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Onifai che visiteremo con i dintorni dove si trova il Nuraghe linnarta o Osana ed il tempio a pozzo di Sa linnarta


In questa tappa del nostro viaggio, da Irgoli proseguiremo verso est per raggiungere e visitare il borgo agricolo di Onifai con il suo centro storico e le sue Chiese.

La Regione storica delle Baronie

La Regione storica delle BaronieLe regioni storiche denominale Baronie (nome in lingua sarda Sa Baronìa) hanno costituito, durante il Medioevo, la parte meridionale del Giudicato di Gallura. L’origine delle Baronie risale a quando gli Aragonesi introducono in Sardegna il sistema feudale, che dura fino al 1846, anno di abolizione del feudalesimo. Alfonso V d’Aragona, dopo aver sconfitto la Resistenza dei Giudicati, il 25 giugno 1431 investe Nicolò Carroz, discendente della casa d’Arborea già signore di Mandas e Terranova, del titolo di Barone di Posada e Castellano e Signore di Torpè, Lodè e Siniscola, e viene costituita la cosiddetta Baronia Settentrionale o Baronia di Posada. I comuni che fanno parte della Baronia settentrionale sono, quindi, Budoni, Siniscola, Torpè, Lodè. Successivamente, nel 1448, il Barone don Salvatore Guiso acquista per 6.700 ducati il feudo che comprende i villaggi di Galtellì, Orosei, Loculi, Onifai, Irgoli, Lula e Dorgali, dando origine a quella che viene chiamata la Baronia Meridionale o Baronia di Galtellì e Orosei. I comuni che fanno parte della Baronia meridionale sono, quindi, Galtellì, Irgoli, Loculi, Onifai, Orosei, Posada. Da allora queste zone della Sardegna, disposte tra la Barbagia e la Gallura, vengono chiamate Baronie, con le eccezioni di Lula e Dorgali, che hanno esercitato una forte opposizione, anche con il banditismo, pur di conservare le loro caratteristiche barbaricine. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Lula, che però noi preferiamo attribuire alla Barbagia di Nuoro, e San Teodoro, che però preferiamo attribuire alla Gallura.

In viaggio verso Onifai

Da Irgoli proseguiamo sulla SP25 verso est e, dopo poco più di un chilometro, ci fa entrare nel borgo agropastorale di Onifai. Dal Municipio di Irgoli a quello di Onifai si sono percorsi solo 1,9 chilometri.

Il borgo agricolo chiamato Onifai

Onifai: veduta del paeseOnifai-Stemma del comuneIl comune chiamato Onifai (nome in lingua sarda Oniài, altezza metri 29 sul livello del mare, abitanti 696 al 31 dicembre 2021), dominato dal tavolato basaltico di Su Gollei, è un borgo agropastorale che si trova nella parte centro orientale del territorio della Provincia di Nuoro, sempre nell’alta piana del Cedrino, nell’entroterra costiero. L’abitato è raggiungibile con la SS129 Trasversale Sarda, il cui tracciato si snoda a un solo chilometro di distanza. Il territorio Comunale, ricco di rocce granitiche, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche che vanno da un minimo di 3 a un massimo di 718 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome del paese, che è attestato in diverse forme, ossia Uniferi e Unifa, è probabilmente di origine protosarda, ma la sua origine è sconosciuta. Alcuni studiosi ritengono, comunque senza alcun fondamento, che la denominazione potrebbe derivare dalla voce fenicia Hon, che indica ricchezza ed abbondanza.

La sua economia

La sua economia è fondata essenzialmente sull’agricoltura e sulla zootecnia. Il settore primario conserva un ruolo trainante nell’economia locale, dato che si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive, agrumi e altra frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini e caprini. L’economia del paese è basata principalmente sulla produzione dei formaggi e di una pregiata vernaccia, prodotta in quantità limitate ed assai ricercata dagli esperti. Il settore economico secondario è costituito da piccole aziende che operano solamente nei comparti lattiero: caseario ed edile, mentre modestra è la presenza del terziario. Pur non figurando tra le mete turistiche più ambite della zona, Onifai offre ai visitatori la possibilità di effettuare piacevoli passeggiate nel verde, tra interessanti monumenti naturali che, nei secoli, sono stati scolpiti dal vento e dalle piogge. Merita di essere citato anche il paesaggio basaltico di Su Gullei, un grande tavolato basaltico che si estende fino ai confini con il comune di Orosei.

