Villanova Truschedu con nei dintorni Santuario di San Gemiliano ed i resti del nuraghe complesso di Santa Barbara
In questa tappa del nostro viaggio da Fordongianus ci recheremo a Villanova Truschedu che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il nuraghe Santa Barbara con la sua Stanza del Sole. La regione storica del BarigaduSulla sponda meridionale del lago Omodeo, il più grande lago artificiale dell’Isola, si affaccia il territorio del Barigadu uno dei distretti amministrativi dell’antico Giudicato d’Arborea. Il Barigadu è una regione storica della Sardegna centrale che si sviluppa interamente nella Provincia di Oristano. I comuni che ne fanno parte sono allai, Ardauli, Bidonì, Busachi, Fordongianus, Neoneli, Nughedu Santa Vittoria, Sorradile, Ula Tirso, Villanova Truschedu. Ne facevano parte anche i comuni che oggi sono considerati appartenenti alla regione storica del Guilcer. Grazie al clima soleggiato, ma non arido, vi si trovano molte foreste di sughero e di quercia e ovviamente macchia mediterranea, come anche alcune specie di animali rari, come cervi sardi, cinghiali, volpi, lepri sarde e molti tipi di uccelli tra i quali anche l’aquila. Il paesaggio della regione storica del Barigadu è composto da una vasta distesa pianeggiante arricchita da una serie di colline. In viaggio verso Villanova TruscheduUsciamo da Fordongianus e proseguiamo verso sud ovest sulla SS388 del Tirso e del Mandrolisai che ci porta verso la chiesa romanica di San Lussorio, e dopo sei chilometri arriviamo all’interno dell’abitato di Villanova Truschedu. Dal Municipio di Fordongianus a quello di Villanova Truschedu si percorrono 6.9 chilometri. Il piccolo comune chiamato Villanova TruscheduIl comune di Villanova Truschedu (nome in lingua sarda Biddanoa Truschedu, altezza metri 6 sul livello del mare, abitanti 293 al 31 dicembre 2021) è un caratteristico piccolo paese dell’entroterra oristanese situato sullato sinistro del fiume Tirso, con poco più di trecento abitanti, che nel passato è stata un’apprezzata stazione romanica chiamata Etruscola. Si tratta di una piccola comunità di pianura le cui attività economiche prevalenti sono rappresentate dall’agricoltura, dalla pastorizia e da qualche piccola cava. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 17 a un massimo di 380 metri sul livello del mare. È in parte ambientato a Villanova Truschedu il romanzo di Flavio Soriga Sardinia Blues, che racconta come in una terra precaria e poetica, sotto il cielo di un’isola del sud, si agita un trio di giovani innamorati del mondo e della vita. Origine del nomeLa prima parte del nome, Villanova, è chiaramente la traduzione italiana della locuzione sarda Bidda Nòa ad indicare un Villaggio Nuovo. Invece Esistono diverse teorie sulla nascita della seconda parte del nome di questo paese, ma nessuna di esse ha trovato ancora conferma storica. Una teoria attribuisce il suo nome ad Etruscula, un antico villaggio che sarebbe stato fondato dai Romani in periodo repubblicano. Secondo un’altra tesi, il nome sarebbe stato attribuito in tempi più recenti riferendosi a Su Truiscu, il pepe montano, una pianta che cresceva rigogliosa nella zona e veniva utilizzata soprattutto per la pulizia di asini, cavalli e muli. La sua economiaIl perno dell’economia locale è l’agricoltura, che rappresenta una fonte di sostentamento importante per la popolazione, e le coltivazioni più diffuse sono quelle di cereali, frumento, ortaggi, agrumi, olivo, uva e altra frutta. Si pratica anche l’allevamento, in particolare di bovini, ovini, suini, equini e avicoli. Il settore industriale risulta di dimensioni molto modeste: tuttavia, si registrano aziende che operano nei comparti dell’attività estrattiva, dei materiali da costruzione e dell’edilizia. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. La zona non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, in particolare qualche piatto di un tempo come gli asparagi che crescono abbondanti nel territorio, e di effettuare interessanti escursioni nei dintorni. