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Ovodda paese noto per il suo Carnevale e per i suoi dintorni con i due menhir di Pedras Fittas


In questa tappa del nostro viaggio, seguendo verso nord la SS128 ci recheremo da Tiana a visitare Ovodda paese conosciuto per il suo Carnevale ed anche per la longevità dei suoi abitanti.

La Regione storica della Barbagia di Ollolai

La Regione storica della Barbagia di OllolaiLa Barbagia di Ollolai (nome in lingua sarda Barbàgia ’e Ollolai), chiamata anche Barbagia Superiore, è una Regione storica della Sardegna centrale. Durante il periodo giudicale ha fatto parte del Giudicato d’Arborea, nellla Curatoria della Barbagia di Ollolai, è stata poi degli Aragonesi, quindi del Ducato di Mandas. Ne fanno parte i comuni: Austis, Fonni, Dorgali, Gavoi, lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Teti e Tiana. Secondo molti, ed anche secondo noi, alla Barbagia di Ollolai apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, che è andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Secondo alcuni, alla Barbagia di Ollolai apparterebbero anche i comuni di Orani e Sarule, che noi attribuiamo, invece, al Nuorese, noto anche come Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti.

In viaggio verso Ovodda

Da Tiana riprendiamo la SS128 verso nord e, dopo meno di cinque chilometri, raggiungiamo il centro agricolo di Ovodda. Dal Municipio di Tiana a quello di Ovodda abbiamo percorso 4,9 chilometri.

Il comune chiamato Ovodda

Ovodda: veduta dell’abitatoOvodda-Stemma del comuneIl comune chiamato Ovodda (altezza metri 710 sul livello del mare, abitanti 1.521 al 31 dicembre 2021) è situata nella parte centrale della Provincia di Nuoro, alle pendici del Monte Concuso che fa parete della catena del Gennargentu, e si trova ai confini tra il Mandrolisai e la Barbagia di Ollolai, attraversata dalla SS128 Centrale Sarda. Il territorio Comunale comprende anche l’insediamento con popolazione non stabile di Taloro, ed il bacino artificiale del lago di Cucchinadorza, l’invaso artificiale diviso tra più comuni, che è il lago intermedio dei tre creati lungo il corso del fiume Taloro. Anche Ovodda, come Tiana, è oggetto di studi sulla longevità dei suoi abitanti: si pensi chesu una popolazione di poco meno di 1.700 abitanti, nel 2009 vivevano in buona salute ben cinque ultracentenari.

Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale

Area in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili.

Origine del nome

Non è chiara l’origine del nome del paese, che è verosimilmente legato a tutta una serie di nomi locali protosardi. Risultano, quindi, del tutto fantasiose le interpretazioni secondo le quali la denominazione deriverebbe dal fenicio Havoth, che indicava le ville o le campagne, o da Oboda, nome di una divinità che sarebbe stata adorata dagli Arabi.

La sua economia

Il settore primario è presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi, ulivi, viti e altri alberi da frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti estrattivo, alimentare, dei laterizi, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Assai modesta è la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete di maggior interesse turistico della zona, l’ambiente circostante, quali il vicino lago Cucchinadorza, e l’aria salubre, rappresentano una forte attrazione per gli amanti dell’escursionismo naturalistico.

Brevi cenni storici

I resti rinvenuti sul territorio di Ovodda dimostrano come il suo territorio sia stato già abitata in epoca preistorica. Durante il periodo medioevale, nell’undicesimo secolo il borgo è appartenuto al Giudicato di Arborea, dove è stato aggregato alla curatoria della Barbagia di Ollolai. Successivamente, conquistata dagli Aragonesi, è stata concessa in feudo ai Mandas, sotto la cui giurisdizione è rimasta fino al 1839, anno dell’abolizione del sistema feudale e del suo riscatto al demanio dello stato. Nel periodo repubblicano, del comune di Ovodda nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, da quella di Sassari in quella di Nuoro.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Ovodda

