Orotelli, patria dello scrittore Salvatore Cambosu, famoso per il suo Carnevale con le maschere di Sos Thurpos
In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Oniferi lungo la SS128, e quindi prenderemo a sinistra la SS129 che ci porterà a Orotelli la paese noto per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Thurpos. La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti Il Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell'impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell'espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda.
In viaggio verso OrotelliDa Oniferi, proseguiamo verso nord sulla SS128 per circa 5,8 chilometri, dove sbocca sulla SS129, proveniente da Nuoro, che prendiamo sulla sinistra, in direzione di Macomer. Dopo circa quattro chilometri e mezzo passiamo accanto alla casa Cantoniera Signora Marta, che si trova sulla destra della strada, proseguiamo altri cinquecento metri, poi deviamo a sinistra sulla SS537 che, dopo circa due chilometri, ci porta alla frazione Mussinzua, un rione nuovo che si trova proprio vicino al centro di Orotelli, e, a tutti gli effetti, fa parte del paese. Proseguendo, dopo circa un chilometro e mezzo, ci troviamo all'interno del centro storico di Orotelli. Dal Municipio di Oniferi a quello di Orotelli abbiamo percorso 13,5 chilometri. La stazione ferroviaria di Orotelli Sulla SS129 proveniente da Nuoro, percorsi circa quattro chilometri e mezzo, quasi di fronte alla casa Cantoniera Signora Marta, alla sinistra della strada, si trova la Stazione ferroviaria di Orotelli, della linea che collegava Macomer con Nuoro. L'area ferroviaria è stata di recente completamente rifatta, sia nei fabbricati e banchina che nei binari. Il fabbricato viaggiatori, rimodernato nell'intonaco esterno, si presenta nel tipico stile delle stazioni del periodo fascista degli anni trenta, con tre ingressi sulla facciata rivolta verso il piazzale interno della stazione e tre corrispondenti finestre al piano superiore. Sul lato in direzione Macomer è presente il doppio ingresso delle ritirate, oltre al pozzo per l'acqua in passato destinata al rifornimento delle locomotive a carbone. Nei pressi della stazione è situata l'area di sosta destinata agli autobus del servizio sostitutivo dell'ARST-Ferrovie di Sardegna.
Il comune chiamato Orotelli Il comune chiamato Orotelli (nome originale Oroteddi, altezza metri 406 sul livello del mare, abitanti 1.894 al 31 dicembre 2021) è un centro agropastorale posizionato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, a circa diciotto chilometri dal capoluogo, ai confini con quella di Sassari, nell'alto bacino del fiume Tirso. Facilmente raggiungibile dalla SS537 di Ghilarza, che ne attraversa il territorio, sorge in posizione collinare, al margine di un altopiano caratterizzato da rocce granitiche di modeste dimensioni, detto Serra di Orotelli, ossia Sa Serra, che si trova a nord del centro abitato. Il terreno sul quale si è sviluppato l'abitato è caratterizzato da una piega concava del terreno, da nord est verso sud ovest, in direzione della piana di Ottana. A causa di questa particolare conformazione, l'abitato è diviso in due nuclei, separati da tale piega del terreno. Il rione nuovo, costituito dalla frazione Mussinzua, nato agli anni trenta del Novecento, e che continua a svilupparsi verso nord, in direzione della SS129, ed il rione più antico, ossia la parte alta di Orotelli con il centro storico, che si sviluppa attorno alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
Origine del nomeIl nome Orotelli potrebbe derivare dal greco Oros, che vuol dire monte o altura, e Tello, che significa nasco o prendo origine, e starebbe, quindi, ad indicare un luogo posto in altura, o, secondo un'altra interpretazione, poterebbe derivare da una voce latina, che starebbe a significare terra d'oro, perché ricca di grano e piante da frutta. L'interpretazione più attendibile è, comunque, quella che farebbe risalire l'origine del nome del paese al nome di un probabile latifondista romano di nome Ortellius. Studi più recenti portano, invece, a ritenere che la sua denominazione derivi da un termine fenicio, che