Un sito di oltre 450 pagine che descrive tutta l’Isola e che pur non vendendo niente riceve da 600 a oltre 1400 visitatori ogni giorno

La mia SardegnaLa bandiera della Sardegna

Home page Guest book SOSTIENICI Mappa del sito


Pagina precedenteIndice precedenteVisita del sito istituzionale del comunePagina successiva

Luogosanto con la chiesa di Nostra Signora, con l’eremo di San Trano ed i castelli di re Baldo e di Balaiana


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita della Gallura interna facendo una deviazione da Tempio Pausania a Luogosanto che visiteremo con i suoi importanti siti storici.

La Regione storica della Gallura

La Regione storica della GalluraLa Regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa Regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale.

In viaggio verso Luogosanto

Usciamo da Tempio Pausania con il viale Valentino verso nord ovest, e, dopo quattrocentocinquanta metri, imbocchiamo la SS133 che si dirige verso Palau.

La chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova

Luogosanto: chiesa campestre di Sant’Antonio da PadovaPercorsi diciotto chilometri e mezzo sulla SS133, troviamo sulla destra della strada statale un cancello, passato il quale si può imboccare un sentiero che ci porta, in circa cinquecento metri, a raggiungere la chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova. Si ritiene che questa chiesa campestre possa essere stata la Cappella votiva della villa medievale di Agliacana, della cui esistenza non restano tracce e che resta perciò piuttosto incerta. La Festa di Sant’Antonio da Padova si svolge presso questa chiesa due volte l’anno, prima il 13 giugno e poi il 13 agosto.

La chiesa campestre di Santa Maria della Neve conosciuta anche come Nostra Signora d’Itzana

Luogosanto: chiesa campestre di Santa Maria della Neve conosciuta anche come Nostra Signora d’ItzanaTornati sulla SS133, percorriamo ancora poco più di un chilometro, e troviamo una deviazione sulla sinistra, in discesa, che costeggia la strada statale facendo quasi tornare indietro, e che ci porterà in direzione della località la Traessa. Percorsi circa novecento metri, prendiamo una deviazione sulla destra, dopo un’ottantina di metri, a un bivio, prendiamo a sinistra, la sterrata che, in circa centoventi metri, ci porta alla chiesa campestre di Santa Maria della Neve conosciuta anche come Nostra Signora d’Itzana. La chiesa risale al 1591, e si trovava nella villa medioevale di Agliacana, la cui esistenza, come si è detto, resta piuttosto incerta. Il 5 di agosto di ogni anno, presso questa chiesa, si svolge la Festa di Santa Maria della Neve.

La Società Agricola Siddùra con quattro vini inseriti nella guida 5StarWines di Vinitaly

Percorsi ancora duecentocinquanta metri sulla strada che conduce in direzione della località la Traessa, troviamo sulla sinistra la località Siddura, nella quale si trova la Cantina della società agricola Siddùra.

Il riconoscimento 5starwinesLuogosanto-La Cantina SiddùraScoprendo nel 2008 una proprietà abbandonata ma incantevole nel cuore della Gallura, è nata una sfida affascinante dalla quale è nata la Società Agricola Siddùra. L’ammirazione per questo terra e per la sua potenzialità di produrre un vino di altissima qualità, hanno portato alla creazione di un’azienda agricola che rappresenta la curiosità, l’ambizione e la determinazione verso questo progetto, e che è diventato fonte di orgoglio e soddisfazione. La filosofia della sua produzione è basata sulla convinzione che la produzione del vino comincia nel vigneto, e questa considerazione influenza tutti gli aspetti della produzione, dai raccolti limitati per garantire la massima qualità, alla vendemmia selettiva a mano, alla micro vinificazione ed all’invecchiamento nelle migliori botti francesi di quercia. Il vino Isola Dei Nuraghi Igt Carignano Bàcco 2020, il vino Cannonau di Sardegna Doc Èrema 2020, il vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva Fiola 2019, ed il vino Colli Del limbara Igt Rosso Tìros 2017 sono stati inseriti nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly.

Luogosanto: vini della Cantina Siddùra Luogosanto: vini della Cantina Siddùra

Raggiungiamo la località la Traessa

Proseguendo ancora lungo la deviazione, una strada di curve e tornanti, percorsi tre chilometri e settecento metri si trova sulla sinistra della strada lo Stazzu la Traessa, e, percorso poco più di un chilometro e mezzo, arriveremo a raggiungere, sulla destra della strada, la frazione la Traessa (altezza metri 510, distanza 11.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

La chiesa campestre di Santu Malcu ossia di San Marco Evangelista

Luogosanto: chiesa campestre di Santu Malcu ossia di San Marco EvangelistaTorniamo sulla SS133 e percorriamo poco più di un altro chilometro, fino a che troviamo sulla sinistra della strada un cancelletto che ci fa imboccare un’altra deviazione, la quale in circa quattrocento metri ci porta di fronte alla chiesa campestre di Santu Malcu ossia di San Marco Evangelista. Questra chiesa è stata edificata forse nel 1732, come riporta una epigrafe sullarchitrave, ma si può ipotizzare che la sua fondazione sia più antica, e che questa sia la data della sua ristrutturazione. Il simulacro di San Marco, molto bello, è scolpito su un blocco di marmo di forma rettangolare. La Festa di San Marco si svolge ogni anno il 25 aprile, in concomitanza con l’anniversario della Festa civile della liberazione.

Dopo il laghetto di Sant’Andrea si trova la chiesa campestre di Sant’Andrea di la Suaraccia detta chiesa di Sant’Andria

Luogosanto: laghetto di Sant’AndreaContinuando sulla SS133, percorsi altri 850 metri, prendiamo sulla sinistra la deviazione che porta verso Vaddidulinu e Aglientu. Percorsi quasi due chilometri, passata una deviazione sulla destra, si trova sulla sinistra un’altra deviazione che, dopo duecento metri, ci porta a un bivio, al di là del quale si sviluppa il Laghetto di Sant’Andrea. Prendendo verso destra, la strada ci porta a costeggiare il laghetto, che si trova alla sinistra della strada. Presa verso destra la strada che fiancheggia il lago ad occidente e che si porta verso sud, percorsi due chilometri, troviamo un sentiero a tratti stretto e tortuoso, nei boschi, che ci fa raggiungere la chiesa campestre di Sant’Andrea di la Suaraccia detta anche chiesa di Sant’Andria. La chiesa sorgesu un’altura da cui si gode un bellissimo panorama.

Luogosanto: chiesa campestre di Sant’Andrea di la Suaraccia detta chiesa di Sant’Andria Luogosanto: chiesa campestre di Sant’Andrea di la Suaraccia detta chiesa di Sant’Andria: il particolare

La Festa di Sant’Andrea si svolge ogni anno, il giorno 30 del mese di novembre. Non lontano dalla chiesa si possono rinvenire tracce di grandi circoli megalitici del Neolitico Medio e recente, ossia databili secondo la cronologia calibrata tra il 4700 ed il 4000 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo, relativi alla Cultura di Bonu Ighinu e di San Ciriaco.

