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La Sardegna, una delle più ambite mete del turismo internazionale, è la regina del mare pulito


In questa pagina descriviamo le Caratteristiche della Sardegna una delle più ambite mete del turismo internazionale, che può essere considerata a tutti gli effetti la regina del mare pulito.

La Sardegna

Il nome della Sardegna deriva, secondo una leggenda, dalla sua forma, se si guarda, infatti, l’isola dall’alto, si vede che sembra quasi un sandalo. Una leggenda racconta che Dio, dopo avere creato il continente, avendo ancora nella bisaccia dei massi e un poco di terra, avrebbe gettato il tutto in mezzo al mare, e poi avrebbe calpestato il tutto con il piede, dando a questa terra, appunto, la forma del suo sandalo, perciò uno degli antichi nomi della Sardegna è Sandalia dal greco Sandalyon (ossia Σανδάλιον), che significa sandalo. Un altro nome della Sardegna è Ichnusa che deriva dal greco Hyknusa o Ichnussa (ossia Ι&chiνούσσα), di cui però non si è riusciti a dare un significato preciso.

Con la sua Superficie di 24.090 chilometri quadrati, pari all’8% del territorio italiano, la Sardegna è la seconda isola del Mediterraneo per superficie, dopo la Sicilia, ed è la terza Regione d’Italia come dimensioni, dopo la Sicilia ed il Piemonte. I suoi Abitanti sono 1.663.286 nel 2014, e costituiscono circa il 2,8 % della popolazione italiana. Ha una densità di popolazione di circa 69 abitanti per chilometro quadrato, e si posiziona al terzultimo posto come densità fra le regioni italiane, preceduta solo dalla Valle d’Aosta con 37 e dalla basilicata con 60 abitanti per chilometro quadrato. La Sardegna, escludendo il Molise, presenta il più basso tasso di natalità d’Italia, pari solo a quello della basilicata e poco inferiore a quello del Friuli Venezia Giulia e del Piemonte.

Con la legge legionale n. 9 del 12 luglio 2001, le Province erano diventate da quattro ad otto: Cagliari, Carbonia e Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia e tempio, Oristano, Sassari. Di queste nuove province verrà, successivamente, sancita, dagli elettori sardi, l’abolizione, in seguito all’esito dei referendum abrogativi regionali che si sono tenuti nel 2012. Oggi le province sono cinque, ossia le province di Sassari, Oristano, sud Sardegna e Nuoro, alle quali si aggiunge la città metropolitana di Cagliari. I suoi Comuni sono 377, e vanno dal più grande, Cagliari, con 154.249 abitanti nel 2014, al più piccolo, che è Baradili, che di abitantii ne ha solo 83 ed è il meno popoloso della Sardegna e uno dei meno abitati in Italia.

Le principali carattristiche della Sardegna

La SardegnaLa Sardegna si trova nel Mediterraneo occidentale, in una posizione intermedia tra Italia, Francia, Spagna e la costa africana. Dista appena 12 chilometri dalla Corsica,120 dalla Toscana e 185 dalla costa africana. Situata tra 38°51’52" e 41°15’42" di latitudine nord, e tra 8°8’10" e 9°50’8" di longitudine est da Greenwich, si affaccia sul mar Tirreno a est e a sud, sul mare di Sardegna a ovest, mentre a nord uno stretto braccio di mare, chiamato Bocche di Bonifacio, la separa dalla Corsica. La posizione geografica ne fa una Regione meridionale Dal punto di vista climatico, dato che presenta una condizione meteorologica temperata calda, anche se dal punto di vista culturale è da considerarsi una Regione del centro Italia avendo avuto contatti molto più frequenti con Genova e Pisa, e successivamente con il Piemonte, di quanti non ne abbia avuto con le regioni meridionali. E questo è testimoniato anche dal fatto che in Sardegna non esistono Mafia, Camorra e ’ndrangheta, mentre è esistito il Banditismo come reazione all’oppressione del potere sui suoi abitanti.

