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Sorgono capoluogo storico del Mandrolisai famoso per i duecento menhir presenti nel suo territorio


In questa tappa del nostro viaggio, riprenderemo da Tonara la SS295 verso ovest e ci recheremo a visitare Sorgono il paese dei duecento menhir, dove visiteremo il centro abitato ed i dintorni con i suoi siti archeologici e le sue Chiese campestri.

La regione storica del Mandrolisai

Il MandrolisaiA sud ovest della Barbagia di Ollolai si sviluppa la regione del Mandrolisai o della Barbagia del Mandrolisai, una regione storica dalla Sardegna centrale che costituisce il cuore pulsante della Sardegna. In periodo giudicale era una Curatoria del Giudicato d’Arborea. Ne fanno parte il comune di Samugheo nella Provincia di Oristano, ed i comunii di Atzara, Desulo, Sorgono ed Ortueri nella Provincia di Nuoro. Il territorio del Mandrolisai è caratterizzato dall’alternanza di altopiani con profonde vallate adatte al pascolo, con boschi di sughere e castagno. In questa regione si trovano le più alte cime montuose delle Barbagie e al confine con l’Ogliastra, precisamente tra Desulo e Arzana, si trova Punta la Marmora, la vetta più elevata del Gennargentu e dell’Isola. L’agricoltura gravita soprattutto intorno ai vitigni, in particolare il Bovale sardo, ma non mancano il Cannonau e il Monica. Del Mandrolisai abbiamo già visto in precedenza Samugheo, quando abbiamo visitato la Provincia di Oristano, e vedremo in questa tappa Desulo, mentre in prossime tappe vedremo tutte le altre principali città.

In viaggio verso Sorgono

Usciamo da Tonara e proseguiamo verso nord sulla SS295 di Aritzo, che prendiamo in direzione di Tiana, Ovodda, Gavoi. Percorsi circa due chilometri e mezzo sulla SS295, quasta strada termina andandosi ad immettere sulla SS128 Centrale Sarda. Qui deviamo verso sinistra prendendo la SS128 Centrale Sarda, che si dirige prima verso nord ovest e più avanti direttamente verso ovest, e che ci porterà a visitare i principali centri della regione storica del Mandrolisai.

Sorgono-La strada tra Tonara e Sorgono Sorgono-La strada tra Tonara e Sorgono

Percorsi poco meno di sette chilometri sulla SS128 Centrale Sarda, passato il cartello indicatore del chilometro 104 entriamo all’interno dell’abitato di Sorgono, nel quale la strada assume il nome di corso IV Novembre. Dal Municipio di Tonara a quello di Sorgono abbiamo percorso esattamente 9.9 chilometri.

Il comune chiamato Sorgono che è il paese dei duecento menhir

Sorgono: veduta dell’abitatoSorgono-Stemma del comuneLa SS128 Centrale Sarda ci fa arrivare all’importante centro agricolo di Sorgono (nome in lingua sarda Sòrgono, altezza metri 688 sul livello del mare, abitanti 1.515 al 31 dicembre 2021), il cui nome si pronuncia Sòrgono, situato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, ai confini con quella di Oristano. Si tratta di un comune collinare che affonda le sue origini nella preistoria, il quale sorge in una verde conca sul lato occidentale del Gennargentu, in un paesaggio ricco di boschi di sughere, prati a pascolo e di sorgenti d’acqua, caratterizzato da una folta vegetazione di lecci, sugherete, castagneti e alberi di nocciole. Il suo territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 345 a un massimo di 1.000 metri sul livello del mare. Più della metà del territorio comunalw è ricoperta da boschi formati da sugherete, roverelle, lecci, olivastri. L’area circostante ricchissima di sorgenti, ed il paese circondato da straordinari paesaggi di granito scolpiti dal vento e boschi incontaminati. I rilievi montuosi si alternano con i profili morbidi delle colline ricoperte dai vitigni di Cannonau, Monica, Muristellu dai quali si produce il rinomato vino DOC Mandrolisai. Sorgono è considerato il capoluogo storico di mandamento della regione del Mandrolisai, ed ospita i servizi alla popolazione per tutto il circondario, tra cui l’Ospedale e l’esattoria.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale Città del Vino

Questo paese fa parte dell’Associazione delle Città del VinoQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale Città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le Città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Ardauli, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bono, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Galtellì, Jerzu, Loceri, Lotzorai, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Oliena, Riola Sardo, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania, Terralba, Tissi, Uri, Urzulei, Usini.

Origine del nome

Il nome del paese, attestato dal 1357 con la forma Sorgano, è di origine oscura, verosimilmente preromana, e probabilmente deriva da Sorgonu, che sta ad indicare un abbeveratoio.

La sua economia

L’economia del piccolo centro si è storicamente retta sull’agricoltura e sulla pastorizia. Il settore primario della sua economia è l’agricoltura, presente con la coltivazione di ortaggi, foraggi, viti e alberi da frutta, ed è presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Solamente dopo il secondo conflitto mondiale si è avuto un netto spostamento verso un tipo di economia basata soprattutto sul terziario e sulla presenza di servizi. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare, della lavorazione del legno, dei materiali da costruzione, metallurgico, della fabbricazione degli strumenti ottici, elettrico ed edile. Interessante è anche l’artigianato, in particolare quello specializzato nella lavorazione del legno e del ferro battuto. Sorgono-La zuppa di fregola con una bieta selvatica condita con il formaggio fresco chiamata 'su minestrone de lampazzu'Il terziario si compone di una buona rete distributiva e dei servizi. Posto nel centro geografico dell’Isola, è anche un importante centro di villeggiatura montana, per il suo gradevole clima estivo, l’ameno ambiente naturale circostante e le interessanti vestigia del passato di cui è dotato, che la rendono meta di un significativo afflusso di visitatori. Altro motivo di richiamo è la gastronomia, che offre, tra le specialità locali più famose, una gustosissima zuppa di fregola con una bieta selvatica, condita con il formaggio fresco, chiamata su minestrone de lampazzu; i dolci come su pan ’e saba, con la sapa che si ottiene facendo bollire il mosto di uva nera per circa dieci ore a fuoco lento; i pilicchittos, dolcetti a base di farina, uova, zucchero e glassa la cui forma a pera spiega il loro nome, e gli amaretti. L’apparato ricettivo, che comprende un agriturismo, offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il territorio nel quale succevamente sarebbe sorta Sorgono è stato frequentato fino dalla preistoria. Nel centro geografico della Sardegna stato scoperto uno tra i pi suggestivi e rilevanti allineamenti di menhir del Mediterraneo, ed i circa duecento menhir in localit Biru ’e Concas, datati tra il Neolitico Finale e l’Eneolitico, testimoniano cos le prime frequentazioni umane dell area. Sempre all epoca preistorica risalgono le tipiche sepolture scavate nella roccia chiamate domus de janas oltre ai numerosi nuraghi e tombe di giganti protagonisti della civilt degli antichi Sardi. In seguito, il territorio viene sottoposto alla dominazione dei Romani. La presenza romana nel territorio attestata in diversi siti tra cui quello di Donnigaggia, a circa un chilometro dal paese, dove stato ritrovato un diploma di honesta missio, ossia un congedo rilasciato nell 88 dopo Cristo a un soldato dell esercito romano che aveva concluso il servizio militare. L’abitato sorge in periodo medioevale e durante questo periodo fa parte del Giudicato di Arborea, appartenendo alla curatoria del Mandrolisai. Si hanno notizie del paese a partire dal 1180, quando i documenti del Giudicato di Arborea rivelano che donnu Barisone de Serra, consigliere di Pietro I, Giudice d Arborea, diviene curatore della Barbagia del Mandrolisai con capoluogo Sorgono. Nel 1409, in seguito alla sconfitta del Giudicato di Arborea nella battaglia di Sanluri, viene conquistato dagli Aragonesi e viene governato, per decisione del Re spagnolo, da un rappresentante eletto dal popolo. Dal 1463 passa sotto il controllo del Marchesato di Oristano, a cui appartiene fino al 1478 quando nella battaglia di Macomer viene sconfitto il marchese leonardo Alagon, erede della dinastia giudicale, e nel 1507 Sorgono viene riconosciuto signoria utile dalla Corona spagnola ottenendo cos il privilegio di essere amministrato da un autorit locale e non da un feudatario imposto dalla Spagna. Il paese conosce il giogo feudale nel 1709 quando arriva nel Mandrolisai, più precisamente a Sorgono, il nobile Giovanni Valentino da Tempio, il quale riceve nel 1716 da Carlo III d Austria la signoria come ricompensa per L’aiuto a conquistare l’Isola. Giovanni o Juan Valentino apparteneva a una famiglia della nobiltà rurale gallurese, e assieme a don Francisco Pes di Tempio aveva capeggiato la rivolta in favore di Carlo d’Asburgo contro Filippo di Spagna, ottenendo il titolo di Conte di San Martino nel 1708, e come compenso il feudo dell’Incontrada del Mandrolisai e della Baronia di Minutadas. Il vincolo feudale si protrae con il dominio di casa Savoia che nel 1718 subentra agli Asburgo nel governo del Regno di Sardegna. La famiglia Valentino conserva la signoria fino al 1839, anno dell’abolizione del regime feudale, quando Gaetano Valentino sarà L’ultimo Conte di San Martino. Negli anni Trenta dell Ottocento il feudalesimo è stato abolito, ma per riscattare i feudi sono richiesti forti tributi alla popolazione che provocano un lungo periodo di resistenza e lotte in tutta l Isola. Sorgono-A Sorgono ha soggiornato Antonio Gramsci per un periodo della sua infanzia assieme alla famigliaSorgono-A Sorgono ha fatto una tappa David Herbert Lawrence durante il suo viaggio nell’Isola ospitato nella storica locanda CapolineaNel periodo del Regno d’Italia, a Sorgono soggiorna, assieme alla famiglia per un periodo della sua infanzia dal 1891 al 1898, Antonio Gramsci, il cui padre era divenuto responsabile del locale Ufficio del Registro, e dunque è questo il paese che lo forma, che gli dà l’impronta, dove sicuramente apprende a parlare il dialetto del posto. Inoltre lo scrittore, poeta, drammaturgo, saggista e pittore britannico David Herbert Lawrence fà una tappa a Sorgono ospitato nella storica locanda Capolinea, in seguito chiamata Il Risveglio, nella quale soggiorna durante il suo viaggio nell’Isola, dedicando a questo paese un intero capitolo nella sua opera Mare e Sardegna. In periodo repubblicano, del comune di Sorgono nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro.

