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Benetutti che visiteremo con le sue importanti sorgenti termali e con i resti archeologici presenti nel suo territorio


In questa prima tappa del nostro viaggio nel Goceano, partendo da Pattada andremo a Benetutti dove visiteremo il centro del paese ed i suoi dintorni, con le sue sorgenti termali ed i suoi resti archeologici.

La Regione storica del Goceano

Il GoceanoIl Goceano (nome in lingua sarda Sa Costèra) è la Regione della Sardegna centro settentrionale che comprende il tratto del bacino superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che porta il nome della Regione stessa. Secondo lo storico Giovanni Francesco Fara, il Goceano, in latino Gothiani, dovrebbe il suo nome ai Goti che vi si stabilirono, mentre secondo altri il termine Goceano, o Guttiánu, Deriverebbe da Gúttiu, ossia goccia, ad indicare l’abbondanza di sorgenti d’acqua. I comuni che fanno parte del Goceano sono Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule. Le principali risorse del suo territorio sono la cerealicoltura, praticata nel fondovalle, la pastorizia e lo sfruttamento forestale.

In viaggio verso Benetutti

Dal centro di Pattada prendiamo verso sud sulla Strada Vicinale di Nasciu che, dopo meno di un chilometro e mezzo, sbocca sulla SS128bis, che prendiamo verso sinistra, in direzione est. La seguiamo procedendo prima verso est, in seguito verso sud e più avanti verso sud ovest. Dopo quasi 17 chilometri arriviamo a un bivio, dove la SP128bis prosegue verso destra, mentre svoltiamo leggermente a sinistra e imbocchiamo la SP7, che seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo, ed arriviamo al paese chiamata Benetutti. Sono ancora presenti tracce dei sentieri rustici che costituivano l’unica via di collegamento con Pattada e con gli altri centri del Goceano e del Nuorese. Ed ancora oggi, lungo la vecchia strada proveniente da Pattada, si conservano i resti di una casa detta Su Cambiamentu, che veniva utilizzata per il servizio di posta, per le corriere, e per far riposare e custodire i cavalli.

Nel corso della mia visita a Benetutti nel 2012, il parroco mi ha aperto e mi ha consentito di fotografare all’interno della casa parrocchiale della chiesa di Sant’Elena Imperatrice, che ospita gli elementi del retablo smembrato di Sant’Elena del Maestro di Ozieri. Le foto sono state scattate per meglio documentare le descrizioni presenti nel sito, per incoraggiare chi lo visita a recarsi, in un suo eventuale viaggio a Benetutti, a visitare le bellezze cittadine.

I resti della Stazione Ferroviaria dismessa di Benetutti e Nule

Benetutti: Resti della Stazione Ferroviaria dismessa di Benetutti e NuleCirca quattrocento metri prima di lasciare la SS128bis per imboccare la SP7, alla destra della strada vediamo la Ex Stazione Ferroviaria di Benetutti e Nule della linea che collegava Tirso con Chilivani, che sorgeva sul lato opposto a quello della deviazione che dalla SS128 bis portava ai rispettivi centri abitati. Il fabbricato passeggeri era affiancato sul lato sud dalla tettoia con pensilina di cui si conservano le tracce della muratura e dei pali di sostegno, oltre al relativo ingresso. Vi era, inoltre, lo spiazzo per la sosta dei mezzi pubblici in coincidenza con il treno, destinati al trasporto passeggeri nei centri abitati, che distavano sei chilometri Benetutti, e dieci chilometri Nule. Il fabbricato passeggeri ed il casello sono completamente devastati, mentre lo spiazzo antistante è in uno stato di totale degrado, in quanto utilizzato come discarica abusiva a cielo aperto.

Il comune chiamato Benetutti

Benetutti: veduta dell’abitatoBenetutti-Stemma del comuneIl comune chiamato Benetutti (altezza metri 406 sul livello del mare, abitanti 1.704 al 31 dicembre 2021) si posiziona al confine tra la Provincia di Sassari e quella di Nuoro, alle pendici dell’altopiano del Goceano, con un territorio che degrada fino all’alta valle del fiume Tirso. Il territorio cmunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Sono rilevanti le Chiese esistenti su tutto il suo territorio, che, fino a pochi anni fa, rendevano Benetutti uno dei paesi con più alto numero di Chiese della zona. Il clima è estremamente moderato rispetto a quello dei paesi limitrofi, dato che il paese si trova adagiato in un fosso.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città del VinoQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania.