Una Regione Autonoma a Statuto Speciale

La specificità regionale della Sardegna viene in parte riconosciuta dalla Costituzione repubblicana del 1948, che la riconosce come Regione Autonoma a Statuto Speciale. Alle elezioni regionali del febbraio 2014, è risultato eletto come presidente della Regione, al primo turno, Francesco Pigliaru, del Partito Democratico, con l’appoggio dei partiti del centro sinistra.

La Sardegna è la Regione più longeva del mondo

La Sardegna è in percentuale, tra centenari e abitanti, la Regione più longeva del mondo ed il National Geographic, capeggiato dal giornalista esploratore Dan Buettner, divulgatore del concetto di Blue Zone, le cosiddette zone blu, la ha inserita tra le cinque aree del mondo con la più alta concentrazione di centenari, con Okinawa in Giappone, loma linda in California, Nicoya in Costarica, Ikaria in Grecia. Nell’isola sono costantemente in vita 370 persone che hanno più di 100 anni, e per quando concerne i supercentenari, ossia chi ha superato i 110 anni, in essa abita circa il 14% dei supercentenari certificati in tutto il mondo. Nell’isola si vive più a lungo nel centro, in particolare in quattordici comuni, che sono Fonni, Gavoi, Ollolai, Ovodda, Tiana, Mamoiada, Orgosolo, Oliena, Villagrande Strisaili, Arzana, Baunei, Triei, Talana e Urzulei.

Cinque borghi dove l’accoglienza è eccellente

La bandiera ArancioneSono cinque in Sardegna le cittadine a cui il Touring Club Italiano ha assegnato le Bandiere Arancioni ossia il marchio di qualità turistico ambientale, per essersi distinti per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. Si tratta di cinque località eccellenti dell’entroterra coinvolte: Aggius, Galtellì, Gavoi, Laconi e Sardara. Dalla Provincia di Sassari al Nuorese, dall’Oristanese al Medio Campidano.

La Sardegna, una delle più ambite mete del turismo internazionale

La grande varietà del paesaggio ed il clima mite in quasi tutti i mesi dell’anno, rendono la Sardegna Una delle più ambite mete del turismo internazionale. Affascinano, della Sardegna, non solo l’unicità del paesaggio e l’assoluta bellezza e varietà delle coste, ma anche i suoi tanti misteri. Non sappiamo molto di chi ha edificato gli oltre 7000 Nuraghi che ancora oggi vediamo nell’isola. La prima sensazione che si prova, quando ci si arriva, è di trovarsi in un altro mondo, nel quale ancora si conservano cultura, costumi e tradizioni tanto diversi da quelli cui siamo abituati. Non v'è in Sardegna quel che v'è in Italia, ne v'è in Italia quel che v'è in Sardegna, scriveva un secolo fa un padre gesuita arrivato dal Piemonte per insegnare all’università di Sassari. E lo scrittore David Herbert Lawrence, che nei primi del novecento girò tutta l’Italia spesso a piedi, arrivato in Sardegna ne rimase tanto entusiasta da dedicarle il suo libro Sea and Sardinia, nel quale scrisse: La Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia. Anche a noi, oggi, dopo tanto tempo, viene spontaneo domandarci se siamo ancora in Italia, o se non ci si trovi in un altro mondo, forse addirittura in un altro continente.

La Sardegna è la regina del mare pulito

Come ogni anno, all’uscita delle Vele assegnate da legambiente e delle Bandiere Blu distribuite dalla Filiale Italiana della Federazione Europea dell’Ambiente, c’è chi si chiede quale sia la differenza fra le due iniziative.

L’assegnazione delle Vele da parte di legambiente e della sua Goletta Verde

Legambiente Ha deciso da anni di associare, ai dati statistici degli organi ufficiali, un controllo diretto sul posto delle situazioni delle diverse località, realizzato dalle strutture locali e regionali dell’associazione e dalle equipe di tecnici quale ad esempio la Goletta Verde, per fornire una guida turistica ed ambientale della quale si assume la piena responsabilità. Per legambiente la Sardegna è la regina del mare pulito. Nel 2017 l’isola si conferma al primo posto in Italia per la balneabilità delle sue acque: ben 5 comprensori su 15 che hanno ricevuto le cinque Vele in Italia, sono in Sardegna.