Brevi cenni storici

Il suo territorio è stato frequentato sin dall’età preistorica. Il nucleo originario dell’abitato si viene a formare intorno alla parrocchiale di San Giorgio. Nel periodo medioevale entra nel Giudicato di Gallura, aggregato alla curatoria di Galtellì. I giudici di Gallura, alla fine dell’undicesimo secolo, vi fanno costruire il Castello di Pontes come difesa dai Giudicati confinanti. Agli inizi del quindicesimo secolo viene conquistata dagli Aragonesi e, in seguito, entra a far parte dei possedimenti della Baronia di Orosei, di cui segue le vicende storiche. Del comune di Onifai nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Il comune di Onifai nello stesso 1927 viene aggregato al nuovo comune di Irgoli di Galtellì, dal quale nel 1946 viene nuovamente separato.

Feste e sagre che si svolgono ad Onifai

Onifai: costume tradizionale di OnifaiTra le principali feste e sagre che si svolgono a Onifai e che sono in grado di richiamare visitatori dai dintorni si segnalano, il 16 e il 17 gennaio, il mercatino e la Festa di Sant’Antonio Abate; il 20 gennaio si celebra la Festa del Patrono del paese, ossia la Festa di San Sebastiano; il 23 aprile la Festa di San Giorgio; nei primi giorni del mese di maggio la Festa per su Tusorju, cioè per la tosatura delle pecore; il 12 giugno la Festa di Sant’Antonio da Padova; e sempre a giugno, il 24, si svolge la Festa di Santu Juanne Istranzu presso l’omonima chesa campestre.

La Festa per su Tusorju ossia per la tosatura delle pecore

Una tradizione presente a Onifai, come in tanti altri ambienti pastorali, è la Festa per su Tusorju, cioè per la tosatura delle pecore. Si tiene nei primi giorni del mese di maggio, quando il clima è ormai caldo. La tosatura avviene con forbici particolari, ben affilate, e l’operazione richiede molta perizia. La giornata della tosatura si conclude con un abbondante pranzo, innaffiato dal vino locale.

Visita del centro di Onifai

Entriamo in Onifai da ovest con la SP25 che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Zichinu Mulas. L’abitato, interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano altimetrico di tipo collinare, e conserva al suo interno molte antiche abitazioni risalenti al periodo medievale.

Il Campo Sportivo di Onifai

Lungo la strada che collega Irgoli con Onifai, circa trecentocinquanta metri prima del cartello segnaletico che, sulla destra della strada, indica l’accesso all’abitato di Onifai, sempre sulla destra della strada si trova l’ingresso del Campo Sportivo di Onifai.

Il Cimitero di Onifai

Onifai: Cimitero di OnifaiProseguendo lungo la medesima strada, circa quattrocentocinquanta metri più avanti, ossia cento metri dopo il cartello segnaletico che, sulla destra della strada, indica l’accesso all’abitato di Onifai, sulla sinistra della strada si trova l’ingresso del bianco Cimitero di Onifai. Il Cimitero non è molto grande, ha una forma quadrata, ed i lati sono della lunghezza di meno di una cinquantina di metri.