A Sorgono viene parlata la lingua di mezzo

A livello linguistico, Sorgono rappresenta il luogo dove idealmente si finisce di parlare il logudorese e si inizia a parlare il campidanese. La lingua parlata a Sorgono, infatti, prende il nome di limba de mesania, ossia lingua di mezzo. Questa lingua risente molto degli influssi delle parlate nuoresi, così come accade nell’ogliastrino e nel barbaricino meridionale, anche se le basi, i suoni fonetici, ma soprattutto il lessico sono quelli tipici della lingua campidanese.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Sorgono

A Sorgono è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk di Sorgono, ed, in occasione delle feste e delle sagre che vi si svolgono, è possibile ammirare lo splendido costume tradizionale del paese. Svolge la sua attività anche l associazione musicale Coro Santu Mauru, fondata nel 1999 per volontà di un gruppo di persone unite dalla passione per la musica e il senso di appartenenza alla cultura e alle tradizioni della Sardegna con l obiettivo di promuovere l educazione musicale e diffondere nella regione la conoscenza della musica con particolare riguardo a quella polifonica, tramite l organizzazione di eventi musicali quali concerti, servizi liturgici e incontri con altre associazioni.

Sorgono-Esibizione dei componenti del 'Coro Santu Mauru' Sorgono-Sfilata dei componenti del 'Gruppo Folk di Sorgono'

Tra le più significative principali feste e sagre che si svolgono a Sorgono, vanno citate, il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate; significative sono le manifestazioni del Carnevale di Sorgono; in tre occasioni durante l’anno si celebra la Festa di San Mauro Abate, in occasione della quale si tiene anche il Palio di San Mauro Abate; 15 agosto viene celebrata la Festa di Maria Vergine Assunta, che è la Santa patrona del paese.

Sorgono-La Festa di San Mauro Abate Sorgono-Il Palio di San Mauro Abate Sorgono-La Festa patronale di Maria Vergine Assunta

Si avolgono anche, in agosto, la manifestazione Calici di stelle; ed in seguito tra settembre e dicembre la manifestazione Autunno in Barbagia, durante la quale si possono rivivere le arti e gli antichi mestieri, visitare le cortes e le cantine, dalle degustazioni ai punti di ristoro, dalle esposizioni di pittura alla fotografia naturalistica, archeologica e storica, frammenti di vita vissuta nel Mandrolisai; il 22 e 23 ottobre si tiene la Festa del Vino che viene chiamata Sa Innenna, ossia la vendemmia, durante la quale è possibile prendere parte a tutte le fasi della vendemmia, dalla raccolta dell’uva alla pigiatura, e partecipare alla premiazione dei vini vincitori del Salone dei vini Wine and Sardinia.

Sorgono-La manifestazione 'Calici di stelle' Sorgono-La manifestazione 'Autunno in Barbagia' Sorgono-La Festa del Vino chiamata 'Sa Innenna' ossia la vendemmia

La festa di Sant’Antonio Abate

Sorgono-Locandina della festa di Sant’Antonio Abate chiamata Sa TuveraCome in molti altri centri della Sardegna, anche a Sorgono, nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, che qui viene chiamata Sa Tuvera, ossia il falò. Narra, infatti, la leggenda che Sant’Antonio, invocato dagli uomini provati dal gelido inverno, rubò dagli inferi una scintilla e la donò alla terra, portando finalmente luce e calore. A Sorgono, Sa Tuvera è sempre stata un’occasione per riunirsi attorno al falò che viene acceso la sera del 16 in piazza Concas. Il giorno 17 si svolgono le manifestazioni religiose per la quale si svolge una solenne processione, e manifestazioni civili che prevedono la distribuzione di pani e dolci votivi, si accendono falò propiziatori, e si canta e si balla intorno ai fuochi, soprattutto in piazza Concas, ed, a conclusione della manifestazione, viene offerta una cena a tutti i partecipanti.

Il Carnevale sorgonese con Is Arestes e S’Urtzu Pretistu

Sorgono-Carnevale sorgonese con 'Is Arestes' e 'S’Urtzu Pretistu'Il Carnevale sorgonese è caratterizzato dalla sfilata delle maschere tradizionali, delle quali è avvenuta, recentemente, la riscoperta dopo tanti anni di ricerche, grazie, soprattutto, alla poesia scritta nel 1767 dal giovane poeta gesuita Bonaventura licheri di Neoneli,  i cui scritti sono stati ritrovati nel Repertorio dei gosos della confraternita di San Vero Milis mentre altri scritti erano stati pubblicati nella seconda metà dell’Ottocento da Giovanni Spano. Si tratta delle maschere denominate Is Arestes, con la maschera de S’Urtzu Pretistu, risalenti al Settecento, per le quali non viene imposto un copri viso, contrariamente alle altre maschere classiche delle altre località dell’Isola. Il tipico abbigliamento è fatto di pelli di pecora o capra, a contraddistinguere questa maschera, che si caratterizza per un copricapo cornuto e per vari ossi di animali sulle spalle.

Visita del centro di Sorgono

Sorgono-Veduta del centro storicoL’abitato di Sorgono, interessato da forte espansione edilizia, si estende su una vallata, a ridosso della montagna. Entriamo nel paese da est provenendo da Tonara con la SS128 Centrale Sarda che, passato il cartello indicatore del chilometro 104, ci porta all’interno del centro abitato, dove assume il nome di corso IV Novembre, e precorre tutto il paese da nord est a sud ovest. Nel centro del paese le deliziose case in pietra a più piani, tipiche dell’architettura locale, sono custodite nelle intricate stradine che si congiungono alla via principale, dove sono ancora visibili antichi palazzi nobiliari in stile gotico aragonese e liberty, testimoni dell’antico ruolo di Sorgono come capoluogo Mandrolisai.

Gli impianti sportivi del Liceo Scientifico

Entrati nell’abitato e percorsi circa duecentottanta metri, vediamo alla sinistra della strada del corso IV Novembre, in corrispondenza del civico numero 114, il Liceo Scientifico di Sorgono, fondato nel 1968 grazie all’impegno di un gruppo di cittadini che desideravano fornire ai giovani del territorio l’opportunità di formarsi attraverso un percorso liceale e di proseguire gli studi. Dopo i primi tre anni il Liceo ottiene l’autonomia nel 1971, ed in seguito dedica il proprio nome ai fratelli Costa Azara, tre fratelli, Carlo, Antonio e Giovanni, che morirono nel corso della Prima guerra mondiale. Il Liceo dispone di una Palestra dotata di spalliere, canestri, impianto di pallavolo e di calcetto, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline pallacanestro, pallavolo, calcetto ossia calcio a cinque, arti marziali. Vi è, poi, un’Area all’aperto destinata all’attività motoria, costituita da un campo da calcetto e da una pista di atletica leggera.

Sorgono-Il Liceo Scientifico dedicato ai Fratelli Costa Atzara Sorgono-Liceo Scientifico: ingresso della palestra Sorgono-Liceo Scientifico: interno della palestra Sorgono-Liceo Scientifico: area all’aperto dedicata all’attività motoria

Il Teatro Civico intestato a Salvatore Murgia

Proseguiamo lungo il corso IV Novembre e, percorsi altri circa duecentosettanta metri, vediamo alla sinistra della strada, in corrispondenza del civico numero 100, L’edificio che ospita il Teatro Civico intestato a Salvatore Murgia, nato a Macomer nel 1933, che è stato un allevatore di professione, ma anche uno stimato e apprezzato poeta in lingua sarda.

