in epoca altomedievale, sorgeva la città di Santa Igia, capitale del Giudicato di Càralis. Il nome del paese Sa Illetta deriva probabilmente dalla denominazione spagnola La isleta de Sant Simo, ossia l’isoletta di San Simone, riportata in una carta inedita della prima metà del diciassettesimo secolo, conservata nell’Archivio della Corona d’Aragona di Barcellona. In passato l’isolotto era di proprietà privata, ed attualmente l’isolotto si è congiunto con il cordone dunale di la Playa, per il deposito della terra di scavo del porto canale.

Cagliari: campus Tiscali sull’isolotto di Sa IllettaNella zona nord dell’isolotto di Sa Illetta, lungo la corsia che da Cagliari porta verso ovest, per raggiungere la quale dobbiamo proseguire fino alla deviazione per il porto canale e fare l’inversione della marcia, all’altezza del chilometro 2.3 della SS195 Sulcitana, seguendo le indicazioni prendiamo la deviazione sulla destra che ci porta al Campus Tiscali un’opera di architettura contemporanea, tipico esempio di public art, che possiede una bellissima vista panoramica sullo stagno di Santa Gilla. Nel 2001, a tre anni dalla nascita di Tiscali, l’azienda creata da renato Soru, c'è la necessità di creare nuovi spazi e di trasferirsi, dai locali di viale Monastir, via Dolcetta, e dalla sede di rappresentanza situata all’interno della villa Satta al civico numero 39 di viale Trento, e così si pensa all’area industriale di Sa Illetta. Il primo progetto predeva più edifici e maggiore cubatura, che, anche per vincoli paesaggistici, si sono ridotti all’attuale progetto, realizzato dallo studio Rossi Associati, che occupa poco più di 30 ettari. L’inaugurazione del polo telematico avviene nel 2003, ed il campus è costituito da cinque edifici di granito rosso, bianco e nero, vetrate alternate a feritoie, architetture moderne, che allo stesso tempo ricordano lo stile romanico pisano che si trova in molte Chiese della Sardegna. Sulla destra sorgono due edifici in granito bianco, facilmente riconoscibili, dove sono ospitati i server che gestiscono il traffico internet. Inoltre, all’interno del Campus, si trova anche un’antica villa ristrutturata, e l’area verde che lo circonda è aperta al pubblico.

Lo stabulario di Santa Gilla

Di fronte all’ingresso del Campus Tiscali, prendiamo la strada verso destra che porta alla peschiera nella parte nord est dell’isolotto, dove si trova lo Stabulario di Santa Gilla vasto circa 3.316 metri quadrati, costituito da un grande capannone industriale al cui interno sono state realizzate sei vasche per la depurazione, la cernita ed il confezionamento dei mitili, vasche di circa 30 metri quadrati, di bassa profondità, posizionate nella parte centrale del capannone. Lo stabulario è stato avviato nel 1998, sotto la gestione della Consarpesca, ma quasi subito, a causa di un guasto all’impianto di depurazione, è stata revocata quasi subito l’autorizzazione allo scarico e lo stabulario è stato chiuso. Il 27 maggio 2015, un anno dopo lo stop imposto dalla Asl, è stato riaperto lo stabulario di Santa Gilla, q quindi cozze ed arselle, allevate nei filari e raccolte nei fondali della laguna, possono essere trattate nell’impianto di depurazione di Sa Illetta prima di essere confezionate e immesse sul mercato. Per il Consorzio ittico Santa Gilla, l’organismo che raduna le coop e coordina il lavoro di circa 120 soci, si aprono importanti prospettive, anche se lungo la strada dello sviluppo sono ancora molte le incertezze.