indicherebbe protetto, con riferimento alla posizione geografica dove sorge il paese. La sue economiaOrotelli ha un'economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. Nell'economia locale l'agricoltura conserva un ruolo importante, dato che si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive e frutta. Accanto al lavoro dei campi è praticato l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L'industria è costituita da poche piccole aziende che operano nel solo comparto edile, e modesta è anche la presenza del terziario. Brevi cenni storiciIl centro risale al periodo preistorico, particolarmente al periodo nuragico, di cui sono state rinvenute diverse testimonianze archeologichenel suo territorio. L'origine dell'abitato risale al periodo medioevale, e la tradizione orale tramanda un'antica leggenda, secondo la quale un pastore, che aveva perduto il suo bestiame, dopo una lunga ricerca lo ritrova ad abbeverarsi ad una fontana, denominata Iscatthai, che ora è un rione di Orotelli, e ne rimane tanto meravigliato da trasferirsi con la sua famiglia proprio nei pressi di questa, dando origine al primo nucleo abitativo. Comunque, Orotelli nel periodo medioevale fa parte del Giudicato del Logudoro, nella Curatoria di Sarule. La più antica documentazione che lo attesta si trova nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, ed il suo nome è presente anche nel Codex Diplomaticus Sardiniae risalente al 1139, nel quale viene citato un Vescovo di Ortilli di nome Ugone, che dona la chiesa di San Pietro in Ollin, che è l'odierna chiesa campestre San Pietro di Oddini, al monastero di San Salvatore di Camaldoli. Orotelli è stata la cattedra vescovile temporanea del Vescovo di Othana, l'odierna Ottana, tra il 1116 e il 1139, come dimostra il fatto che il nome del villaggio non viene mai citato nelle Rationes Decimarum Italiae, Sardinia, pubblicate nel quattordicesimo secolo. Passa in seguito sotto il Giudicato di Arborea, e nel 1409 passa sotto il dominio aragonese. Nel 1617 viene incorporato nel Marchesato di Orani, passato ai De Silva ne segue le vicissitudini, fino al 1839, quando, nel periodo della dominazione sabauda, venne riscattato al demanio dello stato. Passato aotto il Regno d'Italia, nel periodo repubblicano, del comune di Orotelli, nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari a quella di Nuoro. Personaggi che sono nati a OrotelliA Orotelli sono nati nel 1895 il giornalista e scrittore Salvatore Cambosu, autore, tra l'altro, di Miele amaro, una ampia raccolta di materiale storico, etnologico e poetico sulla Sardegna; e nel 1915 il poeta e scrittore Nunzio Cossu. Tra gli altri personaggi nati a Orotelli, citiamo Francesco Falchetto, protagonista del film di Salvatore Mereu Sonetàula.  Nel 1895 nasce a Orotelli il giornalista e scrittore Salvatore Cambosu. Conseguita a Nuoro la maturità classica e il diploma di maestro elementare, si trasferisce prima a Padova e poi Roma dove frequenta l'università senza laurearsi. Rientrato in Sardegna, si dedica prima all'insegnamento, si trasferisce poi in maniera definitiva a Cagliari, dove si afferma come scrittore e giornalista. Il primo romanzo, Lo Zufolo, è del 1932. A Cagliari collabora con diversi giornali, tra cui Ichnusa e L'Unione Sarda, che nel 1934 gli pubblica a puntate il romanzo Il carro. Nel 1954 pubblicata il suo capolavoro, Miele amaro, una ampia raccolta di materiale storico, etnologico e poetico sulla Sardegna. Antonio Pigliaru lo definisce «il fatto più rilevante della cronaca letteraria sarda degli ultimi decenni» e Gonnario Pinna vede in esso «un bastimento carico di spezie e di fiabe, di essenze di storia, d'immagini preziose e di racconti, di miele e di poesia». Nel 1955 esce Il Supramonte di Orgosolo, un'inchiesta giornalistica sul banditismo sardo. Due anni dopo pubblica Una stagione ad Orolai, nel quale descrive la vita del pastore attraverso un personaggio bambino, segnalato dalla giuria al premio Grazia Deledda del 1954. La sua è una Sardegna vista nel momento della transizione fra la conservazione del proprio passato e la proiezione verso il nuovo ed il futuro. Muore a Nuoro, nel novembre del 1962.