Cinque VeleIl massimo riconoscimento, ossia quello delle Cinque Vele è stato ottenuto dalle coste del: comprensorio della Gallura e parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, nel quale si trovano le costiere di Arzachena, Palau, la Maddalena, Santa Teresa di Gallura; comprensorio della Planargia, nel quale si trova la costiera di Bosa; comprensorio del litorale di Chia, nel quale si trova il litorale di Domus de Maria; comprensorio di Baunei, nel quale si trova la costiera di Baunei; il comprensorio della Baronia di Posada, nel quale si trovano la costiera del Siniscola e quella di Posada.

Quattro VeleSono state assegnate Quattro Vele alle coste del: comprensorio del Golfo dell’Asinara, Costa nord occidentale dell’isola e parco Naturale dell’Asinara, con le coste di Castelsardo, di Aglientu, di Stintino; comprensorio del Golfo di Oristano ed area Marina Protetta della penisola del Sinis, con la costiera di Cabras; comprensorio della Costa Verde e Buggerru, con le costiere di Arbus e di Buggerru; il comprensorio della Costa sud ovest ed Isole Sulcitane, con la costiera di Sant’Antioco, di Calasetta, di Carloforte, di Sant’Anna Arresi, di Teulada; comprensorio del litorale di Pula, con la costiera di Pula; il comprensorio del Golfo degli Angeli, parco Molentargius ed area Marina Protetta di Capo Carbonara, con le costiere di Quartu Sant’Elena e di Villasimius; comprensorio del Golfo di Orosei, nel quale si trovano le costiere di Dorgali e di Orosei.

Tre VeleInoltre sono state assegnate Tre Vele alle coste del: comprensorio di Golfo di Olbia, Costa nord orientale e area Marina Protetta di Tavolara, con le costiere di Olbia, Golfo Aranci, San Teodoro, Budoni; comprensorio di Costa algherese, parco di Porto Conte ed area Marina Protetta di Capo Caccia, con la costiera di Alghero; comprensorio della Sardegna sud Orientale, con le costiere di Castiadas, Muravera, Villaputzu; comprensorio dell’Ogliastra, con le costiere di Tortolì e Barisardo. Nessun comprensorio ha ottenuto, come riconoscimento della sua balneabilità, solo due Vele o solo una Vela.

Sos Goletta VerdeLo stato di salute del mare sardo è ottimo e, a differenza di quanto avviene in altre regioni, fare il bagno è sicuro quasi ovunque. Si è avuta, infatti, anche per quanto riguarda l’Inquinamento del mare una conferma positiva per Sardegna, la Regione d’Italia con il mare più pulito, dove, nel 2018, erano stati individuati sette campioni inquinati su 433 chilometri di costa, che nel 2020 si sono ridotti a solo quattro campioni inquinati. É stata rilevata fortemente inquinata ad Alghero, in località San Giovanni, la foce del corso d’acqua presso via Garibaldi; fortemente inquinata a Valledoria, in località San Pietro a mare, la foce rio Cuggiani; fortemente inquinata a Quartu Sant’Elena, in località Foxi, la foce del rio Foxi. Ed è stato rilevato parzialmente inquinato a Quartu Sant’Elena, in località S’Oru e Mari, un punto in mare nei pressi di via Maiorca.