La sue economia

Basato su un’economia di tipo agropastorale, il centro è conosciuto anche per le sue sorgenti termali che si trovano sparse qua e là nel suo territorio, conosciute fin dall’antichità, ed alle quali sono legate le leggende sulla nascita del suo nome. Esistono, infatti, due importanti stabilimenti privati e diverse sorgenti spontanee in cui è possibile fare liberamente il bagno.

Brevi centri storici

Benettutti è un paese antichissimo che conserva nel suo territorio tracce di insediamenti nuragici. Possiamo infatti trovare varie Tombe di giganti, Domus de janas e costruzioni risalenti al Neolitico. Durante la dominazione romana, i conquistatori si stanziano in maniera costante nel suo territorio, grazie alla presenza delle sorgenti termali di San Saturno. I romani, sfruttando quelle che definiscono Aquae lesitanae, danno vita ad una frequentata stazione termale. Durante il periodo giudicale, il Goceano fa parte del Giudicato del Logudoro e vi sono comprese le Curatorie di Anela e di Gociani. Questa seconda ha per capoluogo la villa di Bortiocoro, situata tra Burgos ed Esporlatu, che viene in seguito distrutta. Durante la dominazione aragonese, anche su Benetutti si verificano insieme carestie e pestilenze, che provocano un forte spopolamento. Quando i Piemontesi si insediarono in Sardegna, si trovarono ad affrontare anche qui una difficile situazione, soprattutto a causa del banditismo che rende quasi impossibile il pieno controllo del territorio.

Personaggi nati a Benetutti

A Benetutti è nato intorno al 1863 il bandito Giovanni Maria Astara. In seguito nel 1943 nasce Piero Sanna, divenuto un importante regista cinematografico.

A Benetutti nasce intorno al 1863 il pastore Giovanni Maria o Giommaria Astara detto Il gobbo. Diviene in seguito un bandito di grosso calibro, compagno inseparabile di Francesco Capesi, un altro grande fuorilegge di Tula. Numerose le accuse a suo carico: la rapina e l’uccisione di Giuseppe Contini, nelle campagne di Oschiri; il sequestro di persona a scopo di estorsione in danno dei fratelli Pischedda, avvenuto in un podere di Nugheddu San Nicolò il 27 gennaio 1899; l’omicidio di Francesco Puggioni, perpetrato vicino a Nule il 14 maggio 1899 con la complicità dei latitanti Giovanni Battista Marongiu, Giuseppe Bufroni, Giovanni Moni Goddi e Francesco Campesi. Giovanni Maria Astara si costituisce il 28 agosto 1899 e viene arrestato dai Carabinieri. Di lui si racconterà che Rotea gli occhi all’ingiro e con essi spesso la testa, quasi vada in cerca, nella cella, di una via che gli permetta di rintanarsi nel bosco.

Il regista Piero SannaRiproduzione integrale del film 'Destinazionè di Piero SannaA Benetutti nel 1943 nasce il regista cinematografico Piero Sanna. Per oltre quaranta anni nell’Arma dei Carabinieri, negli anni settanta stretto collaboratore del generale Carlo Alberto Dalla chiesa, ha appreso il mestiere del cinema da Ermanno Olmi. Autore di documentari, si fa conoscere al grande pubblico nel 2003 con il film La destinazione, attualmente unica sua opera prodotta per il grande pubblico, da lui scritta e di cui ha curato anche il montaggio. Il film ha ottenuto nel 2006 il Premio Migliore Opera Straniera al 39° Worldfest-Houston International Film Festival. Protagonista è Emilio, ventenne romagnolo, entrato nell’Arma per sfuggire la disoccupazione, che piomba a Coloras, in Barbagia, una terra dove le donne portano il fazzoletto sul capo e gli uomini vestono velluto e gambali. Qui la sua relazione con una ragazza del luogo S’intreccia con storie di abigeato, assassini e latitanza.

