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La città di Ittiri con le sue importanti aree archeologiche dove è stato rinvenuto il bronzetto dell'aulete di Ittiri


In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo nella Città di Ittiri a visitare l'abitato con i suoi dintorni e le sue importanti zone archeologiche.

La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro Turritano

Il SassareseIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un'area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d'origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L'antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi.

In viaggio verso Ittiri

Da Uri prendiamo la SP41, dopo poco più di tre chilometri, questa strada si immette sulla SP15M, che seguiamo verso sud est. Superiamo i resti dell'Abbazia di Nostra Signora di Paulis, che si trova ancora in territorio di Uri anche se, per alcuni, apparterebbe al territorio di Ittiri. Seguita la SP15M per sette chilometri, raggiungiamo l'abitato di Ittiri.

La città di Ittiri

Ittiri-Veduta dell'abitatoIttiri-Stemma del comuneLa Città di Ittiri (pronuncia Ìttiri, nome in lingua sarda Itiri Cannedu, altezza metri 400 sul livello del mare, abitanti 8.069 al 31 dicembre 2021) è un grosso centro agricolo situato ad ovest dell’altopiano Logudoro, e posto sul versante meridionale del monte San Giovanni, alto 457 metri. L'abitato è situato nell'entroterra della costa algherese, ed è raggiungibile con la SS131bis di Carlo Felice. Il suo territorio comunale, ricco di corsi d'acqua e sorgenti, e comprensivo del bacino artificiale del lago del Cuga, che è diviso con il comune di Uri, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate.

Questa città fa parte dell'Associazione nazionale delle Città dell'Olio

Questo paese fa parte dell'Associazione delle Città dell'OlioQuesto paese fa parte dell'Associazione nazionale Città dell'Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell'olivo e dell'olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l'ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell'olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le Città dell'Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia.

Origine del nome

La sua denominazione, attestata in documenti medievali, appare come Ithir, Ithiri, Issir, Isser. Non se ne conosce l'origine, ma dato che il paese viene chiamato anche Ittiri Cannedu, si può ritenere che Ittiri sia stato originato dalla migrazione degli abitanti dell'antico villaggio di Cannedu, così chiamato per l’abbondanza di canneti nelle vicinanze, verso la zona in cui sorge attualmente il paese. Si può, quindi, ritenere che il nome Ittiri provenga da Iter in cannetum, e che derivi dal latino Iter, ossia strada, ad indicare la strada che collegava il Meilogu con il Logudoro ed il Goceano. Secondo altri studiosi, l nome potrebbe, invece, derivare dal fenicio Hatar, ad indicare abbondanza e fertilità.

La sue economia

Ittiri basa la sua economia sull'agricoltura e sulla zootecnia. Si tratta di una antica città del Logudoro, nota per le attività economiche legate alla lavorazione del ferro e della trachite, di cui molte case ittiresi sono adornate, all'artigianato tessile, alla produzione di tappeti ed al ricamo. Il settore primario è specializzato nella coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, soprattutto carciofi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta, ed anche nell'allevamento dei bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L'industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, lattiero caseario, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, dei laterizi ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell'insieme dei servizi. Molto fiorente è, ad Ittiri, la produzione agroalimentare, soprattutto di carciofi della varietà spinoso sardo, di dolci, miele, salumi, formaggi, e di olio. Il comune di Ittiri fa parte, infatti, delle Città dell'Olio. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ed anche di soggiorno. L’estrema vicinanza al Logudoro, le bellezze naturali del suo territorio, e le numerose testimonianze del suo passato, la rendono meta di un significativo afflusso di turisti.

Brevi cenni storici

L'origine preistorica del territorio è attestata dai numerosi nuraghi presenti, dalle numerose domus de janas, che in questa zona prendono il nome di Coroneddos, mentre è scomparsa ogni traccia dei dolmen. Successivamente vengono realizzati alcuni insediamenti riferibili al periodo della Roma repubblicana e imperiale, e vi viene costruita una strada ausiliaria. I primissimi abitanti di cui si conoscono notizie storiche sono i cosiddetti Coracensi. In età giudicale fu capoluogo della curatoria. Nel periodo medioevale, in seguito alla costituzione dei quattro regni indipendenti, Ittiri fa parte del Giudicato di Torres, nella curatoria di Coros, ed i monaci cistercensi vi costruiscono diverse chiese e monasteri. Con la caduta del Giudicato di Torres, Ittiri si posiziona al centro delle continue lotte tra i Doria, gli Arborea e gli Aragonesi. Questi ultimi, riuscendo ad avere la meglio sugli avversari, la uniscono alla vicina Uri e formano un'unica baronia, trasformata, in seguito, in Conte dai Savoia.

