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Perfugas con il pozzo sacro Predio Canopoli e nei dintorni i ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel rio Altana


In questa tappa del nostro viaggio ci recheremo a visitare Perfugas dove vedremo il pozzo sacro Predio Canopoli, per recarci poi a visitare i suoi dintorni, tra i quali i famosi ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel greto del rio Altana.

La regione storica dell’Anglona

L’AnglonaL’Anglona è la regione storica della Sardegna che si affaccia sul golfo dell’Asinara, una ampia insenatura che si distende lungo il versante nord occidentale dell’Isola, delimitata a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal monte Pilosu. Il suo territorio è prevalentemente collinare, composto da allipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiatisu una base di tufo. Comprende una vasta regione costituita dall’Anglona propriamente detta, distinta fra Bassa Valle del Coghinas o Anglona marittima, ed un paese, Tergu, appartenuto nel passato più lontano alla regione di montes, ed Anglona interna. I comuni che fanno parte dell’Anglona marittima sono Castelsardo, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria; mentre quelli che fanno parte dell’Anglona interna sono Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas e Sedini. Grazie alla bonifica della bassa valle del Coghinas, effettuata tra il 1920 ed il 1930, che ha consentito di sfruttare meglio la piana del Coghinas, le coltivazione più diffuse sono quelle dei carciofi, soprallutto nella ricercata varietà denominata Spinoso sardo, e dei pomodori. Negli anni settanta del secolo scorso si è sviluppata, soprattutto nei comuni costieri, anche l’industria turistica.

In viaggio verso Perfugas

Nell’ultima tappa eravamo arrrivati a visitare Bulzi seguendo la SS134. Ora da Bulzi proseguiamo lungo la via Nazionale sulla SS134 verso sud e dopo circa sei chilometri ci immettiamo sulla SS127 Settentrionale Sarda che verso sinistra porta a Perfugas e verso destra a Laerru e Martis. Prendiamo a sinistra em dopo quattro chilometri e mezzo, raggiungiamo il centro di Perfugas, nella quale entriamo da sud ovest lungo la via Giuseppe Mazzini. Lungo questa strada, dal Municipio di Bulzi a quello di Perfugas si percorrono 10.4 chilometri.

Avremmo potuto arrivarci anche uscendo da Bulzi lungo via Roma ed imboccando la SS133, dopo poco più di un chilometro, a un bivio, prendiamo la deviazione sulla destra seguendo le indicazioni per il nuraghe S’Arula, proseguiamo lungo questa strada evitando la deviazione per il nuraghe, e, in quasi quattro chilometri, arriviamo a Perfugas, nella quale entriamo da nord ovest lungo la via Trieste. Lungo questa strada, dal Municipio di Bulzi a quello di Perfugas si percorrono 6.0 chilometri, ma è una strada più disagevole.

Il comune chiamato Perfugas

Perfugas: veduta dell’abitatoPerfugas-Stemma del comuneIl comune chiamato Perfugas (pronuncia Pèrfugas, nome in lingua sarda Peifugas, altezza metri 91 sul livello del mare, abitanti 2.234 al 31 dicembre 2021), è un importante centro agricolo situato nella parte centrale della Provincia di Sassari, a nord est dell altopiano dell Anglona. L’abitato è attraversato dalla SS127 Settentrionale Sarda, e vicino ad esso scorre il rio Altana. Il territorio Comunale, attraversato da numerosi corsi d acqua che hanno reso particolarmente fertile la terra, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 21 a un massimo di 678 metri sul livello del mare.

Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale

Area in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili.

Origine del nome

Il nome di Perfugas è attestato in documenti medievali sardi con le forme Perfuga e Perfuas. Poco chiara è l’etimologia del suo nome del paese, attestato, nei documenti medievali sardi, nelle forme Perfuga e Perfuas. Secondo alcuni studiosi esso deriva dal latino Perfugae che sta ad indicare i fuggiaschi, i profughi, gli immigrati, e si adatta alla perfezione a una notizia riferita da Pausania relativa all’antica popolazione della Sardegna, i Balari, che originari della Libia o dell’Iberia sarebbero stati soldati mercenari dell’esercito cartaginese, da cui avrebbero disertato per una controversia relativa alla suddivisione del bottino di una guerra. A questo proposito è da ricordare il cippo di confine dei Balari rinvenuto fra i territori di Berchidda e Monti, dato che i Balari avranno occupato, oltre che l’odierna Anglona, le prime propaggini dei monti di Pattada, Alà e Buddusò, controllando dunque l’importante vallata che porta dalla piana di Chilivani a quella di Olbia, e premendo su questa città con continue razzie.

La sua economia

Perfugas basa la sua economia sulle tradizionali attività agricole e zootecniche e su una modesta produzione industriale. L’economia di Perfugas è soprattutto di tipo agricolo, basata soprattutto sulla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti, ulivi e frutta. Sviluppato è anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L industria, modestamente sviluppata, si compone di aziende che operano nei comparti lattiero caseario, alimentare, dellìabbigliamento, della fabbricazione di mobili, edile e dell energia elettrica. Nella seconda metà dell’ottocento una società genovese vi ha tentato la coltivazione del tabacco su un’estensione di oltre un migliaio di ettari, ma in breve tempo è stata costretta a desistere. Perfugas è ricco di servizi commerciali che ne fanno un punto di riferimento per tutte le località circostanti. Il suo notevole patrimonio archeologico, accompagnato dalle bellezze naturalistiche che caratterizzano il suo territorio, costituiscono una forte attrattiva per numerosi visitatori. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. Perfugas è anche conosciuta per la sua cucina tradizionale e i prodotti locali. I piatti tipici includono zuppa gallurese, pane carasau, formaggi pecorini e vini locali. Numerosi ristoranti nel centro storico offrono la possibilità di assaggiare queste delizie culinarie. Inoltre, è possibile visitare le botteghe locali per acquistare prodotti alimentari tradizionali e souvenir unici, come tessuti ricamati a mano e ceramiche artigianali. La variante del sardo parlata a Perfugas è quella logudorese settentrionale, ma nel comune di Perfugas non si parla solo logudorese, dato che nelle frazioni dislocate nel Sassu si parlano due diverse varietà di gallurese.

Brevi cenni storici

La località nella quale si è successivamente sviluppato l’abitato di Perfugas è stata frequentata in età preistorica, come attestano i diversi reperti presenti all’interno dell’abitato e nel suo territorio. Nel periodo della dominazione romana, alcuni collocano in corrispondenza di Perfugas l’antico insediamento di Ericium, che probabilmente sorgeva in località Monterenu, tra Perfugas e la sua frazione Sa Contra. Dell’età romana rimangono i resti di un ponte a sette arcate, ed anche alcuni tratti di una strada lungo l’antico tracciato che univa le città di Tibula situata probabilmente presso Santa Teresa di Gallura, Olbia, e Carales ossia Cagliari. Nel periodo medioevale Perfugas appartiene al Giudicato del Logudoro, nella Curatoria dell’Anglona. Resta di quel periodo il ricordo del cosiddetto Castello Rosso o Castello di Castel Rosso, che doveva essere una fortificazione realizzata in epoca tardo antica o alto medioevale, probabilmente nel dodicesimo secolo, che comunque non è documentata nelle fonti medioevali. Nel 1259, con la fine del Giudicato di Torres, l’Anglona passa ad un breve dominio dei Malaspina, e un documento del 1282 attesta la sua vendita, da parte di Corrado Malaspina, a Brancaleone Doria, e da quel momento i Doria dominano l’Anglona. Nel 1323 inizia l’occupazione aragonese, quando Pietro IV d’Aragona rileva dai Doria i diritti sulla metà di Alghero e su diverse curatorie tra cui quella di Anglona, lasciando loro in feudo Castel Genovese. Nel 1349 il governatore di Sardegna concede l’Anglona a Giovanni d’Arborea, il quale la occupa pur senza la ratifica regia, ma, nello stesso anno, viene imprigionato dal fratello, il giudice Mariano IV d’Arborea, e l’Anglona torna così in mano ai Doria. Quando nel 1376 Brancaleone Doria sposa Eleonora d’Arborea, unifica i suoi possedimenti sardi con quelli giudicali arborensi, e nel 1388 si ha la pace tra Aragonesi e il Giudicato di Arborea. Al governo dell’Arborea sale, nel 1409, Guglielmo visconte di Narbona, nipote francese di Eleonora, che nello stesso anno, viene sconfitto a Sanluri da Martino il Giovane, erede d’Aragona, e, dopo un decennio di resistenza, nel 1420 rinuncia ai propri diritti dinastici cedendoli al re d’Aragona. Quando la Sardegna passa sotto la dominazione aragonese, le curatorie del periodo giudicale cessano di esistere, e vengono sostituite dai possedimenti feudali. Nel 1421, Alfonso V d’Aragona infeuda l’Anglona a Bernardo de Centelles. Nel 1434 suo figlio Francesco Gilaberto de Centelles sconfigge Nicolò Doria annettendo la Baronia di Coghinas, e, due anni dopo, ottiene il titolo di conte d’Oliva, una città vicina a Valencia. Nel corso del seicento si verificano numerose carestie e pestilenze. Le condizioni economiche e sociali favoriscono, quindi, la diffusione del banditismo, fenomeno destinato ad assumere proporzioni rilevanti nei secoli successivi. Ancora nel settecento la storia dell’Anglona si identifica con quella feudale degli Oliva, fino quando la Sardegna passa dalle mani spagnole a quelle austriache e poi, nel 1720, a quelle del governo sabaudo. Perfugas-Maria Giuseppa Alfonso Borgia PimentelNel 1767 viene costituito il principato dell’Anglona, titolo unico per un feudo sardo, e Carlo Emanuele III nomina Donna Maria Giuseppa Alfonso Borgia Pimentel principessa di Anglona, duchessa di Monteacuto, marchesa del Marghine e contessa di Osilo e Coghinas. Ed il 10 febbraio 1778 su sua indicazione viene disposto l’obbligo di far marcare gli stalloni, cavalle, puledri, puledre soltanto dalla parte sinistra, riservando il diritto di marcare alla destra alla sola Razza del re. E questo sotto pena, ai contravventori, della perdita dello stallone, cavallo, puledro o puledra, che si venisse a trovare. L’Anglona rimane sotto i Pimentel, fino a quando, nel 1838, Carlo Alberto proclama l’abolizione delle giurisdizioni feudali, e il 5 marzo 1843 i Tellez Giron, eredi degli Oliva, cedono i propri diritti allo stato sabaudo.