Sorgono-Il Teatro Civico intestato a Salvatore Murgia Sorgono-Teatro Civico intestato a Salvatore Murgia: interno

Il Municipio di Sorgono

Sorgono-Il Municipio di SorgonoPercorsa appena una cinquantina di metri lungo il corso IV Novembre, al civico numero 65, alla destra della strada, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Sorgono, nel quale sono presenti la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici del Sindaco, del Segretario comunale, del Revisore dei conti; gli uffici dell’Area Sviluppo, Servizi al Cittadino e alle Imprese, la quale comprende il Servizio Bibliotecario, il Servizio Attività Produttive, i Servizi Sociali, i Servizi alla Persona, il Servizio Cultura e Turismo, il Servizio Istruzione, ed il Servizio Sport; gli uffici dell’Area Organizzazione e Attività Amministrative, la quale comprende il Servizio Segreteria, Protocollo, Messi, i Servizi Demografici, il Servizio Vigilanza, ed il Personale; gli uffici dell’Area Tecnica, la quale comprende l’Urbanistica, L’Area Tecnica, lo Sportello Unico Attività Produttive, i lavori Pubblici, L’Ambiente e protezione Civile, L’Edilizia Privata, ed i Servizi Cimiteriali; gli uffici dell’Area Finanziaria, la quale comprende il Servizio Tributi, il Servizio Bilancio, ed il Servizio Patrimonio.

La Stazione ferroviaria di Sorgono

Proseguendo lungo il corso IV Novembre per una quarantina di metri, alla sinistra parte la via della Stazione, che, in circa centoventi metri, ci porta all’edificio della Stazione ferroviaria di Sorgono, che si trova alla destra della strada immersa in un suggestivo paesaggio. È una stazione dalla caratteristica architettura di ingegneria ferroviaria di fine Ottocento, essendo stata realizzata nel 1888, ed è immersa in un suggestivo paesaggio. Era la stazione ferroviaria terminale della linea per Isili, che dal 1997 è la stazione capolinea della linea turistica del Trenino Verde, una linea a binario unico a scartamento ridotto che parte da Isili e, passata la stazione di Meana Sardo, porta alle stazioni di Belvì-Aritzo e di Desulo-Tonara, e dopo un tratto in leggera discesa, fa raggiungere il capolinea di Sorgono. L’area della stazione è utilizzata anche per i servizi delle autolinee dell’ARST, gestore anche della ferrovia.

Sorgono-Stazione ferroviaria di Sorgono: esterno Sorgono-Stazione ferroviaria di Sorgono-Interno Sorgono-Stazione ferroviaria di Sorgono: vecchia locomotiva a vapore fuori dalla stazione

Collocata nei pressi centro abitato, si tratta di una stazione ferroviaria che non si discosta, per le soluzioni adottate, dalle altre stazioni realizzate in Sardegna. È composta da vari edifici, a servizio dei dipendenti ferroviari e da un corpo principale, che ha una forma rettangolare che è composto da tre corpi di fabbrica di diverse altezze, lateralmente due edifici a unico livello e al centro a due livelli. Le murature sono interamente ricoperte da intonaco con pittura superficiale, gli orizzontamenti sono realizzati in legno, la copertura presenta l’incannucciato, visibile anche dall’esterno.

Gli impianti sportivi della Scuola Media

Proseguiamo lungo la via della Stazione e, dopo altri centoventi metri, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 1, L’ingresso dell’edificio che ospita la Scuola Media di Sorgono, che ha dedicato il proprio nome al Monsignor Giovanni Melis, nato a Sorgono nel 1916. La Scuola Media dispone di una Palestra senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come disciplina la pallavolo. All’esterno è presente anche un campo da calcetto, ossia da calcio a cinque.

Sorgono-La Scuola Media dedicata al Monsignor Giovanni Melis Sorgono-Scuola Media: ingresso della palestra Sorgono-Scuola Media: interno della palestra Sorgono-Scuola Media: il campo da calcetto

Il Museo dei segni sul legno

Ritornati sul corso IV Novembre, lo seguiamo per meno di cento metri, poi prendiamo a sinistra la via Amsicora che in settanta metri sbocca sul corso Vittorio Emanuele, lo prendiamo verso destra e. dopo una trentina di metri, vediamo alla sinistra della strada, al civico numero 72/A, L’edificio che ospita il  Museo dei segni sul legno. La collezione presente è stata donata dalla famiglia di Antonio Sau, maestro del legno ma anche artista e esperto dell’arte dell’intaglio. Il valore artistico e documentale dei reperti, dei macchinari e dei materiali della bottega rende la collezione un bene comune da salvaguardare e tramandare ai posteri, e rappresenta un contenitore di memoria e testimonianza dell’artigianato del legno.

Sorgono-Museo dei segni sul legno: esterno Sorgono-Museo dei segni sul legno: interno Sorgono-Museo dei segni sul legno: interno Sorgono-Museo dei segni sul legno: interno

L’antica fontana pisana chiamata Funtana lei

Sorgono-La fontana pisana seicentescaL’esposizione ospitata nel Museo dei segni sul legno è allestita in un edificio circondato da un ampio giardino, che si sviluppa fino a un vicolo il quale rappresenta la prosecuzione della via Amsicora dopo che questa ha attraversato il corso Vittorio Emanuele, vicolo che porta all’interno del rione Funtana lei. Al centro del gardino si trova un’antica fontana seicentesca di origine pisana molto bella, chiamata appunto Funtana lei. La fontana si presenta in granito, di forma quadrata sovrastata da una lapide sulla quale è incisa una data, il 1880, anno in cui presumibilmente, vennero effettuati dei lavori di manutenzione della fontana seicentesca. In alcune sue parti, si presentano scolpiti alcuni motivi decorati a conchiglia, e su di essa è anche presente un’iscrizione latina che è però poco leggibile.

La chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta

Proseguendo lungo il corso IV Novembre, un altro centinaio di metri dopo la via Amsicora, arriviamo nel centro del paese, e troviamo sulla destra della strada la piazza della Vittoria, sulla quale si affaccia la Chiesa di Maria Vergine Assunta che è la chiesa parrocchiale di Sorgono. Questa chiesa è stata costruita nel sedicesimo in stile tardo gotico, ma dal 1580 fino al 1850 non si hanno notizie certe sulla storia di questa chiesa. Comunque si sa per certo che è stata molto rimaneggiata, tanto che della struttura originaria è rimasto soltanto l’interessante campanile del 1580. In seguito, la chiesa dell’Assunta viene nominata per la prima volta in documenti d’archivio del diciottesimo secolo. La facciata dell’attuale chiesa in pietra trachite faccia a vista, tripartita, sui tre ingressi si aprono finestre a mezza luna.

SorgonoChiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: facciata Sorgono-Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: il campanile Sorgono-Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: veduta laterale

All’intenro la chiesa ha un impianto a tre navate divise da pilastri in cemento armato, e sulle pareti laterali si aprono quattro nicchie, due per lato. Il presbiterio sopraelevato di tre gradini rispetto alla navata. Le murature sono in cemento armato intonacate e tinteggiate.

Sorgono-Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: interno Sorgono-Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta: L’altare maggiore

La Festa di Maria Vergine Assunta, che è la Santa patrona di Sorgono, si svolge ogni anno il 15 agosto, in occasione della celebrazione dell’Assunzione in cielo della beata Vergine Maria, con celebrazioni religiose e manifestazioni folkloristiche.

Ricostruito e ricollocato il Monumento ai Caduti

Sorgono-Ricostruzione e ricollocamento del Monumento ai CadutiSorgono-Vecchia foto del Monumento ai CadutiIl Monumento ai Caduti di Sorgono stato restaurato, ricostruito e ricollocato nel 2022 a fianco del lato destro della Chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta. L’intervento, finanziato dal Ministero della Cultura, ha restituito alla cittadinanza un’opera che si credeva perduta, dopo una distruzione avvenuta decenni prima. Il monumento stato realizzato tra il 1922 e il 1924 su progetto dell’artista Giuseppe Sartorio. Il monumento, che era stato inizialmente innalzato in memoria dei caduti della Brigata Sassari, stato restaurato per preservare la memoria della Grande Guerra, ma anche​ la storia della Brigata Sassari. L’intervento ha coinvolto la ricerca, il restauro e la ricollocazione del monumento, consentendo di restituire alla citt un’opera di grande valore storico e culturale.