Nel 2000 Ittiri viene elevata al rango di città

Dopo la costituzione della Repubblica Italiana, Ittiri nel 2000 viene elevata da Carlo Azeglio Ciampi al rango di Città con Decreto del Presidente della Repubblica del 24 aprile 2000.

Le principali personaggi nati a Ittiri

Nativo di Ittiri è il senatore Giuseppe Pisanu detto Beppe nato nel 1937, deputato della Democrazia Cristiana e ministro dell'interno della Repubblica Italiana al 2002 al 2006, successivamente senatore di Forza Italia e presidente della commissione antimafia dal 2008.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Ittiri

Ittiri-Sfilata dell'Associazione Culturale e Folclorica 'Ittiri Cannedu' di IttiriA Ittiri è attiva l'Associazione Culturale e Folkloristica Ittiri Cannedu, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare il bel costume tradizionale di Ittiri. Tra le principali feste e sagre che si tengono a Ittiri vanno citate a fine marzo o ai primi di aprile la manifestazione Prendas de Ittiri; il 29 giugno, la Festa di San Pietro in Vincoli, che è il Santo patrono di Ittiri; il 16 del mese di luglio la Festa di Nostra Signora del Carmelo; la terza settimana di luglio si svolge la Ittiri Folk-Festa; a metà di agosto la manifestazione denominata Ittiritmi, che è il Festival Internazionale di Musica Etnica e World Music; la prima domenica di settembre la Festa di Nostra Signora di Coros accoglie numerosi pellegrini nella chiesa omonima; il 4 ottobre, la Festa di San Francesco; il 22 settembre si svolge la Festa di San Maurizio, nella chiesa campestre omonima.

La manifestazione Prendas de Ittiri

Tra le numerose manifestazioni che si svolgono ogni anno a Ittiri, va citata a fine marzo o ai primi di aprile la manifestazione Prendas de Ittiri, ossia gioielli di Ittiri, una fiera dei prodotti agroalimentari e dell'artigianato ittirese.

Ittiri Folk-Festa

Solitamente la terza settimana di luglio si svolge la Ittiri Folk-Festa, Rassegna internazionale di canti musiche e danze popolari, con una sfilata nelle vie della città, mostra dell’antiquariato, esposizione e degustazione prodotti tipici locali.

Festival Internazionale di Musica Etnica e World Music denominato Ittiritmi

A metà di agosto, a Ittiri si svolge la manifestazione denominata Ittiritmi, che è il Festival Internazionale di Musica Etnica e World Music, nella quale ogni anno si esibiscono artisti di tutto il mondo. Da qualche anno, oltre alla musica, sono ospitate altre forme artistiche come Teatro, letteratura e fotografia.

Visita del centro della città di Ittiri

Il suo andamento altimetrico è tipico collinare. L'abitato, interessato da forte espansione edilizia, è caratterizzato da antiche abitazioni con belle facciate in trachite, opera di abili scalpellini. Molte vie del centro sono ancora in lastricato, ed in particolare la parte alta della via Cavour è ancora in acciottolato. Entriamo in Ittiri da ovest con la SP15M che, all'interno del centro abitato, assume il nome di corso Vittorio Emanuele.

La chiesa parrocchiale di San Francesco

Seguendo il corso Vittorio Emanuele da ovest verso est, prendiamo sulla sinistra la via Sassari nella quale, al civico numero 64, troviamo il convento, con la Chiesa di San Francesco che è una delle chiese parrocchiali di Ittiri. La chiesa risale al 1610, ma il convento, sede dei Frati Minori, è stato costruito solo in seguito. Nel 1699 è stato costruito il campanile, con la condizione che il convento, che era dedicato a San Francesco, sarebbe stato dedicato all'Immacolata Concezione. Nel 1707 è stato, però, ridedicato al Santo. Nel 1855 il convento è stato soppresso, e trasformato in caserma per Carabinieri, mentre una parte è divenuta Pretura Mandamentale, ed ai Frati è rimasta solo la chiesa. Nel 1901 sono iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo convento, inaugurato nel 1908.

