Burgos dove vediamo il Castello del Goceano, la foresta Burgos ed i siti archeologici nei suoi dintorni
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a Burgos dove vedremo il Castello di Burgos, detto anche Castello del Goceano, e la foresta di Burgos, oltre ai suoi siti archeologici. La regione storica del GoceanoIl Goceano (nome in lingua sarda Sa Costèra) è la regione della Sardegna centro settentrionale che comprende il tratto del bacino superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che porta il nome della regione stessa. Secondo lo storico Giovanni Francesco Fara, il Goceano, in latino Gothiani, dovrebbe il suo nome ai Goti che vi si stabilirono, mentre secondo altri il termine Goceano, o Guttiánu, Deriverebbe da Gúttiu, ossia goccia, ad indicare l’abbondanza di sorgenti d’acqua. I comuni che fanno parte del Goceano sono Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule. Le principali risorse del suo territorio sono la cerealicoltura, praticata nel fondovalle, la pastorizia e lo sfruttamento forestale. In viaggio verso BurgosDalla piazza Dante, dove si trova il Municipio di Esporlatu, procediamo in via Brigata Sassari, dalla quale svoltiamo a destra sulla SS111, che seguiamo verso est per meno di un chilometro, poi, nel punto in cui si diparte sulla destra la SP78 in direzione di Bottidda, procediamo in direzione nord sulla SS101 che ci porta al centro dell’abitato di Burgos. La distanza tra il Municipio di Esporlatu e quello di Burgos è di solo 2 chilometri. Il comune chiamato Burgos con il Castello del GoceanoA meno di due chilometri da esporlatu raggiungiamo Burgos (nome in lingua sarda Su Burgu, altezza metri 575 sul livello del mare, abitanti 855 al 31 dicembre 2021), un piccolo centro di origine spagnola situato nella regione storica del Goceano. Il paese è posto ad ovest ai piedi dell’alto cono sul quale possiamo vedere i resti del Castello di Burgos, dal quale è possibile ammirare uno splendido panorama sulla valle del fiume Tirso. Il comune è ricco sia di attrattive storiche che naturalistiche, come i resti di antiche foreste montane. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 207 a un massimo di 1.027 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome del paese, Su Burgu nella dizione locale, deriva dalla posizione che ha rispetto al Castello, infatti, secondo le antiche carte sarde, tutti i villaggi situati ai piedi degli antichi castelli prendevano questo nome. La sua economiaL’economia di Burgos è basata sull’agricoltura, soprattutto produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi e frutta. È praticata anche la zootecnia, caratterizzata dall’allevamento di bovini, suini, ovini, ed equini. Nei dintorni sono presenti le vaste foreste di Badde Salighes e di Burgos, in quest’ ultima è localizzato un centro della forestale e dell’Istituto di incremento ippico della Sardegna. Brevi cenni storiciIl territorio nei dintorni di Burgos è stato abitato sin dall’era preistorica, come dimostrano i Nuraghi presenti, siti in vari punti del territorio, soprattutto quello di Costa e quello di S’Unghiedda. Ma durante il periodo medievale, quando viene inserito nella curatoria del Goceano, è del tutto spopolato. Negli anni fra il 1127 ed il 1129, il reggente Ittocorre Gambella fa edificare, a nome del giudice Gonnario II di Torres, sulla roccaforte del Goceano, l’omonimo Castello, con la Cappella Palatina. Il Castello viene dapprima conteso fra i diversi giudici, del Logudoro e degli altri Giudicati limitrofi. Nell’anno 1193 vi si insedia il giudice di Cagliari Guglielmo di Massa e, successivamente, vi tornano i giudici di Logudoro, poi i Doria ed in seguito i giudici d’Arborea. Nel Castello si ritira e muore nel 1259 Adelasia di Torres, già moglie di Enzo di Hohenstaufen, figlio naturale di Federico II. Passato sotto il controllo dei giudici di Arborea, Mariano II d’Arborea, vi porta un gruppo di venticinque famiglie di coloni affinche vi coltivino i suoi possedimenti, e nasce il nuovo borgo, denominato su Burgu, che oggi è Burgos. Divenuta possedimento dei Marchesi di Oristano nel 1410, è testimone della sconfitta di Leonardo de Alagon, con il passaggio sotto il dominio degli Aragonesi. Con il passaggio della Sardegna ai Savoia, nel 1836 vengono aboliti i feudi e lo Stato entra in possesso del vastissimo patrimonio terriero feudale. Burgos diviene comune autonomo. Le principali principali feste e sagre che si svolgono ad BurgosA Burgos sono attivi, tra gli altri, il Gruppo Folk Burgos ed il Gruppo Folk Foresta Burgos, ed il gruppo di canto dei Tenores di Burgos e dei Tenore Foresta Burgos. Nelle manifestazioni alle quali partecipano, nel paese o altrove, si possono ammirare i bei costumi tradizionali sardi Burgos. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Burgos, vanno citati il 17 gennaio la Festa patronale dedicata a Sant’Antonio Abate; il 6 agosto la Festa di San Salvatore nell’omonima piccola chiesa situata nella foresta Burgos; alla fine dell’ultima settimana di novembre la Festa di San Leonardo Eremita; a metà dicembre la manifestazione Prendas De Adelasia nella quale è possibile immergersi in un percorso autentico fatto di tradizioni millenarie. La Festa di San Leonardo EremitaA Burgos alla fine dell’ultima settimana di novembre si tiene la Festa di San Leonardo Eremita. Sono previsti riti religiosi, che prevedono, dopo l’ultima messa, la processione per le vie di Burgos, accompagnata dai cavalieri locali e dai gruppi folk. Ed in seguito manifestazioni civili, tra le quali i gruppi folk che salgono sul palco in serata insieme con i tenores. Visita del centro di BurgosL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si trova in una posizione di forte pendio, ai piedi un’erta roccia, alle pendici del monte sopra il quale è arroccato l’imponente Castello del Goceano, e conserva l’originaria struttura del borgo medievale, intorno a cui sono sorte nuove case. Entriamo all’interno dell’abitato con la SS101 che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Umberto, e prosegue, poi, sulla via Pio nono. La chiesa parrocchiale intitolata a Sant’Antonio AbateCompiuta un’ampia curva verso destra, prima di una curva a sinistra si muove, sulla destra, la via Camillo Benso conte di Cavour, dove, al civico numero 10, si trova la chiesa intitolata a Sant’Antonio Abate che è la chiesa parrocchiale del paese, edicata al Santo patrono. Si tratta di un edificio ottocentesco, accanto al quale sorge la maestosa, recente torre campanaria. Si ritiene che questa torre fosse presente anche nel passato, quasi fosse una risposta del borgo alla Torre dei Signori del Castello. A Burgos, ogni anno, il 17 del mese di gennaio si svolge la Festa patronale dedicata a Sant’Antonio Abate, con riti religiosi, seguiti da manifestazioni civili. Il Municipio di BurgosProseguendo lungo la via Pio nono, questa prosegue sulla via Guglielmo Marconi, nella quale, al civico numero 1, di trova l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Burgos. Campo da Calcio di BurgosTornati indietro, verso la via Camillo Benso conte di Cavour, svoltiamo a sinistra in via Enrico Costa, che seguiamo verso nord est per quasi settecento metri, e troviamo sulla sinistra della strada il Campo da Calcio di Burgos. Visita dei dintorni di BurgosVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Burgos si trova il Castello del Goceano, la famosa foresta omonima ed alcuni importanti siti archeologici. Sono stati, infatti, portati alla luce i resti della necropoli di S’Unighedda; delle Tombe di giganti Funtana ’e regas e S’Unighedda; dei Nuraghi semplici Costa II, Figuniedda, di Monte Azones, Sa Maddalena, su Fraile; dei Nuraghi complessi Chentinu, S’Unighedda, Sa Costa; ed anche dei Nuraghi Edra, Longu, Pala ’e Rughes, Presone II, S’Ebbaia, S’Ispadula, Sa Toa, su Fraile II, tutti di tipologia indefinita. Il Cimitero di Burgos ed EsporlatuPresa la SS101 da Esporlatu in direzioni di Burgos, dopo aver percorso circa duecento metri, troviamo sulla destra della strada l’ingresso del Cimitero di Burgos ed Esporlatu. Il Castello del GoceanoDal centro di Burgos prendiamo verso est la via Camillo Benso conte di Cavour, procediamo sulla via Adelasia, prendiamo a destra la via XX Settembre, che esce dal paese e si inerpica sul fianco della rocca, in cima alla quale sorge il Castello di Burgos chiamato anche Castello del