Vengono pubblicati postumi nel 1984 I Racconti; nel 1992 Una stagione a Tharros, Due stagioni in Sardegna e Lo sposo pentito; nel 1995 Terre al sole; nel 1999 L'anno del campo selvatico ed Il quaderno di don Demetrio Gunales. |
Nel 1915 nasce a Orotelli il poeta e scrittore Nunzio Cossu. Dopo diversi libri scritti in epoca fascista, Nunzio Cossu esordisce come poeta nel 1947 con la raccolta di liriche E rivedrò l'alba?, alla quale segue, nei primi anni '50, la raccolta intitolata Caino. Nonostante viva a Roma, il poeta mantiene con Orotelli uno stretto legame culturale che traspare anche dalle sue opere. Lo scrittore orotellese, che è anche critico letterario, muore a Roma nel 1971 a soli 55 anni, a pochi mesi dal conferimento da parte del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat della medaglia d'argento per i benemeriti della cultura e dell'arte, e viene sepolto nel Cimitero del Verano. A Nunzio Cossu è stata dedicata la Biblioteca Comunale di Orotelli.
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Nel 1991 nasce a Orotelli Francesco Falchetto detto Chicco, che fa parte dell'associazione Maschere Etniche dei Thurpos, suona l'organetto diatonico e canta a tenore.  Nel 2006 il regista Salvatore Mereu lo scrittura appena quindicenne per il ruolo di Sonetàula nel suo film omonimo, che racconta il ragazzo che nel 1938 reagisce ad un'ingiustizia e quasi senza accorgersene si ritroverà brigante nascosto sulla montagna, costretto a rinunciare a tutto, poi la vendetta e la tragedia inevitabile. Viene realizzato in due versioni, una cinematografica ed un'altra televisiva più completa, che verrà trasmessa dalla Rai nel 2008 in due puntate. Il film viene presentato al Festival di Berlino, ottiene la nomination al Nastro d'Argento e al David di Donatello, ed il protagonista Francesco Falchetto vince un Globo d'Oro ed anche il premio come miglior attore al Roma Fiction Fest.
Dopo il successo nel film Sonetàula, Francesco Falchetto recita nello sceneggiato televisivo Amore Criminale del 14 settembre 2015 su Rai 3, dove veste i panni dell'assassino di Dina Dore, avvenuto nel 2008 a Gavoi. In seguito, nel 2017, è il protagonista del corto Sotto terra di Mohamed Hossameldin, presentato fuori concorso nella sezione Short Film al Festival di Cannes, e vince il Best Actor Award al Caorle Film Festival. In questo corto interpreta Stefano, che lavora in un parcheggio sotterraneo, ossessionato dalla sensazione di essere invisibile per i suoi clienti. E nel 2018 recita una piccola parte in diverse puntate di Romazo Famigliare su Rai 1, dove interpeta l'aspirante sottotenente Piras. Sempre nel 2018 recita una piccola parte il Figlia mia, che racconta una storia ambientata nella Sardegna rurale e assolata basata sul triangolo figlia e due madri, quella naturale mezza sciroccata e quella che se ne è presa cura pur tra diverse insicurezze.  Nel 2020, dopo una breve interpretazione nel corto Lasciami andare di Roberto Carta, recita come coprotagonista nel corto Male Fadàu di Matteo Incollu, ambientato a Baunei, che racconta di Padoreddu, il matto del villaggio, che una notte ruba una radio da un aereo da guerra tedesco, precipitato tra le montagne, ma una misteriosa e inquietante voce emerge dalla radio e dal passato, e incomincia a perseguitarlo, tanto che viene tormentato dal compaesano Angelo, intepretato da Francesco Falchetto. 