Le principali principali feste e sagre che si svolgono a Benetutti

A Benetutti è attivo il Gruppo Folk Sas Comares de Santu Juanne, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località.

La settimana della Pasqua chiamata Sa Chida Santa

Significative sono, a benetutti, le manifestazioni per la settimana di Pasqua, chiamate Sa Chida Santa.

La manifestazione internazionale del folklore denominata Cantos, Sonos e ballos

Di recente istituzione è la manifestazione internazionale del folklore denominata Cantos, sonos e ballos che si svolge nel mese di luglio e che vede la partecipazione di numerosi gruppi popolari provenienti da tutto il mondo.

Visita del centro di Benetutti

L’abitato, interessato da espansione edilizia, si adagia fra le ondulazioni di un altopiano ricoperto da vigneti e frutteti. nella nostra visita, arriviamo a Benetutti da nord ovest, seguendo la SP7.

Il Campo Sportivo di Benetutti

Seguendo la SP7, circa cinquecento metri prima di arrivare all’interno del centro abitato, sulla destra della strada provinciale troviamo una deviazione che ci porta al Campo Sportivo di Benetutti.

La chiesa della Santa Croce

Benetutti: i giardini e la piazza della Santa CroceBenetutti: chiesa della Santa CroceEntriamo all’interno dell’abitato e, dopo cinquecento metri alla deviazione per il Campo Sportivo, prendiamo sulla destra la via Francia, che dopo centocinquanta metri prosegue su via Tirso. Da questra prendiamo subito a sinistra la via Santa Croce, alla destra della quale si possono vedere i giardini e la piazza della Santa Croce. Qui si trova la piccola chiesa della Santa Croce risalente agli inizi del seicento. Presso questa chiesa ha la sua sede la Confraternita della Santa Croce.

La chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice

Proseguendo lungo la via Tirso, che continua sul corso Francesco Cocco-Ortu, che si sviluppa parallela alla via Santa Croce. Qui, al civico numero 5, sulla sinistra della strada, troviamo la chiesa dedicata a Sant’Elena Imperatrice che è la chiesa parrocchiale di Benetutti e si trova molto vicina alla piccola chiesa della Santa Croce. La parrocchiale è stata edificata, secondo i più antichi documenti, nel 1618,su una precedente struttura effettuata in tre tempi, la più antica delle quali risalirebbe al 1400. Del 1670 è il bel campanile, la cui cupola raggiunge i 25 metri di altezza. Nella chiesa parrocchiale sono conservate alcune statue lignee di notevole valore artistico, tra le quali significativa è quella di San Michele, che viene rappresentato mentre calpesta il diavolo.

Benetutti: chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice Benetutti: chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice: interno Benetutti: chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice: interno Benetutti: chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice: interno

Tra le feste più importanti che si svolgono a Benetutti, nel mese di agosto si svolge la Festa di Sant’Elena, patrona del paese, incentrata sui festeggiamenti religiosi, ma che prevede anche manifestazioni culturali e folkloristiche, con la partecipazione della banda musicale, di vari gruppi folk e sfilate in costume.

Nella casa parrocchiale che ospita gli elementi del retablo smembrato di Sant’Elena del Maestro di Ozieri

Benetutti-Fiancata della chiesa della Santa Croce dove si apre la Cappella che immette alla casa parrocchialeLungo la via Francesco Cocco-Ortu che fiancheggia a sinistra la chiesa parrocchiale, si apre la porta che conduce a una cappella, nella quale, alla destra, si trova la porta che conduce alla casa parrocchiale. All’interno di essa si trovano, in ottimo stato di conservazione, quattro elementi attribuiti al Maestro di Ozieri, databili attorno al 1549. Le tavole, realizzate in tempera ed olio, sono conosciute come parti del prezioso Retablo smembrato di Sant’Elena e rappresentano la Crocifissione, il Ritrovamento della vera croce, la Prova della vera croce, e Sant’Elena. È conservato anche un olio su tela che rappresenta Sant’Elena che intercede presso la Vergine per la salvezza delle anime del purgatorio, del diciottesimo secolo, attribuito a un autore ignoto della bottega sarda.

