Un sito di oltre 450 pagine che descrive tutta l’Isola e che pur non vendendo niente riceve da 600 a oltre 1400 visitatori ogni giorno

La mia SardegnaLa bandiera della Sardegna

Home page Guest book SOSTIENICI Mappa del sito


Pagina precedenteIndice precedenteVisita del sito istituzionale del comunePagina successiva

Semestene che visiteremo con i suoi dintorni nei quali si trova la chiesa romanica di San Nicola di Trullas


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Meilogu recandoci a visitare Semestene con i suoi dintorni nei quali si trova la chiesa romanica di San Nicola di Trullas.

La regione storica del Meilogu, chiamata anche Mejlogu o Logudoro Meilogu

La regione storica del MeiloguIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. In particolare, il Meilogu ha il nome che deriva dal suo posizionamento in Mediu logu, vale a dire nel cuore del Giudicato. I comuni che fanno parte del Meilogu sono Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, Ittireddu, Mara, Mores, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Siligo, Thiesi, Torralba. Il Meilogu è caratterizzato da un territorio prevalentemente pianeggiante, che produce cereali, verdure, ortaggi. Sono fiorenti gli allevamenti ovini, da cui deriva la ricca produzione casearia. Le numerose sorgenti e corsi d’acqua favoriscono questa ricchezza.

In viaggio verso Semestene

Usciamo da Bonorva verso ovest sulla SP43, dopo due chilometri svoltiamo a destra imboccando la SS131 di Carlo Felice, che seguiamo per 250 metri. Poi, seguendo le indicazioni, svoltiamo a sinistra ed imbocchiamo la SP8, la seguiamo per poco più di tre chilometri e mezzo, fino a che ci porta all’interno dell’abitato di Semestene. Dal centro di Bonorva a quello di Semestene abbiamo percorso circa sei chilometri.

Il piccolo comune chiamato Semestene

Semestene-Veduta dell’abitatoSemestene-Stemma del comuneIl comune chiamato Semestene (pronuncia Semèstene, altezza metri 384 sul livello del mare, abitanti 142 al 31 dicembre 2021) è un piccolissimo borgo, situato su un’altura fra gli altopiani di Campeda e di Meilogu, nella vallata a nord dell’altopiano di Campeda. Il paese, posizionato ai piedi del Monte Benazzosu, un altopiano vulcanico alto 587 metri, si trova adagiato su un pianoro basaltico dolcemente inclinato verso sud, quadrettato dai tipici muretti a secco che delimitano le Tancas serradas a muru, simbolo della prevaricazione sabauda, che, con il passare del tempo e con il mutare delle condizioni sociali, sono divenute elementi tipici dell’identità locale. L’abitato è raggiungibile mediante la SS131 di Carlo Felice, che dista soli quattro chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 320 ad un massimo di 660 metri sul livello del mare.

Origine del nome

La sua denominazione è attestata già in documenti di età medievale, nella forma di Semeston. Poco chiare risultano le sue origini, tuttavia si ritene che esso possa derivare dallo strato linguistico protosardo.

La sua economia

Piccola comunità collinare, Semestene ha un’economia basata sull’attività agricola, soprattutto coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti ed ulivi, oltre che sulla pastorizia e sull’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. L’industria è del tutto inesistente, e modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le principali mete turistiche della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti del luogo, effettuare delle piacevoli escursioni godendo dell’aria salubre, della tranquillità e delle bellezze dell’ambiente naturale, tutelate e valorizzate dalla locale Comunità montana. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il suo territorio è abitato sino dall’età preistorica, ed in seguito viene colonizzato dai Romani, che vi istituiscono una Mansio, ossia una stazione di sosta lungo una strada romana. In periodo medievale appartiene al Giudicato del Logudoro, nella curatoria di Costival. Nel 1255 viene conquistata dai Doria e, a partire dal quattordicesimo secolo, segue le vicende storiche del vicino borgo di Bonorva.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Semestene

Non vi si svolgono particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della tradizionale Festa in onore di San Nicola di Trullas, che si tiene due volte ogni anno, il 16 giugno e la seconda domenica di agosto. La Festa di San Giorgio, che è la festa patronale, si celebra il 23 aprile.