Ovodda-Sfilata ed esibizione della 'Associazione Sotziu de Ballu Oroholè di OvoddaA Ovodda sono attivi l’Associazione Culturale E Gruppo Folk Oleri, il Gruppo Folkloristico Sotziu de Ballu Orohole, oltre al Coro Polifonico di Ovodda. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare il bel costume tradizionale di Ovodda. Tra le pricipali principali feste e sagre che si svolgono a Ovodda si segnalano la manifestazioni del Carnevale, caratterizzate dal processo notturno e dalla messa al rogo del pupazzo che rappresenta il Don Conte Forru, responsabile di tutti i mali della comunità; il 23 aprile la Festa di San Giorgio, che è il Santo patrono del paese; il 29 giugno la Festa di San Pietro; la seconda domenica di luglio la Rassegna regionale delle Pariglie; il 15 agosto la Festa della Madonna dell’Assunta.

Il Carnevale di Ovodda con il fantoccio denominato don Conte Forru e con Sos Intintos

Ovodda: carnevale di Ovodda con don Conte  ForruCome molti altri centri della Barbagia di Ollolai, anche Ovodda è nota per il suo Carnevale. A Ovodda non esiste una vera e propria maschera tipica, ma si assiste al mascheramento in massa di tutti gli abitanti del paese, che dipingendosi il viso di nero con la fuliggine si trasformano in Sos Intintos. A differenza degli altri paesi sardi, in cui il Carnevale termina il martedì grasso, a Ovodda si conclude il giorno successivo, il mercoledi delle Ceneri, ossia il Su Mehuris de lessia, data che coincide con il primo giorno di Quaresima. Questo fa del Carnevale di Ovodda una Festa trasgressiva visto che per la chiesa, il mercoledì delle Ceneri è il giorno dedicato al digiuno e alla penitenza, esattamente l’opposto del Carnevale. Il culmine della Festa si raggiunge, appunto, il mercoledì delle Ceneri, quando un enorme fantoccio chiamato Don Conte Forru responsabile di tutti i mali della comunità, metà feudatario e metà prete, a simboleggiare il potere politico e quello religioso, viene portato da un carretto trainato da un asino per le vie del paese. Il fantoccio è costituito da uno scheletro di ferro imbottito di stracci. È bruttissimo, volgare ed osceno, in genere di sesso maschile, con evidenziati ed accentuati gli attributi sessuali, a volte anche con alcune caratteristiche ermafrodite. Viene accompagnato in processione da Sos Intintos, che si aggirano per le vie del paese e, mascherati con abbigliamenti fantasiosi, anneriscono con il nerofumo il volto di tutti i presenti. Tutte le persone che vogliono partecipare alla festa, col volto dipinto di nero, suonano, cantano, ballano e urlano, oltraggiandolo in ogni modo. Sarà alla fine processato la notte, impiccato e bruciato su un rogo e quindi gettato da un dirupo.

La Rassegna regionale delle Pariglie

La seconda domenica di luglio a Ovodda si svolge la Rassegna regionale delle Pariglie, con gare di abilità a cavallo e soprattutto le corse a Pariglia, ciascuna formata da due, tre o più cavalieri, che galoppano insieme facendo evoluzioni o esercizi in corsa, spesso in piedi sui cavalli. La difficoltà è legata soprattutto al fatto che i cavalli sardi vivono liberi e non sono addestrati a prove di abilità. Ciascuno di loro tende, quindi, a superare l’altro, il che rende estremamente difficile farli correre affiancati.

Visita del centro di Ovodda

Ovodda: una tipica abitazione del centro storicoEntriamo in Ovodda da sud provenendo da Tiana, con la SS128 che, all’interno del centro, assume il nome di via Vittorio Emanuele. L’abitato di Ovodda ha l’andamento tipico dei paesi di montagna, ed è stato interessato da una forte espansione edilizia. Bello il suo centro storico, nel quale si conservano antiche case dalla caratteristica architettura che presentano ampi cortili, un tempo utilizzati come deposito per le attrezzature da lavoro. Le strade, pavimentate a ciottoli, sono strette e si intersecano ripetutamente lungo tutto il centro storico, offrendo al visitatore scorci suggestivi e caratteristici.

Il Cimitero di Ovodda

Passato il cartello indicatore dell’abitato di Ovodda, percorsi meno di cento metri, prima di arrivare alle prime abitazioni, vediamo, alla destra della strada, l’ingresso del Cimitero di Ovodda.

La chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire

Percorsi seicento metri sulla via Vittorio Emanuele, prendiamo a sinistra la via Taloro, che ci porta nel centro storico di Ovodda e, in cento metri, ci porta a sinistra sulla via Trento. La seguiamo per un’ottantina di metri, poi prendiamo a sinistra ed arriviamo in uno slargo dal quale parte la via San Giorgio che, in settanta metri, ci porta in piazza San Giorgio, sulla quale si affaccia la settecentesca chiesa di San Giorgio Martire che è la chiesa parrocchiale di Ovodda. Edificata in stile aragonese, presenta una larga pianta con un’unica navata centrale, sulla quale si affacciano le cappelle laterali che sono aperte da arcate a sesto acuto. All’area presbiteriale si arriva attraverso un arco trionfale ad arco acuto. Il prospetto esterno è scandito da quattro lesene verticali, ed ospita al centro il portone d’ingresso sovrastato da un grande oculo circolare, mentre il terminale è concluso da un particolare fastigio modanato. Sul lato destro della chiesa si innalza il settecentesco alto campanile a sezione quadrata, con la parte superiore realizzata in pietra di granito alleggerita da monofore a tutto sesto, e da una cupoletta piramidale. All’interno della chiesa sono custoditi arredi sacri di grande rilevanza artistica e storica, come l’altare maggiore, il pulpito in marmo lavorato, la statua della Madonna Assunta, e soprattutto la scultura in legno di San Pietro.

Ovodda: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire Ovodda: chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire: campanile

A Ovodda, presso questa chiesa, il 23 aprile di ogni anno si celebra la Festa di San Giorgio, che è il Santo patrono del paese, con cerimonie religiose e manifestazioni civili.

Il Municipio di Ovodda

Arrivati nel centro storico di Ovodda con la via Taloro, in cento metri prendiamo a destra la via Trento, poi a sinistra la via Sassari, e, dopo meno di trenta metri, al civico numero 4, arriviamo all’edificio nel quale si trovano la sede e gli uffici del Municipio di Ovodda.

Il Campo da Calcio di Ovodda

Ritornati indietro lungo la via Sassari, svoltiamo a sinistra e imbocchiamo la via Trento, poi, dopo sessanta metri, svoltiamo a sinistra in via Puddu, che seguiamo per poco più di un chilometro al di fuori dall’abitato, verso est. Qui troviamo sulla destra il Campo da Calcio di Ovodda.

Visita dei dintorni di Ovodda

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di ovodda sono stati portati alla luce i due menhir di Pedras Fittas; ed anche dei Nuraghi Campus, Finonele, Gasola, Istedorro, Nieddio, Osseli, tutti di tipologia indefinita. Ci si trova anche il bacino artificiale di Cucchinadorza.

La chiesa campestre di San Pietro Apostolo

Ovodda: chiesa campestre di San Pietro ApostoloDal Municipio di Ovodda torniamo indietro sulla via Sassari, poi prendiamo a destra, verso sud est, la via Santa Maria, la seguiamo per circa cento metri e prendiamo verso sinistra la via Vittorio Emanuele, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SS128. Usciamo da Ovodda in direzione nord est sulla SS128 che porta a Gavoi, la seguiamo per quasi cinque chilometri e duecento metri, poi prendiamo a sinistra una strada a traffico limitato che, in poco più di cento metri, ci porta al parco di San Pietro, all’interno del quale si trova la chiesa campestre di San Pietro Apostolo. Era, anticamente, la chiesa del villaggio di Oleri, uno dei tanti villaggi che sono stati abbandonati a seguito delle pestilenze che hanno spopolato la Sardegna nel quattrocento. Di questa chiesa si parla in un documento della cancelleria giudicale di Arborea del 1473, redatto in lingua sarda, in cui si riferisce della presenza a Oleri di Leonardo de Alagon, Marchese di Oristano. I terreni del villaggio abbandonato erano sfruttati dagli abitanti di Gavoi e Ovodda ma nessuno pagava le imposte dovute, ma a seguito del suo intervento i vassalli giurarono quindi riprendere i versamenti de Su Feu, e il Marchese divise i terreni di Oleri creando nuovi confini tra Ovodda e Gavoi, alla presenza di numerosi testimoni dei villaggi vicini. Il Marchese stabilì anche che i due paesi, adanni alterni, avrebbero dovuto onorare la serata di San Pietro il 28 giugno, che precede la ricorrenza della Festa di San Pietro Apostolo il 29 giugno. Dai primi anni del novecento ed ancora oggi la serata viene organizzata da S’Operaria, costituita da dodici famiglie di Ovodda che si alternano.