Alcuni dei principali personaggi nati a Perfugas

Tra i personaggi che operano nel sedicesimo secolo a Perfugas, è significativo il pittore noto con il nome di Maestro di Perfugas.

A Perfugas opera, nel sedicesimo secolo, un artista anonimo noto come il Maestro di Perfugas, al quale si deve l’imponente e prezioso retablo di San Giorgio, una grande pala d’altare, ascrivibile all’arte gotica sarda, realizzato in stile gotico aragonese, riconoscibile dagli intagli delle cornici lignee interamente bagnate in oro. Originariamente situato nel presbiterio della chiesa di San Giorgio, ubicata a circa due chilometri da Perfugas, è stato in seguito conservato nei locali della Soprintendenza ai beni culturali della provincia di Sassari e Nuoro e, infine, affidato alla custodia del Museo Diocesiano di Arte Sacra, allestito in una cappella della chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli di Perfugas.

Sagre e feste che si tengono a Perfugas

A Perfugas opera, tra gli altri, il Gruppo Folk Ericium di Perfugas, il cui nome è stato scelto in quanto alcuni collocano in corrispondenza di Perfugas l’antico insediamento di Ericium, che probabilmente sorgeva in località Monterenu, tra Perfugas e la sua frazione Sa Contra. Ed a Perfugas opera anche il Coro Perfugas di Matteo Peru, un coro polifonico. Nelle loro esibizioni si può ammirare il costume tradizionale di Perfugas.

Perfugas-Il Gruppo Folk Ericium di Perfugas Perfugas-Il Coro Perfugas di Matteo Peru di Perfugas

Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Perfugas, vanno citate le manifestazioni che si svolgono in occasione del Carnevale di Perfugas, ossia il Carrasciale Peifughésu, per il quale vengono organizzate varie manifestazioni con sfilate, distribuzione di fave con lardo, frittelle, ed abbondante vino locale, per il quale il giovedì grasso si svolge la favata, ossia l’offerta di fave con lardo, la domenica prevede giochi per i bambini e l’offerta di frittelle, ed il martedì grasso vi è la sfilata dei carri allegorici; la Settimana Santa si svolgono le tradfizionali manifestazioni religiose ed i riti paraliturgici, più in particolare, il giovedì Santo si svolge la cerimonia di S’Incravamentu, ossia della crocefissione, il venersì Santo quella di S’Iscravamentu, ossia la deposizione dalla croce, la Domenica di Pasqua la cerimonia di S’Incontru, ossia l’incontro tra il Cristo risorto e la Madonna; il 23 aprile, la Festa di San Giorgio; a metà del mese di maggio si svolge la Festa di Santa Vittoria, organizzata dai comitati delle frazioni di Campudulimu e di Modditonalza; il 13 di giugno, nella frazione Sa Contra si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova; il 23 e 24 giugno si svolge la Festa di San Giovanni, che prevede tra l’altro, la sera del 23, i tradizionali fuochi di San Giovanni; il 2 agosto, si celebra la Festa patronale di Santa Maria degli Angeli; l’8 settembre, nella ricorrenza della Natività di Maria Vergine, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella chiesa romanica di Santa Maria de Fora; la seconda domenica di settembre, la Festa di Sant’Isidoro, con la processione accompagnata da gruppi folk, cavalieri e carri agricoli addobbati; e l’8 dicembre, se il meteo è favorevole, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella chiesa romanica di Santa Maria de Fora.

Perfugas-Il Carrasciale Peifugh su Perfugas-Presentazione del film documentario Sa Chida de P rfugas Perfugas-Festa de <em>Santu Jolzi</em> Perfugas-Festa di Sant’Antonio da Padova Perfugas-Festa de Santu Juanne Perfugas-Festa patronale di Santa Maria degli Angeli Perfugas-Festa di Sant’Isidoro

Visita del centro di Perfugas

Perfugas-Arrivo nell’abitato di PerfugasL’abitato di Perfugas è circondato da colline ricche d’acqua. Arrivando a Perfugas da sud ovest provenendo da Bulzi, la SS127, passata la pietra segnaletica che indica l’ingresso nell’abitato, prende il nome di via Giuseppe Mazzini e lo percorre tutto da sud ovest a nord est, da dove le SS127 uscirà dall’abitato dirigendosi verso Bortigiadas. Perfugas rappresenta un centro sorto su una porzione in pendio di un terrazzo dominante il fondovalle dell Anglona orientale. Circondato da colline coltivate e dedicate al pascolo e all’allevamento,  il paesaggio è dominato a est dall’ansa del fiume Coghinas che lo separa dalla vicina provincia gallurese. Altri elementi che hanno caratterizzato la scelta del sito dovettero essere l esposizione a sud, la posizione riparata rispetto ai venti freddi, la grande disponibilit di acqua, la fertilit del suolo, la ricchezza di vegetazione e selvaggina. Tutti questi elementi erano disponibili nel sito in cui è sorto Perfugas o a brevissima distanza da esso.

La Comunità alloggio con la Cappella di Mater Purissima

La via Giuseppe Mazzini entra nell’abitato da sud e procede verso nord ovest, poi compie un’ampia curva a destra e prosegue in direzione orizzontale da ovest verso est. La seguiamo fino a centosessanta metri da dove avevamo incontrato la deviazione nella via Sebastiano Satta, e vediamo partire alla sinistra della strada la via Alfonso la Marmora, subito dopo la quale alla sinistra della strada si affaccia la piazza Giuseppe Mannu. Presa la via Alfonso la Marmora, la seguiamo fino a dove, dopo trecentocinquanta metri, questa strada prosegue su via Bulzi che porta nel quartiere Muntiggiu. Percorsi duecentoventi metri lungo la via Bulzi, subito dopo la traversa a destra che è la via Napoli, troviamo un portale sulla sinistra della strada, che ci conduce alla Comunità alloggio per anziani Mater Purissima, gestita dalla suore dalla Compagnia Figlie di Mater Purissima, che sono chiamate le suore Celestine. All’interno di questa Comunità alloggio, si trova la Cappella di Mater Purissima, costruita una cinquantina di anni fa. La sua struttura attuale è il risultato di interventi successivi. fra le modifiche apportate, c’è stata l’aggiunta del campanile, dove sulla sommità è collocata una statuetta della Madonna.

Perfugas-Ingresso della Comunità alloggio anziani Mater Purissima Perfugas-La Cappella di Mater Purissima

Gli impianti sportivi del quartiere Montiggiu

Passato l’ingresso della Comunità alloggio Mater Purissima, proseguiamo lungo la via Bulzi che in quasi centocinquanta metri termina di fronte agli impianti sportivi del quartiere Muntiggiu. Qui, si trova da destra a sinistra, prima il Bocciodromo, contenuto in una struttura a telaio, con fondo in terra battuta e privo di tribune per gli spettatori. Più avanti si trova il Palazzetto dello sport, all’interno del quale è presente una Palestra con un campo sportivo polivalente, con fondo in materiali sintetici vari, dotato di tribune in grado di ospitare 400 spettatori, nel quale possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, l’handball ossia la pallamano, e la pallacanestro. Si trova, poi, il Campo sportivo polivalente, con fondo in erba sintetica, nel quale è possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, ed il tennis.

Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: ingresso Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: esterno del Bocciodromo Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: interno del Bocciodromo Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: esterno della Palestra Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: interno della Palestra Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: il campo sportivo polivalente

Più a sud è presente la Piscina comunale, con pavimentazione varia, senza tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come disciplina il nuoto nelle sue diverse forme.

Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: ingresso della Piscina Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: esterno della Piscina Perfugas-impianti sportivi del quartiere Montiggiu: interno della Piscina

Inizio della visita del paese dal Municipio di Perfugas

Perfugas-Municipio di PerfugasDalla via Giuseppe Mazzini eravamo arrivati a vedere alla sinistra della strada, a circa quattrocento metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, la piazza Giuseppe Mannu, una piazza con una bella pavimentazione e la presenza di alcune palme. Nella piazza, al civico numero 1, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Perfugas, con la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta degli uffici che fanno parte del Settore Amministrativo, ossia Segreteria ed Affari Generali, Demografico, Pubblica Istruzione; del Settore Economico Finanziario, ossia Ragioneria, Tributi, Personale; del Settore Tecnico Manutentivo, Vigilanza ed Attività Produttive, ossia Lavori Pubblici e Manutenzioni, Urbanistica, Ambiente, Attività produttive, Polizia Municipale; del Settore Socio Culturale, ossia Socio Assistenziale, Cultura, Turismo, Sport.

Perfugas-La facciata del Municipio di Perfugas con affissa la lapidePerfugas-La lapide commemorativa ai caduti della prima guerra mondialeIl Municipio è costituito da un edificio principale affacciato sulla via Giuseppe Mazzini, con affiancato un secondo edificio che si affaccia sulla piazza, nel quale al civico numero 1 si trova il portone di ingresso. Sulla facciata di questo secondo edificio, accanto al portone di ingresso, è affissa una Lapide commemorativa ai caduti della prima guerra mondiale. Si tratta di una semplicissima lapide squadrata in marmo con incisi dedica e nominativi dei Caduti disposti su due colonne, e l’ultimo nominativo inserito sotto la voce Caduti in OMS, sigla che significa Oltre Mare Spagna, permette di datare questa lapide dopo il 1939, data della fine della Guerra civile spagnola.

La piccola chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista

Tornati alla piazza Giuseppe Mannu, dove avevamo trovato il Municipio, proseguiamo lungo la via Giuseppe Mazzini per circa centoquaranta metri, e prendiamo sulla sinistra la via Cavallotti, la seguiamo per poco più di centocinquanta metri, fino al termine, dove troviamo, alla destra della strada, la piccola chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista, che sorge nel centro abitato di Perfugas nel quartiere, formatosi negli ultimi cinquant’anni, che prende il nome dalla chiesa. La chiesa, che in origine era una chiesa campestre, si trova ora all’interno del centro abitato, su un crocevia e si affaccia, a sud ovest, sulla piazza antistante. Costruita nel secolo scorso su un precedente edificio riadattato, all’esterno ha la facciata a capanna che, oltre al portale principale, presenta un oculo centrale e il campanile a vela a due luci, privo delle campane, nel culmine del tetto. Lateralmente i due contrafforti sostengono la spinta dell’unico arco interno. Sul lato destro è presente la porta dell’ingresso secondario.

