Nurachi con la visita dell’abitato e del suo territorio Comunale che si spinge fino allo stagno di Cabras
In questa tappa del nostro viaggio, da Riola Sardo ci recheremo a Nurachi dove visiteremo l’abitato ed il suo territorio Comunale che si spinge fino allo stagno di Cabras. La regione storica del Campidano di OristanoIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. In particolare, il Campidano di Oristano è una regione della Sardegna occidentale il cui territorio apparteneva anticamente al Giudicato d’Arborea. Si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano, e comprende i comuni di Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Nicolò d’Arcidano, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Uras, Villaurbana, Zeddiani e Zerfaliu. È un territorio caratterizzato dalla presenza di zone umide di altissimo interesse naturalistico, con specie faunistiche rare. In viaggio verso NurachiA Nurachi possiamo arrivare da diverse delle località che abbiamo visitato nelle tappe precedenti, ma il modo più semplice è arrivarci provenendo da Riola Sardo, che è molto vicina. Dal centro di Riola Sardo si prende verso sud la SS292 Nord Occidentale Sarda, che il poco più di due chilometri porta all’interno dell’abitato di Nurachi. Dal Municipio di Riola Sardo e quello di Nurachi si percorrono solo 2.8 chilometri. Il comune chiamato NurachiIl comune chiamato Nurachi (altezza metri 6 sul livello del mare, abitanti 1.677 al 31 dicembre 2021) ha origini antichissime, essendo di origine prenuragica, ed è situata al centro della Sardegna, nell’entroterra del Golfo di Oristano sul versante occidentale dell’isola, e si trova a pochi chilometri dal capoluogo di Provincia Oristano. A poca distanza dal mare, il territorio di Nurachi si estende nella penisola del Sinis, comprendendo le zone umide adiacenti allo stagno di Cabras. L’abitato è facilmente raggiungibile mediante la SS292 Nord Occidentale Sarda, il cui tracciato ne attraversa il territorio. Il territorio Comunale, disseminato di reperti archeologici, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeIl suo nome derivava dal toponimo latino della stazione romana di Annuagras o Ad nuragas, citata dall’Anonimo Ravennate, scrittore sconosciuto di Ravenna vissuto fra il sesto ed il settimo secolo. Stazione che era situata lungo la strada che collegava Othoca, Ossia l’odierna Santa Giusta, con Cornus, i cui resti si trovano presso Cuglieri. Da questo nome, è derivato il nome medioevale di Nurake, attestato nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, redatto fra il 1120 ed il 1146 in lingua sarda arbonense. Si ritiene che questi nomi derivassero da nuraghe, l’antica costruzione conica a forma di Torre, e facessero riferimento al Nuraghe Pische, che un tempo era presente nel suo centro e del quale non restano però che poche tracce. La sua economiaL’economia di Nurachi si basa soprattutto sulle attività agro pastorali e su quelle industriali. Il settore primario dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione locale, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite dala quale si produce la Vernaccia, frutteti, agrumi e olivo. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini, equini e avicoli. Altre risorse si ritrovano nel tredici ettari dello stagno di Mare ’e Pauli, dove lavora un alto numero di pescatori.Il settore industriale risulta in forte crescita, e si registrano aziende che operano nel comparto della produzione alimentare, della chimica, della fabbricazione di materie plastiche, del vetro, dei materiali da costruzione, dei laterizi, della metallurgia, dell’edilizia e della consulenza informatica. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Il paese chiamato è ricca di risorse naturalistiche ed archeologiche, e costituisce una base di partenza ideale per raggiungere la vicina Oasi di Seu e lo stagno di Cabras. Questo attira un discreto flusso di visitatori. Le strutture ricettive, tra cui vari agriturismi, offrono possibilità di ristorazione, ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio viene frequentato fino dall’epoca preistorica, quando sulle sponde delle sue paludi sorgono, nel periodo Neolitico, i primi insediamenti. Successivamente arrivano i Nuragici, come testimoniano i resti del nuraghe trilobato, il Nuraci de Pische, dal quale prende il nome il paese. Con la conquista dell’impero Romano della Sardegna nel 238 avanti Cristo, anche questo territorio passa sotto il tuo dominio, dato che nei suoi dintorni sono stati rinvenuti materiali ascrivibili a quel periodo storico, quali un cippo funerario, lucerne, anfore, monete, lacrimatoi, macine. Il borgo nasce nel medioevo, e nell’undicesimo secolo appartiene al Giudicato di Arborea, nella curatoria del Campidano Maggiore, ed è presente anche alla firma del trattato di pace di Solarussa dell’11 gennaio 1388, tra Eleonora d’Arborea e Pietro IV d’Aragona. Nel 1410 entra nei possedimenti del Marchesato di Oristano, prima sotto i Cubello e poi sotto gli Alagon. Confiscata, nel 1477, alla famiglia Alagon, diviene feudo regio e passa sotto il dominio spagnolo. Molto significativa è la notevole diminuzione della popolazione nell’anno 1688, dovuta, forse, alla grave carestia del 1680 o a qualche pestilenza. Nel 1847 l’amministrazione Comunale dà l’incarico all’architetto De Candia, per la redazione di un nuovo progetto urbanistico dell’abitato, ed egli delimita il Centro Storico alle vie circostanti il nuraghe, che era ancora esistente, e la piazza chiesa, e da qui estendendol’abitato alle zone periferiche verso nord e verso sud. Entrato nel regno d’Italia, il comune di Nurachi nel 1928 viene aggregato al comune di Riola Sardo, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato. Il comune di Nurachi nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene trasferito dalla Provincia di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a NurachiA Nurachi è attivo il Gruppo Folk di Nurachi, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale di Nurachi. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Nurachi vanno citate, in occasione del carnevale la manifestazione Frituras, un’occasione per dugustare buonissimi prodotti artigianali, ossia le Zipulas, Is arrubiolus, Is culurgionis de lati, le Seadas, ed altro ancora, il tutto accompagnato dalla vernaccia, altro prodotto tipico dell’oristanese, e dal divertimento con i balli sardi; il primo giugno la manifestazione Magasius Abetus, con canti, musiche e degustazioni nelle cantine del centro storico, manifestazione che permette di sorseggiare un buon vino gustando i piatti tipici del Sinis accompagnati da musiche e canti tradizionali; il 24 giugno, la Festa patronale in onore di San Giovanni Battista; ad agosto, la Festa dei Santi Giusto e Pastore; il 13 dicembre, la Festa di Santa Lucia. La Festa dei Santi Giusto e PastoreLa tradizionale Festa dei Santi Giusto e Pastore è una Festa di antichissima memoria, festeggiata fino al 1910, anno in cui sarebbe crollata, nel sito nelle campagne vicino all’abitato dove sorgeva la chiesa campestre dedicata ai due Santi nel villaggio Sa Nuschi, nel quale risulta certa la presenza di possedimenti dei Cavalieri di Malta. Nella piccola chiesa i due Santi venivano festeggiati con tutti gli onori, sia con funzioni religiose, celebrate nella piccola chiesa, che con canti e balli nelle campagne circostanti. Oggi, invece, dato che della piccola chiesa non restano che pochi ruderi, la Festa si è trasferita in paese, ed il 9 agosto è appunto dedicato ai Santi Giusto e Pastore, la cui Festa dura fino a tre giorni, con cerimonie religiose, la processione per le vie del paese con i loro simulacri, e diverse manifestazioni civili. La Festa di Sant’AgostinoOgni anno a Nurachi, il 27,28 e 29 agosto, si ripete la tradizionale Sagra in onore di Sant’Agostino Vescovo di Ippona e di San Giovanni Battista. I festeggiamenti si svolgono parte nella marina di San Giovanni del Sinis e in parte nel paese di Nurachi. Qualche secolo fa la prerogativa di organizzare i festeggiamenti dei due Santi spettava a Nurachi, finche, nel diciottesimo secolo, coloro che riportavano le statue dei Santi a Nurachi, per un violento temporale furono