Passata la frazione Crisciuleddu proseguiamo in direzione di Luogosanto

Luogosanto: veduta dell’abitatoTornati sulla SS133, proseguiamo verso nord e dopo circa quattrocento metri, subito prima della deviazione verso destra che ci porterebbe a raggiungere l’abitato di Luogosanto, troviamo una piccola deviazione verso sinistra in discesa, che, in poco più di un centinaio di metri, ci porta a raggiungere la frazione Crisciuleddu (altezza metri 178, distanza 3.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 20). Dopo aver passato la deviazione per la frazione Crisciuleddu, lasciamo la SS133, che proseguirebbe verso Palau, e deviamo sulla destra sulla SP14. Questa strada, dopo circa due chilometri e mezzo di curve e tornanti, ci porta a raggiungere il comune di Luogosanto. Dal centro del comune di Tempio Pausania a quello del comune di Luogosanto abbiamo precorso 24.8 chilometri.

Il comune chiamato Luogosanto

Luogosanto-Stemma del comuneA quasi 27 chilometri da Tempio Pausania, raggiungiamo Luogosanto (nome in lingua sarda Logusantu nome gallurese Locusantu, altezza metri 321 sul livello del mare, abitanti 1.807 al 31 dicembre 2021). La città è situato nel cuore della Gallura, nella sua parte nord orientale, sullo sprone che divide le valli del RioBaldu e del RioFuntanedda, ai piedi del monte Ghjuanni. La zona in cui sorge rappresenta una delle poche aree dell’isola che conservano importanti tracce della cultura medievale. Il territorio di Luogosanto, che ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 737 metri di quota, ed è, infatti, disseminato di Chiese rurali, oltre ai resti di insediamenti di epoca nuragica e prenuragica. A Luogosanto e nei suoi dintorni si contano, infatti, ben ventidue Chiese. Il paese chiamato è facilmente raggiungibile dalla SS133 di Palau, che corre a soli due chilometri dall’abitato.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città del VinoQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania.

Origine del nome

Il suo nome, che nella dizione locale si presenta come Lucu-àntu, deriva dalla forte tradizione religiosa che lo ha da sempre contraddistinto, e dai numerosi luoghi di culto che sono stati eretti nel suo territorio.

La sua economia

Per quanto riguarda la sua economia, fondamentale è l’agricoltura che si basa sulla produzione di cereali, foraggi ed uva. Importante anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria opera nel settore dell’attività estrattiva, alimentare, edile, della lavorazione del legno e soprattutto in quella dell sughero. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Meta di discreto afflusso di visitatori, offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare delle rilasSanti escursioni, godendo delle bellezze naturali, tutelate e valorizzate dalla locale comunità montana.

Brevi cenni storici

In periodo preistorico probabilmente i primi abitanti del territorio furono i Balari, popolazione autoctona che viveva nell’attuale Logudoro prima della conquista romana, confinando a sud con gli Iliensi e a nord est con i Corsi. Ma il paese nasce solo nel periodo medioevale ai piedi del Monte Ghjuanni, e secondo la tradizione viene ricostruito dai Francescani che vi rimangono dal tredicesimo al quindicesimo secolo, e da questo deriverebbe il suo nome. In periodo medievale, il suo territorio è oggetto di incursioni da parte dei Saraceni e, poco dopo, viene messo a dura prova da atroci pestilenze che costano la vita a gran parte della popolazione. Al giudice Ubaldo I di Gallura, che governa verso il 1065, è attribuita la costruzione del palazzo di re Baldo, nel quale stabilisce la propria dimora, per allontanarsi dalla costa orientale colpita da nuovi attacchi dei pirati saraceni. Ed il giudice Costantino I di Gallura, che governa verso il 1073, fa edificare il Castello di Balaiana, un piccolo edificio che verrà distrutto dopo circa quattro secoli dagli Aragonesi. Nel 1089, contro il diritto di Comita, figlio di Costantino I, usurpa il potere Torchitorio de Zori, che prende in sposa Padulesa de Gunale, figlia di Comita de Gunale, che si insedia nel Castello di Balaiana. In seguito ad un’insurrezione popolare, Luogosanto viene inserita nella curatoria di Montargia e, infine, appartiene agli Aragonesi. Nel periodo aragonese i suoi abitanti contrastano le prepotenze dei feudatari ed alla metà del quindicesimo secolo il paese si spopola. Dopo oltre Duecentoanni alcuni pastori iniziano ad edificare in zona i loro stazzi, ma si sviluppa il banditismo ed il contrabbando, dato che si trova sulla strada tra Tempio e Santa Teresa di Gallura. Solo alla fine del regno, agli inizi del ventesimo secolo, iniziano a svilupparsi agricoltura, viticoltura e pastorizia. Nel periodo repubblicano, nel 1947, Luogosanto ottiene l’autonomia dal comune di Tempio Pausania, del quale faceva precedentemente parte. Del comune di Luogosanto, nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Luogosanto

Luogosanto-Gruppo Folk Civitas Mariana di LuogosantoA Luogosanto sono attivi, tra gli altri, il Gruppo Folk Civitas Mariana ed il Coro regina di Gallura. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Luogosanto vanno citate la Festa di San Biagio che si svolge due volte l’anno, il giorno 3 del mese di febbraio e nella seconda metà di maggio; le celebrazioni in onore di Santa Reparata, il martedì che precede l’Ascensione, quaranta giorni dopo Pasqua; la Festa di San Marco Evangelista si svolge presso l’omonima chiesa campestre ogni anno il 25 aprile, in concomitanza con l’anniversario della Festa civile della liberazione; il primo maggio, la Festa di San Michele; la prima domenica di maggio, la Festa di San Paolo Eremita; la seconda domenica di maggio, la Festa di Santu Stevanu ossia di Santo Stefano Protomartire nell’omonima chiesa campestre; la prima domenica di giugno, la Festa di San Trano; la Festa di San Paolo si svolge ogni anno nella prima settimana di giugno nella frazione Lu Mocu; la Festa di Sant’Antonio da Padova si svolge presso l’omonima chiesa campestre due volte l’anno, il 13 giugno ed il 13 agosto; la prima domenica di luglio, la Festa di San Pietro in cattedra presso l’omonima chiesa campestre; il 5 di agosto di ogni anno, presso l’omonima chiesa campestre, si svolge la Festa di Santa Maria della Neve; la prima domenica di agosto, al termine di un ottenario, si celebra la Festa di San Quirico; alla metà di agosto in piazza Incoronazione si svolge la Sagra del cinghiale e di li chjusoni di Minnanna, ossia gnocchetti fatti a mano conditi con il sugo di cinghiale, con ottimo vino rosso, balli latino americano, liscio e tanto divertimento; la Festa patronale, in onore della Natività di Maria Vergine, si celebra l’8 settembre, e particolarmente solenne è quando, ogni sette anni, viene aperta, nel Santuario, la porta Santa; la Festa della Madonna del Rimedio, che si svolge ogni anno l’ultima decade di settembre; la Festa di San Leonardo, con la messa, si celebra il 6 novembre di ogni anno; la Festa di Sant’Andrea si svolge presso l’omonima chiesa campestre il giorno 30 del mese di novembre.