La Casa Carta uno dei due edifici civili che si trovano nel centro di Sorgono

Sorgono-La casa Carta, un palazzotto padronale seicentesco restauratoDalla piazza della Vittoria riprendiamo il corso IV Novembre verso sud ovest e, subito dopo aver passato la facciata della chiesa, troviamo sulla destra l’importante Casa Carta un palazzotto padronale seicentesco con decorazioni esterne aragonesi, che riporta il nome Carta su un architrave della finestra sovrastante il portone di ingresso. L’edificio presenta tre livelli, con pianta rettangolare, prospetto principale lungo tredici metri circa e altezza di quasi dodici metri. Rimaneggiato negli anni, è interessante in quanto conserva, in particolare su una sua finestra del prospetto laterale, testimonianza dell’apparato decorativo tardo gotico dell’Isola, influenzato dallo stile rinascimentale italiano. Definita da due colonne laterali, con scanalature verticali nel fusto e capitelli richiamanti i capitelli corinzi, scolpiti a doppia fila di foglie d’acanto. La mostra è definita da lineari forme di scanalature, insieme a decorazioni fitomorfe. Nel prospetto principale altre tracce di tale architettura, sulle aperture in pietrame, anch’esse di trachite, con la bucatura al piano terra, con un arco a sesto acuto e due finestre al piano superiore. Attualmente è totalmente ricoperto da intonaco a base di cemento con pittura superficiale, escludendo le citate mostre di finestre o porta. Nel corso degli anni la casa, che conserva all’interno un completo arredamento sardo ottocentesco, è stata pesantemente rimaneggiata per renderla maggiormente fruibile come abitazione, ed è stata di recente completamente restaurata.

Il Palazzo don Pinna l’altro due edifici civili che si trovano nel centro di Sorgono

Sorgono-Il palazzo Pinna, un bell’edificio del primo quarto del ventesimo secoloPoco più avanti della Casa Carta, sull’altro lato della strada, si trova un bell’edificio fatto costruire nel primo quarto del ventesimo secolo dall’allora parroco di Sorgono, S’Arrettore don Pinna, che proprio per questo motivo viene chiamato il Palazzo don Pinna e che costituisce un vero gioiello dell’architettura liberty. L’edificio si sviluppa su tre livelli, con un prospetto principale lungo tredici metri circa e alto poco meno di dodici metri. Si caratterizza per un ricco apparato decorativo che unisce uno stile liberty con torretta e stucchi ricurvi, a soluzioni lineari di gusto neoclassico. Sorgono-Il palazzo Pinna, un bell’edificio del primo quarto del ventesimo secoloL’edificio è composto da un corpo rettangolare principale, al quale si accosta il corpo più alto della torretta. Il prospetto principale ha una doppia apertura centrale, sormontata da unica porta con balcone e, nel terzo livello, da un’apertura tripartita che presenta un’ulteriore porta con balcone. Quest'ultima è interposta tra due lesene in stucco che, allineate con le mensole laterali del balcone, sembrano sostenere il frontone ondulato e gradonato centrale. Al piano terra vi è un richiamo al bugnato, tramite la pittura dell’intonaco. Una fascia marcapiano segna l’inizio di due livelli superiori interamente intonacati con intonaco cementizio e pittura rosa, definiti da lesene in stucco di cemento, con fusto scanalato e capitelli corinzi sui cantonali.

Il Cimitero Comunale

Proseguendo una cinquantina di metri sul corso, prendiamo a destra la via Fratelli Costa e, dopo quasi trecento metri, prendiamo una deviazione in salita sulla destra della strada che, in un’ottantina di metri, ci porta a vedere alla destra della strada l’ingresso del Cimitero Comunale di Sorgono.

Sorgono-Strada per raggiungere il Cimitero Comunale Sorgono-Facciata del Cimitero Comunale

Il Campo sportivo di Sorgono

Passato il Cimitero Comunale, proseguiamo lungo la via Fratelli Costa e, dopo trecento metri, arriviamo a un bivio dove la via Fratelli Costa prosegue verso sinistra, mentre prendiamo con la strada sulla destra che porta verso il sentiero escursionistico. Percorsi altri centosettanta metri, arriviamo nel punto dove, alla destra della strada, si trova il cancello passato il quale si raggiunge il Campo sportivo di Sorgono. All’interno di questo complesso sportivo si trova un Campo da calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori; ed al lato del campo da calcio è presente una Pista da atletica, nella quale è possibile praticare come disciplina la corsa su pista.

Sorgono-Campo sportivo di Sorgono: ingresso Sorgono-Campo sportivo di Sorgono: il campo da calcio Sorgono-Campo sportivo di Sorgono: la pista da atletica

Gli impianti sportivi dell’Istituto Agrario di Sorgono

Passato il Cimitero Comunale, proseguiamo lungo la via Fratelli Costa e, dopo trecento metri, arriviamo a un bivio dove la strada sulla destra che porta verso il sentiero escursionistico ci ha fatto raggiungere il Campo sportivo, mentre prendiamo verso sinistra la via Fratelli Costa. Dopo una sessantina di metri si arriva a un trivio dove a destra prosegue le via Fratelli Costa, a sinistra parte la via liguria, mentre noi proseguiamo dritti passando tra due colonne in direzione del distaccamento dei Vigili del fuoco. Percorsi circa duecento emtri, si vede alla sinistra dalla strada l’edificio che ospita l’Istituto Agrario di Sorgono, un Istituto di Istruzione Superiore che ha dedicato il proprio nome ai Fratelli Costa Azara, tre fratelli, Carlo, Antonio e Giovanni, che morirono nel corso della Prima guerra mondiale. All’interno di questo complesso scolastico è presente una Palestra, non dotata di tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare attività ginnico motorie.

Sorgono-L’Istituto Agrario di Sorgono Sorgono-Istituto Agrario di Sorgono: esterno della palestra Sorgono-Istituto Agrario di Sorgono: interno della palestra

L’importante Cantina del Mandrolisai con un vino inserito nella guida 5StarWines di Vinitaly

Ritorniamo sul corso IV Novembre e, dopo aver attraversato tutto il paese verso sud ovest, a cinquecento metri dalla piazza della Vittoria, alla sinistra della strada al civico numero 24, si trova l’ingresso dell’importante Cantina del Mandrolisai.

Il riconoscimento 5starwines Sorgono-Cantina del MandrolisaiImportante nell’economia di Sorgono è la produzione enologica, in particolare del vino Mandrolisai, un nome che si ricorda perché quelli che nascono in questa regione sono vini speciali, che nascono da vigne alte di collina, accostate ai monti più alti dell’isola. Il Mandroliasi è formato da uve del vitigno Muristellu, detto anche Bovale sardo, vitigno autoctono del cuore della Sardegna, e Cannonau. Nel 1950 numerosi coltivatori locali decidono di unirsi per migliorare la produzione e l’immagine del proprio vino. Nasce così la Cantina del Mandrolisai, una Cantina Sociale che inizia la sua attività con la vendemmia del 1952, e che nel 1981 ottiene il riconoscimento Doc. La zona di produzione comprende i comuni di Sorgono, Atzara, Meana Sardo, Ortueri, Tonara e Samugheo. La Cantina produce vini Doc Mandrolisai, che sono il Mandrolisai Rosso, ed il Mandrolisai Rosato.

Sorgono-La Cantina del Mandrolisai Sorgono-I vini della Cantina del Mandrolisai Sorgono-I vini della Cantina del Mandrolisai

Il vino Isola Dei nuraghi Igt Bovale Omphalos 2020, prodotto dalla Cantina del Mandrolisai di Sorgono, è stato inserito nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly.

L’Ospedale San Camillo di Sorgono

SorgonoL’Ospedale San CamilloProseguiamo con il corso IV Novembre e, percorsi altri centocinquanta metri, prima che la strada esca dal paese in direzione sud ovest per riprendere il nome di SS128 Centrale Sarda, alla sinistra della strada al civico numero 16, si trova l’ingresso dell’Ospedale San Camillo di Sorgono. Si tratta di un presidio appartenente all’Azienda Sanitaria locale di Nuoro. L’assistenza ospedaliera garantisce il ricovero in ospedale per la diagnosi e la cura delle malattie che richiedono interventi d’urgenza e per le malattie acute che non possono essere affrontate in ambulatorio o a domicilio. Il presidio ospedaliero eroga prestazioni di natura terapeutica e diagnostica sia in regime di ricovero che in forma ambulatoriale nelle unità operative di Anestesia e rianimazione, Chirurgia generale, Laboratorio analisi, Servizi Sanitari, Medicina trasfusionale, Pronto soccorso.