Perfugas-La piccola chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista Perfugas-Chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista: facciata

L’interno ha una struttura semplice rettangolare a navata unica, con copertura lignea, ed ha il presbiterio sopraelevato di due gradini e delimitato da un arco a sesto acuto. Se, al termine di via Cavallotti, prendiamo la sua continuazione in direzione nord ovest, che è la via San Giorgio, e che, uscita dal centro abitato, ci porterà alla chiesa di San Giorgio, che si posiziona al di fuori dell’abitato e che descriveremo più avanti.

Perfugas-Chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista: interno Perfugas-Chiesa di Santu Juanne ossia di San Giovanni Battista: l’altare

Il 23 e 24 giugno vi si svolge la Festa di San Giovanni, che prevede tra l’altro, oltre alle manifestazioni religiose e folkloristiche, la sera del 23, i tradizionali fuochi di San Giovanni, e la sera del 24 la cena di San Giovanni offerta a tutti i partecipanti.

L’oratorio della Santa Croce

Tornati alla piazza Giuseppe Mannu, dove avevamo trovato il Municipio, proseguiamo lungo la via Giuseppe Mazzini per circa centoquaranta metri, e prendiamo sulla destra la centralissima via Giuseppe Garibaldi. Percorsa appena una quarantina di metri, vediamo, sulla sinistra della strada, la seicentesca chiesa della Santa Croce che funge da oratorio per l omonima Confraternita, alla quale è demandata l’organizzazione delle cerimonie religiose della Settimana Santa. Realizzata in stile baroccheggiante nella prima metà del sedicesimo secolo, è stata restaurata tra il 1932 ed il 1934, e di nuovo tra il 2007 ed il 2008. La facciata, incassata tra le adiacenti abitazioni private, è realizzata in conci regolari di calcare. Il portale è decorato con fregi, sia nei lati, sia sull’architrave arricchita nella parte superiore da una decorazione floreale. Due colonne laterali, il timpano e la finestra circolare posti sopra l’ingresso, completano la decorazione della facciata.

Perfugas-L’oratorio della Santa Croce Perfugas-Oratorio della Santa Croce: facciata Perfugas-Oratorio della Santa Croce: interno verso il presbiterio

All’interno, la pianta è mononavata, suddivisa in cinque campate con archi portanti a reggere la copertura con ordito ligneo. Un altro arco a sesto ribassato delimita la zona presbiteriale, che presenta un piano leggermente rialzato e la volta a botte. Il presbiterio, in larghezza meno ampio dell’aula, ha la copertura a botte e altare in muratura e stucco che occupa la parete di fondo.

Il pozzo sacro del Predio Canopoli

Cronistoria di un cortile detto predio e di un proprietario sui generisDall’oratorio di Santa Croce proseguiamo verso sud lungo la via Giuseppe Garibaldi, dopo circa centoquaranta metri, alla sua fine, troviamo di fronte a noi l’ingresso dell’area archeologica del pozzo sacro del Predio Canopoli, uno dei più bei monumenti dell’archeologia sarda, scoperto per caso nel 1923, durante lo scavo di un pozzo, che Edoardo Benetti, un agrimensore mantovano inviato in Sardegna per predisporre il nuovo catasto dei terreni, denominò appunto pozzo sacro del predio Canopolo in quanto si trovava nel cortile di un palazzotto abitato da un certo Domenico Canopoli. Il pozzo venne in parte scavato l’anno seguente da Antonio Taramelli, l’importante geologo nato a Bergamo nel 1845 e morto a Pavia nel 1922, e successivamente reinterrato. In seguito, nel 1975, è iniziata la campagna degli scavi ad opera di Giovanni Pitzalis, che lo ha portato del tutto alla luce.

Perfugas-Planimetria del pozzo sacro Predio CanopoliÈ uno dei pozzi sacri più belli e importanti, interamente realizzato in calcare bianco con pietre tutte di uguali dimensioni e costruito con conci a T con bugne. Ha la classica forma a buco di serratura come tutti i principali pozzi sacri della Sardegna. L’atrio è largo due metri e lungo quasi tre metri, con al centro un altare con una coppella laterale e due sedili ai lati. Non è più presente quella che venne definita la mensa sacrificale, che si trovava al centro dell’atrio da quanto risulta da un disegno fatto al tempo della scoperta del pozzo da Torquato Taramelli. Una stretta scala di otto gradini porta al pozzo interno profondo tre metri. Il pozzo è attualmente scoperchiato come quello del Santuario federale di Santa Vittoria a Serri, con il quale ha molte analogie. Si presume avesse una copertura a tholos e, secondo Giovanni Lilliu, possiamo stimare un’altezza originaria di quattro metri o quattro metri e mezzo. Intorno al pozzo si vedono i resti di un villaggio nuragico. Il pozzo sacro fa parte di un complesso che comprende i resti di un recinto realizzato con grossi blocchi di trachite, edificato sulle rovine di un preesistente tempio a mégaron. Nelle immediate vicinanze sono inoltre presenti i resti di alcune capanne, con sovrapposizioni di abitazioni di età romana. Per analogia con il pozzo di Serri, si ritiene che nelle vicinanze potesse essere ubicato anche un nuraghe di tipo polilobato, probabilmente però abbandonato all’epoca della realizzazione del pozzo sacro.

Perfugas-Ingresso dell’area archeologica che ospita il pozzo sacro Predio Canopoli Perfugas-Il pozzo sacro Predio Canopoli Perfugas-Il pozzo sacro Predio Canopoli Perfugas-Il pozzo sacro Predio Canopoli Perfugas-Il pozzo sacro Predio Canopoli Perfugas-Il pozzo sacro Predio Canopoli

Negli scavi effettuati nel 1974 a cura dell’archeologo Giovanni Pitzalis, sono stati rinvenuti diversi oggetti di straordinario pregio e fattura, che attestano frequentazioni continue dell’area dall’Età nuragica sino al Medioevo. Tra i più importanti vanno segnalati due modelli di nuraghe in calcare, e manufatti in ceramica tra i quali tegami, ciotole, vasi tripodi, pesi di telaio, fusaiole e lucerne.

Perfugas-Pozzo sacro Predio Canopoli: il Toro esposto al Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di SassariA testimonianza dell’abilità nella lavorazione del bronzo, sono stati ritrovati un Bue, esposto al Museo Nazionale Archeologico di Cagliari, una robusta statuina su base stretta con perno d’infissione, che raffigura un bovino in apparenza fermo, con le zampe divaricate e la coda ripiegata sul fianco, quasi a scacciare fastidiosi insetti, la testa, resa sommariamente, presenta occhi a globetto, orecchie sventola e corna robuste, oggi spezzate, unite da un rigonfiamento frontale; ed un Toro esposto al Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari, che si presenta come una figura massiccia dalle gambe corte e muscolose e una coda ripiegata sul corpo e rappresenta una delle pi eleganti raffigurazioni di bovino rinvenuti in Sardegna.

Perfugas-Pozzo sacro Predio Canopoli: il Cinghialetto rinvenuto nel 2019Un nuovo reperto è emerso nel 2019 quando l’area del pozzo è stata sottoposta a una serie di lavori di restauro e scavo, durante il quale la scoperta di una piccola scultura con forma di animale, che potrebbe rivelarsi una tessera di grande importanza per conoscere meglio la civiltà nuragica. Si tratta di una scultura a tutto tondo di un animale, cui manca la testa. Realizzata in calcare finemente lavorato, riproduce la sagoma di un quadrupede non ben identificabile, forse un Cinghialetto, con tanto di criniera, coda e sesso maschile ben definito. La scoperta è importante perché finora i ritrovamenti nell’ambito della scultura zoomorfa in pietra di età nuragica si erano limitati al ritrovamento di teste.

Nell’edificio del Monte Granatico che oggi ospita il Museo EtnoAntropologico dell’Anglona

Perfugas-Il Museo EtnoAntropologico dell’AnglonaArrivati con la via Giuseppe Garibaldi di fronte all’ingresso dell’area archeologica, prendiamo a destra la via Vittorio Emanuele, la seguiamo per una trentina di metri, finché arriva dalla destra la via Monte Granatico, sulla quale di affaccia alla destra quello che era il Monte Granatico di Perfugas, che oggi ospita il Museo EtnoAntropologico dell’Anglona. Nei locali che furono del Monte Granatico, dal 2012 i suoi  fondatori condividono un progetto culturale rivolto alla valorizzazione dei saperi legati al territorio dell’Anglona con l’idea di costituire un museo etno-antropologico ed un centro di studi  e documentazione del territorio. Il gruppo dei soci fondatori, è costituito principalmente da un insieme di abitanti, pastori, contadini, artigiani che sono portatori dei saperi tradizionali del territorio dell’Anglona. Il Museo, attraverso l’obiettivo della camera etnografica, indaga sugli aspetti storici, sociologici, linguistici, antropologici e ambientali delle quattordici comunità dell’Anglona, nella Sardegna Settentrionale.

Perfugas-Il Museo EtnoAntropologico dell’Anglona Perfugas-Il Museo EtnoAntropologico dell’Anglona

La chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli

Dall’oratorio di Santa Croce proseguiamo verso sud lungo la via Giuseppe Garibaldi e, dopo appena una cinquantina di metri, svoltiamo a sinistra nella via Amsicora. Dopo appena una trentina di metri lungo la via Amsicora, svoltiamo a destra nella via Carlo Poerio, la seguiamo per un’ottantina di metri ed arriviamo nella piazza Domenico Alberto Azuni che, sulla sinistra al civico numero 1, ospita la chiesa di Nostra Signora de Sos Anghelos, dedicata a Santa Maria degli Angeli, che è la chiesa parrocchiale intitolata alla patrona di Perfugas. L’analisi stilistica della parte più antica della chiesa, costituita dal presbiterio e cappelle laterali, data l’edificazione della struttura alla seconda metà del cinquecento. Significativi interventi architettonici sono stati compiuti quando è stato costruito il campanile, che secondo Vittorio Angius sarebbe stato edificato una cinquantina di anni prima del suo passaggio a Perfugas, cioè intorno al 1790, riutilizzando le pietre di un’antica torre da identificare forse con una torre medioevale che la tradizione locale ricorda con la denominazione di Sa Turre, una torre medioevale appartenuta a Percivalle Doria e documentata nel 1339. Inoltre nel diciannovesimo secolo risale il rifacimento della facciata in forme neoclassiche. La facciata, dopo il restauro degli anni 90, risulta non intonacata. Ha portale principale al centro e porta secondaria sulla destra. Sul fianco sinistro svetta il campanile. Notevole è stata la scelta di ripristinare l’originaria copertura in conci basaltici ben squadrati, lungo tutto il prospetto principale. La facciata, impreziosita dall’uso della pietra a vista, è animata dal colore bianco dei blocchi calcarei squadrati della facciata a timpano, che si contrappone al colore scuro dei conci posti sul frontone, con la funzione di fascia di contorno.

Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: facciata Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: portale di ingresso Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: il campanile

La chiesa è in stile gotico, l’interno a tre navate con pilastri ed archi che suddividono lo spazio dell aula in quattro campate. In fondo il presbiterio, la parte pi antica della chiesa, decorato con un arco gotico e volta a crociera. La fabbrica attuale, pur essendo il risultato di diversi interventi costruttivi, conserva la propria organicità inquadrandosi in forme marcatamente gotico aragonesi. Il settecentesco altare opera dell’artigiano locale Antonio Carta ha una campata fiancheggiata da colonne, al centro della quale è posta in una nicchia la statua dell’Immacolata. Sopra l’architrave, con fregio di foglie di acanto arricciate, interpolate da testine di cherubini, doppio timpano spezzato, ed al centro una cimasa con l’aquila

Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: interno verso il presbiterio Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: l’altare maggiore Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: interno verso il portale di ingresso

Il giorno 2 del mese di agosto, si svolge presso questa chiesa la Festa patronale di Santa Maria degli Angeli, una delle principali feste religiose di Perfugas, l’appuntamento più atteso dell’anno da parte dei perfughesi, ma anche di quanti, emigrati da anni, vi fanno ritorno proprio in coincidenza con il periodo della festa.

La seconda domenica di settembre, a Perfugas si svolge la Festa di Sant’Isidoro, il patrono dei lavoratori della terra, con la processione che parte dalla chiesa parrocchiale e attraversa tutto il paese, accompagnata da gruppi folk, cavalieri e traccas, ossia carri agricoli addobbati.

Nel Museo Diocesano di Arte Sacra si può vedere il grandioso retablo di San Giorgio

Perfugas-Chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli: la Cappella del retablo con una sezione del Museo Diocesano di Arte SacraAll’interno della chiesa parrocchiale, in una nuova cappella museo appositamente realizzata all’interno della chiesa di Santa Maria degli Angeli, si trova una sezione del Museo Diocesano di Arte Sacra di Perfugas, che fa parte del Museo della diocesi di Tempio ed Ampurias. Nella cappella, che non è accessibile durante le celebrazioni, è ospitato il cinquecentesco grandioso retablo di San Giorgio. Il retablo, imponente e maestoso, è il più grande di tutta la Sardegna, alto circa otto metri e largo circa sei, ed è stato trasferito qui dalla chiesa di San Giorgio, dove si trovava nel presbiterio. Gravi manifestazioni di degrado, sia del supporto ligneo che del testo pittorico del retablo, portarono negli anni ottanta ad un importante intervento di restauro, con ricollocazione finale dell’opera presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli, in un ambiente dotato di sistemi appropriati alla sua conservazione.

Perfugas-Museo Diocesano di Arte Sacra: il retablo di San GiorgioPurtroppo il retablo soffre della sua attuale collocazione, che, in un ambiente alto ma ristretto, non dà la possibilità di ammirarlo da lontano. Doveva essere davvero imponente, quando si trovava nella sua originaria collocazione, nella chiesa di San Giorgio. Realizzato nel sedicesimo secolo, in stile gotico aragonese, attribuito dapprima al Maestro di Ozieri, poi al pittore tardomanierista sassarese Ambrogio Calvano, l’autore resta tuttora sconosciuto ed convenzionalmente identificato con il Maestro di Perfugas. L’opera, una struttura lignea con cornici interamente bagnate in oro, composta da 54 tavole in 14 pale separabili, nelle quali viene rappresentato il tema dei misteri del Rosario. Nei diversi intagli vengono illustrati l’Annunciazione, San Giorgio e il drago, San Gavino a cavallo, la Visitazione, la Nativit , l’Adorazione dei Magi, la Presentazione al tempio, la Resurrezione, la Pentecoste, l’Ascensione, la Sacra Famiglia con Sant’Anna e l’Incoronazione della Vergine, per concludere con la Crocifissione, dipinta nel colmo del retablo. Tra le figure si ravvisano santi e evangelisti, quali San Paolo, Sant’Antonio da Padova, San Francesco, Sant’Ambrogio, San Gregorio, San Gerolamo, Sant’Agostino, San Giovanni Battista, Santa Barbara, Sant’Agnese, San Tomaso, San Bartolomeo Scorticato e l’Arcangelo Michele. La nicchia del polittico custodisce due pezzi inediti dello stesso periodo, il Santo cavaliere e la Ritrovata donzella, che nella leggenda fu liberata dal drago.

Perfugas-Museo Diocesano di Arte Sacra: particolare del retablo di San Giorgio Perfugas-Museo Diocesano di Arte Sacra: particolare del retablo di San Giorgio Perfugas-Museo Diocesano di Arte Sacra: particolare del retablo di San Giorgio Perfugas-Museo Diocesano di Arte Sacra: particolare del retablo di San Giorgio

La chiesa romanica di Santa Maria della Concezione chiamata anche Santa Maria de Foras

Dalla piazza Domenico Alberto Azuni, guardando la facciata della chiesa di Santa Maria degli Angeli, partiva alla destra la via Ericium che, in poco più di un centinaio di metri, conduceva sulla via Santa Maria che porta alla chiesa di Santa Maria della Concezione, ma ora non è più possibile seguire questa strada dato all’imbocco della via Ericium che è stata realizzata l’area archeologica del pozzo sacro del Predio Canopoli.

Per raggiungere la via Santa Maria, è necessario ritornare alla fine della via Giuseppe Garibaldi, da dove prendiamo verso destra la via Vittorio Emanuele, passiamo il Monte Granatico e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo a sinistra la via Eleonora d’Arborea che, dopo un’ottantina di metri, sbocca sulla via Santa Maria. Seguendo quest’ultima verso sinistra, ossia verso est, in poco più di duecento metri arriviamo ai margini del centro abitato, nella sua periferia sud orientale, dove troviamo la chiesa romanica di Santa Maria della Concezione localmente chiamata anche Santa Maria de Foras, che in origine era la chiesa parrocchiale dell’antico villaggio medioevale. Edificata in stile romanico, è stata consacrata il 26 aprile 1160, come si può rilevare dell’epigrafe posta alla base  interna dell’abside, che ne fa la più antica opera bicroma dell’Isola. La chiesa è stata ricostruita nel 1997, rispettando l’antico stile architettonico.

Perfugas-La chiesa di Santa Maria della Concezione Perfugas-Chiesa di Santa Maria della Concezione: veduta laterale Perfugas-Chiesa di Santa Maria della Concezione: veduta posteriore

L’interno si presenta con impianto mononavato con l’abside perfettamente orientato e copertura lignea. Di fronte al portale desta particolare interesse l’arco bicromo costituito da blocchi di trachite rossa e conci bianchi disposti a scacchiera.

Perfugas-Chiesa di Santa Maria della Concezione: interno Perfugas-Chiesa di Santa Maria della Concezione: l’arco dicromico che immette nel sagrato della chiesa

Ogni gioved del mese mariano, da un quartiere diverso del paese, parte una processione e, all arrivo alla piccola chiesa romanica di Santa Maria della Concezione, viene celebrata una messa. L 8 settembre, nella ricorrenza della Nativit di Maria Vergine, e l 8 dicembre se il meteo favorevole, si svolge la Festa di Santa Maria della Concezione, nella chiesa romanica di Santa Maria de Fora di Perfugas, con diverse cerimonie religiose e manifestazioni civili.

Il Campo da Calcio di Perfugas

Da via Santa Maria, proseguiamo per poco più di un centianaio di metri e troviamo, sulla sinistra, la via Enrico Toti. Proseguiamo per trecentocinquanta metri, poi incrociamo la via Giuseppe Mazzini che prendiamo verso destra, prima che esca dall’abitato verso est come SS127. Percorsi quasi trecento metri, prima del termine della via Giuseppe Mazzini, troviamo sulla sinistra i diversi ingressi del Campo da Calcio di Perfugas, con in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 700 persone.

Perfugas-Campo da Calcio di Perfugas: ingresso Perfugas-Campo da Calcio di Perfugas: il campo da gioco

Il Museo Archeologico e Paleobotanico

Perfugas-Museo Archeologico e PaleobotanicoDa dove con la via Enrico Toti eravamo arrivati all’incrocio con la via Giuseppe Mazzini e le avevamo presa verso destra, percorsi duecentocinquanta metri parte alla sinistra la via Nazario Sauro. Presa la via Nazario Sauro, dopo circa duecento metri troviamo, sul lato destro della strada, prima la biglietteria e poi l’ingresso del Museo Archeologico e Paleobotanico, inaugurato nel 1998, con l’intento di raccogliere le testimonianze archeologiche e paleobotaniche dell’Anglona. Il Museo si divide in cinque sezioni. Per prima la Sezione Paleobotanica, che espone un campionario di fossili vegetali, provenienti dalle Foreste Pietrificate dell Anglona, estese per oltre trecento chilometri quadrati e risalente a circa trenta milioni di anni fa. Poi la Sezione Paleolitica, che espone i manufatti in pietra, i pi antichi rinvenuti sinora in Sardegna e datati al Paleolitico Inferiore, i quali sono costituiti per lo pi da raschiatoi e denticolati in selce. Segue la Sezione Neolitica ed Eneolitica, che accoglie materiali in ceramica e in pietra, tra i quali spicca per le sue caratteristiche, la statuina di Dea Madre con Bambino riferibile al neolitico Medio, nella quale ben rappresentata la Cultura di Ozieri con esempi di ceramica finemente decorata e dipinta. La quarta è la Sezione Nuragica, nella quale sono presenti oggetti che testimoniano la cultura materiale di questo periodo, con la ceramica costituita da vasellame di varie forme, i materiali in bronzo sono rappresentati da pugnali, fibule e bracciali, e l architettura documentata dallo splendido pozzo sacro in calcare bianco, da numerosi nuraghi e alcune Tombe di giganti.

