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Villasalto con i resti della miniera di su Suergiu ed il cui territorio arriva fino al Monte Genis


In questa tappa del nostro viaggio, da Armungia ci recheremo a Villasalto che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni.

Il Gerrei nella Regione storica del Sarrabus-Gerrei

Il Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la Regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. Sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri.

In viaggio verso Villasalto

Da Armungia usciamo verso sud ovest con la SP28, la seguiamo per quasi sette chilometri, fino a che questa strada provinciale si immette sulla SP27 proveniente da San Nicolò Gerrei che, presa verso est e poi verso nord, in tre chilometri e mezzo, ci porta all’interno dell’abitato di Villasalto. Dal Municipio di Armungia a quello di Villasalto si percorrono esattamente 11.0 chilometri.

Il comune chiamato Villasalto

Villasalto-Stemma del comuneVillasalto-Stemma del comuneIl comune chiamato Villasalto (nome in lingua sarda Bidda Sartu, altezza metri 502 sul livello del mare, abitanti 987 al 31 dicembre 2021) si estende nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, a sud est dei monti Gerrei. L’abitato è situato su un altopiano che collega il Gerrei con il Sarrabus, battuto dai venti, che si affaccia ad oriente sulla bellissima vallata del Flumendosa. Dal paese si possono scorgere le vette del Gennargentu, da quella più vicina, vale a dire il monte Santa Vittoria di Esterzili, alla Punta la Marmora, fino alle cime dell’Ogliastra e fino al mare della costa orientale della Sardegna, che è raggiungibile in auto in pochi minuti. Villasalto è raggiungibile tramite la SS387 del Gerrei, che dista cinque chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale, ricco di minerali quali fluorite e barite, cuprite e galena argentifera, antimonite e scheelite incassate nei blocchi di scisto nero del Siluriano, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate.

Origine del nome

Il toponimo è la traduzione integrale in lingua italiana della forma sarda, ed è un composto dai termini Villa, e Sartu, che deriva del latino Saltus, inteso come terreno incolto e boscoso. Esso significa, quindi, Villaggio del terreno incolto e boscoso.

La sua economia

Intervista a Michele Congiu con la regia di Gianfranco CabidduNel 2008 il regista Gianfranco Cabiddu pubblica una significativa intervista di Roberto Milleddu a Michele Congiu, pastore, che racconta gli anni della sua infanzia e della povertà a Villasalto. Si tratta di un comune collinare la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Nel settore primario, l’agricoltura produce ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta, e si effettua anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria è costituita da imprese che operano nel solo comparto edile. Interessante è l’artigianato, in particolare quello della lavorazione del legno, soprattutto cassapanche, e di coltelli da collezione. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Situata in una zona di notevole interesse architettonico e paesaggistico, richiama numerosi visitatori, ed offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di apprezzare una zona naturale di estremo interesse, ricca di querce, lecci, roveri e piante officinali come la malva e la camomilla. Dal Monte Genis, ricco di sorgenti di acqua purissima, è possibile osservare aquile reali, astori, falchi, picchi, Barbagianni e donnole. Degne di una visita sono anche i resti della miniera, ormai in disuso, di su Suergiu. Le strutture ricettive di Villasalto offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