L’assegnazione della Bandiera Blu da parte della federazione Europea dell’Ambiente

La Federazione Europea dell’Ambiente basa, invece, le sue valutazioni solo su dati forniti dagli organi ufficiali e sui questionari autocertificati dalle autorità locali. Tra i requisiti riChiesti, però, non c'è solo la qualità delle acque, che in Sardegna si riscontra praticamente ovunque, ma anche la sicurezza della spiaggia, la qualità dei servizi e lo sviluppo sostenibile della località interessata. Per rientrare nella sua classifica, la federazione pretende che i comuni costieri effettuino almeno dodici prelievi durante l’anno, senza tenere conto che i comuni con le acque di balneazione più pulite possono dimezzare questo numero di prelievi, così come previsto dalla normativa italiana, in base alle indicazioni della normativa europea. Questo fa si che vengano esclusi dalla classifica oltre duemila chilometri di costa, che sono concentrati prevalentemente in Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Toscana.

La bandiera BluIn Sardegna, ciò nonostante, per il 2018 molte località possono vantare il riconoscimento della Bandiera Blu e sono le seguenti località. La Maddalena, dove si consigliano la spiaggia di Spalmatore, la spiaggia di Porto Massimo, la spiaggia dei Monti d’Arena, la spiaggia di Bassa Trinità, la spiaggia di Punta Tegge. Caprera, dove si consigliano la spiaggia dei Due Mari, la spiaggia del relitto. Santa Teresa Gallura, dove consigliano la spiaggia di Rena Bianca, la spiaggia di Rena di Ponente, la spiaggia di Zia Culumba, la spiaggia di Santa Reparata. Castelsardo, dove si consigliano la spiaggia del Sacro Cuore chiamata anche spiaggia di Ampurias, la spiaggia della Madonnina chiamata anche spiaggia di Stella Maris. Sorso, dove si consiglieno la spiaggia della Marina alla quale si accede con il settimo pettine, e la spiaggia di Marina di Sorso nella parte compresa tra il quarto ed il quinto pettine. Sassari, dove si consigliano la spiaggia di Porto Ferro, e la spiaggia di Porto Palmas. Trinità d’Agultu e Vignola, dove si consiglaino la spiaggia de la Marinedda, e la spiaggia lunga dell’Isola Rossa. Oristano, dove consiglia la spiaggia di Torre Grande. Palau, dove consigliano il litorale di fronte allo stagno delle Saline, la spiaggia dell’Isolotto, la spiaggia di Palau Vecchio, la spiaggia de la Sciumara, le spiagge di Porto Pollo e dell’isola dei Gabbiani, le spiagge alla foce del fiume liscia. Badesi, dove si consigliano la spiaggia di li Junchi, le spiagge di li Mindi e di Lu Stangioni, le spiagge di Pirotto li Frati e di Baia delle Mimose. Teulada, dove si consigliano la spiaggia delle Sabbie Bianche, la spiaggia di Porto Tramatzu, la spiaggia di Tuaredda. Quartu Sant’Elena, dove consigliano la spiaggia del Poetto di Quartu Sant’Elena, e la spiaggia di Mari Pintau. Barì Sardo, dove si consigliano la spiaggia di Torre di Barì, la spiaggia di Bucca ’e Strumpu, la spiaggia di Planargia, la spiaggia di Cea. Tortolì, dove consiglie la spiaggia di Porto Frailis, la spiaggia del lido di Orrì, la spiaggia di Foxi lioni, a spiaggia di Muxì detta anche spiaggia del Golfetto, a spiaggia di Ponente detta anche spiaggia della capannina.

Ben cinque spiagge sarde nella Top 20 nazionale di TripAdvisor

TripAdvisorSulla base della qualità e quantità delle recensioni e del giudizio attribuito dai suoi viaggiatori su TripAdvisor sono stati decretati i vincitori dei TripAdvisor Travelers’ Choice Beaches Awards 2017, e la Sardegna si conferma la Regione con il maggior numero di spiagge premiate a livello nazionale. Sono in Sardegna cinque delle dieci spiagge più belle d’Italia, secondo la classifica 2017 del portale di viaggi Tripavisor. Al secondo e al terzo posto nelle preferenze dei viaggiatori del sito si piazzano Cala Mariolu e Cala Golortzè a Baunei, la Pelosa di Stintino è quinta, Porto Giunco a Villasimius sesta, e chiude al decimo posto Is Aruttas a Cabras.