Perfugas-Museo Archeologico e Paleobotanico: esterno Perfugas-Museo Archeologico e Paleobotanico: interno Perfugas-Museo Archeologico e Paleobotanico: fossili vegetali provenienti dalle Foreste Pietrificate dell Anglona Perfugas-Museo Archeologico e Paleobotanico: strumenti litici del Paleolitico Inferiore Perfugas-Museo Archeologico e Paleobotanico: statuetta della dea madre con bambino

Vi è, infine, la Sezione Classica e Medioevale, la quale comprende i reperti che testimoniano gli intensi rapporti commerciali dei centri tardo nuragici con le popolazioni fenicio-puniche e romane, mentre l Et Medievale documentata da maioliche provenienti dalle Chiese di Chiaramonti, Martis e Perfugas.

Il Cimitero Comunale di Perfugas

Prendendo la strada che fiancheggia sulla destra il Museo Archeologico e Paleobotanico, possiamo arrivare all’ingresso del Cimitero comunale di Perfugas che ci viene segnalato trovarsi, però, in stato di quasi completo abbandono.

Perfugas-Il Cimitero comunale di Perfugas Perfugas-Cimitero comunale di Perfugas: ingresso

Visita dei dintorni di Perfugas

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Perfugas, sono stati portati alla luce i resti dell’insediamento protonuragico di Contra Aguda; della domus de janas di Concas; della necropoli di Niedda; delle fonti sacre di Niedda, di Sos Baddulesos che ormai è scomparsa; del pozzo sacro Predio Canopoli; delle Tombe di giganti Cavalzedda, Ferro, Niedda, Putzu Canu, Sas Luzanas; dei Protonuraghi Filippino, e Muru degli Orgogliosi; del nuraghe complesso di tipo misto Canu; dei Nuraghi complessi Cazzampu III, Cobeltu, Granchi, Majore, Meju, Niedda, Ruju Anzos, e Tettinosa; dei Nuraghi semplici Baddeseada, Capitale, Cavalzedda, Cazzampu, Cazzampu II, Contra de Sorighe, Figugia o Figu Ghia, Frassina, la Radda, la Rovina, Lepori, Lungo, Modditonalza, Monte Lidone, Ozzastro, Pace, Porcellino o Porcellu chiamato anche Concas, Pupuliosa, Puzzu Canu, Ruju, San Giorgio, Sas Luzanas, Savruezzu, Sessana, Sinnadolzu, Su Crabione, Su Pria, Tiroco, Tribù, Ufficio, ed Urigu; ed anche dei Nuraghi Alvu, Badu Fangosu, Bisagnu, Casteddu Petrusu, Contracalza, Dejana, Monte Renu, Monte Renu II, Niedda II, Perfugas, la Rocchitta, la Rovina II, Santa Vittoria II, Spezzigu, Spirito Santo, Suerzone II, tutti di tipologia indefinita; e del nuraghe scomparso Santa Vittoria.

Visita delle località verso ovest rispetto all’abitato

Iniziamo la visita dei dintorni di Perfugas partendo dal suo territorio ad ovest dell’abitato.

Verso nord ovest raggiungiamo la chiesa campestre di San Giorgio Martire

Seguendo, dal centro di Perfugas, la via San Giorgio che esce dall’abitato in direzione nord ovest, arriviamo, in due chilometri e mezzo, all’estrema periferia nord del paese dove, su un ciglione trachitico a poca distanza dall’omonimo nuraghe monotorre, si trova la chiesa campestre di San Giorgio Martire, edificata da maestranze locali in trachite rossa in stile gotico aragonese, e dedicata al martire patrono di Barcellona. Costituisce un pregevole esempio di architettura ispirata ai modelli gotico catalani, rivisti secondo la tradizione locale. Tali segni di commistione si rivelano nelle caratteristiche architettoniche sia degli ambienti esterni che di quelli interni. Ciò si ritrova, ad esempio, nelle dimensioni dell intero corpo di fabbrica, dove allo sviluppo in larghezza dell edificio si contrappone un altezza alquanto modesta. Durante i lavori di restauro del 1929, su una trave del tetto, viene scoperta l’iscrizione con la data 1528, riferita alla costruzione della chiesa. Si è pensato che questa chiesa appartenesse a un villaggio medievale scomparso chiamato Leda, per via dell’antico nome di San Giorgio de Ledda, in realtà il titolo riflette il nome del patrono della Catalogna, Sant Jordi de Lydda. L impaginato architettonico della facciata, interamente realizzato in conci squadrati di trachite rosa, si propone con un fronte a timpano sul quale si spiega, nell ordine superiore, un rosone centrale con raggiera posto tra due oculi, da cui la luce giunge all aula interna. Di lato al portale sono presenti colonnine sormontate dalle statue di San Pietro, San Giorgio con il drago, e San Paolo.

Perfugas-La chiesa campestre di San Giorgio Perfugas-Chiesa campestre di San Giorgio: particolari della facciata Perfugas-Chiesa campestre di San Giorgio: particolari della facciata

La muratura esterna è realizzata in pietrame ed un restauro molto recente ha intonacato l’intero edificio, con esclusione della sola facciata, e in particolare i due fianchi, contrafforti compresi. La facciata è stata danneggiata in misura ancora più grave, a causa della rimozione di alcuni dei cantoni originari di vulcanite e del loro risarcimento con materiale nuovo.

Perfugas-Chiesa campestre di San Giorgio: internoL’edificio, a pianta rettangolare e navata unica con copertura lignea, è suddiviso in quattro campate da tre archi trasversi tutti a sesto acuto. All interno, la scansione degli spazi e l articolazione dei volumi mantiene un ritmo orizzontale e propone una ricca ornamentazione plastica nei robusti pilastri poligonali, dove spiccano gli elementi floreali e zoomorfi scolpiti sui capitelli. I capitelli che si trovano all’interno, di epoca più recente, sono decorati con angeli, draghi e rosette. Il presbiterio quadrato, voltato a crociera, è rialzato e separato dalla navata da due gradini e da un arco trionfale a sesto acuto. Ai lati del presbiterio spiccano due altari, dedicati a Santa Margherita e a San Pancrazio, mentre al centro c’è una gigantografia del retablo di San Giorgio. L’originale, opera di un autore anonimo noto come Maestro di Perfugas, si trova nel museo diocesiano di arte sacra allestito in una cappella della parrocchiale di Santa Maria degli Angeli. Dalla parete sinistra del presbiterio si accede alla sacristia.

Perfugas-Chiesa campestre di San Giorgio: alla sinistra della chiesa i ruderi delle cumbessiasalla sinistra della chiesa, si trovano i ruderi delle antiche Cumbessias di San Giorgio. Nel diciassettesimo secolo, pare che il santuario fosse frequentato da folle di fedeli, attratti da presunti miracoli ed esorcismi che vi avvenivano. Presso questa chiesa, il 23 aprile si svolge la Festa di San Giorgio, che nell’ottocento era una delle più frequentate del territorio, ma negli anni quaranta del novecento è iniziato il suo declino ed anche l’abbandono della chiesa. Da pochi anni, a cura di un apposito comitato, è stata ripresa la tradizione della festa, che riprende i canoni del passato, e prevede la processione preceduta da cavalieri con stendardi sacri, seguita dalle cerimonie sacre, e seguita dalla Sagra di San Giorgio, durante la quale viene distribuito ai partecipanti un pranzo tipico.

I resti del nuraghe San Giorgio

Nei pressi della chiesa, alla sua destra, si trova un imponente nuraghe chiamato, dal nome della chiesa campestre situata nei suoi pressi, Nuraghe di San Giorgio. I due monumenti, la chiesa ed il nuraghe, sono separati solo da una piccola valle. Il nuraghe, edificato a 117 metri di altezza in materiale indeterminato, è un semplice monotorre. Si presenta con la facciata molto ben conservata, ma con l’ingresso ostruito. È anche crollata tutta la sua parte posteriore. L’ingresso, oggi ostruito, portava alla camera interna del nuraghe, la quale è però priva della copertura a tholos, che è anch’essa crollata. Nei pressi del nuraghe rimangono i resti di un insediamento abitativo nuragico.

Perfugas-Vicino alla chiesa si trova il nuraghe di San Giorgio Perfugas-Il nuraghe di San Giorgio

Il Campo Sportivo Comunale Badu e Linos

La SS127 Settentrionale Sarda entra nell’abitato da sud come via Giuseppe Mazzini e procede verso nord ovest, poi compie un’ampia curva a destra. Proprio alla curva, a duecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’ingresso nell’abitato, prendiamo a sinistra la via Sebastiano Satta e la seguiamo per circa seicento metri, fino dove la strada termina e sulla sinistra si prende la deviazione che porta all’ingresso del Campo Sportivo Comunale Badu e Linos. Si tratta di un Campo da calcio, con fondo in erba naturale, dotato di tribune in grado di ospitare 600 spettatori.

Perfugas-Campo Sportivo Comunale Badu e Linos: cancello di accesso Perfugas-Campo Sportivo Comunale Badu e Linos: il campo da calcio

La chiesa diroccata de Su Spiritu Santu ossia chiesa dello Spirito Santo

La SS127 Settentrionale Sarda esce dall’abitato verso sud e si dirige verso Laerru. Dalla pietra segnaletica che ha indicato l’abitato seguiamo la SS127, dopo quattrocentocinquanta metri, superato il ponte sul Rio de Idda, prendiamo a sinistra una strada verso sud est che, dopo un chilometro e duecento metri, passa sotto la SS672 che collega Sassari con Tempio Pausania, all’altezza del chilometro 24.7. Percorsi altri cinquecentocinquanta metri lungo questa strada, prendiamo a sinistra una strada bianca e, dopo circa cinquecento metri, vediamo sulla sinistra della strada i ruderi della chiesa de Su Spiritu Santu ossia chiesa dello Spirito Santo, di impianto medioevale, che sorge nell’omonima regione. della sua struttura, a una sola navata e con un ingresso sulla facciata, sono crollati una porzione dell’abside e la parte del tetto con la copertura in legno. Sono rimasti in piedi la volta a botte e gli archi a tutto sesto, che suddividevano l’edificio in quattro campate.