Visita del centro di Luogosanto

Circondato da splendide colline, già entrando nel paese dalla SP14, che nel centro abitato diventa via Vittorio Emanuele, lungo la strada si incontrano grandi massi di granito scolpiti, usati come oggetti di arredo del centro urbano. L’abitato, che si apre e si chiude con grandi massi di granito traforato, è caratterizzato dalle antiche case dalle facciate in marmo.

Luogosanto: arredo urbano Luogosanto: arredo urbano

Il Cimitero di Luogosanto

Luogosanto: ingresso principale del Cimitero di LuogosantoPercorsi duecento metri dal cartello segnaletico che indica l’abitato di Luogosanto sulla SP14, troviamo sulla destra la via Giuseppe Garibaldi. All’incrocio tra la via Vittorio Emanuele, che è il nome della SP14 all’interno dell’abitato, e la via Giuseppe Garibaldi, si sviluppa il Cimitero di Luogosanto, il cui ingresso principale si trova sulla via Vittorio Emanuele, qualche decina di metri più avanti.

Gli insediamenti preistorici a ovest dell’abitato

Presa a destra la via Giuseppe Garibaldi, percorsa per una settantina di metri, svoltiamo a destra in via Giuseppe Mazzini, la percorriamo per duecentocinquanta metri, fino a trovare sulla destra via Tullio Franco, chiamata anche via Monti Giuanni, che in quattrocento metri ci porta fuori dal paese, verso ovest, al parcheggio dell’area archeologica di Monti Ruju, Monti Casteddhu e Monti Gjuanni.

Non lontano, più ad ovest, si trova l’Insediamento preistorico di Monti Ruju con la presenza di alcuni tafoni che potevano essere utilizzati sia in ambito abitativo che funerario. Ancora un poco più ad ovest, si trova il Monti Ruju, una delle tre cime del monte di Luogosanto, sulla cui sommità è presente il Nuraghe di Monti Ruju con il punto panoramico sulla sommità del Nuraghe stesso.

Luogosanto-insediamento preistorico di Monti Ruju: un tafone Luogosanto: il Nuraghe di Monti Ruju

Un poco più a sud rispetto al Monti Ruju si trova il Monti Casteddhu, che è la cima più alta del monte di Luogosanto, il cui nome deriva dalla presenza di un tratto ben conservato del muro megalitico che cingeva l’altura in epoca nuragica, e forse anche prenuragica. E, più ad est, si trova il Monti Gjuanni, che è la terza delle cime del monte di Luogosanto, caratterizzato dalla presenza di una croce cristiana e da alcune antenne radio televisive sulla sommità.

Nella zona compresa tra il Monti Casteddhu ed il Monti Gjuanni, è presente l’Insediamento preistorico di Monti Casteddhu e Monti Gjuanni dove sono stati rinvenuti i resti di un villaggio nuragico composto da una cinquantina di capanne, tra le quali le comunicazioni avvenivano attraverso cunicoli sotterranei, molti dei quali a tutt’oggi inesplorati. Una grande roccia scavata potrebbe far pensare al culto dell’acqua, e nell’area archeologica è presente una capanna delle riunioni vistosamente restaurata.

Luogosanto-insediamento preistorico di Monti Casteddhu e Monti Gjuanni-Resti di una capanna Luogosanto-insediamento preistorico di Monti Casteddhu e Monti Gjuanni: ricostruzione di una capanna

La chiesa di San Quirico

Luogosanto: chiesa di San QuiricoRitornati indietro, riprendiamo la via Giuseppe Garibaldi, che ci porta, a duecento metri da dove la avevamo presa dalla via Vittorio Emanuele, a vedere sulla sinistra la chiesa di San Quirico. Ci si poteva arrivare anche dalla via Giuseppe Mazzini, prendendo sulla sinistra la via Giovanni Falcone, che ci porta di fronte alla chiesa. Attualmente questa chiesa è compresa nella cerchia urbana periferica ma, nei secoli passati, era una chiesa campestre che, secondo la tradizione, sarebbe stata costruita dagli abitanti di Aggius, quando si recavano a Luogosanto, per partecipare alle novene durante la Festa Manna della Patrona della Gallura. Riedificata negli anni ’50 del novecento, è stata poi restaurata nel 1992. La forma attuale, esternamente in granito a vista, presenta un bel portico nella facciata principale. La Festa di San Quirico si celebra ogni anno la prima domenica di agosto, alla fine dell’ottenario, e richiama per l’occasione migliaia di persone fra cui numerosi turisti.

Il Municipio di Luogosanto

Proseguendo, la via Giuseppe Garibaldi ci porta nella parte alta del paese, nel suo centro storico, che si caratterizza per i bei palazzi e per l’utilizzo del granito nella costruzione delle abitazioni. Sulla via Giuseppe Garibaldi sbocca, dopo trecento metri, la via Vittorio Emanuele, e proseguendo arriviamo, in un centinaio di metri, in piazza Duomo, una piazza nella quale si trova, sulla destra, il palazzo che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Luogosanto.

Luogosanto: la via Giuseppe Garibaldi ci porta nel centro storico in piazza Duomo Luogosanto: in piazza Duomo il palazzo del Municipio di Luogosanto

La basilica di Nostra Signora di Luogosanto

Lettura di 'Condaghe di Santa Maria di Luogosanto'Di fronte al palazzo del Municipio, sulla sinistra della piazza, si trova la basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dedicata alla Natività della Beata Vergine Maria ossia a Maria Bambina, ed è diventato la chiesa parrocchiale del paese. La chiesa è stata edificata nel tredicesimo secolo in forme romaniche da alcuni Frati francescani in seguito ad un’apparizione della Madonna che indicava loro il luogo dove si trovavano le reliquie dei Santi Trano e Nicola, ma interamente ricostruita nel settecento, tanto che della struttura iniziale restano solo poche tracce. Intorno alla chiesa sorse il primo borgo medioevale. La chiesa ha un impianto a tre navate. Nella navata di sinistra del Santuario si venera il simulacro della Vergine che vanta origini leggendarie. Si tratta della settecentesca statua lignea della Madonna di Luogosanto, che secondo la tradizione sarebbe stata trovata su una spiaggia di Arzachena portatavi dal mare. Nel 1227 per volere del papa Onorio III, la chiesa venne elevata alla dignità di basilica Minore, denominazione onorifica che il papa concede a edifici religiosi particolarmente importanti attribuendovi il rango di basilica, e ad essa viene concesso il privilegio, accordato alle grande basiliche romane, di avere in dote la Porta Santa.

Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto: facciata Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto: interno Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto: la porta Santa Luogosanto: chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Luogosanto: la porta Santa

La porta è in bronzo, opera dello scultore Luca luchetti, ed è posta sul lato sinistro della facciata, ed in essa i tre quadri raccontano la storia della chiesa, legata al culto di Maria Bambina e riferita ad una apparizione della stessa. La porta è murata e viene aperta l’8 settembre, ogni sette anni per dodici mesi, e per un anno la chiesa diviene meta di pellegrinaggio da parte di migliaia di fedeli. Per il Giubileo Straordinario della Misericordia proclamato da papa Francesco nel 2015, molto criticata è stata la scelta del Vescovo di Tempio di aprire tre Porte Sante, a Olbia, a Tempio ed a Castelsardo, e non quella di Luogosanto, la cui Santa è la patrona della Gallura. La chiesa di Luogosanto, insieme al Santuario di San Paolo Eremita a Monti, rappresentano per la Gallura i più importanti luoghi di preghiera, dove ogni anno in tanti si recano a portare omaggio ai Santi e ringraziare per le grazie ricevute.

Luogosanto: la Festa della Natività di MariaLa chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua lignea della Madonna di Luogosanto che si trova al suo interno. La basilica è meta, ogni anno, di due pellegrinaggi, dei quali il primo, che si svolge a fine maggio, è riservato soprattutto alle persone malate, il secondo, invece, ai primi di giugno parte da Calangianus, un paese ad una ventina di chilometri di distanza, e si svolge interamente a piedi e di notte. Entrambi terminano con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo della diocesi. L’8 settembre in occasione della Festa della Natività di Maria vi si svolge la Festa in onore della Santa patrona, comunemente chiamata Festa Manna de Gaddura, che prevede la messa e una suggestiva processione di gruppi folkloristici. Durante la giornata si esibiscono cori polifonici e si eseguono canti della tradizione sarda.

Passata la piazza Incoronazione raggiungiamo la chiesa di San Paolo Eremita

Luogosanto: la piazza IncoronazioneDa piazza Duomo, prendiamo verso sud la via Regina Elena, che seguiamo per poco più di cento metri, e vediamo alla sinistra della strada quella che, forse, è la più bella piazza di Luogosanto, ossia la Piazza Incoronazione dove si svolgono le principali manifestazioni cittadine. Tra esse, significativa è, alla metà di agosto, la Sagra del cinghiale e di li chjusoni di Minnanna, ossia gnocchetti fatti a mano conditi con il sugo di cinghiale, con ottimo vino rosso, balli latino americano, liscio e tanto divertimento.

Luogosanto: chiesa di San Paolo EremitaProseguendo lungo la via Regina Elena, quattrocentocinquanta metri più avanti, arriviamo a un bivio. Qui svoltiamo leggermente a sinistra in via San Paolo, dove, una cinquantina di metri più avanti, troviamo, alla sinistra della strada, la chiesa di San Paolo Eremita inaugurata nel 1944. La chiesa in quel tempo svolgeva la funzione di Cappella del vicino piccolo Ospedale militare, che serviva, durante l’ultima guerra mondiale, i militari che erano presenti nella zona che prendeva, appunto, il nome di Rione Ospedale. In origine era una delle numerose Chiese rurali che si trovavano in aperta campagna, ma con il tempo è entrata a far parte del centro urbano. Presso questa chiesa, ogni anno la prima domenica di maggio si celebra la Festa di San Paolo Eremita.

Il Campo Sportivo Luigi lacu di Luogosanto

Luogosanto: ingresso del Campo Sportivo Luigi lacu di LuogosantoDa piazza duomo, la prosecuzione della via Giuseppe Garibaldi è la via San Trano, che è la prosecuzione della SP14 ed esce dal paese verso est. Dopo circa ottocento metri, la strada curva verso destra, ed a questa deviazione prendiamo, invece, sulla sinistra una strada che in meno di duecento metri ci porta, in località Corri Mozzu, al Campo Sportivo Luigi lacu di Luogosanto, in grado di ospitare circa 200 spettatori.

Visita dei dintorni di Luogosanto

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Luogosanto, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi Balaiana, monte Pizzari, Monti Ruju, Naracheddu, tutti di tipologia indefinita. Alcune frazioni ed alcuni santuari campestri li abbiamo già incontrati lungo la strada che ci ha portato da Tempio Pausania a Luogosanto. Vediamo ora le altre fraziono e le altre Chiese campestri e che si incontrano nei dintorni di Luogosanto, il cui territorio ne ospita moltissime.

A sud di Luogosanto il parco Naturale di fonte la Filetta

Luogosanto: la fonte la FilettaDa piazza Duomo prendiamo in direzione sud via Regina Elena, quattrocentocinquanta metri più avanti, arriviamo a un bivio. Qui svoltiamo leggermente a sinistra in via San Paolo, che ci porta all’uscita verso sud dal paese, e la seguiamo per due chilometri. Arriviamo a un bivio, dove prendiamo verso sinistra, e proseguiamo per un chilometro e settecento metri, fino al termine della strada. Qui troviama uno spazio verde, ossia il Parco Naturale di fonte la Filetta dove si trova la sorgente omonima, le cui acque sono rinomate per le proprietà oligominerali e diuretiche, immersa tra lecci e sugherete, che offre uno spazio verde attrezzato e suggestivo. Il parco Naturale di fonte la Filetta, cuore dell’entroterra Gallurese, è impreziosito a sud da querce millenarie e dagli intensi profumi di lentischio, mirto e ginepro che si estendono sulla collina.

La SP14 ci porta al parco di San Trano e San Nicola all’interno del quale si trova l’Eremo di San Trano

Dal centro di Luogosanto usciamo verso est sulla SP14, la percorriamo per circa ottocento metri, poi, di fronte alla strada che a sinistra ci ha portato al Campo da Calcio di Luogosanto, evitiamo la prosecuzione della SP14 e svoltiamo, invece, a destra seguendo le indicazioni,su una strada in salita che percorriamo per poco più di un chilometro, e che ci porta a raggiungere il Parco di San Trano e San Nicola, all’interno del quale si trova l’Eremo di San Trano che sorgesu un rilievo granitico con una splendida vista sulle Bocche di Bonifacio. Secondo la tradizione, in questo luogo due Frati Francescani, di ritorno dalla Terra Santa, avrebbero rinvenuto i corpi dei due Santi che erano vissuti nel quarto secolo, e, obbedendo alla Vergine che sarebbe loro apparsa, avrebbero costruito, intorno al 1230, questa chiesa dedicata a San Trano ed un’altra, dedicata a San Nicola e oggi scomparsa. Oltre a queste due Chiese, i Francescani avrebbero fondato anche un Convento, e realizzato quella che poi sarebbe divenuta la basilica di Luogosanto, dedicata alla Madonna patrona della Gallura. La memoria racconta, inoltre, che il nome del paese Locis Sanctus, sarebbe derivato proprio dalla presenza di queste due Sante figure e delle tante Chiese che vi sorsero.