Visita del centro di Semestene

L’abitato, interessato da espansione edilizia, è circondato da vaste campagne e affacciato sulla valle che si apre ai suoi piedi. Arriviamo nell’abitato da Bonorva con la SP8, dalla quale, dopo poco più di 3 chilometri da dove la avevamo presa all’incrocio con la SS131 di Carlo Felice, si trova sulla destra il cartello di Benvenuti a Semestene. Percorsi appena un’ottantina di metri, parte leggermente a destra in salita la via Sassari, con le indicazioni che ci porterebbe al centro dell’abitato, ed all’inizio di questa strada si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato.

Il Parco pubblico e l’Anfiteatro Comunale

Proseguendo con la SP8, dopo cinquecento metri parte a destra, verso nord, la via Giuseppe Garibaldi, che ci porta nel centro del paese, dove si trova la piazza Dante Alighieri con la chiesa parrocchiale ed il Municipio. Tra il punto dove parte la via Sassari e quello dove parte la via Giuseppe Garibaldi, alla sinistra della strada provinciale di sviluppa il Parco pubblico di Semestene, all’interno del quale si trovano le moderne imitazioni di due pinnette di pietra, ossia pinnetta de pedra, costruzioni coniche in pietra a secco simili ai trulli pugliesi, ed una pinnetta con tetto in frasche, ossia un pinnettu de linna, dato che nel Meilogu si usa differenziare le due tipologie, indicandone il nome in femminile e maschile.

Semestene-Veduta del Parco pubblico Semestene-Pinnetta con tetto di frasche e di pietra nel Parco pubblico Semestene-Veduta dell’Anfiteatro Comunale

Un poco più avanti rispetto al parco pubblico, alla destra della strada è presente l’Anfiteatro Comunale, nel quale si svolgono, tra l’altro, esibizioni di folklore sardo in occasione di diverse manifestazioni associate, ad esempio, ai festeggiamenti in onore di San Nicola Trullas.

Il Municipio di Semestene

Semestene: il Municipio di SemesteneDalla strata provinciale, prendiamo a destra la via Giuseppe Garibaldi che si dirige verso nord in direzione del centro del paese. Percorsi quasi centocinquanta metri, la strada curva a sinistra e termina nella parte vecchia del paese in piazza Dante Alighieri, sulla quale si affaccia alla sinistra, al civico numero 16, l’edificio che ospita il Municipio di Semestene, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Sono gli uffici del Settore Tecnico, del Settore Finanziario Amministrativo, gli uffici Protocollo, Demografici, Elettorale, SUAP e Affari Generali, l’Ufficio Segreteria, l’ufficio del responsabile della Protezione dei Datipersonali ai sensi dell’articolo 37 del regolamento UE 2016/6796, ed infine l’ufficio dei Servizi Sociali.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio

Nella piazza Dante Alighieri, alla destra dell’edificio che ospita il Municipio, su una terrazza in posizione sopraelevata, si trova la chiesa di San Giorgio che è la chiesa parrocchiale di Semestene, cui si accede da un’ampia scalinata. La chiesa risale, nella sua struttura originaria, al dodicesimo secolo, ed è stata ristrutturata all’inizio del terzo decennio del diciassettesimo secolo. Nella seconda arcata trasversale è incisa la data del 1623, quando si era già a metà dell’opera, ma nel 1704 si sono dovute restaurare le volte della navata, e si è completato il campanile. La facciata gotica, di schema tardorinascimentale e semplice ma originale disegno, conserva nelle modanature del basamento con volute e rosette una traccia plateresca. È suddivisa in due ordini da un’aggettante cornice a tori e si apre nel bel portale architravato. Quest'ultimo, fiancheggiato manieristicamente da lesene scanalate rudentate su alti plinti che sostengono un timpano spezzato e risaltato, e percorso da una dentellatura tipicamente classicistica, ha stipiti di tipo tardogotico ornati da tre colonnine a fascio con capitello cilindrico, costituito da una spirale con sferule e punte di diamante che riproduce il motivo del rosone della parrocchiale di Bonorva, derivato da modelli gotico-Catalani. Dalla stessa chiesa bonorvese è mutuato anche il motivo manieristico della doppia cornice del coronamento, sormontato da una croce gigliata. alla sinistra della facciata si eleva il campanile a canna quadra con cuspide.