I due menhir di Pedras Fittas

Ritornati sulla SS128 in direzione di Gavoi, la seguiamo per poco più di quattro chilometri e mezzo. Nell’ultimo tratto la strada costeggia il lago di Gusana, ed arriviamo sul ponte Aratu, che permette di attraversare appunto il lago. Prima di imboccare il ponte, prendiamo sulla destra la stretta strada che costeggia il rio Aratu, fino ad arrivare, dopo quasi quattro chilometri, in un pianoro, dove, a una distanza di una cinquantina di metri l’uno dall’altro, si trovano i due Menhir di Pedras Fittas residui di un antico impianto religioso risalente al Neolitico.

Il bacino artificiale di Cucchinadorza

Ovodda-lago CucchinadorzaDal centro di Ovodda prendiamo la via Taloro, che esce dall’abitato in direzione nord ovest e porta in direzione del lago Cucchinadorza. Dopo quattro chilometri e mezzo, arriviamo a una svolta ad U, proseguiamo sulla strada che avevamo seguito fin qui lasciando sulla sinistra il lago e, dopo poco più di tre chilometri, arriviamo al villaggio Enel di Taloro. Il Lago artificiale di Cucchinadorza è l’invaso artificiale intermedio dei tre creati lungo il corso del fiume Taloro, ed è ripartito fra il territorio Comunale di Teti nel suo lato occidentale, dove si trova la diga di Cucchinadorza sul Taloro che costituisce appunto l’invaso, il territorio di Ovodda in quello orientale, e quello di Ollolai a nord. L’invaso di Cucchinadorza ha una capacità utile di circa 18milioni di metri cubi di acqua, ad uso idroelettrico, ed è stato realizzato tra il 1972 e il 1978 utilizzando per il suo primo salto il dislivello esistente tra il lago artificiale di Gusana, il primo invaso artificiale sul fiume Taloro a 642 metri di altezza nel comune di Gavoi, e quello di Cucchinadorza, a 348 metri. L’impianto idroelettrico del Taloro è reversibile, cioè viene anche utilizzato, oltre che per pompare, in condizioni normali, l’acqua da quello superiore a quello inferiore, anche per pompare l’acqua dal lago a quota inferiore a quello a quota superiore, accumulando così l’energia elettrica sotto forma di energia potenziale. Il secondo salto dell’impianto del Taloro porta dal lago Cucchinadorza al lago di Benzone, a 151 metri tra il territorio di Austis e quello di Olzai, ed il terzo salto porta da quest’ultimo al lago Tirso, a 107 metri di altezza.

La chiesa campestre del villaggio Enel di Taloro sul lago di Cucchinadorza

Ovodda: chiesa del villaggio Enel di TaloroIl Villaggio Enel di Taloro è uno dei tre villaggi Enel legati alle centrali idroelettriche delle dighe sarde. Come gli altri, è stato abbandonato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 del novecento. A partire dagli anni ’60 questo villaggio, che era dotato di una Scuola e di un cinema, ha ospitato le famiglie dei tecnici e dei funzionari che lavoravano alla costruzione della centrale idroelettrica del Taloro. All’interno del villaggio abbandonato si trova anche quella che era la chiesa del villaggio Enel di Taloro che accoglieva per le cerimonie religiose i tecnici presenti nel villaggio e le loro famiglie.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio da Ovodda, passato il lago di Gusana, seguiremo verso nord la SS128 e ci recheremo a visitare Gavoi una delle cittadine in Sardegna a cui il Touring Club Italiano ha assegnato la Bandiera Arancione ossia il marchio di qualità turistico ambientale, paese famoso per il suo Carnevale e per la produzione di alcuni tra i più antichi strumenti musicali della Sardegna.


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