In seguito, nel 2021 recita la parte di Andrea Vasa nel film Il Muto di Gallura di Andrea Fresi, una storia di morte e di vita, di oblio e vendetta, con una squadra di attori indimenticabili, che racconta la vita del bandito ottocentesco Bastiano Tansu, noto appunto come il Muto di Gallura. Nel 2022 recita nel corto Fradi miu, di Simone Contu girato in alcune zone dell'Ogliastra, la storia di un bambino che vede il fratello maggiore interpretato da Francesco Falchetto morire ammazzato, nel quale crescendo il dolore resta sempre vivo, così come l'odio verso l'assassino di suo fratello. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a Orotelli A Orotelli sono attivi l'Associazione Culturale e Folkloristica Gruppo Folk di Orotelli, il gruppo di tenores denominato Tenore Terra 'e Oro, ed, alle manifestazioni folkloristiche partecipa, solitamente, anche il Carro a buoi Nataliu Ortu. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale degli uomini e delle donne di Orotelli. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Orotelli vanno citati il 16 e 17 gennaio la Festa di Sant'Antonio Abate; a Carnevale la manifestazione denominata Su Carrasecare, nella quale Orotelli ritrova le antiche maschere della tradizione contadina scomparse nel 1850; per la Pasqua si svolgono i riti della Settimana Santa; l'8 maggio si svolge la Festa religiosa della Madonna di Pompei; la domenica di Pentecoste, solitamente a maggio, si svolge la Festa dello Spirito Santo, che è uno dei due Santi patroni di Orotelli il 24 giugno si svolge la Festa religiosa di San Giovanni Battista, chiamata Festa di Santu Janne de lampadas, che è l'altro Santo patrono di Orotelli; il 29 giugno, presso l'omonima chiesa campestre, si svolge la Festa di San Pietro; il 28 agosto si svolge la seconda Festa di San Giovanni Battista; l'8 settembre, presso l'omonima chiesa campestre, si svolge la Festa religiosa della Madonna di Sinne.
La Festa di Sant'Antoni 'e Su Vocu Anche a Orotelli, il 16 e 17 gennaio, si svolge la Festa di Sant'Antonio Abate, chiamata Sant'Antoni 'e Su Vocu, che prevede che i giovani dal nome Antonio accatastino la legna raccolta nei boschi al centro della piazza del paese. Nella sera del 16, dopo la benedizione del sacerdote, vengono accesi i grandi falò in onore di Sant'Antonio. La Festa celebra la prima uscita nel paese delle maschere tradizionali dei Thurpos. Dopo il rito religioso, infatti, intervengono i Thurpos, gli orbi con i visi ricoperti di fuliggine e i vestiti di orbace nera, danzando intorno al fuoco con i loro riti ancestrali e propiziatori per la buona annata e dando inizio al Carnevale. Vengono distribuiti a tutti i partecipanti Su Pane Tundu e Su pistiddu, preparati in precedenza dalle massaie e benedetti durante il rito religioso. La serata ha termine con la degustazione della carne e dal tradizionale piatto di fave con lardo, Su Concale, accompagnata da un buon vino. Il 17 gennaio si svolgono le cerimonie religiose in onore di Sant'Antonio Abate.