costretti a riparare nella parrocchiale di Cabras. Al cessare della tempesta, gli abitanti di Cabras pretendono che le due statue restino nella loro chiesa, ma, nella furibonda zuffa che ne deriva, qualcuno riesce a trafugare il simulacro di San Giovanni. Così da allora a Nurachi si onora il solo Sant’Agostino. Il 26 agosto i membri del comitato si riuniscono per decidere i modi e i tempi per il trasporto della statua. La notte si svolge la veglia, fino alla mezzanotte, poi tutti si incamminano, portando a spalla il simulacro di Sant’Agostino, verso la marina di San Giovanni. Qui, in chiesa, si celebrano le varie funzioni religiose. La sera del 29 la statua viene riportata a Nurachi, dove lo attendono i fedeli, che lo accompagnano in processione alla chiesa parrocchiale. La Festa di Santa LuciaA Nurachi il 13 dicembre si celebra la Festa di Santa Lucia. La sera del 12 dicembre si avvicinano le Notti di Santa Lucia e la loro inarrestabile magia, con il tepore delle fiamme del falò acceso nella piazza antistante la chiesa dalla giovane priorissa e le sue operaias in onore di Santa Lucia, i profumi che si librano nell’aria invernale, i colori delle decorazioni e le luci delle bancherelle del mercatino natalizio in cui godersi l’attesa, ricercare occasioni e condividere sorrisi. Il grande falò viene acceso in onore di colei che è la Santa della luce, protettrice della vista. Il giorno della festa, ossia il giorno 13, si svolgono le celebrazioni religiose e diverse manifestazioni civili, organizzate da un comitato spontaneo che si rinnova annualmente. A Nurachi inoltre vige un’antica tradizione, che vede il debutto in società delle giovani adolescenti durante i balli organizzati per festeggiare Santa Lucia. Visita del centro di NurachiL’abitato, interessato da una forte crescita edilizia, ha un andamento altimetrico tipico delle località di pianura. La casa tipica nurachese aveva l’edificio principale,su uno o due piani, realizzato con mattoni in terra cruda ricavati da un impasto di fango e paglia, chiamati Ladrini o làdiri, fabbricati sul posto, escluse le fondamenta che erano realizzate in pietra basaltica o arenaria, e con la copertura realizzata con travi ed incanniciato di canne legate singolarmente con spago vegetale, coperto da tegole siliesi, costruite a mano una per una. I locali annessi alla struttura principale contenevano un corpo rialzato che occupava soltanto un lato della casa, che aveva sempre il cortile, e, al piano terra le stanze erano tutte comunicanti. Presentava, inoltre, due o tre piccole finestre munite di inferriate. Arriviamo a Nurachi provenendo da Riola Sardo con la SS292 Nord Occidentale Sarda, che entra all’interno dell’abitato da nord con il nome di corso Eleonora. La piazza con il Monumento ai CadutiPercorsi lungo il corso Eleonora poco più di duecento metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Nurachi, si trova una grande piazza alberata, che si presenta come un lungo slargo alla destra della strada, che è chiamata piazza Monumento ai Caduti, dato che all’interno della piazza si trova il Monumento ai Caduti In Guerra di Nurachi, costruito recentemente, nel 1998. Il campo Comunale di calcio ed i campi comunali da TennisPercorsi lungo il corso Eleonora trecento metri dal cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di Nurachi, prendiamo verso sinistra la via Adriano Olivetti, lungo la quale, alla destra della strada, si trovano i diversi ingressi del Campo Comunale di calcio di Nurachi, gestito dalla Società Dilentatistica Nurachese. Dell’impianto sportivo fanno parte un Campo da Calcio, dotato di tribune in grado di ospitare 450 spettatori; un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque; ed una pista da atletica. All’altro lato della strada, ossia alla sua sinistra, si trovano i Campi comunali da Tennis che costituiscono un impianto polivalente dotato di tribune in grado di ospitare 120 spettatori. Il Museo Etnografico multimediale dedicato alla memoria di Peppetto PauProseguendo verso sud con il corso Eleonora, dopo cinquecento metri dal corso parte sulla sinistra la via Dante