Sull’isolotto si trova la chiesa di San Simone

Lungo la strada verso destra che porta alla peschiera nella parte nord est dell’isolotto, dopo cinquecento metri, poco prima di raggiungere la peschiera, seguendo le indicazioni, prendiamo una sterrata sulla destra, che in circa un chilometro ci porta a trovare sulla destra il maneggio Sa Illietta, e a sinistra la chiesa di San Simone una piccola chiesa con impianto mononavata, con tre contrafforti laterali. Le sue forme attuali sono databili tra sedicesimo e diciassettesimo secolo, ma sia l’abside semicircolare che quanto si desume dalle fonti, testimoniano una precedente fase protoromanica. La chiesa presenta una facciata con terminale piatto, possiede un bel portale strombato, sormontato da una lunetta ospitante un dipinto dell’artista sardo Felice Melis Marini, che raffigura San Simone benedicente la laguna e i pescatori. Sulla facciata è presente un campanile a vela la cui campana reca una scritta in lingua tamil, che ha sostituito quella precedente asportata dal marchese Amat di San Filippo, al momento della vendita dell’isola al cavalier Ballero.

Cagliari: l’edificio che ospita il maneggio Sa Illetta Cagliari: chiesa di San Simone sull’isolotto di Sa Illetta Cagliari: chiesa di San Simone: facciata Cagliari: chiesa di San Simone: interno Cagliari: chiesa di San Simone: l’altare Cagliari: chiesa di San Simone-apidi commemorative

La chiesa, di proprietà privata, è aperta al pubblico il 28 ottobre, in occasione della Festa di San Simone. In tale giorno i pescatori dello stagno organizzano una processione a mare delle imbarcazioni tipiche, dette Cius, per onorare San Simone. La processione in passato era molto suggestiva, con il torneo di scherma col bastone, che si svolgeva tra le diverse imbarcazioni, e finiva con il tuffo nella laguna di uno dei due contendenti.

Il villaggio dei Pescatori con la chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Fatima

Cagliari-Nel villaggio dei Pescatori sull’isolotto di Sa IllettaPercorsi un paio di chilometri sulla SS195 Sulcitana, prima che questa svolti a sinistra ed imbocchi il ponte sulla SS195 Sulcitana che conduce verso la città di Cagliari, prendiamo sulla destra l’uscita verso Giorgino, che in duecento metri ci porta nella zona sud est dell’isolotto di Sa Illetta, dove si sviluppa il rione marittimo di Cagliari denominato Giorgino il cui nome deriva dalla Cappella di San Giorgio, situata nella Villa Ballero, che descriveremo più avanti. Nell’estremo sud est di Giorgino, del vecchio rione, in gran parte demolito, resta solo il cosiddetto, storico, Villaggio dei Pescatori. Gli abitanti del villaggio dei pescatori di Giorgino organizzano ogni anno a settembre la Sagra del Pesce di Giorgino, una delle feste estive più suggestive della città, con distribuzione di piatti caratteristici della cucina marinara locale. Una giornata di Festa dove si possono gustare i piatti tipici della cucina cagliaritana, apprezzati dai moltissimi visitatori che da vent’anni frequentano la sagra.

Cagliari: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Fatima nel villaggio dei PescatoriNel villaggio dei Pescatori di Giorgino si trova la chiesa di Nostra Signora di Fatima, che è la chiesa parrocchiale del villaggio, edificata nel 1966. Dalla parrocchia di Nostra Signora di Fatima, che ha sede presso la Cappella dell’Asilo, nel villaggio dei Pescatori, dipende la Cappella di Sant’Efisio. La Festa di Nostra Signora di Fatima si svolge a Giorgino, nel villaggio dei Pescatori, la terza domenica di maggio, ed il triduo di preghiere inizia il venerdì. La prima messa è celebrata in mattinata ed altra celebrazione nel pomeriggio, nella piazzetta che si riempie di fedeli che accorrono anche per assistere alla processione a mare della Madonna, che è anche la patrona del vicino porto canale.