La chiesa di San Giorgio Martire

Percorso un centinaio di metri, prendiamo sulla sinistra la via Emilio Lussu, e, dopo meno di un altro centinaio di metri, si vede alla destra della strada l’ingresso della chiesa di San Giorgio Martire edificata su una piccola altura verso la fine del quattordicesimo secolo, estremamente semplice, intorno alla quale si è sviluppata la parte più antica dell’abitato. Non lontano dalla chiesa, che fino al 1750 è stata la chiesa parrocchiale di Onifai, si trova, infatti, il Cimitero che in antichità era sempre presente presso le parrocchiali. La chiesa di San Giorgio è presente nei documenti storici della diocesi di Galtellì. Il monumento religioso, di piccole dimensioni, ha una facciata molto semplice, intonacata, con il portale sovrastato da un loculo, ed è a navata unica con forma rettangolare leggermente fuori squadra, tipica degli impianti d’epoca medievale che, come vuole la tradizione, risulta imperfetta al pari delle cose terrene. Le fiancate sono in èpietra locale, e, lungo la fiancata sinistra, vicino alla fine del monumento, si trova un campanile a vela. Il monumento religioso domina sul tessuto urbano e sulla piana verso il fiume Cedrino, ha un’area di pertinenza pari a seicento metri quadrati, chiusa da un muro di cinta realizzato in misto di pietra locale, intonacato, e gran parte di tale muratura è stata recentemente ristrutturata.

Onifai: chiesa di San Giorgio Martire Onifai: chiesa di San Giorgio Martire: facciata

San Giorgio MegalomartireSan Giorgio è uno dei più venerati martiri della chiesa cristiana, tanto da avere il titolo di Megalomartire, ossia di grande Martire. La storia di questo Martire è avvolta dalla leggenda, infatti son poche le testimonianze certe e attendibili. Per ricostruire le vicende umane di San Giorgio ci si riferisce alla Passio sancti Georgii, Che però è un’opera apocrifa. Secondo questa fonte, Giorgio nasce in Cappadocia tra il 275 ed il 285 da madre cappadoce e padre persiano, che lo educano nella religione cristiana. Divenuto adulto, si arruola nell’esercito dell’Imperatore romano Diocleziano. Giorgio dona tutti i suoi averi ai poveri e dichiara apertamente la propria adesione alla religione cristiana, ha così inizio per lui un lungo periodo di torture e tormenti, che terminano con la sua decapitazione, durante la persecuzione dei Cristiani sotto Diocleziano, a Nicomedia il 23 aprile 303. Su San Giorgio è nata una leggenda, che racconta che egli, trovandosi in libia, viene a conoscenza dell’esistenza di un terribile drago presente sotto le acque di un lago, in grado di uccidere con il suo fiato bollente chiunque gli si avvicinasse. Perciò gli abitanti limitrofi gli offrivano in sacrificio due pecore al giorno, e, quando le pecore iniziano a scarseggiare, si pensa di offrire una pecora e un fanciullo o una fanciulla estratti a sorte. Un giorno viene estratta a sorte la figlia del re, che per risparmiare la sua vita decide di offrire tutto il suo patrimonio, ma la popolazione si ribella. In quel momento passa il giovane soldato Giorgio, che, sentita la storia, suggerisce alla ragazza di legare la propria cintura intorno alla testa del drago. La principessa lega il drago, che diviene docilissimo. La popolazione rimane terrorizzata, ma Giorgio dice loro che, se avessero accettato di convertirsi alla religione cristiana, lui avrebbe avuto da Dio la forza per uccidere il drago. Tutti si convertono e Giorgio uccide il drago.

L’Anfiteatro Comunale di Onifai

Passata la chiesa di San Giorgio Martire, poche decine di metri più avanti lungo la via Emilio Lussu, parte alla destra il Vico San Giorgio, che scende fino al largo San Giorgio, sulla sottostante via San Giorgio. Qui si sviluppa, dall’alto verso il basso, il nuovo Anfiteatro Comunale di Onifai, presso il quale si svolgono la Fiera dell’Artigianato e diverse manifestazioni, soprattutto quelle folkloristiche.

Onifai: l’Anfiteatro Comunale: vista dall’alto Onifai: l’Anfiteatro Comunale: vista dal basso