Visita dei dintorni di Sorgono

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sorgono, sono stati portati alla luce i resti delle domus de janas di Santu luisu; i resti dell’area archeologica di Biru ’e Concas, uno tra i più affascinanti complessi megalitici del Mediterraneo, con i suoi oltre duecento menhir; numerosissimi dolmen e menhir; i resti delle tombe di giganti di Cungiau ’e Tore, Funtana Morta, Ghenna ’e Pranu, Pastoreddu, Santu Perdu, Serrazzargiu, Su Ebregargiu, Talei, e Trodolossai; del protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei; del nuraghe complesso Niu ’e Crobu; dei nuraghi semplici Accu Is-Eras, Bardacolo, Calamaera, Costa ’e Feurra, Crecos, Ghenna ’e Pranu, Lo, Orrubiu, Pastoreddu, Pranu, Talalu, e Terriscana; ed anche dei nuraghi Bidu ’e Concas, Crastutorro, Crebos, Cungiau ’e Su Creccu, Funtana Frida, Grughe, Iscalas, Monte lisai, Santu Giaccu, Santu Perdu, Su Angiu, Tanca Sa Cresia, e Tanca Sa Cresia II, tutti di tipologia indefinita.

I dintorni verso est

Usciamo dall’abitato verso est con la SS128 Centrale Sarda che ci aveva portato all’interno dell’abitato.

La chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria

Sorgono-La chiesa campestre di Nostra Signora d’ItriaUsciamo da Sorgono verso est con la SS128 Centrale Sarda che ci aveva portato nell’abitato, e, dopo poche centinaia di metri, prendiamo a sinistra la SP31 in direzione di Austis. La seguiamo per quasi un chilometro e mezzo, fino a raggiungere un sugherificio lungo la strada, in prossimità del chilometro 6. Imbocchiamo, quindi, la sterrata sulla destra, in salita, e la seguiamo per poco meno di un chilometro e mezzo, fino a raggiungere la collina de Sa Pala ’e Sa Cresia, sulla quale si trova la Chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria. Non si hanno notizie sulla data di realizzazione dell’edificio, le sue origini risalgono, tuttavia, a tempi molto lontani, considerando che la Forania della Barbagia di Belvì aveva il nome di Forania della Madonna d’Itria. La struttura è venuta meno intorno al 1870 e per molti anni la chiesa è rimasta in condizioni di completo abbandono, tanto che in quel periodo è andato perduto l’antico simulacro che raffigurava la Madonna, lo schiavo ed il turco, sicuramente opera di un artista sardo.

Sorgono-Chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria: facciata Sorgono-Chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria: L’architrave in ganito con la data 1910 Sorgono-Chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria: uno dei due campanili a vela

Grazie all’impegno del parroco, S’Arrettore don Pinna, il quale portò avanti un’opera di sensibilizzazione rivolta alla popolazione, la chiesa è stata ricostruita nel 1910, come indica l’architrave in granito. Sorgono-Chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria: internoMa in seguito l’edificio è decaduto una seconda volta, ed è rimasto per anni sconsacrato finché un comitato parrocchiale, recentemente, lo ha riedificato. E, grazie alle generose offerte degli emigrati, è stato acquistato anche il nuovo gruppo statuario, che attualmente è custodito nella chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta di Sorgono. La chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria, si trova su un colle a circa 1000 metri di altezza, a dominio del paese, ad invocarne la protezione per la sua popolazione, e dal quale si gode una bella veduta panoramica. È caratterizzata da due campanili a vela, uno per parte, entrambi privi di campane, che prolungano la facciata a capanna, sulla quale si apre il portale a doppio battente, ed al di sopra del quale è presente una finestra triforata in stile veneziano. L’interno ha il presbiterio e due cappelle di forma circolare, gradevoli e spaziose, come la navata. La chiesa, internamente, è intonacata e tinteggiata.

La Festa di Nostra Signora d’Itria prevede una processione che porta il 3 del mese di settembre il simulacro della Madonna d’Itria dalla chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta nel paese alla chiesa campestre a lei dedicata, nella quale si svolgono le cerimonie religiose, e lo riporta in paese il giorno successivo.

I dintorni verso nord ovest

Usciamo dall’abitato verso nord ovest seguendo la strada che ci ha portato al Campo Sportivo.

I resti del nuraghe semplice Lo

Sorgono-Il nuraghe loDa Sorgono prendiamo la strada che ci ha portato al Campo Sportivo, e proseguiamo lungo questa strada in direzione del vivaio forestale di Santu luisu. Percorsi poco meno di quattro chilometri, trecentocinquanta metri prima della deviazione sulla sinistra per il vivaio, troviamo sulla destra le indicazioni che ci fanno prendere un sentiero percorribile solo a piedi, cil quale conduce al nuraghe Lo che non è visibile da lontano a causa della fitta vegetazione, dato che il sito si trova in un’area boschiva alternata a prati adibiti al pascolo. Si tratta di un nuraghe semplice, monotorre, che non presenta nessuna traccia di alcun tipo di scala, edificato a 589 metri di altezza con blocchi di granito appena sbozzati, disposti a filari irregolari. Il monumento, di tipo semplice, ha una pianta di forma sub ellittica e sorge su uno sperone roccioso naturale, di cui include, nelle murature del settore est, alcune parti. L’ingresso, posto a nord ovest, presenta un architrave sormontato da un finestrello di scarico accuratamente lavorati. Da tale ingresso, si accede in un andito ad andamento curvilineo, non in asse rispetto all’ingresso, che immette alla camera.

Sorgono-Il nuraghe lo Sorgono-Il nuraghe lo Sorgono-Il nuraghe lo

Di pianta irregolarmente circolare con copertura originariamente a tholos, la camera si presenta invece, parzialmente crollata. Il nuraghe, presenta visibili tracce di restauro avvenute in antico, sono principalmente visibili dall’esterno ma soprattutto nella camera in corrispondenza di un’ampia nicchia di pianta sub triangolare, in cattivo stato di conservazione. La particolarit di questo nuraghe deriva dal fatto di possedere sulla parete della camera opposta a quella d’ingresso, un breve andito che sfocia in una grande finestra architravata, sormontata da finestrello di scarico con luce trapezoidale posta a circa due metri e mezzo dal piano di campagna.

Le domus de janas di Santu luisu

Sorgono-Le domus de janas di Santu luisuDa dove abbiamo preso il sentiero per il nuraghe lo, proseguiamo lungo la strada in direzione del vivaio forestale di Santu luisu e, percorsi circa duecentocinquanta metri, troviamo la deviazione a sinistra nella Strada Comunale di Santu luisu in direzione del vivaio. Dopo un centinaio di metri percorsi in una zona caratterizzata da un fitto bosco di querce, lungo questa strada si trova, alla sinistra della strada, un bancone roccioso granitico di forma irregolare, nel quale sono state scavate le due domus de janas di Santu luisu. Le due sepolture ipogeiche monocellulari, distanti circa un metro l’una dall’altra, sono rispettivamente scavate nel lato nord e nel lato ovest del bancone granitico. Ambedue sono state, probabilmente per lungo tempo, private del loro contenuto originario, ed utilizzate come ricovero temporaneo per il bestiame. Attualmente, non osservabile il piano pavimentale, in quanto ricoperto da uno strato di humus.

Sorgono-Domus de janas di Santu luisu: ingresso della tomba ILa tomba I, scavata sul fronte nord del bancone roccioso con il portello d’accesso caratterizzato dalla presenza di un rincasso per L’incastro del chiusino, individuabile, anche se parzialmente interrato, nelle immediate vicinanze dell’ingresso. La camera, di pianta sub ellittica e soffitto piano, presenta le pareti brevi leggermente concave e dove sono ancora evidenti le tracce dello strumento utilizzate per lo scavo. Sulla parete di fondo, a sinistra rispetto all’ingresso, visibile una nicchia, interpretabile come l’imposta di un altro ambiente non portato a termine. Alla sinistra di questa prima domus de janas si nota l’imposta di scavo di un terzo ipogeo, che però non è stato completato.

Sorgono-Domus de janas di Santu luisu: ingresso della tomba IILa tomba II, scavata nel fronte ovest del bancone roccioso, si presenta dinanzi all’ingresso con elementi che fanno ipotizzare l’esistenza in antico di una struttura muraria, presumibilmente un atrio, costituito da blocchi di medie dimensioni. L’ingresso della domus, presenta un rincasso e la soglia risulta essere lievemente rialzata rispetto all’attuale piano di campagna. La cella di pianta sub ellittica, con soffitto piano e spiovente verso l’ingresso, si presenta con pareti rettilinee nelle cui superfici sono evidenti le tracce degli attrezzi di scavo. La parte sinistra, verso il fondo, presenta invece una grave lesione che ha determinato un’apertura nel lato settentrionale del banco roccioso.