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciL’area nella quale sorge l’attuale abitato viene abitata già nel Neolitico, come testimonia lla presenza sul territorio di numerosi Nuraghi. L’antico villaggio di Etruscula sarebbe stato fondato dai Romani in periodo repubblicano avuto in epoca romana, ed avrebbe avuto un’importanza strategica sia dal punto di vista economico che militare, dato che si trovava in una posizione di passaggio tra la residenza termale di Forum Traiani e il Campidano. Nell’undicesimo secolo appartiene alla curatoria di Parte Barigadu, del Giudicato di Arborea. Nel 1420, alla caduta di questo Giudicato, entra a far parte del Marchesato di Oristano. Nel 1478, alla sconfitta del Marchesato di Oristano, passa sotto il dominio aragonese, dove diviene un feudo incorporato nell’Incontrada di Parte Barigadu. Nel 1829, in epoca sabauda, viene dato in feudo alla famiglia Manca ledà, che la uniscono insieme a Fordongianus nella conte di San Placido. Viene riscattato all’ultimo feudatario, don Giacomo Manca ledà conte di San Placido, nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui diventa un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Il comune di Villanova Truschedu nel 1928 viene aggregato al comune di Fordongianus, dal quale nel 1959 viene nuovamente separato. Del comune di Villanova Truschedu nel 1974, dopo la creazione della Provincia di Oristano, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, a quella di Oristano. Le principali feste e sagre che si svolgono a Villanova TruscheduDate le piccole dimensioni del borgo ed il basso numero di abitanti, a Villanova Truschedu non sono presenti gruppi folk in grado di allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Villanova Truschedu si segnalano a marzo a aprile, la Sagra degli asparagi; il 16 settembre, la Festa campestre di San GemilianO dopo la conclusione del novenario in suo onore; il 30 novembre, la Festa patronale di Sant’Andrea Apostolo. La Sagra degli asparagi di Villanova TruscheduOgni anno a marzo o aprile in piazza Luigi Cadorna a Villanova Truschedu si svolge la Sagra degli asparagi, che è molto apprezzata e attira tanti appassionati. In programma c'è la visita guidata a siti di interesse storico e paesaggistico, la degustazione di piatti a base di asparagi, ed inoltre musica e balli in piazza. Nel menù predominano gli asparagi selvatici raccolti nel territorio del paese, con cui vengono preparati il risotto con il riso prodotto nelle risaie della vicina Simaxis, e i ravioli con la ricotta locale. E quindi la Sagra offre ai visitatori prodotti tipici, visite guidate, spettacoli e altri eventi, che permettono loro di trascorrere una giornata molto ricca e piacevole. Visita del centro di Villanova TruscheduL’abitato di Villanova Truschedu è interessato da una forte crescita edilizia, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località di pianura. Il centro storico del grazioso e accogliente borgo, raccolto attorno alla chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, è noto come Ruinas, ad indicare le rovine di un villaggio di epoca romana, disposto lungo la strada che collegava Forum Traiani al Campidano e che aveva rivestito uno strategico ruolo economico e militare. Arriviamo a Villanova Truschedu provenendo da Fordongianus con la SS388 del Tirso e del Mandrolisa, la quale, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via Brigata Sassari. La chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea ApostoloDal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, percorsi circa duecento metri lungo la via Brigata Sassari, svoltiamo a destra e prendiamo la via della Costituzione che si dirige verso la periferia settentrionale del paese, e in circa centocinquanta metri, ci porta nella piccola piazza del Duomo, sulla quale si affaccia sulla destra la chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo, che è la parrocchiale di Villanova Truschedu. La chiesa si trova al civico numero 2 della piazza e si affaccia su di essa, da cui si può ammirare tutta la vallata sottostante. La chiesa risale al diciottesimo secolo, è stata consacrata al culto cattolico nel 1835, ed è sede dell’omonima parrocchia che fa parte della diocesi di Oristano. La