Statue di San Nicola e San TranoSecondo la tradizione, San Trano e San Nicola sono stati due anacoreti vissuti tra la fine del IV e l’inizio del quinto secolo, che scelsero di ritirarsi in eremitaggio vivendo di stenti e dedicandosi totalmente alla preghiera nella campagna di Luogosanto, e trovando rifugio nella grotta dove ora sorge il Santuario. Alla loro morte se ne sono perse le tracce, finche nel 1227, a due Frati Francescani, durante un pellegrinaggio di ritorno dalla Terra Santa, apparve la Madonna, che li guidò a ritrovare le loro spoglie proprio lì dove avevano sempre vissuto, e dove subito dopo è stata edificata la chiesa.

La chiesa dedicata a San Trano è stata costruita proprio a ridosso della spelonca ricavata in un enorme masso di granito, in cui, i due Santi si sarebbero ritirati per sostare in solitudine, vivendo di elemosine e rifugiandosi negli anfratti. Si tratta di una chiesa estremamente semplice, a navata unica, realizzata in granito intonacato internamente, con il pavimento in lastricato di granito ed il soffitto a doppio spiovente, con travi di legno ricoperte da canne e protette da tegole. Nell’ambiente ristretto spicca la piccola grotta, dove i due Santi trovavano riparo, nella quale si trovano le statue dei due Santi realizzate in Corsica nel secolo scorso. Sotto la grotta è collocato un altare ricavato in un blocco di pietra, e, secondo la tradizione, girando per tre volte intorno ad esso e recitando un Pater, Ave e Gloria, passerebbe il mal di pancia. La chiesa, incastonata fra le rocce tafonate della collina omonima, costituisce, per la sua originalità, uno degli eremi più suggestivi della Sardegna. Intorno all’edificio affiorano scarsi resti di fabbricati, che, secondo alcuni storici, sarebbero appartenuti alle abitazioni della villa medioevale di Uranno, ma è più probabile che si tratti degli avanzi di un piccolo cenobio, del quale parlava anche padre Vidal, alla metà del seicento.

Luogosanto: l’Eremo di San Trano Luogosanto: l’Eremo di San Trano Luogosanto: l’Eremo di San Trano Luogosanto: l’Eremo di San Trano Luogosanto: l’Eremo di San Trano : interno

Presso questa chiesa, la prima domenica di giugno si svolge la Festa di San Trano, con cerimonie religiose e il pranzo tipico a base di carne e minestra offerto a tutti gli intervenuti. Vicino all’edificio si trova la Soprastantia di San Trano con i tavolini cha accolgono i pellegrini in occasione della festa. Il sabato precedente si svolge una suggestiva processione, dalla basilica di Nostra Signora di Luogosanto, dove secondo la leggenda erano stati sepolti i due Santi, fino alla piccola chiesa in cima all’altura a loro dedicata.

La chiesa campestre della Nostra Signora di Loreto nota anche come Santa Maria di l’Agnuli

Luogosanto: chiesa campestre della Nostra Signora di Loreto nota anche come Santa Maria di l’AgnuliSeguiamo la SP14 per ancora un chilometro, e troviamo una deviazione sulla destra, cento metri prima della deviazione a sinistra che ci porterà al palazzo di re Baldo. La strada si muove in mezzo ai boschi e ci porta, dopo più o meno un altro chilometro, al Parco di Santa Maria di l’Agnuli, dove si trova la chiesa campestre di Nostra Signora di Loreto nota anche come Santa Maria degli Angeli o Santa Maria di l’Agnuli che è ubicata nella vasta cussorgia di Balajana. Questa chiesa campestre, la cui costruzione risale al settecento, ripropone la storia del Santuario di Loreto, dove è conservata, secondo un’antica tradizione, la Santa casa nazaretana della Madonna. Per questo motivo, nel 2008, Luogosanto è stata proclamata città Mariana. L’interno della chiesa, completamente immersa nel verde, ricorda il Santuario della Verna, sull’Appennino toscano, dove San Francesco ha ricevuto le stimmate. La Festa di Nostra Signora di Loreto era una Festa campestre che si svolgeva nella prima decade del mese di maggio, ma oggi questa tradizione è stata abbandonata.

Il palazzo di re Baldo vicino al quale si trova la chiesa di Santu Stevanu ossia di Santo Stefano Protomartire

Seguendo verso est la SP14, dopo soli cento metri troviamo una traversa sulla sinistra che, dopo due chilometri e seicento metri, termina in un parcheggio in località Santu Stevanu, ossia Santo Stefano, nell’area dove sorgeva l’antica villa medioevale di Sent Steva, un sito che oggi è completamente immerso nella vegetazione. All’interno di quest’area si trovano i resti del duecentesco Palazzo di re Baldo. Il palazzo è noto anche come Castello di re Baldo non si tratta, però, di un Castello, ma di un’abitazione del giudice Ubaldo della Gherardesca, detto Ubaldo I di Gallura. L’edificio è interamente costruito in granito, con il tetto fatto di pietrame. Essendo sprovvisto di fortificazioni, il palazzo ha subito gravi danni durante gli scontri con gli Aragonesi, ed è poi caduto in abbandono, ma conserva ancora intatti alcuni ambienti.

Luogosanto-Resti del palazzo di re Baldo Luogosanto-Resti del palazzo di re Baldo

Il palazzo di re Baldo sorge nella zona di Santo Stefano, dove, poche decine di metri più ad ovest, è ancora presente la piccola chiesa di Santu Stevanu ossia di Santo Stefano Protomartire edificata nel diciassettesimo secolo probabilmente sui ruderi della villa medioevale, e di un precedente edificio sacro che probabilmente costituiva la Cappella gentilizia del palazzo di Ubaldo, e che risaliva al dodicesimo secolo. È un piccolo edificio con un’unica navata priva di abside, realizzato completamente in conci di granito, con il tetto formato da pietrame granitico. All’interno un arco a sesto acuto divide la chiesa in due campate, con il pavimento in cotto ed il soffitto realizzato con canne ricoperte da sovrastrutture di legno protette da tegole. Nella nicchia presente sull’altare si trova la statua del Santo di marmo bianco. Il portone è in legno con al di sopra una croce in pietra, e sul lato destro è stata realizzata una seconda entrata con una piccola finestrella che assicura una costante illuminazione. La chiesa è stata restaurata nel 1995.

Luogosanto: chiesa di Santo Stefano Luogosanto: chiesa di Santo Stefano Luogosanto: chiesa di Santo Stefano: facciata Luogosanto: chiesa di Santo Stefano: interno

Accanto alla chiesa si trova la Cucina di Santo Stefano, un edificio che ospita la cucina ed i servizi igienici utilizzati per la Festa di Santu Stevanu ossia di Santo Stefano Protomartire, che si svolge la seconda domenica di maggio e richiama parecchia gente, fra cui un buon numero di turisti. Alle cerimonie religiose segue un pasto offerto a tutti i partecipanti, a base di minestra di brodo di vitello, carne, dolci, bibite e vino.

