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Decimomannu con la chiesa campestre di Santa Greca ed i suoi dintorni con il suo Aeroporto MilitareIn questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Campidano di Cagliari, recandoci da Elmas a Decimomannu, un centro di origine romana, che, accanto alle tradizionali attività agro pastorali, ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato il turismo. Il Campidano di Cagliari
In viaggio verso DecimomannuNella precedente tappa avevamo visitato Assemini, da dove possiamo recarci ad Decimomannu. Da Assemini prendiamo la via Monti, da dove seguiamo sulla via Cagliari, che, percorsi poco più di quattro chilometri, ci porta all'interno dell'abitato di Decimomannu. Dal Municipio di Assemini a quello di Decimomannu si percorrono 4.6 chilometri. Arriviamo a Decimomannu da CagliariSi può raggiungere Decimomannu anche partendo da Cagliari, prendendo verso nord ovest il viale Trieste, dopo circa un chilometro e seicento metri prendiamo la via Santa Gilla, dopo un altro chilometro e seicento metri continuiamo Sulla SS195 Sulcitana Raccordo, e, dopo due chilometri e settecento metri, prendiamo la SS130 Iglesiente in direzione nord ovest. La seguiamo per poco più di quattordici chilometri, fino all'uscita con le indicazioni per Decimomannu, qui prendiamo a sinistra la via San Sperate, che continua sul corso Umberto e che ci porta nell'abitato. Dal Municipio di Cagliari a quello di Decimomannu si percorrono 18.4 chilometri. Il paese chiamato Decimomannu
Origine del nomeIl nome del paese compare nei documenti antichi, nella forma latinizzata Decimo Maior. Esso riflette il latino Decimus, ed indica il decimo miglio su un antico percorso stradale già d'epoca romana, come attesta il suo nome che significa A dieci miglia da Cagliari, ossia Decimo ab urbe Karali miliario, dove si trovava una Mansio presso la quale è sorto l'abitato. La voce sarda Mannu ha il significato di grande, e rappresenta un aggettivo proveniente dal latino Magnus. Nel corso dei secoli, pur rimanendo simile, è stato modificato più volte. Su carte e documenti di epoche diverse, ritroviamo: Decimo, Decimo Mayore, Decimo Manu, Decimopoco, Decimo Susu, Decimo Mayor, Decimum Magnum. La sua economiaÈ un centro di pianura, di origine romana, che, accanto alle tradizionali attività nel campo del settore primario dell'economia, ossia dell'agricoltura e dell'allevamento, ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato il turismo. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, olivo, agrumi, uva e altra frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, della produzione di mangime, della lavorazione del legno, del vetro, dei materiali da costruzione, dei mobili, manifatturiero soprattutto gioielleria ed oreficeria, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciI primi stanziamenti umani nel territorio di Decimomannu si fanno risalire al Neolitico-calcolitico, dato che tra Decimomannu ed Assemini si sono trovate testimonianze di un villaggio nuragico. Inoltre, nel 1879, durante i lavori effettuati alla stazione, viene portata alla luce una necropoli nella quale, in molte tombe, vengono rinvenute monete di epoca punica in bronzo. L'abitato deve essersi formato durante il periodo della dominazione romana, costituito originariamente da un Castrum militare, evolutosi nel tempo. Secondo lo storico Francesco Cesare Casulla, nei suoi dintorni si svolge la battaglia campale del 215 avanti Cristo, nell'ambito della seconda guerra punica, che coinvolge i romani, guidati da Tito Manlio Torquato, e i sardo punici comandati da Ampsicora, scontro che si risolve con una schiacciante vittoria romana. Per la sua posizione topografica, Decimomannu ha sempre avuto una grande importanza nel campo della comunicazione, come dimostrano i resti di due ponti. In epoca romana, la strada che da Caralis conduce a Sulcis, si biforca a Mansum, oggi Elmas, dove un ramo prosegue per Sextum, ossia Sestu, Biora e Valenza in seguito distrutte, mentre l'altro ramo passa per Decimum e da qui prosegue per Valeria, e da lì per Sulcis, ossia l'odierna Sant'Antioco. Non conserva