Il territorio è già frequentata in età nuragica, come testimoniano diversi Nuraghi, come il Corrulia ubicato presso la valle del Flumendosa, ed il Nuraghe Serra Madau, aggrappato ad uno sperone di terra nella confluenza dei fiumi Flumendosa e S’acqua Callenti. La zona passa sotto il dominio punico, per poi passare ai Romani dal secondo al quinto secolo dopo Cristo, me il territorio rimane a lungo abitato dai Gallilensi, ossia dell’antica popolazione sarda stanziata nelle zona di Esterzili, che lo protegge da numerosi tentativi di invasione, tra cui quelli romani che avevano insediato coloni per sfruttarne il territorio. resti di epoca romana sono presenti presso la necropoli di Cea Romana a Monte Arrubiu. La zona diviene quindi meta delle scorribande vandaliche e bizantine. In seguito a questi avvenimenti si forma un primo centro abitato in una zona protetta e ricca d’acqua, per trovare rifugio dai banditi provenienti dalla Barbagia. Nel Medioevo la zona passa sotto il controllo del Giudicato di Càralis, nella curatoria del Gerrei, fino al 1258, per poi essere governata dal Giudicato di Arborea, e infine da Pisa. Con la conquista aragonese della Sardegna la zona diviene dominio del Regno di Sardegna. Si ritiene che il comune sia di fondazione abbastanza recente, dato che non viene citato dallo storico Giovanni Francesco Fara nella sua descrizione dei comuni della Sardegna nella metà del sedicesimo secolo. Nel 1681 il paese viene incorporato nella Conte di Villasalto, feudo degli Zatrillas, e vent’anni dopo viene annesso al Marchesato di villaclara, feudo prima degli stessi Zatrillas e poi dei Vivaldi Pasqua. Nel 1708 la zona passa, per un breve periodo, in mano agli Austriaci, per poi arrivare, nel 1718, al duca di Savoia. Il paese viene riscattato ai Vivaldi Pasqua, ultimi feudatari, nel 1839, con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. In tempi moderni, in particolare durante la seconda guerra mondiale, il paese subisce un forte incremento della popolazione, grazie alla presenza della miniera di su Suergiu, oggetto d’interesse già dalla metà del diciannovesimo secolo, dalla quale veniva estratto e lavorato l’antimonio. Nel 1906, in un momento di acuta crisi economica e sociale accentuata dai modi nei quali si era avviato il processo di industrializzazione del Paese durante l’età giolittiana, di fronte alla protesta degli operai, il 27 maggio del 1906 i Carabinieri sparano alle spalle e provocano una strage, con cinque morti, dodici feriti, ventisette arrestati e processati. Infine, con la fine della Grande Guerra, anche le attività della miniera vanno scemando, fino alla chiusura, negli anni ottanta, portando così un progressivo spopolamento del paese. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Villasalto

Villasalto: il Gruppo Folk San Cristoforo di VillasaltoA Villasalto è attivo il Gruppo Folk San Cristoforo di Villasalto, che si esibisce nel tipico costume del luogo ballando il caratteristico ballo sardo. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Villasalto, vanno citate, il 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate ed il 20 gennaio la Festa di San Sebastiano, caratterizzate da enormi falò nella piazza del paese per invocare una buona annata, e vengono distribuite arance o pane alla popolazione, a seconda del Santo festeggiato; il giorno dell’Ascensione, la Festa chiamata Su Sinnadroxiu; l’ultima domenica di maggio, la Festa della Montagna; il primo lunedì di giugno, è il giorno di astensione dal lavoro, in occasione della FEsta in onore di Santa Barbara, che è la Festa maggiore del paese; Festa che si ripete la prima domenica di luglio; ad agosto, la Festa di San Cristoforo presso la sua piccola chiesa campestre; il 29 settembre, la Festa patronale di San Michele Arcangelo; la mattina del 31 ottobre, si svolge la Festa chiamata Is Animeddas, per la quale i bambini si recano di casa in casa a ricevere le cibarie, per lo più dolci o frutta, che gli abitanti del paese donano loro in onore delle anime dei morti.

La manifestazione chiamata su Sinnadroxiu

Villasalto: locandina dell’evento 'su Sinnadroxiu'Il giorno dell’Ascensione, nelle campagne che circondano il paese di villaSanto si svolge la manifestazione chiamata Su Sinnadroxiu, nome che deriva da Su Sinnu, ossia il segno, che è il marchio padronale che viene apposto al bestiame per il suo riconoscimento. Ed è proprio l’antico rito pastorale de Su Sinnadroxiu, ossia la tradizionale marchiatura, che viene festeggiato nell’occasione di questa manifestazione, durante la quale si assiste anche alla mungitura e alla lavorazione del latte, e viene offerto, in un fazzoletto, il formaggio cagliato fresco, Su Calladeddu, prodotto dai pastori. Oltre alle varie degustazioni, la Proloco offre anche ai partecipanti un pranzo a base di carne di pecora.