Alighieri. La seguiamo per centocinquanta metri, ed, alla sinistra della strada, ai civici dal 26 al 30, si trova il Museo Etnografico multimediale del comune di Nurachi, Dedicato alla memoria di Peppetto Pau. Nato ad Oristano nel 1915 e scomparso nel 1989, Giuseppe Pau detto Peppetto è stato un personaggio di spicco della cultura novecentesca sarda, poeta, scrittore, storico, studioso d’arte e di archeologia, è stato anche il primo direttore dell’Antiquarium Arborense. Il Museo è allestito in un’antica casa padronale in mattoni crudi e pietra lavorata. Nel Museo l’esposizione è articolata in quattro sale tematiche: la stanza dei diorami, che riproduce l’ambiente naturale tipico delle località umide adiacenti allo stagno di Cabras, con la ricostruzione di flora e fauna della zona; la stanza della terra cruda, dedicata all’architettura tradizionale del paese basata sui mattoni in terra cruda; la stanza della musica, una sala multimediale dedicata alle launeddas, tradizionale strumento a canne del Campidano; la stanza dell’alimentazione, una sala multimediale dedicata ai cibi tradizionali. Vicino alle torri serbatoio dell’acqua potabile si trovano poche tracce del Nuraci de PischeDi fronte alla via Dante Alighieri, all’altro lato del corso Eleonora, ossia sulla destra, parte la breve via Giuseppe Tronci che, in una cinquantina di metri, sbocca sulla via Nuraghi, una strada con fondo in acciottolato che parte dal corso Eleonora un centinaio di metri prima, e muove un poco più a destra. Percorsa verso su la via Nuraghi per poche decine di metri, troviamo sulla destra una piazza nella quale si trovano due Torri serbatoio dell’acqua potabile. Il comune chiamato Nurachi ha preso il nome dal nuraghe trilobato che era chiamato Nureci de Pische forse perché le diciannove paludi che lo circondano, in quel periodo erano pescosissime. Del nuraghe, che era ancora esistente alla metà dell’ottocento, non restano oggi che poche tracce, vicino alle torri serbatoio dell’acqua potabile. Solo alcuni massi di base indicano l’antica esistenza del nuraghe nel centro del paese. La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaDalla piazza dove si trovano le torri serbatoio dell’acqua potabile, invece di proseguire lungo la via Nuraghi, prendiamo leggermente più a destra la strada che, in poche decine di metri, ci porta nella piazza chiesa, ossia la Pratza ’e Cresia. Ci si sarebbe potuti arrivare anche proseguendo lungo il corso Eleonora per una cinquantina di metri, poi prendendo a sinistra la via Trento, che, in un’altra cinquantina di metri, ci porta in piazza chiesa. Nella piazza, al civico numero 6, si trova la chiesa di San Giovanni Battista che è la parrocchiale di Nurachi, della quale non esiste alcuna documentazione sulle vicende storiche ed archittettoniche. Nel 1955 è stato abbattuto il suo campanile a vela, sul quale era inciso in cifre romane ed arabe l’anno 1578, per lasciare spazio alla Cappella di Sant’Antonio. Oggi la chiesa ha un nuovo campanile, che ha sostituito da qualche anno quello antico a vela. All’interno, interamente ricostruito a partire dal diciassettesimo secolo, che si presenta oggi a tre navate, con archi gotici appoggiati su robuste colonne, viene conservato un battistero paleocristiano del sesto secolo. La parrocchiale di Nurachi, in passato, aveva giurisdizione per motivi ignoti sopra la chiesa di San Giovanni del Sinis e sopra un’altra chiesa, Santu Jaccu, ossia San Giacomo, della quale attualmente esistono soltanto alcuni metri di una parete laterale, entrambe nel comune di Cabras. Aveva altresì la giurisdizione su altre otto Chiese dislocate nel territorio di Nurachi e Riola Sardo. Ogni anno, presso questa chiesa ed all’interno dell’abitato, il 24 giugno si svolge la Festa in onore di San Giovanni Battista, che la Festa patronale di Nurachi. Si tratta di una Festa caratterizzata da riti religiosi, da una processione lungo le vie del paese, e da manifestazioni civili, che dura dal 23 al 25 giugno, molto sentita dalla comunità nurachese e dalle comunità del circondario. Questa Festa è anche un appuntamento molto atteso