facciata della chiesa è abbellita, altre che dal campanile a vela, da un portale architravato e da tre finestrelle incorniciate da trachite rosa decorata a motivi geometrici. All’interno la chiesa ha una pianta rettangolare, con tre navate poggianti su tozzi pilastri a base quadrata dai quali si ergono archi ogivali e copertura a due falde. La navata centrale, più larga di quelle laterali, termina con l’altare maggiore. In testa alle navate laterali sono presenti a sud la sacrestia, ed a nord la stanza della confraternita. Il pavimento è su due livelli, il più alto dei quali è occupato dall’abside semicircolare con volta a botte. A Villanova Truschedu ogni anno presso questa chiesa parrocchiale il 30 novembre si tiene la Festa patronale di Sant’Andrea Apostolo, con la processione, la messa ed altre cerimonie religiose, alle quali si affiancano diverse manifestazioni civili. Il Municipio di Villanova TruscheduDalla piccola piazza del Duomo, nella quale eravamo attivati con la via della Costituzione, prendiamo a sinistra la via Alfonso lamarmora e, dopo una cinquantina di metri, al civico numero 20 della via Alfonso lamarmora, vediamo alla sinistra della strada la facciata dell’edificio che ospita il Municipio di Villanova Truschedu, nel quale si trova la sua sede, e si trovano gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Sono gli uffici che comprendono il responsabile del Personale, il Servizio Amministrativo Finanziario, i Servizi Demografici, i Servizi Socio Assistenziali, i Servizi Tecnici, ed il Servizio Vigilanza. La piazza Luigi Cadorna chiamata anche Pratza de Is ArgiobasPassato il Municipio, procediamo lungo la via Alfonso lamarmora e, dopo una ventina di metri, svoltiamo leggermente a destra ed entriamo nella piazza del Plebiscito. Dalla piazza del Plebiscito, dopo una trentina di metri, continuiamo con la via Statuto e, percorsa una cinquantina di metri, svoltiamo leggermente a sinistra nella via San Gemiliano, che, in una settantina di metri, arriva nella Piazza Luigi Cadorna, chiamata anche Pratza de Is Argiobas. Si tratta di una grande piazza nella quale è presente bel murale realizzato da Angelo Pilloni, artista nato a San Sperate nel 1945, nel quale sono rappresentate la pratica della tosatura, l’aratura dei campi, la trasmissione di saperi dalle vecchie alle nuove generazioni. Nella piazza Luigi Cadorna si trova il Monumento ai CadutiAl centro della piazza Luigi Cadorna, chiamata anche Pratza de Is Argiobas, contornata di palazzine storiche, troneggia il Monumento ai Caduti in guerra di Villanova Truschedu, una bella statua in trachite rosa locale realizzata da Giuseppe Solinas, scultore nato a Villanova Truschedu dove tuttora risiede, che da diversi anni si dedica con passione alla scultura in pietra ed in legno. Nella piazza Luigi Cadorna dove eravamo arrivati con la via San Gemiliano, procediamo verso destra in direzione della via Regina Margherita e, sulla facciata dell’ultimo edificio a sinistra, è presente un murale che raffigura una processione, realizzato da Pina Monne, la muralista nata a Irgoli nel 1971 ma residente a Tinnura, che si è da sempre distinta per la sua attività pittorica e di ceramista. Il complesso sportivo di Villanova TruscheduDa dove dalla piazza Luigi Cadorna siamo arrivati in via Regina Margherita, la prendiamo verso destra e la seguiamo per centottanta metri, poi prendiamo a destra la via Santa Barbara che, dopo una sessantina di metri, arriva a un bivio, dove prendiamo a destra la prosecuzione della via Santa Barbara. Lungo questa strada, alla destra ed alla sinistra, si trova il Complesso Sportivo di Villanova Truschedu. alla destra della strada è presente il Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, dotato di tribune in grado di ospitare 120 spettatori. All’altro lato della strada, ossia alla sinistra, è presente il Campo da rugby, con fondo in erba naturale, che attualmente è però in disuso, e del quale pubbLiciamo una foto di qualche anno fa quando era ancora utilizzato. Il Cimitero ComunaleEravamo arrivati a Villanova Truschedu provenendo da Fordongianus con la SS388 del Tirso e del Mandrolisai e, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese, percorsi circa duecento metri avevamo preso la via della Costituzione. Appena cinquanta metri prima, a centocinquanta metri dal cartello segnaletico, prendiamo a destra la via Paba de Is Ortus, e dopo una settantina di metri arriviamo a un bivio dove a sinistra prosegue la Paba de Is Ortussu, mentre prendiamo a destra la via del Cimitero. Percorso un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada il muro di cinta con il cancello di ingresso del Cimitero Comunale di Villanova Truschedu. Visita dei dintorni di Villanova TruscheduPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villanova Truschedu,, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Campu ’e Cubas, Crabu, Dominigu Porru, Ruinas, San Gemiliano; dei Nuraghi complessi Santa Barbara, su Strampu, Zoppianu; dei Nuraghi nuragheddu, Pischina Andria, tutti di tipologia indefinita. Nei dintorni di Villanova Truschedu si trova, inoltre, la chiesa campestre San Gemiliano. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Il Santuario di San GemilianoDal Municipio di Villanova Truschedu proseguiamo lungo la via Alfonso lamarmora verso sud ovest e, dopo un centinaio di metri, svoltiamo a destra nella via Trieste, la seguiamo per circa duecento metri, poi svoltiamo a destra nella via Santa Barbara, dopo una sessantina di metri arriviamo a un bivio dove a destra prosegua la via Santa Barbara, mentre svoltiamo leggermente a sinistra e prendiamo la via Is Argiolas che esce dall’abitato in direzione nord est. Dopo il ponte sul fieme Tirso, percorsi circa novecento metri lungo la via Is Argiolas, seguendo le indicazioni svoltiamo leggermente a sinistra e in duecento metri vediamo sulla sinistra il cancello di ingresso che porta al parco di San Gemiliano, all’interno del quale si trova il Santuario di San Gemiliano, ubicato in aperta campagna su un rilievo collinare che domina l’ampia vallata sottostante. Questo Santuario è stato realizzato tra il cinquecento ed il seicento in stile gotico catalano, ed è stato dedicato a San Gemiliano, Vescovo di Cagliari, giustiziato nell’anno 125 dopo Cristo al tempo dell’Imperatore Adriano nelle campagne di Sestu, dove sul luogo del martirio è stata costruita la chiesa a lui dedicata. La facciata della chiesa presenta un portale centrale poggiantesu un architrave, con un arco leggermente sollevato sovrastato da un rosone di gusto gotico. Il terminale orizzontale è coronato da merli, da una croce centrale e da una torretta campanaria. L’interno è costituito da una unica navata, ma può essere visto come l’insieme di due parti, delle quali la prima, intervallata da tre archi in trachite a tutto sesto, ha il tetto ligneo e ricorda lo schema costruttivo gotico, mentre la seconda è costituita da una volta a botte che contiene una nicchia, la quale fungeva originariamente da altare. All’interno è presente un bell’altare ligneo aggiunto in epoca successiva. La chiesa ha subito recentemente dei lavori di restauro delle strutture murarie. Durante la fase dei lavori di restauro è stata posta in luce, al centro della navata, una sepoltura intatta, della quale la tomba si trova a soli una trentina di centimetri al di sotto dell’attuale pavimento della chiesa. All’edificio era annessa una numerosa serie di Muristenes o Cumbessias, piccole case articolate intorno ad un ampio piazzale e strutturate in modo da ospitare gli abitanti delle vicine comunità durante le feste religiose. All’interno del parco è presente anche un bellissimo olivastro monumentale. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua in legno di San Gemiliano conservata al suo interno, opera che risale al seicento ed è posta nell’altare maggiore della chiesa, mentre un’altra statua del Santo realizzata in pietra è collocata nel piazzale davanti al Santuario ma questa non è oggetto di culto. Presso questo Santuario ogni anno il 16 settembre si svolge la Festa campestre di San GemilianO, dopo la conclusione del novenario in suo onore che si svolge dal 9 al 14 settembre, con ogni sera la messa, la novena e il rosario. Il 15 a conclusone della novena si tiene la processione accompagnata da gruppi folk, seguita dalla messa con la partecipazione di un coro polifonico. Anche il giorno della festa, ossia il 16, si tiene la processione e la messa solenne. I festeggiamenti religiosi e le diverse manifestazioni civili in onore del Santo, che si svolgono dal 9 al 16 settembre, hanno luogo nell’omonimo novenario campestre caratterizzato dai Muristenes utilizzati dai fedeli durante la novena. I resti del nuraghe semplice di San GemilianoAll’interno del recinto che delimita il parco di San Gemiliano sono presenti anche i resti del Nuraghe di San Gemiliano, un nuraghe semplice di discrete dimensioni che poggia su una collinetta, a fianco della chiesa omonima. Questo nuraghe è stato edificato in materiale indeterminato, probabilmente in blocchi di basalto, a 54 metri di altitudine. Il nuraghe è diroccato, ma lo stato di conservazione è discreto, e nelle condizioni attuali si eleva per circa quattro metri sul livenno del terreno, con l’ingresso rivolto verso sud, che è parzialmente ostruito. Nel vano interno della torre si possono scorgere due nicchie a sesto acuto. Vicino al nuraghe sono presenti le tracce di un insediamento abitativo. I resti del nuraghe complesso di Santa Barbara con la sua Stanza del SoleLungo la strada che porta al Santuario di San Gemiliano, dopo il ponte sul fieme Tirso, percorsi appena ottocento metri lungo la via Is Argiolas, seguendo le indicazioni prendiamo una deviazione sulla sinistra, dopo ottocentocinquanta metri troviamo una strada bianca sulla destra che poi diventa un sentiero, e in circa un chilometro ci porta davanti al Nuraghe complesso di Santa Barbara, il quale è stato donato allo Stato agli inizi del ventesimo secolo, ma la maggior parte del complesso archeologico è ancora di proprietà privata ed è pertanto sottoposto a vincolo di tutela. Si tratta di un nuraghe a tancato, che costituisce l’evoluzione dei Nuraghi monotorre, dato che alla torre principale, realizzata con blocchi di basalto regolari e ben sistemati, è stata aggiunto in un secondo tempo un’altra torre circolare alta sette o otto metri, realizzata con massi di varie dimensioni ben incastonati tra loro, raccordato alla torre originaria tramite due cortine murarie che racchiudono al loro interno un cortile, fornito di un pozzo. Il cortile ha la pianta quadrata. Entrati nel cortile, vediamo sulla destra l’ingresso della torre piccola. La torre principale è molto ben conservata, la camera con volta a tholos ha pianta circolare di circa sette metri di diametro, si conserva quasi intatta. Sulla sinistra del corridoio d’ingresso si trova la scala che porta al piano superiore, che a sua volta presenta due scale che portano una al piano più alto e l’altra ad un vano secondario di dubbia attribuzione. La torre secondaria è caratterizzata da otto feritorie, quasi tutte poco visibili dall’esterno, disposte in tutto il cerchio della costruzione. alla sinistra dell’ingresso vi era un altare, come anche nella torre principale, che si possono vedere negli storici disegni di Alberto Ferrero della Marmora del 1840, il che dimostra come il nuraghe venisse utilizzato per riti religiosi. Intorno al nuraghe ci sono i resti di un vasto insediamento abitativo con capanne a pianta circolare e oblunga. Dalla sua sommità sono visibili più di dieci Nuraghi disposti intorno ad esso. Nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu avvengono fenomeni speciali di allineamento celeste per il solstizio d’inverno, e si verifica anche la proiezione sulla parete la forma di una protome taurina. Analogo al fenomeno della Luce del Toro è quello che si verifica nella Stanza del Sole, così definita da Tonino Mura, che si trova in una tipologia di torri secondarie di Nuraghi complessi, caratterizzate dal fatto di essere provviste di finestrelle disposte a raggiera intorno alla camera, in un numero che non supera generalmente le dieci raramente dodici aperture, per la maggiore realizzate ad una certa quota dal piano di calpestio, delle quali alcune orientate dove sorge il sole nel solstizio d’inverno, ed è prodotto dall’allineamento del sole con il finestrino, che genera, all’interno, un fascio luminoso che percorre la sala, ed arriva al massimo quando si realizza l’impatto della luce sulla parete, o dentro una nicchia posizionata di fronte, dove viene realizzata visivamente una forma di testa taurina nitida ed inconfutabile, oppure, in altri casi, una fisionomia soltanto stilizzata. Riportiamo il testo di un articolo del Gruppo Ricerche Sardegna sul fenomeno della luce del Toro. |