tracce del periodo bizantino, ed in seguito, nel Medioevo, a partire dall'undicesimo secolo, il paese appartiene al giudicato di Cagliari, come capoluogo della Curatoria omonima, e molti giudici ne fanno la loro residenza. Con la distruzione di Santa Igia nel 1258, il territorio giudicale viene smembrato e la curatoria di Decimo viene assegnata a Ugolino e Gherardo della Gherardesca. Alla venuta degli Aragonesi, nel 1324, proprio in territorio di Decimo, si combatte il grande scontro tra Pisani ed Aragonesi, ossia la battaglia di Lucocisterna, scontro che vede sconfitti i Pisani, e di conseguenza si afferma il regno di Sardegna e Corsica. Decimo rimane in mano aragonese fino al 1353, quando viene annessa dal giudicato di Arborea, per poi ritornare nel 1355 agli Aragonesi. In seguito il paese passa in mano a diversi feudatari, divenendo feudo dei de Sena, dei Visconti e dei Bellit. Facendo parte della viscontea di Sanluri, nel 1519, sotto il governo spagnolo, passa alla baronia di Monastir e quindi nel marchesato di Palmas Suergiu, restandovi fino al 1839, quando, ormai in epoca sabauda, viene riscattata dagli ultimi feudatari, i Bou Crespi di Valdaura, ed acquisita al patrimonio della Stato. Nel 2016 viene cambiata la provincia alla quale appartiene, passando dalla provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari. Le principali feste e sagre che si svolgono a Decimomannu
Visita del centro del paeseL'abitato di Decimomannu è da tempo interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, e mostra l'andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arrivando da Assemini all'interno dell'abitato con la via Cagliari, possiamo visitare il centro del paese. Arrivando a Decimomannu da Assemini troviamo il cimitero di Decimomannu
La ex stazione ferroviaria di DecimomannuPassato il cimitero, proseguiamo con la via Cagliari, che all'interno dell'abitato assume il nome di via Nazionale. La seguiamo per quattrocento metri, poi prendiamo verso sinistra, ossia verso sud, la via Stazione.
La stazione ferroviaria di DecimomannuProseguendo lungo la via della Stazione, percorsi altri trecento metri arriviamo in piazza Stazione, dove, al civico numero 5, si trova la nuova stazione ferroviaria di Decimomannu, una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda al servizio del comune di Decimomannu, posizionata dopo la stazione di Assemini Santa Lucia e prima di quella di Villasor. È anche la stazione iniziale della linea ferroviaria a scartamento ordinario del Sulcis Iglesiente, che collega Decimomannu con Iglesias, prima della stazione di Uta e Villaspeciosa. È stata attivata nel 1984, sostituendo l'omonima stazione preesistente, quando il progetto di raddoppio dei binari tra la stazione di Cagliari e quella di Decimomannu è stato approvato e avviato dalle Ferrovie dello Stato, e contemporaneamente si è deciso di spostare la stazione in una posizione leggermente più periferica rispetto al vecchio scalo, permettendo il passaggio dei binari fuori dal nucleo urbano. È stata, quindi, realizzata una variante alla linea che portava al nuovo scalo, distante dal vecchio circa 250 metri, che è stato inaugurato congiuntamente al raddoppio dei binari, nel 1984. Il fabbricato viaggiatori è costituito da un edificio a due piani più terrazzino, a pianta rettangolare. Lo scalo è dotato di cinque binari, il primo è utilizzato soprattutto per i treni del servizio metropolitano per Cagliari, gli altri quattro, raggiungibili con un sottopassaggio, sono rispettivamente utilizzati per i treni diretti nella Dorsale Sarda e verso quella del Sulcis Iglesiente. Ulteriori binari vengono utilizzati per lo stazionamento di materiale rotabile o per altre finalità di servizio. La chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate
La chiesa di Sant'Antonio abate, patrono del paese, che è la chiesa parrocchiale del paese, in origine era dedicata alla Vergine, anche se il patrono rimaneva Sant'Antonio. La chiesa è stata edificata nel Cinquecento in stile gotico catalano, forse sulle vestigia di una chiesa più antica. La chiesa, che è affiancata sul lato sinistro da un campanile costruito probabilmente nel Settecento, ha subito numerosi rifacimenti nel tempo. Fino al Novecento, la facciata era rettangolare, come la finestra che, al posto del rosone, sovrastava il portone, ed, ai lati del portone, sono due rozzi sedili in pietra. Nel 1922 sulla facciata viene eretto un timpano triangolare sormontato da una croce, la finestra rettangolare sopra il portone viene sostituita da una apertura circolare, e vengono eliminati i sedili in pietra. In successivi restauri, viene aggiunta la bussola nella porta della chiesa, il pavimento in pietra viene sostituito, e vengono eliminati i due altarini con quadri di San Francesco di Paola e Santa Filomena, collocati davanti ai primi pilastri della navata centrale. Nel 1931, per avere una chiesa più spaziosa, si rendono comunicanti le cappelle di sinistra con porte ampie, e si creano archi ogivali tra le cappelle di destra. L'anno successivo vengono decorate le cappelle laterali con dipinti di Giuseppe Scano e suo figlio. Un successivo intervento, negli anni '50 del secolo scorso, dà alla chiesa l'aspetto di un capannone, modificando la facciata e rivestendo il tutto, compreso il campanile, con lastroni di marmo. Infine, nel 1993, viene restaurato il campanile e riportato all'antica bellezza, rimuovendo i lastroni e riaprendo le finestre ad arco, chiuse probabilmente nel secolo scorso. E, tra il 1995 ed il 1998, il restauro definitivo, riporta la chiesa alla sua bellezza originale. Oggi la facciata presenta un portale gotico ad arco acuto e un rosone centrale. All'interno la chiesa ha la pianta a navata unica con tre cappelle per lato. Quelle di destra, originarie, hanno volta a crociera con nervature e gemme pendule, mentre le cappelle a sinistra, con volte a botte, sono più recenti e hanno subito rifacimenti. Attraverso un maestoso arco ad ogiva si accede al presbiterio, rialzato, coperto da una volta stellare. Conserva al suo interno il cinquecentesco crocifisso in uno stile definito Crocifisso Doloroso, con il capo reclinato verso la spalla destra, il perizoma che cade dal femore destro e ricopre il ginocchio sinistro, le gambe piegate a circa novanta gradi, il tono dell'incarnato pallido sul quale risalta maggiormente il colore vermiglio del sangue che sgorga dalle ferite. Di notevole rilievo sono anche i capitelli gotici dei pilastri, sul lato destro della navata, e la pila dell'acqua Santa del sedicesimo secolo, ricavata da un blocco di marmo bianco.
Il Municipio di Decimomannu con il Monumento ai caduti
Sul lato settentrionale della piazza, al civico numero 1 di piazza Municipio, di trova l'edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Decimomannu. Si tratta di un edificio dalle forme squadrate, abbastanza moderno. Sul lato meridionale della piazza, invece, affacciato sul corso Umberto, si trova il Monumento ai caduti , un monumento a stele costituito da un cippo, con iscrizioni ed un bassorilievo sormontato da un'aquila, come rappresentazione di un'allegoria della Vittoria. Il santuario di Santa Greca Vergine e Martire
Il santuario di Santa Greca si trova in una bella posizione, orientato, come si usava nell'antichità, con l'entrata principale a ponente e l'altare maggiore ad oriente. È stato scritto che sul luogo di sepoltura della Santa viene edificata, forse in epoca costantiniana, un Cella Memoriae per ricordarla, ma non esiste alcun documento che confermi questa ipotesi. Si Sa che un convento delle Monache viene edificato in questo luogo. Sicuramente nel quattordicesimo secolo, al convento è annessa una piccola chiesa o cappella dedicata alla Santa. Ma la chiesa non sopravvive a lungo, dato che nel sedicesimo secolo l'Arcivescovo di Cagliari, in una sua relazione, dice di averla trovata pressoche rasa al suolo, e di aver dato l'ordine della sua ricostruzione. Nel 1777 viene costruita una nuova chiesa sulle rovine di quella precedente, ed infatti Giovanni Spano scrive: La chiesa attuale è moderna, rifabbricata in parte a volte sull'antica che era in tavole. Dell'antica chiesuola, poi, non vi è rimasta che l'abside in fondo dell'attuale. Da allora la chiesa non subisce alcuna trasformazione significativa, ma