Semestene-La chiesa parrocchiale di San Giorgio Semestene: chiesa parrocchiale di San Giorgio: facciata Semestene: chiesa parrocchiale di San Giorgio: portale di ingresso

L’interno ad aula unica ripartita in quattro campate da paraste bacchettonate, con presbiterio leggermente più basso e stretto, la chiesa di San Giorgio mostra di appartenere ormai interamente al nuovo gusto di derivazione italiana, se si eccettua la volta a crociera nervata con gemma pendula della quarta campata, la più vicina al presbiterio, ascrivibile al primo impianto tardogotico. Le altre campate, invece, hanno volta a botte, così come sono voltate a botte, su cornici di imposta classicistiche, le cappelle laterali che si aprono sulla navata centrale per mezzo di archi a tutto sesto su pilastri tuscanici bacchettonati.

Semestene: chiesa parrocchiale di San Giorgio: interno Semestene: chiesa parrocchiale di San Giorgio: altare maggiore

San Giorgio MegalomartireSan Giorgio è uno dei più venerati martiri della chiesa cristiana, tanto da avere il titolo di Megalomartire, ossia di grande Martire. La storia di questo Martire è avvolta dalla leggenda, infatti son poche le testimonianze certe e attendibili. Per ricostruire le vicende umane di San Giorgio ci si riferisce alla Passio sancti Georgii, Che però è un’opera apocrifa. Secondo questa fonte, Giorgio nasce in Cappadocia tra il 275 ed il 285 da madre cappadoce e padre persiano, che lo educano nella religione cristiana. Divenuto adulto, si arruola nell’esercito dell’Imperatore romano Diocleziano. Giorgio dona tutti i suoi averi ai poveri e dichiara apertamente la propria adesione alla religione cristiana, ha così inizio per lui un lungo periodo di torture e tormenti, che terminano con la sua decapitazione, durante la persecuzione dei Cristiani sotto Diocleziano, a Nicomedia il 23 aprile 303. Su San Giorgio è nata una leggenda, che racconta che egli, trovandosi in libia, viene a conoscenza dell’esistenza di un terribile drago presente sotto le acque di un lago, in grado di uccidere con il suo fiato bollente chiunque gli si avvicinasse. Perciò gli abitanti limitrofi gli offrivano in sacrificio due pecore al giorno, e, quando le pecore iniziano a scarseggiare, si pensa di offrire una pecora e un fanciullo o una fanciulla estratti a sorte. Un giorno viene estratta a sorte la figlia del re, che per risparmiare la sua vita decide di offrire tutto il suo patrimonio, ma la popolazione si ribella. In quel momento passa il giovane soldato Giorgio, che, sentita la storia, suggerisce alla ragazza di legare la propria cintura intorno alla testa del drago. La principessa lega il drago, che diviene docilissimo. La popolazione rimane terrorizzata, ma Giorgio dice loro che, se avessero accettato di convertirsi alla religione cristiana, lui avrebbe avuto da Dio la forza per uccidere il drago. Tutti si convertono e Giorgio uccide il drago.

Presso questa chiesa si svolge, il 23 del mese di aprile, in occasione della sua ricorrenza liturgica, la Festa di San Giorgio, che è il patrono di Semestene, con cerimonie religiose e manifestazioni civili.