Il rione marittimo denominato Giorgino con la villa Ballero e la Cappella di Sant’Efisio Martire

Cagliari-Nella Corte di Giorgino la villa Ballero sull’isolotto di Sa IllettaDalla chiesa di Nostra Signora di Fatima nel rione Giorgino, prendiamo verso ovest il viale Pula che, in poco più di un chilometro, ci porta nell’estremo sud ovest di Giorgino, dove si trova la Villa Ballero. Si tratta di una bella villa rurale oggi di proprietà della famiglia cagliaritana dei Ballero, un complesso di notevole valore storico, vincolato, come tale, nel 1977 dal Ministero dei Beni culturali. Gli ambienti ad essa associati, e la chiesa di Sant’Efisio in essa contenuta, un tempo quasi distrutti, sono stati interamente ristrutturati nel 2004 grazie all’impegno dei proprietari e del comune di Cagliari. Nel corso dell’anno il complesso è destinato a mostre, conferenze e occasioni mondane.

Cagliari-Giorgino: chiesa di Sant’Efisio nella villa Ballero sull’isolotto di Sa IllettaAll’interno della villa si trova la piccola Cappella di Sant’Efisio che dipende dalla parrocchia di Nostra Signora di Fatima, e confina con la casa padronale, formando un unico complesso a quadrilatero, che richiama il modulo della Corte, ossia della villa suburbana. La Corte di Giorgino apparteneva al conte Michele Ciarella, avo diretto dei conti Ballero, alla cui famiglia appartiene ancora oggi la proprietà di tutto il complesso. L’edificio attuale ha un’architettura seicentesca, con cupola ottagonale, semplice fcciata con campaniletto a vela, nel quale si trova la campana del 1679. L’aula è coperta a due falde, ha un pavimento originario in maiolica dipinta a mano nel seicento, sul quale poggia l’altarino settecentesco, ed, all’interno della cupola, si trova un singolare affresco con i quattro Mori, caratterizzati dal fatto che guardano tutti in direzione diversa ed hanno gli occhi bendati. Nella piccola chiesa, originariamente era conservato un retablo denominato La Crocifissione, dipinto nel 1508 da Lorenzo Cavaro, una parte del quale è attualmente custodita nella Pinacoteca nazionale di Cagliari, ed un’ulteriore porzione, che rappresenta la Madonna in Trono, fa parte di una collezione privata a Torino. Adesso sopra l’altare, sono collocati, una pala in foglia d’oro del settecento, una Via Crucis in legno e gesso, ed una statua di Sant’Efisio, attribuita forse a Gaetano Cima o a Giuseppe Antonio Lonis, risalente alla fine del diciottesimo secolo.

La prima fermata della processione di Sant’Efisio a Giorgino

Cagliari: la prima fermata della processione di Sant’Efisio a GiorginoPresso la Cappella di Sant’Efisio non si svolge una festa, ma la chiesa è legata alla Festa di Sant’Efisio. Il simulacro del Santo, partito da Cagliari la mattina del primo maggio sul cocchio dorato, si ferma per la sua prima sosta nel primo pomeriggio proprio nella piccola Cappella della villa Ballero nella corte di Giorgino, ed i membri della famiglia Balero provvedono al cambio delle vesti del Santo. Sant’Efisio lascia qui abiti urbani e gioielli, ed indossa vestiti più comodi per affrontare il viaggio verso la campagna. Il Santo viene anche trasferito su un cocchio più robusto rispetto a quello che lo ha accompagnato fin qui dalla città, più adatto a percorrere le strade di campagna, cocchio che è custodito per tutto l’anno nell’attigua cocchiera. É stato il conte Michele Ciarella a disporre, nel suo testamento del 1827, che il simulacro del Santo, durante il tragitto che lo conduce a Nora, sostasse nella Cappella della sua proprietà, dove sono sepolte le spoglie dell’amata moglie Antonia, e ad ordinare ai suoi eredi, ed a chiunque fosse entrato in possesso della fattoria, di accoglierlo con gli onori e la devozione che egli gli aveva sempre tributato, pena la perdita di ogni diritto sulla Cappella a favore della chiesa di Sant’Efisio e dei suoi Guardiani. Poi il Santo lascia Giorgino in direzione della spiaggia de la Maddalena, in territorio di Capoterra, a bordo di un camion militare, e questo trasferimento in camion si è reso necessario in quanto, dopo la costruzione del porto canale, è stata interrotta la vecchia strada per Pula. Si tratta di un episodio brutto, soprattutto dato che la villa Ballero è affacciata sul mare, e, dal pontile di fronte, Sant’Efisio potrebbe essere deposto su una chiatta e percorrere quel tratto sull’acqua, per proseguire nel suo lungo tragitto, con varie fermate, sino alla piccola chiesa di Nora. La sera del 4 maggio, all’imbrunire, Sant’Efisio torna da la Maddalena a Giorgino, ultima tappa del viaggio di rientro che lo riporterà a Cagliari, abbandona il cocchio di campagna e riprende il cocchio dorato, e reindossare gli abiti urbani ed i gioielli.