alcune modifiche. Nel 1928 viene demolito il campanile a vela, che era situato nel frontale della chiesa, costruito il timpano, ingrandita la finestra e costruito il nuovo campanile alto diciotto metri. Nel 1933 viene demolita Sa lolla con colonne ottagonali, che si trovava davanti all'ingresso principale, perché troppo grande, che toglieva la vista alla facciata, ed era un ricovero di mendicanti, di passeggeri e di bestie tutto l'anno; luogo scelto dalle donne scostumate specialmente di Cagliari per commettere ogni sorta di turpitudini con giovani e coniugati. Ed infine, nel 1981 è stato effettuato l'ultimo restauro, che ha restituitoi la chiesa alla sua configurazione originaria del 1777, sono stati tolti intonaci e verniciature, specie negli archi, nei cornicioni e nei pilastri, ed anche la cupola del presbiterio, con il riaprirsi delle tre finestre chiuse, ha ripreso la sua funzione primitiva, quella di illuminare. Oggi della prima fase costruttiva rimane solo la cappella dietro l'altare maggiore, della seconda rimane l'abside allungata. La chiesa ha un'unica navata con copertura a botte retta da sei archi. Successivamente si è proceduto alla sistemazione dell'area antistante la chiesa, ora vi è un ampio sagrato pavimentato, interrotto da molte e grandi aiuole. Successivamente si è proceduto alla sistemazione dell'area antistante la chiesa, ed ora vi è un ampio sagrato pavimentato, interrotto da molte e grandi aiuole. L'ultima domenica di settembre, nella chiesa di Santa Greca si tiene la Festa di Santa Greca, che dura cinque giorni. Oltre ai riti religiosi, tra musica di launeddas e gare poetiche in lingua sarda. Alla Festa si accompagna la Sagra del maialetto, nelle grandi tavolate pubbliche preparate intorno al santuario si arrostiscono maialetti sugli imponenti spiedi e si mangia tutti insieme, vengono offerti gli squisiti dolci locali dagli inconfondibili aromi, e vino in abbondanza. Presso questa chiesa si celebra anche, l’ultimo sabato e l'ultima domenica domenica di maggio, la Festa di Sant’Isidoro, con celebrazioni religiose, la benedizione degli animali e la processione per le vie del paese, e con diverse manifestazioni civili, esibizioni di cori, danze, spettacoli pirotecnici, ed anche la degustazione di prodotti tipici locali. Presso questa chiesa si svolge anche, il 24 giugno, la Festa di San Giovanni, comprendente anche la Sagra della pecora, nella quale, dopo le celebrazioni religiose, i numerosi partecipanti possono degustare alcuni piatti a base di pecora, tipici della tradizione sarda. Non possono mancare le Erbe di San Giovanni, che si raccolgono come da consuetudine popolare nella notte tra il 23 e il 24 giugno, una tradizione tipica di questa festa, che si pratica ancora oggi in molti paesi della Sardegna. La serata viene allietata dalla musica. gli impianti sportivi di DecimomannuDa dove siamo arrivati con la via stazione alla chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate, prendiamo il corso Umberto verso destra, ossia in direzione nord est. La seguiamo per cinquecento metri, poi prendiamo verso destra la via delle Aie, e la seguiamo per circa settecento metri, fino ad arrivare a vedere, alla sinistra della strada, l'ingresso degli impianti sportivi di Decimomannu. All'interno di questo complesso sportivo, si trova lo stadio comunale di Decimomannu, chiamato anche campo da calcio in erba, che ha una grandezza regolamentare per partite undici contro undici, un manto in erba naturale, e che dispone di tribune in grado di ospitare fino ad 800 spettatori. Intorno al campo da calcio in erba si trova una pista da atletica Leggera. Dietro di esso, verso est, si trova il campo da calcio in terra, anch'esso di grandezza regolamentare, ed un campo da calcetto, ossia da calcio a cinque Passato l'ingresso a Decimomannu da Cagliari si trova il campo da calcio comunaleIl corso Umberto, dopo aver incrociato la via delle Aie, prosegue in direzione nord est con il nome di via San Sperate. Percorsa per cinquecento metri la via San Sperate, arriviamo all'incrocio con la SS130 Iglesiente, nel punto in cui si arriva a Decimomannu provenendo da Cagliari.