dagli emigrati, i quali fanno rientro in paese per festeggiare il Santo assieme ai loro parenti ed amici. I resti di una chiesa paleocristiana sotto la chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaDurante i lavori di restauro della chiesa di San Giovanni Battista effettuati nel 1983, è venuta alla luce una chiesa più antica, costituita da una piccola aula di culto, con annesso battistero, risalente al sesto secolo dopo Cristo. Si trattava, probabilmente, di una chiesa paleocristiana e successivamente alto medievale, da mettere in relazione con le necessità delle popolazioni che abitavano le campagne vicine. La piccola aula di culto, di undici metri per quattro, aveva pianta a croce latina, e risultava costituita da un’unica navata absidata e da due ambienti di forma quadrata posti ai lati del presbiterio. Al centro del vano a sud, che fungeva da battistero, è stata rinvenuta una vasca circolare all’esterno, mentre all’interno era contornata da quattro lobi disposti a croce, contenenti un gradino, e che, rivestita di intonaco bianco, era dotata di un canale che consentiva il deflusso dell’acqua in eccesso. L’altro ambiente sul lato nord era probabilmente una sorta di sagrestia. Il pavimento era costituito da un semplice piano di calce, ma sono stati rinvenuti anche resti di pavimentazione in mattoni a schiena di pesce. Intorno alla chiesa si estendeva una necropoli, con una settantina di tombe del sesto e settimo secolo, ossia tombe a fossa semplice, a cassone litico, sarcofagi, ed altro. Nella costruzione della chiesa e delle tombe, sono stati impiegati conci e pietra basaltica, materiale prelevato dal nuraghe che esisteva al centro del paese, intorno al quale si trovava un villaggio nuragico dell’epoca Eneolitica. Le strutture messe in evidenza dall’indagine archeologica sono state ricoperte e risulta visibile, al di sotto di un vetro inserito nel pavimento moderno, solamente il fonte battesimale nella parte destra della chiesa. Il Municipio di NurachiProprio di fronte alla chiesa parrocchiale, si apre uno slargo verso destra nella piazza della chiesa, sul quale si affaccia, a sinistra, l’edificio nel quale si trova il Municipio di Nurachi, che ne ospita la sede e tutti i principali uffici. Nella piazza del Comune, di fronte all’ingresso del Municipio, si trova una bella scultura, l’opera Cristo e cariatidi folli, realizzata dall’artista catanese Antonio Amore nel periodo del suo soggiorno in Sardegna. Antonio Amore è stato un pittore, scultore e poeta, nato a Catania nel 1918 da un antica famiglia catanese fieramente avversata dal Governo Borbonico per la sua attiva partecipazione alla lotta carbonara. Vissuto a lungo a Roma, approda nell’isola nel 1964, un anno prima di iniziare la sua carriera di insegnante di materie artistiche ad Oristano. Innamoratosi a prima vista della Sardegna, al suo arrivo nell’isola è già un pittore con alle spalle una lusinghiera esperienza artistica. Vive a lungo ad Oristano, ed opera artisticamente con sempre la Sardegna nel cuore. Viene a mancare nel 2010 lasciandoci in eredità un lungo cammino artistico attraversato da forti passioni espressive. |
L’antico lavatoioRitornando a quando avevamo seguito il corso Eleonora da nord verso sud, arrivati a metà strada tra l’imbocco sulla sinistra della via Giuseppe Tronci e quello sempre sulla sinistra della via Trento, prendiamo, invece, verso destra la via Tharros. Si tratta di una strada che uscirà dall’abitato diventando la SP8 che si dirige verso Cabras. Seguiamo la via Tharros che procede in direzione sud ovest, arrivati quasi all’estremo sud occidentale dell’abitato, dopo trecento metri vediamo, alla sinistra della strada, l’Antico lavatoio di Nurachi. Questo lavatoio, ormai dismesso, è stato ristrutturato e trasformato dall’Amministrazione Comunale in un bello e significativo spazio espositivo. Il Cimitero Comunale di NurachiRitorniamo a riprendere il corso Eleonora. Da dove avevamo preso verso sinistra la via Trento per andare in piazza della chiesa, riprendiamo il corso Eleonora che si dirige verso sud est, e lo seguiamo per seicento