Continuando verso oriente sulla SP14 arriviamo alla chiesa campestre di San Pietro in cattedra

Luogosanto: chiesa campestre di Santu Petru in Catrea ossia di San Pietro in cattedraContinuiamo a seguire la SP14 per un chilometro e cento metri, poi troviamo una deviazione sulla destra dalla quale partono due stradicciole, Prendiamo quella più a sinistra, che ci porta, in poco più di un chilometro, al Parco di Santu Petru in Catrea, all’interno del quale si trova la chiesa campestre di Santu Petru in Catrea ossia di San Pietro in cattedra. Ubicata anch’essa nella vasta cussorgia di Balajana, è sicuramente molto antica, ed ha subito diversi interventi di restauro, tra i quali l’ultimo di recente. Al suo interno presenta due nicchie con due simulacri, uno in gesso, che rappresenta Sant’Andrea, e l’altro in marmo, che rappresenta San Pietro. Presso questa chiesa si svolge la Festa di San Pietro, ogni anno la prima domenica di luglio.

Le Cave di Monti Cappeddu con la chiesa di Nostra Signora o della Madonna di Lu Rimediu ossia del Rimedio

Sulla SP14, arrivati al bivio dove abbiamo svoltato sulla destra, percorsi poco più di duecento metri, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per la località Lu Mocu, e proseguiamo dritti. Dopo un chilometro e seicento metri, arriviamo a una deviazione sulla sinistra che porta verso le Cave di Monti Cappeddu, e, più a nord, alle Cave di Lu Monti di la ’Jannitta.

Luogosanto: chiesa campestre di Nostra Signora o della Madonna di Lu Rimediu ossia del RimedioPercorsi duecento metri, arrivati alle cave, troviamo un bivio dove prendiamo verso sinistra, dopo quasi centocinquanta metri al bivio successivo prendiamo verso destra, proseguiamo e, dopo trecento metri, troviamo la chiesa campestre di Nostra Signora o della Madonna di Lu Rimediu ossia Del Rimedio. Si tratta di una chiesa campestre che si trova nella Regione di Balajana, a poca distana dalla frazione Luogosanto denominata Lu Mocu. Di origine molto antica, probabilmente medioevale, la chiesa, sorta su un precedente tempio pagano, è suggestiva nella sua semplicità architettonica, ed ha due ingressi, dei quali quello sulla facciata è sormontato da un campanile a vela. All’interno, è presente una navata divisa in tre campate da archi in granito. Il soffitto è travi di legno ricoperte da tegole. Sulla parete di fondo è presente un nicchia, con cornice in legno, che racchiude il simulacro della Madonna. La chiesa è stata ristrutturata nel 1811, come si rileva da un’epigrafe sull’architrave dell’ingresso laterale. Sull’arco in granito del piccolo campanile che sovrasta la chiesa si nota la data del 1885, segno evidente di un successivo restauro. Nel piazzale antistante la chiesa, ben ombreggiato, si trovano i locali utilizzati come cucina, e vi sono le panche e i tavoli utilizzati nel giorno della Festa della Madonna del Rimedio, che si svolge ogni anno l’ultima decade di settembre.

Il musicista Gavino Gabriel nato a Tempio Pausania nel 1881, nel 1913 ha ambientato presso questa chiesa campestre La Jura, la sua opera più impegnativa, un melodramma che è stato paragonato dagli esperti alla Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni.

Evitata la deviazione per le Cave troviamo la chiesa campestre di Santu Salvadori ossia di San Salvatore

Luogosanto: chiesa campestre di Santu Salvadori ossia di San SalvatoreEvitata la deviazione per le Cave di Monti Cappeddu, al bivio proseguiamo invece verso destra, lungo la strada per raggiungere la frazione luogodoro chiamata Lu Mocu che vedremo più avanti. Percorsi appena centocinquanta metri, troviamo una viottola sulla sinistra che ci porta, in un centinaio di metri, alla chiesa campestre di Santu Salvadori ossia di San Salvatore che si trova anch’esso nella Regione Balaiana. Anche questa chiesa era, in origine, un tempio pagano, e dal 1376 la villa medioevale che sorgeva vicino alla chiesa è rimasta spopolata a causa di una pestilenza. La chiesa ha una forma rettangolare, è realizzata interamente in granito a vista, con due ingressi, e sulla facciata un campanile a vela sempre in pietra locale, il quale è però intonacato. All’interno due archi rustici in granito, dividono la navata in tre campate. Sulla parete di fondo, vi è l’altare a muro che contiene la nicchia con il simulacro del Santissimo Cuore di Gesù. La Festa di San Salvatore si svolgeva nella seconda domenica dopo Pasqua, ma ora questa tradizione è stata abbandonata. È auspicabile che possa essere ripresa.

La frazione Lu Mocu con la chiesa di San Paolo Apostolo

Ancora un chilometro e mezzo, e la strada che ci ha portati alle Cave di Monti Cappeddu, ci conduce alla frazione Lu Mocu (altezza metri 175, distanza 7.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 28), anch’essa situata nella vasta cussorgia di Balajana, che si trova sulla sinistra della strada. A poca distanza dall’abitato,su un affioramento granitico a nord ovest del paese, si trovano i resti del Nuraghe Balaiana.

Luogosanto: Lu Mocu: chiesa di San Paolo ApostoloAll’interno dell’abitato, sempre alla sinistra della strada, si trova la chiesa di San Paolo Apostolo abbastanza recente, essendo stata costruita nel 1982 ad opera del sacerdote Francesco Filigheddu, che ha voluto farne un dono agli abitanti della frazione e dell’intera cussorgia. Nella sua architettura ricorda altre Chiese fatte costruire dallo stesso sacerdote, in altre zone vicine della Gallura. La chiesa viene amministrata dalla parrocchia di Bassacutena. La Festa di San Paolo si svolge ogni anno nella prima settimana di giugno.

Ritornati sulla SP14 arriviamo al Castello di Balaiana con la Cappella di San Leonardo

Ritornati sulla SP14 da dove la avevamo lasciata in direzione di Lu Mocu, proseguiamo verso est per ottocento metri, ed arriviamo a trovare alla sinistra l’area di parcheggio per il Castello di Balaiana.