Il Monumento ai Caduti di Semestene

Semestene: il Monumento ai Caduti e sulla parete le ceramiche di Pina MonneDalla piazza Dante Alighieri, la prosecuzione della via Giuseppe Garibaldi è la via San Nicola. Subito prima dell’inizio della via San Nicola, parte alla destra la via Santa Croce, alla sinistra della quale si sviluppa la piazza San Nicolò. Nella piazza San Nicolò, subito a sinistra, è ubicato il Monumento ai Caduti di Semestene in tutte le guerre, realizzato ta il 1980 ed il 1985. Il monumento è costituito da una base sagomata perimetrata con lastre di granito, e contiene un’aiuola al cui centro si erige una statua in trachite rossa raffigurante delle figure umane. Negli ultimi anni è stato completato con l’allestimento, nella parete dell’edificio contiguo, di un bassorilievo ceramico realizzato dalla ceramista Pina Monne di Irgoli, operante a Tinnura. Tale bassorilievo contiene nella parte bassa la rappresentazione di un soldato che issa la bandiera, ed ai fianchi due bassorilievi ceramici contenenti i nominativi di tutti i caduti nelle guerre. Nella parte alta della parete vi sono due colombe in ferro a simboleggiare la pace, ed una serie di bassorilievi ceramici che rappresentano un tipico arazzo sardo, e le principali attività lavorative del paese, ossia agricoltura e pastorizia.

Sulle rovine della chiesa di Santa Croce sono stati risistemati i suoi antichi portali

Semestene-Vecchia foto dell’antica chiesa di Santa Croce prima della demolizioneLa via Santa Croce, dopo un’ottantina di metri, sbocca in una piazza, oggi chiamata piazza 4 Novembre, che è stata realizzata dove un tempo esisteva la chiesa di Santa Croce, della quale non rimangono oggi che i ruderi delle fondamenta. La chiesa di Santa Croce, edificio molto importante, era forse il più antico del paese, dato che la sua costruzione risale all’undicesimo o dodicesimo secolo. Secondo le tradizioni orali, quando nel finire dell’undicesimo secolo, è stato abbandonato l’abitato di Semestene Ezzu, ossia Semestene Vecchio, che si trovava nei paraggi della chiesa di San Michele, i suoi profughi si sono stabiliti nel vicino sito oggi chiamato Carrela de Santa Rughe, dove hanno innalzato una piccola chiesa dedicata a San Giorgio. Ed è stato questo il primo fulcro religioso del nuovo paese, Semestene Nou, ossia Semestene Nuovo. Verso la fine del sedicesimo secolo, è stata eretta l’attuale chiesa parrocchiale di San Giorgio, assai più maestosa ed imponente, mentre la primitiva piccola chiesa di eguale denominazione, a sua volta ingrandita, è stata trasformata per fungere da oratorio alla Confraternita di Santa Croce, dalla quale ha preso il nome, perdendo in tal modo la sua dedicazione originaria e divenendo appunto la chiesa di Santa Croce. Semestene: i ruderi delle fondamenta della chiesa di Santa Croce prima del restauro della piazzaSemestene: i portali delle chiesa di Santa Croce nella piazza 4 Novembre restaurataL’edificio era a navata unica con copertura lignea poggiante su arconi. Al centro della faccata era sistemato il portale principale di accesso all’aula di culto. I muri perimetrali erano provvisti di contrafforti, quattro sul lato sinistro dove svettava un campanile a vela, e quattro sul lato destro della navata, dove era alloggiato il portale laterale. La chiesa, divenuta pericolante, viene abbattuta nel gennaio del 1967, ma a questo inevitabile disfacimento sopravvivono, fortunatamente, i due portali, assai pregevoli reperti dell’arte tardo gotica catalano aragonese, che sono stati presi in consegna dalla Sovraintendenza ai Monumenti di Sassari. Dopo cinquanta anni, nel marzo del 2017, i portali restaurati sono stati riportati a Semestene e sono stati posizionati nel loro luogo d’origine, nel quale oggi possono essere ammirati.

Il Campo da bocce nei giardini comunali

Da dove eravamo arrivati con la via Santa Croce nella piazza 4 Novembre, prendiamo a destra la via Regina Margherita che si dirige verso nord est e, dopo un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada i Giardini comunali, all’interno dei quali si trova un Campo da bocce all’aperto, nel quale è possibile praticare il gioco delle bocce.