Benetutti-la crocefissione, sedicesimo secolo, elemento di un Polittico del Maestro di Ozieri Benetutti-Ritrovamento della vera croce, sedicesimo secolo, elemento di un Polittico del Maestro di Ozieri Benetutti-la prova della vera croce, sedicesimo secolo, elemento di un Polittico del Maestro di Ozieri Benetutti-Sant’Elena, sedicesimo secolo, elemento di un Polittico del Maestro di Ozieri Benetutti-Sant’Elena che intercede presso la Vergine per la salvezza delle anime del purgatorio, del diciottesimo secolo, tela attribuita a un autore ignoto della bottega sarda

Il Municipio di Benetutti

In corso Francesco Cocco-Ortu, al civico numero 76, alla destra della strada si trova il bell’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Benetutti.

L’antica chiesa di San Timoteo

Proseguiamo lungo la via Francesco Cocco-Ortu, che sbocca sulla via San Timoteo. La prendiamo verso sinistra e la seguiamo fino in fondo, dove sbocca sulla sinistra sulla via Fratelli Bandiera, che si affaccia sulla piazza San Timoteo, nella quale si trova la antica piccola chiesa di San Timoteo.

Il fontanile e l’antica chiesa di San Salvatore

Benetutti-FontanileTorniamo al termine di via Francesco Cocco-Ortu, dove, invece di prendere a sinistra la via San Timoteo, prendiamo a destra la sua continuazione. Dopo circa cinquanta metri, troviamo un bel Fontanile dal quale è possibile prelevare l’ottima acqua termale.

Proseguendo lungo le strade del centro storico, arriviamo in via San salvatore, dove si trova l’interessante antica piccola chiesa di San Salvatore il cui stile mostra un’asimmetria del tutto particolare, e che al culmine della facciata presenta un ampio campanile a vela.

La chiesa di Santa Rosalia

Proseguendo lungo la via San Salvatore, arriviamo a un bivio, dove sulla destra prosegue la via Umberto I. Prendiamo invece verso sinistra e, percorse le strette ie del centro storico, arriviamo in via Santa Rosalia, dove si trova la chiesa di Santa Rosalia che è stata la vecchia parrocchiale di Benetutti. Una doppia scalinata porta all’ingresso, ed, alla destra della facciata, si eleva l’alto campanile.

Tra le feste più importanti di benetutti, va ricordata la Festa in onore di Santa Rosalia, che si svolge nel mese di ottobre. Anch’essa incentrata sui festeggiamenti religiosi, ma che prevede manifestazioni folkloristiche, con la partecipazione della banda musicale, di vari gruppi folk e con sfilate in costume.

Il Cimitero di Benetutti

Da via Santa Rosalia, proseguiamo verso sud ovest, fino a un bivio dove prendiamo a destra la via Enrico Costa, che sbocca sulla via Carta Farina che prendiamo verso sinistra, la quale, a sua volta, sbocca sulla via Roma, che prendiamo anch’essa verso sinistra, e che ci conduce alla periferia meridionale dell’abitato. Qui, alle sinistra della via Roma, si trova il Cimitero di Benetutti. Nel suo testo sulla storia della Sardegna, Goffredo casalis e Vittorio Angius riferiscono che fino al 1834 a Benetutti non esisteva ancora il Cimitero, e che i morti appartenenti a famiglie povere venivano sepolti in un praticello confinante con la chiesa parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice, nella quale, invece, venivano sepolti i ricchi.

Le terme che si trovano nei dintorni di Benetutti

Il comune chiamato Benetutti è conosciuta per la presenza, nel suo territorio, di diverse sorgenti termali, ossia che sgorgano ad alta temperatura, di circa 41°, da vari affioramenti, e si raccolgono in un bacino nei pressi della località San Saturno, conosciuta anche dai Romani con il nome di Aquae lesitanae, che viene citata anche dal geografo greco Claudio Tolomeo. Le acque termali di Benetutti vengono utilizzate per la terapia di numerose patologie.