metri. Subito prima che questa strada ci faccia uscire dall’abitato, dove riprendenderà il nome di SS292 Nord Occidentale Sarda e si dirigerà verso Oristano, vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta, al centro del quale si trova il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Nurachi. Ad ovest dell’abitato si sviluppa il grande stagno di CabrasAd ovest dell’abitato si sviluppa il grande stagno di Cabras che si estende per circa 2.288 ettari, e rappresenta uno degli ambienti palustri tra i più importanti della Sardegna e di tutta Europa. La sua profondità media è di quasi tre metri, e la sua forma allungata, grosso modo da nord a sud, dove è più largo, deriva dal fatto che lo stagno è nato in un’antica valle fluviale. Lo stagno riceve le acque del rio Sa Praia, piccolo fiumiciattolo appartenente al comune di Riola Sardo. È sempre stato molto pescoso, vi abbondano anguille e muggini, su di esso si affaccia il paese chiamato Cabras, ed in esso sono presenti diverse peschiere. Per molti anni La pesca nello stagno di Cabras è stata ferma dopo che nel 1999 si era verificata una tragica moria dei pesci a causa di un’alga che, prolificata in maniera abnorme, produceva una sostanza gelatinosa che si attaccava alle branchie dei pesci facendoli morire per asfissia. Il disastro ha avuto dimensioni tali che si ricorda come il fetore dei pesci in putrefazione, agevolato dal maestrale, si percepisse a trenta chilometri di distanza. In seguito la pesca è ripresa, ed i 320 pescatori che vi operano hanno ricominciato a catturare soprattutto i muggini, nome con il quale vengono indicati in Sardegna i cefali, oltre ad anguille, capitoni, branzini o spigole, mormore. Visita dei dintorni di NurachiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Nurachi sono stati portati alla luce solo pochi resti del nuraghe Nurachi, del quale si è già parlato dato che si trovava nel centro del paese, e che va considerato di tipologia indefinita. Vediamo, ora, che cosa si trova nei dintorni di Nurachi, visitando il suo territorio Comunale che si spinge fino alle coste nord orientale dello stagno di Cabras. Pochi resti della chiesa campestre dei Santi Giusto e PastoreI Santi Giusto e Pastore sono due Santi misconosciuti, ma a Nurachi, pur non essendo patroni del paese, sono sempre stati tributato grandi onori. La devozione nei confronti dei Santi Giusto e Pastore, si perde nel tempo, fino al quindicesimo secolo, quando i cavalieri di Malta costruiscono nelle campagne vicino al paese una piccola chiesa a loro dedicata. Giusto e Pastore sono due fratelli che trovano la morte nel 304 ad Alcalà de Henares, in Spagna, durante la decennale persecuzione di Diocleziano contro i Cristiani, che dura dal 303 al 313. I due fratelli, di tredici e nove anni, vengono arrestati, frustati e morte e poi decapitati. Una fine tragica che ha dato vita a un culto molto sentito tra le comunità religiose spagnole, e che ha raggiunto anche la Sardegna, dove il loro culto è presente nel solo paese di Nurachi. I due martiri vengono, successivamente, santificati dalla chiesa cattolica. |
Non sappiamo dove questa piccola chiesa si trovasse nelle campagne di Nurachi, ma sappiamo che la raccontano Vittorio Angius e Goffredo Casalis nel loro Dizionario degli Stati del re di Sardegna, che scrivono che si trattava di una chiesa Rurale che è nominata da’ SS. Giusto e Pastore, e dista dal popolato di circa mezz’ora. Vuolsi che questa chiesa appartenesse a un monistero o convento, e che intorno nella medesima fosse una piccola popolazione. Si tratta di una chiesa nella quale, almeno fino al 1910, anno in cui sarebbe crollata, i due Santi venivano festeggiati dai nurachesi con tutti gli onori, sia con funzioni religiose, celebrate nella piccola chiesa, che con canti e balli nelle campagne circostanti. Il circolo ippico TandedduUsciamo dall’abitato in direzione sud ovest con la via Tharros, che assume il nome di SP8 e si dirige verso Cabras. Percorso circa un chilometro, ci porta a raggiungere il Circolo ippico Tandeddu in località Serra Arena. Il Circolo è, oggi, il punto di riferimento