Ittiri: convento di San Francesco Ittiri: convento di San Francesco: facciata della chiesa Ittiri: convento di San Francesco-Interno della chiesa

Nel 1957 la chiesa assume il ruolo di chiesa parrocchiale, e, nel 1978, viene ristrutturata in una forma, però, diversa da quella originaria. La Festa di San Francesco si svolge ogni anno a Ittiri il giorno 4 del mese di ottobre.

La Scuola Elementare Giovanni Bosco

Ittiri-la Scuola Elementare Giovanni BoscoPassata la chiesa i San Francesco, ritorniamo sul corso Vittorio Emanuele e proseguiamo fino ad incontrare, sulla sinistra della strada, passato l'ex cinema Odeon che ormai è ridotto quasi a un rudere, al civico numero 169, il bel palazzo che ospita la Scuola Elementare Giovanni Bosco. Si tratta di un grande edificio storico ottocentesco che si sviluppa su due piani molto alti. Sul retro, affacciato sulla parallela via Manin, si trova l'ampia palestra, molto più moderna, della Scuola Elementare.

Il Municipio di Ittiri

Prosegunedo lungo il corso Vittorio Emanuele, troviamo sulla sinistra la via San Francesco, che ci porterebbe anch'essa alla chiesa omonima. All'angolo tra le due strade, al civico numero 1 di via San Francesco, di trova l'edificio che ospita il Municipio di Ittiri.

La chiesa di Nostra Signora di Monserrat

Proseguiamo lungo il corso, poi svoltiamo a sinistra in via Pasquale Tola, che seguiamo verso nord est fino ad incontrare la via Monserrato, nella quale, proprio di fronte, si trova la facciata della Chiesa di Nostra Signora di Monserrat. La ciesa ha un'unica navata, divisa in tre campate con volta a crociera, rette da quattro grandi archi a sesto acuto. La chiesa, che ora si trova in stato di abbandono, tra il 1660 ed il 1670 è stato la chiesa ed oratorio nel quale si trovava la sede della Confraternita penitenziale.

Il Palazzo Baronale Sussarellu

Ittiri-Il Palazzo Baronale SussarelluRipresa indietro dalla via Monserrato la via Pasquale Tola, ritorniamo sul corso Vittorio Emanuele, e lo seguiamo verso destra, fino alla fine, dove la strada svolta a sinistra. Qui, prima che la strada riprenda a correre verso la destra, troviamo il bel Palazzo Baronale Sussarellu che oggi è di proprietà del comune ed ospita mostre ed esposizioni. Si tratta di uno dei diversi palazzi baronali in stile liberty, con bei balconi e con le facciate abbellite dalla trachite ittirese, che rendono molto caratteristico il bel centro storico di Ittiri.

La chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli

Ittiri-Chiesa parrocchiale di San Pietro in VincoliSeguendo il corso dopo che ha ripreso verso sud, troviamo sulla destra la via della parrocchia, sulla quale si affaccia la quattrocentesca Chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli costruita, probabilmentesu un preesistente tempio romano. Il documento più antico che testimonia la sua presenza risale al 1553. La chiesa è stata completamente ristrutturata, in stile gotico aragonese, nel 1775, e successivamente la facciata è stata ricostruita in stile neoclassico, in trachite rossa, tra il 1881 e il 1895. L'interno presenta una pianta a tre navate, la centrale con volta a botte lunettata, retta da archi a tutto sesto. Sui lati delle navate laterali si aprono nove cappelle. Sul fondo si trova la parte più antica della chiesa, con il coro che presenta una volta a crociera. In questa chiesa si svolge, il 29 giugno, la Festa di San Pietro in Vincoli, che è il Santo patrono di Ittiri.

Villa Margherita o villa Jole, detta anche Sa villa

Ittiri-Villa Margherita o villa Jole, detta anche Sa villaProseguendo lungo la via della parrocchia, prendiamo a sinistra la via Enrico Costa, proseguiamo su via Funtanedda, poi prendiamo la via decimoquindicesimo luglio. Qui, dopo il civico 26, in una rientranza si sviluppa il parco che circonda la Villa Margherita o Villa Jole detta anche Sa villa un antico edificio dalla bella architettura turrita. Proseguendo lungo la via decimoquindicesimo luglio, prendiamo a sinistra la parallela, che è la via Isabella Cossu, dove troviamo, alla destra della strada, il nuovo edificio che ospita la Casa di riposo Sa villa una struttura comunale pensata per assistere gli anziani del territorio.