Chiunque al mondo, prima di morire, dovrebbe fare una nuotata nelle acque della Sardegna

Il sito www.therichest.com, specializzato in classifiche tipo i più ricchi al mondo, gli attori più pagati, le isole più esclusive, gli yacht più costosi e chi più ne ha più ne metta, pubblica 15 Clearest Waters In The World To Swim In Before You Die ovvero le 15 acque più limpide del mondo dove nuotare prima di morire, la classifica dove compare tra gli altri il mare della Sardegna. Un bel complimento e una bella pubblicità che le acque limpide della Sardegna condividono con le acque di mari e laghi di altre quattordici località del mondo-inapacan Island a Palawan nella Filippine, le Maldive, Peyto lakein Canada, Crater lake nell’Oregon, Isla Holbox in Messico, Cayos Cochinos in Honduras, rio Azul in Argentina, Playa Blanca in Colombia, Bodrum in Turchia, la Valle Verzasca in Svizzera, Pupu Springs in Nuova Zelanda, Wineglass Bay in Australia, Belo Sur Mer in Madagascar, Marsa Matrouh in Egitto. Così commenta, sotto l’immagine dedicata alla Sardegna, il sito: Una bella isola del Mediterraneo al largo della costa occidentale d’Italia, la Sardegna è conosciuta per le sue spiagge mozzafiato e viste sbalorditive delle montagne e dei mari. Visitando la Sardegna si prendono due piccioni con una fava. È possibile riviverne la storia visitando le antiche strutture di alcune città e paesi. E, naturalmente, c'è l’acqua per rinfrescarsi e rinvigorire! le isole sono rimaste incontaminate dal turismo commerciale e sono considerate gioielli del Mediterraneo.

Il clima in Sardegna

La Temperatura media Annuale oscilla tra i 14 e i 20°C. Durante l’inverno la temperatura difficilmente supera gli 8°C, anche se nelle zone montuose può scendere al di sotto dello zero. Il mese più freddo è gennaio. In primavera si registrano temperature medie tra i 13 ed i 14°C, in estate arrivano in media a circa 30°C e negli altopiani all’interno si toccano punte di oltre 40°, con una forte umidità. Il mese più caldo all’interno è luglio, mentre sulla costa è agosto.

La quantità Media annua di pioggia Che cade sulla Sardegna è assai scarsa, soprattutto se confrontata con quella delle altre regioni d’Italia. Le precipitazioni si concentrano principalmente nelle zone nord occidentali, sono sporadiche e spesso a carattere temporalesco. I periodi maggiori precipitazioni sono la fine dell’autunno, novembre, dicembre e l’inizio della primavera. Non piove quasi mai a giugno e d’estate. I mesi più asciutti sono luglio e agosto. D’inverno le precipitazioni nelle località montuose assumono a volte carattere nevoso, le nevi si sciolgono però durante la stagione estiva impedendo il formarsi di ghiacci perenni.

Una caratteristica peculiare della Sardegna è la Presenza quasi costante di venti tanto che lungo le strade capita spesso di vedere gli alberi piegati a volte quasi fino a terra. La ventosità fa delle coste della Sardegna una delle mete preferite da velisti e surfisti. Il vento che soffia con maggior frequenza è il Maestrale, corrente fredda che soffia con violenza da nord ovest soprattutto durante il periodo invernale, quando sulla costa occidentale arrivano anche il Ponente e il Libeccio. Nel mese di giugno la Tramontata e il Grecale lasciano il cielo limpido e sereno per lunghi periodi. D ’estate, oltre all’immancabile Maestrale, soffia spesso anche lo Scirocco, il vento caldo che arriva da sud est, che proviene originariamente asciutto dai deserti africani e, attraversando il Mediterraneo, si carica di umidità, portando quindi aria calda umida. Meno frequente è il Levante, che arriva sulla costa orientale ancora fresco ed abbastanza umido, ma superati i rilievi scende caldo sul versante occidentale dove provoca spesso notevoli danni alle colture.