Secondo lo studioso Leonardo Melis, che pubblica le ricerche del giovane oristanese Tonino Mura, il nuraghe di Santa Barbara di Villanova Truschedu sarebbe un Nuraghe calcolatore, in grado di scandire i tempi del calendario shardana, dato che, nella torre più piccola e recente del complesso nuragico, è presente una sala nella quale si realizza questo fenomeno, che è stata da loro chiamata la Stanza del Sole, nella quale si trovano otto feritoie. Attraverso queste feritorie, in particolari periodi dell’anno, passano raggi del sole e della luna, con l’ingresso dritto puntato a segnare il solstizio d’estate e le altre feritorie a segnare altri orientamenti solstiziali ed equinoziali e non solo. Durante gli equinozi di primavera e d’autunno, il 21 marzo ed il 21 settembre, dalla terza feritoria che guarda verso est si vede sorgere il sole dietro il nuraghe San Gemiliano, e il tramonto nell’ultima che guarda verso ovest. Il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, il sole sorge dietro il nuraghe Dominigu Porru. Al solstizio d’inverno, il 21 dicembre, il sole sorge il direzione del nuraghe Ruinas, e dalla quarta feritoria se ne può seguire il cammino posizionandoci dapprima verso il nuraghe su Strampu, dalla quinta feritoria e poi dalla sesta in direzione del nuraghe Cagotti, per vederlo infine tramontare dalla settima dietro il nuraghe Jana. Si possono, inoltre, notare i posizionamenti del sole l’1 febbraio, l’1 maggio, l’1 agosto ed il 31 ottobre. In questa Stanza del Sole, all’alba del giorno del solstizio d’inverno, dalla finestrella posta sopra l’architrave d’ingresso, il raggio di sole genera sul muro di fronte la forma della protome taurina, che, durante la durata del fenomeno di oltre un’ora, si sposta man mano verso destra, passando sul piano dove si trovava l’altare, e scendendo per assumere solo in seguito una forma che somiglia a un fallo, ossia all’organo sessuale maschile. Molte similitudini si presentano tra il Nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu ed il Tumulo di Newgrange, che si trova in Irlanda, a Brú na Bóinne, la dimora del Boyne in irlandese, a circa quaranta chilometri da Dublino. Queste analogie degli orientamenti solari, ogni anno attirano a questo sito migliaia di visitatori, tanto che le autorità del luogo hanno riprodotto il fenomeno con luci artificiali. In seguito, il giovane oristanese Tonino Mura ha visitato e studiato diversi altri Nuraghi, scoprendo analogie con quello di Santa Barbara, ed individuando in molti di essi una Stanza del Sole. Nei diversi Nuraghi la finestrella riproduce, durante il solstizio d’inverno ;la protome taurina, ma, è doveroso sottolinearlo, non con la stessa perfezione in cui si manifesta nel Santa Barbara. Mura spiega così la sua tesi: I transiti lunari e solari coincidono per gli Shardana, come per gli altri popoli antichi. Coincidono le feste che segnano i rispettivi calendari, con nomi diversi, ma le stesse, ovvero solstizio ed equinozio, per capirci meglio. La conclusione del nostro viaggio nella regione del BarigaduCon la visita di Villanova Truschedu concludiamo il nostro viaggio nella regione del Barigadu. Da Villanova Truschedu la SS388 del Tirso e del Mandrolisai ci porta, in quindici chilometri, sulla SP55, che dopo circa tre chilometri ci riporta ad Oristano, da dove riprenderemo il nostro viaggio. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ritorneremo nel Campidano settentrionale, ossia nel Campidano di Oristano. Visiteremo Solarussa da dove ci recheremo verso ovest a Siamaggiore e verso est a Zerfaliu. Andremo poi a Simaxis. Dopo una deviazione a Ollastra per vedere la diga di Santa Vittoria sul fiume Tirso, ci recheremo a Siamanna, a Siapiccia ed infine a Villaurbana. |