Il Carnevale di Orotelli chiamato su Carrasecare con la sfilata di Sos Thurpos Meno conosciuto, ma importante come il Carnevale di Mamoiada e quello di Ottana, è il Carnevale di Orotelli, chiamato in lingua Su Carrasecare, durante il quale il paese ritrova le antiche maschere della tradizione contadina scomparse nel 1850, che vede sfilare la domenica ed il martedì grasso per le vie del paese Sos Thurpos ossia gli orbi. Sono maschere che rappresentano personaggi ciechi e storpi. Indossano un abito di velluto e gambali, hanno il viso annerito con la fuliggine del sughero bruciato, Su Zizziveddu, e con questo perdono la propria identità umana e, attraverso la simbiosi uomo-animale, si trasformano e mimano le varie fasi del lavoro contadino. Il viso annerito viene nascosto nel cappuccio del pesante pastrano d'orbace, detto Su Gabbanu, simile a quello portato dai pastori nella stagione fredda. Sopra il pastrano, portano ad armacollo una cinghia di campanacci. I Thurpos Boes procedono appaiati come buoi sotto il giogo, legati in vita con una fune, tenuta da un terzo Thurpu che li guida pungolandoli. Il Thurpu Vrailarzu, ossia il fabbro, finge di ferrare i Thurpos Boes, mentre altri Thurpos trascinano un aratro seguiti da seminatori che cospargono la strada di crusca. La scena più caratteristica è Sa Tenta, la cattura, che prevede che il pastore dia l'ordine ai buoi di caricare una vittima, che viene legata e portata in un bar dove, per essere liberata, deve offrire da bere. Dal 1993, ripresa dalla tradizione dopo essere stata dimenticata per molto tempo, è ricomparsa anche la maschera di S'Eriattaju ossia il cacciatore di ricci, che per alcuni studiosi potrebbe essere riconducibile ad antichi rituali di iniziazione sessuale. Egli porta sul viso una benda di tela rossa ed indossa un saio bianco, sotto il quale cela una collana di cuoio, cui sono applicati tappi di sughero ricoperti di pelli di riccio con aculei. Durante il rito, egli insegue le donne, le cattura e le abbraccia così forte, tanto da pungere loro il seno con gli aculei, simboleggiando così la metafora della penetrazione e fecondazione connessa con i rituali di propiziazione di una futura annata agraria. Le foto del Carnevale ci sono state fornite dall'amico Francesco Falchetto, che è presente in molte di esse e che ci ha autorizzato alla loro pubblicazione.
I riti della Settimana SantaI Riti della Settimana Santa prevedono, il giovedì e il Venerdì Santo, i riti della Passione. In seguito, la Domenica di Pasqua, si svolge la cerimonia di S'Incontru, per la quale due processioni, una con la Madonna ancora vestita a lutto e una col Cristo Risorto, partono dalle due parrocchie per incontrarsi e formare un unico corteo. Visita del quartiere MussinzuaEntriamo a Orotelli con la SS537, passando prima per il suo quartiere Mussinzua, all'interno del quale la strada statale assume il nome di via della Repubblica. Passata la traversa a sinistra denominata via Emilia, la strada statale cambia il proprio nome in via della Vittoria. La chiesa parrocchiale dello Spirito Santo Percorsi duecento metri sulla via della Vittoria, troviamo alla sinistra della strada la piazza I Maggio, qui prendiamo a sinistra la via Trieste, che, in cento metri, ci porta in una piazza sulla quale si affaccia la Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo moderna come tutto l'abitato di Mussinzua. Presso questa chiesa si svolge, la domenica di Pentecoste, solitamente a maggio, la Festa dello Spirito Santo, che prevede due o tre giorni di festeggiamenti religiosi e civili nella piazza adiacente la chiesa parrocchiale.
Il Cimitero di Orotelli con la chiesa del Santissimo SalvatorePassata la chiesa parrocchiale, proseguiamo qualche decina di metri su via Trieste, poi svoltiamo a destra in via Giorgio Asproni, che, dopo centosessanta metri, sbocca su via Pace. La prendiamo verso sinistra, e, in centotrenta metri, ci porta al Cimitero di Orotelli, che si trova alla destra della strada. Nel Cimitero, troviamo la Chiesa del Santissimo Salvatore che era una chiesa rurale ed ora è inglobata all'interno del Cimitero. La chiesa ha un presbiterio ampio, diviso dall'aula centrale attraverso un arco a sesto acuto. 
Il Campo da calcio di OrotelliPassati davanti al Cimitero, da via Pace prendiamo a sinistra la via Siena, che, in meno di cento metri, ci porta di fronte al Campo da calcio di Orotelli. Dal Campo da calcio, riprendiamo indietro la via Pace e ritorniamo sulla via della Vittoria, che prendiamo verso sinistra e che ci porta al centro storico di Orotelli. Visita del centro storico di OrotelliRipresa indietro la via Pace, ritorniamo sulla via della Vittoria, che in trecento metri, ci porta all'interno dell'abitato di Orotelli, dove assume il nome di corso Vittorio Emanuele II. Incontriamo per prime le abitazioni edificate tra i graniti che circondano il paese. 