La chiesa di Sant’Antonio da Padova

Invece di prendere sulla sinistra la via Emilio Lussu, proseguiamo dritti lungo la via Zichinu Mulas, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SP25. Subito, alla sinistra della strada, si vede la chiesa di Sant’Antonio da Padova che rispetta lo stile semplice tipico anche delle altre Chiese del paese. La pianta rettangolare è costituita da un’unica navata. Difficile e complessa risulta una precisa datazione storica dell’edificio, ciò è dovuto alla totale mancanza di documenti originali scritti che testimoniano la nascita di tale struttura religiosa. Un recente sopraluogo eseguito sul monumento religioso ha permesso l’analisi dello stato strutturale, delle rifiniture, degli intonaci interni e delle pavimentazioni, si è appurato che la chiesa è stata oggetto di tre interventi di ristrutturazione, cdei quali il primo nel 1923, come da data stampigliata sulla pavimentazione di cemento, quando si è provveduto al sollevamento del pavimento di circa 70 centimetri, probabilmente, perché la costruzione della SP25 lasciava il piano della chiesa al di sotto del piano stradale, provocando, pertanto, l’allagamento della stessa. Il secondo nel 1973, come risulta dalla data riportata sul cancello d’ingresso del cortile ed il terzo nel 2008.

Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova: facciata Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova: ingresso laterale Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova: interno Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova: l’altare Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova-Simulacro del Santo Onifai: chiesa di Sant’Antonio da Padova: antica acquasantiera conservata sotto il pavimento

La chiesa è sempre stata la sede delle celebrazioni liturgiche in onore di Sant’Antonio Abate e di Sant’Antonio da Padova. La Festa di Sant’Antonio Abate, nata in tempi antichissimi come rito propiziatorio per la nuova annata agraria, si celebra il 16 ed il 17 gennaio di ogni anno, con i festeggiamenti che iniziano la sera del 16, chiamato Sa Die desu Pesperu, con l’accensione e la benedizione del fuoco all’esterno della chiesa, cui seguono il giorno successivo il mercatino ed i festeggiamenti.

La Festa di Sant’Antonio da Padova è senza dubbio la Festa più sentita a Onifai, i festeggiamenti al Santo iniziano il 30 maggio con la tradizionale Tredicina, ossia i riti preparatori che durano tredici giorni, che proseguono fino al 13 giugno, giorno conclusivo della festa. Il culmine della Festa si ha però il giorno 12, quando si effettua la celebrazione della messa solenne, dopo la quale il simulacro del Santo viene portato in spalle dai fedeli, in processione per le vie del paese.

La chiesa della Vergine di Loreto

Proseguendo lungo la via Zichinu Mulas per un centinaio di metri, prendiamo a sinistra la via San Giorgio, sulla quale si affaccia la parte inferiore dell’Anfiteatro Comunale. La seguiamo per centocinquanta metri, e ci porta a uno slargo, sul quale si affaccia la chiesa della Vergine di Loreto presumibilmente edificata nel seicento. Ci si poteva arrivare anche proseguendo qualche decina di metri lungo la via Zichinu Mulas e prendendo sulla sinistra la via Loreto, che converge sulla slargo sul quale si affaccia la chiesa. Questa è caratterizzata da una facciata molto semplice, sovrastata da un piccolo campanile a vela, ma si presenta profondamente lesionata ed alterata nelle sue parti, tanto che sua l’esterno che l’interno mostrano ristrutturazioni formali e strutturali di varie epoche. Anche la copertura è stata più volte risistemata ed adattata, ciò nonostante si trova anch’essa in pessime condizioni statiche, tanto da non permettere l’agibilità interna della chiesa. La pavimentazione, sicuramente realizzata in tempi recenti, in marmette di cemento di colore grigio e nero, presenta anch’essa varie fratture e sconnessioni, oltre a una notevole usura. Oggi la chiesa rappresenta la sede della chiesa ed oratorio della Confraternita della Vergine del Carmelo, la cui costituzione risale al 12 ottobre del 1906, come risulta dall’atto originale conservato nell’archivio parrocchiale.

Onifai: chiesa della Vergine di Loreto: veduta arrivando dalla via San Giorgio Onifai: chiesa della Vergine di Loreto: facciata Onifai: chiesa della Vergine di Loreto: veduta arrivando dalla via Loreto

Questa chiesa ha sempre avuto un ruolo importante per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, dato che in passato a Onifari veniva organizzata la grande Festa in onore della Vergine di Loreto. Tale Festa era organizzata ogni anno dai Gremios, oggi scomparsi, che erano importanti sodalizi, la cui istituzione precede quella delle Confraternite e si colloca presumibilmente verso la metà del quindicesimo secolo. Ogni gremio aveva un suo Santo protettore che festeggiava con grande solennità nella commemorazione religiosa. Per questa festa, era il gremio degli scapoli ad occuparsi di tutto, dal rito religioso, all’organizzazione delle corse a cavallo, ai canti e balli popolari, che si rinnovavano fino a tarda notte, sul piazzale della chiesa.