Il vivaio forestale di Santu luisu

Sorgono-Il vivaio forestale di Santu luisuPercorsi altri duecento metri, la Strada Comunale di Santu luisu porta al vivaio forestale Santu luisu, il quale ha un’estensione di circa cinque ettari ed ha un’altitudine media che si aggira intorno a settecentocinquanta metri. La superficie coltivata è regolarmente terrazzata con muri di sostegno in calcestruzzo nelle scarpate più alte e con muretti a secco quelle con dislivello limitato. La superficie è suddivisa simmetricamente in quadri nonché provvista di una funzionale rete viaria costituita da viali primari completamente asfaltati. L’intento principale della nascita dei vivai era quello di soddisfare il fabbisogno di piantine forestali da impiegare per la difesa del suolo dai fenomeni erosivi e dal dissesto idraulico e idraulico forestale in generale, ed attualmente prevede attività di produzione di materiale di propagazione forestale che, oltre all’approvvigionamento destinato ai rimboschimenti previsti per lavori di sistemazione idraulico forestali e difesa del suolo, verrà utilizzato anche in rimboschimenti volontari, fasce frangivento, alberature stradali, recupero aree degradate, giardini ed altro.

I dintorni verso ovest

Usciamo dall’abitato verso sud ovest con la SS128 Centrale Sarda e poi svoltiamo prendendo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai che ci porta in direzione ovest..

I resti della tomba di giganti di Funtana Morta

Sorgono-La Funtana MortaUsciamo da Sorgono su corso IV Novembre verso sud ovest con la SS128 Centrale Sarda, dopo poco più di due chilometri e mezzo svoltiamo a destra ed imbocchiamo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai, che porta verso Ortueri e Samugheo. La seguiamo per tre chilometri ed duecento metri e, appena passata sulla destra della strada una fontana chiamata Funtana Morta, subito dopo il chilometro 59.5 prendiamo a destra una strada bianca in salita. Percorsi quasi trecento metri, un sentiero leggermente in salita che ci porta in circa quattrocento metri sulla sommità di una collina, in un’area adibita al pascolo, dove, nel terreno cinto da muretti a secco, si trova la tomba di giganti di Funtana Morta edificata in granito a 604 metri di altezza, la quale prende il nome dai resti della fontana che si trova poco prima alla destra della SS388 del Tirso e del Mandrolisai. La sepoltura, che si trova a breve distanza dal nuraghe Calamaera, ha un’esedra costituita da ortostati, con la parte destra meglio conservata, mentre della sinistra restano due soli blocchi. Il perimetro esterno della sepoltura, apprezzabile soprattutto nel lato nord orientale costituito da ortostati, si raccorda all’esedra secondo uno schema curvilineo. L’ingresso, quadrangolare, è costituito da due stipiti che sorreggono un architrave. La camera, ha pianta rettangolare, ed è parzialmente ingombra dai materiali del crollo degli elementi di copertura. Le pareti, lievemente aggettanti, sono costituite da conci in granito ben sagomati, di medie dimensioni, disposti a filari regolari mentre, i blocchi del filare superiore presentano una lavorazione a taglio obliquo.

Sorgono-Tomba di giganti di Funtana Morta: la esedra e l’ingresso con i due stipiti e l’architrave Sorgono-Tomba di giganti di Funtana Morta: interno della camera

I resti del nuraghe semplice Calamaera

Dalla deviazione a destra sulla strada bianca in salita che ci ha portati a visitare la tomba di giganti di Funtana Morta, proseguiamo lungo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai per un centinaio di metri. Sorgono-Il nuraghe CalamaeraQui all’altezza del chilometro 59.4 prendiamo la successiva deviazione a destra che, in quattrocento metri, ci porta a svoltare a destra e, dopo un altro centinaio di metri, ad arrivare su un terrazzamento naturale, in un’area collinare adibita al pascolo alternato a colture viticole, sul quale si trovano i resti del nuraghe Calamaera. Il suo nome potrebbe derivare dalla parola calama, che in lingua sarda significa canna, ad indicare la presenza in passato di vegetazione palustre nella zona. Si tratta di un nuraghe semplice monotorre, edificato in granito a 545 metri di altezza. Il nuraghe è parzialmente crollato, quasi completamente distrutto ed è possibile riconoscerne la sola pianta esterna, vagamente circolare. L’opera muraria, poligonale, è costituita da blocchi poliedrici in granito di dimensioni medio grandi. La camera, di pianta sub circolare, è visibile dalla sommità del monumento e si presenta per buona parte ingombra da crollo.

La fontana di Santu Mauru

Dalla deviazione che ci ha portati al nuraghe Calamaera, proseguiamo lungo la SS388 del Tirso e del Mandrolisai per un chilometro e duecento metri e, all’altezza del chilometro 58.2 troviamo la deviazione sulla destra con le indicazioni che fanno prendere un sentiero il quale, in un centinaio di metri, ci porta alla fontana di Santu Mauru.

Sorgono-Indicazioni sulla SS128 Centrale sarda per la fontana di Santu Mauru Sorgono-L’area di sosta della fontana di Santu Mauru Sorgono-La fontana di Santu Mauru

Resti del protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei

Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: veduta dall’altoSorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: planimetriaProseguendo, il sentiero ci porta in poche decine di metri fino al sito di Talei, formato da un edificio principale che è il protonuraghe, dai resti di un villaggio, e poco distante una tomba dei giganti. Il protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei, edificato in granito a 488 metri di altezza, è richiuso in una recinzione metallica. Si tratta di un protonuraghe costruito addossando pietre di granito locale a una sporgenza rocciosa, abbastanza ben conservato, che presenta pianta vagamente ellissoidale o subellittica, di diciassette metri per tredici metri e mezzo. L opera muraria costituita da grossi blocchi poligonali di granito. Presenta due ingressi opposti, situati nei lati brevi a nord ed a sud, che introducono in un corridoio centrale che attraversa interamente l edificio. Dall ingresso esposto a sud, architravato, il corridoio penetra all interno della struttura, e si allarga in una camera di forma ellissoidale oggi parzialmente crollata, di sei per tre metri oggi a cielo aperto, in origine provvista di copertura aggettante a dorso detta anche copertura naviforme. Mentre dall ingresso esposto a nord, anch’esso architravato ma privo di finestrino di scarico, prima di sfociare nella camera, ci si immette nel corridoio che presenta sulla sinistra il vano della scala, del quale residuano dodici gradini, che conduceva in primo luogo ad un piano ammezzato, articolato in due piccoli ambienti, e successivamente al terrazzo superiore. Superato l ottavo gradino si trovano due nicchie contrapposte, con la volta parzialmente crollata.

Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: ingresso sud Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: ingresso sud Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: ingresso nord Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: ingresso sud Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: ingresso sud visto dall’interno Sorgono-Protonuraghe o nuraghe a corridoio Talei: il vano scala

Attorno al nuraghe gli scavi hanno messo in luce numerose capanne dell’abitato, circolari ed ellittiche, che costituivano il villaggio nuragico. Nei pressi del nuraghe si trovano anche numerosi menhir, alcuni dei quali rovesciati. Durante gli scavi, sono stati trovati reperti della Cultura di Sa Turricola, che costituisce il principale esempio insediativo della cultura Bonnanaro nel suo periodo più tardo, già nell’Età del Bronzo medio, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 1900 ed il 1300 avanti Cristo, e secondo una datazione più tradizionale tra il 1600 ed il 1300 avanti Cristo, mentre ad un momento finale della stessa fase è probabilmente da ascriversi l’abbandono del sito, secondo gli archeologi. Scavi archeologici sono stati effettuati nel 1992 sotto la direzione di Maria Ausilia Fadda.

Resti della tomba di giganti di Talei

Sorgono-Resti della tomba di giganti di Talei: il corridoio funerarioA poche centinaia di metri verso sud ovest, a breve distanza dalla SS128 Centrale Sarda, si segnala la presenza di una tomba di giganti, nota col nome di tomba di giganti di Talei, edificata a 471 metri di altezza. Si tratta di una tomba di giganti di tipo isodomo, costruita in granito, danneggiata nel 1973 da scavatori clandestini. Del monumento, già noto al Taramelli, è chiaramente leggibile un tratto del corridoio funerario di pianta rettangolare largo novanta centimetri e lungo circa otto metri. Lo scavo ha messo in luce il muro esterno absidato di contenimento ed alcuni blocchi dell’esedra. I blocchi mancanti sono stati riutilizzati durante la costruzione della vicina. La sua stele, invece, è stata rimossa, ed è stata riutilizzata nella chiesa di San Mauro Abate. Anche questo sito è stato scavato dall’archeologa Maria Ausilia Fadda, a più riprese, dal 1981.

Il Santuario campestre di San Mauro Abate

Sorgono-Novenario di San Mauro Abate: ingresso del novenarioTornati sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai, dopo la deviazione per la fontana di Santu Mauru la seguiamo per centocinquanta metri poi, all’altezza del cartello indicatore del chilometro 58 prendiamo, seguendo le indicazioni, una strada sulla destra che, in duecento metri, ci porta su una collina di 478 metri di altezza al Novenario di San Mauro Abate, che si trova in una amena valle alle pendici del monte lisai. Il complesso ha l’ingresso ad oriente, dove si iniziano ad articolare le cumbessias, un sistema di portici e semplici abitazioni disposte a schiera, realizzate in pietrame a vista o intonacate, con copertura a struttura lignea e manto di coppi, che delimitano l’area e ne costituiscono una sorta di recinto. Ad oggi tali strutture si conservano nell’area nord, est ed ovest del complesso, mentre al sud vi è qualche rimanenza di muratura.

Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: veduta d’insiemeAll’interno del novenario si trova il Santuario campestre di San Mauro Abate con le strutture ad uso del clero, che è la più grande chiesa campestre della Sardegna che secondo la tradizione sorgerebbe vicino al centro geografico dell’Isola. Il luogo è infatti un punto di incontro tra le antiche comunità pastorali delle montagne barbaricine e quelle più a vocazione agricola della pianura dell’oristanese. Il Santuario sarebbe stato edificato intorno al 1120 dai monaci Benedettini, sulle rovine di un insediamento preesistente, di cui non è, però, più possibile individuare alcuna traccia. In epoca aragonese, verso la fine del Quattrocento, è iniziata la sua ricostruzione che si è protratta per molti anni, sino alla fine del Cinquecento, ed infatti l’edificio che ne è derivato costituisce un esempio di sintesi tra lo stile tardo gotico e quello rinascimentale, con innesti barocchi. Nel corso del restauro degli anni ottanta del secolo scorso sono emersi elementi che hanno permesso di datarla con precisione al 1574. Sia per confronti formali sia per L’acquisizione di nuove fonti documentali è possibile assegnare la paternità progettuale dell’edificio, per le parti strettamente manieristiche, a Giorgio Palearo Fratino, ingegnere militare addetto alle opere reali ed alle fortificazioni della Sardegna sotto Filippo II di Spagna. La chiesa ha una pianta rettangolare, con la facciata in trachite grigio rosa rettangolare, faccia a vista e merlata, al centro della quale, sopra il portale rinascimentale con stipiti e architrave a rilievo, si trova un rosone gotico ricavato da un unico blocco di trachite di grandi dimensioni con elementi lapidei finemente lavorati, che con i suoi quattro metri e mezzo di diametro è il più grande esistente in Sardegna, di ottima fattura, con ai lati due statue leonine non ben conservate. Il portale, costituito da semicolonne e da un timpano curvilineo di derivazione tardomanierista. In alto il tutto coronato da merletti.

Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: facciata Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: il rosone centrale Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: il portale di ingresso Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: veduta del retro della chiesa

L interno ripete lo schema planimetrico catalano dell’aula unica voltata a botte ogivale, ripartita in sei campate sottolineate da sottarchi acuti e terminate con una zona presbiteriale rialzata pi stretta, percorsa da un cornicione aggettante e chiusa da un recinto balaustrato in vulcanite, dove si apre un oculo che illumina la navata. In corrispondenza di ciascuna campata, sui due lati, si aprono delle edicole, definite da lesene e timpani triangolari, ed infatti sono presenti dieci ampie nicchie, cinque per lato, disposte lungo le pareti laterali e ricavate nello spessore murario. Le lesene in vulcanite grigia servono a reggere i sottarchi della volta e sono segnalate all’esterno da una sequenza di robusti contrafforti. Sul presbiterio, delimitato da una balaustra in pietra e sopraelevato di tre gradini rispetto alla navata, si trova un altare barocco in marmo, che accoglie in una nicchia una pregevole statua lignea di San Mauro Abate. Le murature sono intonacate e tinteggiate di bianco, le nicchie e paraste sono in pietra faccia a vista.

Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: interno verso il presbiterio Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: veduta dell’interno con la statua di San Mauro Abate Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: decorazioni davanti all’altare Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: L’altare barocco Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: la statua lignea di San Mauro Abate sopra l’altare barocco Sorgono-Santuario campestre di San Mauro Abate: interno verso il portale di ingresso

Il Santuario campestre è circondato da muristenes che si dispongono secondo uno schema a quadrilatero irregolare, dando origine, con la chiesa, ad un villaggio che si adagia su un’ampia vallata ai piedi del Monte lisai. In origine venivano occupate da frati laici o conversi, ed ebbero invece destinazione umanitaria di lazzaretto nel 1695, ed accolsero vari appestati, come indica un graffito sulla facciata ed un canto in lingua sarda del poeta estemporaneo Chiccu Murru di Ozieri, che recita: «…Sos locales chi sunu in Santu Maru / finzas po lazzaretos fin servidos, / tantos omines da peste colpidos / inie agatadu hana riparu….». Oggi sono purtroppo quasi totalmente abbandonati, ma un tempo erano destinati ad accogliere i pellegrini novenanti che accorrono numerosissimi da tutto il Mandrolisai, ed un tempo erano utili ai rivenditori di merci durante la festa che per molti anni ha rappresentato il più grande mercato del bestiame della Sardegna.

Sorgono-Novenario di San Mauro Abate: veduta dei muristenes Sorgono-Novenario di San Mauro Abate: veduta dei muristenes

La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua di San Mauro Abate conservata al suo interno. La Festa di San Mauro Abate si svolge durante l’anno in tre diverse occasioni. Presso questa chiesa ogni anno il 15 gennaio, si svolge la festa conosciuta come Santu Mauru de Is Dolos, ossia San Mauro dei Dolori. Il martedì dopo Pasqua, quella conosciuta come Santu Mauru de Is Froris, ossia San Mauro dei Fiori. Infine, l’ultima domenica di maggio o la prima domenica di giugno, quella conosciuta come Santu Mauru Erricu, ossia San Mauro Ricco, che è l’appuntamento più partecipato, con riti religiosi, rassegne folkloristiche e altre manifestazioni civili, compreso il tradizionale Palio di San Mauro Abate.

L’area archeologica di Biru ’e Concas

Sorgono-Area archeologica di Biru  e Concas: planimetriaSorgono-Il complesso megalitico di Biru ’e Concas: lo scavo del 1994Superata la chiesa campestre di San Mauro Abate, procediamo sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai per circa un chilometro, fino al bivio per Austis. Dopo di questo, troviamo sulla destra della SS388 del Tirso e del Mandrolisai uno slargo, nel quale si trova l’accesso all’area archeologica di Biru ’e Concas, indicata da un cartello. In una ampia zona intorno a una collinetta, è stato portato alla luce uno dei più straordinari raggruppamenti di menhir di tutta la Sardegna, caratterizzato dalla presenza di un gran numero di menhir, ossia grandi pietre in granito con forma allungata, tra i quali si trovano dei menhir aniconici ossia privi di immagini scolpite, protoantropomorfi con una faccia piana, ed anche un monolite antropomorfo con tratti umani abbozzati ed una statua menhir cioè un monolite scolpito in forma umana con volto schematico e armata con pugnale in vita. Le statue finemente scalpelliate su blocchi di granito grigio chiaro sono il segno evidente dell’utilizzo dell’area come importante luogo di culto, forse dedicato agli antenati defunti eroizzati. Nel 1994 sono state intraprese ricerche finanziate della Comunità Montana Barbagia Mandrolisai e coordinate della Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Sassari e Nuoro, sotto la direzione scientifica di  Maria Ausilia Fadda, con la doppia finalità di effettuare un primo censimento numerico dei menhir e di individuare all’interno della vastissima area del complesso megalitico la porzione di territorio occupata dall’insediamento attraverso una serie di sondaggi stratigrafici.

Sorgono-Area archeologica di Biru  e Concas: il cartello che indica l’area archeologicaArriviamo nello slargo nel quale si trova l’accesso all’Area archeologica di Biru e Concas, dove è presente un cartello in quale ne indica le caratteristiche, ossia che sono presenti oltre duecento menhir, che si trovano singoli, in coppia, in gruppi di tre, in allineamenti, ed anche in circoli. Sono presenti anche molti altri menhir rovesciati sul terreno, alcuni interi, altri ridotti a pezzi, dal che si deduce che la monumentalità del sito dovesse essere superiore rispetto a come appare oggi. Nell’area archeologica si trova per primo un menhir isolato, poi quello che viene indicato come il piccolo raggruppamento orientale dei menhirs di Biru ’e Concas, più avanti il più grande allineamento orientale dei diciotto menhirs di Biru ’e Concas, ed ancora più avanti il grande allineamento occidentale dei venti menhirs di Biru ’e Concas.

Entriamo nell’area archeologica arrivando da est e, dopo un centinaio di metri, incontriamo il cartello di accesso all’area archeologica, e subito dopo il primo menhir, che risulta essere isolato rispetto gli allineamenti presenti ad occidente. Quando ci eravamo recati a visitare l’area archeologica di Biru ’e Concas la avevamo trovata purtroppo in stato di completo abbandono, con i cancelli chiusi e l’erba alta che aveva impedito una qualsiasi visita. Per questo abbiamo scattato solo la foto del menhir isolato, mentre le altre foto sono tratte da internet.