La chiesa di Nostra Signora del Carmelo

Torniamo indietro lungo la via decimoquindicesimo luglio fino alla via Funtanedda e, prima dell'inizio di quest'ultima, prendiamo sulla destra la via Conciliazione. La seguiamo fino all'incrocio con via IV Novembre, che prendiamo verso sinistra e ci porta, di fronte all'arrivo da sinistra della via Guglielmo Marconi, alla Chiesa di Nostra Signora del Carmelo o chiesa del Carmine, la cui facciata si trova alla destra della strada. La chiesa è costituita da un'unica navata con volta a botte, retta da tre arcate a sesto, e chiusa da un abside quadrangolare. La facciata è divisa in due parti. Al centro di quella inferiore, divisa in cinque specchi, si apre il portale di ingresso. La parte superiore si distingue per quattro lesene che reggono una trabeazione. Nel timpano si trova lo stemma della famiglia Serra di Ittiri.

Ittiri-Chiesa di Nostra Signora del Carmelo Ittiri-Chiesa di Nostra Signora del Carmelo

La Festa della Nostra Signora del Carmelo si svolge a Ittiri ogni anno il 16 del mese di luglio, contraddistinta da cerimonie religiose e manifestazioni civili.

Il Cimitero di Ittiri

Proseguendo lungo la via IV Novembre dopo la chiesa, seguendo le indicazioni prendiamo la prima a destra, che ci porta al Cimitero Comunale di Ittiri. Si tratta di un ampio Cimitero, che comprende al suo interno lo storico Cimitero monumentale di Ittiri.

Il crossodromo di Ittiri

Ittiri: crossodromo di IttiriLa bella pista del Crossodromo di Ittiri si raggiunge prendendo la via IV Novembre nell'altra direzione, verso ovest, e seguendola fino a quando si incontra sulla sinistra, verso sud, la strada che conduce al reccordo verso la SS131 di Carlo Felice/bis.

La seguiamo, prendiamo lo svincolo che porta sulla statale verso sud, ed imbocchiamo una deviazione sulla destra che ci porta, appunto, alla pista del crossodromo, che ospita le corse organizzate dalla AISM, Associazione Ittirese Sport Motoristici.

Lo stadio Vittorio Caria

Dopo aver visitato il Cimitero di Ittiri, invece di proseguire verso est sulla via IV Novembre, prendiamo leggermente a destra sulla via Missingiagu e la seguiamo per circa cinquecento metri, quando questa strada sbocca sulla via Giovanni Boccaccio. La prendiamo verso destra, in direzione sud, e la seguiamo, dopo trecento metri questa ci porta nella regione Martineddi e sbocca su via Antonio Manca, che ci fa arrivare allo Stadio comunale Vittorio Caria una struttura nella quale, accanto al campo in erba naturale, è presente un fondo sintetico, e con una tribuna coperta in grado di ospitare 3000 persone.

Visita dei dintorni della città di Ittiri

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ittiri, sono stati portati alla luce i resti delle necropoli ipogeiche di Ochila, e di Sa Figu; della tomba a corridoio di Musellos; della tomba di giganti Vittore; del protonuraghe Sa Figu; dei nuraghi semplici Cherchizzu, Chizzonieddu, Frailarzu, monte Cumida, monte Cumida II, Occhila, Pianu Marras, Pittigheddu, punta Mariotti, Sa Pala 'e S'Ozzastru, Sa punta 'e Sa Nansa, Sa Ucca 'e su Giannittu, Santu Ainzu, Urei, Vittore; dei nuraghi complessi Brundette, Sos Bassizzos; ed anche dei nuraghi Abbarghente, Abbarghente alto, Baddecca, Camedda, Cannedu, Casillones, Cirolo, Coa Aspidda, Coa de Ambidda, Codinas, Codone, Crabione, Cuga, Culisandro, Cunedda, Cunedda II, Ena Ortu, Fenugeda, Frades Talas, Giundali, Irventi, luros, Maiore, monte Deu Pizzinnu, monte Dominigu, monte Torru, Pala 'e Chercu, Paulisi, Paulisi II, Piscialoru, Pittu Altu, Pittu Altu II, Planu Codinas, Porchis, Puddera, Runagheddu, Runara, Runatolos, Sa Coa 'e Sa Femina, Sa Gaipida, Sa Iddazza, Sa Signora, S'Elighe, Sos Iscancados, Sos Muros, su Multizzu, su renalzu, Tuvurunaghe, tutti di tipologia indefinita.