Il Municipio di Onifai

Onifai-Municipio di OnifaiProseguendo lungo la via San Giorgio che costeggia la fiancata destra della chiesa della Vergine di Loreto, qusta strada prosegue sulla via Municipio, che attraversa il centro del paese da sud ovest a nord est. Circa cento metri più avanti, proprio lungo la via Municipio, alla sinistra della strada, al civico numero 17, si può vedere l’edificio nel quale si trova la sede del Municipio di Onifai, con i suoi organi, le sue aree o unità organizzative, e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

La chiesa della Santa Croce

Subito dopo aver passato la casa Municipale, troviamo allo stesso lato della strada una piazzetta con la chiesa della Santa Croce della quale non è noto l’anno di costruzione. Si tratta di una piccola chiesa con la facciata asimmetrica per la presenza del contrafforte sul lato sinistro, e con il lato destro che si affaccia sulla via Municipio. Sopra il portale architravato è presente una lunetta con funzione di lucernario, e più in alto un piccolo campanile a vela raccorda i brevi spioventi del tetto a due falde. Sul fianco destro si apre una porticina ed oltre questa, sul fianco, si allarga il corpo della sacrestia. Il primo documento che parla della chiesa della Santa Croce risale alla seconda metà del seicento, e sappiamo che la chiesa era la sede dell’oratorio della Santa Croce, il più antico tra gli oratori del nuorese, fondato il 17 aprile del 1689.

Onifai: chiesa della Santa Croce Onifai: chiesa della Santa Croce

La chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano

Proseguendo lungo la via Municipio, dopo sessanta metri Prendiamo a Destra il Vico I le Grazie, e, dopo poco più di trenta metri, prendiamo a sinistra il Vico fontana, che, in una quarantina di metri, ci porta di fronte alla Cresia de Santo Sostiano ossia chiesa di San Sebastiano che è la chiesa parrocchiale di Onifai. Non è nota la data di costruzione, data la difficoltà nel collocare storicamente questa chiesa a causa dei molteplici rimaneggiamenti che questa ha subito negli anni. Ciò nonostante, si osservano ancora delle tracce riconducibili alle Chiese romaniche. Si sa, comunque, che è divenuta parrocchiale probabilmente nel 1751, dopo lavori di ristrutturazione o forse di costruzione ex novo, ed è stata aperta al pubblico nel 1765. La chiesa ha pianta a forma di croce greca, è di forma più o meno rettangolare, conclusa da un’abside semicircolare coperta con un catino a quarto di sfera. L’interno si presenta a navata unica, con due cappelle laterali, ciascuna delle quali provvista di altare, ha un presbiterio sopraelevato rispetto al piano della navata principale. In una nicchia nella parete centrale è conservato il simulacro del Santo. I muri laterali sono sostenuti da contrafforti e la facciata è resa imponente da lesene e cornici, ma è priva di iscrizioni particolari. Ha un campanile laterale con un grande orologio.

Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano: facciata Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano: facciata Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano: veduta laterale Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano: il portoncino laterale Onifai: chiesa parrocchiale de Santo Sostiano ossia di San Sebastiano: campanile

A Onifai, ogni anno il 20 gennaio si celebra la Festa di San Sebastiano, che è il Santo Patrono del paese. Questa festa, benché sentita religiosamente dalla popolazione, si riduce alla sola celebrazione della messa nella chiesa Parrocchaile.

Visita dei dintorni di Onifai

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Onifai, sono stati portati alla luce i resti del tempio nuragico a pozzo linnarta; del Nuraghe semplice lattas; del Nuraghe complesso linnarta con il villaggio circostante; ed anche dei Nuraghi Manosuddas, Perchetta, Rampino, S’Omine, Intreu, tutti di tipologia indefinita.