Visita del centro di Villasalto

L’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Il paese si divide principalmente in due parti, la parte bassa che è la più antica e si sviluppa intorno alla neoclassica chiesa di San Michele Arcangelo, mentre la nuova si sviluppa intorno alla prima chiesa del paese, la chiesa di Santa Barbara. Entriamo in Villasalto da sud ovest con la SP27 e, circa centoquaranta metri dopo l’indicazione del chilometro 10, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, passato il quale la strada assume il nome di corso della Repubblica. Percorrendo il lastricato in pietra che attraversa il centro storico del paese, si trovano numerose abitazioni costruite con la tipica pietra del posto.

Il Campo Sportivo nel campo giochi

Entrando nell’abitato con il corso della Repubblica, che percorre tutto il paese da sud ovest verso nord est, settecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, all’interno di un complesso chiamato Campo giochi, dopo averlo costeggiato, si trova il cancello di ingresso del Campo Sportivo di Villasalto, chiamato Aurredda Stadium.

Villasalto: Campo Sportivo: ingresso Villasalto: Campo Sportivo: campo di gioco

All’interno si trova un Campo da Calcio, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare 150 spettatori. In questo campo gioca le partite casalinghe l’Associazione Sportiva Dilettantistica Polisportiva Villasalto, che milita nel campionato Amatori dell’UISP Cagliari, Girone C.

I Monumenti lungo il corso della Repubblica

Villasalto: lo strumento della miniera oggi in mostra nel centro urbanoVillasalto: il monumento al minatore in mostra nel centro urbanoPassato l’ingresso del Campo Sportivo, proseguiamo lungo il corso della Repubblica verso nord est per centotrenta metri, e vediamo, alla sinistra della strada, un’area di parcheggio all’interno della quale è esposto uno Strumento della miniera oggi in mostra nel centro urbano. E, cinquanta metri più avanti, sempre alla sinistra della strada si trova un’altra area nella quale è esposto il Monumento del minatore in ricordo del lavoro nelle miniere. Passata quest'area, parte, alla sinistra del corso della Repubblica, la via della miniera, che porta ai resti della miniera di su Suergiu, e che vedremo più avanti.

Gli Impianti Sportivi scolastici

Proseguiamo lungo il corso della Repubblica verso nord est per altri cinquanta metri, poi svoltiamo a destra nella via Torino, la seguiamo per centocinquanta metri, svoltiamo tutto a sinistra in via Cristoforo Colombo, che ripercorre all’indietro il percorso della via Torino, e la seguiamo per altri duecentocinquanta metri, al termine dei quali la strada effettua un’ampia curva a destra, circondando la piazzetta Nera, nella quale sono presenti gli Impianti Sportivi scolastici.

Villasalto: impianti Sportivi scolastici: ingresso Villasalto: impianti Sportivi scolastici: Campo da Calcetto Villasalto: impianti Sportivi scolastici: campi da bocce Villasalto: impianti Sportivi scolastici: esterno della palestra Villasalto: impianti Sportivi scolastici: interno della palestra

All’interno di questo complesso di impianti, si trova un Campo da Calcetto, ossia calcio a cinque, dotato di tribune in grado di ospitare 500 spettatori; e due Campi da bocce. Sul retro dei campi da bocce, è presente la Palestra, senza tribune, nella quale praticare come discipline Ginnastica, pallacanestro, Mini basket e pallavolo.

Il Municipio

Villasalto: il Municipio di VillasaltoRitornati sul corso della Repubblica, proseguiamo verso nord est per duecentocinquanta metri, e vediamo, alla destra della strada, al civico numero 61, l’edificio nel quale si trova il Municipio di Villasalto, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Gli uffici sono: Affari generali e Personale; lavori Pubbblici e Servizi Manutentivi; Messi comunali; Polizia Municipale; Ragioneria e Contabilità del Personale; Servizi Demografici; Socio: assistenziale; Tributi, Economato, Istruzione e Cultura; Urbanistica ed Edilizia Privata.