Il bronzetto che rappresenta l'aulete di Ittiri

Ittiri: bronzetto di suonatore di launeddas con un significativo fallo in erezioneIn una località sconosciuta nei pressi di Ittiri è stato rinvenuto all'inizio del novecento, e pubblicato per la prima volta nel 1907 da Antonio Taramelli, un bronzetto detto L'aulete di Ittiri, che rappresenta un personaggio maschile, un aulete, ossia un suonatore di un flauto a tre canne, e quindi simile alle launeddas. Il suonatore è caratterizzato da un significativo Fallo in erezione anche se molto evidenziati appaiono alcuni altri particolari anatomici come le mammelle, il che lo fa apparire probabilmente come un ermafrodita. La statuetta si può ammirare presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

L'Abbazia di Nostra Signora di Paulis

Dal centro di Ittiri prendiamo verso ovest la strada che porta alla SS131bis, e ci immettiamo sulla SP15m che si dirige verso nord ovest. La seguiamo per cinque chilometri e settecento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra la deviazione che ci porta all'Abbazia.

Uri-Resti dell'Abbazia di Nostra Signora di PaulisQui troviamo sulla destra una strada sterrata che ci porta in breve ai resti della Abbazia di Nostra Signora di Paulis che si trova nel comune di Ittiri ma appartiene alla comunità di Uri. Fatta realizzare nel 1205 in stile romanico dal giudice di Torres Comita II, è stata donata ai monaci Cistercensi che la hanno utilizzata sino al quindicesimo secolo. Crollata parzialmente alla fine del diciannovesimo secolo, dell'edificio a tre navate, lungo trentasei metri e largo quattordici, rimangono solo parte della navata e del transetto con il coro, due cappelle, la navatella destra, i resti di uno dei chiostri e molti ambienti semidistrutti tra cui alcune sale sotterranee. Il complesso, ormai ridotto a rudere, è in fase di restauro. Intorno sono presenti tracce del monastero, insolitamente orientato verso settentrione, caso raro dato che l'architettura monastica prediligeva l'orientamento a mezzogiorno.

La chiesa campestre di San Giovanni Battista

Dal centro di Ittiri prendiamo via Sassari, in direzione nord est, che poi curva e prosegue verso nord est per diventare la SP41. Prendiamo sulla distra la via San Giovanni, che ci porta fuori dall'abitato e, dopo circa trecento metri dalle ultime abitazioni, ci fa vedere sulla destra i resti della Chiesa campestre di San Giovanni Battista. Non si hanno date certe sulla sua data di costruzione, ma si Sa che esisteva già nel 1698. Ha una sola navata e il presbiterio è spostato sulla destra per lasciare spazio alla sagrestia. L'edificio ha dato il nome a tutta la zona circostante.

La chiesa campestre di San Maurizio

Dal centro di Ittiri prendiamo in direzione est il corso Vittorio Emanuele, che, usciti dall'abitato, ci porta sulla SP41/bis in direzione di Banari e Siligo. Percorsi circa sei chilometri dal centro di Ittiri, troviamo una deviazione sulla destra che, seguendo le indicazioni, in poco più di un chilometro ci porta ai resti della Chiesa campestre di San Maurizio. La chiesa si trova a nord est dell'abitato di Ittiri, ai limiti del territorio di Ittiri con quello di Ossi, ed i due paesi se la sono sempre contesa per il possesso della statua del Santo. La leggenda racconta che un giorno gli ossesi si siano impadroniti della statua, ma avrebbero trovato il fuime in piena e sarebbero stati costretti a tornare indietro, e da questo gli ittiresi sostennero che San Maurizio avrebbe fatto questo perché voleva che la statua rimanesse in territorio di Ittiri.