Lungo il corso troviamo il murale che illustra i Thurpos Seguiamo il corso Vittorio Emanuele II nel bel centro storico di Orotelli, dopo quattrocento metri arriva dalla destra la via Santa Croce, ed alla sinistra della strada, sulla parete della casa prima di via Nuoro, si trova un Bellissimo murale nel quale lo scrittore Salvatore Cambo su ci racconta il Carnevale di Orotelli, con una bella e significativa descrizione: Partiti a cavallo alla prima alba, imbacuccati nei loro cappotti di orbace nero, con i cappucci puntuti rialzati, sembravano gente di inferno. Neri anche i cavalli, finche non fu come se qualcuno fosse riuscito a incendiare, a levante, il bosco umido. Era l'aurora..
La sede del Municipio di OrotelliProseguendo per una sessantina di metri, al civico numero 74 del corso Vittorio Emanuele II, si trova l'edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Orotelli. 
La chiesa di San LussorioIl corso Vittorio Emanuele II prosegue dritto verso sud, poi curva a destra per circa 180 gradi, e qui, dopo duecentocinquanta metri, alla destra della strada, passato il Monumento ai Caduti di Guerra di Orotelli, si trova la Chiesa di San Lussorio. È una piccola costruzione edificata in conci di granito a vista, con la facciata quadrata, alla quale è annesso, sul retro della chiesa, sulla sinistra, il bel campanile a cuspide sempre in granito a vista. 
La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaProseguendo oltre la chiesa di San Lussorio, la strada diventa un bel viale alberato, e, in un centinaio di metri, ci porta alla destra della strada in una piazza, sulla quale si affaccia la bella Chiesa di San Giovanni Battista che è la chiesa parrocchiale di Orotelli, e si trova in uno dei punti più alti del centro, dal quale domina tutta la vallata digradante verso sud. La chiesa, che è stata la cattedra vescovile temporanea del Vescovo di Othana, l'odierna Ottana, tra il 1116 e il 1139, è stata edificata intorno al 1116 in stile romanico, con mattoni e conci di trachite chiara a vista, con pianta a croce commissa, nome con il quale si indica la pianta a croce a T. Aveva la copertura in legno a capriate, ed aveva, in origine, una sola navata absidata, mentre i bracci del transetto hanno copertura con volte a crociera, intonacate. Nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata. Negli anni sessanta è stato eliminato il vecchio altare ligneo seicentesco e sono state aggiunte due navate laterali per aumentare la capienza dell'aula centrale. Oggi, quindi, ha pianta a tre navate, con quella centrale absidata. L'abside presenta una monofora centrale con croce greca scolpita. L'edificio è sovrastato da un campanile a vela trecentesco, decorato da strane sculture a bassorilievi, che rappresentano le figure di un soldato romano, un uomo con una grande palma in mano, agnelli e serpenti, ma soprattutto per i trafori e i ricami delle cornici. La chiesa conserva, all'interno, una statua lignea di San Giovanni del quindicesimo secolo. 
Il patrono di Orotelli, San Giovanni Battista, viene festeggiato due volte all'anno, il 24 giugno, giorno della sua nascita e il 29 agosto, giorno della decapitazione. La principale Festa di San Giovanni Battista è quella del 24 giugno, chiamata Festa di Santu Janne de lampadas, ossia Festa di San Giovanni di giugno, dato che Lampadas in Sardegna indica il mese di giugno. Si tratta di una Festa religiosa con una processione, sfilate nei costumi tradizionali, esibizioni a cavallo, gruppi folklorisitici e balli tradizionali. Importante anche la seconda Festa di San Giovanni Battista, ossia la Festa del 29 agosto, che si svolge con modalità analoghe, che prevedono il rito religioso, la processione nei costumi locali, esibizioni a cavallo, gruppi folklorisitici e balli tradizionali. Insieme alla chiesa, era stato edificato il Monastero dei Benedettini del quale rimane però, sul lato nord della chiesa, soltanto il portale, con arco a tutto sesto, ora completamente restaurato. Questo portale dava accesso al monastero e delimitava anche l'antico Cimitero. Visita dei dintorni di OrotelliVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell'abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Orotelli, sono stati portati alla luce i resti dei nuraghi Aeddu, Calone, Cossu, Famanoi, lozzue, Ovorei, Piscapu, Sa Tanca 'e Sa Figu, tutti di tipologia indefinita. Nei dintorni di Orotelli è possibile riconoscere i resti di diversi villaggi, che sono stati abitati nel periodo medioevale per la presenza di numerose chiese che in essi sorgevano, e che oggi restano come chiese campestri. Nei dintorni di Orotelli sono, inoltre, presenti anche alcune rocce che si presentano come estremamente significative. 