La chiesa di Santa Barbara Vergine Martire

Subito prima del palazzo nel quale si trova il Municipio, lungo il corso della Repubblica, si trova una deviazione tutto a sinistra, in salita, che torna in dietro parallela al corso. È la via Terrapieno, la seguiamo e ci porta su un colle a ovest dell’abitato, da cui si gode un panorama che spazia sino al Gennargentu e ai tacchi dell’Ogliastra. Percorsa la via Terrapieno per una cinquantina di metri, parte alla destra la via Santa Barbara, all’inizio della quale, alla sinistra, al civico numero 2, si trova la chiesa di Santa Barbara Vergine Martire di Nicomedia. La chiesa di Santa Barbara era stata probabilmente fondata dai monaci bizantini, ed è rimasta la parrocchiale medioevale di Villasalto fino al 1599, quando è stata eretta da monsignor Esqivel la parrocchia di San Michele. Viene citata la prima volta nel 1557, con l’atto d’incarico al pittore Antioco Mainas di ridipingere il retablo di Santa Barbara. Sino alla seconda metà dell’ottocento, il cortile attorno alla chiesa, delimitato da un muro, veniva utilizzato quale Cimitero di Villasalto, ed in origine circondava completamente l’edificio, poiché, nel largo San Michele, durante gli scavi per la rete idrica, sono state scoperte alcune tombe. I sacerdoti, invece, erano seppelliti dentro la chiesa, nel coro, sotto il pavimento. Questa chiesa, nella sua forma attuale, risale alla metà circa dell’ottocento, è essenzialmente moderna ed ha un prospetto che ricorda vagamente il romanico, con facciata a capanna, ed è preceduta da una scalinata. Ha un interno a pianta basilicale, a tre navate, ed è ricca di arredi sacri. Tra l’altro, custodisce l’importante retablo raffigurante la Crocifissione, del sedicesimo secolo, attribuito al pittore Antioco Mainas della Scuola di Stampace.

Villasalto-La chiesa di Santa Barbara Vergine Martire Villasalto: chiesa di Santa Barbara Vergine Martire: facciata Villasalto: chiesa di Santa Barbara Vergine Martire: interno

In data 5 aprile 2015, l’arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio, ha eretto la chiesa di Santa Barbara Vergine e Martire di Nicomedia a Santuario diocesano, ossia un luogo ritenuto sacro dall’Ordinario diocesano. A Villasalto il primo lunedì di giugno si svolge la Festa in onore di Santa Barbara, che è la Festa maggiore del paese, ed è anche il giorno di astensione dal lavoro. Una Festa che si prolunga per almeno quattro giorni, con le celebrazioni che vengono organizzate a livello religioso con processioni che si snodano per tutta il paese, e a livello civile con canti e balli, e in questa occasione il paese si popola di pellegrini provenienti dalla Barbagia, dal Sarrabus e da tutte le zone più o meno vicine. Il 10 luglio è il giorno che ricorda il ritrovamento dell’antico simulacro della Santa, e quindi la prima domenica di luglio, si ripete la Festa di Santa Barbara, ma in maniera meno importante, dato che questa seconda edizione viene organizzata sorattutto per dare la possibilità ai turisti e agli emigrati di partecipare.

Villasalto: locandina della Festa di Santa Barbara Villasalto-Festa di Santa Barbara: simulacro di Santa Barbara che viene portato in processione Villasalto-Festa di Santa Barbara Villasalto-Festa di Santa Barbara