per i veri appassionati dei cavalli, che vi trovano un luogo ideale per la pratica dello sport equestre, lontano dal traffico cittadino e facile da raggiungere essendo ben servito dalle principali vie di comunicazione, immerso nella tranquillità della campagna, a pochi chilometri dal mare. L’equitazione è uno sport divertente che, attraverso l’esercizio fisico e mentale, crea il rapporto perfetto con l’animale per il raggiungimento di futuri traguardi sportivi. La Torre di Pischeredda affacciata sullo stagno di CabrasDal centro di Nurachi prendiamo la via Dante Alighieri, che ci ha portato a visitare il Museo Etnografico dedicato a Peppetto Pau, che si dirige verso nord ovest, e che, dopo seicento metri, passato l’incrocio con la Circonvallazione di Nurachi, esce dall’abitato come strada bianca. Percorsa ancora per un chilometro, questa strada bianca incrocia la SP58, la prendiamo verso sinistra, e, dopo cinquecento metri, prendiamo la deviazione sulla destra seguendo la scritta Oasi Naturalistica Stagni di Nurachi. La strada bianca si inoltra tra i campi, parte coltivati a cereali e a olivo, parte in uno stato di abbandono, e si notano anche interventi di valorizzazione che rientrano nel progetto dell’oasi, come una passerella in legno, ma anche questi, come una baracca e un piccolo edificio, sono lasciati a se stessi. Dopo seicentocinquanta metri, arriviamo alla Torre di Pischeredda affacciata sullo stagno di Cabras. Un visitatore occasionale potrebbe pensare che la torre Pischeredda fosse una di quelle costruite a difesa contro le incursioni dei pirati saraceni, e qualche studioso ha confermato questa supposizione, immaginando che fosse una delle ultime erette sul finire del seicento. Ma lo storico Gianni Montaldo precisa che questa torre non appartiene al sistema difensivo costiero, essendo stata costruita, in data imprecisata, come punto di osservazione per la sorveglianza del vicino stagno. Lo sbocco del territorio di Nurachi sulle acque dello stagno di CabrasIl territorio del comune di Nurachi si estende fino alla penisola del Sinis, comprendendo le zone umide adiacenti allo stagno di Mar ’e Pontis ossia di Cabras. Sullo stagno si affaccia per un tratto di poco meno di due chilometri e mezzo, nella sua zona nord orientale, una zona che rappresenta il punto di transizione dallo stagno verso il sistema agricolo, attraverso le paludi. Scendendo verso sud lungo la costa dello stagno, si può seguire il Percorso delle zone umide che è costituito da strade che collegano tutta la zona che va dallo stagno di Pischeredda fino alla peschiera di Pontis, e permettono di vedere tutti gli altri stagni presenti nella zona. Nella parte alta dello stagno di Cabras, verso est, dove sbocca il canale chiamato Riu de Mar ’e Foghe, che proviene dalla bonifica dello stagno di Mare ’e Foghe, si trova la stagno di Pischeredda, che appartiene al territorio del comune di Nurachi. Di notevole interesse naturalistico è il Parco Naturale di Pischeredda, che offre ai visitatori la possibilità di ammirare varie specie di uccelli tra cui fenicotteri, gallinelle d’acqua, rapaci e gabbiani, e che è stato inserito nella Convenzione di Ramsar come zona umida da salvaguardare. All’interno dello stagno si trova la piccola Peschiera di Pischeredda, realizzata al fine di consentire la pesca delle specie presenti in questo e negli altri impianti, ed anche delle carpe. Più a sud rispetto al piccolo stagno di Pischeredda si trova il più grande stagno di Mar ’e Pauli, che è collegato con lo stagno di Cabras da un canale. Solo una piccola parte settentrionale di questo stagno si trova in territorio di Nurachi, mentre la maggior parte dello stagno è in territorio di Cabras. Lo stagno di Mar ’e Pauli verrà descritto nella prossima pagina, quando si illustrerà il paese di Cabras con i suoi dintorni. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Nurachi ci recheremo a visitare Cabras con il suo stagno e con la preparazione della bottarga di muggine. Parleremo inoltre delle statue di Mont ’e Prama in corso di restauro e delle tavolette rinvenute con la scrittura shardana. |