Semestene: i giardini comunali di Semestene Semestene-Giardini comunali: il campo per il gioco delle bocce

Il complesso sportivo e la piscina Comunale di Semestene

Arrivando a Semestene da Bonorva con la SP8, a duecento metri dal cartello di Benvenuti a Semestene, subito prima dell’inizio del Parco pubblico, prendiamo sulla sinistra la strada di accesso agli impianti sportivi ed al Cimitero di Semestene. Lungo questa strada, dopo centocinquanta metri arriviamo al Complesso Sportivo Comunale di Semestene, costituito da diverse strutture che si trovano alla destra della strada. All’interno del complesso sono presenti un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dodato di tribune in grado di ospitare una cinquantina di spettatori; ed un Campo Sportivo polivalente, con fondo in erba sintetica, dotato anch’esso di tribune per una ciquantina di spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, la pallavolo, il tennis, l’handball’ossia la pallamano.

Semestene-Complesso Sportivo Comunale: ingresso Semestene-Complesso Sportivo Comunale: il campo da Calcio Semestene-Complesso Sportivo Comunale: il Campo Sportivo polivalente

Nel complesso sportivo si trova anche la Piscina Comunale all’aperto, nella quale è presente una Vasca didattica scoperta, situata all’interno di un prato in erba sintetica, dove è possibile praticare il nuoto in tutti gli stili.

Semestene-Piscina Comunale: ingresso Semestene-Piscina Comunale: la vasca didattica scoperta

Il Cimitero Comunale

Semestene-La facciata con il cancello di ingresso del Cimitero ComunaleProseguendo lungo la strada di accesso agli impianti sportivi ed al Cimitero di Semestene, dopo circa centotrenta metri arriviamo a un bivio dove, a sinistra in discesa, prosegue la strada che ci aveva portati fino a qui, mentre sulla destra parte la strada che, in appena una quarantina di metri, conduce al muro frontale del Cimitero Comunale di Semestene, al centro della quale si trova il cancello di ingresso che permette l’accesso pedonale all’area cimiteriale, mentre alla sinistra un altro cancello consente l’accesso ai mezzi che conducono le salme.

Visita dei dintorni di Semestene

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Semestene, sono stati portati alla luce i resti del nuraghe semplice loschiri chiamato anche S’Iscala ’e Pedra, e del nuraghe semplice Muru; del nuraghe complesso de Iscola; ed anche dei Nuraghi Badde Sanno Mulina, Badu Fenugiu, Codes, Crastos ’e S’Annae, Fenosu, Giudeo, Mura ’e Ferula, Pedra Ruia, Sa Ferula, S’Appiu, Taccas, tutti di tipologia indefinita. Nei dintorni di Semestene si trova, inoltre, la bella chiesa romanica di San Nicola di Trullas.

Le rovine della chiesa di Santa Giusta

Semestene-Rovine della chiesa di Santa GiustaArrivando a Semestene da Bonorva con la SP8, a duecento metri dal cartello di Benvenuti a Semestene, prendiamo sulla sinistra la strada di accesso agli impianti sportivi ed al Cimitero di Semestene. Passato il bivio per il Cimitero, la seguiamo per altri quasi duecento metri finché la strada sbocca su una trasversale che è la strada Comunale per loschiri. La prendiamo verso sinistra, e dopo circa centoventi metri prendiamo a sinistra la strada Comunale di Santa Giusta, seguiamo questa strada Comunale per circa seicentocinquanta metri e, nella campagna alla sinistra della strada, alla distanza di un centinaio di metri, si trovano le rovine della chiesa di Santa Giusta. Era l’antica chiesa parrocchiale del borgo medioevale di Frabicas nella Curatoria di Costa de Addes, nel Giudicato di Torres, ed all’antica Diocesi di Bosa.