Sa Cruxi Santa

Villasalto-Sa Cruxi SantaRitornati sul corso della Repubblica, dal Municipio proseguiamo per duecentocinquanta metri e, dove parte a destra la via Roma, si trova Sa Cruxi Santa la Croce Santa, posizionata accanto ad una lapide posizionata nel punto dove il 27 maggio del 1906 i Carabinieri sparano alle spalle ed uccidono Efisio Cera di Segariu, e Giovanni Cinus, Raffaele lusso, Raffaele Melis e Giovanni Simbola tutti di Villasalto. Lavoravano nei giacimenti di su Suergiu, dove si estraeva l’antimonio. Già dal 18 maggio le autorità hanno vietato ogni sorta di processioni, assembramenti e comizi in luogo pubblico, ma viene concessa una deroga per una Festa da ballo nella zona detta Furredda, dove si riuniscono 250 persone nella casa di certo Fadda Antonio, per scrivere il memoriale che debbono presentare, nella stessa sera, al funzionario di pubblica sicurezza Luigi Torchiaro, contenenti le riChieste per il governo. All’improvviso, il becchino Paretta Michele si permette di gridare Abbasso il sindaco, Abbasso il dazio, e molti gli fanno coro. Torchiaro chiede di metter fine all’assembramento, sembra che tutti ubbidiscano, ma poi riprendono i cori contro il daziere Congiu fortunato. I Carabinieri arrestano subito Paretta l’urlatore. La folla reagisce, lancio di sassi contro la caserma, cariche di baionette dei militari, la folla si disperde e si ricompone, scarica di moschetti ed ecco la strage. L’eccidio produce cinque morti, dodici feriti, ventisette arrestati e processati.

La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo

Percorsa un’altra settantina di metri lungo il corso della Repubblica, arriviamo dove verso sinistra parte la via Guglielmo Marconi, mentre proseguendo dritti ci si trova in piazza Italia, sulla quale, una cinquantina di metri più avanti, si affaccia, sulla sinistra, al civico numero 9, la chiesa di San Michele Arcangelo che è la parrocchiale di Villasalto. La chiesa viene fondata nell’anno 1600, per volere dell’arcivescovo Alonso lasso Sedeno, che aveva valutato non adeguata la vecchia parrocchiale di Santa Barbara, che viene ricostruita in stile neoclassico tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo. Semplice nelle sue linee architettoniche, non presenta significative decorazioni o elementi elaborati. La facciata è contraddistinta da un liscio paramento murario. Suddivisa in orizzontale da cornici marcapiano, presenta un timpanato terminale. Il portale ligneo è sormontato da una finestra rettangolare con vetri disposti in maniera tale da formare un motivo a croce latina. A sinistra del prospetto si innalza il massiccio campanile dal terminale piatto. L’interno è composto dalla navata centrale e dal presbiterio, la cui volta è di tipo a vela a sesto ribassato. Lateralmente vi sono quattro cappelle per parte e due sacrestie secolo. Di notevole pregio è l’organo a canne del settecento, posto in un ampio soppalco all’ingresso della chiesa.

Villasalto: chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: esterno Villasalto: chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: interno Villasalto: chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: altare maggiore Villasalto: chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: interno Villasalto: chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: interno

Presso questa chiesa, ogni anno, il 29 settembre, si svolge la Festa di San Michele Arcangelo, che è la Festa patronale, la quale viene celebrata solo religiosamente, e raramente vengono organizzate manifestazioni a livello civile.

La Casa Museo su Mulinu

Passata la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, dalla piazza partono due strade, verso destra la via San Michele, e verso sinistra la via Giuseppe Verdi. Presa la via Giuseppe Verdi, la seguiamo per una cinquantina di metri ed arriviamo a un altro bivio, dove l’edificio che fa angolo sulla destra ospita la Casa Museo su Mulinu alla quale si accede dai civici numeri 8 e 10 della via Giuseppe Verdi. La piccola Casa Museo, di proprietà dei coniugi Piras: agus, edificata completamente in pietre locali, riporta il modello delle case di un tempo.

Villasalto: Casa Museo su Mulinu: esterno Villasalto: Casa Museo su Mulinu: interno Villasalto: Casa Museo su Mulinu: interno

L’hanno chiamata Su Mulinu perchché un tempo in essa si macinava il grano per fare il pane, che in tutte le famiglie si faceva in casa. È nata dalla passione dei proprietari nel conservare gli utensili ormai scomparsi, sia nell’ambito casalingo, sia quelli che usavano i contadini nelle campagne, ad esempio tutto l’occorrente a partire dalla semina del grano fino alla sua trebbiatura.

Visita dei dintorni di Villasalto

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villasalto, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi Currulia, Pala Perdixi, Pranu Scandariu, Serra Madau, Serra Madau II, tutti di tipologia indefinita. Poco distante dal centro urbano si trova una base eliportuale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, operante durante la campagna antincendi boschivi.