Goceano. realizzato tra il 1127 e il 1129 dal reggente Ittocorre Gambella in nome del giudice Gonnario II di Torres, in una posizione dalla quale si domina l’intera valle del fiume Tirso, e da allora al centro delle diverse lotte tra i Giudicati. Nel 1194 viene assediato e conquistato dal giudice di Cagliari Mariano di Massa, che vi imprigiona Prunisinda, moglie di Costantino II di Torres, la quale vi subisce anche violenza. In seguito nel 1259 vi si ritira e vi muore Adelasia di Torres. Il paesino nasce nel 1353, quando il giudice Mariano IV d’Arborea vi insedia una trentina di coloni con le loro famiglie perché coltivino le terre annesse al Castello. In seguito nel Castello si sarebbero insediati i Doria, quindi i giudici d’Arborea ed infine gli Aragonesi. Nel Castello, infine, si rifugia, con i suoi uomini, Araldo, figlio di Leonardo de Alagon, ultimo discendente degli Arborensi, poco prima che, con la battaglia di Macomer dove lo stesso Artaldo troverà la morte, nel 1478, venga abbattuta per sempre la resistenza dei Sardi alla conquista aragonese. Segue il passaggio del Castello al capitano del re aragonese, il sassarese Angelo Marongiu. Del Castello, ad oggi è rimasta intatta una triplice cinta di mura, costruite con blocchi di granito e mattoni e rivestite di mattoni resi aderenti con la malta. A centro della vasta corte s ’eleva, quadrato e massiccio, il grande torrione cilindrico, che, al contrario delle mura, è costruita di soli mattoni, ma, all’sterno, è interamente rivestito da lastre di granito ben lavorate. Vi è pure, ancora in ottimo stato, una grande cisterna, costruita per raccogliere le acque che dovevano servire e per gli usi casalinghi e per le bestie. La frazione Foresta Burgos con la sua bella forestaDel comune di Burgos fa parte anche la frazione Borgos denominata Foresta Burgos (altezza metri 711, distanza 12 chilometri, non è noto il numero di abitanti). Per raggiungerla, usciamo dall’abitato da nord con la SS101, che si muove verso ovest e, dopo poco meno di nove chilometri, troviamo uno svincolo nel quale svoltiamo a sinistra, seguendo il cartello che ci porta in direzione di Bonorva. Prendiamo la SP43 che, in circa due chilometri, ci porta alle prime abitazioni della frazione. La strada attraversa tutta la Foresta di Burgos, una delle più verdi e intatte oasi naturalistiche della Sardegna. La sua vegetazione è costituita da specie endemiche come lecci pluricentenari, roverelle e tassi, ma sono presenti anche forme estranee alla vegetazione locale come tuie e cipressi dell’Arizona. I resti del nuraghe complesso Sa Costa detto anche Sa reggiaAppena entrati nell’abitato di Foresta Burgos, nei pressi del bar, si trova il cartello che indica il nuraghe Sa Costa. Seguendo le indicazioni, prendiamo la deviazione sulla destra che ci porta alle scuderie Costa, dove si lascia l’auto per proseguire a piedi. Arrivati ad una biforcazione, prendiamo il sentiero sulla destra e si supera un cancelletto oltre il quale si vede, immerso nella vegetazione, il complesso nuragico. Il Nuraghe Sa Costa viene chiamato anche la Sa reggia, ossia la reggia nurgica, ed è un grande nuraghe complesso, costituito da un mastio e bastioni con quattro o, secondo l’archeologo Alberto Moravetti, cinque torri aggiunte, che racchiudono un cortile. Il nuraghe è costruito in basalto a 758 metri di altezza. Dal cortile, a pianta semicircolare, che ha un raggio di sei metri e al cui interno troviamo l’ingresso principale al mastio, si accedeva anche alle altre torri, che purtroppo attualmente non sono in buone condizioni. Il mastio centrale, per edificare il quale si sono utilizzate anche le emergenze di roccia naturale, ha un corridoio lungo quattro metri, dal quale si accede alla camera centrale, del diametro superiore ai quattordici metri, ingombra da materiale di crollo. La scala sulla sinistra del corridoio portava al piano superiore. Il grande muro, largo più di un metro e mezzo, si è conservato per circa settanta metri, con un’altezza di tre metri, ed è dotato di un cammino di ronda. Il complesso nuragico è circondato da un ciclopico antemurale eretto a protezione del villaggio nuragico presente accanto al nuraghe. I resti del