Il ponte sulla SS195 Sulcitana che ci porta verso la città di Cagliari

Percorso tutto l’isolotto, la strada passa sul nuovo ponte della SS195 Sulcitana, costruito dopo che, negli anni ’80 del seccolo scorso, è stato demolito il vecchio ponte detto Ponte di Sa Scafa o ponte della Scafa, e ci porta all’interno della città di Cagliari, nella zona della stazione.

La Torre della Quarta regia o di Sa Scafa

Dopo aver percorso il ponte nuovo, passiamo la prima uscita verso Cagliari, proseguiamo dritti e sulla sinistra si vede l’imbocco della via San Paolo, che non si riesce a prendere perché richiederebbe un’inversione di marcia. Per imboccarla proseguiamo dritti lungo la via Riva di Ponente, poi, appena possibile, giriamo a sinistra ed ancora a sinistra, riprendendo in senso inverso la stessa strada, e quindi prendiamo a destra la via San Paolo, che seguiamo fino a prendere a sinistra il viale Pula.

Cagliari: la Torre della Quarta regia o di Sa Scafa detta anche Torre della ScafaIl viale Pula ci riporta verso ovest, passa sotto la strada statale, poi passa su un piccolo ponte sulle Scafa, e arriva fino alla costa dello stagno, di fronte alla località Giorgino, dove si trova la Torre della Quarta regia o di Sa Scafa chiamata anche Torre della Scafa, posizionata all’altezza di un metro sul mare. Edificata in epoca spagnola, risale al 1639 o al 1660. Era il luogo deputato al pagamento del Piscatico, e deve il suo nome proprio a questa tassa, pari alla quarta parte del prodotto, che oveva essere corrisposta dai pescatori alla Corona spagnola. Si compone di due piani, comunicanti con scale elicoidali addossate alla muratura, ed è di particolare interesse, il coronamento superiore in mattoni rossi. Con la sua ristrutturazione è stata completamente intonacata, ed al suo interno si trova, oggi, un ufficio dell’Assessorato regionale all’Ambiente.

Arrivo alla città di Cagliari

Dal ponte nuovo, la SS195 Sulcitana ci porta all’interno dell’abitato della città di Cagliari, assumendo il nome di via Riva di Ponente. La seguiamo per circa un chilometro e mezzo, poi prendiamo a sinistra la strada che ci porta in piazza Giacomo Matteotti, la piazza sulla quale si affaccia la Stazione ferroviaria di Cagliari. Con l’arrivo nella piazza della stazione, siamo all’interno della città di Cagliari e possiamo iniziarne la visita.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, effettueremo la visita dal Centro storico della città di Cagliari dove vedremo i quattro quartieri storici, ossia Stampace, Castello, Marina e Villanova. Nel quartiere Castello ci recheremo, tra l’altro, a visitare il Museo Archeologico Nazionale, nel quale sono esposti i principali reperti dell’archeologia in Sardegna.


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