Il Cimitero di Villasalto

Villasalto: il Cimitero di VillasaltoDal corso della Repubblica siamo arrivati in piazza Italia, e lì, al termine del corso, abbiamo visto partire verso sinistra la via Guglielmo Marconi. Seguiamo questa strada verso nord est per Trecentocinqunata metri, e, quando esce dall’abitato con il nome di SP27, vediamo una deviazione sulla sinistra, che, in una cinquantina di metri, ci porta di fronte al muro di cinta ed all’ingresso del Cimitero di Villasalto.

I resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu

Dal corso della Repubblica, passata l’area nella quale è esposto il monumento del minatore in ricordo del lavoro nelle miniere, parte la via della miniera, che esce dall’abitato in direzione nord ovest. Presa questa via della miniera, dopo un centinaio di metri arriviamo a un bivio, dove a sinistra parte in salita la via Francesco Petrarca, mentre noi prendiamo a destra la Strada Vicinale di su Suergiu, che, in un chilometro e mezzo, ci porta ai resti del villaggio e degli impianti minerallurgici della Miniera di su Suergiu. Attiva fra 1880 e 1987, anno della definitiva dismissione, è stato il più importante sito di estrazione e lavorazione dell’antimonio in Italia. Qui ha iniziato ad operare una fonderia, perfezionata nel corso dei decenni fino a divenire, verso la metà del secolo scorso, uno dei centri di riferimento per la produzione di antimonio in Europa, con oltre 400 operai. Durante i conflitti mondiali la sua fonderia ne produce il 90 per cento del totale nazionale. Con l’esaurimento del giacimento, nel corso degli anni cinquanta del novecento, la fonderia tratta minerali di altri giacimenti sardi, prima di acquistare la materia prima sul mercato estero. Nei prima anni Ottanta, spenti i forni, tecnici e minatori chiudono definitivamente le gallerie.

Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu: abitazioni ristrutturate Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu: galleria della miniera Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu: il palazzina della direzione che ospita il Museo Villasalto-Resti della miniera e del villaggio minerario di su Suergiu: chiesa dedicata a Santa Barbara

Il borgo minerario di su Suergiu è composto da diversi caseggiati dominati dalla palazzina della direzione che, edificata nei primi anni del novecento, in perfetto stile liberty, ospita oggi il Museo Archeologico industriale dell’attività mineraria. Attraverso l’esposizione dei materiali e delle attrezzature più rappresentative dell’attività mineraria, viene proposta ai visitatori la fedele ricostruzione del complesso processo produttivo nelle sue molteplici fasi, strettamente interdipendenti fra loro. L’edificio accoglie una sezione espositiva, suddivisa per aree, che comprende esemplari di rocce e minerali che costituiscono il sottosuolo del territorio e tutti gli strumenti da lavoro del minatore, partendo dal suo equipaggiamento personale, per arrivare alle macchine da galleria. Al primo piano si trova l’abitazione del direttore, composta da ampie stanze e soprattutto da una terrazza, dalla quale è possibile vedere le cime del Gennargentu, le imponenti foreste e le foltissime distese di macchia mediterranea che caratterizzano il paesaggio del Sarrabus Gerrei. Nel borgo minerario esiste anche la piccola chiesa dedicata a Santa Barbara fatta erigere dalla Società della miniera.

La chiesa campestre di San Cristoforo

Usciamo da Villasalto e riprendiamo la SP27 verso sud ovest in direzione di San Nicolò Gerrei. La seguiamo per due chilometri e settecento metri e, novecento metri prima di arrivare a dove si prende verso destra la SP28 in direzione di Armungia, troviamo una deviazione, anch’essa verso destra, in una stretta strada in cemento, che, in trecento metri, ci porta vedere, alla sinistra della strada, l’ingresso dell’area che circonda la chiesa campestre di San Cristoforo ossia Santu Cristolu. La chiesa ha la facciata a capanna, ed è perfettamente orientata, con ingresso a est. L’edificio, moderno e di piccole dimensioni, presenta una copertura a spioventi con una culminante croce centrale, con un ampio portale che si apre al centro del prospetto. Su tutta la lunghezza dei due fianchi della chiesa, sono state inserite delle essenziali tettoie con pergolato. La semplice aula interna, di allungata forma rettangolare, risulta intonacata.