Il forte vento che caratterizza l’isola, rende facile il propagarsi degli Incendi boschivi. Come in tutta Italia, anche in Sardegna si verificano in numero sempre maggiore i roghi, Giudicati per la massima parte dolosi. Peranni si è avuta una continua progressiva riduzione del numero di incendi, anche grazie alle norme che vietano di concedere l’edificabilità sulle aree incendiate ed impongono necessariamente il loro rimboschimento. La normativa è stata ulteriormente migliorata, imponendo che il reimpianto debba avvenire esclusivamente con vegetazione autoctona.

Consorzio ARPAIl Dipartimento Specialistico regionale Idrometeoclimatico della Sardegna fornisce le previsioni meteorologiche ed il bollettino del mare, costantemente aggiornati e validi per le diverse zone dell’isola e per l’intera Sardegna. Si rimanda al suo sito per tutte le informazioni utili ai visitatori dell’Isola.

L’origine geologica della Sardegna e la comparsa dell’uomo sull’isola

Pur essendo, come tutta l’Italia, relativamente giovane, la Sardegna conserva in se la storia di eventi geologici molto antichi.

Il Paleozoico o era Primaria

L’origine geologica della sardegna: il paleozoicoLe prime formazioni rocciose dell’isola risalgono al periodo Paleozoico o Era Primaria una delle più importanti divisioni della scala dei tempi geologici, che costituisce una delle quattro ere geologiche tradizionali. L’Alto Paleozoico si sviluppa tra i 542 ed i 416 milioni di anni fa. Al suo primo periodo denominato Cambriano, risalgono in Sardegna rocce arenarie e scisti argillosi, che si trovano nel Sulcis. Ad essi si sono aggiunte, nei successivi periodi Ordoviciano e Siluriano, formazioni calcaree e dolomie, ossia rocce di dolomite, un particolare tipo di calcare dal colore grigio-Rosato. Arriviamo quindi, tra i 416 ed i 251 milioni di anni fa, al Basso Paleozoico. Nel suo primo periodo, il Devoniano, detto anche Carbonifero Inferiore, gli sconvolgimenti vulcanici determinano la fuoriuscita di notevoli masse di magma; alle quali si vengono ad inserire, nei successivi periodi Carbonifero e Permiano, intrusioni di graniti. Queste fuoriuscite di magma con le intrusioni di graniti vengono a costituire la struttura rigida dell’isola in tutta la sua parte orientale, e nell’estremo nord-occidentale, da Capo Caccia fino a Stintino e all’Asinara.

Il Mesozoico o era Secondaria

L’origine geologica della sardegna-MesozoicoNel Mesozoico o Era Secondaria detta anche era dei rettili, che va da 251 a 65,5 milioni di anni fa e vede la prima comparsa dei mammiferi, affiorano calcari bianchi, argilliti, calcari marnosi e marne di colore rosso, particolarmente nella parte centro-orientale dell’Isola. Nel periodo intermedio del Mesozoico, chiamato periodo Giurassico, che si sviluppa tra il Cretacico ed il Triassico, inizia un’era caratterizzata dalle molte sedimentazioni che generano ampie zone pianeggianti o in leggero pendio. Si tratta in particolare del Campidano, che si sviluppa dal golfo di Cagliari a quello di Oristano, della Nurra tra il golfo dell’Asinara e Alghero, dell’estremo occidentale del Sulcis, fino all’isola di Sant’Antioco.