I resti del nuraghe semplice loschiri chiamato anche S’Iscala ’e Pedra

Semestene-Planimetria del nuraghe loschiri chiamato anche S’Iscala ’e PedraSemestene-resti del nuraghe loschiri chiamato anche S’Iscala ’e PedraDopo la deviazione nella strada Comunale di Santa Giusta, proseguiamo verso sud est lungo la strada Comunale per loschiri. Seguiamo questa strada Comunale per circa un chilometro e, nella campagna alla sinistra della strada, alla distanza di meno di un centinaio di metri, si trovano su un’altura i resti del Nuraghe loschiri chiamato anche Nuraghe S’Iscala ’e Pedra. Si tratta di un nuraghe semplice, monotorre costruito in basalto a 443 metri si altezza. Parzialmente diroccato, conserva intatto il portale e ampie porzioni interne, è quindi un bel nuraghe visitabile, anche se la tholos è crollata in parte ma rimane suggestiva. Dalla camera, a un’ottantina di metri dal suolo, parte la scala che conduceva al piano superiore. Taramelli fa menzione di due Nuraghi ben conservati. Contu indica Osilo come luogo di appartenenza ma probabilmente è una confusione con nuraghe Baiolu di Osilo con le stesse caratteristiche.

Semestene-resti del nuraghe loschiri chiamato anche S’Iscala ’e Pedra Semestene-resti del nuraghe loschiri chiamato anche S’Iscala ’e Pedra Semestene-resti del nuraghe loschiri chiamato anche S’Iscala ’e Pedra

La località dove sorgeva la chiesa di San Michele

Semestene-Dove sorgeva la chiesa di San Michele ArcangeloDopo aver preso la strada di accesso agli impianti sportivi ed al Cimitero di Semestene, passato il bivio per il Cimitero, la abbiamo seguitao per altri quasi duecento metri finché la strada sbocca su una trasversale che è la strada Comunale per loschiri. La prendiamo verso destra e, dopo trecentocinquanta metri, parte alla sinistra una strada bianca che si dirige verso sud. Presa questa strada bianca, la seguiamo per quattro o cinquecento metri verso sud, e raggiungiamo la posizione nella quale esisteva un tempo la chiesa di San Michele Arcangelo, di cui oggi non restano neppure le fondamenta, che apparteneva all’insediamento medioevale di Nurapassar nella Curatoria di Costa de Addes, nel Giudicato di Torres, ed all’antica Diocesi di Bosa. Secondo le tradizioni orali, presso questo insediamento si trovava Semestene Ezzu, ossia Semestene Vecchio, sorto probabilmente nel periodo bizantino, finché nel finire dell’undicesimo secolo, il centro è stato definitivamente abbandonato, i suoi profughi si sono stabiliti nel vicino sito oggi chiamato Carrela de Santa Rughe, dove hanno innalzato una piccola chiesa dedicata a San Giorgio. Ed è stato questo il primo fulcro religioso del nuovo paese, Semestene Nou, ossia Semestene Nuovo.

La chiesa romanica di San Nicola di Trullas

Lettura di 'Condaghe di San Nicolò di Trullas’Uscendo da Semestene con la SP8 in direzione ovest, verso Pozzomaggiore, percorso circa un chilometro e settecento metri, seguendo le indicazioni troviamo una stradicciola sulla destra che, in circa trecento metri, ci porta su un’altura all’antica piccola chiesa di San Nicola di Trullas, ossia Santu Nigola de Truddas, eretta per volontà della potente famiglia degli Arhen di Pozzomaggiore, la più potente del Logudoro dato che appartiene alla stirpe giudicale dei Lacon-Gunale, e che appare nella storia del Giudicato di Torres già dal tempo di Mariano I. Viene eretta in stile romanico arcaico sui resti di un antico sito, che in origine era una villa di età romana. Una tappa decisiva che segna, nell’ottobre del 1113, l’inizio della storia monastica di San Nicola di Trullas, quando il potentato degli Athen si affilia al convento di San Salvatore di Camaldoli, rafforzando il controllo del territorio attraverso una rete di monasteri dell’Ordine Benedettino. E quindi, un atto di donazione del 1115 verso i monaci della Congregazione Camaldolese dell’Ordine Benedettino, indica che la chiesa, con il monastero al quale apparteneva e di cui non rimangono che poche tracce, dovevano essere anteriori a tale data. Dopo l’insediamento, i monaci Camaldolesi iniziano a compilare il Condaghe di San Nicolò di Trullas, tramandandoci numerose informazioni sulla società e sull’economia del tempo.

Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas Semestene-Fondazioni del monastero di San Nicola di Trullas

Le antiche mura della chiesa assistono all’uccisione verso il 1136, proprio dietro l’altare, ad opera del giudice Gonario II di Torres del fratellastro Saltaro, che in accordo con gli Athen aveva cercato di usurparlo. Gonario, la cui infanzia epica era stata consegnata alle sapienti cure dei Pisani, dilaniato dal rimorso intraprende una serie di viaggi devozionali in Terra Santa finché, affascinato dalle teorie di San Bernardo di Chiaravalle in Francia, sbarazzandosi del potere, abdica in favore del figlio Barisone II. L’arrivo degli spagnoli di Alfonso I, nel 1327, decreta l’inizio della parabola discendente del monastero fino alla sua distruzione. Nel sito sono stati compiuti degli scavi che hanno riportato alla luce parte delle fondazioni dell’antico monastero.

Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: la facciata Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: particolari della facciata Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: particolare della facciata Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: veduta laterale Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: abside posteriore

Semestene: chiesa di San Nicola di Trullas: decorazione interne dell’absideLa facciata rettangolare, di ispirazione pisana, orientata a ponente, è bipartita da una cornice orizzontale. Nella parte bassa si apre il portale architravato con arco di scarico a sesto rialzato, nella parte alta una serie di archetti su colonnine crea una falsa loggia. Ogni colonnina è sormontata da un peduccio con funzione di capitello, decorato da incisioni o rilievi molto bassi. Fra un archetto e l’altro si trovano conci con alloggi per bacini ceramici. All’interno la chiesa, a navata unica, si articola in due campate quadrate, voltate a crociera e separate da un sottarco impostato su lesene, e con abside semicircolare. Lungo il terminale dei fianchi e dell’abside, scanditi da una lesena mediana, corrono archetti. In ogni fianco si aprono due monofore, con strombo sia liscio, sia gradonato come quelle dell’abside. Sulle pareti e sulle volte, sono presenti affreschi databili al tredicesimo secolo.

Lettura di 'Condaghe di San Nicolò di Trullas’Il ciclo pittorico di San Nicola di Trullas, individuato al di sotto di uno strato di intonaco durante un’ispezione preliminare della copertura della piccola chiesa, è stato liberato definitivamente dagli intonaci e reso fruibile solo nel 1997. Le pitture oggi recuperate interessano l’area absidale, gli archi addossati alle pareti laterali e le volte a crociera che coprono le due campate del piccolo edificio, mentre altre interessano i prolungamenti dei profili delle vele, l’arco trasverso che divide le due campate e infine una piccola porzione del basamento, nell’area absidale, in cui è ancora individuabile una porzione di velarium. Da tali elementi è possibile desumere che la decorazione pittorica doveva originariamente estendersi sull’intera superficie muraria interna della chiesa.

La tradizionale Festa in onore di San Nicola di Trullas si tiene due volte ogni anno, il 16 giugno e, soprattutto, la seconda domenica di agosto, organizzata dagli Obrieri di Semestene, ed è la principale Festa del paese. Nel 2017, oltre ai portale della chiesa di Santa Croce, è stata restituita a Semestene anche l’antica statua di Santu Nigola Etzu, ossia di San Nicola Vecchio, dopo una quindicina di anni durante i quali era costudito nella pinacoteca Musa di Sassari, a seguito del suo restauro. Per la principale celebrazione di questa festa, nella prima domenica del mese di agosto si raggiunge la piccola chiesa campestre di San Nicola di Trullas, con la statua di Santu Nigola Etzu, dalla quale viene prelevata la statua di San Nicola Vescovo, che verrà portata sino al paese. Una settimana dopo iniziano i festeggiamenti religiosi e civili, tra i quali il giorno della festa la processione con la statua del Santo per tutte le strade del paese. Successivamente, dopo la celebrazione della festa nel paese, la statua verrà riportata nell’antica piccola chiesa dalla quale era stata prelevata.