Perfugas-Chiesa diroccata de su Spiritu Santu ossia chiesa dello Spirito Santo Perfugas-Chiesa diroccata de su Spiritu Santu ossia chiesa dello Spirito Santo

Vi si svolgevano le funzioni sacre fino agli anni cinquanta del novecento, poi è stata abbandonata, ed attualmente versa in condizioni di forte degrado. Ma quasta chiesa tornerà allo splendore originario perché i lavori per l’atteso restauro sono iniziati.

Visita dei centri a sud dell’abitato

Ci rechiamo ora a visitare quanto si trova a sud ovest, a sud ed a sud est rispetto all’abitato.

Verso sud ovest la foresta pietrificata di Iscia ed i ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel greto del rio Altana

Perfugas-Tronchi della foresta pietrificata di IsciaLa SS127 Settentrionale Sarda esce dall’abitato verso sud e si dirige verso Laerru. Dalla pietra segnaletica che ha indicato l’abitato seguiamo la SS127, dopo settecento metri prendiamo a sinistra una strada solo in parte asfaltata, che diventa la strada di Carrucana e si addentra nella Valle del rio Altana. Questa strada ci conduce, in un paio di chilometri, a vedere alla sinistra della strada i resti della Foresta pietrificata di Iscia. Sono presenti alberi completamente mineralizzati, tutte le parti lignee si sono, cioè, trasformate in roccia, assumendo la fisionomia di vere e proprie sculture naturali. I tronchi sono forati al centro, completamente mineralizzati, ed alcuni si presentano ancora parzialmente interrati. In diverse località tra Perfugas e Laerru sono state rinvenute tracce delle culture del Paleolitico Inferiore. Tra Perfugas ed il vicino comune di Laerru, in località Battana, nel greto del basso corso del rio Altana, nel 1979 sono stati rinvenuti alcuni ciottoli levigati e strumenti in selce scheggiata che segnalano tracce di presenza umana in Sardegna nel Paleolitico Inferiore Arcaico, tra il 450mila ed il 200mila avanti Cristo. Si tratta di utensili lavorati secondo la tecnica detta Clactoniana, termine definito dal paleontologo francese Henri Breuil, sulla base degli studi effettuati sui materiali rinvenuti nel sito di Clacton-on-sea, nella conte dell’Essex, in Gran Bretagna, che è stato scavato tra il 1910 e il 1970. Ed inoltre, nel sito di Sa Pedrosa-Pantallinu, in località Codrovulos, sulla terrazza soprastante il rio Altana, sono stati rinvenuti raschiatoi e denticolati e sono state trovate anche le tracce del più antico laboratorio di manufatti in selce dell’Isola, del Paleolitico Inferiore Evoluto, tra il 200mila ed il 120mila avanti Cristo. Si tratta di manufatti lavorati secondo la tecnica detta Tayaziano, termine definito nel 1932 dal paleontologo francese Henry Breuil, sulla base degli studi effettuati nel sito di La Micoque, e prende il nome dalla città dove si trova questo sito, ossia Les Eyzies-de-Tayac, in Dordogna, in Francia. Numerosi di questi ritrovamenti sono oggi conservati nel Museo Archeologico e Paleobotanico di Perfugas.

La descrizione del Paleolitico Inferiore, con le caratteristiche dei reperti lavorati con la tecnica detta Clactoniana e con la tecnica detta Tayaziano, vengono descritti nella pagina della storia della Sardegna relativa al Paleolitico, quando l’abbassamento del livello del mare determina l’emersione di terre che vengono a costituire veri e propri ponti di collegamento tra le isole e con i continenti, ponti che permettono il passaggio di flora, di fauna, e l’uomo è costretto a seguire la stessa strada, in quanto gli animali rappresentano la sua unica fonte di cibo.

La chiesa diroccata di Santu Pedru Puligosu ossia di San Pietro

Perfugas-Chiesa diroccata di Santu Pedru Puligo su ossia della chiesa di San PietroPercorso ancora circa un chilometro lungo la strada di Carrucana, arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a sinistra per entrare nella SS672 che collega Sassari con Tempio Pausania. La prendiamo in direzione di Tempio, e, dopo cinquecentocinquanta metri, vediamo alla destra della strada i ruderi delle chiesa di Santu Pedru Puligosu ossia della chiesa di San Pietro, che faceva parte del territorio della scomparsa villa medioevale di Banzos. Attualmente rimangono pochi ruderi della muratura laterale, ben visibili per chi transita sulla strada a scorrimento veloce subito dopo aver superato il cartello segnaletico che indica il chilometro 23.

Verso sud si trova la Stazione ferroviaria di Perfugas

La SS127 Settentrionale Sarda esce dall’abitato verso sud e si dirige verso Laerru. Arrivati alla pietra segnaletica che ha indicato l’abitato, svoltiamo subito a sinistra nella via 20 Settembre che è la via della Circonvallazione, la seguiamo per un’ottantina di metri poi svoltiamo a destra nella via Roma che, in altri quattrocentocinquanta metri, ci porta a vedere sulla sinistra il sentiero che porta all’ingresso della Stazione ferroviaria di Perfugas. La stazione si presenta non presenziata ma in buone condizioni di conservazione, anzi è una delle meglio mantenute sulla linea turistica per Tempio Pausania. Il fabbricato viaggiatori presenta la facciata con tre ingressi privi della cornice ad arco in mattoni rossi.

Perfugas-La Stazione ferroviaria di Perfugas vista dall’esterno Perfugas-Interno della Stazione ferroviaria di Perfugas

Come nella stazione di Nulvi, nell’area del piazzale esterno è posto il parcheggio degli autobus del servizio sostitutivo su strada dell’ARST-FdS.

Verso sud est raggiungiamo l’area archeologica di Niedda

Perfugas-Indicazione per l’agriturismo Putzu CanuPassata la Stazione ferroviaria di Perfugas, proseguiamo sguendo verso sud la via Roma che, dopo ottocentocinquanta metri, passa sotto la SS672 che collega Sassari con Tempio Pausania, all’altezza del chilometro 25.6. Percorso ancora quasi un chilometro, arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra seguendo le indicazioni per l’Agriturismo Putzu Canu. Dopo un settecento metri arriviamo a un altro bivio che a sinistra porta all’agriturismo, mentre noi prendiamo a destra, e, dopo circa trecento metri, troviamo un cancello sulla sinistra, lo passiamo e, dopo circa duecentocinquante metri, troviamo alla destra della strada le prime tombe dell’Area archeologica di Niedda.

Nell’area archeologica troviamo la Necropoli di Niedda. Presa una deviazione a sinistra, le domus de janas Niedda I, II e III, che costituiscono un gruppo di tre domus appartenenti alla più vasta necropoli di grotticelle artificiali. La necropoli comprende anche, un poco più lontana, la domus de janas Niedda IV, caratterizzata da un lungo dromos ad andamento curvilineo e da un’apparente protome taurina ricavata, esternamente alla domus, nella sua sommità. Ancora più lontana, isolata, di trova la domus de janas Niedda V.

Perfugas-Area archeologica di Niedda: la tomba I della necropoli a domus de janas Perfugas-Area archeologica di Niedda: la tomba II della necropoli a domus de janas Perfugas-Area archeologica di Niedda: la tomba III della necropoli a domus de janas Perfugas-Area archeologica di Niedda: la tomba IV della necropoli a domus de janas Perfugas-Area archeologica di Niedda: la tomba V della necropoli a domus de janas

Proseguendo, invece, dritti, arriviamo a un’altura sulla quale si trovano i resti del Nuraghe Niedda, un nuraghe complesso edificato in materiale indeterminato a 71 metri ci altezza, che dovrebbe conservare ancora la tholos integra. A cento metri di distanza, verso nord, si trovano anche i resti del Nuraghe Niedda II, un nuraghe di tipologia indefinita edificato anch’esso in materiale indeterminato.

Perfugas-Area archeologica di Niedda: resti del nuraghe complesso Niedda Perfugas-Area archeologica di Niedda: ingresso del nuraghe complesso Niedda Perfugas-Area archeologica di Niedda: resti del nuraghe Niedda II di tipologia indefinita

Un viottolo ci porta anche alla Fonte sacra di Niedda, una singolare fonte con vasca di raccolta di forma naviforme, costruita con conci a T con bugne, come quelli presenti nel pozzo sacro Predio Canopoli sempre a Perfugas, ed anche nel pozzo sacro Irru a Nulvi.

Perfugas-area archeologica di Niedda: la fonte sacra Perfugas-area archeologica di Niedda: la fonte sacra

I resti del nuraghe Putzu Canu vicino all’agriturismo omonimo

Perfugas-L’agriturismo Putzu CanuDalla sinistra via Stazione, seguita per un chilometro e novecento metri, al bivio prendiamo a destra seguendo le indicazioni per l’Agriturismo Putzu Canu, dopo un settecento metri arriviamo a un altro bivio che a sinistra porta all’agriturismo, il quale viene raggiunto prendendo, dopo due chilometri, una deviazione sulla sinistra, che ce lo fa raggiungere in circa duecento metri. L’agriturismo occupa un tipico casale sardo, ed il suo ristorante serve piatti italiani e specialità locali. Le camere del Putzu sono tutte provviste di TV via cavo, di minibar e di bagno privato. Il parcheggio è gratuito. Per gli ospiti con bambini, l’agritusmo Putzu Canu offre pasti per bambini, un parco giochi per bambini e un menù speciale.

Sul retro dell’agriturismo si trovano i resti del Nuraghe Puzzu Canu o Putzu Canu, un gigantesco nuraghe semplice, edificato in materiale interminato. Il nuraghe è semidistrutto, ma sopra di esso è possibile salire per fare le foto. E nell’agriturismo, dormire col nuraghe al fianco delle camere da letto, dà una sensazione unica.

Perfugas-Nell’agriturismo verso il nuraghe Putzu Canu Perfugas-Il nuraghe Putzu Canu vicino all’agriturismo omonimo

Verso nord est lungo la SP2

Usciti da nord con la SS127 Settentrionale Sarda, deviamo sulla SP2 che c porta a visitare nìumerose altre località.