La frazione Terme Aurora

Dal centro di Benetutti, prendiamo la SP22, che esce dall’abitato in direzione sud ovest. Percorsi circa tre chilometri, arriviamo a un bivio, dove la SP22 prosegue verso sinistra, mentre noi prendiamo a destra la strada che, in altri circa tre chilometri, ci porta, alla sinistra della strada, alle abitazioni della frazione Benetutti denominata Terme Aurora (altezza metri 254, distanza 6.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

Lo stabilimento termale Terme Aurora

Benetutti: ingresso delle terme AuroraPassata la frazione, percorsi altri seicento metri troviamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del principale stabilimento termale di Benetutti, ossia le Terme Aurora. Si tratta di uno stabilimento termale caratterizzate da oltre 40 anni di esperienza a servizio del benessere e del relax, grazie alle cure termali con acqua solfurea salsobromoiodica, idromassaggi subacqueo, fanghi, massaggi ed altro.

Verso le terme di San Saturno

Proseguendo per altri quattrocento metri, troviamo l’ingresso del secondo stabilimento termale, ossia delle terme di San Saturno, con la omonima chesa campestre, che si trovano, però, già in territorio di Bultei, e che descriveremo quando illustreremo questo comune.

Resti archeologici nei dintorni di Benetutti

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Benetutti, sono stati portati alla luce i resti delle Domus de janas di Montrigu lolloe, e de su Anzu ’e Sos Beccos; delle necropoli di Sos Molimentos, di Sa Menta, di Sa Mandra ’e Giosso; del Dolmen di Maone; delle Tombe di giganti Contra de revorte, di Ogolo e di Urchi, Ena ’e Sedina, Iscorra Boe, Maone, Muristere, Puddighinu; dei Protonuraghi de luzzanas, Serra ’e Coddos; dei Nuraghi semplici Benetutti, Bodoi, Carvoneddu, Crastu ’e Cuccu, Ena ’e Sedina, Nodu liotto, Nortatile, Ogoro, Ortuine, Puddighinu II, revoste, S’Ena ’e Cannas, Sa Mandra Sa Giua, Sae Maria luisa, Salamanza, Salamodde, Zili; dei Nuraghi complessi di Ogolo o di Urchi, Pedrarva, Puddighinu, S’Aspru, Torodda; ed anche dei Nuraghi Mariane Testu, Sisine, di tipologia indefinita.

I resti del Dolmen e della Tomba di giganti di Maone

Partendo dal centro di Benetutti, subito prima di arrivare al Cimitero, troviamo un cartello che ci indica la località Maone e le Domus de janas di Montrigu lolloe e Molimentos. Seguendo le indicazioni, una strada sulla sinistra ci porta in località Maone, a sud del paese. Qui dove troviamo il Dolmen di Maone che consente di far risalire la presenza umana nel territorio Comunale alla Cultura di San Michele di Ozieri, che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo. La tomba versa, purtroppo, in condizioni di grave degrado, anche a causa delle frequenti incursioni di visitatori clandestini. È difficile da visitare perché situato in un terreno privato. Si tratta di un esempio di ibrido tra due diversi sistemi di sepoltura, quello ipogeico e quello megalitico, è infatti costituito da una grotta scavata nella roccia naturale, sul modello delle Domus de janas, che è completata da muratura a secco sui fianchi e coperta con un unico lastrone. La sostituzione dei lastroni di fiancata con il muretto a secco indica che si tratta di una sepoltura che è stata realizzata in periodo successivo a quello nel quale sono stati realizzati i veri Dolmen megalitici.

Nelle vicinanze, a circa duecentocinquanta metri di distanza, dietro un ovile, situata tra due olivastri si trovano i resti della Tomba di giganti Maone purtroppo quasi totalmente distrutta. Comunque si vede ancora una piccola parte dell’esedra ed il basamento del vano rettangolare.

La Domus de janas di Montrigu lolloe

Davanti al Cimitero di Benetutti, troviamo alcuni cartelli turistici che indicano le Domus de janas. Seguendo le indicazioni, lungo la strada che inizia costeggiando il Cimitero percorriamo meno di un chilometro, sino a trovare sulla destra una villetta. All’interno del giardino di questa villetta troviamo la Domus de janas di Montrigu lolloe ricavata da un enorme masso di forma ovoidale, che ha la particolarità di avere alla sommità una fossetta da cui partono in direzioni diverse due canalette.