Il Miniautodromo Speed Model 4 Mori
Nei dintorni di DecimomannuNei dintorni di Decimomannu non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi, mentre sono stati portati alla luce i resti di due ponti dell'età romana. Vediamo, ora, che cosa si trova nei dintorni dell'abitato di Decimomannu. Le frazioni di Decimomannu che ospitano i villaggi AzzurriDal Municipio di Decimomannu, prendiamo verso ovest il corso Umberto, che, dopo poco più di duecentocinquanta metri, si immette sulla via Nazionale, che si muove verso ovest. Percorsi quattrocentocinquanta metri, la via Nazionale compie una grande curva verso nord, ed esce dall'abitato con il nome di SS196 di Villacidro. Percorsi trecentocinquanta metri sulla SS196 di Villacidro, che prende il nome di via Villasor, si trova sulla sinistra della strada l'ingresso che immette nella via Parigi, e che fa entrare nella frazione villaggio Azzurro 1 (altezza non disponibile, distanza 1.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), un notevole complesso di basse abitazioni costruito dall'Aeronautica Militare. All'interno della frazione, è stato realizzato anche un campo da calcetto, ossia da calcio a cinque. Percorsi altri trecento metri sulla SS196 di Villacidro, ossia sulla via Villasor, si trova sulla sinistra della strada l'ingresso che immette nella via Olanda, e che fa entrare nella frazione villaggio Azzurro 2 (altezza metri 11, distanza 1.4 chilometri, circa 27 abitanti), un più ridotto complesso di abitazioni di edilizia residenziale assai alte, anch'esse realizzate dall'Aeronautica Militare. La frazione Is OrrusProseguendo per centocinquanta metri sulla SS196 di Villacidro, a ottocento metri da dove la abbiamo imboccata provenendo dalla via Nazionale, seguendo le indicazioni prendiamo la deviazione sulla sinistra, che seguiamo per poco più di cinquecento metri, e ci porta all'interno della frazione Is Orrus (altezza metri 236, distanza 2.2 chilometri, circa 48 abitanti), una frazione Decimomannu nella quale sono presenti solo edifici di edilizia residenziale. L'Aeroporto Militare Giovanni Farina di DecimomannuDopo la deviazione per la frazione Is Orrus, proseguiamo per tre chilometro e duecento metri sulla SS196 di Villacidro, a quattro chilometri a dove la abbiamo imboccata provenendo dalla via Nazionale, e troviamo sulla destra l'indicazione dell'ingresso dell'Aeroporto Militare di Decimomannu. Si tratta di un Aeroporto situato in una vasta area compresa tra i comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor, intitolato al colonnello pilota Giovanni Farina, medaglia d'oro al valor militare, deceduto in combattimento nei cieli della Sardegna il 14 giugno 1942. L'Aeroporto nasce allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando si rende necessario allestire altri aeroporti oltre a quelli già esistenti sull'isola, e venne approntato il campo di manovra di Decimomannu, dotato di una pista in terra orientata da nord est a sud ovest, e di alcuni edifici che erano appartenuti in passato a una fattoria. Con il passare degli anni la base vede aumentare l'attività di volo, che lo consacrano come l'Aeroporto con il più alto numero di decolli e atterraggi presente in Europa, con una media di circa 60.000 movimenti annui. Attualmente i fruitori principali dell'Aeroporto sono l'Aeronautica Militare Italiana e la Luftwaffe, ossia l'Aeronautica Militare tedesca. L'Aeroporto è dotato di due radar, dei quali uno assolve compiti di difesa aerea nazionale, mentre il secondo è utilizzato dal Centro di Controllo e Avvicinamento per coordinare e dirigere il traffico aereo dell'Aeroporto di Decimomannu e dell'Aeroporto di Cagliari-Elmas. L'Aeroporto ha in dotazione anche alcuni elicotteri che svolgono compiti di soccorso aereo e di protezione civile. Comunque la Luftwaffe ha deciso di lasciare la gestione dell’Aeroporto militare di Decimomannu, a cui contribuiva per il cinquanta per cento delle spese. Il Ponte di epoca tardo romana o medioevale chiamato de su Tiaulu o de Is AramigusDal Municipio di Decimomannu, prendiamo il corso Umberto e poi la via Parrocchia, che ci porta sulla via Cagliari, e questa strada ci conduce sulla SS130 Iglesiente, che prendiamo verso destra, in direzione est, ossia verso Cagliari. La seguiamo per circa un chilometro, poi arriviamo a una grande rotonda, alla quale giriamo a sinistra e riprendiamo la stessa SS130 Iglesiente, questa volta però in direzione di Iglesias. Percorsa per settecento metri, prendiamo l'uscita verso destra seguendo le indicazioni per il Ponte Romano.
La frazione su MeriaguPassata la deviazione sulla strada bianca per il Ponte Romano, percorriamo ancora trecentocinquanta metri, poi vediamo sulla sinistra la strada che ci porta all'interno della frazione su Meriagu (altezza metri 16, distanza 3.1 chilometri, circa 30 abitanti), una piccola frazione Decimomannu. Il Ponte romano di Bingia MannaPrendiamo la SS196 di Villacidro, la seguiamo per ottocento metri, e, seguendo le indicazioni, svoltiamo a sinistra per la frazione Is Orrus. Seguiamo questa strada per circa un chilometro, superando le abitazioni della frazione, fino a che sbocca su una trasversale, che prendiamo verso sinistra. Seguiamo questa strada, che diventa bianca, costeggiando la linea ferroviaria che passa alla sua sinistra.
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Campidano di Cagliari, recandoci da Decimomannu ad Uta per visitare la chiesa di Santa Maria e per parlare dei bronzetti nuragici di Monte Arcosu. | ||||
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