Il Cenozoico o era Terziaria

L’origine geologica della Sardegna: cenozoicoIl Cenozoico o Era Terziara detta anche era dei mammiferi, che va da 65,5 fino a 2 milioni e mezzo di anni fa, è caratterizzato da grandi sconvolgimenti vulcanici o più probabilmente dal precipitare di un enorme asteroide vicino alla penisola di Yucatan, in Messico, con una forza superiore di un miliardo di volte alla bomba atomica sganciata su Hiroshima, che ha creato un cratere di cento chilometri di diametro. L’effetto più devastante è il lanciò di detriti e polveri nell’atmosfera, che oscurano completamente il sole e creano un inverno globale. Il crollo della temperatura uccide tutti i rettili a sangue freddo - è il periodo della scomparsa dei dinosauri - mentre alcuni piccoli mammiferi riescono a sopravvivere ed aprono la strada all’evoluzione degli esseri umani. Questi sconvolgimenti determinano anche l’originarsi del corrugamento alpino ed appenninico e, per quanto riguarda la Sardegna, il distacco dell’isola dal continente. Nel Primo Cenozoico che comprende il Paleocene, l’Eocene e l’Oligocene, gli sconvolgimenti vulcanici detreminano il formarsi di rocce di andesite e di ignimbrite, ossia pioggia di fuoco; si tratta di rocce effusive compatte che si localizzano nell’area nord occidentale dell’Isola. Nel Secondo Cenozoico che comprende il Miocene ed il Pliocene, si assiste al deposito di marne, arenarie, rocce calcaree e conglomerati, soprattutto nel Sassarese e nell’area subito a nord dell’attuale Campidano.

Il Neozoico o era Quaternaria con le prime tracce dell’uomo in Sardegna

L’origine geologica della sardegna-NeozoicoMa solo con il Neozoico o Era Quaternaria iniziato 2 milioni e mezzo di anni fa e nel quale tuttora viviamo, ulteriori emersioni portano alla saldatura delle masse più antiche dando all’isola, anche in conseguenza del distacco della Corsica, la sua forma attuale. Il Neozoico si può distinguere in due periodi, il Pleistocene e l’Oligocene. Gli uomini si sono evoluti nella loro forma attuale nel Pleistocene durante il quale si ha, dal punto di vista dell’evoluzione umana, il periodo denominato Paleolitico. All’inizio del Pleistocene, si sviluppa il Paleolitico Inferiore che termina 120mila anni fa. All’inizio del Paleolitico Inferiore sono ancora presenti il Paranthropus ed altri antenati dell’uomo, ma durante il Paleolitico Inferiore spariscono, e la sola specie ominide trovata nei reperti fossili è l’Homo Erectus. Il primo sardo del quale si era avuta certezza è stato per molto tempo considerato l’uomo chiamato Nur, in memoria del mitico primo abitante sardo, che sarebbe vissuto tra i 300mila ed i 250mila anni fa, ma che non è praticamente esistito. Invece, gli unici reperti che testimoniano la presenza umana in Sardegna sono alcune schegge in selce e quarzite lavorate databili oltre 120mila anni fa. L’ipotesi più verosimile, per quanto riguarda l’arrivo dell’uomo nell’isola, è quella di una migrazione dal continente al seguito dei grandi carnivori, che vi avrebbe portato un ominide con caratteristiche intermedie fra l’Homo Erectus e l’Homo Neanderthalensis. Forse era un cacciatore nomade, che comunque conosceva il fuoco. Il Medio Paleolitico che inizia 120mila e termina 35mila anni fa, ha visto apparire un nuovo tipo di uomo, l’Homo Sapiens, ed in particolare l’Homo Neanderthalensis. L’espansione demografica in Sardegna avviene tra il Medio Paleolitico ed il Paleolitico Superiore, tra 78mila e 27mila anni fa; da dove, poi, la popolazione sarebbe passata in Corsica, quando le due isole erano ancora unite, tra 42mila e 14mila anni fa. Il Paleolitico Superiore inizia 35mila anni fa, durante la fase finale dell’ultima glaciazione detta del Wurm, e termina circa 11mila anni fa, in coincidenza con il riscaldamento del clima che segna la fine dell’epoca glaciale. In questo periodo compare l’Homo Sapiens Sapiens, l’uomo moderno, che in breve sostituisce l’Homo Neanderthalensis. Al Paleolitico Superiore in Sardegna vengono fatti risalire alcuni resti di ossa di cervo con evidenti segni di combustione e lavorazione. L’Oligocene iniziato 11mila anni fa al termine delle glaciazione di Wurm, ossia dell’ultima era glaciale, ed ancora in corso, è stato caratterizzato dal sollevamento delle catene montuose e da un clima caldo. Nell’Oligocene si hanno, dal punto di vista dell’evoluzione umana, i periodi denominati Mesolitico e Neolitico. Il Mesolitico è caratterizzato dalla scheggiatura della pietra per farne uno strumento utile alla caccia. Alla fine del Mesolitico, che termina 6mila anni fa, risalgono in Sardegna antichi frammenti ossei umani dopo Nur, si tratta del più antico ritrovamento di ossa umane in Sardegna. Il successivo periodo Neolitico è quello nel quale la pietra non viene più scheggiata ma levigata per diventare uno strumento tagliente, e nel Neolitico anche la Sardegna comincia ad essere abitata stabilmente da una popolazione che abita in grotte naturali o in altri ripari sotto la roccia.