I resti della necropoli di Sos Molimentos

Continuando sulla stessa strada per circa trecento metri, fino alla fine del tratto asfaltato, sulla sinistra vediamo un terreno chiuso da una cancello verde, dentro il quale troviamo una grande stalla bianca. All’interno di questo terreno privato si trova la Necropoli di Sos Molimentos costituita da diverse Domus de janas scavate in una roccia monolitica nelle vicinanze di un ruscello d’acqua. Una delle tombe ha la cella quadrangolare con il soffitto scolpito a doppio spiovente, a rappresentre il tetto di una capanne abitativa. In un’altra tomba sono presenti, al centro della cella, due colonne di roccia, che sono state risparmiate dallo scavo della tomba.

I resti del Nuraghe semplice Carvoneddu

Il Nuraghe Carvoneddu si trova lungo la strada che da Benetutti porta alle terme Aurora. Per raggiungerla, usciti da Benetutti con la SP22, percorsi circa tre chilometri, arriviamo a un bivio, dove la SP22 prosegue verso sinistra, mentre noi prendiamo a destra la strada, e, dopo circa un chilometro, si scorge sulla sinistra della strada il Nuraghe Carvoneddu. È un Nuraghe monotorre, con camera con volta a tholos e con un enorme architrave monolitico sull’ingresso.

I resti dei due Nuraghi Puddighinu

Lungo la strada che da Benetutti porta alle terme, all’altezza della frazione Terme Aurora, svoltiamo a sinistra su una strada sterrata verso la località Puddighinu. Dopo aver attraversato il rio Minore e il rio Mannu, troviamo i Nuraghi Puddighinu Basso e Puddighinu Alto, difficili da raggiungere. Il Nuraghe Puddighinu II chiamato anche Puddighinu Basso, è monotorre, circondato da un antemurale. Il principale Nuraghe Puddighinu chiamato anche Puddighinu Alto, è invece, di tipo complesso, con una torre principale e due o quattro torri laterali aggiunte collegate da corridoi, e con un cortile interno.

I resti della necropoli Sa Menta di luzzanas con i graffiti che rappresentano il labirinto

Percorsi circa due chilometri e mezzo dal bivio sulla SP22 dove avevamo preso la strada per le terme, svoltiamo sulla destra in una sterrata che si muove in direzione nord ovest. Dopo circa 500 metri oltrepassiamo un cancello, dopo altri 300 metri un secondo cancella, in corrispondenza del quale si deve fermare il veicolo e si prosegue a piedi per circa 10 minuti, sino a raggiungere la riva del fiume Tirso. Nell’affioramento roccioso, dove il fiume si incurva, si può scorgere l’ingresso a pozzetto della Necropoli Sa Menta. Le tombe rupestri Sa Menta di luzzanas si trovano vicino al fiume, e vi si può entrare solo dall’alto, da un ingresso a pozzo. Dopo essere discesi, ci troviamo in un vano dove sono presenti due portelli, che conducono a due tombe, una delle quali è formata da un’anticella più tre cellette di cui solo due sono accessibili. La tomba numero 1 ha un impianto pluricellulare, dato che dall’anticella si può accedere alle altre due cellette attraverso due aperture quadrangolari, mentre una terza celletta è inaccessibile perché interrata. La tomba risale al 2500 avanti Cristo circa, ed entrando in essa, sulla parete di sinistra, si segnala l’incisione graffiti che rappresentano un labirinto, con spirali. Gli archeologi sono convinti che il labirinto non sia preistorico, ma che sia stato fatto in un periodo più recente, e negli anni si sono espressi in maniera diversa sulla sua età. Alcuni lo collocano in età romana, altri nel settimo secolo a. C., ed altri ancora durante il periodo medioevale. Si conoscono incisioni simili in qualche chiesa, ad esempio, ma quelle di luzzanas sono le uniche all’interno di una Domus de janas in tutta la Sardegna. Il suo significato probabilmente è legato al passaggio dalla vita alla morte, alla rigenerazione nell’aldilà, e rappresenta, forse, un itinerario tutt'altro che semplice per l’anima del defunto che, per raggiungere l’oltretomba, doveva fare un lungo cammino tra pericoli e insidie. La tomba numero 2 è della stessa tipologia della numero 1, con ingresso a pozzetto, ma gli accessi alle due domus contrapposte risultano interrati e di difficile accesso.