villaggio di capanne sono stati, però, quasi del tutto inghiottiti dal fitto bosco. La chiesa di San Salvatore e l’Istituto di Incremento Ippico sardoLa frazione di Foresta Burgos era nata nel diciannovesimo secolo come azienda agricola, ed era costituita da un agglomerato di case destinate a ospitare gli operatori, abitata nella prima metà di questo secolo per lo più dai militari che dal 1906 al 1954 si occuparono del Centro di Allevamento Governativo. Per raggiungere questo centro, proseguiamo per circa seicento metri sulla SP43, poi svoltiamo a sinistra per prendere la deviazione della SP43 che torna indietro a senso unico e, dopo duecento metri, seguendo le indicazioni passiamo un cancello e, in un centinaio di metri, ci arriviamo. All’interno di questo complesso è presente la piccola chiesa di San Salvatore, un piccolo gioiello architettonico in stile neo gotico, costruito all’inizio del novecento dai militari dell’arma dei Carabinieri, ma attualmente quasi inutilizzata. La piccola chiesa viene aperta solo in rare occasioni, e per la Festa di San Salvatore del 6 agosto. Gli edifici dell’ex azienda agricola e gli ampi spazi circostanti, ospitano oggi l’Istituto di Incremento Ippico sardo che cura l’allevamento del cavallo anglo arabosardo ed anche gruppi di cavallini della giara ed alcuni asinelli albini dell’Asinara. Lungo la strada abbiamo incontrato il simpatico passaggio di una famiglia di maiali. I resti del nuraghe semplice su FraileDalla chiesa di San Salvatore, prendiamo un sentiero che si dirige verso sud ovest e che, in circa quattrocento metri, ci porta a vedere i resti del Nuraghe su Fraile. Si tratta di un nuraghe semplice, monotorre, costruito con blocchi di basalto a 739 metri di altezza. Il nuraghe ha l’ingresso rivolto verso sud, e all’interno della torre ospita la camera marginata da due nicchie. Subito all’ingresso, era presenta una scala sulla sinistra, che conduceva a un eventuale piano superiore, del quale non rimangono però più tracce. A circa trecento metri di distanta in direzione nord ovest, al di là della SP43, ossia dopo essere passati l’altro lato della strada, si trovano i resti del Nuraghe su Fraile II, che è però di tipologia indefinita, ed è stato edificato in materiale indeterminato a 734 metri di altezza,del quale non sono disponibili foto. I resti della Tomba di giganti e del nuraghe complesso di S’UnghieddaDall’abitato di Foresta Burgos prendiamo, seguendo le indicazioni, una strada sterrata che fiancheggia il canale de Is Teula. Poco dopo si supera un cancello, e si prende un sentiero selciato che entra nel bosco. Dopo quasi un chilometro, prima di raggiungere il nuraghe, a quattrocento metri di distanza da esso verso sud, si trova la Tomba di giganti di S’Unighedda costruita in basalto a 757 metri di altezza. A quattrocento metri di distanza in direzione nord est si raggiunge il Nuraghe di S’Unighedda, che si trova al confine fra il territorio Comunale di Burgos e quello di Bottidda. Si tratta di un nuraghe di tipo complesso, con una torre principale e tre torri aggiunte, ossia un nuraghe del tipo trilobato, costruito in basalto a 733 metri di altezza. La camera centrale è marginata da tre nicchie e non presenta una copertura a tholos tradizionale, ma una copertura realizzata con soppalchi in legno. Purtroppo oggi rimangono visibili solo la torre centrale, i resti di una torre secondaria e un breve tratto dell’antemurale. I resti della necropoli di S’UnghieddaProseguendo lungo il sentiero, percorsi quasi cinquecento metri verso nord, si arriva a trovare il costone trachitico nel quale è stata scavata la Necropoli di S’Unighedda, anch’essa al confine fra il territorio Comunale di Burgos e quello di Bottidda. La necropoli è costituita da quattro domus de janas, che presentano interessanti decorazioni. Nella prima, a pianta quadrata, si trova ancora il banco, dotato di guanciale per appoggiare la testa del defunto. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo ad Illorai nei cui dintorni si trova la chiesa campestre dedicata alla Madonna della Neve, ed i siti archeologici tra i quali quello nel quale è stato rinvenuto un vitello in bronzo riferito al culto di Osiride. |