Luogosanto-Resti del Castello di BalaianaDa questa area di parcheggio, una ripida scalinata composta da 425 gradini, porta in cima al colle di San Leonardo, un affioramento di rocce granitiche ricoperte da macchia mediterranea alla sinistra della strada, per visitare i pochi resti del Castello di Balaiana. Il Castello è detto di Balaiana dal nome dei Balari, una popolazione autoctona che abitava il nord della Sardegna prima della conquista romana, ed è un piccolo edificio, composto di appena tre stanze, fatto edificare intorno al 1050 da Costantino I della Gherardesca, giudice di Gallura, successore di Ubaldo della Gherardesca, che forse era un luogo di villeggiatura dei giudici galluresi. Di esso si hanno notizie nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, dal quale risulta, intorno al 1130, una disputa tra Costantino e i figli del suo predecessore Ubaldo, proprio per il suo possesso, disputa che è stata risolta a Bonarcado nel 1146 dal giudice di Oristano, legato da vincoli di parentela con i contendenti. Si possono individuare i resti di un ambiente rettangolare e di una torre, racchiusi da una cinta muraria che doveva difendere la fortificazione. La peculiarità del Castello risiede nella sua tecnica costruttiva, dato che è realizzato interamente in granito, messo in opera per mezzo di una serie di incastri, senza utilizzo di malta o calce. Secondo la tradizione, il Castello dovrebbe essere stato distrutto nel 1442 da Alfonso d’Aragona, che ha risparmiato però la piccola chiesa dedicata a San Leonardo.

Luogosanto: la Cappella di San LeonardoA pochi metri dai resti del Castello si trova la Cappella di San Leonardo che ha dato il nome al colle, e che si suppone rappresentasse la Cappella gentilizia del Castello stesso. Vi si accede dopo aver percorso una ripida scalinata di circa cinquecento gradini. La piccola chiesa, oggi sconsacrata, risale al dodicesimo-Tredicesimo secolo, ed una datazione di riferimento potrebbe essere un documento del 1146 che riguarda il maniero. La costruzione è estremamente semplice, a pianta rettangolare, interamente in pietra granitica, anche la pavimentazione e perfino la copertura, realizzata con lastre deposte su due falde, e questa tipologia costruttiva è riscontrabile in pochissimi esempi sardi. L’unica porticina d’ingresso si apre sul fianco sinistrodove si trovano alcune piccolissime feritoie, di cui una cruciforme. La cappelletta, che ospita una statuina in terracotta del Santo, si conclude con abside semicircolare. L’interno è voltato a botte ed il tutto è stato di recente restaurato. La Festa di San Leonardo, con la messa, si celebra il 6 novembre di ogni anno.

Continuando verso oriente troviamo la chiesa campestre di Santu Biasgiu ossia di San Biagio Vescovo o di Balaiana

Luogosanto: chiesa campestre di Santu Biasgiu ossia di San Biagio Vescovo detta anche di San Biagio di BalaianaPassato il Castello di Balaiana, proseguiamo circa trecento metri sulla SP14, poi svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per La China e prendiamo una strada che seguiamo per un chilometro e quattrocento metri, arriviamo a un bivio dove prendiamo la strada verso sinistra che seguiamo anch’essa per circa un chilometro e mezzo. Arriviamo in località La China alla chiesa campestre di Santu Biasgiu ossia di San Biagio Vescovo detta anche di San Biagio di Balaiana. Si tratta di una chiesa campestre dall’architettura rustica, tipica del settecento. Non sappiamo quale villa medioevale sorgesse vicino al tempio. La Festa di San Biagio si svolge due volte l’anno, il giorno 3 del mese di febbraio e nella seconda metà di maggio.

Verso nord la SS133 ci porta alla casa Cantoniera di locusantu da dove raggiungiamo la chiesa di Santa Reparata

Luogosanto: la casa Cantoniera di LuogosantoA questo punto torniamo a Luogosanto, dal cui centro prendiamo verso nord la SP14, che ci riporta sulla SS133, e che prendiamo verso nord est. Dopo un chilometro e trecento metri sulla SS133, all’altezza del chilometro 24, troviamo alla sinistra della strada la Casa Cantoniera di Luogosanto. Subito dopo aver passato la Cantoniera, prendiamo una deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni per Chessa, e proseguiamo per cinquecentocinquanta metri, poi prendiamo una deviazione sulla sinistra e, dopo quattrocento metri, svoltiamo leggermente a destra, in una strada che, in meno di trecento metri, ci porta nei pressi della località Crisgiuleddu.

Luogosanto: chiesa campestre di Santa ReparataIn località CrisgiuledduE si trova il Parco di Santa Reparata, aLl’interno del quale si trova la chiesa campestre di Santa Reparata già tempio pagano trasformato in tempio cristiano nei primi secoli dopo Cristo come si deduce dalla vita della Santa. Qui il giorno dell’Ascensione, quaranta giorni dopo Pasqua, si svolge la Festa di Santa Reparata. Inizia la vigilia del giorno dell’Ascensione, con i fedeli che arrivano da Tempio Pausania in pellegrinaggio nei costumi tradizionali, accompagnati dai canti in sardo dedicata alla Santa, con i carri a buoi addobbati con fiori e tessuti variopinti, e partecipano alla cena. Ma, ormai, la tradizione dei carri è quasi scomparsa, perché i più usano le auto. Il giorno seguente si svolgono le cerimonie religiose, al termine delle quali segue un pranzo comunitario.

Si ritiene che questa chiesa sia stata la Cappella della villa medioevale di Aristana, ed è stata ricostruita nel 1877. Un poco più ad ovest della chiesa, si trova l’antico Chiappittu, ossia l’Antico Cimitero di Santa Reparata.

Più a nord raggiungiamo la frazione Ciabattu

Tornati sulla SS133, la percorriamo per circa tre chilometri, ed arriviamo a un bivio dove svoltiamo a destra in una strada che, in poco più di un chilometro, ci porta alla frazione Ciabattu (altezza metri 201, distanza 5.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si trova più a nord della località Santu Stevanu. Dopo la visita alla località Ciabattu, riprendiamo la SS133 e la percorriamo verso nord per circa cinque chilometri, per raggiungere la frazione Tempio Pausania denominata Bassacutena. Nei dintorni di Bassacutena si trovano altre Chiese campestri e frazioni di luogosardo.

Lungo la strada verso Bassacutena si trova la chiesa campestre di San Giacomo Maggiore

Tornati indietro, svoltiamo a destra, riprendiamo la SS133 che ci ha condotti fino qui, e procediamo in direzione nord est, dopo due chilometri e duecento metri, prendiamo una trasversale sulla sinistra seguendo le indicazioni per San Giacomo. Percorso un chilometro e quattrocento metri su questa deviazione, prendiamo verso destra la strada sterrata che, in trecento metri, ci porta allo Stazzo Santu Jacu.