Benetutti-la tomba rupestre di luzzanas Benetutti-la tomba rupestre di luzzanas Benetutti-la tomba rupestre di luzzanas-labirinto

Il Protonuraghe di luzzanas

Più ad oriente, dopo qualche centinaio di metri, sopra una collinetta alta 280 metri, si trova il Protonuraghe di luzzanas. È un Protonuraghe del tipo a corridoio ancora in buone condizioni. Visto in pianta ha una forma ovale, mentre all’interno è attraversato da un corridoio rettilineo con copertura a piattabanda. Il Nuraghe è circondato da un grosso muraglione al cui interno ci sono le tracce di un villaggio nuragico.

La Domus de janas de su Anzu ’e Sos Beccos

Circa 850 metri più avanti sulla strada verso le terme, subito dopo aver superato le terme Aurora, imbocchiamo, sulla sinistra, una strada non asfaltata, la seguiamo dritto per circa cinquecento metri, e si trova la Domus de janas de su Anzu ’e Sos Beccos che si può raggiungere solo passando per la campagna, ma è molto difficile da individuare. Ha un portello di forma esagonale dal quale si accede all’antecella, che presenta il soffitto scolpito a doppio spiovente a rappresentare il tetto delle case, dalla quale si accede a cinque celle.

I resti del Nuraghe complesso S’Aspru

Per raggiungere il Nuraghe S’Aspru, da Benetutti si esce verso sud ovest sulla SP22 e, dopo circa un chilometro e mezzo, troviamo una deviazione sulla sinistra che attraversa gli oliveti e porta, dopo poco più di un chilometro, ad una casa colonica vicino alla riva sinistra del fiume Tirso. Qui troviamo il Nuraghe S’Aspru uno dei più grandi del Goceano, che, nel punto di maggiore altezza, sfiora gli undici metri e mezzo, ma purtroppo oggi è in cattivo stato di conservazione. È un Nuraghe complesso, che era quadrilobato, con un mastio centrale al quale in seguito sono state aggiunte altre tre torri secondarie, circondate da un bastione. Nel mastio troviamo una camera con copertura a tholos, ma purtroppo la copertura del pianterreno, intatta sino a venticinque anni fa, è crollata di recente a causa dei continui scavi clandestini. Un corridoio porta alla scala, con la quale si sale al piano superiore, dove troviamo una seconda camera anch’essa con copertura a tholos. Come la torre principale, anche la tholos della torre sud è crollata. Questo Nuraghe è stato descritto da Mackenzie nel 1910.

I resti della necropoli di Sa Mandra ’e Giosso

Nelle vicinanze del Nuraghe,su un’altra altura, si possono visitare, vicine tra loro, le due Domus de janas che costituiscono la Necropoli di Sa Mandra ’e Giosso situate nella località omonima. La prima tomba è pluricellulare ed è la sola in Sardegna a due piani. È costituita da un’anticella semicircolare, con un portello scolpito nello stipite destro, dal quale si entra in una cella trapezoidale, la quale porta ad un’altra cella rettangolare con un pilastro centrale. Sopra questo pilastro si apre l’ingresso per un livello seperiore, nel quale ci sono due piccoli vani. La seconda tomba è anch’essa pluricellulare, formata da un corridoio, da una cella ovale nella quale e si può vedere un’incisione ad angolo retto e tracce di colore rosso, da una camera rettangolare e da un’altra cella.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Goceano e ci recheremo a visitare Nule dove è stato ritrovato il più strano e misterioso bronzetto conosciuto, che rappresenta un mostro antropomorfo, metà toro e metà uomo, quasi un centauro in versione preistorica.


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