La chiesa campestre di Santu Juanne Istranzu dedicata a San Giovanni Battista

Onifai: chiesa campestre di Santu Juanne Istranzu dedicata a San Giovanni BattistaDal comune di Onifai prendiamo verso nord via fontana, che sbocca su via dei Caduti in Guerra. La prendiamo verso sinistra e seguiamo fuori dall’abitato questa strada, che andrà a immettersi sulla SP72 che collega Irgoli con Capo Comino. Dopo circa sei chilometri e mezzo, si trova la chiesa campestre di Santu Juanne Istranzu ossia di San Giovanni Ospite, dedicata a San Giovanni Battista, collocata in un bello scenario paesaggistico. realizzata nel 1968 in conci di pietra arenaria locale, ha un corpo allungato di forma rettangolare, che deve la sua particolare bellezza proprio alla sua semplicità. La pavimentazione, molto semplice, è costituita da mattonelle in cotto e, il tetto, realizzato in legno con manto di coppi, si apresu un porticato con struttura ad archi, il quale, si affaccia direttamente sul parco degli Ontani che contraddistingue la località. All’interno sono presenti il modesto altare, rappresentato da una roccia granitica, e il simulacro di San Giovanni Battista realizzata dall’artista locale Antonio Delussu, raffigurato con l’abito di pelle di cammello, un agnello e un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta Ecce agnus Deì, ossia ecco l’agnello di Dio. All’esterno si nota il campanile a vela, che ospita una piccola campana. Presso questa chiesa campestre, ogni anno il 24 giugno si svolge la Festa di Santu Juanne Istranzu, una Festa campestre, che costituisce un forte motivo di richiamo per la popolazione locale e dei dintorni.

I resti del Nuraghe complesso linnarta con il villaggio in cui si trova il tempio a pozzo di Sa linnarta

Uscendo dall’abitato di Orosei in direzione Cala liberotto, dopo alcuni chilometri, svoltiamo a sinistra in prossimità di un accesso sulla strada sterrata in cui è indicato l’agriturismo La Valle dei Nuraghi. Si mantiene la destra per un tratto che quasi percorre la statale parallela, fino a raggiungere, dopo circa un chilometro e mezzo, il cancello di un’azienda agricola. Si lascia qui il mezzo e si oltrepassa il cancello seguendo la stradina per circa seicento metri, fino ad una casa colonica. Passato un cancello posto sulla sinistra, si raggiunge, dopo alcune decine di metri, la sommità di un modesto rilievo in cui si trovano i resti del grande Nuraghe linnarta. Dalla sua sommità si scorge la struttura del pozzo sacro posto poco più in basso.

Onifai-tempio a pozzo di Sa linnartaIl Nuraghe linnarta ossia della legna alta, chiamato anche Nuraghe Osana, è uno dei più importanti Nuraghi della Baronia, ma è però ancora oggetto di campagne di scavo. La sua struttura complessiva è formata da un corpo principale alto circa cinque metri e da due torri laterali circondate da una serie di capanne nuragiche che costituivano il Villaggio nuragico. Di pregevole fattura e ben conservato è il pozzo sacro Sa linnarta che si trova nelle sue vicinanze. Il Nuraghe, con il villaggio nuragico ed il pozzo sacro, si trovano in territorio di Onifai, esattamente al confine tra i terreni di Orosei e di Onifai, ma è raggiungebile soltanto partendo da Orosei.

Nel 1997 la Soprintendenza aveva finanziato un cantiere per la pulizia del sito, poi non è stato fatto più nulla, e ora appare nuovamente come un bosco incolto che si arrampica su cumuli di grossi massi. E dire che la comunità Montana delle Baronie già nel 1999 aveva finanziato l’acquisizione dell’area che era di proprietà privata, ma solo la parte dove c'è il pozzo sacro era stata acquistata, e ora fa parte del patrimonio terriero Comunale di Onifai, mentre tutto il corpo centrale è ancora proprietà di privati.

La prossima pagina

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Onifai raggiungeremo e visiteremo Galtellì una delle cittadine in Sardegna a cui il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera Arancione ossia il marchio di qualità turistico ambientale, che continua a vivere nel ricordo di Grazia Deledda.


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