Semestene-Festa di San Nicola di Trullas: la locandina Semestene-Festa di San Nicola di Trullas: trasporto di Santu Nigola Etzu verso la chiesa di San Nicola Semestene-Festa di San Nicola di Trullas: le due statue nella chiesa di San Nicola Semestene-Festa di San Nicola di Trullas: trasporto di San Nicola Vescovo verso la chiesa parrocchiale Semestene-Festa di San Nicola di Trullas: processione di San Nicola Vescovo per le vie del paese

I resti del nuraghe complesso de Iscolca

Semestene-resti del nuraghe de IscolcaPercorsi altri circa duecento metri sulla SP8, prendiamo una stradicciola sulla sinistra che, dopo cento metri, sbocca su una trasversale, che prendiamo verso sinistra. La seguiamo per quattrocento metri, quando sbocca su un’altra trasversale, che prendiamo, questa volta, verso destra. Dopo settecentocinquanta metri, prendiamo una deviazione verso sinistra, che seguiamo per circa novecento metri. Qui è possibile prendere un sentiero sulla destra, che si arrampica sull’altopiano di Campeda, e che porta all’enorme Nuraghe de Iscolca costruito sul bordo a precipizio dell’altopiano, a 556 metri di altezza. Si tratta di una tra le vestigia del passato di maggiore interesse storico ed architettonico, un bellissimo nuraghe di tipologia indefinita, probabilmente un polilobato con, nella torre principale, la tholos quasi integra, alla quale mancano solo pochi blocchi. Il nuraghe costituiva un’autentica postazione di vedetta, dato che da esso la visuale può spaziare dalla Marina di Bosa fino ai colli di Villanova Monteleone, ossia su tutto il territorio del Meilogu.

Semestene-resti del nuraghe de Iscolca Semestene-resti del nuraghe de Iscolca

I resti della chiesa di Santa Maria che era la parrocchia dell’antico borgo medioevale di Sansa

Semestene-resti della chiesa di Santa Maria di SansaI resti della chiesa di Santa Maria di Sansa sono molto difficili da raggiungere. Ripresa la SP8, la si segue per 1,8 chilometri e si arriva a una deviazione sulla sinistra, in direzione di Macomer e Bosa. Prendiamo questa deviazione, restando sulla SP8, e la seguiamo per 5,8 chilometri, poi ci fermiamo in uno spazzo sull’altopiano, e prendiamo un sentiero sulla sinistra che, passato un cancello in metallo, seguiamo per circa un chilometro all’interno della tenuta dei fratelli Casùle, fino ad arrivare sulla punta dell’altopiano che guarda verso il paese. Qui si trovavano i resti dell’insediamento medioevale di Sansa, che faceva parte della curatoria di Costa de Addes e venne abbandonato agli inizi del trecento, e si trovano le rovine della chiesa di Santa Maria che era la chiesa parrocchiale del villaggio scomparso. Dell’antica chiesa, oltre a parte della muratura esterna, è rimasta in opera l’abside.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo Pozzomaggiore che vedremo con le sue diverse Chiese, tra le quali il Santuario di San Costantino dove si svolge l’Ardia di San Costantino, ed i dintorni dove si trova il nuraghe Calchinarzu con la Ziggurath costruita sopra di esso.


Pagina precedenteIndice precedenteSostieniciPagina successiva

Tutte le foto e riprese sono state effettuate a scopo amatoriale per uso personale senza fini di lucro. Alle nostre foto se ne aggiungono altre inviateci da amici ed alcune tratte da Internet. Alcune informazioni sulle descrizioni dei comuni sono tratte da italiapedia.it, informazioni sui siti archeologici da tharros.info e molte foto da donnanuragica.com, descrizoni e foto di Chiese da Chiesedisardegna.weebly.com, foto di impianti sportivi da sardegnasport.it, altre da siti differenti. È consentito scaricare testi, foto e riprese dell’autore per uso privato senza eliminare i riferimenti. Libri e filmati sono riprodotti per farli conoscere ma non è consentita la riproduzione delle foto di terzi, dei libri, dei filmati e di altro materiale non realizzato dall’autore. È vietato qualsiasi utilizzo commerciale del materiale in assenza di apposita autorizzazione.

© Claudio de Tisi 2002-2023 - Codice Fiscale DTSCLD44M23F132W