Tempio Pausania: bassacutena: chiesa campestre di San Giacomo MaggioreDa qui è possibile prendere una sterrata che ci conduce al Parco di San Giacomo, all’interno del quale è possibile vedere la chiesa campestre di Santu Jacu di Calcinagghju ossia di San Giacomo Apostolo o San Giacomo Maggiore. Costruita nel 1666 dalla famiglia tempiese dei Misorro, si trova in territorio di Luogosanto ma appartiene giuridicamente alla parrocchia di Bassacutena. All’interno, sotto il simulacro marmoreo del Santo, una lapide riporta la data 1679, che secondo la tradizione sarebbe l’anno nel quale la stessa famiglia fece realizzare la statua per farne dono alla piccola chiesa. L’antica chiesa, ormai cadente, è stata completamente demolita e riedificata nel 1913. L’edificio, come dimensioni, è la più grande fra le Chiese campestri del territorio Comunale di Luogosanto. La Festa di San Giacomo, organizzata dalla parrocchia di bassacutena, Si svolge due volte l’anno. La prima è il 10 maggio, e prevede un pranzo al sacco. La seconda è il mercoledì dopo l’Assunta, quando vengono celebrati i vespri, ed il giorno seguente, che è quello solenne della festa, richiama un considerevole numero di turisti, con la messa che viene officiata dal parroco di Aggius, e con la Suprastantia, ossia il comitato, che organizza i festeggiamenti e il pranzo per i numerosi convenuti.

A nord di Luogosanto raggiungiamo le frazioni Colti, Chessa e Capriolu

Passata la deviazione per la chiesa di San Giacomo, percorsi lungo la strada verso ovest poco più di due chilometri e duecento metri, arriviamo a raggiungere la frazione Colti (altezza metri 139, distanza 9.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Procedendo verso ovest per circa seicento metri, la strada termina su una trasversale. La prendiamo verso destra e, dopo un chilometro e trecento metri, all’incrocio, svoltiamo a destra. Percorsi circa settecentocinquanta metri, prendiamo a destra, e, percorsi altri quasi quattrocento metri, raggiungiamo la frazione Chessa (altezza metri 155, distanza 11.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 24).

Alla trasversale che abbiamo incontrato seicento metri dopo la località ColtI, prendiamo, invece, a sinistra e, dopo seicento metri, arriviamo a un incrocio. Qui prendiamo a destra una strada che seguiamo per poco più di due chilometri, poi prendiamo a destra e, in settecento metri, arriviamo a raggiungere la frazione Capriolu (altezza metri 169, distanza 10.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Dopo Bassacutena troviamo la chiesa di Santa Maria e la chiesa di San Simplicio del villaggio medievale di Suraga

Dalla deviazione per la chiesa di San Giacomo, ritorniamo sulla SS133 che, dopo due chilometri e mezzo, ci porta alla frazione Tempio Pausania senza continuità territoriale denominata Bassacutena. Proseguendo per quattrocento metri verso nord sulla SS133, prendiamo a destra la SP115 che sembra tornare indietro e si sviluppa verso sud. La seguiamo per quasi un chilometro e novecento metri, e troviamo sulla destra una viottolo che ci porta nella località Lu Macchjetu.

Luogosanto: chiesa campestre di Santa Maria di Lu Macchjetu detta anche Santa Maria degli Angeli o Santa Maria di SuragaQui troviamo, alla destra della strada, un cancello, dal quale si accede a un viottolo che ci porta alla chiesa campestre di Santa Maria di Lu Macchjetu detta anche Santa Maria degli Angeli o Santa Maria di Suraga che costituiva la parrocchiale del villaggio abbandonato di Suraga. chiesa di impianto tardomedievale, è stata la parrocchiale dell’antico villaggio medioevale di Suraga o Suraghe. Qui sorgeva anche il Convento dei monaci Vittorini di Marsiglia. Completamente riedificata nel 1971, è caratterizzata dalla presenza di due campanili a vela che sormontano il prospetto principale. Presso questa chiesa ogni anno, l’ultima domenica di luglio, si svolge la Festa di Santa Maria. Per questa occasione la Suprastantia, ossia il comitato che cura la festa, organizza una Sagra campestre alla quale partecipano, considerato il periodo, anche numerosi turisti.

Luogosanto: chiesa campestre di San Simplicio di Lu Macchjetu detta anche chiesa di San Simplicio Vescovo o San Simplicio di SuragaAllo stesso villaggio abbandonato di Suraga apparteneva la chiesa campestre di San Simplicio di Lu Macchjetu detta anche chiesa di San Simplicio Vescovo o San Simplicio di Suraga che si trova nella campagna un poco più a sud, a circa cinquanta metri da quella di Santa Maria degli Angeli, ed è ancora efficiente. La Festa in onore di San Simplicio si celebra nella prima decade di maggio e, anticamente, coincideva con quella che si svolgeva nella vicina chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Tra le sue Chiese campestri si possono notare i resti di un’altra antica chiesa dedicata a San Pietro che è ridotta ormai a un rudere, e vicino ad essa sono presenti anche i resti di un Cimitero.

Più a sud la chiesa campestre di San Lussorio Martire Guerriero

Luogosanto: chiesa campestre di San Lussorio Martire GuerrieroPassata la deviazione per la chiesa di Santa Maria, dopo due chilometri e seicento metri arriviamo, alla destra della strada, subito prima del ponte sul fiume liscia, al Parco di Santu Nussugliu, ossia di San Lussorio, dentro il quale si trova la chiesa campestre di San Lussorio Martire Guerriero che si trova all’interno del territorio Comunale di Luogosanto ma è sotto la giurisdizione ecclesiastica di Bassacutena. Non si sa con certezza quando la chiesa sia stata costruita, ma è citata per la prima volta in un documento che la menziona nel 1173. È tradizione che nel quattordicesimo secolo presso questa chiesa sorgesse un Monastero benedettino e, vicino alla chiesa, era ubicata la villa medioevale di Telargiu. La Festa Festa di San Lussorio, in onore del Santo, si svolge ogni anno nella prima decade di agosto e richiama migliaia di persone fra cui numerosi turisti.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, tornati a Tempio Pausania proseguiremo la visita della Gallura interna, recandoci ad Aggius una delle cittadine in Sardegna a cui il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera Arancione ossia il marchio di qualità turistico ambientale, che visiteremo con i suoi siti archeologici e con i suoi bei dintorni.


Pagina precedenteIndice precedenteSostieniciPagina successiva

Tutte le foto e riprese sono state effettuate a scopo amatoriale per uso personale senza fini di lucro. Alle nostre foto se ne aggiungono altre inviateci da amici ed alcune tratte da Internet. Alcune informazioni sulle descrizioni dei comuni sono tratte da italiapedia.it, informazioni sui siti archeologici da tharros.info e molte foto da donnanuragica.com, descrizoni e foto di Chiese da Chiesedisardegna.weebly.com, foto di impianti sportivi da sardegnasport.it, altre da siti differenti. È consentito scaricare testi, foto e riprese dell’autore per uso privato senza eliminare i riferimenti. Libri e filmati sono riprodotti per farli conoscere ma non è consentita la riproduzione delle foto di terzi, dei libri, dei filmati e di altro materiale non realizzato dall’autore. È vietato qualsiasi utilizzo commerciale del materiale in assenza di apposita autorizzazione.

  

© Claudio de Tisi 2002-2023 - Codice Fiscale DTSCLD44M23F132W