La chiesa di San Maurizio dipende dalla chiesa di San Pietro in Vincoli, e, presso questa chiesa campestre si svolge ogni anno il 22 settembre la Festa di San Maurizio.

I resti della necropoli ipogeica di Ochila

Circa quattrocento metri prima di raggiungere la chiesa di San Maurizio, a nord della strada, sul fianco orientale di una rapida parete di roccia calcarea che rappresenta il lato meridionale del monte Cumida, troviamo la Necropoli ipogeica di Ochila costituita da otto ipogei di varia forma. Il principale è la tomba sesto, con motivi decorativi scolpiti nelle pareti, costituita da sette ambienti, tre dei quali si aprono direttamentesu una sala centrale rettangolare tramite finestre rifinite con una certa cura. Interessante anche la tomba ottavo, costituita da sei ambienti, con la prima sala rettangolare coperta da un soffitto a doppio spiovente. Sopra il portello d'ingresso all'ambiente successivo sono scolpite a bassorilievo duplici corna.

I resti della necropoli ipogeica di Sa Figu

Lettura di 'Una nuova sepoltura della Cultura di Bonnanaro da Ittiri'Circa seicento metri prima di raggiungere la chiesa di San Maurizio, a sud della strada, al limite settentrionale dell'altopiano di Coros, a breve distanza dalla necropoli di Ochila, si trova la Necropoli ipogeica di Sa Figu. Allo stato attaule sono state rinvenute undici tombe, con tracce di altre andate ormai distrutte, ed è stata utilizzata dal periodo Neolitico fino in epoca romana. La sua importanza è data dai reperti del periodo del Bonnanaro Iniziale, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata, tra il 2200 ed il 1900 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 1900 ed il 1600 avanti Cristo. Questi reperti consistono in una tazzina troncoconiva con una sola ansa, una olla a colletto, frammenti di ciotole e tegami. Le ossa rinvenute nelle tombe, ancora in corso di studio, appartenevano a non meno di 15 individui, e l'interpretazione che si può dare del rituale funerario è quella del tipico rituale di deposizione secondaria, con i resti conservati l'operazione di scarnificazione e di una frantumazione rituale degli stessi, attuata non all'interno della sepoltura ma prima della deposizione.

Il monastero e la chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros

Dal centro di Ittiri prendiamo in direzione est il corso Vittorio Emanuele, che, usciti dall'abitato, ci porta sulla SP41/bis in direzione di Banari e Siligo. Percorsi circa due chilometri dal centro di Ittiri, svoltiamo a destra segunedo le indicazioni, e, dopo circa due chilometri, troviamo la duecentesca Chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros, realizzata in stile romanico, ma con anche elementi gotici quali, ad esempio, gli archi a sesto acuto. È stata edificata tra il 1250 e il 1280, e può essere considerata l'ultima chiesa cistercense in Sardegna. Era un dormitorio per monaci dedicati ad una vita contemplativa, dipendeva dall'Abbazia di Paulis ed apparteneva ad un paese ormai abbandonato che si chiamava Sa Iddazza. Nel quindicesimo secoloII è stata radicalmente modificata e successivamente l'abside e parte della volta sono crollati. La chiesa è stata, quindi, abbandonata, e da secoli veniva usata come dimora notturna dai pastori.

Ittiri-Chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros Ittiri-Chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros Ittiri-Chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros Ittiri-Chiesa cistercense di Nostra Signora di Coros

Nel 1980 questa chiesa è stata restaurata e ricostruita, assieme al piccolo convento, ed ospita la Festa di Nostra Signora di Coros, che l'8 settembre accoglie numerosi pellegrini.

In località Musellos si trovano i resti del nuraghe Tuvurunaghe

Da Ittiri prendiamo la via IV Novembre in direzione verso ovest, e la seguiamo fino a quando si incontra sulla sinistra, verso sud, la strada che conduce al reccordo verso la SS131 di Carlo Felice/bis. La seguiamo, prendiamo lo svincolo che porta sulla statale verso sud, e la seguiamo per circa 750 metri. Quando siamo a circa due chilometri dal centro di Ittiri, in località Musellos, al bivio poco prima della strada di Monte Unturzu, svoltiamo a sinistra e proseguiamo fino a uno slargo dove lasciamo l'auto.