Verso nord est in località Monterenu si trovano l’area industriale di Perfugas ed i suoi monumenti di archeologia industriale

Da via Giuseppe Mazzini a Perfugas prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda che esce dall’abitato verso nord est indirezione di Bortigiadas. Percorsi circa due chilometri e duecento metri, dalla SS127 Settentrionale Sarda parte sulla destra la SP2, che porta in località Monterenu. Qui si sviluppa, alla destra della strada statale, l’area industriale di Perfugas, mentre, subito più avanti si vede, sulla sinistra, ciò che resta dei macchinari per la lavorazione del tabacco, e dei relativi casolari, che costituiscono significativi monumenti di archeologia industriale, dato che nella seconda metà dell’ottocento una società genovese vi aveva tentato la coltivazione del tabacco su un’estensione di oltre un migliaio di ettari, ma in breve tempo era stata costretta a desistere.

Lungo la strada verso la frazione Sas Tanchittas si trovano i resti del nuraghe semplica Su Crabione

Perfugas-Resti del nuraghe semplice Su CrabioneDalla SS127 Settentrionale Sarda imbocchiamo, sulla destra, la SP2 che porta in località Monterenu. Dopo seicento metri si incontra uno svincolo e questa provinciale passa sotto la SS672 che collega Sassari con Tempio Pausania. Proseguendo per altri circa novecento metri, troviamo alla destra della strada una costruzione, dalla quale parte un sentiero disagevole che si dirige verso sud ovest e che, in poco più di cinquecento metri, conduce ai resti del Nuraghe Su Crabione. Si tratta di un nuraghe semplice probabilmente a tholos, a forma di ellisse con ingresso a sud est, edificato in materiale indeterminato a 67 metri di altezza, del quale sono sopravvissiute solo parti delle mura inferiori. La muratura è particolarmente ben esposta a sud est.

I resti del nuraghe semplice Concas chiamato anche nuraghe Porcellino o nuraghe Porcellu e del nuraghe semplice Figughia o nuraghe Figu Ghia

Perfugas-Resti del nuraghe semplice Concas chiamato anche nuraghe Porcellino o nuraghe PorcelluPassato l’imbocco del sentiero che ci aveva condotti al nuraghe su Crabione, proseguiamo ancora sulla SP2 e, dopo altri circa ottocento metri, passata un’ampia curva a destra si vedono alla sinistra della strada, i resti del Nuraghe Concas chiamato anche Nuraghe Porcellino o Nuraghe Porcellu. Si tratta di un altro nuraghe semplice edificato in materiale indeterminato a 99 metri di altezza. Passato questo nuraghe, si trova, sempre alla sinistra della strada, un sentiero che, percorso per quasi un chilometro e mezzo, ci conduce alla domus de janas di Concas o dell’Ariete che descriveremo più avanti.

Proseguendo lungo la SP2, dopo altri circa settecento metri, sempre sulla sinistra della strada, si trovano i resti del Nuraghe Figughia o Nuraghe Figu Ghia. Si tratta di un nuraghe semplice, edificato in materiale indeterminato a 171 metri di altezza, che dista seicento metri dal nuraghe Concas.

I resti del nuraghe semplice Cavalzedda

Perfugas-Resti del nuraghe semplice Figughia o Figu GhiaAll’altezza del nuraghe Figughia, un sentiero sulla destra della SP2 ci porta nella campagna, dove molto più avanti, a quasi settecento metri di distanza, si vedono i resti del Nuraghe Cavalzedda, edificato su un’altura di 183 metri di altezza in materiale indeteminato. I resti di questo nuraghe si trovano su una collina che domina l’area a nord e nord ovest rispetto ai vicini nuraghi Concas e Su Crabione. Il profilo della torre è conservato su tutto il suo perimetro, ma il monumento è ricoperto da una fitta vegetazione. É anch’esso un nuraghe semplice, con nei ditorni tracce di un insediamento abitativo nuragico, e nelle vicinanze i resti di una Tomba di giganti.

I resti del nuraghe semplice la Radda

Perfugas-Resti del nuraghe la RaddaProseguendo lungo la SP2 per altri quasi ottocento metri, si vede un sentiero sulla sinistra della strada provinciale che porta, dopo un lungo percorso a piedi, fino ai resti del Nuraghe la Radda. Si tratta di un nuraghe semplice edificato a 235 metri di altezza, anch’esso in materiale indefinito. Anche questo, come tutti i precedenti, è semidistrutto, e di esso, quindi, è difficile riconoscere la struttura. Questo nuraghe si trova tra la strada provinciale e le ultime abitazioni verso ovest della frazione Sas Tanchittas, che si trova anch’essa alla sinistra della strada provinciale, ed alla quale arriveremo un poco più avanti nel nostro viaggio.

Raggiungiamo la frazione Sas Tanchittas

Proseguiamo ancora lungo la SP2, a circa quattro chilometri da quando l’abbiamo imboccata, arriviamo a un bivio, dove la strada provinciale prosegue sulla destra, mentre noi prendiamo a sinistra, seguendo le indicazioni, sulla strada secondaria che porta nelle località Sas Tranchittas, Flazittu, Lumbaldu. Dopo poco più di un chilometro, la strada scondaria sbocca su una trasversale, dove prosegue verso destra, mentre noi, invece, prendiamo verso sinistra, e, in una cinquantina di metri, arriviamo alla frazione Sas Tanchittas (altezza metri 265, distanza 8.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 59).

La frazione Falzittu con i resti del nuraghe di tipologia indefinita Casteddu Petrosu

Tornati a dove lungo la SP2, a circa quattro chilometri da quando l’abbiamo imboccata, eravamo arrivati a un bivio, dove la strada provinciale prosegue sulla destra, mentre noi avevamo preso a sinistra, seguendo le indicazioni, sulla strada secondaria che porta nelle località Sas Tranchittas, Flazittu, Lumbaldu. Dopo poco più di un chilometro, la strada secondaria sbocca su una trasversale, dove prosegue verso destra, la seguiamo e, dopo circa ottocento metri, prendiamo una deviazione verso sinistra, e che, in una cinquantina di metri, ci porta alla più piccola frazione Falzittu (altezza metri 321, distanza 8.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 17).

A metà della strada che, dalla località Sas Tanchittas, ci ha portati alla località Falzittu, alla destra della strada, su un’altura immersi nella vegetazione, si trovano i pochi resti del Nuraghe Casteddu Petrosu. Si tratta di un nuraghe di tipologia indefinita edificato in materiale indeterminato a 293 metri di altezza.

La frazione Lumbaldu con la piccola chiesa campestre di Sant’Anna

Dalla località Falzittu proseguiamo lungo la strada secondaria che ci ha portati alla frazione Falzittu in direzione sud est, e dopo ottocenti metri arriviamo alla frazione Lumbaldu (altezza metri 372, distanza 9.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 67), una frazione del comune di Perfugas all’interno della quale, alla sinistra della strada, si trova la piccola chiesa campestre di Sant’Anna.

La piccola chiesa campestre di Sant’Anna è stata edificata nella seconda metà del novecento e dedicata alla madre della Beata Vergine Maria. La piccola chiesa, pur essendo situata nel territorio di Perfugas, appartiene, però, alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, del comune di Erula.

Perfugas-Lumbaldu: esterno della piccola chiesa campestre di Sant’Anna Perfugas-Lumbaldu: interno della piccola chiesa campestre di Sant’Anna

Ogni anno il 26 del mese di luglio, ricorrenza della festività della Santa, presso questa piccola chiesa si svolge la Festa di Sant’Anna. con cerimonie religiose e manifestazioni civili che coinvolgono gli abitanti della frazione e di altre località dei dintorni.

La frazione Campudulimu o Campu d Ulimu

Seguendo la SP2 e, dopo poco più di quattro chilometri e mezzo da quando l’abbiamo imboccata, abbiamo svoltato a sinistra sulla strada secondaria che ha portati alla località Sas Tranchittas. Se, invece, prendiamo la continuazione della SP2 in direzione sud, percorsa per circa due chilometri la strada provinciale attraversa la frazione Campudulimu o Campu d’Ulimu (altezza metri 305, distanza 7.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 32).

La frazione Modditonalza con i resti del nuraghe semplice Modditonalza

Dalla località Campudulimo, prendiamo verso destra, in direzione ovest, la strada secondaria che porta in località Modditonalza, e, dopo circa un chilometro e trecento metri, raggiungiamo la frazione Modditonalza (altezza metri 204, distanza 6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 43).

All’interno dell’abitato di Modditonalza, alla destra della strada che ci ha portati ad essa, su un’altura si trovano i resti del Nuraghe Modditonalza, un nuraghe semplice edificato in materiale indeterminato a 238 metri di altezza.

Perfugas-Modditonalza: resti del nuraghe Modditonalza Perfugas-Modditonalza: resti del nuraghe Modditonalza

A nord fra le frazioni Campudulimu e Modditonalza si trova la chiesa romanica di Santa Vittoria de Su Sassu

Dalla località Campudulimo, prendiamo verso destra, in direzione ovest, la strada secondaria che porta in località Modditonalza, e, lungo questa strada, percorsi ottocento metri da Campudulimu, si trova una deviazione sulla destra che, in circa un chilometro, ci porta sul limitare di un’altura, nel luogo di un probabile insediamento benedettino, dove sorge la piccola chiesa romanica di Santa Vittoria de Su Sassu. La chiesa, così intitolata nella targa d’indulgenza del 1836 a nome del vescovo Michele Pes, e che conserva nel suo nome il nome dell’altopiano di Su Sassu, pur essendo situata nel territorio di Perfugas, appartiene alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, del comune di Erula. Edificata nella metà del dodicesimo secolo, è stata ampliata e completata nel corso del tredicesimo con lavori di ampliamento dell’aula allungata verso occidente, e di completamento della facciata. Il 3 aprile 1329 venne infine riconsacrata, come è attestato in due importanti pergamene di dedicatio dell’epoca fortuitamente conservatesi all’interno dell’edificio e oggi esposte nell’archivio parrocchiale della chiesa di Santa Maria degli Angeli di Perfugas. In particolare la prima delle due, contenente la dedicazione della chiesa da parte del vescovo di Ampurias Nicola I, costituisce l’attestazione più antica in scrittura carolina della Sardegna. alla primitiva fase costruttiva appartengono l’abside e la navata con copertura a capriate in legno, mentre alla seconda risalgono l’allungamento dell’aula verso occidente e la facciata, realizzata in conci di trachite bruna ben squadrati e sormontata da un massiccio campanile a vela.