Sorgono-Area archeologica di Biru  e Concas: il cartello all’interno dell’area archeologica Sorgono-Area archeologica di Biru  e Concas: il primo menhir isolato

Procedendo verso ovest si incontra il piccolo raggruppamento orientale di menhirs di Biru ’e Concas, il quale costituito da alcuni menhir di modeste dimensioni, i quali sono seminascosti dagli alberi presenti nella zona.

Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: menhir nel piccolo allineamento orientale Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: menhir nel piccolo allineamento orientale

Subito più avanti procedendo verso ovest, si incontra il grande allineamento orientale di menhirs di Biru ’e Concas, il quale costituito da diciotto monoliti in piedi, disposti secondo una deviazione di circa dieci gradi dalla direzione cardinale verso il sud, e da numerosi altri che sono coricati.

Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: il grande allineamento orientale di menhirs di Biru ’e Concas Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: il grande allineamento orientale di menhirs di Biru ’e Concas

Infine procedendo ancora verso ovest, si incontra il grande allineamento occidentale di menhirs di Biru ’e Concas, il quale costituito da venti menhirs ancora in piedi, disposti esattamente da nord a sud, e da diversi monoliti che sono coricati.

Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: il grande allineamento occidentale di menhirs di Biru ’e Concas Sorgono-Area archeologica di Biru ’e Concas: il grande allineamento occidentale di menhirs di Biru ’e Concas

La presumibile datazione dei menhir del complesso di Biru ’e Concas inizia nel Neolitico Recente, con la Cultura di Ozieri, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo, per quelli semplici che venivano eretti a simboleggiare la fecondità. Prosegue fino all’Eneolitico, nel tempo delle Culture di Filigosa e Abealzu, secondo la cronologia calibrata tra il 3000 ed il 2900 avanti Cristo, e secondo una datazione tradizionale, basata su considerazioni strettamente tecnologiche o etnologiche, tra il 2600 ed il 2500 avanti Cristo, per quelli di tipo antropomorfo. Il rinvenimento nel sito di Biru ’e Concas di menhir antropomorfi o statue menhir, accanto ai più numerosi e semplici menhir protoantropomorfi, molti dei quali sono comunque finemente sagomati, permette di mettere in relazione la tradizione scultorea del sito con quella del vicino territorio di laconi, che finora ha restituito in Sardegna il maggior numero di statue menhir.

orgono-I menhir di Biru ’e Concas e le stelleSono stati studiati gli allineamenti dei menhir di Biru ’e Concas relativamente al loro posizionamento rispetto alla posizione delle stelle nel cielo. In un articolo viene riportato che «La concentrazione dei menhir è straordinaria ... Sono disposti in coppia, isolati o in triadi secondo allineamenti circolari estesi che possono comprendere fino a venti menhir. Consistono, dunque, in un complesso di allineamenti megalitici, che secondo un filone culturale di studiosi, costituivano le carte astronomiche (o osservatori astronomici) determinanti il tempo e lo spazio e capaci di segnare relativamente alle posizioni delle stelle nel cielo. i solstizi e gli equinozi». Quanto detto dall’articolo sul rapporto del sito di Biru ’e Concas con il cielo stellato appare quindi ben fondato. Sarebbe interessante aver a disposizione altri articoli che mostrino altri allineamenti dei menhir, oltre a quelli che si possono vedere nelle immagini satellitari. Si potrebbero così fare altre simulazioni e conseguenti paragoni con le mappe stellari.

Resti del nuraghe di Biru ’e Concas

A circa duecento metri di distanza in direzione nord ovest, si trovano i resti del nuraghe di Biru ’e Concas, un nuraghe di tipologia indefinita edificato a 493 metri di altezza. Il nuraghe, a pianta subellittica, con i lati lunghi disposti in asse da est ad ovest, è costruito sopra un possente blocco roccioso granitico di cui, nel corso della muratura, include alcune parti. L’opera muraria, rozzamente poligonale, è costituita da conci in granito appena sbozzati e disposti irregolarmente. L’ingresso, rivolto a settentrione, mostra un particolare artifizio architettonico, dato che l’architrave poggia su pochi e grandi blocchi che costituiscono i piedritti, ed è sormontato da un concio di minori dimensioni, a sua volta contenuto in un giro di blocchi disposti a semicerchio, così da deviare sugli stipiti il peso delle sovrastanti strutture.

Sorgono-Resti del nuraghe di Biru ’e Concas Sorgono-Resti del nuraghe di Biru ’e Concas

Lo stato di degrado del monumento, fa sì che le parti interne possano essere solo parzialmente interpretate. Dalla sommità del nuraghe si scorge l’andamento dell’andito che presenta, a sinistra subito dopo l’ingresso, un piccolo vano, crollato ed ingombro di macerie, che potrebbe essere stato l’avvio di una scala d’andito, oppure una semplice nicchia. Il rimanente delle strutture, considerato il grave stato di degrado, può solo fare ipotizzare l’esistenza, in antico, di una camera a pianta ellittica posta sul lato orientale del monumento. Nelle vicinanze si trovano una trentina di menhir, tutti sconvolti e non più in situ, e le tracce di un insediamento.

I dintorni verso sud

Usciamo dall’abitato con la continuazione del corso Vittorio Emanuele che si dirige verso sud.

La chiesa campestre di San Giacomo ossia di Santu Giaccu

Dal centro di Sorgono prendiamo il corso Vittorio Emanuele che esce dall’abitato verso sud, lo seguiamo per un chilometro e seicento metri ed arriviamo a un bivio di fronte all’ingresso della Cantina Su Binariu, che propone vendita di vino imbottigliato e degustazioni. Qui prendiamo verso destra la prosecuzione della strada e, dopo un altro chilometro e quattrocento metri, la strada finisce in uno spiazzo che si apre sulla destra, al centro del quale si trova la Chiesa campestre di San Giacomo, ossia di Santu Giaccu, che era l’antica parrocchiale del villaggio abbandonato di Espasulè, e che viene nominata per la prima volta in un documento amministrativo del 1681. Si tratta di una chiesa recentemente restaurata. La piccola facciata a capanna, al centro si apre un portale principale con conci lapidei lavorati a rilievo e in alto sovrastata da una grande croce in pietra, mentre un altro portale si trova verso la fine del lato destro, poco prima della sacrestia, che è appoggiata appunto al lato destro della chiesa.

Sorgono-La chiesa campestre campestre di San Giacomo Sorgono-Chiesa campestre campestre di San Giacomo: facciata

All’interno ha un impianto a mono navata che si conclude, dopo un arco in pietra a sesto ribassato, con un piccolo presbiterio sopraelevato da un gradino. Le murature, realizzate in pietra mista locale, sono intonacate e tinteggiate di bianco.

Sorgono-Chiesa campestre campestre di San Giacomo: interno verso il presbiterio Sorgono-Chiesa campestre campestre di San Giacomo: il presbiterio

I pochi resti del nuraghe Santu Giaccu

A un centinaio di metri a sud della piccola chiesa campestre di San Giacomo, ai confini con il territorio comunale di Atzara, si trovano i pochi resti del nuraghe di Santu Giaccu, un nuraghe edificato in una zona collinare, in un’area adibita a pascolo, a 649 metri di altezza. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita, che era in origine costruito su un affioramento granitico del quale doveva, presumibilmente, includere alcune parti. Si presenta con una pianta subellittica, e di esso si conserva solamente un tratto di muro di base che ha un andamento curvilineo.

Il centro geografico della Sardegna

Dal centro di Sorgono prendiamo il corso Vittorio Emanuele che esce dall’abitato verso sud, lo seguiamo per un chilometro e seicento metri ed arriviamo a un bivio di fronte all’ingresso della Cantina Su Binariu, che propone vendita di vino imbottigliato e degustazioni. Subito prima prendiamo verso sinistra una strada bianca che costeggia il vecchio tratto ferroviario che da Sorgono portava a Mandas, la seguiamo per un chilometro e settecento metri, poi si prende alla sinistra un percorso da trekking in mezzo al bosco, fino ad arrivare dopo più di seicento metri al punto che viene indicato come il centro geografico della Sardegna, che si trova nel territorio del Comune di Sorgono, tra i confini dei territori di Sorgono, Atzara, Belvì e Tonara, nello spartiacqua tra il Mandrolisai e il Gennargentu.

Sorgono-Il centro geografico della Sardegna Sorgono-Il centro geografico della Sardegna

Questo punto è raggiungibile con opportune indicazioni utilizzando mezzi idonei, come fuoristrada, quad o moto enduro, o anche con una salutare passeggiata, immersi nella natura, di due ore circa tra andata e ritorno. La piana, attraversata dal Rio Birisaulu, è ricca di vegetazione, tra sugherete, lecci, querce secolari e pascoli.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Sorgono ci recheremo verso ovest, effettuando una deviazione che ci porterà a visitare Ortueri il paese più ad ovest del Mandrolisai in Provincia di Nuoro, con il suo centro abitato ed i suoi bei dintorni.


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