Ci dirigiamo a piedi per i campi verso sud ovest, passiamo una casa diroccata a metà strada e poi troviamo il Nuraghe Tuvurunaghe. È un nuraghe di tipologia indefinita, nel quale è presente una torre con all'interno, nella parete sinistra, una scala elicoidale ricavata nella muratura che conduce alla terrazza superiore. Nei pressi del nuraghe, alcune basi di capanne circolari fanno ritenere fosse presente un villaggio nuragico.

La tombe ipogeiche Sos Coroneddos

In località Musellos si trova un interessante complesso di tombe ipogeiche scavate sul fianco di una collinetta calcarea e chiamate anche Sos Coroneddos nome con il quale vengono qui indicate le domus de janas. Il nucleo principale è costituito da tre ampie celle collegate fra loro e disposte da nord a sud.

I resti del nuraghe Majore

Non lontano si trova, in posizione dominante, il Nuraghe Majore di tipologia indefinita, forse un bilobato, costruito in blocchi di trachite di notevoli dimensioni lavorati in maniera sommaria e disposti in filari irregolari. Al mastio è addossata una seconda Torre di forma leggermente ellittica.

I resti della tomba a corridoio di Musellos

A ottocento metri dal nuraghe, nella pianura verso est, si trova la Tomba a corridoio di Musellos una sepoltura megalitica ad uso collettivo lunga cinque metri e larga un metro e mezzo. È costruita con lastre di trachite di forma parallelepipeda infisse nel terreno. Si ritiene che questa sepoltura sia un precursore delle tombe di giganti.

I resti del nuraghe di Monte Torru

Proseguendo verso sud dopo la località Musellos, la strada che abbiamo seguito si immette dopo circa un chilometro sulla SP28 in direzione di Romana. La prendiamo in direzione sud e, dopo circa quattro chilometri, all'altezza del chilometri 20, imbocchiamo la seconda stradina a sinistra dopo una cava. Arrivati alla prima biforcazione prendiamo a sinistra, alla successiva biforcazione prendiamo il sentiero a destra che ci fa salire lungo le pendici settentrionali del monte Torru, un promontorio di origine vulcanica alto 650 metri.

Ittiri-Monte torru con il nuragheIl Nuraghe di Monte Torru anch'esso di tipologia indefinita, è il più bello dei nuraghi della zona, si trova sulla sommità del monte, ed è costruito con blocchi non molto grandi trachite tenera. Le fondamenta del nuraghe si appoggiano direttamente sulla roccia, che forma una specie di bastione naturale successivamente rifinito e completato dai costruttori del nuraghe. Nelle vicinanze è visibile il basamento di una capanna preistorica. Dall'alto del nuraghe si ha una ottima veduta di tutto il golfo dell'Asinara, la zona da Alghero fino a Capo Caccia, a sud est il Monte Ra su con la catena del Goceano, a sud punta Badde Urbara e il Montiferru, ad est i monti di Limbara.

L'edificio indefinito ossia la Pajara di Ittiri documentata da Leonardo Melis

Ittiri: la Pajara situata nei dintorni di IttiriNei dintorni orientali di Sassari si trova nella campagna un Edificio indefinito segnalato allo studioso Leonardo Melis che lo ha documentato per primo. Si tratta di una costruzione a gradoni, di forma rotonda, che ricorda le Pajare Pugliesi e alcune costruzioni delle Baleari. Appena il tempo di esplorare questa Pajara, che già un'altra segnalazione gli è arrivata dalla zona di Ittiri, di Un'altra Pajara più alta, che ricorda la Torre di Babele dei film. L'annuncio in conferenza il 26 febbraio 2011 delle due scoperte destava l'interesse dei media e la reazione della scienza ufficiale, che dichiarava trattarsi di un qualche ricovero di pastori, cosa impossibile dato che sono alte diversi piani, o che al massimo si trattasse di Neviere, ossia di Domus de su Nie, costruzioni che si potevano vedere fino agli inizi del secolo scorso sul Gennargentu, dove i baroni della zona conservavano la neve per la produzione dei sorbetti d'estate, cosa anch'essa impossibile dato che questo edificio si trova non in montagna come le Neviere, ma a livello del mare.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Usini ci recheremo a visitare Tissi con i resti archeologici che si trovano nei suoi dintorni.


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