Perfugas-La chiesa campestre di Santa Vittoria de Su Sassu Perfugas-Chiesa campestre di Santa Vittoria de Su Sassu: facciata Perfugas-Chiesa campestre di Santa Vittoria de Su Sassu: veduta dal retro

Perfugas-Chiesa campestre di Santa Vittoria de Su Sassu: frammento del retablo del Maestro di CastelsardoNel 2011, durante un’operazione di catalogazione dei beni di pertinenza ecclesiastica all’interno della chiesa, è stato effettuato un eccezionale ritrovamento, dato che, nascosto nella scatola che fungeva da base per la statua della Santa, sono stati portati alla luce due frammenti di un retablo che raffigurano San Giorgio e Santa Lucia, attribuiti al Maestro di Castelsardo. Gli studi effettuati su alcuni elementi tecnici attraverso l uso di sistemi di indagine estremamente sofisticati e innovativi hanno consentito di confermare i sospetti coltivati dagli esperti dell ufficio Beni culturali della Diocesi di Tempio Ampurias, proprietaria dell opera, ritrovata in pessimo stato nella chiesa che si trova nelle campagne di Perfugas. La scoperta porterebbe a supportare l ipotesi che l opera sia frutto dell ingegno del Maestro di Castelsardo, artista attivo tra la fine del quindicesimo secolo e l inizio del sedicesimo. L ulteriore conferma è attesa dalle indagini che sta eseguendo un pool di esperti.

A metà del mese di maggio si svolge la Festa di Santa Vittoria, organizzata dai comitati delle le frazioni Campudulimu e Modditonalza, nella quale, al termine dei riti religiosi, nella piazzetta antistante l’edificio sacro, si svolge un pranzo, per il quale si macellano una trentina di pecore, e vengono offerte pietanze a base di prodotti tipici della zona.

Il cimitero di Santa Vittoria de Su Sassu

Poco lontano dalla chiesa si trova il Vecchio Cimitero, una fossa comune, divisa in due, chiamata Ciappittu, in cui si deponevano da una parte gli uomini e dall’altra le donne. I corpi venivano avvolti con un lenzuolo bianco, al posto della bara, trasportati a cavallo, in seguito col carro, e depositati nella fossa. alla destra della chiesa c’è il Cimitero nuovo, che è stato costruito all’inizio del 1900, nel quale si conserva ancora la prima lapide in marmo di Giommaria Filiziu, morto nel 1915. Tra la chiesa ed il Cimitero c’è la casa dell’eremita, anch’essa in stile romanico, e dietro c’è il forno con alcune tegole medievali.

Perfugas-Il nuovo Cimitero campestre di Santa Vittoria de Su Sassu Perfugas-Il nuovo Cimitero campestre di Santa Vittoria de Su Sassu Perfugas-Il nuovo Cimitero campestre di Santa Vittoria de Su Sassu

I resti del nuraghe complesso Majore

Dalla frazione Campudulimu o Campu d’Ulimu, se proseguiamo ancora verso sud est sulla SP2 che porta in direzione di Erula, lungo la strada, vediamo alla sinistra, su un’altura, il grande Nuraghe Majore un nuraghe complesso edificato in materiale indeterminato a 336 metri di altezza, protetto da una cinta muraria e nel lato nord orientale da un grande precipizio. Il nuraghe complesso, da alcuni considerato un nuraghe semplice, si è mantenuto ancora in ottime condizioni esterne, e conserva la camera interna con la tholos quasi integra, ad eccezione solo di alcuni filari.

Perfugas-Campudulimu: il nuraghe Majore Perfugas-Campudulimu: facciata del nuraghe Majore Perfugas-Campudulimu: ingresso del nuraghe Majore Perfugas-Campudulimu: interno della tholos del nuraghe Majore

Proseguendo lungo la SS127 Settentrionale Sarda

Dopo la deviazione sulla SP2, proseguiamo lungo la SS127 Settentrionale Sarda.

Raggiungiamo la fermata ferroviaria di Coghinas

Perfugas-La fermata ferroviaria di CoghinasPercorsi altri due chilometri lungo la SS127 Settentrionale Sarda dopo l’imbocco della SP2, troviamo alla sinistra della strada la Fermata ferroviaria di Coghinas al quale il treno arriva dopo la stazione di Perfugas, e che sorge in aperta campagna, in una zona pianeggiante quasi a metà strada tra Perfugas e l’attraversamento sul fiume Coghinas dal quale prende il nome. Malgrado sia designata come stazione, si tratta più propriamente di una fermata dotata di una casa cantoniera doppia come fabbricato viaggiatori. Attualmente il fabbricato viaggiatori, in buone condizioni, è utilizzato come base dal personale del pronto intervento regionale contro gli incendi, frequenti in Sardegna durante la stagione estiva. A breve distanza dalla stazione, sul tratto verso Bortigiadas, si trova il viadotto ferroviario ad arcate sul Coghinas, opera di straordinario valore architettonico.

La frazione Sas Contreddas

Da via Giuseppe Mazzini a Perfugas prendiamo la SS127 Settentrionale Sarda che esce dall’abitato verso nord est indirezione di Bortigiadas. Percorsi circa due chilometri e duecento metri, evitiamo la deviazione sulla destra nella SP2 e proseguiamo lungo la SS127 Settentrionale Sarda che va verso est. La seguiamo per settecento metri, poi, seguendo le indicazioni, svoltiamo a destra sulla strada che seguiamo per seicento metri, fino a raggiungere il cartello che indica l’accesso alla frazione Sas Contreddas (altezza metri 81, distanza 13.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 29). Per raggiungerla procediamo dritti per circa duecento metri, poi svoltamo a destra ed in poche decine di metri entriamo tra le abitazioni della frazione.

La domus de janas di Concas o dell’Ariete

Duecento metri prima di arrivare alla frazione Sas Contreddas, subito dopo il cartello che indica l’accesso alla frazione, prendiamo la deviazione sulla destra, dopo trecentocinquanta metri, al bivio, prendiamo a destra, e, dopo altri trecentocinquanta metri, a sinistra. Seguiamo la strada per circa altri trecentocinquanta metri, e troviamo un sentiero ed un cancello sulla sinistra, passati i quali, percorsi quasi duecento metri, in località Funtana Pulida, si raggiunge, immersa nella vegetazione, la domus de janas di Concas. Si tratta di una grotticella artificiale funeraria scavata in un bancone roccioso trachitico, che rappresenta uno dei più importanti esempi di commistione tra ipogei del tipo a domus de janas e megalitismo. Si compone, infatti, di una parte ipogeica, costituita da quattro celle, e di una parte megalitica formata da un breve corridoio dolmenico, del quale residuano tre ortostati ai lati dell’ingresso e una pavimentazione a lastre.

Perfugas-La domus de janas di Concas o dell’Ariete Perfugas-domus de janas di Concas o dell’Ariete: ingresso Perfugas-domus de janas di Concas: interno con la protome di ariete stilizzata

Ma la sua particolarità maggiore consiste nel bassorilievo, scolpito in uno degli ambienti interni, che rappresenta, in un riquadro, una protome di ariete stilizzata. Per questo, viene a volte chiamata anche domus de janas dell’Ariete. Lo scavo archeologico, effettuato nel 1979, ha permesso di documentare una prima frequentazione della tomba durante la fase di Ozieri. Il rinvenimento di materiali pertinenti al Bronzo antico e all’età tardo antica sono da ascrivere a momenti del suo riutilizzo.

La frazione Sa Contra con la piccola chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova

Perfugas-Ruderi della Casa Cantoniera CoghinasPercorsi altri due chilometri e trecento metri sulla SS127, arriviamo in località Cantoniera Coghinas, dove vediamo alla destra della strada la casa cantoniera. Passata la casa cantoniera, svoltiamo subito a destra e procediamo in direzione sud est, e, dopo circa un chilometro, arriviamo alla frazione Sa Contra (altezza metri 142, distanza 8.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 54).

All’interno dell’abitato della borgata rurale di Sa Contra, si trova la piccola chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova, che è la chiesa parrocchiale della frazione di Sa Contra. La costruzione della struttura che comprende sia la chiesa, sia il locale della sagrestia risale agli anni tra il 1928 ed il 1932. La piccola chiesa, con l’annesso locale sacrestia, rispetta lo schema delle cappelle rurali fatte costruite da Pio XI, tra il secondo e il terzo decennio del ventesimo secolo, per l’evangelizzazione della Gallura. All’interno la stretta aula si conclude nel presbiterio, ampliato successivamente e illuminato dalle finestre laterali. Nell’abside, sopra una colonna in trachite, vi è la statua di Sant’Antonio da Padova.

Perfugas-Sa Contra: la piccola chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova Perfugas-Sa Contra: interno della piccola chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova Perfugas-Sa Contra: altare della piccola chiesa campestre di Sant’Antonio da Padova

Nella frazione Sa Contra, ogni anno il 13 di giugno, in occasione della ricorrenza della sua morte, presso questa piccola chiesa si svolge la Festa di Sant’Antonio da Padova, con i festeggiamenti che iniziano con la tradizionale processione delle bandiere e la messa che viene celebrata sul sagrato della chiesa, alla quale seguono diverse manifestazioni civili.

La frazione Littu Erede

Dalla frazione Sa Contra procediamo in direzione sud est lungo la strada che ci ha portati ad essa e, dopo duecentocinquanta metri, al bivio, svoltiamo a destra, poi, dopo una trentina di metri, di nuovo a destra. Seguiamo questa strada per un chilometro e duecento metri, poi, dove la strada sbocca su una traversa, prendiamo a sinistra verso la località Littu Erede e, dopo cinquecento metri, raggiungiamo la piccola frazione Littu Erede (altezza metri 213, distanza 12.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti).

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Perfugas ci recheremo a Erula uno dei comuni più giovani d’Italia, dove visiteremo il nuraghe di Ispiene dove fu rinvenuta la navicella bronzea con protome cervina.


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