Il piccolo nuraghe di Calone Dal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537, passiamo la frazione Mussinzua, fino a ritornare, dopo poco meno di tre chilometri, sulla SS129. Qui prendiamo una strada sterrata, che si muove come prosecuzione verso nord della SS537, e che, dopo aver percorso circa due chilometri, ci fa vedere, sulla sinistra della strada, a una certa distanza, il piccolo Nuraghe di Calone chiamato in lingua sarda Nurake Calone, di tipologia indefinita. Il piccolo nuraghe si trova sulla sommità di una altura di granito che domina, con la sua vegetazione, l'ingresso all'abitato di Orotelli.
I resti del nuraghe AedduDal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537, passiamo la frazione Mussinzua, e, dalla confluenza della SS537 sulla SS129, prendiamo quest'ultima sulla sinistra e, dopo circa 850 metri, prendiamo a destra una strada che si muove verso nord. La seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo, e, all'interno del parco Naturale Sa Serra incontrimo i resti del Nuraghe Aeddu un bel nuraghe di maggiori dimensioni, portato alla luce recentemente. 
Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita, che forse era un nuraghe complesso, trilobato, con la torre centrale che conserva un'altezza massima di un metro e novanta centimetri, e le torri secondarie, circondate da un bastione che le collega. Il nuraghe è visitabile anche all'interno, e conserva la tholos ancora integra. La chiesa di San Pietro Apostolo di Oddini Dal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537, passiamo la frazione Mussinzua, e, dalla confluenza della SS537 con la SS129, prendiamo quest'ultima sulla sinistra e, percorsi circa quattro chilometri, svoltiamo a sinistra. Dopo poco più di dieci chilometri, troviamo sulla destra della strada, nella campagna, la piccola Chiesa campestre di San Pietro Apostolo di Oddini che è stata edificata nel tredicesimo secolo, e che una volta apparteneva all'omonimo piccolo villaggio di Oddini. Il 29 giugno di ogni anno, presso questa chiesa campestre, si celebra la Festa di San Pietro di Oddini, per la quale, dopo il rito religioso, viene offerto il pranzo a tutti i partecipanti.
La chiesa di Nostra Signora di Sinne Dal centro di Orotelli, prendiamo verso ovest il corso Vittorio Emanuele, che esce dall'abitato con il nome di SS537 per portarsi, poi, verso sud. Dopo circa due chilometri troviamo una stradicciola sulla destra che ci porta in campagna, alla Chiesa campestre di Nostra Signora di Sinne che si trova in una vallata ricca di olivastri e di macchie di lentischio. Edificata in forme gotiche nel quattordicesimo secolo nell'omonimo piccolo villaggio di Sinne, la chiesa è stata dedicata ai martiri Cristiani Ambiso e Ampilo, uccisi nel 304 dal preside romano di Turris Libisonis. Presso questa chiesa campestre, l'8 settembre, giorno della nascita di Maria madre di Gesù, viene celebrate la Festa della Madonna di Sinne, una Festa religiosa.
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, usciremo da Orotelli verso sud, sulla SS537, e quindi prenderemo la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese che ci porterà a Ottana il paese famoso per la chiesa di San Nicolò e per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Boes e Sos Merdules. |