Villasalto: chiesa campestre di San Cristoforo Villasalto: chiesa campestre di San Cristoforo: facciata Villasalto: chiesa campestre di San Cristoforo: interno

Ogni anno ad agosto si svolge la Festa di San Cristoforo, che prevede una processione che parte dalla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo e a piedi arriva fino alla piccola chiesa campestre, mentre il rientro del Santo alla chiesa parrocchiale viene accompagnato da una processione di automobili che si conclude con la benedizione degli automobilisti.

Il Monte Genis

Villasalto: il Monte GenisProseguendo lungo la SP27 verso ovest in direzione di San Nicolò Gerrei per poco più di un chilometro. troviamo, seguendo le indicazioni, sulla sinistra la deviazione sulla Strada per il Monte Genis, una strada asfaltata che si dirige verso sud per quasi sette chilometri e mezzo, poi compie una curva a sinistra e prosegue per tre chilometri, prima di diventare una strada bianca che si dirige verso il Monte Genis alle cui falde meridionali è situato il confine Comunale. Il massiccio del Monte Genis, alto 979 metri, è un enorme blocco granitico isolato, caratterizzato da una superficie disseminata di guglie, picchi e rocce delle più svariate forme. La colorazione rosata del granito, talvolta intensa, contribuisce a conferire al paesaggio un aspetto irreale e suggestivo. La vetta è molto panoramica e lo spettacolo che si presenta dalla sommità è davvero sorprendente per la sua insolita originalità. La vista spazia a 360 gradi su gran parte della Sardegna sud orientale. Nelle giornate terse lo sguardo può giungere sino alle Barbagie ed al Gennargentu, in una meravigliosa successione di quinte movimentate e degradanti verso le piane costiere e quindi verso il mare. L’escursione si svolge in un ambiente naturale aspro e selvaggio, caratterizzato da una vegetazione a gariga che si alterna alla bassa macchia mediterranea.

Villasalto: il Monte Genis Villasalto: il Monte Genis Villasalto: il Monte Genis

A 700 metri sul Monte Genis vi è un complesso di circoli di diverse dimensioni, chiamato Sa Domu ’e Sa Nì, ossia la casa della neve, formato da torre, muraglie e circoli, ossia capanne o luoghi di culto, la cui funzione non è ancora chiarita, usati in epoca moderna per conservare il ghiaccio. Si pensa che una di queste costruzioni fosse legata al culto delle acque, o che in generale questi circoli fossero le cappanne di un villaggio nuragico.

Villasalto-Sa Domu ’e Sa Nì Villasalto-Sa Domu ’e Sa Nì Villasalto-Sa Domu ’e Sa Nì d’inverno

Nella zona sono presenti alcune grotte, come Sa Grutta Manna o Sa Grutta ’e Scusi, nella quale si trova una specie rarissima di animale anfibio chiamato Geotritone sardo, nome scientifico Hydromantes genei, ormai in via di estinzione. Appartiene agli Anfibi urodeli, cioè dotati di coda, è di piccole dimensioni raggiungendo al massimo i quindici centimetri, ha la coda lunga e compressa lateralmente, la testa piuttosto grossa e leggermente appiattita, occhi grandi e sporgenti, la bocca larga con lingua tonda ed estroflessibile, arti di media lunghezza, diseguali, con quattro dita gli anteriori e cinque le posteriori, dilatate a ventosa per poter aderire alle pareti lisce. La sua colorazione dorsale è grigio maculata, quella ventrale biancastra e non maculata.

Villasalto-Sa Grutta Manna chiamata anche Sa Grutta ’e Scusi Villasalto: il geotritone sardo

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Villasalto ci recheremo a San Nicolò Gerrei considerato il capoluogo della Regione storica del Gerrei, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova la foresta demaniale del Monte Genis.


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