Lo sviluppo della civiltà in Sardegna a partire dal Neolitico fino ai giorni nostri

É durante il Neolitico che si viene a sviluppare la civiltà in Sardegna. Nel Neolitico Antico tra il 6000 ed il 4700 avanti Cristo, si sviluppa la facies culturale di su Carroppu, ed, alla fine del Neolitico Antico, la facies culturale della Grotta Verde e quella di Filiestru. Nel Neolitico Medio tra il 4700 ed il 4200 avanti Cristo, la Cultura di Bonu Ighinu, e nel Neolitico Recente tra il 4200 ed il 4000 avanti Cristo, la facies culturale di San Ciriaco. Il Neolitico Finale tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo, è il periodo nel quale si sviluppa la Civiltà di San Michele di Ozieri, la prima grande civiltà sarda, e con essa il fenomeno del Megalitismo. Nell’Eneolitico Iniziale arriva dal Medio Oriente la metallurgia con la lavorazione del rame, che porta alla sconfitta degli uomini di Ozieri, e si vive la loro fase finale definita cultura Sub-Ozieri. L’Eneolitico Medio vede lo sviluppo delle culture di Abealzu e Filigosa, l’Eneolitico Recente la Cultura di Monte Claro e nell’Eneolitico Finale arriva, come in tutto il resto dell’Europa, la cultura del Vaso Campaniforme. Successivamente, all’inizio dell’Età del Bronzo si attribuiscono i resti della Cultura di Bonnanaro. Dalla Mesopotamia arriva, quindi, la metallurgia del Bronzo ed inizia l’epopea Shardana i quali portano una approfondita conoscenza della navigazione ed il culto delle acque, e probabilmente si determina una spartizione dell’Isola: la popolazione nativa, dai tratti somatici negroidi, si ritira all’interno mentre sulle coste si installano i nuovo arrivati, dai tratti spiccatamente semitici o indo-europei, che, alla guida dei Popoli del Mare, sconvolgeranno tutto il Mediterraneo orientale ed il territorio asiatico. L’Età del Ferro detremina la fine dell’epopea shardana. Poi nell’isola arriveranno i Fenici l’isola verrà in seguito occupata dai Cartaginesi e dai Romani. Dopo il crollo dell’impero Bizantino nel Medio Evo si assite a una nuova epopea, quella dei Giudicati sardi entità statuali autonome nate in Sardegna nel nono secolo, e perciò precursori dell’Italia dei comuni medioevali, che sono sorti nell’undicesimo secolo. Al termine del periodo giudicale l’isola viene occupata dagli Aragonesi e poi, dopo il dominio Spagnolo passa ai Savoia. Entra poi nel Regno d’Italia ed, in seguito, nella Repubblica Italiana. Alla preistoria ed alla storia della Sardegna sono dedicate apposite pagine.

La prossima pagina

Nella prossima pagina descriveremo quest’isola nella quale si trova un Territorio estremamente vario, come diverse sono le sue Coste in grado di soddisfare qualsiasi aspettativa.


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